Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Ni­co­lò Pas­se­ri

In­tro­du­zio­ne

l be­nes­se­re ani­ma­le è un prin­ci­pio etico e scien­ti­fi­co che ri­guar­da la qua­li­tà della vita degli ani­ma­li sotto la cura del­l’uo­mo, as­si­cu­ran­do che le loro esi­gen­ze fi­si­che e psi­co­lo­gi­che siano sod­di­sfat­te. Ap­pli­ca­to ai bo­vi­ni, que­sto con­cet­to in­clu­de la for­ni­tu­ra di con­di­zio­ni di vita ade­gua­te, come un’a­de­gua­ta ali­men­ta­zio­ne, acqua pu­li­ta, spa­zio suf­fi­cien­te per il mo­vi­men­to e l’in­te­ra­zio­ne so­cia­le, non­ché cure ve­te­ri­na­rie tem­pe­sti­ve. Inol­tre, si pre­sta at­ten­zio­ne alla mi­ni­miz­za­zio­ne dello stress e del do­lo­re at­tra­ver­so pra­ti­che di ge­stio­ne umana du­ran­te la cre­sci­ta, il tra­spor­to e la ma­cel­la­zio­ne. La pro­mo­zio­ne del be­nes­se­re dei bo­vi­ni non solo mi­glio­ra la loro qua­li­tà di vita, ma con­tri­bui­sce anche alla pro­du­zio­ne so­ste­ni­bi­le nel set­to­re agri­co­lo.
In que­sto caso anche l’at­ti­vi­tà di al­le­va­men­to di ani­ma­li al pa­sco­lo se­mi­bra­do (bo­vi­ni da carne) deve ga­ran­ti­re ad essi una vita di­gni­to­sa, prov­ve­den­do alle esi­gen­ze fi­sio­lo­gi­che e me­ta­bo­li­che, anche con la pre­di­spo­si­zio­ne di ri­co­ve­ri e spazi ido­nei alla vita.
Spes­so tale ti­po­lo­gia di al­le­va­men­to si rea­liz­za su aree de­cli­vi che ca­rat­te­riz­za­no i ri­lie­vi mon­tuo­si, con vaste di­ste­se verdi e/o le sue col­li­ne on­du­la­te.
L’al­le­va­men­to se­mi­bra­do è una pra­ti­ca che com­bi­na l’al­le­va­men­to al pa­sco­lo con l’al­le­va­men­to in stal­la. In altre pa­ro­le, gli ani­ma­li tra­scor­ro­no una parte si­gni­fi­ca­ti­va del loro tempo al­l’a­per­to, pa­sco­lan­do li­be­ra­men­te, ma ven­go­no anche ospi­ta­ti in stal­le e re­cin­ti du­ran­te le ore not­tur­ne e/o du­ran­te le sta­gio­ni più fred­de o pio­vo­se.
Gli ani­ma­li hanno l’op­por­tu­ni­tà di muo­ver­si li­be­ra­men­te, esplo­ra­re e in­te­ra­gi­re con il loro am­bien­te na­tu­ra­le. Que­sto non solo mi­glio­ra la loro sa­lu­te fi­si­ca, ma anche il loro be­nes­se­re psi­co­lo­gi­co.
La carne e il latte pro­dot­ti da bo­vi­ni al­le­va­ti in se­mi­bra­do ten­do­no ad avere un sa­po­re più ricco e una mi­glio­re qua­li­tà nu­tri­zio­na­le, gra­zie alla va­rie­tà di erbe e pian­te che gli ani­ma­li con­su­ma­no al pa­sco­lo.
L’al­le­va­men­to se­mi­bra­do ri­du­ce la ne­ces­si­tà di col­ti­va­re gran­di quan­ti­tà di man­gi­mi. Inol­tre, il pa­sco­lo ro­ta­ti­vo può aiu­ta­re a pre­ve­ni­re l’e­ro­sio­ne del suolo e a mi­glio­ra­re la sua fer­ti­li­tà.
Seb­be­ne ci siano costi as­so­cia­ti alla ge­stio­ne dei pa­sco­li e alla ma­nu­ten­zio­ne delle stal­le, l’al­le­va­men­to se­mi­bra­do può ri­dur­re la di­pen­den­za da man­gi­mi co­sto­si e da altri in­si­la­ti
Le aree pa­sco­li­ve e bo­sca­te ga­ran­ti­sco­no luo­ghi con­for­te­vo­li per l’al­le­va­men­to del be­stia­me ed in par­ti­co­la­re per le esi­gen­ze fi­sio­lo­gi­che degli ani­ma­li ri­pa­ra­ti dalle cor­ren­ti e dalle in­tem­pe­rie gra­zie alla po­po­la­zio­ne ar­bo­rea di­stri­bui­ta sugli spazi de­te­nu­ti.
Per la cor­ret­ta ge­stio­ne del­l’al­le­va­men­to si deve pre­ve­de la rea­liz­za­zio­ne di un ri­co­ve­ro, rea­liz­za­to con ma­te­ria­li ido­nei e ne­ces­sa­rio a ga­ran­ti­re la cura ed il be­nes­se­re degli ani­ma­li adul­ti e della prole.

Bovini sull'appennino
Fi­gu­ra 1 – Bo­vi­ni sul­l’ap­pen­ni­no (fonte: www.​vit​ello​nebi​anco.​it)

Le strut­tu­re di ri­co­ve­ro

Alla luce delle con­si­de­ra­zio­ni mosse sul be­nes­se­re dei bo­vi­ni è al­lo­ra im­pre­scin­di­bi­le rea­liz­za­re delle strut­tu­re di ri­co­ve­ro. Tali strut­tu­re sono nor­ma­te in pri­mis dalle norme na­zio­na­li in fatto di pro­te­zio­ne degli ani­ma­li.
Il De­cre­to Le­gi­sla­ti­vo 26 marzo 2001, n. 146 “At­tua­zio­ne della di­ret­ti­va 98/58/CE re­la­ti­va alla pro­te­zio­ne degli ani­ma­li negli al­le­va­men­ti” re­ci­ta:

“Art. 2.

Ob­bli­ghi dei pro­prie­ta­ri, dei cu­sto­di dei de­ten­to­ri degli ani­ma­li

  1. Il pro­prie­ta­rio o il cu­sto­de ov­ve­ro il de­ten­to­re deve:
  2. a) adot­ta­re mi­su­re ade­gua­te per ga­ran­ti­re il be­nes­se­re dei pro­pri ani­ma­li e af­fin­chè non ven­ga­no loro pro­vo­ca­ti do­lo­re, sof­fe­ren­ze o le­sio­ni inu­ti­li;
  3. b) al­le­va­re e cu­sto­di­re gli ani­ma­li di­ver­si dai pesci, ret­ti­li e an­fi­bi, in con­for­mi­tà alle di­spo­si­zio­ni di cui al­l’al­le­ga­to.”

Inol­tre, in ma­te­ria di fab­bri­ca­ti di­spo­ne:

“Fab­bri­ca­ti e lo­ca­li di sta­bu­la­zio­ne

  1. I ma­te­ria­li che de­vo­no es­se­re uti­liz­za­ti per la co­stru­zio­ne dei lo­ca­li di sta­bu­la­zio­ne e, in par­ti­co­la­re, dei re­cin­ti e delle at­trez­za­tu­re con i quali gli ani­ma­li pos­so­no ve­ni­re a con­tat­to, non de­vo­no es­se­re no­ci­vi per gli ani­ma­li e de­vo­no poter es­se­re ac­cu­ra­ta­men­te pu­li­ti e di­sin­fet­ta­ti.
  2. I lo­ca­li di sta­bu­la­zio­ne e i di­spo­si­ti­vi di at­tac­co degli ani­ma­li de­vo­no es­se­re co­strui­ti e man­te­nu­ti in modo che non vi siano spi­go­li ta­glien­ti o spor­gen­ze tali da pro­vo­ca­re le­sio­ni agli ani­ma­li.
  3. La cir­co­la­zio­ne del­l’a­ria, la quan­ti­tà di pol­ve­re, la tem­pe­ra­tu­ra, l’u­mi­di­tà re­la­ti­va del­l’a­ria e le con­cen­tra­zio­ni di gas de­vo­no es­se­re man­te­nu­te entro li­mi­ti non dan­no­si per gli ani­ma­li.
  4. Gli ani­ma­li cu­sto­di­ti nei fab­bri­ca­ti non de­vo­no es­se­re te­nu­ti co­stan­te­men­te al buio o espo­sti ad il­lu­mi­na­zio­ne ar­ti­fi­cia­le senza un ade­gua­to pe­rio­do di ri­po­so. Se la luce na­tu­ra­le di­spo­ni­bi­le è in­suf­fi­cien­te a sod­di­sfa­re esi­gen­ze com­por­ta­men­ta­li e fi­sio­lo­gi­che degli ani­ma­li, oc­cor­re pre­ve­de­re un’a­de­gua­ta il­lu­mi­na­zio­ne ar­ti­fi­cia­le.

Ani­ma­li cu­sto­di­ti al di fuori dei fab­bri­ca­ti

  1. Agli ani­ma­li cu­sto­di­ti al di fuori dei fab­bri­ca­ti deve es­se­re for­ni­to, in fun­zio­ne delle ne­ces­si­tà e delle pos­si­bi­li­tà, un ri­pa­ro ade­gua­to dalle in­tem­pe­rie, dai pre­da­to­ri e da ri­schi per la sa­lu­te.”

As­su­men­do quin­di le de­ter­mi­na­zio­ni del DL per gli ani­ma­li al­le­va­ti al brado deve es­se­re for­ni­to ri­pa­ro ade­gua­to dalle in­tem­pe­rie, dai pre­da­to­ri e da ri­schi per la sa­lu­te.

Bovini sull'appennino
Fi­gu­ra 2 – Bo­vi­ni sul­l’ap­pen­ni­no (fonte: www.​vit​ello​nebi​anco.​it)

Le strut­tu­re per la con­ser­va­zio­ne dei man­gi­mi

Lo stes­so De­cre­to Le­gi­sla­ti­vo 26 marzo 2001, n. 146 “At­tua­zio­ne della di­ret­ti­va 98/58/CE re­la­ti­va alla pro­te­zio­ne degli ani­ma­li negli al­le­va­men­ti” in tema di acqua e man­gi­mi re­ci­ta:

“Man­gi­mi, acqua e altre so­stan­ze

  1. Agli ani­ma­li deve es­se­re for­ni­ta un’a­li­men­ta­zio­ne sana adat­ta alla loro età e spe­cie e in quan­ti­tà suf­fi­cien­te a man­te­ner­li in buona sa­lu­te e a sod­di­sfa­re le loro esi­gen­ze nu­tri­zio­na­li. Gli ali­men­ti o i li­qui­di sono som­mi­ni­stra­ti agli ani­ma­li in modo da non cau­sa­re loro inu­ti­li sof­fe­ren­ze o le­sio­ni e non con­ten­go­no so­stan­ze che pos­sa­no cau­sa­re inu­ti­li sof­fe­ren­ze o le­sio­ni.
  2. Tutti gli ani­ma­li de­vo­no avere ac­ces­so ai man­gi­mi ad in­ter­val­li ade­gua­ti alle loro ne­ces­si­tà fi­sio­lo­gi­che.
  3. Tutti gli ani­ma­li de­vo­no avere ac­ces­so ad un’ap­pro­pria­ta quan­ti­tà di acqua, di qua­li­tà ade­gua­ta, o de­vo­no poter sod­di­sfa­re le loro esi­gen­ze di as­sor­bi­men­to di li­qui­di in altri modi.
  4. Le at­trez­za­tu­re per la som­mi­ni­stra­zio­ne di man­gi­mi e di acqua de­vo­no es­se­re con­ce­pi­te, co­strui­te e in­stal­la­te in modo da ri­dur­re al mi­ni­mo le pos­si­bi­li­tà di con­ta­mi­na­zio­ne degli ali­men­ti o del­l’ac­qua e le con­se­guen­ze ne­ga­ti­ve de­ri­van­ti da ri­va­li­tà tra gli ani­ma­li.
  5. Nes­su­na altra so­stan­za, ad ec­ce­zio­ne di quel­le som­mi­ni­stra­te a fini te­ra­peu­ti­ci o pro­fi­lat­ti­ci o in vista di trat­ta­men­ti zoo­tec­ni­ci come pre­vi­sto nel­l’art. 1, pa­ra­gra­fo 2, let­te­ra c) della di­ret­ti­va 96/22/CE, deve es­se­re som­mi­ni­stra­ta ad un ani­ma­le, a meno che gli studi scien­ti­fi­ci sul be­nes­se­re degli ani­ma­li e l’e­spe­rien­za ac­qui­si­ta ne ab­bia­no di­mo­stra­to l’in­no­cui­tà per la sua sa­lu­te e il suo be­nes­se­re. “

Ai fini del cal­co­lo della UBA si può far ri­fe­ri­men­to alle di­spo­si­zio­ni im­par­ti­te a ri­guar­do dal­l’Or­ga­ni­smo Pa­ga­to­re AGEA, te­nen­do conto che per 1 UBA sono ne­ces­sa­rie circa 2.800 UF.
Il Piano di ali­men­ta­zio­ne/nu­tri­zio­ne può es­se­re quin­di de­ter­mi­na­no de­fi­nen­do le unità fo­rag­ge­re pro­dot­te at­tra­ver­so l’u­ti­liz­za­zio­ne delle por­zio­ni di ter­ri­to­rio a di­spo­si­zio­ne dal pa­sco­lo o dai se­mi­na­ti­vi pre­sen­ti e dalla som­mi­ni­stra­zio­ne di fo­rag­gi ac­qui­sta­ti per il pieno il fab­bi­so­gno azien­da­le.

Le au­to­riz­za­zio­ni as­so­cia­te ai lo­ca­li di stal­lag­gio ed alle re­cin­zio­ni, il caso del­l’A­bruz­zo

La di­co­to­mia tra le au­to­riz­za­zio­ni per la co­stru­zio­ne di edi­fi­ci pro­pria­men­te detti e quel­le per i ma­nu­fat­ti fun­zio­na­li alle at­ti­vi­tà eco­no­mi­che rap­pre­sen­ta una que­stio­ne com­ples­sa nel campo del­l’ur­ba­ni­sti­ca e della nor­ma­ti­va edi­li­zia. Men­tre gli edi­fi­ci re­si­den­zia­li o com­mer­cia­li ri­chie­do­no ri­go­ro­se au­to­riz­za­zio­ni edi­li­zie, com­pren­si­ve di per­mes­si, con­trol­li e con­for­mi­tà a spe­ci­fi­che norme ur­ba­ni­sti­che, esi­sto­no ec­ce­zio­ni per strut­tu­re de­sti­na­te ad at­ti­vi­tà eco­no­mi­che agri­co­le. Ad esem­pio, ri­co­ve­ri per bo­vi­ni si­tua­ti su dor­sa­li mon­tuo­se spes­so non ne­ces­si­ta­no di au­to­riz­za­zio­ne edi­li­zia. Que­sta di­spa­ri­tà è giu­sti­fi­ca­ta dalla ne­ces­si­tà di fa­vo­ri­re le at­ti­vi­tà agri­co­le in zone dif­fi­cil­men­te ac­ces­si­bi­li e di so­ste­ne­re l’e­co­no­mia ru­ra­le, ri­du­cen­do la bu­ro­cra­zia e i costi per gli agri­col­to­ri.
Ad un primo in­qua­dra­men­to nor­ma­ti­vo ge­ne­ra­le ap­pe­na trat­ta­to, che guar­da al tema più ampio del be­nes­se­re ani­ma­le e la co­sti­tu­zio­ne delle strut­tu­re, si ag­giun­ge la pro­ce­du­ra au­to­riz­za­ti­va per la rea­liz­za­zio­ne dei ri­co­ve­ri e delle re­cin­zio­ni (amo­vi­bi­li), che fa ri­fe­ri­men­to a nor­ma­zio­ne di na­tu­ra edi­li­zia de­ri­va­ta da di­spo­si­zio­ni Re­gio­na­li. Di se­gui­to si ri­por­ta l’e­sem­pio della Re­gio­ne Abruz­zo.
Im­ma­gi­nan­do l’e­si­gen­za di dover co­strui­re un ri­co­ve­ro ed un lo­ca­le per la con­ser­va­zio­ne dei man­gi­mi di mo­de­sta en­ti­tà, ov­ve­ro una strut­tu­ra fun­zio­na­le alle esi­gen­ze che non ne­ces­sa­ria­men­te com­por­ti opere mu­ra­rie pro­pria­men­te dette, ma si li­mi­ti alla co­stru­zio­ne di un ri­co­ve­ro sem­pli­ce, an­co­ra­to a terra, si ri­por­ta di se­gui­to un per­cor­so tec­ni­co.
Il De­cre­to 30.12.2016, n. 3/Reg. – Re­go­la­men­to at­tua­ti­vo della legge re­gio­na­le 11 ago­sto 2011, n. 28 (Norme per la ri­du­zio­ne del ri­schio si­smi­co e mo­da­li­tà di vi­gi­lan­za e con­trol­lo su opere e co­stru­zio­ni in zone si­smi­che, re­ci­ta:

“7. Gli in­ter­ven­ti di nuova co­stru­zio­ne […] la cui si­cu­rez­za, a giu­di­zio del pro­get­ti­sta strut­tu­ra­le, non in­te­res­sa la pub­bli­ca in­co­lu­mi­tà, che ri­spet­ta­no i cri­te­ri fis­sa­ti dal Ta­vo­lo Tec­ni­co di Coor­di­na­men­to (TTC) per l’i­den­ti­fi­ca­zio­ne del­l’o­pe­ra come di mo­de­sta ri­le­van­za, sono sog­get­ti alla de­nun­cia dei la­vo­ri a mezzo di pre­av­vi­so scrit­to, da no­ti­fi­ca­re con ap­po­si­to mo­del­lo, se­con­do le di­spo­si­zio­ni del­l’ar­ti­co­lo 93 comma 1 del D.P.R.n. 380/2001.”

[…]

“L’Uf­fi­cio com­pe­ten­te, al­l’at­to stes­so della pre­sen­ta­zio­ne, ef­fet­tua la ve­ri­fi­ca sulla com­ple­tez­za for­ma­le della do­cu­men­ta­zio­ne ai sensi del­l’ar­ti­co­lo 4, comma 10 e ne re­sti­tui­sce una copia mu­ni­ta del tim­bro di av­ve­nu­ta de­nun­cia che co­sti­tui­sce, ai fini delle pre­sen­ti norme, ti­to­lo va­li­do per l’e­se­cu­zio­ne delle opere. Dove gli Uf­fi­ci com­pe­ten­ti sono già do­ta­ti di si­ste­ma in­for­ma­tiz­za­to di ac­qui­si­zio­ne delle pra­ti­che, per le quali la ve­ri­fi­ca di com­ple­tez­za do­cu­men­ta­le è au­to­ma­ti­ca­men­te ef­fet­tua­ta dal si­ste­ma, è la ri­ce­vu­ta di pre­sen­ta­zio­ne che co­sti­tui­sce ti­to­lo va­li­do per l’e­se­cu­zio­ne delle opere, ai fini delle pre­sen­ti norme. La de­nun­cia dei la­vo­ri, come pre­ce­den­te­men­te de­scrit­ta, vale già quale co­mu­ni­ca­zio­ne di ini­zio la­vo­ri. “

Bovini sull'appennino
Fi­gu­ra 3 – Bo­vi­ni sul­l’ap­pen­ni­no (fonte: www.​vit​ello​nebi​anco.​it)

La strut­tu­ra ipo­tiz­za­ta ri­ca­dreb­be negli in­ter­ven­ti di mo­de­sta ri­le­van­za ai sensi della TA­BEL­LA A IN­TER­VEN­TI E MA­NU­FAT­TI DI MO­DE­STA RI­LE­VAN­ZA DI CUI AL­L’ART. 2 C.7 REG. 3/2016, che re­ci­ta: 

“Gli in­ter­ven­ti ed i ma­nu­fat­ti ri­por­ta­ti nel pre­sen­te elen­co sono sog­get­te alle pro­ce­du­re di cui al­l’art. 2, comma 7 del Reg. 3/2016, qua­lo­ra, a giu­di­zio del pro­get­ti­sta, non co­sti­tui­sco­no ri­schio per la pub­bli­ca in­co­lu­mi­tà. Per tale ca­si­sti­ca gli Uf­fi­ci re­gio­na­li ri­la­scia­no l’at­te­sta­to di de­po­si­to al­l’at­to della pre­sen­ta­zio­ne ve­ri­fi­can­do la cor­ri­spon­den­za della do­cu­men­ta­zio­ne pre­sen­ta­ta a quel­la pre­vi­sta dal­l’art. 4, comma 10 del Reg. 3/2016.

[…]

  1. Lo­ca­li in clas­se d’uso I ad uso ser­vi­zi (ri­mes­se at­trez­zi agri­co­li, ri­co­ve­ro di ani­ma­li e si­mi­li), mo­no-pia­no, con su­per­fi­cie ≤ 30.0 mq e al­tez­za media ≤ 3.50 m, rea­liz­za­ti con strut­tu­re di qual­sia­si tipo aven­ti peso pro­prio (G1) e per­ma­nen­te por­ta­to (G2) com­ples­si­va­men­te ≤ 1.00 kN/mq

Inol­tre, sono espli­ci­ta­men­te con­si­de­ra­ti ma­nu­fat­ti con­nes­si alla con­du­zio­ne del fondo ai sensi della L.R. 13 ot­to­bre 2020, n. 29 Mo­di­fi­che alla legge re­gio­na­le 12 apri­le 1983, n. 18 (Norme per la con­ser­va­zio­ne, tu­te­la, tra­sfor­ma­zio­ne del ter­ri­to­rio della Re­gio­ne Abruz­zo), mi­su­re ur­gen­ti e tem­po­ra­nee di sem­pli­fi­ca­zio­ne e ul­te­rio­ri di­spo­si­zio­ni in ma­te­ria ur­ba­ni­sti­ca ed edi­li­zia, che re­ci­ta:

“CAPO I
Mo­di­fi­che alla l.r. 18/1983

Art. 14
(So­sti­tu­zio­ne del­l’art. 71 della l.r. 18/1983)  

Art. 71
(Ma­nu­fat­ti con­nes­si alla con­du­zio­ne del fondo)

  1. Sono con­si­de­ra­ti ma­nu­fat­ti con­nes­si alla con­du­zio­ne del fondo: i ri­co­ve­ri per at­trez­zi, mac­chi­na­ri e per gli ani­ma­li, ivi com­pre­se le strut­tu­re di ri­co­ve­ro pre­vi­ste dal­l’ar­ti­co­lo 6 della legge re­gio­na­le 18 di­cem­bre 2013, n. 47 (Norme sul con­trol­lo del ran­da­gi­smo, ana­gra­fe ca­ni­na e pro­te­zio­ne degli ani­ma­li da af­fe­zio­ne), gli im­pian­ti fissi di pro­te­zio­ne dei pro­dot­ti, i silos e le altre opere di stoc­cag­gio, gli im­pian­ti ener­ge­ti­ci, di ir­ri­ga­zio­ne e di smal­ti­men­to.
    2. I ma­nu­fat­ti di cui al comma 1 pos­so­no es­se­re rea­liz­za­ti anche in­di­pen­den­te­men­te dalla pre­sen­za di edi­fi­ci con de­sti­na­zio­ne re­si­den­zia­le. È con­sen­ti­ta una su­per­fi­cie utile cor­ri­spon­den­te ad un in­di­ce max di mq 0,015/mq fino ad un mas­si­mo di 600 metri qua­dra­ti. Per tali in­ter­ven­ti il fondo deve avere una con­si­sten­za di al­me­no 3.000 metri qua­dra­ti.
  2. Non è sog­get­ta alle li­mi­ta­zio­ni di cui al comma 2 la rea­liz­za­zio­ne di serre o co­per­tu­re sta­gio­na­li de­sti­na­te a pro­teg­ge­re le col­tu­re per le quali non è ne­ces­sa­ria nes­su­na au­to­riz­za­zio­ne o con­ces­sio­ne da parte del Co­mu­ne.”

La strut­tu­ra di ri­co­ve­ro del­l’al­le­va­men­to po­treb­be es­se­re co­sti­tui­ta da pi­la­stri­ni in legno di­spo­sti lungo il pe­ri­me­tro ester­no, sui quali pog­gia­no al­cu­ni fogli di la­mie­ra gre­ca­ta che ne co­sti­tui­sco­no il tetto a falda unica. I pi­la­stri­ni sono pian­ta­ti nel ter­re­no per un pro­fi­lo di al­me­no 80 cm pro­tet­ti da pece ed iso­lan­te che ne eviti la mar­ce­scen­za, non vi sono opere mu­ra­rie. La­te­ral­men­te la strut­tu­ra po­treb­be avere al­cu­ne tam­po­na­tu­re amo­vi­bi­li co­sti­tui­te da la­mie­ra on­du­la­ta per ri­pa­ra­re dalle in­tem­pe­rie, su tre lati. Il fron­te della strut­tu­ra è co­sti­tui­to da una re­cin­zio­ne in­cer­nie­ra­ta sui pi­la­stri­ni per per­met­te­re in­gres­so ed usci­ta degli ani­ma­li. Sui due lati del fron­te sono po­si­zio­na­te man­gia­to­ie e ab­be­ve­ra­toi. Si con­si­de­ra la pos­si­bi­li­tà di av­vi­ci­na­re al­l’in­gres­so della strut­tu­ra una strut­tu­ra por­ta-fie­no per per­met­te­re una più fa­ci­le ali­men­ta­zio­ne degli ani­ma­li quan­do sta­zio­ni­no nella strut­tu­ra di ri­co­ve­ro.
La strut­tu­ra sa­reb­be adi­bi­ta al ri­co­ve­ro tem­po­ra­neo degli ani­ma­li nei pe­rio­di con tem­pe­ra­tu­re non ido­nee alla deam­bu­la­zio­ne ed al ri­co­ve­ro se­ra­le.
La ven­ti­la­zio­ne sa­reb­be ga­ran­ti­ta dalle fi­ne­stra­tu­re la­te­ra­li (aree sco­per­te non in­te­res­sa­te da tam­po­na­tu­re), oltre che dal fron­te del­l’e­di­fi­cio.
Il fondo po­treb­be es­se­re co­sti­tui­to da de­po­si­to di pie­tra­me sul quale può es­se­re al­lo­ca­to fieno per per­met­te­re agli ani­ma­li di co­ri­car­si senza en­tra­re in di­ret­to con­tat­to con il ter­re­no e per co­sti­tui­re una zona secca ido­nea alla sta­bu­la­zio­ne. Le deie­zio­ni pro­dot­te al­l’in­ter­no della strut­tu­ra ver­reb­be­ro pe­rio­di­ca­men­te aspor­ta­te ed il fieno di fondo cam­bia­to per ga­ran­ti­re con­fort agli ani­ma­li.

 

Ni­co­lò Pas­se­ri, Dot­to­re Agro­no­mo, li­be­ro pro­fes­sio­ni­sta. Con­su­len­te per im­pre­se agri­co­le ed agroa­li­men­ta­ri in am­bi­to tec­ni­co le­ga­le. Svol­ge ana­li­si eco­no­mi­co-esti­ma­ti­ve e di mar­ke­ting dei pro­ces­si pro­dut­ti­vi. Sup­por­ta le im­pre­se nella va­lo­riz­za­zio­ne in fi­lie­ra delle pro­du­zio­ni e nello svi­lup­po e dei si­ste­mi di cer­ti­fi­ca­zio­ne vo­lon­ta­ri e re­go­la­men­ta­ti. Do­cen­te pres­so ITS Aca­de­my Agroa­li­men­ta­re.

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