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di Giu­sep­pe Ac­co­man­do

Cenni di fi­sio­lo­gia del­l’ap­pa­ra­to di­ge­ren­te
La di­ge­stio­ne del co­ni­glio si dif­fe­ren­zia dalle altre spe­cie ani­ma­li per la cie­co­tro­fia, è que­sta la pra­ti­ca che con­si­ste nella rein­ge­stio­ne da parte del­l’a­ni­ma­le di una parte del cibo ela­bo­ra­ta dalla flora in­te­sti­na­le.
Il cie­co­tro­fo rein­se­ri­to è com­ple­ta­men­te di­ver­so dal cibo as­sun­to in ori­gi­ne; in­fat­ti, è ricco so­prat­tut­to di am­mi­noa­ci­di ap­por­ta­ti dalla flora cie­ca­le nel pro­ces­so ela­bo­ra­ti­vo. Pos­sia­mo quin­di di­stin­gue­re due tipi di feci: feci molli (cie­co­tro­fo) e feci dure (quel­le espul­se dal­l’in­te­sti­no an­dan­do a co­sti­tui­re le deie­zio­ni dure).
L’as­sun­zio­ne del cie­co­tro­fo nel co­ni­glio av­vie­ne quo­ti­dia­na­men­te nelle prime ore della gior­na­ta. Le feci molli ven­go­no re­cu­pe­ra­te di­ret­ta­men­te dal­l’a­no e rein­se­ri­te senza es­se­re ma­sti­ca­te, pas­sa­no nello sto­ma­co dove ven­go­no nuo­va­men­te di­ge­ri­te, indi vanno nel­l’in­te­sti­no cieco, colon e retto per es­se­re de­fi­ni­ti­va­men­te espul­se.
Il prof. Proto ed altri hanno di­mo­stra­to (1982) che il mi­glio­ra­men­to della di­ge­ri­bi­li­tà è mag­gio­re se gli ani­ma­li in­ge­ri­sco­no ali­men­ti ric­chi di fibra. Oltre alla flora in­te­sti­na­le de­pu­ta­ta alla di­ge­stio­ne degli ele­men­ti nu­tri­ti­vi ap­por­ta­ti con il man­gi­me l’in­te­sti­no cieco ospi­ta una flora po­ten­zial­men­te pa­to­ge­na co­sti­tui­ta da Esche­ri­chia coli, Clo­stri­di, ro­to­zoi e Coc­ci­di, l’e­qui­li­brio mi­cro­bi­co del cieco è quin­di fon­da­men­ta­le per il be­nes­se­re ani­ma­le, fat­to­re de­ter­mi­nan­te in que­sto con­te­sto è il pH in­te­sti­na­le il quale, per evi­ta­re la pro­li­fe­ra­zio­ne della flora pa­to­ge­na, non deve su­pe­ra­re il va­lo­re di 6.4; que­sto va­lo­re so­glia viene te­nu­to sotto con­trol­lo dagli AGV (C2, C3, C4) pro­dot­ti dalla di­ge­stio­ne della fibra e degli amidi con­te­nu­ti negli ali­men­ti.
Qual­sia­si al­te­ra­zio­ne del pH e quin­di del­l’e­qui­li­brio della flora in­te­sti­na­le pro­vo­ca due ef­fet­ti estre­ma­men­te ne­ga­ti­vi e fi­si­ca­men­te op­po­sti: la stip­si ato­nia del cieco cioè il bloc­co del tran­si­to in­te­sti­na­le e la diar­rea, di­stur­bi me­glio co­no­sciu­ti come en­te­ro­co­li­te.
I fat­to­ri sca­te­nan­ti  que­sti pro­ble­mi sono da ri­con­dur­si a stress am­bien­ta­li (escur­sio­ni ter­mi­che, ven­ti­la­zio­ne ina­de­gua­ta o ec­ces­si­va, etc), er­ro­ri ge­stio­na­li (svez­za­men­ti pre­co­ci, spo­sta­men­to dei sog­get­ti, etc) e ali­men­ta­ri(som­mi­ni­stra­zio­ne di ali­men­ti ina­de­gua­ti per la fase spe­ci­fi­ca o ali­men­ti non for­mu­la­ti cor­ret­ta­men­te, etc.).
Es­sen­do il co­ni­glio   un ani­ma­le  “an­sio­so con­ge­ni­to“  lo stress come il ru­mo­re rap­pre­sen­ta uno dei prin­ci­pa­li fat­to­ri pre­di­spo­nen­ti alle di­ver­se pa­to­lo­gie e agli squi­li­bri com­por­ta­men­ta­li. Stress che va si­cu­ra­men­te a sca­pi­to del be­nes­se­re ani­ma­le, fat­to­re che in par­ti­co­la­re, nella spe­cie cu­ni­co­la rap­pre­sen­ta ora­mai per il con­su­ma­to­re un va­lo­re ag­giun­to al pro­dot­to fi­ni­to. È certo che au­men­ta­ti li­vel­li di be­nes­se­re in al­le­va­men­to, oltre ad es­se­re ob­bli­ghi di legge, por­ta­no  al mi­glio­ra­men­to quali quan­ti­ta­ti­vo delle pro­du­zio­ni.
È noto che que­sta spe­cie ani­ma­le sol­tan­to in buone con­di­zio­ni di  be­nes­se­re è in grado di espri­me­re al me­glio la pro­pria ca­pa­ci­tà pro­dut­ti­va, in­te­sa come ca­pa­ci­tà di ac­cre­sci­men­to, di tra­sfor­ma­zio­ne degli ali­men­ti, di re­si­sten­za alle ma­lat­tie e di po­ten­zia­le ri­pro­dut­ti­vo.
Esi­ste, in­fat­ti, una chia­ra cor­re­la­zio­ne tra be­nes­se­re ani­ma­le e stato im­mu­ni­ta­rio  dello stes­so.
Come di­mo­stra­to dagli studi del prof. SALYE  H.  in con­di­zio­ni di stress il co­ni­glio li­be­ra dal­l’as­se ipo­ta­la­mo ipo­si­fi sur­re­ne il cor­ti­so­lo che agi­sce fa­cen­do ri­dur­re il nu­me­ro di lin­fo­ci­ti e con­tem­po­ra­nea­men­te fa­cen­do in­nal­za­re il nu­me­ro di gra­nu­lo­ci­ti neu­tro­fi­li; con­di­zio­ne que­sta che rende il co­ni­glio più vul­ne­ra­bi­le alle in­fe­zio­ni e al­l’in­sor­gen­za di pa­to­lo­gie com­pro­met­ten­do­ne così ul­te­rior­men­te il be­nes­se­re ani­ma­le. È anche di­mo­stra­ta la cor­re­la­zio­ne po­si­ti­va tra be­nes­se­re ani­ma­le e qua­li­tà della carne pro­dot­ta in­fat­ti, lad­do­ve ven­go­no as­si­cu­ra­te con­di­zio­ni di al­le­va­men­to in grado di evi­ta­re ai co­ni­gli stress è pos­si­bi­le ot­te­ne­re carni qua­li­ta­ti­va­men­te su­pe­rio­ri.
Di con­tro le con­di­zio­ni di stress con­ti­nuo come il ru­mo­re sugli ani­ma­li in pro­du­zio­ne zoo­tec­ni­ca pos­so­no ar­re­ca­re seri danni come: abor­ti spon­ta­nei, gravi forme en­te­ri­che, ano­ma­lie di fer­men­ta­zio­ne, diar­ree, pro­ble­mi re­spi­ra­to­ri, au­men­to della mor­ta­li­tà neo­na­ta­le, in­ter­ru­zio­ne della cie­co­tro­fia con emis­sio­ne dal tubo di­ge­ren­te di feci molli. È stato cal­co­la­to (Proto ed altri) che il cie­co­tro­fo ri­sul­ta pari al 20% della in­di­ge­stio­ne to­ta­le ed ap­por­ta al­l’a­ni­ma­le circa il 29% del­l’a­zo­to to­ta­le as­sun­to.

Fab­bi­so­gni nu­tri­zio­na­li
Un co­ni­glio li­be­ro di ali­men­tar­si con­su­ma nel­l’ar­co del­l’in­te­ra gior­na­ta molti pasti da 25 a 30, la quan­ti­tà di ali­men­to in­ge­ri­to varia da pochi gram­mi  3 – 5 per pasto a 6 – 8 set­ti­ma­ne di vita (pari a circa 150 gr/dì) fino a 7 gr per pasto al­l’e­tà di 3 mesi, ossia 210 gr/dì, i pasti si con­cen­tra­no nelle prime ore del po­me­rig­gio e du­ran­te le ore not­tur­ne.
Ge­ne­ral­men­te nelle azien­de  tec­ni­ca­men­te con­dot­te ven­go­no im­pie­ga­ti due tipi di man­gi­me uno per le fat­tri­ci ed uno per i sog­get­ti da in­gras­so, per que­sti ul­ti­mi è con­si­glia­bi­le uti­liz­za­re man­gi­mi con alto con­te­nu­to in gras­so men­tre per le fat­tri­ci in lat­ta­zio­ne il man­gi­me deve con­te­ne­re un alto con­te­nu­to di cel­lu­lo­sa pro­prio per fa­vo­ri­re una mag­gio­re quan­ti­tà di latte.
Altri al­le­va­to­ri pre­fe­ri­sco­no uti­liz­za­re tre tipi di man­gi­me, uno per la fase suc­ces­si­va allo svez­za­men­to, un altro per l’in­gras­so ed il fi­nis­sag­gio ed un altro tipo per le fat­tri­ci.
Nella ta­bel­la che segue si pos­so­no in­di­vi­dua­re i fab­bi­so­gni ali­men­ta­ri del co­ni­glio nelle varie fasi pro­dut­ti­ve, come si può no­ta­re le esi­gen­ze nu­tri­ti­ve va­ria­no molto so­prat­tut­to tra la fase lat­ta­zio­ne – svez­za­men­to e la fase lat­ta­zio­ne – ri­mon­ta.
Que­sto fatto ha re­cen­te­men­te in­dot­to gli al­le­va­to­ri ed i tec­ni­ci a pra­ti­ca­re una ali­men­ta­zio­ne del co­ni­glio per fasi ri­spet­tan­do nel modo mi­glio­re le esi­gen­ze del­l’a­ni­ma­le nello spe­ci­fi­co stato fi­sio­lo­gi­co.

Fabbisogni alimentari del coniglio

Am­bien­te, Ri­co­ve­ri ed At­trez­za­tu­re
L’al­le­va­men­to del co­ni­glio ri­chie­de un at­ten­to esame del ri­co­ve­ro, del­l’am­bien­te  e delle at­trez­za­tu­re ne­ces­sa­rie per dare be­nes­se­re agli ani­ma­li e per mas­si­miz­za­re il pro­dot­to fi­na­le. Il co­ni­glio, in­fat­ti, è un ani­ma­le an­sio­so con­ge­ni­to, fa­ci­le ad al­lar­mar­si, assai sen­si­bi­le ai fat­to­ri stres­san­ti, come forti ru­mo­ri, im­prov­vi­si spo­sta­men­ti, cam­bio re­pen­ti­no della ra­zio­ne ali­men­ta­re. Se l’am­bien­te non è cu­ra­to si pos­so­no ri­scon­tra­re gravi al­te­ra­zio­ni fi­sio­lo­gi­che in grado di ab­bas­sa­re la re­si­sten­za degli ani­ma­li nei con­fron­ti delle pa­to­lo­gie, ad esem­pio di­sfun­zio­ni en­te­ri­che, ano­ma­le fer­men­ta­zio­ni, diar­rea, pro­ble­mi al­l’ap­pa­ra­to re­spi­ra­to­rio con con­se­guen­te au­men­to della mor­ta­li­tà e mi­no­re ef­fi­cien­za ri­pro­dut­ti­va.
Un fat­to­re im­por­tan­te è il con­trol­lo della tem­pe­ra­tu­ra am­bien­ta­le che varia  a se­con­da del­l’e­tà del­l’a­ni­ma­le; la tem­pe­ra­tu­ra dei lo­ca­li di ri­co­ve­ro deve man­te­ner­si in­tor­no ai 25°C, nel nido la tem­pe­ra­tu­ra deve es­se­re al­me­no di 30–35°C per le prime due set­ti­ma­ne di vita, ciò si ot­tie­ne gra­zie alla for­ma­zio­ne del nido  con i peli della ge­stan­te e la pa­glia for­ni­ta al­l’oc­cor­ren­za dal­l’al­le­va­to­re; i co­ni­gli al­l’in­gras­so de­vo­no poter avere una tem­pe­ra­tu­ra  di 15–20°C, tem­pe­ra­tu­re in­fe­rio­ri in­ci­do­no sul me­ta­bo­li­smo ba­sa­le del­l’a­ni­ma­le con con­se­guen­te peg­gio­ra­men­to degli in­di­ci di con­ver­sio­ne.
Altro fat­to­re da con­trol­la­re è l’u­mi­di­tà re­la­ti­va che deve at­te­ner­si in­tor­no al 60–70%, l’al­ta umi­di­tà può cau­sa­re danni al­l’ap­pa­ra­to re­spi­ra­to­rio (en­fi­se­mi) inol­tre fa­vo­ri­re la for­ma­zio­ne di mi­co­si.
Altro aspet­to da non tra­scu­ra­re è il ri­cam­bio del­l’a­ria delle stal­le, per eli­mi­na­re so­prat­tut­to l’am­mo­nia­ca che si forma  dalle deie­zio­ni li­qui­de e so­li­de, il ri­ci­clo del­l’a­ria può av­ve­ni­re con la crea­zio­ne di fi­ne­stre ad aper­tu­ra va­si­stas, op­pu­re l’in­stal­la­zio­ne  di ven­ti­la­to­ri; da non tra­scu­ra­re l’il­lu­mi­na­zio­ne, i co­ni­gli pre­di­li­go­no un  fo­to­pe­rio­do di al­me­no 16 ore di luce, con­di­zio­ne che fa­vo­ri­sce parti tutto l’an­no.

Riproduttori e conigli all'ingrasso
Ri­pro­dut­to­ri e co­ni­gli al­l’in­gras­so nel­l’a­zien­da cu­ni­co­la
“Prin­ci­pe Mon­te­mi­let­to” – Avel­li­no
(foto degli alun­ni della clas­se 4 B del­l’I­TAS ” De Sanc­tis” di Avel­li­no)

At­trez­za­tu­re
Ogni fem­mi­na deve avere la pro­pria gab­bia prov­vi­sta di man­gia­to­ia ed ab­be­ve­ra­to­io, per i co­ni­gli al­l’in­gras­so in ogni gab­bia si po­si­zio­na­no più in­di­vi­dui, in tal caso è bene che le tra­mog­ge ab­bia­no una  ade­gua­ta ca­pa­ci­tà  in modo da sod­di­sfa­re le esi­gen­ze dei co­ni­gliet­ti ed al­me­no un ab­be­ve­ra­to­io per 2–4 co­ni­gli. Il si­ste­ma più dif­fu­so per l’ab­be­ve­ra­to­io è quel­lo a goc­cia, gli ani­ma­li si ab­be­ve­ra­no pre­men­do gli ap­po­si­ti ciuc­ci.
Sono da pre­fe­rir­si le gab­bie me­tal­li­che con rete in me­tal­lo zin­ca­to, la di­spo­si­zio­ne delle stes­se può es­se­re:
– Su due piani  a pi­ra­mi­de (si­ste­ma ca­li­for­nia­no) con­sen­te alla gab­bie di non stare una sul­l’al­tra, le deie­zio­ni ven­go­no rac­col­te nella fossa sot­to­stan­te, il si­ste­ma con­sen­te di al­le­va­re un mag­gior nu­me­ro di capi per metro qua­dra­to di su­per­fi­cie, anche se l’ac­ces­si­bi­li­tà alle gab­bie è fa­sti­dio­sa ed i costi sono un poco su­pe­rio­ri.
– Su un unico piano (flat – deck) le gab­bie sono poste su un solo piano
– A bat­te­ria si­ste­ma­re le gab­bie su due o più piani, le feci ven­go­no con­vo­glia­te nella vasca di rac­col­ta sot­to­stan­te gra­zie a la­mie­re in­cli­na­te, ri­chie­de mag­gio­ri costi di eser­ci­zio do­ven­do pu­li­re i piani per evi­ta­re ma­lat­tie, il con­trol­lo degli ani­ma­li è più dif­fi­col­to­so.

 Alimentatori e gabbie da ingrasso
Ali­men­ta­to­ri e gab­bie da in­gras­so nel­l’a­zien­da cu­ni­co­la
“Prin­ci­pe Mon­te­mi­let­to” – Avel­li­no
(foto degli alun­ni della clas­se 4 B del­l’I­TAS ” De Sanc­tis” di Avel­li­no)

Al­cu­ne Ma­lat­tie dei Co­ni­gli
Coc­ci­dio­si
L’a­gen­te ezio­lo­gi­co è un pro­to­zoo del ge­ne­re Ei­me­ria, l’in­fe­zio­ne si tra­smet­te per via di­ge­ren­te. La ma­lat­tia si può ma­ni­fe­sta­re a li­vel­lo epa­ti­co op­pu­re a li­vel­lo in­te­sti­na­le, la prima forma tende a cro­ni­ciz­za­re e si ma­ni­fe­sta con feci sec­che e pic­co­le, la se­con­da forma è acuta pro­vo­ca morte im­prov­vi­sa del sog­get­to, che ma­ni­fe­sta gon­fio­re al­l’ad­do­me, di­mi­nu­zio­ne della vi­ta­li­tà, sete in­ten­sa. Si cura im­pie­gan­do sul­fa­mi­di­ci, la pre­ven­zio­ne è l’i­gie­ne dei lo­ca­li  e delle gab­bie.

En­te­ri­ti
Gli agen­ti ezio­lo­gi­ci sono bat­te­ri sta­fi­lo­coc­chi fa­vo­ri­ti da si­tua­zio­ni stres­san­ti ( ru­mo­re, sbal­zi di tem­pe­ra­tu­ra, umi­di­tà ec­ces­si­va o scar­sa) ed er­ro­ri ali­men­ta­ri, si ma­ni­fe­sta sul­l’a­ni­ma­le con di­mi­nu­zio­ne del­l’ap­pe­ti­to e diar­rea. La ma­lat­tia può es­se­re cu­ra­ta con l’im­pie­go di pe­ni­cil­li­na e strep­to­mi­ci­na.

Mi­xo­ma­to­si
L’a­gen­te è un virus assai te­mi­bi­le negli al­le­va­men­ti in cui non si ese­gue il vac­ci­no, il con­ta­gio può av­ve­ni­re per con­tat­to, op­pu­re tra­smes­so da pulci o zan­za­re. Gli ani­ma­li col­pi­ti pre­sen­ta­no feb­bre ele­va­ta, ner­vo­si­smo, for­ma­zio­ne di ma­te­ria­le mu­co­pu­ru­len­to nelle na­ri­ci e nel sacco con­giun­ti­va­le,  for­ma­zio­ne di no­du­li alla testa e nelle zone ge­ni­ta­li, i sog­get­ti col­pi­ti muo­io­no in bre­vis­si­mo tempo. Per evi­ta­re la ma­lat­tia è ne­ces­sa­rio cu­ra­re l’i­gie­ne dei lo­ca­li, op­pu­re ri­cor­re­re alla vac­ci­na­zio­ne degli ani­ma­li.

Ma­lat­tia Emor­ra­gi­ca Vi­ra­le
Il virus re­spon­sa­bi­le di que­sta pa­to­lo­gia  co­no­sciu­ta anche come ma­lat­tia x, col­pi­sce i sog­get­ti dopo i 30–40 gior­ni di vita, la tra­smis­sio­ne è di­ret­ta tra ani­ma­le ma­la­to a sano, i  sin­to­mi sono per­di­ta di san­gue dal naso, de­pres­sio­ne, ano­res­sia. Anche per que­sta ma­lat­tia la pre­ven­zio­ne è l’ar­ma a di­spo­si­zio­ne degli al­le­va­to­ri cu­ran­do l’i­gie­ne dei lo­ca­li ed ef­fet­tuan­do le op­por­tu­ne vac­ci­na­zio­ni ai sog­get­ti ri­pro­dut­to­ri so­li­ta­men­te  al­l’e­tà di 60 gior­ni e ri­pe­te­re la stes­sa due volte al­l’an­no.
Da non sot­to­va­lu­ta­re Ma­sti­ti e Rogne.

Va­de­me­cum del co­ni­gli­col­to­re
L’al­le­va­men­to del co­ni­glio com­por­ta molti pro­ble­mi sa­ni­ta­ri, quin­di è im­por­tan­te adot­ta­re una serie di mi­su­re di pro­fi­las­si, ad esem­pio:
– ese­gui­re pe­rio­di­che di­sin­fe­zio­ni dei lo­ca­li
– ac­qui­sta­re ani­ma­li sani e te­ner­li in os­ser­va­zio­ne
– cu­ra­re l’am­bien­te di al­le­va­men­to (tem­pe­ra­tu­ra, umi­di­tà, ae­ra­zio­ne, feci, ali­men­ta­zio­ne, etc)
– iso­la­re ani­ma­li am­ma­la­ti
– in­ce­ne­ri­re e/o in­fos­sa­re le car­cas­se di ani­ma­li morti

Una con­si­de­ra­zio­ne a parte me­ri­ta la di­sin­fe­zio­ne dei lo­ca­li  e delle gab­bie, ope­ra­zio­ne da ese­gui­re pe­rio­di­ca­men­te se si vuole ri­ca­va­re il mas­si­mo pro­fit­to. I mezzi im­pie­ga­ti pos­so­no es­se­re  fi­si­ci (ca­lo­re, fiam­ma, ra­dia­zio­ni io­niz­zan­ti, etc) e chi­mi­ci (iodio, ipo­clo­ri­to di sodio, idros­si­do di sodio, di po­tas­sio, cal­cio, fe­no­li, cre­so­li, al­dei­de for­mi­ca etc).
Un ot­ti­mo si­ste­ma da pra­ti­ca­re è  il vuoto sa­ni­ta­rio che con­si­ste nel­l’in­ter­ru­zio­ne del­l’al­le­va­men­to in toto di un lo­ca­le e la di­sin­fe­zio­ne del­l’am­bien­te e delle at­trez­za­tu­re. Il vuoto sa­ni­ta­rio è da pro­gram­ma­re nei pe­rio­di di scar­sa do­man­da del pro­dot­to per non ab­bas­sa­re la pro­du­zio­ne lorda ven­di­bi­le.

Ele­men­ti di Co­ni­gli­col­tu­ra 1^ Parte

Bi­blio­gra­fia
– Tec­ni­che delle Pro­du­zio­ni Ani­ma­li di Giu­sep­pe Ac­co­man­do edito dalla Casa Edi­tri­ce Del­ta3  Grot­ta­mi­nar­da (AV)
– Ele­men­ti di co­ni­gli­col­tu­ra di Della Porta Pa­tri­zio e Della Porta Da­vi­de

Giu­sep­pe Ac­co­man­do, lau­rea­to in Scien­ze agra­rie pres­so l’U­ni­ver­si­tà Fe­de­ri­co II di Na­po­li, è do­cen­te di zoo­tec­ni­ca pres­so l’I­sti­tu­to Tec­ni­co Agra­rio “F. De Sanc­tis” di Avel­li­no.

 

Il Co­ni­glio nano – Agra­ria.org
Cri­stia­no Pa­pe­schi – Il Sex­tan­te

In modo chia­ro e sim­pa­ti­co ven­go­no trat­ta­ti tutti gli aspet­ti le­ga­ti alla sua pre­sen­za in casa, dal ri­co­ve­ro al­l’a­li­men­ta­zio­ne, dalla con­vi­ven­za con gli altri ani­ma­li alle cure quo­ti­dia­ne, dalla ri­pro­du­zio­ne alla sua sa­lu­te.
Per ri­ce­ve­re una copia scri­ve­re a: info@​agraria.​org
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