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di Do­na­to Fer­ruc­ci

Con De­cre­to del MASAF N.0145663 del 27/03/2024, la Bioa­gr­i­cert srl è stata au­to­riz­za­ta ad ef­fet­tua­re i con­trol­li per l’IGP (In­di­ca­zio­ne geo­gra­fi­ca pro­tet­ta) “Aspa­ra­go verde di Ca­ni­no”. L’in­di­ca­zio­ne è re­gi­stra­ta in am­bi­to Unio­ne eu­ro­pea per ef­fet­to del Reg. (UE) 2023/2483 del 6 no­vem­bre 2023 e reca l’i­scri­zio­ne nel re­gi­stro delle de­no­mi­na­zio­ni di ori­gi­ne pro­tet­te e delle in­di­ca­zio­ni geo­gra­fi­che pro­tet­te della de­no­mi­na­zio­ne in que­stio­ne.
Asparago verde di Canino

De­li­mi­ta­zio­ne della zona geo­gra­fi­ca

La zona di pro­du­zio­ne dell’«Aspa­ra­go verde di Ca­ni­no» IGP ri­ca­de nel ter­ri­to­rio am­mi­ni­stra­ti­vo dei co­mu­ni di

  • Ca­ni­no,
  • Cel­le­re,
  • Mon­tal­to di Ca­stro,
  • Tar­qui­nia,
  • Tu­sca­nia,
  • Tes­sen­na­no,
  • Ar­le­na di Ca­stro.

Fasi spe­ci­fi­che della pro­du­zio­ne che de­vo­no aver luogo nella zona geo­gra­fi­ca iden­ti­fi­ca­ta
Tutte le ope­ra­zio­ni di pro­du­zio­ne dell’«Aspa­ra­go verde di Ca­ni­no» I.G.P. (col­ti­va­zio­ne, pu­li­tu­ra, cer­ni­ta, la­vag­gio, ca­li­bra­zio­ne, ta­glio, am­maz­zet­ta­men­to e sud­di­vi­sio­ne in base alla ca­te­go­ria mer­ceo­lo­gi­ca) vanno ef­fet­tua­te nel­l’am­bi­to del ter­ri­to­rio de­li­mi­ta­to dal di­sci­pli­na­re. 

Il logo e la men­zio­ne pre­vi­sti (Norme spe­ci­fi­che in ma­te­ria di eti­chet­ta­tu­ra del pro­dot­to)
La con­fe­zio­ne, oltre alle in­for­ma­zio­ni ob­bli­ga­to­rie pre­vi­ste dalla spe­ci­fi­ca nor­ma­ti­va na­zio­na­le ed eu­ro­pea, reca ob­bli­ga­to­ria­men­te sul­l’e­ti­chet­ta a ca­rat­te­ri di stam­pa chia­ri e leg­gi­bi­li, oltre al sim­bo­lo gra­fi­co eu­ro­peo della IGP e al logo della IGP, le se­guen­ti ul­te­rio­ri in­di­ca­zio­ni:

  • «Aspa­ra­go verde di Ca­ni­no» se­gui­ta dal­l’a­cro­ni­mo IGP (In­di­ca­zio­ne Geo­gra­fi­ca Pro­tet­ta) o dalla di­ci­tu­ra In­di­ca­zio­ne Geo­gra­fi­ca Pro­tet­ta;
  • Nome o ra­gio­ne so­cia­le ed in­di­riz­zo o sede del pro­dut­to­re sin­go­lo e/o as­so­cia­to e/o del con­fe­zio­na­to­re;

È con­sen­ti­to l’u­ti­liz­zo di in­di­ca­zio­ni che fac­cia­no ri­fe­ri­men­to a nomi o ra­gio­ni so­cia­li o mar­chi pri­va­ti pur­ché non ab­bia­no si­gni­fi­ca­to lau­da­ti­vo o tali da trar­re in in­gan­no il con­su­ma­to­re.
La di­zio­ne «In­di­ca­zio­ne geo­gra­fi­ca pro­tet­ta» può es­se­re ri­pe­tu­ta in altra parte del con­te­ni­to­re o del­l’e­ti­chet­ta anche in forma di acro­ni­mo «I.G.P.».
È vie­ta­ta l’ag­giun­ta di qual­sia­si qua­li­fi­ca­zio­ne non espres­sa­men­te pre­vi­sta. 

Asparago verde di Canino IGP

Ca­rat­te­ri­sti­che del pro­dot­to «Aspa­ra­go verde di Ca­ni­no»
L’In­di­ca­zio­ne è ri­ser­va­ta ai tu­rio­ni di aspa­ra­go ap­par­te­nen­ti alla fa­mi­glia delle Li­lia­ceae, va­rie­tà Aspa­ra­gus of­fi­ci­na­lis L., ti­po­lo­gia verde, ri­con­du­ci­bi­li alle se­guen­ti cul­ti­var: Atlas, Gran­de, UC157, Ve­ga­lim, Star­lim, Italo, At­ti­cus, Ver­dus. L’or­ti­co­la al­l’at­to del­l’im­mis­sio­ne al con­su­mo deve avere le se­guen­ti ca­rat­te­ri­sti­che mor­fo­lo­gi­che, mer­ceo­lo­gi­che, or­ga­no­let­ti­che e chi­mi­co-fi­si­che:

Ca­rat­te­ri­sti­che mor­fo­lo­gi­che:

  • co­lo­re verde bril­lan­te su tutto il gambo, con sfu­ma­tu­re vio­la­cee al­l’a­pi­ce;
  • in­te­ro, con por­ta­men­to eret­to e apice stret­to e chiu­so; con­si­sten­za soda, non flac­ci­da;
  • pu­li­to, privo di terra o di qual­sia­si altra im­pu­ri­tà.

Ca­rat­te­ri­sti­che mer­ceo­lo­gi­che:

  • Ca­te­go­ria Extra: dia­me­tro del tu­rio­ne > di 16 mm;
  • Ca­te­go­ria I: dia­me­tro del tu­rio­ne tra 10,1 e 16 mm;
  • Ca­te­go­ria II (detta aspa­ra­gi­na): dia­me­tro del tu­rio­ne tra 8 – 10 mm.

È am­mes­sa una tol­le­ran­za del +/- 10 % in peso di tu­rio­ni non ri­spon­den­ti al dia­me­tro in­di­ca­to al­l’in­ter­no della stes­sa con­fe­zio­ne.

Ca­rat­te­ri­sti­che or­ga­no­let­ti­che:

  • odore: da de­li­ca­to a in­ten­so, privo di note ano­ma­le;
  • sa­po­re: dolce, con re­tro­gu­sto er­ba­ceo.

Ca­rat­te­ri­sti­che chi­mi­co-fi­si­che:

  • ferro: mag­gio­re di 1 mg/100 g;
  • ma­gne­sio: mag­gio­re di 10 mg/100 g.

Il pro­dot­to deve inol­tre avere tu­rio­ni pieni (non vuoti) e privi di spac­ca­tu­re. Per l’u­ni­for­mi­tà di tutta la parte edule e per l’as­sen­za di scar­to, viene de­fi­ni­to «man­gia­tut­to».
Il pro­dot­to è im­mes­so al con­su­mo allo stato fre­sco o sur­ge­la­to o con­ge­la­to (III gamma)

Im­mis­sio­ne al con­su­mo
Per l’im­mis­sio­ne al con­su­mo il con­fe­zio­na­men­to dell’«Aspa­ra­go verde di Ca­ni­no» I.G.P. deve es­se­re ef­fet­tua­to in una delle ti­po­lo­gie di con­fe­zio­ni di se­gui­to ri­por­ta­te.
Per il pro­dot­to fre­sco, con­fe­zio­na­to in mazzi, op­por­tu­na­men­te le­ga­ti e pa­reg­gia­ti alla base me­dian­te ta­glio ma­nua­le o mec­ca­ni­co se­con­do le se­guen­ti ti­po­lo­gie di con­fe­zio­ni:

  • faz­zo­let­ti di ma­te­ria­le per uso ali­men­ta­re del peso com­pre­so tra 0.250 e 1 000 g;
  • fa­scet­te per uso ali­men­ta­re del peso com­pre­so tra 0,250 e 1 000 g;
  • va­schet­te di ma­te­ria­le per uso ali­men­ta­re del peso com­pre­so tra 0,125 e 1 000 g;
  • sca­to­le-box di ma­te­ria­le per uso ali­men­ta­re del peso com­pre­so tra 1 e 6 kg;
  • cas­set­te di ma­te­ria­le per uso ali­men­ta­re del peso com­pre­so tra 1 e 12 kg;

È am­mes­sa la ven­di­ta di tu­rio­ni sciol­ti in im­bal­lag­gi di ma­te­ria­le per uso ali­men­ta­re del peso mas­si­mo di 12 kg; tale im­bal­lag­gio deve es­se­re chiu­so da una re­ti­na o altro ma­te­ria­le ido­neo ai pro­dot­ti ali­men­ta­ri, non­ché dalla fa­scia con­te­nen­te le in­for­ma­zio­ni pre­vi­ste per l’e­ti­chet­ta­tu­ra «Aspa­ra­go verde di Ca­ni­no» I.G.P. in modo da pro­teg­ge­re il pro­dot­to da even­tua­li ma­no­mis­sio­ni.

Per la III gamma:

  • in buste di ma­te­ria­le per uso ali­men­ta­re, si­gil­la­ta, in at­mo­sfe­ra con­trol­la­ta, da 0,10 kg a 10 kg;
  • in buste di ma­te­ria­le per uso ali­men­ta­re si­gil­la­ta, sot­to­vuo­to da 0,5 kg a 10 kg.

Tutte le con­fe­zio­ni de­vo­no es­se­re in ma­te­ria­le ido­neo al­l’u­so ali­men­ta­re e si­gil­la­te in modo tale che il pro­dot­to non possa es­se­re estrat­to senza la rot­tu­ra della con­fe­zio­ne stes­sa.

Ul­te­rio­ri in­for­ma­zio­ni utili
Col­ti­va­zio­ne, bo­ta­ni­ca e sto­ria
L’a­spa­ra­go verde di Ca­ni­no è una Li­lia­cea (Aspa­ra­gus of­fi­ci­na­lis L.). Si pre­sen­ta come un tu­rio­ne di medie/gran­di di­men­sio­ni, a por­ta­men­to eret­to, con apice sem­pre stret­to e chiu­so.
Il co­lo­re verde bril­lan­te, ti­pi­co di que­sto ve­ge­ta­le, è do­vu­to alle par­ti­co­la­ri con­di­zio­ni pe­do­cli­ma­ti­che del ter­ri­to­rio, ai suoli vul­ca­ni­ci, ric­chi di po­tas­sio e di sali mi­ne­ra­li, so­prat­tut­to ferro e ma­gne­sio, che ne in­fluen­za­no il co­lo­re.
La scar­sa fi­bro­si­tà del pro­dot­to ed al fatto che viene rac­col­to ta­glian­do il tu­rio­ne sopra il li­vel­lo del ter­re­no senza aspor­ta­re la parte fi­bro­sa (bian­ca) por­ta­no al­l’ap­pel­la­ti­vo di «man­gia­tut­to» per il pro­dot­to in que­stio­ne.
Aspet­to, con­si­sten­za e fra­gran­ze sono ca­rat­te­ri­sti­che de­ter­mi­na­te dalle fa­vo­re­vo­li con­di­zio­ni agro-pe­do­cli­ma­ti­che e dalle tec­ni­che di col­ti­va­zio­ne messe in atto. La na­tu­ra del ter­re­no gioca un ruolo fon­da­men­ta­le, in­fat­ti, l’a­rea­le di col­ti­va­zio­ne pre­sen­ta suoli a tes­si­tu­ra fran­co o fran­co sab­bio­so-ar­gil­lo­sa, in ge­ne­re su su­per­fi­ci cal­ca­ree e de­po­si­ti vul­ca­ni­ci, con buona fer­ti­li­tà. Ele­men­ti che fa­ci­li­ta­no l’e­mer­gen­za del tu­rio­ne.
Le ca­rat­te­ri­sti­che idro­lo­gi­che dei suoli im­pe­di­sco­no ri­sta­gni idri­ci nei pe­rio­di pio­vo­si. In par­ti­co­la­re i ter­re­ni ri­sul­ta­no avere alti li­vel­li di cal­cio, po­tas­sio ma so­prat­tut­to di ferro e ma­gne­sio tanto da ca­rat­te­riz­za­re qua­li­ta­ti­va­men­te il pro­dot­to nel con­te­nu­to in ferro e ma­gne­sio. La vi­ci­nan­za del mare, il clima mite, ge­ne­ra con­di­zio­ni par­ti­co­lar­men­te fa­vo­re­vo­li per lo svi­lup­po del­l’a­spa­ra­go, per­met­ten­do una pro­du­zio­ne pre­co­ce già dai primi di gen­na­io, emet­ten­do tu­rio­ni adat­ti per la rac­col­ta.
Anche il re­gi­me plu­vio­me­tri­co della zona ri­sul­ta estre­ma­men­te omo­ge­neo e ca­rat­te­riz­za­to, da una quan­ti­tà di piog­gia cu­mu­la­ta/anno media di poco più di circa 472 mm. Le pre­ci­pi­ta­zio­ni sono con­cen­tra­te nel pe­rio­do au­tun­no in­ver­no, con il pe­rio­do di ari­di­tà nei mesi di esti­vi.
La col­ti­va­zio­ne, in­tro­dot­ta nel­l’a­rea­le verso la fine degli anni ’70 dello scor­so se­co­lo, ha sti­mo­la­to l’e­la­bo­ra­zio­ne di stru­men­ti adat­ti allo scal­zo del­l’a­spa­ra­go con un’at­ten­zio­ne par­ti­co­la­re ai me­to­di di rac­col­ta ma­nua­le ai fini di ga­ran­ti­re la qua­li­tà del pro­dot­to.
L’a­spa­ra­go verde di Ca­ni­no pre­sen­ta va­li­de qua­li­tà or­ga­no­let­ti­che e nu­tri­zio­na­li dato il te­no­re in car­boi­dra­ti, circa 3,2%, pro­tei­ne, 3%, è ricco in vi­ta­mi­ne A, B1, B2 e C, cal­cio, fo­sfo­ro e ferro. L’ap­por­to ener­ge­ti­co: 34 K cal/100g.
Come tutte le altre ti­po­lo­gie di aspa­ra­gi, sono at­tri­bui­te alla ca­te­go­ria al­cu­ne virtù do­vu­te anche al ri­dot­to ap­por­to ca­lo­ri­co, pari a 34 Kcal per 100 gram­mi di pro­dot­to, e la gran­de quan­ti­tà di fibre ne ren­do­no idea­le il con­su­mo in diete ipo­ca­lo­ri­che, fa­vo­ren­do la di­ge­stio­ne e il fun­zio­na­men­to in­te­sti­na­le.

Tec­ni­ca col­tu­ra­le ge­ne­ra­le
l ter­re­no viene pre­pa­ra­to ef­fet­tuan­do una aper­tu­ra dei sol­chi di 50-70 cm di pro­fon­di­tà su cui ven­go­no tra­pian­ta­ti i tu­rio­ni. Trat­tan­do­si di una col­tu­ra po­lien­na­le con du­ra­ta di 8-10 anni, ogni anno ven­go­no tra­pian­ta­te le pian­ti­ne in­te­re o le “zampe” (pian­ti­ne di 1 anno circa). Nel caso delle “zampe” i sol­chi ven­go­no ri­co­per­ti con la terra; men­tre con il tra­pian­to delle pian­ti­ne il solco ri­ma­ne aper­to e chiu­so man mano che la pian­ta cre­sce. L’e­po­ca del tra­pian­to va da fine marzo a giu­gno. I sesti d’im­pian­to pre­ve­do­no una di­stan­za fra i tu­rio­ni di 1,5 metri circa. L’ir­ri­ga­zio­ne viene ef­fet­tua­ta per asper­sio­ne o a goc­cia.
La col­tu­ra ri­cor­re anche alla tec­ni­ca della geo­ter­mia per la pro­du­zio­ne in col­tu­ra pro­tet­ta. Le ra­di­ci ven­go­no ri­scal­da­te at­tra­ver­so ma­ni­chet­te in­ter­ra­te in cui passa acqua calda pro­ve­nien­te da falde af­fio­ran­ti. Nel pe­rio­do in­ver­na­le la parte edule viene pro­tet­ta in tun­nel di po­lie­ti­le­ne man­te­nen­do mi­cro­cli­ma caldo, idea­le per l’a­spa­ra­go. La pra­ti­ca con­sen­te la rac­col­ta del­l’a­spa­ra­go può av­ve­ni­re anche nei mesi in­ver­na­li, gen­na­io/feb­bra­io.
Per la col­tu­ra in pieno campo la rac­col­ta av­vie­ne fra gen­na­io/giu­gno e set­tem­bre/ot­to­bre; ge­ne­ral­men­te a mano con l’au­si­lio di un col­tel­lo prov­vi­sto di lama/pa­let­ta ter­mi­na­le. In que­sto modo si rac­co­glie il tu­rio­ne leg­ger­men­te sotto la ra­di­ce.

Tec­ni­che di col­ti­va­zio­ne pre­vi­ste dal di­sci­pli­na­re
La tec­ni­ca di col­ti­va­zio­ne dell’ “Aspa­ra­go verde di Ca­ni­no” si basa sulle pra­ti­che tra­di­zio­nal­men­te se­gui­te nella zona de­li­mi­ta­ta al­l’art. 3 del pre­sen­te di­sci­pli­na­re. La col­ti­va­zio­ne deve es­se­re ef­fet­tua­ta in pieno campo o in col­tu­ra pro­tet­ta, uti­liz­zan­do pian­ti­ne o zampe. L’A­spa­ra­gia­ia ha una du­ra­ta mas­si­ma di 15 anni. Non è am­mes­so l’im­pie­go di va­rie­tà ge­ne­ti­ca­men­te mo­di­fi­ca­te.
Pre­pa­ra­zio­ne del ter­re­no nuovo im­pian­to.
I la­vo­ri pre­pa­ra­to­ri hanno lo scopo di crea­re un buon “letto di tra­pian­to” per con­sen­ti­re un ade­gua­to svi­lup­po dei tu­rio­ni non­ché uno sgron­do re­go­la­re delle acque in ec­ces­so.
Nel pe­rio­do di ago­sto-ot­to­bre deve es­se­re ef­fet­tua­ta un’a­ra­tu­ra pro­fon­da di al­me­no 50 cm, che per­met­te agli agen­ti at­mo­sfe­ri­ci in­ver­na­li di agire di­sgre­gan­do le zolle più gros­se ot­te­nen­do una tes­si­tu­ra più ido­nea per l’im­pian­to.
Se­guo­no le la­vo­ra­zio­ni di af­fi­na­men­to del ter­re­no (er­pi­ca­tu­re) da ef­fet­tua­re da ot­to­bre ad apri­le, che ser­vo­no a pre­di­spor­re l’a­per­tu­ra di sol­chi dove an­dran­no a di­mo­ra le pian­te.
Tra­pian­to
L’e­po­ca per il tra­pian­to delle zampe è com­pre­sa tra il mese di feb­bra­io ed il mese di giu­gno, men­tre quel­la per le pian­ti­ne è tra apri­le e giu­gno.
L’in­ve­sti­men­to mas­si­mo d’im­pian­to per et­ta­ro è di 34.000 zampe o pian­ti­ne.
La messa a di­mo­ra av­vie­ne tra­mi­te sol­chi pro­fon­di tra 25 e 45 cm in modo da con­sen­ti­re alle ra­di­ci di svi­lup­par­si alla giu­sta pro­fon­di­tà.
Nel caso delle “zampe” i sol­chi ven­go­no su­bi­to ri­co­per­ti con la terra; men­tre con il tra­pian­to delle pian­ti­ne il solco ri­ma­ne aper­to e chiu­so man mano che la pian­ta cre­sce.
Ir­ri­ga­zio­ne
Sono am­mes­se le se­guen­ti tec­ni­che di ir­ri­ga­zio­ne: asper­sio­ne o ir­ri­ga­zio­ne a goc­cia e la sub- ir­ri­ga­zio­ne.
Con­ci­ma­zio­ne, Di­fe­sa fi­to­sa­ni­ta­ria e Di­ser­bo
De­vo­no es­se­re ef­fet­tua­te ap­pli­can­do quan­to di­spo­sto dalle norme con­te­nu­te nei di­sci­pli­na­ri ema­na­ti dalla Re­gio­ne Lazio in ma­te­ria di pro­du­zio­ne in­te­gra­ta.
Ope­ra­zio­ni col­tu­ra­li su im­pian­ti esi­sten­ti
Da no­vem­bre a feb­bra­io, dopo il na­tu­ra­le e fi­sio­lo­gi­co dis­sec­ca­men­to delle fron­de, al ter­mi­ne del ciclo ve­ge­ta­ti­vo, la parte aerea della pian­ta viene trin­cia­ta così da per­met­te­re la pu­li­zia del campo da re­si­dui della ve­ge­ta­zio­ne pre­ce­den­te e far sì che essi ap­por­ti­no so­stan­za or­ga­ni­ca al ter­re­no, mi­glio­ran­do­ne anche la strut­tu­ra e fa­ci­li­tan­do la ri­ge­ne­ra­zio­ne dei tu­rio­ni per la nuova cam­pa­gna pro­dut­ti­va.
Ope­ra­zio­ni col­tu­ra­li am­mes­se: geo­ter­mia
In col­tu­ra pro­tet­ta è am­mes­so il ri­cor­so alla geo­ter­mia con l’im­pie­go di acqua calda na­tu­ra­le pro­ve­nien­te da falde af­fio­ran­ti pre­sen­ti nella zona di cui al­l’art. 3.
La parte edule dei tu­rio­ni viene pro­tet­ta in tun­nel di po­lie­ti­le­ne e le ra­di­ci ven­go­no ri­scal­da­te at­tra­ver­so tubi in­ter­ra­ti in cui scor­re acqua calda.
In que­sto modo si crea un mi­cro­cli­ma caldo, idea­le per l’”Aspa­ra­go verde di Ca­ni­no” IGP, che per­met­te una rac­col­ta a par­ti­re dal mese di gen­na­io.
Av­vi­cen­da­men­to col­tu­ra­le
Il reim­pian­to dell’“Aspa­ra­go verde di Ca­ni­no” I.G.P. è con­sen­ti­to sui ter­re­ni non prima di 5 anni dal­l’e­spian­to della vec­chia aspa­ra­gia­ia.
Sono vie­ta­te pre­ces­sio­ni e suc­ces­sio­ni col­tu­ra­li di ca­ro­ta, bar­ba­bie­to­la, erba me­di­ca, tri­fo­glio e pa­ta­ta.
Rac­col­ta
La rac­col­ta av­vie­ne nel pe­rio­do gen­na­io/giu­gno e set­tem­bre/ot­to­bre a mano con l’au­si­lio di un col­tel­lo prov­vi­sto di lama/pa­let­ta ter­mi­na­le in modo da ta­glia­re il tu­rio­ne leg­ger­men­te sotto la su­per­fi­cie del ter­re­no. La pro­du­zio­ne annua mas­si­ma è di 12 t/ha.
La­vo­ra­zio­ni po­st-rac­col­ta
L’ “Aspa­ra­go verde di Ca­ni­no” IGP deve es­se­re con­se­gna­to in mazzi o alla rin­fu­sa al cen­tro di la­vo­ra­zio­ne. Qui viene sot­to­po­sto a pu­li­tu­ra, cer­ni­ta, la­vag­gio, ca­li­bra­zio­ne, ta­glio, am­maz­zet­ta­men­to e sud­di­vi­sio­ne in base alla ca­te­go­ria mer­ceo­lo­gi­ca. Gli aspa­ra­gi ven­go­no poi pa­reg­gia­ti alla base me­dian­te ta­glio ma­nua­le o mec­ca­ni­co e con­fe­zio­na­ti.
Il pro­dot­to può es­se­re di­ret­ta­men­te com­mer­cia­liz­za­to tal quale o con­ser­va­to in celle fri­go­ri­fe­re a ri­pa­ro dalla luce e alla tem­pe­ra­tu­ra di 2°/8°C.
Pro­ces­so di III gamma
I tu­rio­ni di “Aspa­ra­go verde di Ca­ni­no” IGP sono sot­to­po­sti al pro­ces­so di la­vag­gio e di cer­ni­ta. Il pro­dot­to viene sot­to­po­sto al pro­ces­so di ta­glio o pro­se­gue la la­vo­ra­zio­ne come tu­rio­ne in­te­ro. È am­mes­sa la scot­ta­tu­ra del pro­dot­to, anche detta blen­cia­tu­ra, trat­ta­men­to ter­mi­co in acqua o va­po­re da 70°C a 105°C per un tempo che va da 3 mi­nu­ti a 5 mi­nu­ti va­ria­bi­le a se­con­da della di­men­sio­ne e del ca­li­bro del tu­rio­ne. In se­gui­to le ope­ra­zio­ni pre­ve­do­no la sgron­da­tu­ra, la se­con­da cer­ni­ta, il pre­raf­fred­da­men­to e sur­ge­la­zio­ne. Il pro­dot­to viene poi va­glia­to, pe­sa­to e con­fe­zio­na­to.

Do­na­to Fer­ruc­ci (To­ri­no 1964), Do­cen­te si­ste­mi qua­li­tà e cer­ti­fi­ca­zio­ne dei pro­dot­ti ali­men­ta­ri ITS Agroa­li­men­ta­re Roma/Vi­ter­bo. Agro­no­mo, pub­bli­ci­sta, e Ma­ster in Di­rit­to Ali­men­ta­re. Re­spon­sa­bi­le Bioa­gr­i­cert srl per l’a­rea Lazio/Abruz­zo/Um­bria/Mar­che. Per info: Goo­gle “Do­na­to Fer­ruc­ci Agro­no­mo”.

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