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a cura di Federico Vinattieri

Mi sono deciso a scrivere questo articolo perché con estrema frequenza mi viene posta questa fatidica domanda: “Quali sono le differenze tra il Cane Lupo Cecoslovacco e il Cane Lupo di Saarloos?”.
Questo è il quesito in cui, prima o poi, tutti gli appassionati delle razze similari al lupo devono in qualche modo “picchiare la testa”. Ciò accade ovviamente da quando il Saarloos è iniziato ad essere abbastanza noto in Italia, cioè da circa 12-13 anni.

C.L.C. o C.L.S.?

Non vi nego che anch’io all’epoca, quando ancora non allevavo il Saarloos, ed iniziai a ricercarne informazioni da semplice appassionato, mi posi il quesito: “come avrà fatto la Federazione Cinologica Internazionale a riconoscere due razze distinte, così simili tra loro all’apparenza?”
Nell’andare avanti nelle ricerche e nel leggere attentamente gli standard, ma più che altro nell’osservazione dal vivo dei soggetti che ho avuto modo di vedere in tantissimi ring di tutta Europa, finalmente capii le svariate differenze.
Come succede quando ci si approccia ad una nuova razza, da principio si tende a far fatica a “leggere” determinate caratteristiche tipiche e ancor di più i tratti morfologici che contraddistinguono due razze molto simili tra loro, come in questo caso, e devo ammetere che anche io sono caduto più volte nel “tranello visivo”, soprattutto nei primi mesi in cui avevo modo di vedere tutti insieme soggetti delle due razze in alcuni allevamenti del nord Europa, facevo fatica a distinguere l’appartenenza alle due razze.
Studiando i due standard saltano subito all’occhio svariate differenze anatomiche, morfologiche, e soprattutto la differenza più significativa, anche se a primo acchito meno evidente, la grande diversità dell’aspetto caratteriale.

Ma spendiamo due parole su quella che è la differenza selettiva tra le due razze, perché proprio da lì partono i presupposti che hanno reso possibile la diversificazione evidente delle due tipologie.
Molte volte ho sentito dire che le due razze condividono la stessa origine, ma differente selezione. SBAGLIATO! L’origine non è affatto la stessa. Avere in comune una razza come ascendente non significa condividere la stessa origine.
Il Pastore tedesco ha avuto un ruolo da protagonista nella creazione di queste due razze, lo sappiamo tutti, ma in questo caso specifico, il segreto delle grandi diversità morfologiche e genetiche è dovuta principalmente all’ibridazione con due differenti tipologie di Lupo, due sottospecie ben distinte, che hanno infatti comportato evidenti eterogeneicità tra Cecoslovacco e Saarloos.

cane lupo saarloos cecoslovacco
A SX femmina di Cane Lupo Cecoslovacco (Peppermint Patty Lupi di Montemorello) – a DX femmina di Cane Lupo di Saarloos (Saphira Bjartskular di Fossombrone)

Parlo del “Lupo dei Carpazi“, alla base della selezione del Cane Lupo Cecoslovacco, e del “Lupo Siberiano“, diretto antenato del Cane Lupo di Saarloos.
Le differenze morfologiche tra queste due sottospecie sono tantissime. Analizziamoli entrambi dal punto di vista anatomico, perché solo così possiamo comprendere come le nostre due razze canine abbiano ereditato la loro particolare struttura.
Il Lupo dei Carpazi presenta una struttura piuttosto leggera, affusolata, con una ossatura non eccessiva, lunghi raggi ossei, orecchio piuttosto piccolo e arrotondato, testa triangolare, muso leggermente più lungo del cranio, stop appena accennato, garrese abbastanza rilevato, coda folta che arriva circa all’altezza dei garretti, pelo di tessitura fine e media lunghezza, colorazione principalmente grigio-marrone carbonato.
Il Lupo Siberiano, più correttamente chiamato “Euro-asiatico”, ha una struttura anatomica completamente differenze rispetto al “Carpazi”. Si tratta di una sottospecie che nell’insieme è evidentemente più pesante e con assi trasversali del tronco più ampi; la testa si presenta piuttosto larga, muso pieno, orecchie ben distanziate con cranio piatto, salto naso frontale poco accentuato, arti lunghi con ossatura poderosa, tibia e femore abbastanza allungati.
Il Pelo è molto folto e abbastanza lungo; le colorazioni di questa sottospecie sono varie, che, come vedremo hanno contribuito all’ottenimento di una maggiore variabilità di colori selezionati e riconosciuti per il mantello del Saarloos.
Pur appartenendo alla medesima specie quindi, queste due tipologie di Lupo, sviluppatesi in zone geografiche molto distanti tra di loro, presentano differenze morfologiche molto molto evidenti.

Quindi sia il Saarloos che il Cecoslovacco, di fatto, sono il frutto di due veri e propri “esperimenti biologici”, che andavano un po’ di moda nella prima metà del ventesimo secolo. Vi era, tra gli appassionati allevatori, tra gli zoologi e tra chi si interessava di animali in generale, un po’ in tutta Europa, la voglia di inventare e di creare “stranezze”, alcune delle quali create per puro divertimento, altre progettate e ideate per uno scopo ben definito, come nel nostro caso, ossia per quel che riguarda le nostre due razze canine.
Fu proprio così che nel 1932, il Sig. Leendert Saarloos in Olanda, incrociò un esemplare di Pastore tedesco, con una Lupa originaria del ramo siberiano di origine europeo, recuperata dallo zoo di Amsterdam. Pochi anni dopo, precisamente nel 1955, in quella che allora era la Repubblica Socialista Cecoslovacca, venne incrociato un Pastore tedesco con un Lupo dei Carpazi. Da questi due esperimenti, si selezionaroro i prodotti, e nel corso degli anni siamo poi arrivati a fissare quei caratteri che oggi contraddistinguono le due razze. Il C.L. di Saarloos venne riconosciuto ufficialmente come razza nell’anno 1975, il C.L. Cecoslovacco nell’anno 1982. Potremo soffermarci a scrivere diverse pagine su come avvenne nel dettaglio la selezione per arrivare ad ottenere una discreta omogeneità, ma non è questo l’argomento del presente articolo, nel quale ci limitiamo a decrivere ciò che le rende uniche.

Doversosa però è descrivere quale sia stata la divergenza nella selezione attitudinale.
Il C.L.C ha subito una selezione svolta allo scopo di creare un perfetto cane militare, che doveva fungere da sorvegliante dei confini della CSSR (Ceskoslovenská socialistická republika), un ottimo ausiliare dell’uomo, cane addestrabile e con forte carattere, aspetti che questa razza ha mantenuto fino ad oggi. Nel Saarloos la storia è ben diversa; a principio era stato tentato di ottenere soggetti adatti a piccoli lavori ausiliari, come ad esempio veniva loro insegnato a svolgere il ruolo di cane guida, ma molti di questi tentativi furono vani, poiché il Saarloos possiede una indole talmente diffidente, che non era possibile optare per una selezione svolta a quello scopo, pertanto da allora la razza non ha mai più subito nessuna selezione attidudinale, ma è stato selezionato solo per il suo aspetto estetico, pertanto si può tranquillamente definire il Saarloos un vero e proprio “cane da compagnia”.

Desidero aprire una parentesi. Ancora non riesco a capacitarmi di come abbia fatto la Federazione Cinologica Internazionale, ad inserire queste due razze nel “raggruppamento n° 1”, ossia quello che comprende i “Cani da pastore e bovari (escluso boravi svizzeri)”. Capisco che l’inserimento in questo gruppo, possa essere dovuto alla morfologia stessa delle due razze, essendo tutti cani di tipo “lupoide”, ma siccome l’inserimento di una razza all’interno di un raggruppamento è stabilita principalmente dalla sua attitudine e per la selezione che la razza ha subito, non trovo nessun motivo valido per cui queste razze che, a rigor di logica, dovrebbero essere addirittura definibili come “antagonisti” delle greggi, per la loro estrema somiglianza al Lupo selvatico, siano state inserite proprio nel gruppo dei “cani da pastore”. Troverei più giusto un inserimento nel “raggruppamento n° 5”, ossia quello dei “Cani di tipo Primitivo”, un gruppo di razze che giustificherebbe in maniera esaustiva la loro morfologia, molto similare al “primitivo per antonomasia”, morfologie che non hanno niente a che vedere con tutte le altre razze da pastore appartenente al gruppo 1 F.C.I.; inoltre c’è da dire che nessun C.L. di Saarloos e nessun C.L Cecoslovacco verrà mai preso in considerazione per il lavoro sulle greggi, essendoci razze selezionare per quello scopo da centinaia di anni, pertanto non potranno mai essere definiti cani da pastore, tanto meno bovari.
Oppure, nello specifico per il Saarloos, vi sarebbe un’altra soluzione, ossia inserirlo nel “raggruppamento n° 9”, quello che comprende tutte le “razze da Compagnia”, essendo il Saarloos, come accennato in precedenza, un cane da compagnia per eccellenza. Chiusa la parentesi.

Ora che abbiamo spiegato l’origine delle due razze e abbiamo chiarito che la selezione ha intrapreso due strade diverse, iniziamo a vagliare quali sono le differenze morfologiche e anatomiche, con l’ausilio dei due standard a portata di mano. Prendiamo quindi in esame le singole voci dei loro standard.

cane lupo
A SX esemplare di LUPO DEI CARPAZI – a DX esemplare di LUPO SIBERIANO

Partiamo dal loro ASPETTO GENERALE:

Il Cecoslovacco presenta una taglia superiore alla media con struttura rettangolare. Nella forma del corpo, movimento, tessitura del pelo, colore del mantello, è simile al Lupo. Solido tipo in costituzione.
Il Saarloos è un cane di forte costituzione, il cui aspetto esteriore (conformazione, andatura, mantello) fa pensare anch’esso ad un Lupo, proprio come nel Cecoslovacco. Il C.L.S. è di costruzione armoniosa e ha gambe abbastanza lunghe, ma che non danno l’impressione che il cane sia alto sugli arti. Le caratteristiche del sesso sono pronunciate nei maschi come nelle femmine. Nell’aspetto generale quindi le due razze sono similari, entrambe devono somigliare al Lupo selvatico, ed entrambe sono costruite nel rettangolo; il tronco in tutt’e due le razze deve sembrare quindi più lungo che alto. Addirittura nel caso del C.L.C., questo rapporto è indicato perfettamente nello standard con la seguente proporzione: ” lunghezza del corpo : altezza al garrese = 10 : 9 “.

Fin qui quindi poco da dire, è infatti molto facile sbagliarsi a colpo d’occhio, senza andare a valutare aspetti specifici della testa e alcune conformazioni anatomiche specifiche.
Quando parliamo di TESTA, ecco che arrivano subito le prime differenze concrete. Il rapporto cranio-muso è ben differente e determina tutta la differente conformazione della testa. Nel Cecoslovacco la proporzione tra lunghezza del muso e lunghezza del cranio è di 1 : 1,5. Nel Saarloos questo stesso rapporto diventa una equivalenza, lunghezza cranio = lunghezza muso, quindi sono di ugual misura. Il C.L.C ha dunque il muso più lungo del C.L.S.

Vediamo la testa nel dettaglio. Nel C.L.C. la testa deve essere simmetrica, ben muscolosa. Vista di lato e dal di sopra, ha la forma di un cono smussato. Il sesso del cane dovrebbe essere inequivocabile. Quindi in pratica, appena si osserva la testa di un esemplare di questa razza, deve essere ben evidente se si tratta di un maschio o di una femmina.
La fronte, nel cranio visto di lato e dal davanti, è leggermente arcuata. La sutura metopica non è marcata. L’occipite è chiaramente visibile. Stop moderato. Il tartufo è di forma ovale, nero; muso pulito, non largo; canna nasale diritta Labbra strettamente aderenti. Commessura labiale non evidente. Bordi delle labbra neri. Mascelle/Denti mascelle forti e simmetriche Denti ben sviluppati, specialmente i canini. Chiusura a forbice o tenaglia con 42 denti secondo la formula dentaria. Dentatura regolare. Guance pulite, sufficientemente muscolose, non marcatamente sporgenti. Occhi piccoli, obliqui, color ambra. Palpebre ben aderenti. Orecchi eretti, sottili, triangolari, corti (cioè non più lunghi di 1/6 dell’altezza al garrese); il punto laterale dell’inserzione dell’orecchio e l’angolo esterno dell’occhio sono in linea diretta. Una linea verticale dalla punta dell’orecchio dovrebbe scendere aderente ai lati della testa.

Nel C.L.S. la testa deve richiamare l’impressione che fa quella di un lupo, e armonizzare, nelle sue dimensioni, con il corpo. Vista dal di sopra e di profilo, la testa ha la forma di un cuneo. La linea che va dal muso all’arcata zigomatica ben sviluppata, è molto caratteristica. Assieme alla forma corretta e la posizione degli occhi, questa linea dà l’aspetto ricercato simile a quello di un lupo.
Il cranio è piatto e largo; per quello che riguarda la sua larghezza, bisogna stare in guardia contro una larghezza esagerata che andrebbe ad alterare la sua forma tipica di “cuneo”. L’osso occipitale e il contorno dell’orbita non devono essere troppo visibili; l’arcata sopraccigliare deve fondersi con il cranio in una linea morbida. Stop la depressione naso-frontale è poco marcata.
Il tartufo è ben pigmentato. Muso forte. La canna nasale è diritta; labbra ben chiuse e ben aderenti; mascelle/denti la mascella superiore e inferiore, ben sviluppate, presentano una dentatura solida e una chiusura completa a forbice, che non è accettabile se non è ben chiusa. In confronto al cranio, la mascella superiore non deve sembrare grossolana; un muso troppo grossolano altera la forma tipica che deve assomigliare a quella del lupo. La mascella inferiore non ha niente di speciale. Occhi preferibilmente di colore giallo, a forma di mandorla, posizionati leggermente obliqui, non sporgenti né rotondi, con le palpebre ben aderenti al globo oculare. L’espressione è attenta, riservata, ma non timorosa. L’occhio esprime le vere caratteristiche della razza e sottolinea l’aspetto ricercato della rassomiglianza con il lupo. L’espressione desiderata non si ottiene che con un occhio chiaro. Bisogna dare grande importanza al colore, la forma e la giusta posizione dell’occhio. Nei soggetti più anziani, il colore giallo dell’occhio può diventare più scuro, ma il tono giallo d’origine dovrebbe essere mantenuto. Una predisposizione al color marrone è meno ricercata. Le cavità orbitali si fondono impercettibilmente con il cranio. Un’orbita troppo marcata unita a un’arcata sopraccigliare accentuata e uno stop marcato, sono difetti. Orecchi di media grandezza, carnosi, triangolari con l’estremità arrotondata; la loro faccia interna è ricoperta di pelo. Gli orecchi sono attaccati all’altezza dell’occhio. Sono molto mobili ed esprimono l’umore e le emozioni del cane. Gli orecchi troppo appuntiti e attaccati troppo alti sono difetti. Gli orecchi attaccati troppo di lato alterano la forma tipica della testa e sono perciò meno ricercati.

Dunque anche la regione del cranio e la regione del muso, presentano molte diversità tra le due razze. Nel profilo le prime difformità: nel C.L.C. fronte arcuata, nel C.L.S. la testa deve presentare la forma di un cuneo. Altra dissimilitudine degna di nota riguarda l’occhio, che ha colorazione diversa nelle due razze, nel Saarloos è tendente al giallo, che tende a scurirsi leggermente con l’età, mentre nel Cecoslovacco è color ambra. Nel C.L.C. gli occhi sono lievemente più piccoli, e posizionato leggermente bassi, rispetto ai rapporti dei tratti facciali del C.L.S.
L’orecchio presenta attaccatura pressoché similare; nel C.L.S. sono leggermente più arrotondati alla punta, leggermente più lunghi, un po’ più larghi e più spessi rispetto al C.L.C.
Mentre nel C.L.C. la linea dalla punta dell’orecchio rispetto al piano orizzonatale, scende aderente al lato della testa, nel Saarloos questa non appare tangente.
Siccome sullo standard non viene menzionato quanto la maschera debba essere estesa nelle sue zone d’elezione, questa subisce ovviamente una selezione soggettiva, che varia in base ai vari ceppi presenti in Europa, questo connotato denota una ulteriore differenza tra le due razze: nel C.L.C. sono abbastanza uniformi le maschere dei vari esemplari pur presentando piccole differenze, nel C.L.S invece vi è talvolta delle differenze veramente notevoli nell’estensione della maschera bianca tra esemplari derivanti dalle varie linee di sangue; tanto per fare qualche esempio, i soggetti di origine francese o italiana, denotano una maschera moderata, con un netto distacco tra le bande laterali del muso e le classiche macchie bianche circolari sugli occhi, che in gergo si chiamano “pasticche”; nei soggetti derivanti dalle linee olandesi queste maschere sono piuttosto estese, dove talvolta il bianco ricopre addirittura buona parte del muso e della faccia, senza alcuno stacco tra facce laterali del muso e pasticche, una maschera del tutto simile a quella di alcune razze nordiche. Questa particolarità quindi può essere elencata tra le dissimilarità tra le due razze, laddove la suddetta maschera è molto estesa.

Veniamo adesso al COLLO. Questa parte anatomica nel C.L.C. deve presentarsi asciutto, ben muscoloso. A riposo forma un angolo fino a 40 gradi sull’orizzontale. Il collo deve essere sufficientemente lungo per permettere al tartufo di toccare il suolo senza sforzo.
Nel C.L.S. il collo è asciutto e ben muscoloso; si fonde in linea armoniosa con il dorso; come pure, la linea della gola si fonde senza sbalzi con il petto. In inverno, soprattutto grazie al pelo stagionale, il collo può avere un bel collare. La giogaia è minima e non evidente. È tipico del C.L. di Saarloos che, quando muove al piccolo trotto, la testa e il collo formino una linea quasi orizzontale.
Nel Saarloos questa parte ha una discreta importanza indiretta nell’esaltare la testa, data dal folto collare, che soprattutto nel periodo invernale è parecchio evidente. Non vi sono quindi differenze di grande rilevanza in questa regione.

Ora analizziamo la struttura del CORPO, dove invece le differenze si riscontrano drasticamente.
Nel C.L.S. il corpo più lungo che alto; il dorso diritto e forte; costole normalmente cerchiate; la linea armoniosa del torace raggiunge al massimo il livello dei gomiti. Visti dal davanti, il petto e la distanza fra gli arti sembrano moderatamente larghi. Conviene evitare una regione toracica troppo massiccia, perché altererebbe la silhouette tipica che caratterizza questo trottatore nato. La silhouette è piuttosto slanciata e molto simile a quella del lupo. Linea inferiore tesa e leggermente rilevata.
Nel C.L.C. la linea superiore prosegue senza interruzioni la linea del collo in leggera pendenza; il garrese è ben muscoloso, pronunciato; ciò nonostante non interrompe la continuità della linea dorsale; dorso fermo e diritto; rene corto, ben muscoloso, non ampio, leggermente inclinato; groppa corta, ben muscolosa, non ampia, che scende leggermente: torace simmetrico, ben muscoloso, spazioso, a forma di pera, si restringe verso lo sterno. La profondità del torace non raggiunge il gomito. La punta dello sterno non si estende al di là della punta della spalla. Linea inferiore e ventre teso, retratto. Leggermente vuoto ai fianchi.

Quindi, quali sono le differenze del corpo tra le due razze da tenere a mente?
Entrambi sono costruiti nel rettangolo, il Saarloos presenta un torace più profondo e petto più largo. Il Cecoslovacco presenta una regione lombare leggermente più corta, e un torace più stretto, che fa assumere all’animale una conformazione più stretta nell’insieme, rispetto al suo simile. Nel C.L.C. inoltre sono evidenti alcuni vuoti, parti lievemente concave, che nel C.L.S. non sono previste, come all’altezza dei fianchi e del ventre. In pratica il C.L.S. si presenta più largo e di sembianze più massicce, rispetto al C.L.C.
La CODA, altro aspetto importante. Nel C.L.C. è inserita alta, pende giù diritta. Quando il cane è eccitato, generalmente è alzata a falcetto.
Nel C.L.S. è larga alla radice e abbondantemente provvista di pelo; arriva almeno al livello del garretto. Sembra attaccata un po’ bassa, fatto che è spesso accentuato da una leggera depressione vicino all’attaccatura. La coda è portata da leggermente a forma di sciabola, a totalmente diritta. Quando il cane è eccitato o al trotto, può essere portata più alta.
Quindi vi è una differenza nell’attaccatura che non lascia dubbi, nel Cecoslovacco è più alta, nel Saarloos più bassa, inoltre il portamento è diverso, in quanto diversa è la forma che assume.

Soffermiamoci ad analizzare gli ARTI, sempre riportando le varie voci dei due standard. Qui dobbiamo parlare un po’, poiché vi sono varie sottigliezze da far emergere su gli arti.
Nel C.L.S. gli arti anteriori sono diritti e ben muscolosi. Le ossa non sono grossolane e la loro sezione è ovale. In confronto al corpo, gli arti sono un po’ gracili. Spalle le scapole sono di larghezza e lunghezza sufficiente. Formano con la verticale un angolo normale, non esagerato, di circa 30°. Braccio della stessa lunghezza della scapola. Angolo scapolo-omerale non esagerato. Gomiti ben aderenti al corpo, senza essere serrati contro il torace. Vista la  curvatura delle costole e la localizzazione corretta della spalla e del braccio, la distanza tra i due anteriori è moderata. Piedi anteriori, di lepre, ben muscolosi e arcuati, con cuscinetti molto sviluppati, ciò che, assieme al carpo solido e al metacarpo leggermente obliquo, assicura un movimento elastico. In stazione, un piede leggermente rivolto verso l’esterno è ammesso.
Negli arti posteriori la posizione del bacino è normale, tuttavia, a causa dell’attaccatura bassa della coda, che è frequentemente accentuata da una leggera depressione, il bacino dà spesso l’impressione d’essere più obliquo. Gli angoli del posteriore sono in armonia con quelli dell’anteriore. L’andatura tipica della razza dipende in gran misura della buona angolazione del ginocchio e del garretto. La minima deviazione impedisce lo sviluppo di questo tipico movimento. Nel cane in stazione, i garretti leggermente chiusi sono autorizzati. Coscia di lunghezza e larghezza normali, fortemente muscolosa. Ginocchio non eccessivamente angolato. Garretto l’angolo non deve essere esagerato. Le ossa e i muscoli permettono una estensione ottimale dell’articolazione. Metatarso sufficientemente lungo (non corto), mediamente obliquo. Piedi posteriori ben sviluppati, ben arcuati.
Nel C.L.C. gli arti anteriori sono diritti, forti, puliti e ravvicinati, con una leggera deviazione in fuori dei piedi; spalle la scapola è posizionata piuttosto bene in avanti, molto muscolosa, forma un angolo quasi di 65 gradi sull’orizzontale; braccio fortemente muscoloso, forma un angolo di 120-130 gradi con la scapola; gomiti strettamente aderenti, non girati in fuori né in dentro, ben definiti, flessibili; braccio e avambraccio formano un angolo di circa 150 gradi. Avambraccio lungo, pulito e diritto. Le lunghezza dell’avambraccio + metacarpo = il 55 % dell’altezza al garrese. Carpo solido, flessibile. Metacarpo lungo, forma un angolo di almeno 75 gradi col suolo. Leggermente elastico in movimento. Piedi anteriori  larghi, girati leggermente verso l’esterno. Dita allungate arcuate e forti, unghie scure. Cuscinetti ben definiti, elastici, scuriPosteriori potenti. Gli arti posteriori sono paralleli. Un’immaginaria linea verticale tirata dalla punta dell’ischio, li attraverserebbe a metà passando dal garretto. Gli speroni sono indesiderabili e devono essere rimossi. Coscia lunga, ben muscolosa. Forma un angolo di 80 gradi al bacino. L’articolazione dell’anca è forte e flessibile. Ginocchio forte e flessibile. Gamba lunga, pulita, ben muscolosa. Forma un angolo di circa 130 gradi col garretto. Tarso pulito, solido, flessibile. Metatarso lungo, pulito. Posizione quasi verticale rispetto al terreno. Piedi posteriori dita arcuate e allungate con forti unghie scure.

Da una prima analisi emerge subito la differenza di inclinazione della spalla, regione anatomica importantissima, che va ad influire su tutta la struttura, e anche sul movimento, come poi vedremo. Il C.L.C. presenta un avambraccio più lungo e anche il metatarso è più allungato rispetto al C.L.S. ; in entrambe le razze è ammesso un leggero mancinismo. Mentre le angolazioni di metacarpo, gamba, coscia e garretto non sono menzionati nello standard del C.L.S., nel C.L.C. questi hanno un angolo ben definito, anche se ammettono lievi tolleranze per difetto o per eccesso. Altra differenza sostanziale riguarda gli speroni: questi nel Saarloos non vengono menzionati, quindi se presenti non possono essere considerati difetto e non comportano nessuna penalizzazione, mentre nel Cecoslovacco è scritto in maniera inequivocabile che comportano panalità in fase di giudizio.

Dopo aver compreso le divergenze che le due razze presentano negli arti, è doveroso affrontare l’argomento che viene spontaneo analizzare di conseguenza: il MOVIMENTO. Come vedremo questo aspetto nei due standard è affrontato in maniera totalmente differenze, in quanto nello standard del C.L.C si dedica solo poche righe a questo aspetto, mentre nel Saarloos viene dedicato all’andatura un paragrafo sostanzioso.
Nello standard del Cecoslovacco non c’è la voce “movimento”, bensì “passo”, e viene descritto così: trotto armonioso, leggero, allungato, in cui gli arti sfiorano il terreno nel modo più serrato possibile. Testa e collo tendono all’orizzontale. Ambia quando cammina.
Nel C.L.S. invece è riportato questo alla voce “movimento”: il Saarloos è un trottatore tipico e resistente facilmente capace di percorrere lunghe distanze con il suo passo particolare. La sua andatura naturale non lo stanca e ricorda quella del lupo. Si distingue dalle altre razze per il suo movimento leggero molto caratteristico. Il buon svolgimento dei movimenti dipende molto dai diversi particolari di costruzione corporea; prima di tutto, sono le angolazioni tra gli arti diversi, che esercitano l’influenza più grande. Al trotto libero e sciolto, il C.L. di Saarloos porta la testa e il collo quasi orizzontalmente; è allora che la posizione degli occhi e la forma cuneiforme della testa sono caratteristiche. Al trotto sostenuto, andatura tipica della razza, il cane non presenta un allungo esagerato; come una spinta troppo forte, così un allungo esagerato deformerebbe l’andatura tipica e leggera che è un modello ideale di movimento economo ed energico.
Perché così tanta importanza alla voce “movimento” nello standard del Saarloos? Domanda spontanea, che determina una risposta altrettanto esplicita: chi giudica e chi espone questa razza, soprattutto nell’ambito dei raduni esteri, sà bene che la razza viene giudicata quasi esclusivamente in movimento, proprio per il suo particolarissimo aspetto carratieriale. In movimento il cane si “scioglie”, ed ha la possibilità di mostrarsi in tutta la sua armonia, senza inibizione data dalla sua indole riservata nei confronti dell’estraneo, in questo caso il giudice presente nel ring. Il classico giudizio “da fermo” infatti, è sì d’obbligo, ma deve avvenire per poco tempo, l’indispensabile per permettere al giudice di esaminare quelle caratteristiche non visibili dal movimento, come la dentatura, il colore dell’occhio, e diversi altri aspetti. In Italia questo metodo non viene molto attuato, in quanto il C.L.S. viene giudicato con gli stessi parametri di ogni altra razza, questo a mio parere è un errore. Il movimento ad ogni modo, per il Saarloos, deve essere considerato una delle voci più importanti.

lupo saarloos cane
A SX Testa di Cane Lupo Cecoslovacco (Peppermint Patty Lupi di Montemorello) – a DX testa di Cane Lupo di Saarloos (Waddiwasi di Fossombrone)

Altra differenza molto evidente, direi forse la più evidente, anche da chi non conosce lo standard e non ha l’occhio per distinguere le due razze: il “colore del mantello”.
Quando si ha dinanzi due esemplari delle due rispettive razze della medesima colorazione, molti inesperti hanno grosse difficoltà a distinguere immediatamente quale sia il Saarloos e quale il Cecoslovacco, ma questa difficoltà si annulla quando il Saarloos presenta altre colorazioni.

Vediamo come lo standard descrive il MANTELLO.
Nel C.L.C. il pelo è diritto e fitto. Il pelo invernale e quello estivo sono molto diversi. In inverno un abbondante sottopelo è predominante e, con il pelo di copertura, forma uno spesso mantello su tutto il corpo. E’ necessario che il pelo ricopra il ventre, la parte interna delle cosce, lo scroto, la parte interna degli orecchi e la zona fra le dita. Collo  ben fornito di pelo. Il colore da giallastro-grigio a grigio-argento con una caratteristica maschera chiara. Pelo chiaro anche sul lato inferiore del collo e del petto. Grigio scuro con maschera chiara è permesso.
Nello standard del C.L.C., a differenza del C.L.S., si menziona anche la PELLE: elastica, aderente, senza rughe, non pigmentata.
Anche nel C.L.S. il pelo estivo è diverso da quello invernale. In inverno, è generalmente il sottopelo che è predominante; con il pelo di copertura forma una pelliccia abbondante che copre tutto il corpo e disegna attorno al collo un collare ben definito. In estate, è il pelo di copertura che predomina su tutto il corpo. Differenze di temperatura in autunno e in inverno possono esercitare una grande influenza sul sottopelo; ma la predisposizione a formare sottopelo deve almeno essere presente. Bisogna che il ventre, la parte interna delle cosce e anche lo scroto siano ricoperti di pelo.

COLORE i colori ammessi sono: sabbia o fulvo chiaro fino a scuro carbonato, detto “grigio di lupo”; sabbia o fulvo chiaro fino a scuro ombreggiato di marrone, detto “marrone foresta” (Bos bruin); da “crema biancastro” (sabbia) chiaro a “bianco”. Il pigmento del tartufo, delle rime palpebrali, delle labbra e delle unghie deve essere nero nei soggetti color grigio-lupo o bianco, color fegato nei soggetti “marrone di foresta” o bianco-crema. Il pelo di tutta le regione inferiore del corpo, alla parte interna delle estremità e nella regione posteriore delle culottes è di colore chiaro. Alla parte esterna degli arti, tanto il soggetto color “grigio-lupo” che il “marrone di foresta” presentano un pelo di colore scuro. Dovranno anche avere una maschera che sottolinea l’espressione.
Quindi, qui le differenze sono talmente evidenti che penso sia inutile commentare. Oltre alla differenza di tessitura e di quantità del pelo, vi sono nel Saarloos, tre varietà di colore che nel Cecoslovacco non sono assolutamente ammesse, essendo amesso nel C.L.C. solo la classica e tipica colorazione grigia, in varie tonalità.

La TAGLIA è un’altra importante voce che differenzia le due razze.
Nel C.L.C. l’altezza al garrese nei maschi è almeno 65 cm e nelle femmine almeno 60 cm; non vi è un limite. Per quanto riguarda il peso, per i maschi è almeno 26 kg, per le femmine è almeno 20 kg. Limiti che vengono ampiamente superati dalla maggioranza dei soggetti.
Nel C.L.S. vi sono invece delle limitazioni: varia per i maschi da 65 a 75 cm, e per le femmine da 60 a 70 cm al garrese; sono ammesse leggere deviazioni verso l’alto.
Non è previsto un peso specifico per il Saarloos. Il peso è una voce prevista dallo standard del C.L.C., come in molti altri standard, ma è un connotato che non viene preso in considerazione durante la valutazione degli esperti giudici nell’ambito delle manifestazioni canine di bellezza, poiché nessun giudice è fornito di bilancia per valutare il peso dei soggetti esposti, è semplicemente un predicato che ha la funzione di tutelare i giusti parametri della razza e per fornire all’allevatore una indicazione adeguata per la propria selezione.
Dunque non è raro trovare dei soggetti di Cecoslovacco molto più alti rispetto a esemplari di Saarloos. Quest’ultimo però, data la sua particolare conformazione fisica, solitamente è più pesante rispetto al suo simile.
Personalmente ho avuto dei maschi di Saarloos nel mio allevamento che hanno ragiunto e superato i 45 kg di peso.

Vediamo ora l’aspetto che io ritengo essere forse il più importante, almeno per una delle due razze.
Parliamo di CARATTERE, o “comportamento” che dir si voglia. Nel C.L.C. questa voce dello standard è appena accennata, e riassunta in pochissime righe: Vivace, molto attivo, capace di resistenza, docile con pronte reazioni. Senza paura e coraggioso. Sospettoso. Dimostra enorme lealtà verso il padrone. Resistente alle condizioni atmosferiche. Versatile per vari usi.
Concetti chiari, concisi, che definiscono molto bene la versatilità del C.L.C. e ne ribadiscono in qualche modo che la sua selezione ha plasmato un cane che può fungere da eccellente ausiliare per l’uomo.
Nel Saarloos la questione è nettamente diversa. In questa razza l’aspetto caratteriale è di estrema importanza e ne determina la tipicità. Non a caso viene concesso un paragrafo molto lungo a questa voce.
Vediamo come viene espresso nello standard ufficiale: cane vivace e pieno di energia, di carattere fiero e indipendente. Non obbedisce che di sua propria e libera volontà; non si sottomette. È attaccato al suo padrone e affidabile al più alto grado. Verso gli estranei è riservato e abbastanza diffidente. La sua riservatezza e, nelle situazioni sconosciute, il suo istinto di fuga simile a quello del lupo, sono tipiche per il cane-lupo di Saarloos e dovrebbero essere mantenute come particolarità della razza. Nell’avvicinarsi a un cane-lupo di Saarloos gli estranei dovrebbero dare prova d’una certa comprensione verso il comportamento di questo cane, per la sua circospetta riservatezza e per il suo istinto di fuga, particolarità che porta nel suo patrimonio ereditario. Un approccio forzato e indesiderabile da parte di un estraneo può provocare la manifestazione dell’istinto di fuga. Impedendo a questo istinto di manifestarsi, per esempio diminuendo la libertà di movimenti del cane con un guinzaglio, il cane può comportarsi come se avesse paura.

Coloro che hanno redatto lo standard non potevano essere più chiari di così. Nel Saarloos la diffidenza, il suo istinto di fuga, la sua riservatezza, SONO ASPETTI TIPICI DELLA RAZZA e determinano quindi un PREGIO.
Il Saarloos DEVE mostrare riservatezza, caratteristica voluta e scritta proprio perché non sia messo in dubbio il suo mantenimento nel tempo. Il Saarloos quindi PUO’ COMPORTARSI COME SE AVESSE PAURA, è bene ribadirlo, poiché ancora vi è molta confusione tra gli appassionati di questa razza, tra i quali vi sono futili e insensate iniziative che vanno alla ricerca di Saarloos estroversi, indifferenti nei confronti degli estranei, apatici nel ring, tutte caratteristiche che rendono l’esemplare ATIPICO.
Quindi possiamo tranquillamente dire che il C.L.C. ed il C.L.S. per quanto riguarda il comportamento, sono l’esatto opposto, le due razze sono a gli antipodi nel carattere.

Per ultima analisi, soffermiamoci a commentare quelli che sono i DIFETTI DA SQUALIFICA.
Non sto ad elencare i normali difetti, poiché come sapete, ogni deviazione da quanto riportato nello standard comporta un difetto, che può essere lieve o grave. Vorrei invece soffermarmi ad analizzare i difetti eliminatori, ossia quei difetti che comportano la squalifica definitiva del soggetto.
Nel C.L.C. ce ne sono una serie notevole, che vado qui ad elencare:

1) discrepanza nelle proporzioni; 2) difetti di comportamento e temperamento; 3) testa atipica; 4) mancanza di denti (eccetto due PM1 e gli M3), chiusura irregolare; 5) forma e posizione degli occhi atipica; 6) inserzione e posizione atipica degli orecchi; 7) presenza di giogaia; 8) forte obliquità nella groppa; 9) Cassa toracica atipica; 10) coda atipica nell’inserzione e portamento; 11) difettosa e atipica posizione degli anteriori; 12) mantello atipico, con pelo che si discosta; 13) colori diversi da quelli prescritti dallo standard; 14) legamenti fiacchi; 15) movimento atipico; 16) monorchidismo/criptorchidismo.

Tutti questi difetti comportano la squalifica del soggetto, ed il conseguente ritiro del “libretto delle qualifiche”, quindi il ritiro definitivo dal ring e da qualunque esposizione di bellezza, poiché quel determinato soggetto presenta uno o più connotati di atipicità. Quindi il giudice nell’assegnare la squalifica, indica all’allevatore di non impiegare quel soggetto nella propria selezione.
Se io vi ponessi la domanda quindi, quali sono i difetti da squalifica nel Cecoslovacco? Vi porrei una domanda difficile, in quanto questi difetti sono ben 16.
Se vi ponessi la stessa domanda per il Saarloos, non sarebbe una domanda difficoltosa, in quanto nel C.L.S. i difetti da squalifica solo solo 3:

  • colori diversi da quelli ammessi dallo standard;
  • qualsiasi forma di aggressività;
  • monorchidismo o criptorchidismo.

Solo per uno di questi tre difetti un Saarloos può essere squalificato. Sono tutti difetti molto “pesanti”, tutti difetti che denotano, a mio parere, una automatica esclusione dalla selezione.
Abbiamo analizzato a fondo ogni aspetto selettivo, fisico e comportamentale di queste due razze. Vi sono molte altre domande che vorrei esaudire in questo articolo, ma non vorrei dilungarmi più del dovuto, pertanto voglio concedervi l’ultima, forse quella che mi viene posta più spesso: “Quale delle due razze è più Lupo?

Altra domanda tipica da neofita. Difficile rispondere, anche perché la domanda ha poco senso. Si parla di razze canine manipolate dall’uomo da almeno mezzo secolo, quindi tutto ciò che apparteneva al Lupo si è molto affievolito e quindi ritengo opportuno affermare che non è un paragone fattibile. Il Cecoslovacco si avvicina maggiormente al Lupo selvatico dal punto di vista prettamente estetico, il Saarloos è molto affine al Lupo dal punto di vista caratteriale. Se dovessi rispondere direi che sicuramente il Saarloos, nonostante la selezione, ha mantenuto gli istinti, i comportamenti innati e anche la mimica espressiva del suo antenato ancestrale. Non dobbiamo dimenticarci che l’aspetto carattieriale diffidente e riservato, nel Saarloos, è richiesto dal suo standard di razza, scelta fortemente voluta da coloro che lo hanno redatto, proprio per garantire il mantenimento di questo aspetto, a riprova di una totale “purezza” della razza, evitando dunque qualunque immissione genetica di altre razze che cancellerebbero questo connotato già in prima generazione.
Ad ogni modo nessuna delle due razze è da considerarsi “più lupo” dell’altra.

La diffusione delle razze è l’ennesimo elemeno distintivo. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un vero e proprio “boom” demografico del Cecoslovacco; la razza si è diffusa con estrema rapidità in tutta Europa, ed anche in Italia questo incremento è stato evidente. Basti pensare che nell’anno 2008 sono stati iscritti al libro origine italiano 581 C.L.C., nel 2012 le iscrizioni avevano già ampiamente superato i 1000, e via via l’aumento è stato costante, fino ad arrivare nel 2016 a ben 1508 soggetti iscritti in Italia. Il panorama demografico del Saarloos è una realtà molto ridimensionata rispetto al suo “simile”. In Europa i soggetti di questa razza sono in aumento, ma mai e poi mai si arriverà neanche lontanamente ai numeri demografici relativi al cecoslovacco. In Italia, fino a circa 12 anni fa vi erano stati sporadiche iscrizioni al libro origine (L.O.I.) in Italia. Il Saarloos è stato importato in Italia nel 1996, e dal 2006 in poi, ossia da quando il mio allevamento si è interessato alla selezione di questa razza, il Saarloos ha via via “ripreso vita” nel nostro Paese, prima con numeri molto ridotti, che non toccavano neanche la decina di nascite all’anno, poi con la successiva nascita anche di altri allevamenti, si è arrivati nel 2015 ad oltrepassare i 50 iscritti (numero che comprende soggetti nati e importati in Italia). Diciamo che la media nazionale di nascite in Italia per il C.L.C. varia dagli 800-1200 soggetti…. mentre nel C.L.S. siano sulle 15-20 nascite all’anno. In Italia quindi la quantità di nascite del Saarloos all’anno è circa l’ 1,6% rispetto alle nascite annuali del Cecoslovacco. Questo rapporto è leggermente diverso in relazione alla totalità delle nascite in Europa.
La differenza demografica tra questi due tipi di cani quindi è decisamente notevole! Per permettervi di capire ancor di più chiaramente, quanto divario vi sia nella indagine statistica in Italia tra le due razze, possiamo affermare semplicemente che la quantità di Saarloos che nasce in 1 anno, equivale alla quantità di Cecoslovacchi che nasce in soli 4 giorni. Incredibile direte voi, ma è la realtà nazionale.
La cosa è ancor più strana se si pensa, come abbiamo detto in precedenza, che il Saarloos esiste come “razza” da prima del C.L.C., ma la sua scarsa diffusione è sicuramente dovuta alla sua indole, alla difficoltà della gestione, alla dedizione che comporta la sua socializzazione, alla sua poca (se non nulla) utilità per l’uomo nel lavoro.
Con questo non voglio essere frainteso, affermando ciò non voglio certo sostenere che il C.L.C. sia una razza più “facile” e adatta a tutti, tutt’altro!…. dico solamente che si tratta senza dubbio di una tipologia di cane più plasmabile, poliedrica e più adatta all’addestramento, pertanto più attraente per molte persone.

Conclusioni e cosiderazioni

Abbiamo dunque due razze, ben distinte, con caratteristiche uniche, con tratti anatomici che non hanno eguali a confronto con le oltre 400 razze riconosciute a livello internazionale.
In entrambe le razze vi sono stati tentativi di intromissione di altre, meticciamenti, addirittura ibridazioni, se si pensa al recente caso dei “mutara”, così definiti dalla comunità cinofila, ossia soggetti prodotti da accoppiamenti tra C.L. Cecoslovacchi e Canis Lupus. A quale scopo? Abbiamo due razze che hanno raggiunto un livello di bellezza, di eleganza, di armonia, di omogeneità, di qualità morfologica-funzionale, e che mantengono quelle caratteristiche di tipicità definite dallo standard, che siamo riusciti, bene o male, a mantenere invariate fino ad oggi. Proprio per questi motivi, una qualunque immissione esterna alla razza dovrebbe essere considerata deleteria. Un meticciamento od una ibridazione, riporta la selezione indietro di decine di anni, perché si sà, in genetica l’ancestrale domina sempre.
L’Italia non detiene la “paternità” di questi due cani-lupo, ma non v’è dubbio che in Italia vi siamo importantissimi centri di selezione di entrambe le tipologie, tenuti molto in considerazione nel panorama internazionale, e di ciò dobbiamo esserne orgogliosi.
Il Saarloos ed il Cecoslovacco, così simili tra loro, ma anche così differenti se si entra nel particolare. Due facce della stessa medaglia, due “gioielli” che ci dobbiamo impegnare a mantenere inalterate ad ogni costo.

Federico Vinattieri è un appassionato allevatore cinofilo, ornitofilo e avicoltore (titolare Allevamento di Fossombrone – www.difossombrone.ithttp://lupi.difossombrone.ithttp://ornitologia.difossombrone.it). Curriculum vitae >>>

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