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di Donato Ferrucci, Nicolò Passeri, Francesco Paesanti

Settore ittico

E’ in atto una crescente sensibilità verso la pesca sostenibile certificata, espressa dal continuo aumento il numero di aziende di produzione e lavorazione di prodotti ittici che scelgono di offrire prodotti sostenibili per il mare e tracciabili da chi li acquista. Questa sensibilità nasce da diversi segnali manifestati da un settore che vede gli stock ittici sovrasfruttati (secondo i dati dell’ultimo Sofia Report della Fao, il 34,2% degli stock è pescato a livelli biologicamente non sostenibili). E’ questa la situazione che emerge dall’Annual Report di MSC (Marine Stewardship Council), organizzazione non profit internazionale che promuove la salute degli oceani attraverso i suoi standard di sostenibilità ittica.

I sistemi qualità legati alla produzione ittica, a valenza ambientale o a denominazione di origine continuano a interessare una quota sempre maggiore di mercato.

Per quanto attiene i sistemi di qualità regolamentati, è possibile identificare le Denominazioni di Origine Protetta (DOP), le Indicazioni Geografiche Protette (IGP), le Specialità Tradizionali Garantite (STG) ed i prodotti Biologici.

Nel settore dei prodotti ittici, esistono 53 prodotti registrati con i sistemi di qualità dell’UE. Questi si riferiscono alle indicazioni geografiche (IG), ossia le Denominazioni di Origine Protetta (DOP) e le Indicazioni Geografiche Protette (IGP), nonché agli aspetti tradizionali, le Specialità Tradizionali Garantite (STG). Due terzi delle denominazioni (36) sono IGP, circa un quarto (14) sono DOP e il 6% (3) sono STG 48.

Il numero di IG e STG è aumentato notevolmente nell’ultimo decennio, passando da 21 nel 2010 a 53 nel 2020. L’ultima denominazione registrata è l’IGP “Bulot de la Baie de Granville” (Francia, febbraio 2019).

Dei 53 nomi registrati, 36, ovvero il 68%, sono registrati negli Stati Membri dell’UE e il 32% proviene da paesi terzi. Gli Stati Membri in cui è registrata la maggior parte delle denominazioni sono la Germania, la Francia, l’Italia e la Spagna: in ciascuno di questi paesi, sono state registrate tra le 5 e le 7 denominazioni. Seguono la Repubblica Ceca, la Finlandia e la Romania con 2 denominazioni, e poi i Paesi Bassi, la Lettonia, il Portogallo, la Polonia, la Svezia, l’Irlanda e la Grecia con 1 denominazione ciascuno. In totale, 17 denominazioni provengono da paesi terzi: 14 nel Regno Unito ed 1 ciascuno in Cina, Norvegia e Vietnam.

Tra le 53 denominazioni vigenti, 41 (il 77%) riguardano i pesci pinnati, 11 (il 21%) i molluschi ed una (il 2%) i crostacei. Inoltre, 26 (il 59%) si riferiscono a specie marine, 19 (il 36%) a specie d’acqua dolce, e  8 (il  15%)  a  specie migratorie  il  cui ciclo di  vita  si alterna in ambienti marini e in acque dolci. Le specie con il maggior numero di marchi IG e STG sono le carpe con 9 prodotti (soprattutto in Germania, Repubblica Ceca e Polonia); le cozze con 5 prodotti (soprattutto in Francia, in Italia, in Spagna e nel Regno Unito; il salmone con 5 prodotti (4 nel Regno Unito e 1 in Irlanda); l’acciuga, il merluzzo nordico, l’ostrica, il tonno ed il coregone con 3 prodotti ciascuno.

Oltre la metà dei prodotti coperti da IG/TSG (il 58%) sono prodotti catturati, tra cui spiccano l’acciuga, il merluzzo nordico, il tonno ed il coregone, mentre il 42% riguarda specie allevate (principalmente i molluschi, la carpa ed il salmone).

Le IG/TSG possono riguardare prodotti non trasformati o trasformati. I prodotti non trasformati, che rappresentano il 43% delle denominazioni, sono prevalentemente i molluschi ed alcuni pesci pinnati. I prodotti trasformati rappresentano il 36% delle denominazioni: tra questi figurano, ad esempio, l’IGP “Mojama de Barbate” in Spagna (filetti “loin” di tonno essiccati e stagionati) o l’IGP “Glückstädter Matjes” in Germania (aringhe maturate). Alcune IG/TSG riguardano sia prodotti trasformati che non trasformati (il 21% delle denominazioni, ad esempio pesci interi o in filetti).

Si stima che nel 2017 le vendite di pesci pinnati, molluschi e crostacei con marchi IG/TSG provenienti dall’UE-28 abbiano raggiunto 246.709 tonnellate e 1,42 miliardi di euro. Rispetto al 2013, le vendite di tali prodotti sono aumentate dell’83%, fino a rappresentare circa il 4% del valore totale delle vendite di prodotti ittici nell’Unione europea. La maggior parte del valore (il 62%, ossia 0,88 miliardi di euro) riguarda la vendita di prodotti ittici sul mercato interno; seguono gli scambi tra Stati Membri (che coprono il 28% del totale con 0,4 miliardi di euro) e  gli scambi tra  l’UE ed i  paesi terzi  (il 10%, con 0,14 miliardi di euro). I prodotti IGP ne hanno rappresentato la quota maggiore (71%), seguiti dalle STG (22%) e dai prodotti DOP (7%).

Prodotti della pesca
TABELLA 1 – SISTEMI DI QUALITA’ PER I PRODOTTI DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA REGISTRATI FINO AD AGOSTO 2020

Fonte: OSSERVATORIO EUROPEO DEL MERCATO DEI PRODOTTI DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA – IL MERCATO ITTICO DELL’UE – EDIZIONE 2020 – eAmbrosia, DG AGRI

 Nel 2017, tendenzialmente la “dimensione economica” dei prodotti STG ed IGP ha superato quella dei prodotti DOP; le vendite dei prodotti appartenenti alle tre categorie hanno raggiunto rispettivamente 36 milioni di euro, 32 milioni di euro e 8 milioni di euro.

Prodotti ittici certificati
Grafico 1 – Tipologie di prodotti certificati nel settore ittico (agosto 2020)
Fonte: OSSERVATORIO EUROPEO DEL MERCATO DEI PRODOTTI DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA – IL MERCATO ITTICO DELL’UE – EDIZIONE 2020 – eAmbrosia, DG AGRI

Per quanto attiene i prodotti ittici biologici rappresentano un mercato di nicchia nell’UE. Secondo i dati Eurostat, nel 2018, la produzione complessiva di organismi acquatici biologici nell’Unione europea ammontava a 69.000 tonnellate (peso vivo), corrispondente al 2.1% del totale della produzione (3.210.417 tons).

Nei principali paesi UE (Germania, Spagna, Francia, Italia e Regno Unito), del totale dei prodotti ittici non trasformati consumati nel 2019, 46.500 tonnellate derivavano dalla produzione biologica (il 3.8% su un totale di 1.233.007 tons consumate). Il dato segna inoltre un incremento del 3% rispetto al 2018, ma anche una crescita del 20% dal 2015 che indica un aumento della quota di prodotti biologici nel consumo complessivo di prodotti della pesca e dell’acquacoltura non trasformati.

In termini assoluti, il Regno Unito e la Germania sono i primi consumatori di prodotti ittici biologici dell’UE. Nel 2019 rispetto al 2015, l’incremento più significativo è stato registrato dalla Francia (+48%), seguita dalla Germania (+21%), dall’Italia (+18%), dalla Spagna (+15%) e dal Regno Unito (+13%).

La specie ittica biologica più importante prodotta e consumata nell’UE è il salmone. Sostenuta da una domanda crescente, la produzione di salmone biologico ha raggiunto livelli notevoli nell’UE. I produttori principali di salmone biologico sono l’Irlanda e il Regno Unito (in particolare la Scozia e, in misura minore, l’Irlanda del Nord).

Il salmone biologico riesce ad essere venduto ad un prezzo maggiorato. Alcune ricerche effettuate nel 2015 e nel 2016 suggeriscono un sovrapprezzo tra il 20 -30% per quanto riguarda i prezzi pagati ai produttori, che diventa persino più elevato nella vendita al dettaglio.

trend del consumo dei prodotti ittici
Grafico 2 – Trend quinquennale del consumo di prodotti biologici della pesca e dell’acquacoltura nei primi cinque paesi consumatori, volumi nel 2019 e variazione % 2019/2018
Fonte: OSSERVATORIO EUROPEO DEL MERCATO DEI PRODOTTI DELLA PESCA E DELL’ACQUACOLTURA – IL MERCATO ITTICO DELL’UE – EDIZIONE 2020 – eAmbrosia, DG AGRI

 

Bibliografia:

  • Osservatorio europeo del mercato dei prodotti dellapesca e dell’acquacoltura – il mercato ittico dell’UE – edizione 2020
  • Pesca e Acquacoltura. Annuario dei Dati Ambientali 2019. ISPRA
  • Annuario Ittico 2019. BMTI

 

Donato Ferrucci, Dottore agronomo libero professionista, riveste attualmente l’incarico di Responsabile di Bioagricert Lazio e di Cultore della materia presso la cattedra di Gestione e Comunicazione d’Impresa” – Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università degli Studi della Tuscia. E-mail: donatoferrucci@alice.it

 Nicolò Passeri, Dottore Agronomo, libero professionista. Dottore di ricerca in “Economia e Territorio” presso l’Università degli Studi della Tuscia. Consulente per la certificazione prodotti biologici e analisi tecnico economiche dei processi produttivi. Collabora con l’Università degli Studi della Tuscia a progetti di ricerca su studi relativi alla valutazione della sostenibilità ambientale dei processi produttivi agricoli.

 Francesco Paesanti. Biologo, ha iniziato ad occuparsi di molluschicoltura nel 1980, come libero professionista ed in collaborazione con diverse università. Ricercatore presso l’Istituto Scientifico Naturedulis srl (riconoscimento MIPAAF G.U. 187 del 10 agosto 2019).

 

Scarica gratuitamente il testo Qualità e certificazione dei prodotti Ittici” >>>
Libro prodotti ittici

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