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di Fran­ce­sco Ma­ri­no

 Potatura dell'olivo

“Molti ta­glia­no pochi po­ta­no”, que­sto detto de­scri­ve bene il fatto che la po­ta­tu­ra è spes­so frain­te­sa come si­no­ni­mo di ta­glia­re, men­tre in real­tà con il ter­mi­ne po­ta­tu­ra si in­ten­do­no una serie di in­ter­ven­ti e non sol­tan­to l’ aspor­ta­zio­ne di bran­che, rami, o parti di esse.
L’im­por­tan­za di tale pra­ti­ca agra­ria è stata ri­co­no­sciu­ta dai tempi an­ti­chi. Sia au­to­ri greci che la­ti­ni in­di­ca­ro­no la po­ta­tu­ra tra le  prin­ci­pa­li pra­ti­che per la col­ti­va­zio­ne. Nel corso dei se­co­li la tec­ni­ca della po­ta­tu­ra dell’ olivo ha su­bi­to una evo­lu­zio­ne pro­gres­si­va in cor­re­la­zio­ne con le con­di­zio­ni   eco­no­mi­che e le pra­ti­che col­tu­ra­li. Mo­ret­ti­ni de­fi­nì la po­ta­tu­ra come “l’ar­te di mo­di­fi­ca­re il modo na­tu­ra­le di ve­ge­ta­re degli al­be­ri allo scopo  di ot­te­ne­re il più alto red­di­to dalla col­ti­va­zio­ne”. Ve­dia­mo­ne in sin­te­si al­cu­ne note.

Morfo – bio­lo­g­ia della pian­ta d’ olivo
L’ olivo ha por­ta­men­to ba­si­to­no, con tale ter­mi­ne si in­ten­de la ten­den­za dei rami in­se­ri­ti nella parte pros­si­ma­le dell’ asse a cre­sce­re e svi­lup­par­si più di quel­li che hanno ori­gi­ne nella parte di­sta­le del ramo stes­so, se lo si la­scia cre­sce­re e svi­lup­pa­re na­tu­ral­men­te as­su­me un aspet­to ce­spu­glio­so- glo­boi­de e con il tempo la ve­ge­ta­zio­ne e la frut­ti­fi­ca­zio­ne si spo­sta­no sem­pre più verso l’e­ster­no della chio­ma. La frut­ti­fi­ca­zio­ne  av­vie­ne nor­mal­men­te sui ra­met­ti dell’ anno e più ra­ra­men­te su quel­li di due anni, que­sta co­gni­zio­ne della pian­ta è alla base di una cor­ret­ta po­ta­tu­ra di pro­du­zio­ne.
Ogni anno la pian­ta pro­du­ce rami di pro­lun­ga­men­to, pen­du­li e obli­qui, pol­lo­ni  e suc­chio­ni, su que­ste nuove cac­cia­te si de­vo­no fare delle scel­te du­ran­te la po­ta­tu­ra per pre­di­spor­re la so­sti­tu­zio­ne delle bran­che e dei ra­met­ti esau­ri­ti .

I pol­lo­ni sono rami  vi­go­ro­si che si svi­lup­pa­no dalla cep­pa­ia e lungo il tron­co, sono ca­rat­te­riz­za­ti da una ec­ces­si­va fase gio­va­ni­le e sono as­so­lu­ta­men­te ste­ri­li, men­tre i suc­chio­ni sono rami vi­go­ro­si che in­sor­go­no a li­vel­lo delle bran­che prin­ci­pa­li o nella parte me­dio-al­ta del tron­co, ge­ne­ral­men­te ste­ri­li, ma in re­la­zio­ne alla cul­ti­var pos­so­no anche fio­ri­re e frut­ti­fi­ca­re nell’ anno suc­ces­si­vo alla loro for­ma­zio­ne. En­tram­bi que­sti tipi di ramo sono in­di­ci di ele­va­ta at­ti­vi­tà ve­ge­ta­ti­va e di  squi­li­brio ve­ge­to-pro­dut­ti­vo per cui prima di eli­mi­nar­li con la po­ta­tu­ra, bi­so­gna in­ter­ro­gar­si sulla causa di tale ab­bon­dan­za.
Di so­li­to, per esem­pio, la pre­sen­za dei suc­chio­ni  è do­vu­ta a se­ve­re po­ta­tu­re e ad ec­ces­si­ve con­ci­ma­zio­ni o ir­ri­ga­zio­ni. 
Alla ve­ge­ta­zio­ne dell’ anno ap­par­ten­go­no anche ger­mo­gli de­sti­na­ti a for­ma­re i co­sid­det­ti rami a frut­to nel­l’an­no se­guen­te la loro for­ma­zio­ne, sono ca­rat­te­riz­za­ti da di­men­sio­ni medie  e da por­ta­men­to as­sur­gen­te, hanno ca­rat­te­re pro­dut­ti­vo per­chè de­sti­na­ti a fio­ri­re e frut­ti­fi­ca­re.

Obiet­ti­vi  della po­ta­tu­ra
La po­ta­tu­ra del­l’o­li­vo deve  es­se­re fatta  per rin­no­va­re i   rami pro­dut­ti­vi, eli­mi­na­re il  legno secco o dan­neg­gia­to, fa­vo­ri­re la pe­ne­tra­zio­ne  della luce e del­l’a­ria, so­ste­ne­re la cre­sci­ta ve­ge­ta­ti­va e con­te­ne­re le di­men­sio­ni dell’ al­be­ro. Inol­tre la po­ta­tu­ra delle pian­te adul­te deve ser­vi­re a pre­ve­ni­re un pre­co­ce in­vec­chia­men­to ve­ge­ta­ti­vo dell’ al­be­ro, di­mi­nui­re l’ al­ter­nan­za di pro­du­zio­ne ed   evi­ta­re ma­lat­tie do­vu­te a pa­ras­si­ti.

Tec­ni­che di po­ta­tu­ra
Visto la vasta gamma di va­ria­bi­li in gioco, è chia­ro che non può esi­ste­re un me­to­do unico di po­ta­tu­ra per tutte le si­tua­zio­ni che si pos­so­no pre­sen­ta­re in campo. No­no­stan­te la va­ria­bi­li­tà di ri­spo­ste dell’ al­be­ro agli in­ter­ven­ti di po­ta­tu­ra  è pos­si­bi­le però, in­di­vi­dua­re al­cu­ne linee guida di cui te­ne­re conto per l’e­se­cu­zio­ne della po­ta­tu­ra va­li­de nella mag­gior parte delle cir­co­stan­ze. Ve­dia­mo­le:

– La po­ta­tu­ra deve es­se­re ade­gua­ta all’ età della pian­ta.
– Nel­l’o­li­ve­to non tutti gli al­be­ri de­vo­no es­se­re po­ta­ti ogni anno.
– Si de­vo­no ese­gui­re i tagli gros­si prima di quel­li pic­co­li.
– Si pro­ce­de dall’ alto al basso.
– La po­ta­tu­ra do­vreb­be es­se­re la più ra­pi­da e sem­pli­ce pos­si­bi­le.
– La vi­go­ria dif­fe­ren­te tra le di­ver­se bran­che deve es­se­re cor­ret­ta.
– I tagli che pos­so­no es­se­re ri­man­da­ti al­l’an­no suc­ces­si­vo de­vo­no es­se­re rin­via­ti.

 

Si deve inol­tre, te­ne­re conto che l’ in­ten­si­tà di po­ta­tu­ra deve au­men­ta­re con l’età della pian­ta e che le pian­te gio­va­ni vanno po­ta­te poco. Il ta­glio più fre­quen­te che bi­so­gna pra­ti­ca­re è quel­lo di eli­mi­na­zio­ne che con­si­ste nell’ aspor­ta­zio­ne di in­te­ri rami o bran­che. La spol­lo­na­tu­ra dal pe­da­le dell’ al­be­ro, la scac­chia­tu­ra e il ta­glio di ri­tor­no, che ri­du­ce la lun­ghez­za delle bran­che non­ché il vo­lu­me com­ples­si­vo della chio­ma, sono ope­ra­zio­ni da fare con ocu­la­tez­za e con una certa fre­quen­za. Pol­lo­ni, suc­chio­ni e rami che at­tra­ver­sa­no la chio­ma da una parte all’ altra de­vo­no es­se­re eli­mi­na­ti con tagli alla base.
La po­ta­tu­ra deve es­se­re ef­fet­tua­ta nel pe­rio­do che in­ter­cor­re tra la fine dell’ in­ver­no (marzo) e la fio­ri­tu­ra (mag­gio). Co­mun­que, la scel­ta del pe­rio­do bi­so­gna le­gar­la ai ri­schi di ri­tor­no di fred­do. In linea ge­ne­ra­le i tagli de­vo­no es­se­re ef­fet­tua­ti in modo netto. Un ta­glio cor­ret­to deve avere la su­per­fi­cie di ta­glio in­cli­na­ta e li­scia, in modo da far scor­re­re via l’ acqua pio­va­na con minor ri­schio di in­sor­gen­za di mar­ciu­mi o carie del legno. Tra i vari at­trez­zi che si pos­so­no usare per la po­ta­tu­ra si ri­cor­da­no le for­bi­ci, il se­gac­cio, la mo­to­se­ga e le più nuove for­bi­ci pneu­ma­ti­che. Tutti gli at­trez­zi de­vo­no es­se­re man­te­nu­ti con lame  pu­li­te e ben af­fi­la­te, è buona norma ri­pu­li­re fre­quen­te­men­te la su­per­fi­cie di ta­glio ed even­tual­men­te prov­ve­de­re ad una loro di­sin­fe­zio­ne con ipo­clo­ri­to di sodio (la co­mu­ne va­re­chi­na), o alcol eti­li­co al 70%. Di so­li­to dopo la po­ta­tu­ra   non è ne­ces­sa­rio pro­ce­de­re ad al­cu­na di­sin­fe­zio­ne del ta­glio, tut­ta­via il trat­ta­men­to con pro­dot­ti a base di rame serve a ri­dur­re la pro­ba­bi­li­tà d’ in­tro­du­zio­ne di al­cu­ni pa­ras­si­ti  in que­gli oli­ve­ti,  dove la pre­sen­za della  rogna del­l’o­li­vo (Pseu­do­mo­nas sy­rin­gae pv sa­vo­sta­noi) crea spes­so pro­ble­mi.
Una rac­co­man­da­zio­ne fi­na­le è quel­la di te­ne­re conto del tempo im­pie­ga­to per pian­ta nella po­ta­tu­ra, per­chè anche in agri­col­tu­ra  il tempo è de­na­ro, nel dub­bio è me­glio po­ta­re poco che in modo ec­ces­si­vo.

 

Fran­ce­sco Ma­ri­no, lau­rea­to in Scien­ze Agra­rie ad in­di­riz­zo Zoo­tec­ni­co pres­so l’U­ni­ver­si­tà di Fi­ren­ze e iscrit­to al­l’or­di­ne dei Dot­to­ri Agro­no­mi di Fi­ren­ze, è at­tual­men­te Di­ret­to­re Tec­ni­co del­l’U­GC-Ci­sl (Unio­ne Ge­ne­ra­le Col­ti­va­to­ri)  della pro­vin­cia di Fi­ren­ze  e di­ri­gen­te sin­da­ca­le. Cur­ri­cu­lum vitae >>>

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