strumento di difesa immunitaria delle piante

Perturbazioni locali di membrane costituite da pori consenzienti loro attraverso passaggio passivo di molecole tra comparto chiuso e ambiente esterno (apoplasto o citosol) sono spesso fattori scatenanti morte della cellula. Di norma la formazione di un poro in una membrana richiede l’intervento di una proteina appartenente alla famiglia delle “proteine formanti pori” (Pore Forming Proteins; PFPs) (10,35). Sono proteine (o polipeptidi) monomeriche, solubili in acqua, aventi come bersaglio membrane dove si aggregano tra loro formando oligomeri (oligomerizzano). Le PFPs possono essere endogene o esogene; quelle endogene, prodotte dalla stessa cellula, costituiscono segnali interni di risposta immunitaria per indurre la propria morte, quelle esogene provengono dall’esterno, di origine biotica o abiotica; ad esempio, certe tossine di patogeni, fattori di virulenza, sono riferite a PFPs…

Umberto Mazzucchi è stato professore ordinario di Patologia Vegetale alla Università degli Studi di Bologna dal 1989 al 2010. Docente del corso di Patologia Vegetale e di alcuni corsi specialistici di materie fitopatologiche, ha svolto ricerche sulle interazioni ospite-patogeno nel processo infettivo e sulla risposta immunitaria delle piante. Pensionato dal 2010, come professore dell’Alma Mater ha svolto seminari occasionali e cicli di lezioni in corsi ufficiali della Università di Bologna.

Nel corpo di una pianta tutte le membrane fanno parte del simplasto, delimitato dal plasmalemma (Fig. 2). In una cellula a completo sviluppo, attiva fisiologicamente, contornata da parete come quella di un parenchima, il volume è occupato per massima parte da un solo vacuolo (anche fino al 90%) e, in turgore, ha una pressione idrostatica interna rilevante (es. 0,44 MPa; 4,4 Bar), superiore anche a quella della gomma di un’auto (es.0,25MPa). Sono di quest’ordine le pressioni che il simplasto di una cellula esercita col plasmalemma sulla sua parete. Per effetto della pressione vacuolare, citoplasma e i relativi organuli che contiene sono compressi in sottile strato contro la parete. Tra gli organuli, il reticolo endoplasmatico (RE) è un labirinto di tubuli di membrana interconnessi con tratti espansi a cisterna, altri appiattiti a fogli, in continuo divenire con formazione di nuovi tubuli, crescita e fusione di quelli esistenti, sede di sintesi e liberazione di proteine, di lipidi e di omeostasi del Ca2+; proteine ponte lo legano al citoscheletro…

Umberto Mazzucchi è stato professore ordinario di Patologia Vegetale alla Università degli Studi di Bologna dal 1989 al 2010. Docente del corso di Patologia Vegetale e di alcuni corsi specialistici di materie fitopatologiche, ha svolto ricerche sulle interazioni ospite-patogeno nel processo infettivo e sulla risposta immunitaria delle piante. Pensionato dal 2010, come professore dell’Alma Mater ha svolto seminari occasionali e cicli di lezioni in corsi ufficiali della Università di Bologna.

Un decennio di indagini di monitoraggio per Xylella fastidiosa

Lo studio si basa sull’elaborazione dei dati ufficiali della Regione Puglia recentemente acquisiti attraverso i riscontri di accesso agli atti richiesti all’Osservatorio Fitosanitario regionale, relativi ai dieci anni interessati dalle misure di emergenza contro il batterio da quarantena Xylella fastidiosa (Xf), ottenuti in data 3 luglio e 28 agosto 2023 (Regione Puglia, 2023a, 2023b). L’analisi di tali dati evidenziano elementi inconfutabili, estremamente significativi e dirimenti sul fenomeno del disseccamento degli ulivi e, in particolare, sulle superfici monitorate, sulle piante che mostrano sintomi di disseccamento, sulle piante analizzate, sull’incidenza reale di Xf e il numero delle piante abbattute, inclusi gli ulivi. I dati sono stati redatti dall’Osservatorio fitosanitario a seguito delle indagini di monitoraggio effettuate da novembre 2013 a giugno 2023 negli oliveti delle aree delimitate dall’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali (ARIF) e delle successive analisi molecolari per l’individuazione della presenza del batterio effettuate dai laboratori ufficiali tutti operanti nella regione Puglia…

Margherita Ciervo e Marco Scortichini

Risposta immunitaria delle piante

In appunti precedenti (Rivista di Agraria N°362,364) è stata descritta la risposta immunitaria delle piante facendo per lo più riferimento ad infezioni localizzate di agenti patogeni. Si è visto che nelle cellule della areola di tessuto coinvolto a contrastare la colonizzazione microbica abbia luogo nell’arco di poche ore una risposta immunitaria ben articolata nelle due fasi sinergiche PTI ed ETI. Da almeno 40 anni (14) si sa che la infezione localizzata di un patogeno su un organo di una pianta (es. maculatura fogliare) (infezione d’innesco) può indurre a distanza in tessuti di quella pianta (organo indotto) per parecchi giorni uno stato sensibilizzato contraddistinto da una risposta immunitaria di difesa più efficace, aspecifica, nei confronti di eventuali tentativi di infezione sia da parte dello stesso agente della infezione d’innesco, sia di altri agenti patogeni solo se biotrofici o emibiotrofici (batteri, oomiceti, funghi e virus), ma non necrotrofici.

Umberto Mazzucchi è stato professore ordinario di Patologia Vegetale alla Università degli Studi di Bologna dal 1989 al 2010. Docente del corso di Patologia Vegetale e di alcuni corsi specialistici di materie fitopatologiche, ha svolto ricerche sulle interazioni ospite-patogeno nel processo infettivo e sulla risposta immunitaria delle piante. Pensionato dal 2010, come professore dell’Alma Mater ha svolto seminari occasionali e cicli di lezioni in corsi ufficiali della Università di Bologna.

Puglia - territorio

La Regione Puglia da un lato attesta che gli ulivi disseccati – anche in presenza di Xylella fastidiosa (Xf) – possono riprendere a vegetare grazie alle “buone pratiche agronomiche” (Regione Puglia, 2022a), dall’altro continua a imporre misure di lotta a Xf che, in disapplicazione dell’approccio ecosistemico su base scientifica e della Convenzione sulla Diversità biologica (Ciervo, 2021), generano distruzione del paesaggio, dell’ambiente e del territorio, ovvero: abbattimenti, anche di ulivi monumentali censiti e in pieno stato produttivo; avvelenamento delle matrici vitali a causa del trattamento obbligatorio con insetticidi (anche neurotossici); finanziamento dei reimpianti di varietà non autoctone e brevettate (Leccino e Favolosa), adatte al sistema intensivo e superintensivo, classificati dal Ministero dell’Ambiente come “sussidio ambientalmente dannoso”1 (SAD).

Margherita Ciervo – Professore associato in Geografia economica e politica, Università di Foggia. Associate Researcher presso University of Liège. Si occupa da oltre otto anni della questione Xylella. Sul tema ha scritto diversi articoli scientifici e l’e-book a libero accesso “Il disseccamento degli ulivi in Puglia. Evidenze, contraddizioni, anomalie, scenari” (https://societageografica.net/wp/2020/11/06/geografia-a-libero-accesso-vol-2/). E-mail: margherita.ciervo@unifg.it

Malattie delle piante

Dal 2010-2011 per batteri, oomiceti o funghi fitopatogeni è stato messo in luce la presenza di RNA a catena breve, singola o doppia (sRNA), aventi il ruolo di effettori inibenti mediante silenziamento genico la trascrizione di geni di difesa della pianta ospite (RNA di interferenza; RNAi), trasmessi entro microvescicole (EVs) (2,6,12). I batteri Gram-negativi le producono per gemmazione della membrana esterna (OMVs), i Gram-positivi pare per gemmazione dal plasmalemma e dal citoplasma (CMVs). Protetti entro le microvescicole (50-300 nm) gli effettori dei batteri possono essere trasferiti nell’ospite a distanze ben superiori a quelle raggiunte, come vedremo, dai sistemi di secrezione. Nelle cellule eucariotiche, escludendo situazioni di apoptosi, le microvescicole hanno origine per gemmazione verso l’esterno del plasmalemma e separazione (ectosomi) oppure derivano dalla fusione di corpi multivescicolari endosomiali con il plasmalemma (esosomi).

Umberto Mazzucchi è stato professore ordinario di Patologia Vegetale alla Università degli Studi di Bologna dal 1989 al 2010. Docente del corso di Patologia Vegetale e di alcuni corsi specialistici di materie fitopatologiche, ha svolto ricerche sulle interazioni ospite-patogeno nel processo infettivo e sulla risposta immunitaria delle piante. Pensionato dal 2010, come professore dell’Alma Mater ha svolto seminari occasionali e cicli di lezioni in corsi ufficiali della Università di Bologna.

Malattie delle piante

Lo stato di malattia infettiva di una pianta è il risultato di una interazione multifattoriale dove una entità microbica prevalente, il patogeno, riesce ad esprimere efficacemente fattori di virulenza (effettori) del proprio genoma in appropriato e favorevole contesto ambientale, microbiomiale e immunitario. In una malattia infettiva si distinguono tradizionalmente tre fasi iniziali: penetrazione, ancoramento e incubazione. Durante l’incubazione ha luogo la progressiva colonizzazione microbica, locale e/o sistemica, della pianta ospite in assenza di sintomi visibili. Al termine della incubazione compaiono i primi sintomi che poi evolveranno nel tempo. L’ancoramento e l’incubazione sono le fasi dove la virulenza del patogeno svolge ruolo determinante. La virulenza è la misura della patogenicità. Il grado di virulenza del ceppo di un fitopatogeno si valuta tradizionalmente con la fitopatometria misurando l’entità dei sintomi tipici visibili esprimenti deviazioni fenotipiche dallo stato di normalità valutando incidenza…

Umberto Mazzucchi è stato professore ordinario di Patologia Vegetale alla Università degli Studi di Bologna dal 1989 al 2010. Docente del corso di Patologia Vegetale e di alcuni corsi specialistici di materie fitopatologiche, ha svolto ricerche sulle interazioni ospite-patogeno nel processo infettivo e sulla risposta immunitaria delle piante. Pensionato dal 2010, come professore dell’Alma Mater ha svolto seminari occasionali e cicli di lezioni in corsi ufficiali della Università di Bologna.