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Parco di Rusciano
Parco di Rusciano

Il rispetto dell’ambiente presuppone la sua conoscenza, che si ottiene principalmente tramite l’esplorazione. La visita auto-guidata offre l’agio di scegliere il momento e la compagnia preferiti (o la perfetta solitudine); il presente articolo, focalizzato soprattutto sulla vegetazione di maggior interesse naturalistico locale, facilita il reperimento e il riconoscimento delle specie arboree presenti nel parco di Rusciano, nel Quartiere 3, luogo del cuore FAI secondo classificato nel 2020/21 nel Comune di Firenze. Si consiglia agli allergici alle oleacee, molto presenti a Rusciano, di evitare la visita nel periodo da metà aprile a tutto maggio.

L’aspetto attuale del parco è segnato dagli interventi ottocenteschi e del primo Novecento, agricoli e forestali. Nella porzione agricola collinare, gestita a mezzadria fino a pochi decenni fa, prevale l’oliveto, costituito da piante annose che hanno reagito alla gelata del 1985 ricacciando dalla base, a seguito della ceduazione delle ceppaie, oppure rinnovando la chioma dopo energica potatura. Sopravvivono anche alcuni fruttiferi, relitti di più estese coltivazioni. La porzione di pianura era coltivata a seminativo promiscuo ancora nel 1954, anno delle riprese aeree GAI, perse poi la componente viticola e fu ridimensionata a seguito di interventi edilizi.

La porzione boschiva del parco conserva i caratteri paesaggistici propri della cultura romantica d’oltralpe, che caratterizzano l’area collinare peri-urbana fiorentina da più d’un secolo. La composizione floristica in parte è un tentativo di ricostituzione, idealizzata, della foresta autoctona, con lecci, roverelle, ornielli, allori e lentaggini, ispirato da piccoli lembi boschivi sopravvissuti alle imponenti trasformazioni postunitarie delle colline peri-urbane, in parte una collezione di piante esotiche, di introduzione antica (cipresso e pino domestico) o recente (cedri e pini di continenti diversi) in Toscana. Persino l’estremo Oriente è rappresentato, con bambù e palme cinesi; fiore all’occhiello del collezionismo d’antan è il raro esemplare secolare di palma del Cile, che ha reagito, pur riportandone le ferite, a ripetute gelate.

A mezza costa tra via di Ripoli e via Benedetto Fortini si trova una formazione boschiva così piccola da non essere individuata nella Carta dell’Uso del Suolo della Regione Toscana; tuttavia la composizione specifica, diversa da quella del restante parco, e la densa ombra ne consentono il riconoscimento da terra.

L’habitat boschivo caratteristico delle basse pendici collinari fiorentine è composto da specie legnose sempreverdi e da altre caducifoglie.

Tra le prime primeggiano l’arboreo leccio (punti gialli della mappa), gli arborescenti alloro e fillirea (punti rossi della mappa) e l’arbustiva lentaggine.

Parco di Rusciano
Parco di Rusciano

Tra le specie caducifoglie si rinvengono due querce: la farnia, più tipica della pianura (punti rossi della mappa), e la roverella, specie prevalente in collina (punti gialli), non facili da distinguere se non si ha accesso da vicino alle ghiande e alle foglie.

Parco di Rusciano
Parco di Rusciano

L’orniello (punti gialli nella mappa) si rende particolarmente evidente in primavera con la profumata fioritura e in autunno con la colorazione delle foglie.

Parco di Rusciano
Parco di Rusciano

L’acero (punti arancioni) e l’olmo (punto rosso) campestri sono presenti nei boschi ed erano impiegati nelle colture promiscue tipiche della conduzione mezzadrile quali sostegni vivi della vite e come foraggio per il bestiame nella stagione secca, quando non cresce abbastanza erba.

Buona esplorazione!

Paolo Degli Antoni: Laurea in Scienze Forestali, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo-Forestale. Già funzionario C.F.S. e collaboratore della Regione Toscana, è socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, scrive contributi scientifici di ecologia del paesaggio, biodiversità, storia, arte e antropologia del bosco. Suo oggetto privilegiato di ricerca è la rinaturalizzazione spontanea dei terreni abbandonati, in campagna e in città.

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