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di D. Carnicella, M. Difonzo, M. Selvaggi

Asino di Martina Franca
Asini di Martina Franca

Origini della razza
Secondo le tradizioni popolari l’asino di Martina Franca discenderebbe dall’incrocio di soggetti autoctoni, dalle forme sviluppate e dal mantello piuttosto scuro, con soggetti catalani importati in Puglia agli inizi del XVI secolo durante la dominazione spagnola. Il Montanaro (1930) riferisce che l’importazione di asini spagnoli sarebbe stata unica e relativa a 15 soggetti, avvenuta in epoca non ben precisata. Non vi è traccia di ulteriori importazioni. L’asino di Martina Franca è di tipo mesomorfo e, nel complesso, mostra uno sviluppo armonico delle forme con una altezza al garrese compresa tra 135-160 cm (Tortorelli 1973), caratterizzato da eccezionale robustezza, buona nevrilità, temperamento piuttosto vivace; grazie alla sua frugalità si adatta molto bene ai terreni marginali e pietrosi. Questa razza ha il mantello costituito da abbondante pelame baio scuro (morello) con muso, regione sternale, addome ed interno cosce di colore grigio scuro; le cavità orbitali e la parte superiore del muso possono riportare una striscia di colore rossiccio (Gandini e Rognoni, 1997). Ottimo produttore di muli, l’asino di Martina Franca è stato da epoca remota richiesto ed apprezzato sia in Italia che all’estero contribuendo anche al miglioramento di altre popolazioni asinine. Nel 1926 comincia l’opera di selezione di questa razza da parte dell’allora Ministero dell’Agricoltura e Foreste e di quello della Guerra alla luce dei risultati ottenuti dai muli figli di asini martinesi durante la guerra 1915-1918. tali fenomeni hanno contribuito all’opera di recupero mirata alla regolazione ed al controllo delle esportazioni poiché i soggetti migliori erano fortemente richiesti dal mercato europeo e conseguentemente sottratti dalla riproduzione in razza. Nello stesso momento storico è datato il primo vero programma di miglioramento della razza, gestito dall’allora Deposito Stalloni di Foggia, concretizzatosi con l’istituzione del Libro di Selezione della razza e l’elargizione di premi per gli allevatori. Dopo il secondo conflitto mondiale si è assistito ad un calo di interesse per l’allevamento di questi asini aggravato anche dalla concomitante progressiva meccanizzazione dell’agricoltura e dal mancato interesse da parte dell’Esercito Italiano che sino ad allora era stato il maggior acquirente. Nel 1948 viene istituita l’Associazione degli Allevatori dell’Asino di Martina Franca e del Cavallo delle Murge allo scopo di migliorare e commercializzare queste due importanti razze autoctone pugliesi.
Negli ultimi anni, parallelamente alla riduzione della numerosità della razza si è registrato un aumento della consanguineità i cui riflessi negativi si sono resi più evidenti a carico della sfera riproduttiva delle fattrici e delle dimensioni, in particolare con un abbassamento della taglia.

Asini di Martina Franca
Asini di Martina Franca

L’asino di Martina Franca oggi
Da un nostro recente studio (Carnicella et al 2006) condotto su 316 soggetti maschi nati a partire dal 1966 presso diverse aziende distribuite sul territorio pugliese, emerge, nel periodo 1966-1997, un progressivo abbassamento dell’altezza al garrese (da 140 cm a 138 cm), un calo del peso (da 314 kg a 308 kg,), una riduzione della circonferenza dello stinco di circa mezzo centimetro (passando da 21,5 cm a 21 cm), con una circonferenza toracica di valore medio pari a 157 cm. Nell’ultimo periodo preso in esame (1998-2002) si registra una inversione di tendenza relativa all’altezza al garrese che si attesta intorno a valori di circa 142 cm; tuttavia si osserva un ulteriore calo del peso (302 kg); riduzione della circonferenza dello stinco (19 cm) e ridimensionamento della circonferenza toracica (154 cm).

 Misurazioni biometriche e peso dell’Asino di Martina
 Franca registrato nel quinquennio 1998-2002

 Altezza al garrese

 cm  141,96

 Circonferenza toracica

 cm  153,67

 Circonferenza stinco

 cm  19,35

 Peso

 kg  301,68

Conclusioni
Dalla valutazione preliminare dei dati relativi alle caratteristiche biometriche, si evince come l’asino di Martina Franca abbia riacquistato l’altezza originaria probabilmente grazie all’aumento del numero di soggetti allevati che ha permesso di contrastare gli effetti negativi della consanguineità. L’aumento della numerosità della razza è attualmente reso possibile da un utilizzo alternativo dell’asino per attività outdoor sportive e rieducative (onoterapia), più di recente si sono infine aperti due nuovi importanti sbocchi per il mercato: quali la produzione di latte di asina per uso pediatrico e per l’industria cosmetica, nonché la produzione di carne di asino per il consumo fresco e per la produzione di insaccati. Tutto ciò sembra riscontrare l’entusiasmo per agli appassionati delle tradizioni locali consentendo loro di  proseguire nel lavoro di recupero di un patrimonio zootecnico a rischio di estinzione.

Bibliografia
Carnicella D., Padalino B., Dario C., Bufano G. 2006. Indagine retrospettiva sulle caratteristiche morfologiche dell’Asino di Martina Franca. 8° Convegno “Nuove acquisizioni in materia di Ippologia” Campobasso, 23 Giugno – 29-34
Gandini G., Rognoni G., 1997. Atlante etnografico delle popolazioni equine e asinine italiane per la salvaguardia delle risorse genetiche. Ed. Cittàstudi, Torino.
Montanaro C., 1930. L’Asino di Martina Franca”. Rivista di Zootecnia. Fi
Tortorelli N., 1976. Zootecnia Speciale. Ed agricole, Bologna, 375pp.

D. Carnicella*∞, M. Difonzo*, M. Selvaggi*
*Dipartimento di Sanità e Benessere degli Animali
Università degli Studi di Bari – Valenzano (BA) – Italia
∞Associazione RARE, Razze Autoctone a Rischio Estinzione

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