Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Paolo Pec­chio­li

Rosa Constance Spry
Con­stan­ce Spry – Rosa a ce­spu­glio mo­der­na (foto www.​agraria.​org)

Le rose sono tra le pian­te mag­gior­men­te pre­sen­ti nei giar­di­ni, per­ché si pre­sta­no a sva­ria­ti usi. Al­cu­ne spe­cie, di tipo ce­spu­glio­so, ven­go­no col­ti­va­te al­l’in­ter­no delle aiuo­le per do­na­re loro una nota di co­lo­re, altre spe­cie, dai rami lun­ghi e fles­suo­si, sono uti­liz­za­te per crea­re per­go­la­ti op­pu­re per ador­na­re o na­scon­de­re spazi mar­gi­na­li come muri o reti pe­ri­me­tra­li, sfrut­tan­do­ne la ve­ge­ta­zio­ne e so­prat­tut­to l’ab­bon­dan­te fio­ri­tu­ra pri­ma­ve­ri­le.
Co­no­sce­re il pe­rio­do e la tec­ni­ca più ido­nea per mol­ti­pli­ca­re la rosa è senza dub­bio im­por­tan­te se vo­glia­mo ar­ric­chi­re il no­stro giar­di­no di altri esem­pla­ri di que­ste ma­gni­fi­che pian­te. Il si­ste­ma più sem­pli­ce per pro­pa­ga­re le rose è sen­z’al­tro la mol­ti­pli­ca­zio­ne per talea, sia per­chè que­sta tec­ni­ca è fa­cil­men­te rea­liz­za­bi­le anche da un ama­to­re alle prime armi, sia per­chè può es­se­re ap­pli­ca­ta con buoni ri­sul­ta­ti pra­ti­ca­men­te a tutte le spe­cie di rosa, dalle spe­cie ti­pi­che alle rose ar­bu­sti­ve tra­di­zio­na­li, dalle sar­men­to­se a quel­le in mi­nia­tu­ra, senza che si ve­ri­fi­chi­no gli in­con­ve­nien­ti le­ga­ti al­l’al­tro gran­de me­to­do di mol­ti­pli­ca­zio­ne, cioè l’in­ne­sto. In­fat­ti ope­ra­re un in­ne­sto ri­chie­de espe­rien­za ed abi­li­tà, tra l’al­tro, nello sce­glie­re fusti ido­nei e nel pra­ti­ca­re l’in­ci­sio­ne nella cor­tec­cia. Inol­tre, tal­vol­ta le pian­te mol­ti­pli­ca­te per in­ne­sto pos­so­no in­sel­va­ti­chi­re. In que­sto caso sotto il punto d’in­ne­sto si sono svi­lup­pa­ti ger­mo­gli, la cui cre­sci­ta è più ve­lo­ce ri­spet­to alla parte in­ne­sta­ta so­pra­stan­te. Se que­sti ger­mo­gli sel­va­ti­ci pren­do­no il so­prav­ven­to cau­sa­no l’in­de­bo­li­men­to e de­ter­mi­na­no una cre­sci­ta sten­ta­ta o per­si­no alla morte della ve­ge­ta­zio­ne su­pe­rio­re, quel­la svi­lup­pa­ta­si dal­l’in­ne­sto da noi ope­ra­to.

Il pe­rio­do mi­glio­re per mol­ti­pli­ca­re le rose con la tec­ni­ca della talea è com­pre­so tra le ul­ti­me set­ti­ma­ne d’a­go­sto e le prime di set­tem­bre, anche se al­cu­ni au­to­ri so­sten­go­no che il pe­rio­do di tempo nel quale ef­fet­tua­re le talee si pro­trae fino ad ot­to­bre, anzi che è pro­prio ot­to­bre il mese più adat­to per la mol­ti­pli­ca­zio­ne per talea delle rose. Le talee si pre­le­va­no da un ramo se­mi­li­gni­fi­ca­to. Esse de­vo­no avere una lun­ghez­za mi­ni­ma com­pre­sa tra i 10-15 cm e de­vo­no es­se­re ab­ba­stan­za ro­bu­ste.

Le in­di­ca­zio­ni per mol­ti­pli­ca­re le rose in mi­nia­tu­ra si di­sco­sta­no leg­ger­men­te da quel­le ge­ne­ra­li sopra de­scrit­te. Ri­cor­do che le rose in mi­nia­tu­ra si con­trad­di­stin­guo­no per le pic­co­le di­men­sio­ni e per avere i fusti quasi privi di spine. Que­sto tipo di rosa ha un tempo di mol­ti­pli­ca­zio­ne de­ci­sa­men­te più lungo, in­fat­ti si pos­so­no pro­pa­ga­re con la tec­ni­ca della talea da lu­glio fino ad ot­to­bre; inol­tre le talee pos­so­no avere una lun­ghez­za molto mo­de­sta com­pre­sa tra i 5 ed i 10 cm.
E’ molto im­por­tan­te ri­vol­ge­re la no­stra at­ten­zio­ne  alle mo­da­li­tà con le quali viene ef­fet­tua­to il ta­glio. Il ta­glio con il quale ven­go­no pre­pa­ra­te le talee deve es­se­re netto e pra­ti­ca­to sotto il nodo. Il nodo è quel­la parte del fusto dove tro­via­mo le gemme e le fo­glie, ed è in­fat­ti dal nodo che si svi­lup­pe­ran­no le ra­di­ci, una volta che la talea avrà at­tec­chi­to. Le talee, prima di es­se­re im­pian­ta­te, de­vo­no es­se­re pri­va­te di quasi tutte le fo­glie, ec­cet­to quel­le che si tro­va­no nella parte api­ca­le, che do­vran­no co­mun­que es­se­re ta­glia­te tra­sver­sal­men­te a meta. Que­sta ope­ra­zio­ne per­met­te di ri­dur­re enor­me­men­te la tra­spi­ra­zio­ne, ov­ve­ro la per­di­ta di li­qui­di che av­vie­ne at­tra­ver­so le fo­glie;  senza que­sto ar­ti­fi­cio la talea si im­po­ve­ri­reb­be ec­ces­si­va­men­te di li­qui­di e l’at­tec­chi­men­to po­treb­be es­se­re più dif­fi­col­to­so. Per ri­dur­re le pos­si­bi­li­tà di in­suc­ces­so è con­si­glia­bi­le inol­tre trat­ta­re le talee con or­mo­ni ra­di­can­ti. La pro­ce­du­ra è molto sem­pli­ce: in­fat­ti è suf­fi­cien­te im­mer­ge­re la base delle talee negli or­mo­ni ra­di­can­ti e pro­ce­de­re im­me­dia­ta­men­te dopo alla pian­ta­gio­ne.
La pian­ta­gio­ne si ef­fet­tua in con­te­ni­to­ri ab­ba­stan­za pro­fon­di per­ché la talea deve es­se­re in­ter­ra­ta per circa 2/3 della sua lun­ghez­za. La pian­ta­gio­ne può es­se­re ef­fet­tua­ta in­dif­fe­ren­te­men­te in un gran­de con­te­ni­to­re che ospi­ta un gran nu­me­ro di talee op­pu­re in va­set­ti sin­go­li. Le talee do­vran­no ri­ma­ne­re in que­sta col­lo­ca­zio­ne dai 12 ai 24 mesi, se­con­do il grado di svi­lup­po delle pian­ti­cel­le.
La pro­ce­du­ra di espian­to sarà di­ver­sa se le talee sono state col­ti­va­te in sin­go­li vasi o in­sie­me in un unico con­te­ni­to­re. Ogni talea che avrà at­tec­chi­to nel pro­prio va­set­to potrà es­se­re posta a di­mo­ra o col­lo­ca­ta in un vaso più gran­de di­ret­ta­men­te col pane di terra, e non andrà in­con­tro ad una crisi di tra­pian­to, dato che l’ap­pa­ra­to ra­di­ca­le ri­ma­ne in­te­gro. Que­sta ope­ra­zio­ne può es­se­re ef­fet­tua­ta in qual­sia­si pe­rio­do del­l’an­no senza al­cu­na dif­fi­col­tà, ap­pun­to per­ché non viene al­te­ra­ta in­te­gri­tà del pane di terra e delle ra­di­ci. In­ve­ce, quan­do espian­tia­mo le talee che hanno at­tec­chi­to in un unico con­te­ni­to­re, è im­pos­si­bi­le con­ser­va­re il pane di terra e l’in­te­gri­tà delle ra­di­ci a causa del gro­vi­glio di ra­di­ci che si è for­ma­to nel ter­re­no. Que­sto è il mo­ti­vo per cui que­sta ope­ra­zio­ne dovrà es­se­re ef­fet­tua­ta ne­ces­sa­ria­men­te in in­ver­no, nel pe­rio­do di ri­po­so ve­ge­ta­ti­vo. Co­mun­que non pre­oc­cu­pia­mo­ci ec­ces­si­va­men­te, le rose su­pe­ra­no fa­cil­men­te la crisi di tra­pian­to e la ri­du­zio­ne del­l’ap­pa­ra­to ra­di­ca­le sti­mo­la l’e­mis­sio­ne di nuove ra­di­ci anche prima della messa a di­mo­ra.

Il ter­ric­cio dove ven­go­no poste le talee di rosa deve pos­se­de­re re­qui­si­ti di leg­ge­rez­za e per­mea­bi­li­tà al­l’ac­qua. Una com­po­sta leg­ge­ra fa­ci­li­ta la ra­di­ca­zio­ne; in­fat­ti le ra­di­ci della pian­ta pe­ne­tra­no age­vol­men­te in que­sto sub­stra­to men­tre un sub­stra­to molto com­pat­to ral­len­te­reb­be la ra­di­ca­zio­ne e lo svi­lup­po ge­ne­ra­le della pian­ta. Inol­tre un sub­stra­to leg­ge­ro fa­ci­li­ta la cir­co­la­zio­ne del­l’a­ria e del­l’ac­qua.
La per­mea­bi­li­tà al­l’ac­qua im­pli­ca l’as­sen­za di ri­sta­gni: l’ac­qua in ec­ces­so deve de­flui­re via dai fori di scolo del vaso. In un ter­ric­cio pe­san­te, ciò non si ve­ri­fi­ca, l’at­tec­chi­men­to delle talee di rosa è for­te­men­te pre­giu­di­ca­to, per­ché si fa con­cre­ta la pos­si­bi­li­tà di mar­ce­scen­za delle talee.
Il ter­ric­cio con­si­glia­to per le talee di rosa è com­po­sto da torba e sab­bia in parti ugua­li. Inol­tre la torba, aven­do un alto po­te­re di as­sor­bi­men­to, as­si­cu­ra alle talee quel­la umi­di­tà ne­ces­sa­ria in un pe­rio­do sta­gio­na­le dove le tem­pe­ra­tu­re sono molto alte.

Rosa Levigata
Rosa Le­vi­ga­ta – Cina; sin. The Che­ro­kee Rose (foto www.​agraria.​org)

Le talee, su­bi­to dopo la pian­ta­gio­ne, tro­va­no una si­tua­zio­ne cli­ma­ti­ca che non è svan­tag­gio­sa di per se, ma può co­mun­que crea­re loro pro­ble­mi. L’e­spo­si­zio­ne alla luce di­ret­ta del sole deve es­se­re evi­ta­ta po­nen­do il con­te­ni­to­re con le talee in un luogo par­zial­men­te om­breg­gia­to. Que­sto ac­cor­gi­men­to con­sen­te di evi­ta­re alle talee una ec­ces­si­va tra­spi­ra­zio­ne. In­fat­ti esse, non aven­do an­co­ra un ap­pa­ra­to ra­di­ca­le, non po­treb­be­ro as­sor­bi­re la quan­ti­tà d’ac­qua di cui ab­bi­so­gna­no, ed esau­ri­reb­be­ro ve­lo­ce­men­te le so­stan­ze di ri­ser­va pre­sen­ti al loro in­ter­no. In que­ste con­di­zio­ni lo sfor­zo ri­chie­sto per at­tec­chi­re sa­reb­be enor­me.
L’al­ta tem­pe­ra­tu­ra am­bien­ta­le che si re­gi­stra tra la fine di ago­sto e l’i­ni­zio di set­tem­bre non è og­get­ti­va­men­te un ele­men­to ne­ga­ti­vo: in­fat­ti tem­pe­ra­tu­re ab­ba­stan­za alte fa­ci­li­ta­no la ra­di­ca­zio­ne delle talee. Però le alte tem­pe­ra­tu­re au­men­ta­no la pos­si­bi­li­tà che il ter­ric­cio ri­la­sci molta del­l’u­mi­di­tà, ne­ces­sa­ria alle talee per ra­di­ca­re. Per evi­ta­re que­sto in­con­ve­nien­te è suf­fi­cien­te col­lo­ca­re le talee in un luogo meno espo­sto ai raggi so­la­ri ma sarà fon­da­men­ta­le an­naf­fia­re le talee molto spes­so in modo tale che il ter­ric­cio sia co­stan­te­men­te umido.

Rosa Meillandina
Rosa Meil­lan­di­na – Rosa Ram­pi­can­te (foto www.​agraria.​org)

Ri­fe­ri­men­ti bi­blio­gra­fi­ci
– AA.​VV. “Il gran­de libro dei fiori e delle pian­te” Se­le­zio­ne dal Rea­der’s Di­ge­st – Mi­la­no – 1978
– Eral­do Su­si­ni “I miei fiori e il mio giar­di­no” Eda­gri­co­le

Paolo Pec­chio­li, Agro­tec­ni­co, è in pos­ses­so del di­plo­ma di qua­li­fi­ca di or­to-flo­ri­col­to­re. At­tual­men­te ri­co­pre la man­sio­ne di As­si­sten­te tec­ni­co pres­so l’I­sti­tu­to Tec­ni­co Agra­rio di Fi­ren­ze.

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