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di Paolo Pec­chio­li

A di­cem­bre fa la sua com­par­sa nelle abi­ta­zio­ni, negli uf­fi­ci, nei ne­go­zi, una pian­ta che, con i suoi co­lo­ri sgar­gian­ti, ben si ad­di­ce agli ad­dob­bi e alle luci pro­pri del pe­rio­do na­ta­li­zio: la stel­la di Na­ta­le.
E’ un pic­co­lo ar­bu­sto ori­gi­na­rio del Mes­si­co. Data la sua pro­ve­nien­za, pos­sia­mo es­se­re stu­pi­ti del suo ab­bi­na­men­to con il no­stro Na­ta­le, ma ciò è do­vu­to alla cul­tu­ra sta­tu­ni­ten­se, che l’ha elet­ta pian­ta sim­bo­lo delle fe­sti­vi­tà.
La stel­la di Na­ta­le ha il nome scien­ti­fi­co di Eu­phor­bia pul­cher­ri­ma, ma è co­no­sciu­ta e clas­si­fi­ca­ta anche come Poin­set­tia pul­cher­ri­ma.  Ap­par­tie­ne alla fa­mi­glia delle Eu­phor­bia­ceae, fa­mi­glia com­pren­den­te nu­me­ro­si ge­ne­ri di pian­te, anche molto di­ver­si tra loro, com­pren­den­do ad esem­pio pian­te an­nua­li, bien­na­li e po­lian­nua­li, er­ba­cee e le­gno­se, con fo­glie de­ci­due o sem­pre­ver­di, ed ad­di­rit­tu­ra pian­te si­mi­li ai cac­tus, tutte ac­co­mu­na­te però da par­ti­co­la­ri ca­rat­te­ri­sti­che. Nella gran­de mag­gio­ran­za dei casi le pian­te  ap­par­te­nen­ti a que­sta fa­mi­glia pro­ven­go­no da climi tro­pi­ca­li o tem­pe­ra­ti e caldi; nel caso di in­ci­sio­ni sul fusto o di rot­tu­ra di qual­che ramo, si os­ser­va sem­pre la fuo­riu­sci­ta di un lat­ti­ce bian­co e ap­pic­ci­co­so, ir­ri­tan­te per gli occhi e la bocca; in­fi­ne, tutte le pian­te di que­sta fa­mi­glia sono ca­rat­te­riz­za­te da una in­fio­re­scen­za  detta “ciato” o “cia­zio”. Le in­fio­re­scen­ze a cia­zio con­si­sto­no in una estre­ma sem­pli­fi­ca­zio­ne dei fiori, i quali sono rac­chiu­si da brat­tee co­lo­ra­te. Sono le brat­tee la ca­rat­te­ri­sti­ca più ri­le­van­te della stel­la di Na­ta­le, come dopo avrò oc­ca­sio­ne di spie­ga­re.
La stel­la di Na­ta­le è senza dub­bio l’e­spo­nen­te più il­lu­stre della fa­mi­glia delle Eu­phor­bia­cee.

Stella di Natale
Stel­la di Na­ta­le – Eu­phor­bia pul­cher­ri­ma

E’ una pian­ta ce­spu­glio­sa, a fo­glie de­ci­due, i cui fusti, par­ti­co­lar­men­te fra­gi­li, sono alti non più di mezzo metro alle no­stre la­ti­tu­di­ni, ma che nei luo­ghi d’o­ri­gi­ne rag­giun­go­no il metro e mezzo ed anche i due metri di al­tez­za, con una chio­ma il cui dia­me­tro rag­giun­ge il metro. Le fo­glie sono lo­ba­te o den­ta­te, meno fre­quen­te­men­te il mar­gi­ne è in­te­ro. Hanno una forma al­lar­ga­ta alla base che si re­strin­ge verso l’a­pi­ce. Il co­lo­re è verde chia­ro. Sono pro­prio le fo­glie, che as­su­mo­no una co­lo­ra­zio­ne molto vi­sto­sa, a rap­pre­sen­ta­re l’a­spet­to di mag­gior in­te­res­se, com­mer­cia­le e bo­ta­ni­co. In­fat­ti l’a­spet­to ca­rat­te­riz­zan­te la stel­la di Na­ta­le è ap­pun­to la pre­sen­za di fo­glie co­lo­ra­te dette brat­tee. Nel mondo ve­ge­ta­le le brat­tee sono fo­glie tra­sfor­ma­te che ser­vo­no per as­sol­ve­re di­ver­se fun­zio­ni, come il ri­chia­mo degli in­set­ti o la pro­te­zio­ne di or­ga­ni de­li­ca­ti. Nel caso delle stel­le di Na­ta­le, ser­vo­no a ri­chia­ma­re gli in­set­ti im­pol­li­na­to­ri. Le brat­tee, dalla forma ova­le-lan­ceo­la­ta e lun­ghe fino a 15 cm, nella stel­la di Na­ta­le pre­sen­ta­no una co­lo­ra­zio­ne molto ap­pa­ri­scen­te, spes­so rosso vivo, ma anche rosa o bian­co, che viene su­bi­to no­ta­ta dagli in­set­ti im­pol­li­na­to­ri. Que­sti non po­treb­be­ro es­se­re at­ti­ra­ti nello stes­so modo dai veri fiori, per­ché sono gial­lo­gno­li e in­si­gni­fi­can­ti. I veri fiori ri­sul­ta­no posti al cen­tro della co­ro­na di fo­glie tra­sfor­ma­te, le quali pra­ti­ca­men­te co­sti­tui­sco­no i pe­ta­li di  una falsa co­rol­la. L’in­te­ra in­fio­re­scen­za rag­giun­ge la lar­ghez­za mas­si­ma di 30 cm. La fio­ri­tu­ra può av­ve­ni­re tra No­vem­bre e Feb­bra­io.
Tra­mi­te que­sto stra­ta­gem­ma la pian­ta si ri­pro­du­ce, e que­sto espe­dien­te è così ef­fi­ca­ce che ha at­ti­ra­to anche l’uo­mo. 

Tec­ni­ca col­tu­ra­le
La stel­la  di Na­ta­le ri­chie­de un ter­ric­cio molto leg­ge­ro, acido, co­sti­tui­to per tre quar­ti da  torba e per un terzo da sab­bia. La quan­ti­tà di sab­bia può anche au­men­ta­re per­ché la stel­la di Na­ta­le è una pian­ta che non ama le ec­ces­si­ve ir­ri­ga­zio­ni ed i ri­sta­gni d’ac­qua, e la sab­bia è l’e­le­men­to idea­le per fa­vo­ri­re il dre­nag­gio. La stel­la  di Na­ta­le può es­se­re col­ti­va­ta anche unen­do ar­gil­la a torba e sab­bia. Anche in que­sto caso si con­si­glia di usare molta sab­bia per­ché nel­l’ar­gil­la l’ac­qua fil­tra con dif­fi­col­tà.
La stel­la  di Na­ta­le è molto de­li­ca­ta ed esi­gen­te in fatto di tem­pe­ra­tu­ra, in­fat­ti la tem­pe­ra­tu­ra mi­ni­ma con­si­glia­ta in in­ver­no è di 15°C, per­ché a que­sta tem­pe­ra­tu­ra può svi­lup­pa­re com­ple­ta­men­te tutte le in­fio­re­scen­ze. Du­ran­te l’an­no, la tem­pe­ra­tu­ra di col­ti­va­zio­ne si ag­gi­ra sui 18-20°C.  Dal mo­men­to che que­sta è una pian­ta che ama una tem­pe­ra­tu­ra calda e co­stan­te, non sop­por­tan­do una tem­pe­ra­tu­ra ec­ces­si­va o gli sbal­zi ter­mi­ci, se la tem­pe­ra­tu­ra do­ves­se sa­li­re oltre i 20°C è ne­ces­sa­rio ven­ti­la­re la serra che ospi­ta le pian­te.  In esta­te l’Eu­phor­bia pul­cher­ri­ma può es­se­re te­nu­ta al­l’a­per­to in tutta Ita­lia ma, in al­cu­ne zone, come la ri­vie­ra li­gu­re e la Si­ci­lia,  pur con le do­vu­te at­ten­zio­ni, si può anche col­ti­var­la al­l’a­per­to. E’ im­por­tan­te porre at­ten­zio­ne alla tem­pe­ra­tu­ra non sol­tan­to in fase di cre­sci­ta e di fio­ri­tu­ra ma anche quan­do le stel­le di Na­ta­le si tro­va­no nei no­stri ap­par­ta­men­ti. Ad esem­pio se le fo­glie sec­ca­no la re­spon­sa­bi­li­tà è si­cu­ra­men­te di una tem­pe­ra­tu­ra ec­ces­si­va, alla quale è pos­si­bi­le ri­me­dia­re al­lon­ta­nan­do la pian­ta dal ca­lo­ri­fe­ro. Se le fo­glie in­gial­li­sco­no e ca­do­no,  può si­gni­fi­ca­re sia che la tem­pe­ra­tu­ra è ec­ces­si­va sia che l’u­mi­di­tà e la luce sono scar­se.
Du­ran­te l’e­sta­te, la stel­la di Na­ta­le non deve es­se­re espo­sta ai raggi di­ret­ti del sole, ma, al tempo stes­so, deve oc­cu­pa­re una po­si­zio­ne molto lu­mi­no­sa. La giu­sta il­lu­mi­na­zio­ne, da giu­gno a set­tem­bre, potrà es­se­re ot­te­nu­ta ri­pa­ran­do le pian­te con un telo om­breg­gian­te. Sarà la luce che ri­ser­ve­re­mo alla  stel­la  di Na­ta­le in in­ver­no ad avere una fun­zio­ne de­ci­si­va per la fio­ri­tu­ra. In­fat­ti, in con­di­zio­ni na­tu­ra­li, già dai primi gior­ni d’Ot­to­bre com­pa­io­no i bot­to­ni fio­ra­li, e le brat­tee co­min­cia­no a co­lo­rar­si a metà no­vem­bre, quan­do ab­bia­mo le prime fio­ri­tu­re. Però, per ra­gio­ni com­mer­cia­li, la fio­ri­tu­ra deve con­cen­trar­si in con­co­mi­tan­za con le fe­sti­vi­tà na­ta­li­zie, ed oltre la fine del­l’an­no. Per rag­giun­ge­re que­sto scopo è ne­ces­sa­rio te­ne­re le stel­le di Na­ta­le alla luce ar­ti­fi­cia­le anche per 12 ore al gior­no dalla metà di Set­tem­bre, ot­te­nen­do così la fio­ri­tu­ra mas­si­ma da Na­ta­le al­l’E­pi­fa­nia. In­fat­ti la stel­la  di Na­ta­le è una pian­ta co­sid­det­ta a fo­to­pe­rio­di­smo ne­ga­ti­vo. Que­sto si­gni­fi­ca che ne­ces­si­ta di poche ore di luce, non solo, la trop­pa luce ral­len­ta la fio­ri­tu­ra. Na­tu­ral­men­te le azien­de flo­ri­co­le, es­sen­do a co­no­scen­za di que­sta ca­rat­te­ri­sti­ca della stel­la  di Na­ta­le, do­se­ran­no la quan­ti­tà di luce da con­ce­de­re, con­cen­tran­do così la fio­ri­tu­ra nel pe­rio­do di mag­gior ri­chie­sta sul mer­ca­to, ov­ve­ro per tutto il mese di Di­cem­bre.
L’an­naf­fia­tu­ra è una ope­ra­zio­ne da svol­ge­re con la mas­si­ma cau­te­la, per­ché, come ab­bia­mo già detto, la stel­la  di Na­ta­le non sop­por­ta le ir­ri­ga­zio­ni ec­ces­si­ve. In in­ver­no, du­ran­te il pe­rio­do di fio­ri­tu­ra, l’ir­ri­ga­zio­ne dovrà es­se­re ef­fet­tua­ta sol­tan­to quan­do il ter­ric­cio della pian­ta ri­sul­ti asciut­to e l’ac­qua che som­mi­ni­stre­re­mo sarà sem­pre molto scar­sa. Dopo la fio­ri­tu­ra la pian­ta andrà  in ri­po­so ve­ge­ta­ti­vo per un paio di mesi du­ran­te il quale non verrà som­mi­ni­stra­ta l’ac­qua.  In esta­te, du­ran­te il pe­rio­do di cre­sci­ta, le an­naf­fia­tu­re sa­ran­no più ab­bon­dan­ti.
La stel­la di Na­ta­le può es­se­re po­ta­ta ov­via­men­te una volta av­ve­nu­ta la fio­ri­tu­ra. In Mar­zo-Apri­le si ac­cor­cia­no i rami mi­glio­ri al­l’al­tez­za della se­con­da o terza gemma, men­tre i rami de­bo­li ed esili sono aspor­ta­ti com­ple­ta­men­te. Il ma­te­ria­le aspor­ta­to dai rami mi­glio­ri è uti­liz­za­to per la mol­ti­pli­ca­zio­ne. Sem­pre nei mesi di Mar­zo-Apri­le si pro­ce­de a rin­va­sa­re le pian­te, le quali pos­so­no es­se­re col­ti­va­te an­co­ra per al­cu­ni anni. In­fat­ti la pro­du­zio­ne di fiori au­men­ta dal se­con­do anno e può du­ra­re anche oltre i dieci anni.

Stelle di Natale
Stel­le di Na­ta­le – Eu­phor­bia pul­cher­ri­ma

La mol­ti­pli­ca­zio­ne delle stel­le di Na­ta­le
La mol­ti­pli­ca­zio­ne delle stel­le di Na­ta­le av­vie­ne esclu­si­va­men­te per talea. Il pe­rio­do mi­glio­re per pre­le­va­re le talee è va da marzo fino a giu­gno. Si ri­scon­tra una gros­sa dif­fe­ren­za tra le talee pre­le­va­te a marzo e quel­le di giu­gno. Le talee pre­le­va­te in marzo sa­ran­no le­gno­se e, se non ci­ma­te, po­tran­no rag­giun­ge­re 150 cm alla fine del­l’an­no men­tre quel­le rac­col­te in giu­gno sa­ran­no ov­via­men­te er­ba­cee non rag­giun­ge­ran­no al­tez­ze su­pe­rio­ri ai 40 cm. Si pos­so­no pre­le­va­re talee lun­ghe un mi­ni­mo di 8-10 cm, fino ad un mas­si­mo di 15-20 cm. Que­ste talee do­vran­no avere 2-3 fo­glie. Ap­pe­na pre­le­va­te le talee bi­so­gna cer­ca­re di in­ter­rom­pe­re la fuo­riu­sci­ta del lat­ti­ce. Le talee rac­col­te in apri­le-mag­gio pos­so­no es­se­re im­mer­se nella car­bo­nel­la pol­ve­riz­za­ta la quale, ap­pun­to, im­pe­di­sce la se­cre­zio­ne di lat­ti­ce. Altri au­to­ri, per ot­te­ne­re il me­de­si­mo scopo,  con­si­glia­no d’im­mer­ge­re le talee in acqua fre­sca per qual­che mi­nu­to. Quan­do si de­ci­de di ef­fet­tua­re la pian­ta­gio­ne, le talee sa­ran­no te­nu­te in acqua calda per un pe­rio­do di al­cu­ni mi­nu­ti fino a mez­z’o­ra, allo scopo di far scio­glie­re il lat­ti­ce coa­gu­la­to. 
Le talee sa­ran­no pian­ta­te in va­set­ti di torba, i quali con­ter­ran­no un ter­ric­cio co­sti­tui­to da sab­bia e torba in parti ugua­li, un sub­stra­to non com­pat­to che fa­vo­ri­sce la ra­di­ca­zio­ne. Una volta ter­mi­na­ta que­sta ope­ra­zio­ne, i va­set­ti con le talee sa­ran­no posti in serra, op­por­tu­na­men­te di­stan­zia­ti per evi­ta­re la ca­du­ta delle fo­glie. Al­l’in­ter­no della serra ci deve es­se­re una tem­pe­ra­tu­ra mi­ni­ma di 18-20°C. In man­can­za di una serra ap­po­si­ta, le talee, già pian­ta­te nei va­set­ti, pos­so­no es­se­re poste al­l’in­ter­no di una cassa co­per­ta da la­stre di vetro o da del film pla­sti­co, al­l’in­ter­no del quale viene rag­giun­ta la tem­pe­ra­tu­ra ri­chie­sta per l’at­tec­chi­men­to. L’ir­ri­ga­zio­ne deve es­se­re fre­quen­te, sem­pre in re­la­zio­ne alle con­di­zio­ni di umi­di­tà del sub­stra­to. L’ac­qua  può es­se­re ar­ric­chi­ta con del fer­ti­liz­zan­te so­lu­bi­liz­za­to co­sti­tui­to da azoto, fo­sfo­ro e po­tas­sio. La quan­ti­tà di fo­sfo­ro deve es­se­re dop­pia ri­spet­to agli altri due ele­men­ti, anche per­ché l’a­zio­ne del fo­sfo­ro in­ci­de­rà sulla bel­lez­za dei co­lo­ri. La ra­di­ca­zio­ne av­ver­rà entro un mese. Av­ve­nu­ta la ra­di­ca­zio­ne nel va­set­to di torba, la stel­la  di Na­ta­le dovrà es­se­re rin­va­sa­ta in un vaso di ter­ra­cot­ta o di pla­sti­ca più gran­de, aven­te un dia­me­tro di 12-15 cm.

Ri­fe­ri­men­ti bi­blio­gra­fi­ci
– AA.​VV. “IL GRAN­DE LIBRO DEI FIORI E DELLE PIAN­TE” Se­le­zio­ne dal Rea­der’s Di­ge­st – Mi­la­no 1978
– A. Laghi, G.P. Gnone “LE COL­TU­RE PRO­TET­TE – si­ste­mi e me­to­di di col­ti­va­zio­ne” CISIA 1975
– E. Su­si­ni “I MIEI FIORI E IL MIO GIAR­DI­NO” Eda­gri­co­le 1987
– M. Fer­ra­ri, D. Me­di­ci “AL­BE­RI ED AR­BU­STI IN ITA­LIA – ma­nua­le di ri­co­no­sci­men­to” Eda­gri­co­le 2003
– Lu­cia­no Giu­gno­li­ni – Maria Te­re­sa Te­mi­stoc­chi – Paolo Ricci Bar­bi­ni – Maria Piz­zi­ra­ni
“GUIDA ALLE PIAN­TE DEL­L’I­STI­TU­TO TEC­NI­CO AGRA­RIO” – A.S. 1992-93

Paolo Pec­chio­li, Agro­tec­ni­co, è in pos­ses­so del di­plo­ma di qua­li­fi­ca di or­to-flo­ri­col­to­re. At­tual­men­te ri­co­pre la man­sio­ne di As­si­sten­te tec­ni­co pres­so l’I­sti­tu­to Tec­ni­co Agra­rio di Fi­ren­ze.

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