Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri

Vari settori della zootecnia
Vari set­to­ri della Zoo­tec­nia (foto www.​agraria.​org)

Con que­sto mio testo vo­glio an­da­re ad af­fron­ta­re un tema at­tua­lis­si­mo ed ose­rei de­fi­ni­re anche pre­oc­cu­pan­te, che da sva­ria­ti anni af­flig­ge tutta la zoo­tec­nia, nes­sun set­to­re esclu­so.
La vita di un al­le­va­to­re ora­mai non è più solo ac­cen­tra­ta sul con­tat­to con i pro­pri ani­ma­li, sui pro­gram­mi di se­le­zio­ne, o sullo svi­lup­po dei pro­pri “pro­dot­ti”, ma è anche ri­col­ma di scar­tof­fie ed este­nuan­ti at­te­se in vari uf­fi­ci.
Par­lan­do con amici e col­le­ghi al­le­va­to­ri di vec­chia data, più volte ho as­se­ri­to: – “la bu­ro­cra­zia prima o poi sop­pri­me­rà il no­stro set­to­re zoo­tec­ni­co!“. Forse non ho tutti i torti, e in molti si son sen­ti­ti di con­di­vi­de­re a pieno que­sto mio pen­sie­ro.
Vi sono norme im­po­ste a gli al­le­va­to­ri che ra­sen­ta­no il ri­di­co­lo e che po­treb­be­ro tran­quil­la­men­te es­se­re rim­piaz­za­te dal buon senso. Vi sono pile di in­car­ta­men­ti che po­treb­be­ro si­cu­ra­men­te es­se­re so­sti­tui­te da pochi click su di un por­ta­le web. Vi sono doz­zi­ne di ore che po­trem­mo ri­spar­mia­re se le pra­ti­che d’uf­fi­cio po­tes­se­ro es­se­re svol­te tutte per via te­le­ma­ti­ca, come tra l’al­tro lo sono già da de­cen­ni in altre Na­zio­ni eu­ro­pee.
Ma si sa, noi ita­lia­ni siamo fa­mo­si per la no­stra bu­ro­cra­zia as­sur­da, esa­spe­ra­ta, no­to­ria­men­te pro­lun­ga­ta, quasi in­ter­mi­na­bi­le.
Tra norme ed im­pe­di­men­ti, sono fin trop­pe le im­pre­se/azien­de che ogni anno ven­go­no sof­fo­ca­te dai re­go­la­men­ti in vi­go­re.
Le azien­de zoo­tec­ni­che, le quali sono già molto pro­va­te dalla crisi e dai mi­no­ri ri­ca­vi nelle ven­di­te, sono ap­pe­san­ti­te dal far­del­lo delle di­ret­ti­ve, sem­pre più re­strit­ti­ve, nei con­fron­ti so­prat­tut­to degli al­le­va­to­ri. Oltre ad una con­di­zio­ne di mer­ca­to in­so­ste­ni­bi­le, o co­mun­que al li­mi­te della “so­prav­vi­ven­za”, gli al­le­va­men­ti dun­que si tro­va­no in dif­fi­col­tà nel poter eser­ci­ta­re la pro­pria at­ti­vi­tà, sog­gio­ga­ti da nor­ma­ti­ve, in molti casi pa­ra­dos­sa­li, che ta­glia­no fuori la lo­gi­ca del buon senso.
Anche se vi sono il­lu­stre per­so­na­li­tà po­li­ti­che che stan­no ab­brac­cian­do que­ste bat­ta­glie con­tro la bu­ro­cra­zia, ar­ri­van­do per­si­no nel­l’eu­ro-par­la­men­to, fi­gu­re po­li­ti­che che cer­ca­no di dar vita ad un con­fron­to per­ma­nen­te sia con le prin­ci­pa­li as­so­cia­zio­ni di rap­pre­sen­tan­za e as­si­sten­za, sia con i re­spon­sa­bi­li del set­to­re a li­vel­lo Eu­ro­peo, or­ga­niz­zan­do ver­ti­ci tra rap­pre­sen­tan­ti del­l’U.E. e Go­ver­ni na­zio­na­li… di fatto, nulla di con­cre­to, al­me­no per ades­so, sem­bra esser cam­bia­to.
La pro­ble­ma­ti­ca più gra­vo­sa ri­le­va­bi­le sul campo, fra i primi posti in que­sta di­spu­ta, è do­vu­ta alla di­sor­ga­niz­za­zio­ne e alla com­ple­ta scoor­di­na­zio­ne tra azien­de sa­ni­ta­rie.
Ogni ASL fa sto­ria a sé… Mi spie­go me­glio: ogni azien­da sa­ni­ta­ria lo­ca­le im­po­ne le re­go­le che vuole, quan­do vuole, come vuole.
In To­sca­na ad esem­pio, dove vivo e dove al­le­vo, ven­go­no ap­pli­ca­te re­go­le di­ver­se anche a di­stan­za di dieci chi­lo­me­tri, dove vi sono due di­ver­se zone di com­pe­ten­za di due ASL dif­fe­ren­ti.
Tal­vol­ta im­pon­go­no re­go­la­men­ti ob­so­le­ti o ad­di­rit­tu­ra de­ca­du­ti. C’è una gran­dis­si­ma con­fu­sio­ne e tra di­ver­se azien­de sa­ni­ta­rie pro­vin­cia­li non c’è al­cu­na coo­pe­ra­zio­ne evi­den­te. E’ così da sva­ria­ti anni. Un vero “de­li­rio bu­ro­cra­ti­co”.
Io che ho a che fare con ASL per es­se­re in re­go­la in sva­ria­ti set­to­ri (ci­no­fi­lia, avi­col­tu­ra, ecc…), mi sono più volte ri­tro­va­to in dif­fi­col­tà, poi­ché ho do­vu­to, gioco forza, adem­pie­re a de­ter­mi­na­ti re­go­la­men­ti, che per una ASL pro­vin­cia­le ri­sul­ta­no con­for­mi e che per altre in­ve­ce non lo sono af­fat­to. A chi dar retta dun­que?
Ben ven­ga­no i con­trol­li, siamo d’ac­cor­do su que­sto… ma che siano fatti con cri­te­rio e so­prat­tut­to che le varie ASL sap­pia­no cosa fare al­l’u­ni­so­no… ahimè non è così!

Pulcini Moroseta
Al­cu­ni pul­ci­ni Mo­ro­se­ta – Al­le­va­men­to © Pom­Pom Sil­kie

Ma come per tutti i set­to­ri, non si può far di tut­t’er­ba un fa­scio; per cui sa­reb­be op­por­tu­no va­glia­re il sin­go­lo caso e at­tua­re de­ter­mi­na­ti re­go­la­men­ti solo per una fetta di al­le­va­to­ri, che su­pe­ra de­ter­mi­na­ti con­fi­ni, quei li­mi­ti che vanno a dif­fe­ren­zia­re so­stan­zial­men­te l’al­le­va­to­re de­fi­ni­bi­le “ama­to­ria­le”, dal pro­fes­sio­ni­sta pro­pria­men­te detto. Que­sto già sa­reb­be un netto passo avan­ti.
Vo­le­te un esem­pio con­cre­to? Pren­dia­mo ad esem­pio il set­to­re avi­co­lo.
Per spo­sta­re anche solo un sin­go­lo Pollo, dal pro­prio pol­la­io ca­sa­lin­go ad una mo­stra/fiera, bi­so­gna avere il per­mes­so della pro­pria ASL, con do­ve­ro­sa do­cu­men­ta­zio­ne con­tro­fir­ma­ta dal ve­te­ri­na­rio (*mo­del­lo 4), ed ul­ti­ma­men­te ciò non basta… i polli de­vo­no es­se­re re­go­lar­men­te vac­ci­na­ti, ed un po­ve­ro di­sgra­zia­to di al­le­va­to­re ama­to­ria­le, che pos­sie­de ma­ga­ri una de­ci­na di polli or­na­men­ta­li, deve tal­vol­ta ri­chie­de­re l’in­se­ri­men­to nella banca dati na­zio­na­le (*BDN) per es­se­re in re­go­la, anche se si ha l’in­ten­zio­ne di avere un pic­co­lo al­le­va­men­to ama­to­ria­le, con l’in­ten­to di par­te­ci­pa­re alle mo­stre avi­co­le… il tutto na­tu­ral­men­te con dei costi con­si­de­re­vo­li. Anche chi quin­di non è clas­si­fi­ca­bi­le come “ven­di­to­re” o come “com­mer­cian­te”, ossia un sem­pli­ce ama­to­re, deve sot­to­sta­re, più o meno, alle me­de­si­me re­go­le di un pro­fes­sio­ni­sta ac­cre­di­ta­to che an­no­ve­ra gran­di nu­me­ri e che vende i suoi pro­dot­ti nel “si­ste­ma-mer­ca­to”, per la pro­du­zio­ne (nel caso dei polli) di carne o uova. As­sur­do non vi pare?
Oltre ai mille re­go­la­men­ti, sem­pre più re­strit­ti­vi e dif­fi­cil­men­te ap­pli­ca­bi­li, sono su­ben­tra­te da al­cu­ni anni, anche tutte quel­le re­go­le le­ga­te al “be­nes­se­re ani­ma­le”… norme as­so­lu­ta­men­te giu­ste in molti casi, sia ben chia­ro, ci tengo a pre­ci­sar­lo… ma tal­vol­ta il­lo­gi­che e ose­rei de­fi­ni­re “estre­me”.
Ovvio che ogni ani­ma­le, dal ca­na­ri­no al bo­vi­no, ha il di­rit­to di esser trat­ta­to come un es­se­re sen­zien­te, e que­sta de­fi­ni­zio­ne co­niu­ga la nuova at­ti­vi­tà so­cia­le con gli in­di­riz­zi le­gi­sla­ti­vi eu­ro­pei; ma c’è anche da con­si­de­ra­re che nella stra­gran­de mag­gio­ran­za dei casi, tale con­nu­bio non ha al­cu­na at­ti­nen­za con la pra­ti­ca ef­fet­ti­va del­l’al­le­va­to­re, con la rou­ti­ne in al­le­va­men­to, con i me­to­di le­ga­ti a come si ap­pli­ca una se­le­zio­ne, di qua­lun­que spe­cie si trat­ti.
La ten­den­za è sem­pre quel­la di de­scri­ve­re l’al­le­va­to­re come una fi­gu­ra de­le­te­ria e ad­di­rit­tu­ra, in certi casi, no­ci­va, per il co­sid­det­to “Ani­mal Wel­fa­re“.
Cosa ci vo­glio­no far cre­de­re? Che un esper­to al­le­va­to­re non co­no­sca i bi­so­gni fi­sio­lo­gi­ci di base del­l’a­ni­ma­le che al­le­va? Che un al­le­va­to­re non per­met­ta al­l’a­ni­ma­le che al­le­va di espri­mer­si nel suo re­per­to­rio com­por­ta­men­ta­le? Vero che vi sono anche al­le­va­to­ri che ap­pli­ca­no me­to­di de­plo­re­vo­li e che trat­ta­no gli ani­ma­li come merce da tran­sa­zio­ne, ma anche in que­sto caso non si può e non si deve ge­ne­ra­liz­za­re.

Inserimento del microchip nel cane
Ino­cu­la­zio­ne del mi­cro­chip – fonte foto: fo­rum­ca­ni.com

Penso one­sta­men­te, co­no­scen­do cen­ti­na­ia di al­le­va­to­ri sia ama­to­ria­li sia pro­fes­sio­ni­sti, che que­sti sap­pia­no svol­ge­re il loro me­stie­re e che co­no­sca­no be­nis­si­mo i fab­bi­so­gni e le esi­gen­ze dei pro­pri ani­ma­li; so per certo che un al­le­va­to­re co­no­sce fin trop­po bene il rap­por­to che c’è tra be­nes­se­re e qua­li­tà. Sap­pia­mo bene che la qua­li­tà di un ani­ma­le mi­glio­ra se si ab­bi­na­no al­l’a­ni­ma­le stes­so un am­bien­te ido­neo ed un fa­vo­re­vo­le rap­por­to con l’uo­mo.
Il be­nes­se­re ani­ma­le si rea­liz­za quan­do un sog­get­to si adat­ta al­l’am­bien­te in cui vive, e que­sto con­cet­to vale per ogni ge­ne­re di ani­ma­le che si possa al­le­va­re; ma siamo con­sa­pe­vo­li anche che que­sta è una qua­li­tà sog­get­ti­va, per­ché ogni ani­ma­le ha esi­gen­ze par­ti­co­la­ri le­ga­te alla pro­pria spe­cie, razza, va­rie­tà, età, ta­glia, ge­ne­re. Tutti que­sti con­cet­ti un al­le­va­to­re li co­no­sce a fondo.
Anche la ci­no­fi­lia di certo non scher­za…
Un esem­pio pa­le­se, uno dei tan­tis­si­mi pos­si­bi­li, è quel­lo della ri­chie­sta del pas­sa­por­to ca­ni­no. Per por­ta­re o ce­de­re al­l’e­ste­ro un cane, bi­so­gna che que­sto abbia il fa­mi­ge­ra­to “pas­sa­por­to”. Que­sto do­cu­men­to (*che fra l’al­tro ha va­li­di­tà solo per l’Eu­ro­pa), che costa di più di un pas­sa­por­to umano, è ot­te­ni­bi­le solo dopo aver re­gi­stra­to il sog­get­to al­l’a­na­gra­fe ca­ni­na, quin­di dopo av­ve­nu­ta ino­cu­la­zio­ne del mi­cro­chip da parte del ve­te­ri­na­rio, e dopo aver svol­to la re­go­la­re vac­ci­na­zio­ne an­ti­rab­bi­ca, che so­li­ta­men­te viene ef­fet­tua­ta non prima dei 90 gior­ni di età del cane. Da tale av­ve­nu­ta vac­ci­na­zio­ne deb­bo­no pas­sa­re per legge al­me­no 21 gior­ni, prima di poter espa­tria­re. Ma per ri­chie­de­re il pas­sa­por­to il ve­te­ri­na­rio del­l’a­zien­da sa­ni­ta­ria lo­ca­le vuole ri­ve­de­re il cane e ri­con­trol­la­re il chip, anche se que­sto è già stato con­trol­la­to dal primo ve­te­ri­na­rio, con tanto di cer­ti­fi­ca­zio­ne scrit­ta…. e non potrà es­se­re de­le­ga­ta una per­so­na di­ver­sa dal pro­prie­ta­rio per con­dur­re il cane in am­bu­la­to­rio ASL, serve il pro­prie­ta­rio in per­so­na, che deve es­se­re pre­sen­te al mo­men­to del con­trol­lo del mi­cro­chip, al­tri­men­ti la pra­ti­ca non potrà es­se­re por­ta­ta a com­pi­men­to. Un iter com­pli­ca­to dun­que, pieno di do­cu­men­ti, che ora­mai ab­bia­mo im­pa­ra­to a co­no­sce­re e a svol­ge­re tutti.
Que­sti esem­pi ov­via­men­te sono nien­te in con­fron­to a gli in­car­ta­men­ti d’uf­fi­cio, pra­ti­che e do­cu­men­ti bu­ro­cra­ti­ci che è co­stret­ta a pre­sen­ta­re un’a­zien­da zoo­tec­ni­ca da pro­du­zio­ne, dove si ha a che fare con gran­di ani­ma­li (bo­vi­ni, ovini, suini, ecc…).
Il pro­ble­ma più ri­le­van­te, a mio av­vi­so, è uno e uno sol­tan­to: chi pro­po­ne, re­di­ge, emet­te e ap­pro­va le nor­ma­ti­ve, i re­go­la­men­ti, le leggi, che si ri­fe­ri­sco­no al no­stro set­to­re zoo­tec­ni­co, NON è un al­le­va­to­re e NON ha mai al­le­va­to. Que­sto fatto:

  • com­por­ta una as­so­lu­ta su­per­fi­cia­li­tà nel re­di­ge­re norme che non vanno, mai o quasi mai, di pari passo con l’at­to pra­ti­co in al­le­va­men­to;
  • con­tri­bui­sce ad ema­na­re delle nor­ma­ti­ve/re­go­la­men­ti con una non­cu­ran­za delle più sem­pli­ci fun­zio­ni ed ope­ra­zio­ni, che un al­le­va­to­re deve svol­ge­re nel quo­ti­dia­no in al­le­va­men­to;
  • de­no­ta una ten­den­za nello stan­dar­diz­za­re un set­to­re che non può in alcun modo es­se­re stan­dar­diz­za­to (poi­ché ogni am­bien­te, ogni me­to­do di al­le­va­men­to, ogni spe­cie, ogni razza ha pro­prie esi­gen­ze);
  • im­pli­ca una ten­den­za a re­di­ge­re re­go­la­men­ti privi di lo­gi­ca, in netto con­tra­sto con la pra­ti­ci­tà ap­pli­ca­bi­le ad un cen­tro di se­le­zio­ne o un’a­zien­da (poi­ché chi istrui­sce le pra­ti­che e re­di­ge certi re­go­la­men­ti, non può ov­via­men­te avere un’ef­fet­ti­va espe­rien­za di­ret­ta sul campo al pari a quel­la di un al­le­va­to­re).

As­si­sten­do, nel corso degli anni, ad un ra­di­ca­le mu­ta­men­to del set­to­re zoo­tec­ni­co e ad un con­ti­nuo sus­se­guir­si di nuovi re­go­la­men­ti, che via via si so­vrap­pon­go­no tra loro, mi son reso conto che non si può pre­di­spor­re nuove nor­ma­ti­ve solo te­nen­do pre­sen­ti dei pa­ra­me­tri ge­ne­ra­li, uni­for­mi, sta­bi­li­ti per la mag­gio­re da dei me­di­ci ve­te­ri­na­ri.

Controllo microchip nel cane
Con­trol­lo del mi­cro­chip del cane – fonte foto: amo­rea­quat­tro­zam­pe.it

A que­sto punto, tutto con­si­de­ra­to, per­ché non crea­re una vera e pro­pria “task force” a li­vel­lo na­zio­na­le, o ad­di­rit­tu­ra a li­vel­lo eu­ro­peo, di esper­ti al­le­va­to­ri dei vari set­to­ri, al­ta­men­te per­for­man­ti, per ri­chie­de­re anche il pa­re­re di chi “ma­sti­ca” la zoo­tec­nia dalla mat­ti­na alla sera? Uto­pia di­re­te voi… Mah, io, in tutta one­stà, la ve­drei come la so­lu­zio­ne più sem­pli­ce per ri­sol­ve­re tante pro­ble­ma­ti­che, per pro­por­re varie pos­si­bi­li sem­pli­fi­ca­zio­ni e so­lu­zio­ni, per at­te­nua­re l’in­si­sten­za bu­ro­cra­ti­ca che af­fan­na tutto il set­to­re, tutte op­zio­ni che dal­l’e­ster­no, per ovvi mo­ti­vi, non pos­so­no es­se­re con­si­de­ra­te.
Stia­mo at­tra­ver­san­do un pe­rio­do sto­ri­co folle, dove ab­bia­mo as­si­sti­to, in pochi anni, a crisi eco­no­mi­che, guer­re di po­te­re e pan­de­mie mon­dia­li, e dove in­ve­ce di age­vo­la­re, ren­de­re ra­pi­do, in­tui­ti­vo a ap­pli­ca­bi­le per tutti, le più ba­na­li in­for­ma­zio­ni/ope­ra­zio­ni, che fa­ci­li­te­reb­be­ro le at­ti­vi­tà azien­da­li, la ten­den­za è quel­la di ina­spri­re sem­pre più la quan­ti­tà di fogli da pre­sen­ta­re o do­cu­men­ta­zio­ne da pro­cu­rar­si.
Dopo tutte que­ste con­si­de­ra­zio­ni, che tro­va­no con­di­vi­sio­ne d’o­pi­nio­ne con tan­tis­si­mi miei col­le­ghi con i quali ho avuto modo di di­scu­ter­ne, pos­sia­mo evin­ce­re che urge dun­que una mag­gio­re sem­pli­fi­ca­zio­ne, im­pel­len­te, pres­san­te e de­ci­si­va, se non si vuole an­da­re in con­tro ad un im­mi­nen­te de­fault di tutto il set­to­re zoo­tec­ni­co.
La bu­ro­cra­zia nel set­to­re zoo­tec­ni­co è di­ve­nu­ta in­ve­ro­si­mi­le, ir­ra­gio­ne­vo­le e quin­di inac­cet­ta­bi­le sul piano lo­gi­co e pra­ti­co.
Cu­rio­so ed as­sur­do pen­sa­re che oggi, allo stato at­tua­le dei re­go­la­men­ti vi­gen­ti, è molto più sem­pli­ce avere i per­mes­si per spo­sta­re re­go­lar­men­te da un luogo ad un altro, una qua­lun­que arma da fuoco, ri­spet­to ad un’a­na­tra.

Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri, lau­rea­to in Scien­ze Zoo­tec­ni­che, al­le­va­to­re, giu­di­ce, scrit­to­re, ti­to­la­re Al­le­va­men­to di Fos­som­bro­ne www.​dif​osso​mbro​ne.​ithttp://​lupi.​dif​osso​mbro​ne.​ithttp://​ornitologia.​dif​osso​mbro​ne.​it). Cur­ri­cu­lum vitae >>>

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