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di Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri

cuccioli cane lupo di saarloos
Cuc­cio­li di lupo di Saar­loos (foto Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri)

Si trat­ta di un ar­go­men­to vasto; ar­go­men­to a cui ap­par­ten­go­no molte cor­ren­ti di pen­sie­ro; ar­go­men­to che in­te­res­sa molti am­bi­ti e che at­ti­ra sem­pre più per­so­ne, primi tra tutti gli edu­ca­to­ri ci­no­fi­li. Cer­che­rò in modo molto sin­te­ti­co di spie­ga­re cosa si in­ten­da per “so­cia­liz­za­zio­ne” e in che modo può es­se­re ap­pli­ca­ta.
Il mo­men­to del parto de­ter­mi­na un mu­ta­men­to ra­di­ca­le della men­ta­li­tà della madre, nella quale istin­ti e in­na­ti com­por­ta­men­ti pre­val­go­no im­me­dia­ta­men­te e fanno sì che la fem­mi­na, anche se pri­mi­pa­ra, sap­pia per­fet­ta­men­te come com­por­tar­si di fron­te ad una si­tua­zio­ne a lei del tutto sco­no­sciu­ta. In quel mo­men­to av­vie­ne il com­ple­ta­men­to sen­so­ria­le e or­mo­na­le della cagna, che segue gli istin­ti ere­di­ta­ri e tra­scrit­ti nel pro­prio ge­no­ma, come una sorta di “libro delle istru­zio­ni” da se­gui­re, per cui la fem­mi­na non tro­ve­rà pro­ble­mi nel­l’af­fron­ta­re un parto e se­gui­re i cuc­cio­li nella loro cre­sci­ta. Que­sto è un po’ il rias­sun­to di quel che ac­ca­de in una fat­tri­ce quan­do av­vie­ne un parto.
Stes­si in­na­ti com­por­ta­men­ti si ri­le­va­no nei cuc­cio­li ap­pe­na nati, i quali vanno su­bi­to alla ri­cer­ca del ca­pez­zo­lo per pop­pa­re, istin­to ere­di­ta­rio e ra­di­ca­to nella loro pre­di­spo­si­zio­ne sen­so­ria­le al­l’in­ter­no del loro cor­re­do ge­ne­ti­co.
L’ac­qui­si­zio­ne del co­lo­stro ma­ter­no rap­pre­sen­ta il primo tra­guar­do per un cuc­cio­lo, che con quel “ma­gi­co flui­do”, ot­tie­ne sia l’e­ner­gia ne­ces­sa­ria per dare ini­zio alla pro­pria fase di ac­cre­sci­men­to, sia la fonte di an­ti­cor­pi che lo pro­teg­ge da tutte le “forze osti­li” con cui è ap­pe­na en­tra­to in con­tat­to o nei quali po­treb­be pre­sto im­bat­ter­si, ossia bat­te­ri, pro­ti­sti e virus.
La fase di cre­sci­ta so­li­ta­men­te è piut­to­sto ra­pi­da. Se nella madre il latte è ab­bon­dan­te il cuc­cio­lo non ha pro­ble­mi a pren­de­re peso ed a con­so­li­da­re piano piano le pro­prie car­ti­la­gi­ni, for­ti­fi­ca­re la pro­pria strut­tu­ra ossea e le pro­prie masse mu­sco­la­ri. Il mo­vi­men­to è ne­ces­sa­rio ed im­por­tan­tis­si­mo già dai primi gior­ni di vita; anche men­tre è alle prese con la “pop­pa­ta” il cuc­cio­lo mette pe­ren­ne­men­te in tra­zio­ne i pro­pri arti, mo­vi­men­to che ha due fun­zio­ni prin­ci­pa­li, lo sti­mo­la­re la lat­ta­zio­ne an­dan­do a muo­ve­re le cel­lu­le mam­ma­rie “mioe­pi­te­lia­li” o “cel­lu­le a ca­ne­stro”, e for­ti­fi­ca­re le­ga­men­ti, ten­di­ni, mu­sco­li e ossa del cuc­cio­lo.
Fin dai primi gior­ni di vita, si deve in­tra­pren­de­re un per­cor­so di so­cia­liz­za­zio­ne, d’ob­bli­go per la mag­gior parte delle razze, so­prat­tut­to in quel­le razze atte al “la­vo­ro” come au­si­lia­ri del­l’uo­mo (cani da greg­ge, cani da cac­cia, cani da ri­cer­ca, ecc…), ma anche per i co­sid­det­ti “cani da show”, ossia in tutti quei sog­get­ti di razza che do­vran­no es­se­re espo­sti nei ring per le com­pe­ti­zio­ni ci­no­tec­ni­che di bel­lez­za, di agi­li­ty, di obe­dien­ce, e per i tanti set­to­ri le­ga­li alla “ci­no­fi­lia spor­ti­va”. La so­cia­liz­za­zio­ne im­po­sta ai cuc­cio­li non è ov­via­men­te ob­bli­ga­to­ria, ma cer­ta­men­te con­si­glia­ta e per­ciò ap­pli­ca­ta sem­pre più spes­so da parte di mol­tis­si­mi al­le­va­to­ri ed ad­det­ti ai la­vo­ri. Ma cosa si in­ten­de per “so­cia­liz­za­re” un cuc­cio­lo? So­stan­zial­men­te bi­so­gna abi­tua­re il cuc­cio­lo a non te­me­re tutti gli aspet­ti che fanno parte della so­cie­tà umana, quin­di per­so­ne che non co­no­sce, bam­bi­ni, altri ani­ma­li, am­bien­ti nuovi e si­tua­zio­ni di­ver­se da quel­le che vive quo­ti­dia­na­men­te nella pro­pria abi­ta­zio­ne. Ma come si può in­te­ra­gi­re con un cuc­cio­lo di pochi gior­ni? In che modo si può in­ne­sca­re in lui un pro­ces­so di so­cia­liz­za­zio­ne? Esi­sto­no mol­te­pli­ci me­to­di, re­dat­ti dai più im­por­tan­ti com­por­ta­men­ta­li­sti ed edu­ca­to­ri ci­no­fi­li, stu­dia­ti in modo da for­ma­re e ren­de­re i sog­get­ti, una volta adul­ti, per­fet­ta­men­te so­cia­liz­za­ti ed in grado di af­fron­ta­re qua­lun­que si­tua­zio­ne. Que­sti me­to­di si ba­sa­no prin­ci­pal­men­te sul­l’ac­qui­si­zio­ne di in­for­ma­zio­ni sen­so­ria­li che noi dob­bia­mo for­ni­re ai cuc­cio­li, quin­di con de­ter­mi­na­ti mo­vi­men­ti, de­ter­mi­na­te pres­sio­ni sul loro corpo, de­ter­mi­na­ti ru­mo­ri da far ascol­ta­re, su­per­fi­ci da far toc­ca­re, de­ter­mi­na­ti odori e de­ter­mi­na­ti og­get­ti con cui en­tra­re in con­tat­to, ecc… oltre al rap­por­to di­ret­to e l’ap­proc­cio cane / uomo, e cane / cane. Nes­su­no di que­ste sti­mo­la­zio­ni è per­tan­to in alcun modo in­va­si­va e nes­su­na può, se svol­ta con cri­te­rio, in alcun modo dan­neg­gia­re la psi­che del sog­get­to. Que­sta “pra­ti­ca” è en­tra­ta a far parte della co­mu­ni­tà ci­no­fi­la non molti anni fa, quan­do si ini­zia­va a sen­tir par­la­re di “Pet The­ra­py”, una ormai fa­mo­sa at­ti­vi­tà molto in espan­sio­ne, che trae be­ne­fi­cio dal­l’in­te­ra­zio­ne tra cane e uomo, e di­ve­nu­ta una vera e pro­pria “forma cu­ra­ti­va” ef­fi­cien­te. Vi sono i “me­to­di di sti­mo­la­zio­ne pre­co­ce”, ba­sa­ti ap­pun­to sulla sti­mo­la­zio­ne sen­so­ria­le e ap­pli­ca­bi­li fa­cil­men­te su qua­lun­que cuc­cio­lo, va­rian­do l’ap­proc­cio a se­con­da del­l’e­tà del sog­get­to. Le espe­rien­ze po­si­ti­ve che il cuc­cio­lo ac­qui­si­sce con que­ste pra­ti­che sono im­men­se e im­por­tan­tis­si­me e studi eto­lo­gi­ci hanno ri­scon­tra­to gran­di dif­fe­ren­ze tra cani che sono stati sot­to­po­sti a que­ste sti­mo­la­zio­ni e cani che non hanno avuto nes­sun ge­ne­re di espe­rien­ze si­mi­li. È scien­ti­fi­ca­men­te pro­va­to che il cam­bia­men­to di un cuc­cio­lo sot­to­po­sto a sti­mo­la­zio­ne pre­co­ce è un vero rin­for­zo fi­si­co, con­si­de­ran­do il fatto che gli “in­di­vi­dui” che hanno su­bì­to que­sti sti­mo­li pre­sen­ta­no una mag­gio­re re­si­sten­za allo stress do­vu­ta ad un rin­for­zo della cor­tec­cia ce­le­bra­le e a un nu­me­ro mag­gio­re di con­nes­sio­ni neu­ro­na­li e en­zi­mi ce­le­bra­li, che fanno sì che il cuc­cio­lo svi­lup­pi una mag­gio­re ca­pa­ci­tà ad adat­tar­si a nuove si­tua­zio­ni.
Esi­sto­no veri e pro­pri “sche­mi ope­ra­ti­vi”, tec­ni­che di sti­mo­la­zio­ne da se­gui­re gior­no dopo gior­no, che hanno ini­zio, come ab­bia­mo detto, nei primi gior­ni di vita del cuc­cio­lo, e cam­bia­no, au­men­tan­do di dif­fi­col­tà, via via che que­sto cre­sce, ag­giun­gen­do nuovi “in­gre­dien­ti”, ossìa nuovi “sti­mo­li”, per sot­to­por­lo a sem­pre più nuovi ele­men­ti. Di que­ste ta­bel­le sche­ma­ti­che ce ne sono sva­ria­te, più o meno si­mi­la­ri, e sono fa­cil­men­te re­pe­ri­bi­li anche su in­ter­net; il con­si­glio è quel­lo di con­trol­la­re sem­pre che la fonte sia at­ten­di­bi­le.
Una volta ar­ri­va­ti al­l’e­tà dello svez­za­men­to, il cuc­cio­lo su­ben­tra nella fase di ac­cre­sci­men­to vero e pro­prio, nella quale il fab­bi­so­gno ener­ge­ti­co-ali­men­ta­re non sarà più le­ga­to al latte ma­ter­no, ma dovrà es­se­re in­te­gra­to con fonti pro­tei­che e li­pi­di­che di ori­gi­ne ani­ma­le, nor­mal­men­te pre­sen­ti in tutti i man­gi­mi di tipo com­mer­cia­le, che sono i più uti­liz­za­ti dagli al­le­va­to­ri di oggi. Anche in que­sta fase di vita è pos­si­bi­le ap­pli­ca­re me­to­di di sti­mo­la­zio­ne che do­vran­no con­ti­nua­re fino a quan­do il cuc­cio­lo non è to­tal­men­te in­di­pen­den­te e quin­di già “im­prin­ta­to” e per­fet­ta­men­te so­cia­liz­za­to. A par­ti­re dalla ter­za-quar­ta set­ti­ma­na di vita in­fat­ti, il cuc­cio­lo dovrà es­se­re sot­to­po­sto alla mag­gio­ran­za degli sti­mo­li tat­ti­li, vi­si­vi, ol­fat­ti­vi e so­prat­tut­to so­no­ri. È stato ca­pi­to, dopo sva­ria­ti studi eto­lo­gi­ci, che dal­l’ot­ta­va alla do­di­ce­si­ma set­ti­ma­na di vita il cuc­cio­lo tran­si­ta nella fase che mag­gior­men­te è sog­get­ta ad as­sor­bi­re in­for­ma­zio­ni che an­dran­no a de­ter­mi­na­re molto del suo aspet­to ca­rat­te­ria­le fu­tu­ro. In que­sto spe­ci­fi­co lasso di tempo, il cer­vel­lo del cuc­cio­lo re­ce­pi­sce e re­gi­stra tutte le espe­rien­ze, sia le po­si­ti­ve che le ne­ga­ti­ve, e le tra­mu­ta in in­for­ma­zio­ni fon­da­men­ta­li. Se do­ves­se es­se­re sca­tu­ri­to un trau­ma in que­sta fase di cre­sci­ta, le con­se­guen­ze, nella mag­gior parte dei casi, po­treb­be­ro es­se­re di­sa­stro­se e so­prat­tut­to ir­re­ver­si­bi­li, quin­di si ri­per­cuo­te­reb­be­ro nella sua in­do­le per tutta la du­ra­ta della vita. Un al­le­va­to­re deve es­se­re con­sa­pe­vo­le di que­sto fat­to­re di ri­schio e for­tu­na­ta­men­te l’in­for­ma­zio­ne, so­prat­tut­to gra­zie alla rete, si è di­vul­ga­ta molto negli ul­ti­mi dieci anni. Que­sta “carta” da gio­ca­re, può però es­se­re usata in modo van­tag­gio­so, per cui in que­sta fase, ogni espe­rien­za po­si­ti­va andrà su­bi­to ad ar­ric­chi­re il ba­ga­glio ca­rat­te­ria­le del cuc­cio­lo, che con cri­te­rio può es­se­re pla­sma­to per ren­der­lo più forte di fron­te alle nuove si­tua­zio­ni, quan­do in­con­tra estra­nei o quan­do è por­ta­to in luo­ghi cao­ti­ci o sem­pli­ce­men­te in città, im­mer­so in tutto ciò che a noi sem­bra del tutto nor­ma­le, ma che a lui sem­bra pra­ti­ca­men­te “un altro mondo”.

Mostra canina con cucciolo di Saarloos
Cuc­cio­lo di lupo di Saar­loos (foto Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri)

La so­cia­liz­za­zio­ne, come ab­bia­mo detto, è di fon­da­men­ta­le im­por­tan­za so­prat­tut­to per tutti quei sog­get­ti che un gior­no do­vran­no es­se­re espo­sti nelle varie espo­si­zio­ni ca­ni­ne di bel­lez­za, con­te­sti dove i cani ven­go­no os­ser­va­ti e va­lu­ta­ti da un esper­to giu­di­ce, al­l’in­ter­no di un ring, so­li­ta­men­te con­fron­tan­do­li con esem­pla­ri della me­de­si­ma razza e va­rie­tà, per cui il gio­va­ne cane esor­dien­te si tro­ve­rà in mezzo ad un luogo che non co­no­sce, piut­to­sto ru­mo­ro­so, al co­spet­to di per­so­ne e cani a lui del tutto sco­no­sciu­ti. Se il sog­get­to non è stato ben so­cia­liz­za­to il ri­schio è quel­lo di tro­var­si alle prese con un cane in­ge­sti­bi­le, che mo­stre­rà estre­ma dif­fi­den­za e che non si mo­stre­rà con la fa­ci­li­tà e la fie­rez­za che vor­re­mo ve­de­re. Fatta ec­ce­zio­ne per le razze il cui stan­dard pre­ve­de la dif­fi­den­za al­l’uo­mo (come ad esem­pio nel “Cane Lupo di Saar­loos”), per le altre razze pre­sen­ta­re un cane in per­fet­ta po­si­zio­ne, spa­val­do e sem­pre a testa alta, può cer­ta­men­te fare la dif­fe­ren­za e quin­di anche por­ta­re alla vit­to­ria fi­na­le della com­pe­ti­zio­ne.
Oltre a pra­ti­ca­re la sud­det­ta sti­mo­la­zio­ne nei cuc­cio­li, quan­do que­sti hanno la giu­sta età per es­se­re por­ta­ti al guin­za­glio e per usci­re dal­l’al­le­va­men­to, è sem­pre buona norma ini­zia­re ad abi­tuar­li a zone con molta af­fluen­za di per­so­ne o dove pos­sa­no in­con­tra­re altri loro si­mi­li con cui fare co­no­scen­za. Il mer­ca­to cit­ta­di­no, un cen­tro com­mer­cia­le, o sem­pli­ce­men­te l’a­rea re­cin­ta­ta per cani più vi­ci­na, pos­so­no es­se­re luo­ghi da vi­si­ta­re fre­quen­te­men­te, in modo da sta­bi­li­re un’a­bi­tu­di­ne a ri­tro­var­si in mezzo alla con­fu­sio­ne, pre­ve­den­do il gior­no in cui dovrà en­tra­re in una gran­de fiera per il suo esor­dio espo­si­ti­vo. La con­dot­ta al guin­za­glio an­ch’es­sa va in­se­gna­ta, con gra­dua­li­tà, con molta pa­zien­za e senza im­por­re bru­schi cam­bia­men­ti di passo o ar­re­sti im­prov­vi­si.
I pro­gres­si che pos­sa­no es­se­re ot­te­nu­ti so­cia­liz­zan­do ade­gua­ta­men­te i cuc­cio­li hanno del­l’in­cre­di­bi­le e si­cu­ra­men­te ne fa­ci­li­ta­no la ge­stio­ne anche per le per­so­ne che ne di­ven­te­ran­no i fu­tu­ri pro­prie­ta­ri.

Cuccioli di Saarloos in attività di giocoCuc­cio­li di lupo di Saar­loos (foto Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri)

Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri è un ap­pas­sio­na­to al­le­va­to­re di Ca­na­ri­ni e di Ma­sti­ni Na­po­le­ta­ni (Al­le­va­men­to di Fos­som­bro­ne – http://​www.​dif​osso​mbro​ne.​it/http://​lupi.​dif​osso​mbro​ne.​it/). Cur­ri­cu­lum vitae >>>

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