Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

di Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri

 esemplari di Calotta Bianca
Al­cu­ni esem­pla­ri di Ca­lot­ta bian­ca della Ger­ma­nia del Sud

Quan­do si parla di Co­lom­bi or­na­men­ta­li, ci si trova da­van­ti ad una mol­ti­tu­di­ne di forme e di co­lo­ri, una in­cre­di­bi­le va­rie­tà di razze, molte delle quali al­le­va­te da de­cen­ni anche in Ita­lia.
Vi­sio­nan­do at­ten­ta­men­te la lista delle razze di Co­lom­bi ri­co­no­sciu­te dalla Fe­de­ra­zio­ne Ita­lia­na Al­le­va­to­ri Co­lom­bi (*F.I.A.C.) e dalla En­ten­te Eu­ro­peen­ne d’A­vi­cul­tu­ra, di Cu­ni­cul­tu­ra e di Co­lom­bi­cul­tu­ra (*E.E.), si ha però su­bi­to l’im­pres­sio­ne di non riu­sci­re a fo­ca­liz­za­re un’im­ma­gi­ne iden­ti­fi­ca­ti­va cor­ri­spon­den­te a tanti dei nomi in­di­ca­ti. Molte delle razze elen­ca­te non si sono mai viste qui in Ita­lia. La no­stra “tra­di­zio­ne co­lom­bo­fi­la” an­no­ve­ra tut­t’og­gi dei gran­dis­si­mi al­le­va­to­ri, com­pe­ten­ti e sti­ma­ti a li­vel­lo eu­ro­peo, ma da pa­rec­chi anni ci siamo con­cen­tra­ti prin­ci­pal­men­te su quel­le 25-30 razze più co­mu­ni e più re­pe­ri­bi­li, tra­la­scian­do pa­rec­chie razze non meno in­te­res­san­ti e non meno at­traen­ti, este­ti­ca­men­te par­lan­do.
In que­sto ar­ti­co­lo ho vo­lu­to trat­ta­re una di que­ste razze, una ti­po­lo­gia di co­lom­bo piut­to­sto rara in Ita­lia, ma che si­cu­ra­men­te me­ri­ta di es­se­re co­no­sciu­ta.
Sto par­lan­do della “Ca­lot­ta bian­ca della Ger­ma­nia del Sud”, un par­ti­co­la­ris­si­mo pic­cio­ne sco­no­sciu­to alla stra­gran­de mag­gio­ran­za degli ap­pas­sio­na­ti co­lom­bo­fi­li. Co­no­sciu­to con il nome ori­gi­na­le di “Süddeu­tsche Blas­se”, con il nome di “Ca­lot­te blan­che d’Al­le­ma­gne du sud” in fran­ce­se, o “South Ger­man Blas­se” in in­gle­se.

esemplare di Calotta bianca
Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri con un esem­pla­re di Ca­lot­ta bian­ca della Ger­ma­nia del Sud

Nean­ch’io co­no­sce­vo que­sta razza, son sin­ce­ro… ne son ve­nu­to a co­no­scen­za gra­zie al­l’a­mi­co e col­le­ga al­le­va­to­re to­sca­no Da­nie­le San­ti­ni, gran­de ap­pas­sio­na­to di Co­lom­bi, il quale, oltre ad es­se­re un bravo al­le­va­to­re di razze come il King, Sot­to­ban­ca, Vec­chio Cap­puc­cio Olan­de­se, e molte altre ben co­no­sciu­te dalla co­mu­ni­tà dei co­lom­bo­fi­li, è anche un’a­man­te delle razze meno rap­pre­sen­ta­te in Ita­lia, come ap­pun­to quel­la che trat­tia­mo in que­sto ar­ti­co­lo.
Un gior­no andai a tro­va­re San­ti­ni nel suo al­le­va­men­to, e mi fece co­no­sce­re la Ca­lot­ta b. della Ger­ma­nia del Sud, un Co­lom­bo che cat­tu­rò su­bi­to la mia at­ten­zio­ne, per la sua par­ti­co­la­re li­vrea e per la sua in­na­ta ele­gan­za. San­ti­ni, ve­den­do­mi in­te­res­sa­to a que­sta razza volle ce­der­mi al­cu­ni sog­get­ti, ed è così che ho ini­zia­to ad al­le­va­re que­sta af­fa­sci­nan­te ti­po­lo­gia di co­lom­bo.

Cer­chia­mo di clas­si­fi­ca­re su­bi­to que­sta razza. Dun­que, siamo al­l’in­ter­no del grup­po di razze de­no­mi­na­te “Co­lom­bi di co­lo­re” (*Pi­geons de Cou­leur, per dirla alla ma­nie­ra fran­ce­se).
Si trat­ta di uno dei più vec­chi Co­lom­bi della Ger­ma­nia me­ri­dio­na­le.
Que­sto uc­cel­lo ap­pa­re con come un Co­lom­bo di campo ro­bu­sto e com­pat­to; pre­sen­ta un ciuf­fo a con­chi­glia ro­ton­do, è di lun­ghez­za media e può pre­sen­tar­si sia con ro­bu­ste pan­to­fo­le, sia con zampe im­plu­mi; i sog­get­ti con zampe im­plu­mi hanno fi­gu­ra un po’ più slan­cia­ta.
Ma ve­dia­mo nel det­ta­glio le varie ca­rat­te­ri­sti­che mor­fo­lo­gi­che che que­sto Co­lom­bo deve pre­sen­ta­re, av­va­len­do­ci della de­scri­zio­ne del mo­del­lo idea­le della razza, ossia del suo “stan­dard”.

Par­tia­mo dalla testa; que­sta deve ap­pa­ri­re un poco ar­cua­ta, ab­ba­stan­za larga, con ciuf­fo a con­chi­glia ro­ton­do che non deve es­se­re ap­pog­gia­to alla testa, ter­mi­nan­te su en­tram­bi i lati con ro­set­te.
Gli occhi hanno iride scura e con­tor­ni sot­ti­li, di co­lo­re va­rian­te tra il bian­co ed il ros­sic­cio.
Il becco è di lun­ghez­za media, di color carne nei sog­get­ti rossi e nei gial­li, negli altri man­tel­li è color carne solo la parte su­pe­rio­re men­tre quel­la in­fe­rio­re è di co­lo­re va­rian­te tra il nero ed il corno chia­ro, se­con­do l’in­ten­si­tà del co­lo­re del piu­mag­gio. Il collo è com­pat­to nei sog­get­ti con pan­to­fo­le, e snel­lo nei sog­get­ti a gambe im­plu­mi, ma non trop­po lungo.
Il petto è ben svi­lup­pa­to e pro­mi­nen­te. Il dorso è lie­ve­men­te in­cli­na­to. Le ali sono ro­bu­ste, ben ade­ren­ti al corpo e ri­co­pren­ti il dorso. La coda è chiu­sa e lunga.

Particolare della calotta
Par­ti­co­la­re della ti­pi­ca ca­lot­ta cra­ni­ca bian­ca

Ve­nia­mo ora alle co­lo­ra­zio­ni, in que­sta razza ce ne sono pa­rec­chie: nero, rosso, gial­lo, blu e bri­na­to con o senza ver­ghe nere, blu mar­tel­la­to di nero fa­ri­no­so con o senza ver­ghe, al­lo­do­la­to, blu ar­gen­to con o senza ver­ghe, rosso con ver­ghe, gial­lo con ver­ghe, nero e blu con ver­ghe bian­che o con sca­glie bian­che.
I sog­get­ti neri, rossi e gial­li de­vo­no avere man­tel­lo uni­for­me­men­te in­ten­so e lu­cen­te; i sog­get­ti blu de­vo­no avere co­lo­re uni­for­me, né trop­po scuro, né trop­po chia­ro, senza ri­fles­si ra­ma­ti sul petto. Il bri­na­to è un man­tel­lo blu ghiac­cio de­li­ca­to, che sem­bra ri­co­per­to di brina su tutto il corpo (*il “bri­na­to” è un ter­mi­ne che viene usato anche per iden­ti­fi­ca­re una ti­po­lo­gia di co­lo­re nei Ca­na­ri­ni, dove ap­pun­to, il piu­mag­gio sem­bra ri­co­per­to di brina, al con­tra­rio del­l’in­ten­so dove il man­tel­lo è di co­lo­re uni­for­me). Al­lo­do­la­to e fa­ri­no­so de­vo­no ri­spec­chia­re in lar­ghis­si­ma mi­su­ra co­lo­re e di­se­gno della “Al­lo­do­la di Co­bur­go” nei suoi tre man­tel­li (*al­lo­do­la­to, ar­gen­to con ver­ghe scure e ar­gen­to senza ver­ghe). I sog­get­ti dei man­tel­li blu ar­gen­to, rosso con ver­ghe e gial­lo con ver­ghe de­vo­no avere uno scudo alare di co­lo­re “pu­li­to”, privo quin­di di om­breg­gia­tu­re, men­tre i sog­get­ti con man­tel­lo mar­tel­la­to de­vo­no mo­stra­re una mar­tel­la­tu­ra uni­for­me, il più pos­si­bi­le ap­pun­ti­ta. Tutte le ver­ghe de­vo­no es­se­re pu­li­te, stret­te e at­tra­ver­sa­re l’ala se­pa­ra­te tra loro.

Il di­se­gno bian­co della ca­lot­ta cra­ni­ca (*con­no­ta­to fon­da­men­ta­le, che da il nome alla razza) è de­li­mi­ta­to da una linea che va dalla parte me­dia­na del becco al ciuf­fo, pas­san­do at­tra­ver­so gli occhi o lungo il loro con­tor­no in­fe­rio­re. È gra­di­ta una pic­co­la in­fil­tra­zio­ne di co­lo­re verso l’al­to, fra l’an­go­lo del becco e gli occhi (*in gergo chia­ma­ta “mosca”).
Quan­do si trat­ta l’e­ste­ti­ca di un ani­ma­le da espo­si­zio­ne, non ci si può esi­me­re dal­l’e­len­ca­re i co­sid­det­ti “di­fet­ti gravi”, ossia quei di­fet­ti che de­vo­no pe­na­liz­za­re l’a­ni­ma­le in fase di giu­di­zio e che de­vo­no es­se­re te­nu­ti in con­si­de­ra­zio­ne dal­l’al­le­va­to­re anche per quan­to ri­guar­da la ri­pro­du­zio­ne.
Que­sti i di­fet­ti gravi in­di­ca­ti dallo stan­dard di que­sta razza: corpo te­nu­to alto sulle zampe, trop­po ro­bu­sto; ciuf­fo stret­to; pre­sen­za di calze; di­se­gno della testa di­fet­to­so; con­tor­ni degli occhi scuri; parte su­pe­rio­re del becco con sfu­ma­tu­re scure, parte in­fe­rio­re chia­ra nei man­tel­li scuri; piume bian­che o bri­na­te sul cuneo, nelle pan­to­fo­le o sulla parte po­ste­rio­re del collo, co­lo­ri sbia­di­ti o spor­chi.
Quan­do, du­ran­te la fase di giu­di­zio in mo­stra, viene va­lu­ta­to un sog­get­to ap­par­te­nen­te a que­sta razza, vi sono aspet­ti da te­ne­re in con­si­de­ra­zio­ne, un vero e pro­prio “sche­ma di va­lu­ta­zio­ne”, che vede come “pro­ta­go­ni­ste” le se­guen­ti voci: im­pres­sio­ne com­ples­si­va, ro­bu­stez­za del corpo, co­lo­re, di­se­gno della testa, ciuf­fo, co­lo­re degli occhi e del becco, piu­mag­gio delle zampe. Que­ste le  prin­ci­pa­li voci a cui deve es­se­re as­se­gna­to una va­lu­ta­zio­ne, la som­ma­to­ria andrà poi a de­ter­mi­na­re il pun­teg­gio fi­na­le da as­se­gna­re al­l’a­ni­ma­le.
La Ca­lot­ta bian­ca della Ger­ma­nia del Sud è tut­t’og­gi una ra­ri­tà in Ita­lia, ben più co­no­sciu­to e dif­fu­so in­ve­ce nel cen­tro Eu­ro­pa. Un Co­lom­bo che me­ri­ta in­dub­bia­men­te quel­la no­to­rie­tà, per ades­so con­ces­sa solo ad altre razze te­de­sche, che non pre­sen­ta­no però i con­no­ta­ti unici ed in­con­fon­di­bi­li di que­sto Co­lom­bo di co­lo­re.

Coppia di calotta bianca
Cop­pia di Ca­lot­ta bian­ca della Ger­ma­nia del Sud

Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri, lau­rea­to in Scien­ze Zoo­tec­ni­che, al­le­va­to­re, giu­di­ce, scrit­to­re, ti­to­la­re Al­le­va­men­to di Fos­som­bro­ne www.​dif​osso​mbro​ne.​ithttp://​lupi.​dif​osso​mbro​ne.​ithttp://​ornitologia.​dif​osso​mbro​ne.​it). Cur­ri­cu­lum vitae >>>

image_pdfimage_print

Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •