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di Paolo Degli Antoni

Paesaggio rurale toscano

Il secolo breve
Nel XX secolo si registrano importanti trasformazioni del paesaggio rurale toscano:
– massima espansione della superficie agricola nella prima metà, in risposta alla sovrappopolazione e alla tardiva industrializzazione;
– imponente disboscamento nel 1944 in corrispondenza del passaggio della linea gotica;
– abbandono progressivo dei terreni agricoli marginali e dei pascoli col venir meno della mezzadria e con l’urbanizzazione della popolazione, con contestuale ricolonizzazione da parte della vegetazione naturale e con l’insediamento di pastori immigrati;
– forte espansione delle aree urbanizzate, anche turistiche, degli impianti sportivi (sci, porti turistici, ecc…) e della rete stradale.

L’inventario forestale regionale (1991-93) dà conto dell’assetto territoriale a fine secolo, quando cominciavano a osservarsi nuovi fenomeni come la diffusione dell’arboricoltura da legno, sovvenzionata con fondi comunitari nel contesto del set-aside, e la rimessa a coltura amatoriale o imprenditoriale di terreni abbandonati da decenni. I cambiamenti nell’uso e copertura del suolo nell’ultimo decennio del secolo sono registrati da Copernicus a livello 3 (scala approssimativa 1:100000), i principali dei quali consistono nell’urbanizzazione e infrastrutturazione del corridoio regionale più densamente abitato (costa apuo-versiliese, valdarno e piana FI-PO-PT), nell’espansione del bosco nell’area centrale e della viticoltura in Val di Chiana.

Il secolo corrente
Anche nel XXI secolo si osservano trasformazioni del paesaggio, molto più articolate nella distribuzione spaziale e nella motivazione, talvolta in rapida sequenza e contraddittorie.
Il Consorzio Lamma effettuò per conto della Regione Toscana, il confronto fra l’uso del suolo 2007 e quello 2010, propedeutico alla redazione del piano paesaggistico regionale. Il diagramma dei flussi evidenzia la complessità dei fenomeni socio-economici occorsi, dei quali i più importanti erano la perdita di superficie agricola e l’urbanizzazione.

Ettari trasformati negli anni

La Carta dell’Uso e della Copertura del Suolo Della Regione Toscana comprende il tematismo “Aree artificializzate – cambiamenti 2019-2016”, suddivise in due categorie: edilizio e non edilizio. Prendendo a campione rettangolo di tre Km2 sito nel Comune di Greve in Chianti (FI), in un paesaggio composto da boschi prevalentemente di latifoglie e da colture prevalentemente legnose (olivo e vite), si osservano sette zone trasformate nel triennio, tre edilizie e quattro non edilizie, per un totale di cinque ettari (1,66% del territorio considerato). I poligoni dati per trasformati nel triennio sono quasi tutti classificati 133 cantieri, edifici in costruzione, tranne uno 121 aree industriali, commerciali e servizi. Le ortofotocarte 2021 consentono d’apprezzare l’uso finale di quei terreni, a lavori compiuti. Non in tutti casi si tratta di effettiva artificializzazione con perdita definitiva di suolo e di permeabilità, bensì di diversa sistemazione delle colture, che richiede una  transitoria cantierizzazione. Nel caso in esame meno della metà dei terreni trasformati è stata artificializzata in senso proprio; tuttavia si registra una perdita di naturalità connessa anche all’incrementata intensività colturale rispetto alla situazione precedente (es. classe CORINE 243 colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti).

Utilizzo del suolo

Quasi un ettaro di vigneto e oliveto è stato trasformato in cantina; 2000 m2 di vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione sono stati adibiti a rimessaggio mezzi agricoli parzialmente coperto da tettoia; dopo l’espianto di circa un ettaro di vigneto, un terreno era stato riclassificato seminativo, ma è poi stato trasformato in piscina con circostante giardino. Una striscia estesa 1300 m2 è stata attrezzata a piscina con relative sistemazioni del terreno circostante, sacrificando oliveto, vigneto e seminativo; 1,7 ettari di oliveto terrazzato sono stati convertiti in vigneto, 9700 m2 di sono stati messi a coltura sacrificando gli spazi naturali preesistenti. Si assiste a due fenomeni simultanei: la riorganizzazione delle colture in funzione del mercato, che privilegia il vino sull’olio, con conseguente necessità di nuove attrezzature, e la gentrificazione del territorio con trasformazione di fabbricati rurali in abitazioni troppo spesso dotate di piscina e di sistemazioni esterne paesaggisticamente incongrue, destinate principalmente alla locazione a breve termine, anche agrituristica.
La vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione (classe CORINE 324) retrocede nella sequenza successionale qualora sia interessata da incendi boschivi. Un terreno nel Comune di Greve in Chianti (FI) classificato arbusteto denso di post-coltura dall’Inventario forestale regionale, che nel 1991-93 rilevava ginestra odorosa, biancospino e ginepro comune, si era progressivamente arricchito di roverella, evolvendo verso il bosco; dopo in incendio (verosimilmente doloso) che ridusse il numero di alberi e di ginepri, la flora risultò semplificata e la copertura vegetale legnosa rarefatta.

Particolare dall'alto del paesaggio

La foto da drone pubblicata su Google da Ludek Kramolis mostra diversi distinti fenomeni:
– gentrificazione turistica recente dell’abitato risalente al XII secolo;
– rimessa a coltura (vigneti terrazzati, in alto degradanti verso destra) di terreni abbandonati nei decenni precedenti e già riconquistati da vegetazione legnosa spontanea;
– retrocessione della successione vegetazionale post-colturale (striscia brunita a sinistra).

Viticoltura
Il mercato dei diritti di reimpianto dei vigneti è stato causa di conversioni dell’uso del suolo in rapida sequenza, senza una reale produzione; nelle carte tematiche che seguono si osserva come un acclive terreno nel 1978 solo in parte vitato e in parte riconquistato da bosco misto folto (pino marittimo e latifoglie varie secondo l’inventario forestale regionale), risultasse quasi interamente boscato (312 conifere, 313 misto e 324 in evoluzione) nel 2010 e nel 2019 classe 231 prati stabili. Il deboscamento e l’impianto delle viti furono autorizzati dalle autorità competenti, ma un vigneto produttivo non è mai esistito, evidentemente i diritti d’impianto furono venduti assai presto a viticoltori vicini che li cercavano attivamente per espandere la propria dotazione a scapito di seminativo o di colture legnose diverse (oliveto, agrumeto) altrettanto caratteristiche del paesaggio locale, ma evidentemente meno remunerative.

Utilizzi del suolo

Utilizzi del suolo

Utilizzi del suolo

Agroforestazione
Colture arboree miste a orientamento apiario si stanno diffondendo; se ne vanta la biodiversità. Il Programma di Sviluppo rurale della Regione Toscana sovvenziona l’agroforestazione di terreni agricoli. L’organizzazione 3Bee propone in adozione oasi (alveari, rifugi, alberi), site anche in tre aziende toscane che danno in adozione alberi e arbusti nettariferi.
Nei due casi di studio prescelti, di aziende biologiche diverse situate su terreni confinanti, si è praticato il dissodamento di superfici in precedenza boschive (robinieto e pineta di marittimo secondo l’inventario forestale regionale) per piantare gli esemplari nettariferi e ospitare le arnie, la superficie boschiva risulta perciò ridotta, in contraddizione coi principi della legge forestale regionale e del Programma di Sviluppo rurale.

 Utilizzi del suolo

Foto aeree del paesaggio rurale toscano

Paolo Degli Antoni: Laurea in Scienze Forestali, conseguita presso la facoltà di Agraria dell’Università di Firenze. Abilitazione all’esercizio della professione di Agronomo-Forestale. Già funzionario C.F.S. e collaboratore della Regione Toscana, è socio corrispondente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali, scrive contributi scientifici di ecologia del paesaggio, biodiversità, storia, arte e antropologia del bosco. Suo oggetto privilegiato di ricerca è la rinaturalizzazione.

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