Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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a cura di Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri

Mi sono de­ci­so a scri­ve­re que­sto ar­ti­co­lo per­ché con estre­ma fre­quen­za mi viene posta que­sta fa­ti­di­ca do­man­da: “Quali sono le dif­fe­ren­ze tra il Cane Lupo Ce­co­slo­vac­co e il Cane Lupo di Saar­loos?”.
Que­sto è il que­si­to in cui, prima o poi, tutti gli ap­pas­sio­na­ti delle razze si­mi­la­ri al lupo de­vo­no in qual­che modo “pic­chia­re la testa”. Ciò ac­ca­de ov­via­men­te da quan­do il Saar­loos è ini­zia­to ad es­se­re ab­ba­stan­za noto in Ita­lia, cioè da circa 12-13 anni.

C.L.C. o C.L.S.?

Non vi nego che an­ch’io al­l’e­po­ca, quan­do an­co­ra non al­le­va­vo il Saar­loos, ed ini­ziai a ri­cer­car­ne in­for­ma­zio­ni da sem­pli­ce ap­pas­sio­na­to, mi posi il que­si­to: “come avrà fatto la Fe­de­ra­zio­ne Ci­no­lo­gi­ca In­ter­na­zio­na­le a ri­co­no­sce­re due razze di­stin­te, così si­mi­li tra loro al­l’ap­pa­ren­za?”
Nel­l’an­da­re avan­ti nelle ri­cer­che e nel leg­ge­re at­ten­ta­men­te gli stan­dard, ma più che altro nel­l’os­ser­va­zio­ne dal vivo dei sog­get­ti che ho avuto modo di ve­de­re in tan­tis­si­mi ring di tutta Eu­ro­pa, fi­nal­men­te capii le sva­ria­te dif­fe­ren­ze.
Come suc­ce­de quan­do ci si ap­proc­cia ad una nuova razza, da prin­ci­pio si tende a far fa­ti­ca a “leg­ge­re” de­ter­mi­na­te ca­rat­te­ri­sti­che ti­pi­che e ancor di più i trat­ti mor­fo­lo­gi­ci che con­trad­di­stin­guo­no due razze molto si­mi­li tra loro, come in que­sto caso, e devo am­me­te­re che anche io sono ca­du­to più volte nel “tra­nel­lo vi­si­vo”, so­prat­tut­to nei primi mesi in cui avevo modo di ve­de­re tutti in­sie­me sog­get­ti delle due razze in al­cu­ni al­le­va­men­ti del nord Eu­ro­pa, fa­ce­vo fa­ti­ca a di­stin­gue­re l’ap­par­te­nen­za alle due razze.
Stu­dian­do i due stan­dard sal­ta­no su­bi­to al­l’oc­chio sva­ria­te dif­fe­ren­ze ana­to­mi­che, mor­fo­lo­gi­che, e so­prat­tut­to la dif­fe­ren­za più si­gni­fi­ca­ti­va, anche se a primo ac­chi­to meno evi­den­te, la gran­de di­ver­si­tà del­l’a­spet­to ca­rat­te­ria­le.

Ma spen­dia­mo due pa­ro­le su quel­la che è la dif­fe­ren­za se­let­ti­va tra le due razze, per­ché pro­prio da lì par­to­no i pre­sup­po­sti che hanno reso pos­si­bi­le la di­ver­si­fi­ca­zio­ne evi­den­te delle due ti­po­lo­gie.
Molte volte ho sen­ti­to dire che le due razze con­di­vi­do­no la stes­sa ori­gi­ne, ma dif­fe­ren­te se­le­zio­ne. SBA­GLIA­TO! L’o­ri­gi­ne non è af­fat­to la stes­sa. Avere in co­mu­ne una razza come ascen­den­te non si­gni­fi­ca con­di­vi­de­re la stes­sa ori­gi­ne.
Il Pa­sto­re te­de­sco ha avuto un ruolo da pro­ta­go­ni­sta nella crea­zio­ne di que­ste due razze, lo sap­pia­mo tutti, ma in que­sto caso spe­ci­fi­co, il se­gre­to delle gran­di di­ver­si­tà mor­fo­lo­gi­che e ge­ne­ti­che è do­vu­ta prin­ci­pal­men­te al­l’i­bri­da­zio­ne con due dif­fe­ren­ti ti­po­lo­gie di Lupo, due sot­to­spe­cie ben di­stin­te, che hanno in­fat­ti com­por­ta­to evi­den­ti ete­ro­ge­nei­ci­tà tra Ce­co­slo­vac­co e Saar­loos.

cane lupo saarloos cecoslovacco
A SX fem­mi­na di Cane Lupo Ce­co­slo­vac­co (Pep­per­mint Patty Lupi di Mon­te­mo­rel­lo) – a DX fem­mi­na di Cane Lupo di Saar­loos (Sa­phi­ra Bjarts­ku­lar di Fos­som­bro­ne)

Parlo del “Lupo dei Car­pa­zi“, alla base della se­le­zio­ne del Cane Lupo Ce­co­slo­vac­co, e del “Lupo Si­be­ria­no“, di­ret­to an­te­na­to del Cane Lupo di Saar­loos.
Le dif­fe­ren­ze mor­fo­lo­gi­che tra que­ste due sot­to­spe­cie sono tan­tis­si­me. Ana­liz­zia­mo­li en­tram­bi dal punto di vista ana­to­mi­co, per­ché solo così pos­sia­mo com­pren­de­re come le no­stre due razze ca­ni­ne ab­bia­no ere­di­ta­to la loro par­ti­co­la­re strut­tu­ra.
Il Lupo dei Car­pa­zi pre­sen­ta una strut­tu­ra piut­to­sto leg­ge­ra, af­fu­so­la­ta, con una os­sa­tu­ra non ec­ces­si­va, lun­ghi raggi ossei, orec­chio piut­to­sto pic­co­lo e ar­ro­ton­da­to, testa trian­go­la­re, muso leg­ger­men­te più lungo del cra­nio, stop ap­pe­na ac­cen­na­to, gar­re­se ab­ba­stan­za ri­le­va­to, coda folta che ar­ri­va circa al­l’al­tez­za dei gar­ret­ti, pelo di tes­si­tu­ra fine e media lun­ghez­za, co­lo­ra­zio­ne prin­ci­pal­men­te gri­gio-mar­ro­ne car­bo­na­to.
Il Lupo Si­be­ria­no, più cor­ret­ta­men­te chia­ma­to “Eu­ro-asia­ti­co”, ha una strut­tu­ra ana­to­mi­ca com­ple­ta­men­te dif­fe­ren­ze ri­spet­to al “Car­pa­zi”. Si trat­ta di una sot­to­spe­cie che nel­l’in­sie­me è evi­den­te­men­te più pe­san­te e con assi tra­sver­sa­li del tron­co più ampi; la testa si pre­sen­ta piut­to­sto larga, muso pieno, orec­chie ben di­stan­zia­te con cra­nio piat­to, salto naso fron­ta­le poco ac­cen­tua­to, arti lun­ghi con os­sa­tu­ra po­de­ro­sa, tibia e fe­mo­re ab­ba­stan­za al­lun­ga­ti.
Il Pelo è molto folto e ab­ba­stan­za lungo; le co­lo­ra­zio­ni di que­sta sot­to­spe­cie sono varie, che, come ve­dre­mo hanno con­tri­bui­to al­l’ot­te­ni­men­to di una mag­gio­re va­ria­bi­li­tà di co­lo­ri se­le­zio­na­ti e ri­co­no­sciu­ti per il man­tel­lo del Saar­loos.
Pur ap­par­te­nen­do alla me­de­si­ma spe­cie quin­di, que­ste due ti­po­lo­gie di Lupo, svi­lup­pa­te­si in zone geo­gra­fi­che molto di­stan­ti tra di loro, pre­sen­ta­no dif­fe­ren­ze mor­fo­lo­gi­che molto molto evi­den­ti.

Quin­di sia il Saar­loos che il Ce­co­slo­vac­co, di fatto, sono il frut­to di due veri e pro­pri “espe­ri­men­ti bio­lo­g­i­ci”, che an­da­va­no un po’ di moda nella prima metà del ven­te­si­mo se­co­lo. Vi era, tra gli ap­pas­sio­na­ti al­le­va­to­ri, tra gli zoo­lo­gi e tra chi si in­te­res­sa­va di ani­ma­li in ge­ne­ra­le, un po’ in tutta Eu­ro­pa, la vo­glia di in­ven­ta­re e di crea­re “stra­nez­ze”, al­cu­ne delle quali crea­te per puro di­ver­ti­men­to, altre pro­get­ta­te e idea­te per uno scopo ben de­fi­ni­to, come nel no­stro caso, ossia per quel che ri­guar­da le no­stre due razze ca­ni­ne.
Fu pro­prio così che nel 1932, il Sig. Leen­dert Saar­loos in Olan­da, in­cro­ciò un esem­pla­re di Pa­sto­re te­de­sco, con una Lupa ori­gi­na­ria del ramo si­be­ria­no di ori­gi­ne eu­ro­peo, re­cu­pe­ra­ta dallo zoo di Am­ster­dam. Pochi anni dopo, pre­ci­sa­men­te nel 1955, in quel­la che al­lo­ra era la Re­pub­bli­ca So­cia­li­sta Ce­co­slo­vac­ca, venne in­cro­cia­to un Pa­sto­re te­de­sco con un Lupo dei Car­pa­zi. Da que­sti due espe­ri­men­ti, si se­le­zio­na­ro­ro i pro­dot­ti, e nel corso degli anni siamo poi ar­ri­va­ti a fis­sa­re quei ca­rat­te­ri che oggi con­trad­di­stin­guo­no le due razze. Il C.L. di Saar­loos venne ri­co­no­sciu­to uf­fi­cial­men­te come razza nel­l’an­no 1975, il C.L. Ce­co­slo­vac­co nel­l’an­no 1982. Po­tre­mo sof­fer­mar­ci a scri­ve­re di­ver­se pa­gi­ne su come av­ven­ne nel det­ta­glio la se­le­zio­ne per ar­ri­va­re ad ot­te­ne­re una di­scre­ta omo­ge­nei­tà, ma non è que­sto l’ar­go­men­to del pre­sen­te ar­ti­co­lo, nel quale ci li­mi­tia­mo a de­cri­ve­re ciò che le rende uni­che.

Do­ver­so­sa però è de­scri­ve­re quale sia stata la di­ver­gen­za nella se­le­zio­ne at­ti­tu­di­na­le.
Il C.L.C ha su­bi­to una se­le­zio­ne svol­ta allo scopo di crea­re un per­fet­to cane mi­li­ta­re, che do­ve­va fun­ge­re da sor­ve­glian­te dei con­fi­ni della CSSR (Ce­sko­slo­ven­ská so­cia­li­stická re­pu­bli­ka), un ot­ti­mo au­si­lia­re del­l’uo­mo, cane ad­de­stra­bi­le e con forte ca­rat­te­re, aspet­ti che que­sta razza ha man­te­nu­to fino ad oggi. Nel Saar­loos la sto­ria è ben di­ver­sa; a prin­ci­pio era stato ten­ta­to di ot­te­ne­re sog­get­ti adat­ti a pic­co­li la­vo­ri au­si­lia­ri, come ad esem­pio ve­ni­va loro in­se­gna­to a svol­ge­re il ruolo di cane guida, ma molti di que­sti ten­ta­ti­vi fu­ro­no vani, poi­ché il Saar­loos pos­sie­de una in­do­le tal­men­te dif­fi­den­te, che non era pos­si­bi­le op­ta­re per una se­le­zio­ne svol­ta a quel­lo scopo, per­tan­to da al­lo­ra la razza non ha mai più su­bi­to nes­su­na se­le­zio­ne at­ti­du­di­na­le, ma è stato se­le­zio­na­to solo per il suo aspet­to este­ti­co, per­tan­to si può tran­quil­la­men­te de­fi­ni­re il Saar­loos un vero e pro­prio “cane da com­pa­gnia”.

De­si­de­ro apri­re una pa­ren­te­si. An­co­ra non rie­sco a ca­pa­ci­tar­mi di come abbia fatto la Fe­de­ra­zio­ne Ci­no­lo­gi­ca In­ter­na­zio­na­le, ad in­se­ri­re que­ste due razze nel “rag­grup­pa­men­to n° 1”, ossia quel­lo che com­pren­de i “Cani da pa­sto­re e bo­va­ri (esclu­so bo­ra­vi sviz­ze­ri)”. Ca­pi­sco che l’in­se­ri­men­to in que­sto grup­po, possa es­se­re do­vu­to alla mor­fo­lo­gia stes­sa delle due razze, es­sen­do tutti cani di tipo “lu­poi­de”, ma sic­co­me l’in­se­ri­men­to di una razza al­l’in­ter­no di un rag­grup­pa­men­to è sta­bi­li­ta prin­ci­pal­men­te dalla sua at­ti­tu­di­ne e per la se­le­zio­ne che la razza ha su­bi­to, non trovo nes­sun mo­ti­vo va­li­do per cui que­ste razze che, a rigor di lo­gi­ca, do­vreb­be­ro es­se­re ad­di­rit­tu­ra de­fi­ni­bi­li come “an­ta­go­ni­sti” delle greg­gi, per la loro estre­ma so­mi­glian­za al Lupo sel­va­ti­co, siano state in­se­ri­te pro­prio nel grup­po dei “cani da pa­sto­re”. Tro­ve­rei più giu­sto un in­se­ri­men­to nel “rag­grup­pa­men­to n° 5”, ossia quel­lo dei “Cani di tipo Pri­mi­ti­vo”, un grup­po di razze che giu­sti­fi­che­reb­be in ma­nie­ra esau­sti­va la loro mor­fo­lo­gia, molto si­mi­la­re al “pri­mi­ti­vo per an­to­no­ma­sia”, mor­fo­lo­gie che non hanno nien­te a che ve­de­re con tutte le altre razze da pa­sto­re ap­par­te­nen­te al grup­po 1 F.C.I.; inol­tre c’è da dire che nes­sun C.L. di Saar­loos e nes­sun C.L Ce­co­slo­vac­co verrà mai preso in con­si­de­ra­zio­ne per il la­vo­ro sulle greg­gi, es­sen­do­ci razze se­le­zio­na­re per quel­lo scopo da cen­ti­na­ia di anni, per­tan­to non po­tran­no mai es­se­re de­fi­ni­ti cani da pa­sto­re, tanto meno bo­va­ri.
Op­pu­re, nello spe­ci­fi­co per il Saar­loos, vi sa­reb­be un’al­tra so­lu­zio­ne, ossia in­se­rir­lo nel “rag­grup­pa­men­to n° 9”, quel­lo che com­pren­de tutte le “razze da Com­pa­gnia”, es­sen­do il Saar­loos, come ac­cen­na­to in pre­ce­den­za, un cane da com­pa­gnia per ec­cel­len­za. Chiu­sa la pa­ren­te­si.

Ora che ab­bia­mo spie­ga­to l’o­ri­gi­ne delle due razze e ab­bia­mo chia­ri­to che la se­le­zio­ne ha in­tra­pre­so due stra­de di­ver­se, ini­zia­mo a va­glia­re quali sono le dif­fe­ren­ze mor­fo­lo­gi­che e ana­to­mi­che, con l’au­si­lio dei due stan­dard a por­ta­ta di mano. Pren­dia­mo quin­di in esame le sin­go­le voci dei loro stan­dard.

cane lupo
A SX esem­pla­re di LUPO DEI CAR­PA­ZI – a DX esem­pla­re di LUPO SI­BE­RIA­NO

Par­tia­mo dal loro ASPET­TO GE­NE­RA­LE:

Il Ce­co­slo­vac­co pre­sen­ta una ta­glia su­pe­rio­re alla media con strut­tu­ra ret­tan­go­la­re. Nella forma del corpo, mo­vi­men­to, tes­si­tu­ra del pelo, co­lo­re del man­tel­lo, è si­mi­le al Lupo. So­li­do tipo in co­sti­tu­zio­ne.
Il Saar­loos è un cane di forte co­sti­tu­zio­ne, il cui aspet­to este­rio­re (con­for­ma­zio­ne, an­da­tu­ra, man­tel­lo) fa pen­sa­re an­ch’es­so ad un Lupo, pro­prio come nel Ce­co­slo­vac­co. Il C.L.S. è di co­stru­zio­ne ar­mo­nio­sa e ha gambe ab­ba­stan­za lun­ghe, ma che non danno l’im­pres­sio­ne che il cane sia alto sugli arti. Le ca­rat­te­ri­sti­che del sesso sono pro­nun­cia­te nei ma­schi come nelle fem­mi­ne. Nel­l’a­spet­to ge­ne­ra­le quin­di le due razze sono si­mi­la­ri, en­tram­be de­vo­no so­mi­glia­re al Lupo sel­va­ti­co, ed en­tram­be sono co­strui­te nel ret­tan­go­lo; il tron­co in tut­t’e due le razze deve sem­bra­re quin­di più lungo che alto. Ad­di­rit­tu­ra nel caso del C.L.C., que­sto rap­por­to è in­di­ca­to per­fet­ta­men­te nello stan­dard con la se­guen­te pro­por­zio­ne: ” lun­ghez­za del corpo : al­tez­za al gar­re­se = 10 : 9 “.

Fin qui quin­di poco da dire, è in­fat­ti molto fa­ci­le sba­gliar­si a colpo d’oc­chio, senza an­da­re a va­lu­ta­re aspet­ti spe­ci­fi­ci della testa e al­cu­ne con­for­ma­zio­ni ana­to­mi­che spe­ci­fi­che.
Quan­do par­lia­mo di TESTA, ecco che ar­ri­va­no su­bi­to le prime dif­fe­ren­ze con­cre­te. Il rap­por­to cra­nio-mu­so è ben dif­fe­ren­te e de­ter­mi­na tutta la dif­fe­ren­te con­for­ma­zio­ne della testa. Nel Ce­co­slo­vac­co la pro­por­zio­ne tra lun­ghez­za del muso e lun­ghez­za del cra­nio è di 1 : 1,5. Nel Saar­loos que­sto stes­so rap­por­to di­ven­ta una equi­va­len­za, lun­ghez­za cra­nio = lun­ghez­za muso, quin­di sono di ugual mi­su­ra. Il C.L.C ha dun­que il muso più lungo del C.L.S.

Ve­dia­mo la testa nel det­ta­glio. Nel C.L.C. la testa deve es­se­re sim­me­tri­ca, ben mu­sco­lo­sa. Vista di lato e dal di sopra, ha la forma di un cono smus­sa­to. Il sesso del cane do­vreb­be es­se­re ine­qui­vo­ca­bi­le. Quin­di in pra­ti­ca, ap­pe­na si os­ser­va la testa di un esem­pla­re di que­sta razza, deve es­se­re ben evi­den­te se si trat­ta di un ma­schio o di una fem­mi­na.
La fron­te, nel cra­nio visto di lato e dal da­van­ti, è leg­ger­men­te ar­cua­ta. La su­tu­ra me­to­pi­ca non è mar­ca­ta. L’oc­ci­pi­te è chia­ra­men­te vi­si­bi­le. Stop mo­de­ra­to. Il tar­tu­fo è di forma ovale, nero; muso pu­li­to, non largo; canna na­sa­le di­rit­ta Lab­bra stret­ta­men­te ade­ren­ti. Com­mes­su­ra la­bia­le non evi­den­te. Bordi delle lab­bra neri. Ma­scel­le/Denti ma­scel­le forti e sim­me­tri­che Denti ben svi­lup­pa­ti, spe­cial­men­te i ca­ni­ni. Chiu­su­ra a for­bi­ce o te­na­glia con 42 denti se­con­do la for­mu­la den­ta­ria. Den­ta­tu­ra re­go­la­re. Guan­ce pu­li­te, suf­fi­cien­te­men­te mu­sco­lo­se, non mar­ca­ta­men­te spor­gen­ti. Occhi pic­co­li, obli­qui, color ambra. Pal­pe­bre ben ade­ren­ti. Orec­chi eret­ti, sot­ti­li, trian­go­la­ri, corti (cioè non più lun­ghi di 1/6 del­l’al­tez­za al gar­re­se); il punto la­te­ra­le del­l’in­ser­zio­ne del­l’o­rec­chio e l’an­go­lo ester­no del­l’oc­chio sono in linea di­ret­ta. Una linea ver­ti­ca­le dalla punta del­l’o­rec­chio do­vreb­be scen­de­re ade­ren­te ai lati della testa.

Nel C.L.S. la testa deve ri­chia­ma­re l’im­pres­sio­ne che fa quel­la di un lupo, e ar­mo­niz­za­re, nelle sue di­men­sio­ni, con il corpo. Vista dal di sopra e di pro­fi­lo, la testa ha la forma di un cuneo. La linea che va dal muso al­l’ar­ca­ta zi­go­ma­ti­ca ben svi­lup­pa­ta, è molto ca­rat­te­ri­sti­ca. As­sie­me alla forma cor­ret­ta e la po­si­zio­ne degli occhi, que­sta linea dà l’a­spet­to ri­cer­ca­to si­mi­le a quel­lo di un lupo.
Il cra­nio è piat­to e largo; per quel­lo che ri­guar­da la sua lar­ghez­za, bi­so­gna stare in guar­dia con­tro una lar­ghez­za esa­ge­ra­ta che an­dreb­be ad al­te­ra­re la sua forma ti­pi­ca di “cuneo”. L’os­so oc­ci­pi­ta­le e il con­tor­no del­l’or­bi­ta non de­vo­no es­se­re trop­po vi­si­bi­li; l’ar­ca­ta so­prac­ci­glia­re deve fon­der­si con il cra­nio in una linea mor­bi­da. Stop la de­pres­sio­ne na­so-fron­ta­le è poco mar­ca­ta.
Il tar­tu­fo è ben pig­men­ta­to. Muso forte. La canna na­sa­le è di­rit­ta; lab­bra ben chiu­se e ben ade­ren­ti; ma­scel­le/denti la ma­scel­la su­pe­rio­re e in­fe­rio­re, ben svi­lup­pa­te, pre­sen­ta­no una den­ta­tu­ra so­li­da e una chiu­su­ra com­ple­ta a for­bi­ce, che non è ac­cet­ta­bi­le se non è ben chiu­sa. In con­fron­to al cra­nio, la ma­scel­la su­pe­rio­re non deve sem­bra­re gros­so­la­na; un muso trop­po gros­so­la­no al­te­ra la forma ti­pi­ca che deve as­so­mi­glia­re a quel­la del lupo. La ma­scel­la in­fe­rio­re non ha nien­te di spe­cia­le. Occhi pre­fe­ri­bil­men­te di co­lo­re gial­lo, a forma di man­dor­la, po­si­zio­na­ti leg­ger­men­te obli­qui, non spor­gen­ti né ro­ton­di, con le pal­pe­bre ben ade­ren­ti al globo ocu­la­re. L’e­spres­sio­ne è at­ten­ta, ri­ser­va­ta, ma non ti­mo­ro­sa. L’oc­chio espri­me le vere ca­rat­te­ri­sti­che della razza e sot­to­li­nea l’a­spet­to ri­cer­ca­to della ras­so­mi­glian­za con il lupo. L’e­spres­sio­ne de­si­de­ra­ta non si ot­tie­ne che con un oc­chio chia­ro. Bi­so­gna dare gran­de im­por­tan­za al co­lo­re, la forma e la giu­sta po­si­zio­ne del­l’oc­chio. Nei sog­get­ti più an­zia­ni, il co­lo­re gial­lo del­l’oc­chio può di­ven­ta­re più scuro, ma il tono gial­lo d’o­ri­gi­ne do­vreb­be es­se­re man­te­nu­to. Una pre­di­spo­si­zio­ne al color mar­ro­ne è meno ri­cer­ca­ta. Le ca­vi­tà or­bi­ta­li si fon­do­no im­per­cet­ti­bil­men­te con il cra­nio. Un’or­bi­ta trop­po mar­ca­ta unita a un’ar­ca­ta so­prac­ci­glia­re ac­cen­tua­ta e uno stop mar­ca­to, sono di­fet­ti. Orec­chi di media gran­dez­za, car­no­si, trian­go­la­ri con l’e­stre­mi­tà ar­ro­ton­da­ta; la loro fac­cia in­ter­na è ri­co­per­ta di pelo. Gli orec­chi sono at­tac­ca­ti al­l’al­tez­za del­l’oc­chio. Sono molto mo­bi­li ed espri­mo­no l’u­mo­re e le emo­zio­ni del cane. Gli orec­chi trop­po ap­pun­ti­ti e at­tac­ca­ti trop­po alti sono di­fet­ti. Gli orec­chi at­tac­ca­ti trop­po di lato al­te­ra­no la forma ti­pi­ca della testa e sono per­ciò meno ri­cer­ca­ti.

Dun­que anche la re­gio­ne del cra­nio e la re­gio­ne del muso, pre­sen­ta­no molte di­ver­si­tà tra le due razze. Nel pro­fi­lo le prime dif­for­mi­tà: nel C.L.C. fron­te ar­cua­ta, nel C.L.S. la testa deve pre­sen­ta­re la forma di un cuneo. Altra dis­si­mi­li­tu­di­ne degna di nota ri­guar­da l’oc­chio, che ha co­lo­ra­zio­ne di­ver­sa nelle due razze, nel Saar­loos è ten­den­te al gial­lo, che tende a scu­rir­si leg­ger­men­te con l’età, men­tre nel Ce­co­slo­vac­co è color ambra. Nel C.L.C. gli occhi sono lie­ve­men­te più pic­co­li, e po­si­zio­na­to leg­ger­men­te bassi, ri­spet­to ai rap­por­ti dei trat­ti fac­cia­li del C.L.S.
L’o­rec­chio pre­sen­ta at­tac­ca­tu­ra pres­so­ché si­mi­la­re; nel C.L.S. sono leg­ger­men­te più ar­ro­ton­da­ti alla punta, leg­ger­men­te più lun­ghi, un po’ più lar­ghi e più spes­si ri­spet­to al C.L.C.
Men­tre nel C.L.C. la linea dalla punta del­l’o­rec­chio ri­spet­to al piano oriz­zo­na­ta­le, scen­de ade­ren­te al lato della testa, nel Saar­loos que­sta non ap­pa­re tan­gen­te.
Sic­co­me sullo stan­dard non viene men­zio­na­to quan­to la ma­sche­ra debba es­se­re este­sa nelle sue zone d’e­le­zio­ne, que­sta su­bi­sce ov­via­men­te una se­le­zio­ne sog­get­ti­va, che varia in base ai vari ceppi pre­sen­ti in Eu­ro­pa, que­sto con­no­ta­to de­no­ta una ul­te­rio­re dif­fe­ren­za tra le due razze: nel C.L.C. sono ab­ba­stan­za uni­for­mi le ma­sche­re dei vari esem­pla­ri pur pre­sen­tan­do pic­co­le dif­fe­ren­ze, nel C.L.S in­ve­ce vi è tal­vol­ta delle dif­fe­ren­ze ve­ra­men­te no­te­vo­li nel­l’e­sten­sio­ne della ma­sche­ra bian­ca tra esem­pla­ri de­ri­van­ti dalle varie linee di san­gue; tanto per fare qual­che esem­pio, i sog­get­ti di ori­gi­ne fran­ce­se o ita­lia­na, de­no­ta­no una ma­sche­ra mo­de­ra­ta, con un netto di­stac­co tra le bande la­te­ra­li del muso e le clas­si­che mac­chie bian­che cir­co­la­ri sugli occhi, che in gergo si chia­ma­no “pa­stic­che”; nei sog­get­ti de­ri­van­ti dalle linee olan­de­si que­ste ma­sche­re sono piut­to­sto este­se, dove tal­vol­ta il bian­co ri­co­pre ad­di­rit­tu­ra buona parte del muso e della fac­cia, senza al­cu­no stac­co tra facce la­te­ra­li del muso e pa­stic­che, una ma­sche­ra del tutto si­mi­le a quel­la di al­cu­ne razze nor­di­che. Que­sta par­ti­co­la­ri­tà quin­di può es­se­re elen­ca­ta tra le dis­si­mi­la­ri­tà tra le due razze, lad­do­ve la sud­det­ta ma­sche­ra è molto este­sa.

Ve­nia­mo ades­so al COLLO. Que­sta parte ana­to­mi­ca nel C.L.C. deve pre­sen­tar­si asciut­to, ben mu­sco­lo­so. A ri­po­so forma un an­go­lo fino a 40 gradi sul­l’o­riz­zon­ta­le. Il collo deve es­se­re suf­fi­cien­te­men­te lungo per per­met­te­re al tar­tu­fo di toc­ca­re il suolo senza sfor­zo.
Nel C.L.S. il collo è asciut­to e ben mu­sco­lo­so; si fonde in linea ar­mo­nio­sa con il dorso; come pure, la linea della gola si fonde senza sbal­zi con il petto. In in­ver­no, so­prat­tut­to gra­zie al pelo sta­gio­na­le, il collo può avere un bel col­la­re. La gio­ga­ia è mi­ni­ma e non evi­den­te. È ti­pi­co del C.L. di Saar­loos che, quan­do muove al pic­co­lo trot­to, la testa e il collo for­mi­no una linea quasi oriz­zon­ta­le.
Nel Saar­loos que­sta parte ha una di­scre­ta im­por­tan­za in­di­ret­ta nel­l’e­sal­ta­re la testa, data dal folto col­la­re, che so­prat­tut­to nel pe­rio­do in­ver­na­le è pa­rec­chio evi­den­te. Non vi sono quin­di dif­fe­ren­ze di gran­de ri­le­van­za in que­sta re­gio­ne.

Ora ana­liz­zia­mo la strut­tu­ra del CORPO, dove in­ve­ce le dif­fe­ren­ze si ri­scon­tra­no dra­sti­ca­men­te.
Nel C.L.S. il corpo più lungo che alto; il dorso di­rit­to e forte; co­sto­le nor­mal­men­te cer­chia­te; la linea ar­mo­nio­sa del to­ra­ce rag­giun­ge al mas­si­mo il li­vel­lo dei go­mi­ti. Visti dal da­van­ti, il petto e la di­stan­za fra gli arti sem­bra­no mo­de­ra­ta­men­te lar­ghi. Con­vie­ne evi­ta­re una re­gio­ne to­ra­ci­ca trop­po mas­sic­cia, per­ché al­te­re­reb­be la si­lhouet­te ti­pi­ca che ca­rat­te­riz­za que­sto trot­ta­to­re nato. La si­lhouet­te è piut­to­sto slan­cia­ta e molto si­mi­le a quel­la del lupo. Linea in­fe­rio­re tesa e leg­ger­men­te ri­le­va­ta.
Nel C.L.C. la linea su­pe­rio­re pro­se­gue senza in­ter­ru­zio­ni la linea del collo in leg­ge­ra pen­den­za; il gar­re­se è ben mu­sco­lo­so, pro­nun­cia­to; ciò no­no­stan­te non in­ter­rom­pe la con­ti­nui­tà della linea dor­sa­le; dorso fermo e di­rit­to; rene corto, ben mu­sco­lo­so, non ampio, leg­ger­men­te in­cli­na­to; grop­pa corta, ben mu­sco­lo­sa, non ampia, che scen­de leg­ger­men­te: to­ra­ce sim­me­tri­co, ben mu­sco­lo­so, spa­zio­so, a forma di pera, si re­strin­ge verso lo ster­no. La pro­fon­di­tà del to­ra­ce non rag­giun­ge il go­mi­to. La punta dello ster­no non si esten­de al di là della punta della spal­la. Linea in­fe­rio­re e ven­tre teso, re­trat­to. Leg­ger­men­te vuoto ai fian­chi.

Quin­di, quali sono le dif­fe­ren­ze del corpo tra le due razze da te­ne­re a mente?
En­tram­bi sono co­strui­ti nel ret­tan­go­lo, il Saar­loos pre­sen­ta un to­ra­ce più pro­fon­do e petto più largo. Il Ce­co­slo­vac­co pre­sen­ta una re­gio­ne lom­ba­re leg­ger­men­te più corta, e un to­ra­ce più stret­to, che fa as­su­me­re al­l’a­ni­ma­le una con­for­ma­zio­ne più stret­ta nel­l’in­sie­me, ri­spet­to al suo si­mi­le. Nel C.L.C. inol­tre sono evi­den­ti al­cu­ni vuoti, parti lie­ve­men­te con­ca­ve, che nel C.L.S. non sono pre­vi­ste, come al­l’al­tez­za dei fian­chi e del ven­tre. In pra­ti­ca il C.L.S. si pre­sen­ta più largo e di sem­bian­ze più mas­sic­ce, ri­spet­to al C.L.C.
La CODA, altro aspet­to im­por­tan­te. Nel C.L.C. è in­se­ri­ta alta, pende giù di­rit­ta. Quan­do il cane è ec­ci­ta­to, ge­ne­ral­men­te è al­za­ta a fal­cet­to.
Nel C.L.S. è larga alla ra­di­ce e ab­bon­dan­te­men­te prov­vi­sta di pelo; ar­ri­va al­me­no al li­vel­lo del gar­ret­to. Sem­bra at­tac­ca­ta un po’ bassa, fatto che è spes­so ac­cen­tua­to da una leg­ge­ra de­pres­sio­ne vi­ci­no al­l’at­tac­ca­tu­ra. La coda è por­ta­ta da leg­ger­men­te a forma di scia­bo­la, a to­tal­men­te di­rit­ta. Quan­do il cane è ec­ci­ta­to o al trot­to, può es­se­re por­ta­ta più alta.
Quin­di vi è una dif­fe­ren­za nel­l’at­tac­ca­tu­ra che non la­scia dubbi, nel Ce­co­slo­vac­co è più alta, nel Saar­loos più bassa, inol­tre il por­ta­men­to è di­ver­so, in quan­to di­ver­sa è la forma che as­su­me.

Sof­fer­mia­mo­ci ad ana­liz­za­re gli ARTI, sem­pre ri­por­tan­do le varie voci dei due stan­dard. Qui dob­bia­mo par­la­re un po’, poi­ché vi sono varie sot­ti­gliez­ze da far emer­ge­re su gli arti.
Nel C.L.S. gli arti an­te­rio­ri sono di­rit­ti e ben mu­sco­lo­si. Le ossa non sono gros­so­la­ne e la loro se­zio­ne è ovale. In con­fron­to al corpo, gli arti sono un po’ gra­ci­li. Spal­le le sca­po­le sono di lar­ghez­za e lun­ghez­za suf­fi­cien­te. For­ma­no con la ver­ti­ca­le un an­go­lo nor­ma­le, non esa­ge­ra­to, di circa 30°. Brac­cio della stes­sa lun­ghez­za della sca­po­la. An­go­lo sca­po­lo-ome­ra­le non esa­ge­ra­to. Go­mi­ti ben ade­ren­ti al corpo, senza es­se­re ser­ra­ti con­tro il to­ra­ce. Vista la  cur­va­tu­ra delle co­sto­le e la lo­ca­liz­za­zio­ne cor­ret­ta della spal­la e del brac­cio, la di­stan­za tra i due an­te­rio­ri è mo­de­ra­ta. Piedi an­te­rio­ri, di lepre, ben mu­sco­lo­si e ar­cua­ti, con cu­sci­net­ti molto svi­lup­pa­ti, ciò che, as­sie­me al carpo so­li­do e al me­ta­car­po leg­ger­men­te obli­quo, as­si­cu­ra un mo­vi­men­to ela­sti­co. In sta­zio­ne, un piede leg­ger­men­te ri­vol­to verso l’e­ster­no è am­mes­so.
Negli arti po­ste­rio­ri la po­si­zio­ne del ba­ci­no è nor­ma­le, tut­ta­via, a causa del­l’at­tac­ca­tu­ra bassa della coda, che è fre­quen­te­men­te ac­cen­tua­ta da una leg­ge­ra de­pres­sio­ne, il ba­ci­no dà spes­so l’im­pres­sio­ne d’es­se­re più obli­quo. Gli an­go­li del po­ste­rio­re sono in ar­mo­nia con quel­li del­l’an­te­rio­re. L’an­da­tu­ra ti­pi­ca della razza di­pen­de in gran mi­su­ra della buona an­go­la­zio­ne del gi­noc­chio e del gar­ret­to. La mi­ni­ma de­via­zio­ne im­pe­di­sce lo svi­lup­po di que­sto ti­pi­co mo­vi­men­to. Nel cane in sta­zio­ne, i gar­ret­ti leg­ger­men­te chiu­si sono au­to­riz­za­ti. Co­scia di lun­ghez­za e lar­ghez­za nor­ma­li, for­te­men­te mu­sco­lo­sa. Gi­noc­chio non ec­ces­si­va­men­te an­go­la­to. Gar­ret­to l’an­go­lo non deve es­se­re esa­ge­ra­to. Le ossa e i mu­sco­li per­met­to­no una esten­sio­ne ot­ti­ma­le del­l’ar­ti­co­la­zio­ne. Me­ta­tar­so suf­fi­cien­te­men­te lungo (non corto), me­dia­men­te obli­quo. Piedi po­ste­rio­ri ben svi­lup­pa­ti, ben ar­cua­ti.
Nel C.L.C. gli arti an­te­rio­ri sono di­rit­ti, forti, pu­li­ti e rav­vi­ci­na­ti, con una leg­ge­ra de­via­zio­ne in fuori dei piedi; spal­le la sca­po­la è po­si­zio­na­ta piut­to­sto bene in avan­ti, molto mu­sco­lo­sa, forma un an­go­lo quasi di 65 gradi sul­l’o­riz­zon­ta­le; brac­cio for­te­men­te mu­sco­lo­so, forma un an­go­lo di 120-130 gradi con la sca­po­la; go­mi­ti stret­ta­men­te ade­ren­ti, non gi­ra­ti in fuori né in den­tro, ben de­fi­ni­ti, fles­si­bi­li; brac­cio e avam­brac­cio for­ma­no un an­go­lo di circa 150 gradi. Avam­brac­cio lungo, pu­li­to e di­rit­to. Le lun­ghez­za del­l’a­vam­brac­cio + me­ta­car­po = il 55 % del­l’al­tez­za al gar­re­se. Carpo so­li­do, fles­si­bi­le. Me­ta­car­po lungo, forma un an­go­lo di al­me­no 75 gradi col suolo. Leg­ger­men­te ela­sti­co in mo­vi­men­to. Piedi an­te­rio­ri  lar­ghi, gi­ra­ti leg­ger­men­te verso l’e­ster­no. Dita al­lun­ga­te ar­cua­te e forti, un­ghie scure. Cu­sci­net­ti ben de­fi­ni­ti, ela­sti­ci, scu­ri­Po­ste­rio­ri po­ten­ti. Gli arti po­ste­rio­ri sono pa­ral­le­li. Un’im­ma­gi­na­ria linea ver­ti­ca­le ti­ra­ta dalla punta del­l’i­schio, li at­tra­ver­se­reb­be a metà pas­san­do dal gar­ret­to. Gli spe­ro­ni sono in­de­si­de­ra­bi­li e de­vo­no es­se­re ri­mos­si. Co­scia lunga, ben mu­sco­lo­sa. Forma un an­go­lo di 80 gradi al ba­ci­no. L’ar­ti­co­la­zio­ne del­l’an­ca è forte e fles­si­bi­le. Gi­noc­chio forte e fles­si­bi­le. Gamba lunga, pu­li­ta, ben mu­sco­lo­sa. Forma un an­go­lo di circa 130 gradi col gar­ret­to. Tarso pu­li­to, so­li­do, fles­si­bi­le. Me­ta­tar­so lungo, pu­li­to. Po­si­zio­ne quasi ver­ti­ca­le ri­spet­to al ter­re­no. Piedi po­ste­rio­ri dita ar­cua­te e al­lun­ga­te con forti un­ghie scure.

Da una prima ana­li­si emer­ge su­bi­to la dif­fe­ren­za di in­cli­na­zio­ne della spal­la, re­gio­ne ana­to­mi­ca im­por­tan­tis­si­ma, che va ad in­flui­re su tutta la strut­tu­ra, e anche sul mo­vi­men­to, come poi ve­dre­mo. Il C.L.C. pre­sen­ta un avam­brac­cio più lungo e anche il me­ta­tar­so è più al­lun­ga­to ri­spet­to al C.L.S. ; in en­tram­be le razze è am­mes­so un leg­ge­ro man­ci­ni­smo. Men­tre le an­go­la­zio­ni di me­ta­car­po, gamba, co­scia e gar­ret­to non sono men­zio­na­ti nello stan­dard del C.L.S., nel C.L.C. que­sti hanno un an­go­lo ben de­fi­ni­to, anche se am­met­to­no lievi tol­le­ran­ze per di­fet­to o per ec­ces­so. Altra dif­fe­ren­za so­stan­zia­le ri­guar­da gli spe­ro­ni: que­sti nel Saar­loos non ven­go­no men­zio­na­ti, quin­di se pre­sen­ti non pos­so­no es­se­re con­si­de­ra­ti di­fet­to e non com­por­ta­no nes­su­na pe­na­liz­za­zio­ne, men­tre nel Ce­co­slo­vac­co è scrit­to in ma­nie­ra ine­qui­vo­ca­bi­le che com­por­ta­no pa­na­li­tà in fase di giu­di­zio.

Dopo aver com­pre­so le di­ver­gen­ze che le due razze pre­sen­ta­no negli arti, è do­ve­ro­so af­fron­ta­re l’ar­go­men­to che viene spon­ta­neo ana­liz­za­re di con­se­guen­za: il MO­VI­MEN­TO. Come ve­dre­mo que­sto aspet­to nei due stan­dard è af­fron­ta­to in ma­nie­ra to­tal­men­te dif­fe­ren­ze, in quan­to nello stan­dard del C.L.C si de­di­ca solo poche righe a que­sto aspet­to, men­tre nel Saar­loos viene de­di­ca­to al­l’an­da­tu­ra un pa­ra­gra­fo so­stan­zio­so.
Nello stan­dard del Ce­co­slo­vac­co non c’è la voce “mo­vi­men­to”, bensì “passo”, e viene de­scrit­to così: trot­to ar­mo­nio­so, leg­ge­ro, al­lun­ga­to, in cui gli arti sfio­ra­no il ter­re­no nel modo più ser­ra­to pos­si­bi­le. Testa e collo ten­do­no al­l’o­riz­zon­ta­le. Ambia quan­do cam­mi­na.
Nel C.L.S. in­ve­ce è ri­por­ta­to que­sto alla voce “mo­vi­men­to”: il Saar­loos è un trot­ta­to­re ti­pi­co e re­si­sten­te fa­cil­men­te ca­pa­ce di per­cor­re­re lun­ghe di­stan­ze con il suo passo par­ti­co­la­re. La sua an­da­tu­ra na­tu­ra­le non lo stan­ca e ri­cor­da quel­la del lupo. Si di­stin­gue dalle altre razze per il suo mo­vi­men­to leg­ge­ro molto ca­rat­te­ri­sti­co. Il buon svol­gi­men­to dei mo­vi­men­ti di­pen­de molto dai di­ver­si par­ti­co­la­ri di co­stru­zio­ne cor­po­rea; prima di tutto, sono le an­go­la­zio­ni tra gli arti di­ver­si, che eser­ci­ta­no l’in­fluen­za più gran­de. Al trot­to li­be­ro e sciol­to, il C.L. di Saar­loos porta la testa e il collo quasi oriz­zon­tal­men­te; è al­lo­ra che la po­si­zio­ne degli occhi e la forma cu­nei­for­me della testa sono ca­rat­te­ri­sti­che. Al trot­to so­ste­nu­to, an­da­tu­ra ti­pi­ca della razza, il cane non pre­sen­ta un al­lun­go esa­ge­ra­to; come una spin­ta trop­po forte, così un al­lun­go esa­ge­ra­to de­for­me­reb­be l’an­da­tu­ra ti­pi­ca e leg­ge­ra che è un mo­del­lo idea­le di mo­vi­men­to eco­no­mo ed ener­gi­co.
Per­ché così tanta im­por­tan­za alla voce “mo­vi­men­to” nello stan­dard del Saar­loos? Do­man­da spon­ta­nea, che de­ter­mi­na una ri­spo­sta al­tret­tan­to espli­ci­ta: chi giu­di­ca e chi espo­ne que­sta razza, so­prat­tut­to nel­l’am­bi­to dei ra­du­ni este­ri, sà bene che la razza viene giu­di­ca­ta quasi esclu­si­va­men­te in mo­vi­men­to, pro­prio per il suo par­ti­co­la­ris­si­mo aspet­to car­ra­tie­ria­le. In mo­vi­men­to il cane si “scio­glie”, ed ha la pos­si­bi­li­tà di mo­strar­si in tutta la sua ar­mo­nia, senza ini­bi­zio­ne data dalla sua in­do­le ri­ser­va­ta nei con­fron­ti del­l’e­stra­neo, in que­sto caso il giu­di­ce pre­sen­te nel ring. Il clas­si­co giu­di­zio “da fermo” in­fat­ti, è sì d’ob­bli­go, ma deve av­ve­ni­re per poco tempo, l’in­di­spen­sa­bi­le per per­met­te­re al giu­di­ce di esa­mi­na­re quel­le ca­rat­te­ri­sti­che non vi­si­bi­li dal mo­vi­men­to, come la den­ta­tu­ra, il co­lo­re del­l’oc­chio, e di­ver­si altri aspet­ti. In Ita­lia que­sto me­to­do non viene molto at­tua­to, in quan­to il C.L.S. viene giu­di­ca­to con gli stes­si pa­ra­me­tri di ogni altra razza, que­sto a mio pa­re­re è un er­ro­re. Il mo­vi­men­to ad ogni modo, per il Saar­loos, deve es­se­re con­si­de­ra­to una delle voci più im­por­tan­ti.

lupo saarloos cane
A SX Testa di Cane Lupo Ce­co­slo­vac­co (Pep­per­mint Patty Lupi di Mon­te­mo­rel­lo) – a DX testa di Cane Lupo di Saar­loos (Wad­di­wa­si di Fos­som­bro­ne)

Altra dif­fe­ren­za molto evi­den­te, direi forse la più evi­den­te, anche da chi non co­no­sce lo stan­dard e non ha l’oc­chio per di­stin­gue­re le due razze: il “co­lo­re del man­tel­lo”.
Quan­do si ha di­nan­zi due esem­pla­ri delle due ri­spet­ti­ve razze della me­de­si­ma co­lo­ra­zio­ne, molti ine­sper­ti hanno gros­se dif­fi­col­tà a di­stin­gue­re im­me­dia­ta­men­te quale sia il Saar­loos e quale il Ce­co­slo­vac­co, ma que­sta dif­fi­col­tà si an­nul­la quan­do il Saar­loos pre­sen­ta altre co­lo­ra­zio­ni.

Ve­dia­mo come lo stan­dard de­scri­ve il MAN­TEL­LO.
Nel C.L.C. il pelo è di­rit­to e fitto. Il pelo in­ver­na­le e quel­lo esti­vo sono molto di­ver­si. In in­ver­no un ab­bon­dan­te sot­to­pe­lo è pre­do­mi­nan­te e, con il pelo di co­per­tu­ra, forma uno spes­so man­tel­lo su tutto il corpo. E’ ne­ces­sa­rio che il pelo ri­co­pra il ven­tre, la parte in­ter­na delle cosce, lo scro­to, la parte in­ter­na degli orec­chi e la zona fra le dita. Collo  ben for­ni­to di pelo. Il co­lo­re da gial­la­stro-gri­gio a gri­gio-ar­gen­to con una ca­rat­te­ri­sti­ca ma­sche­ra chia­ra. Pelo chia­ro anche sul lato in­fe­rio­re del collo e del petto. Gri­gio scuro con ma­sche­ra chia­ra è per­mes­so.
Nello stan­dard del C.L.C., a dif­fe­ren­za del C.L.S., si men­zio­na anche la PELLE: ela­sti­ca, ade­ren­te, senza rughe, non pig­men­ta­ta.
Anche nel C.L.S. il pelo esti­vo è di­ver­so da quel­lo in­ver­na­le. In in­ver­no, è ge­ne­ral­men­te il sot­to­pe­lo che è pre­do­mi­nan­te; con il pelo di co­per­tu­ra forma una pel­lic­cia ab­bon­dan­te che copre tutto il corpo e di­se­gna at­tor­no al collo un col­la­re ben de­fi­ni­to. In esta­te, è il pelo di co­per­tu­ra che pre­do­mi­na su tutto il corpo. Dif­fe­ren­ze di tem­pe­ra­tu­ra in au­tun­no e in in­ver­no pos­so­no eser­ci­ta­re una gran­de in­fluen­za sul sot­to­pe­lo; ma la pre­di­spo­si­zio­ne a for­ma­re sot­to­pe­lo deve al­me­no es­se­re pre­sen­te. Bi­so­gna che il ven­tre, la parte in­ter­na delle cosce e anche lo scro­to siano ri­co­per­ti di pelo.

CO­LO­RE i co­lo­ri am­mes­si sono: sab­bia o fulvo chia­ro fino a scuro car­bo­na­to, detto “gri­gio di lupo”; sab­bia o fulvo chia­ro fino a scuro om­breg­gia­to di mar­ro­ne, detto “mar­ro­ne fo­re­sta” (Bos bruin); da “crema bian­ca­stro” (sab­bia) chia­ro a “bian­co”. Il pig­men­to del tar­tu­fo, delle rime pal­pe­bra­li, delle lab­bra e delle un­ghie deve es­se­re nero nei sog­get­ti color gri­gio-lu­po o bian­co, color fe­ga­to nei sog­get­ti “mar­ro­ne di fo­re­sta” o bian­co-cre­ma. Il pelo di tutta le re­gio­ne in­fe­rio­re del corpo, alla parte in­ter­na delle estre­mi­tà e nella re­gio­ne po­ste­rio­re delle cu­lot­tes è di co­lo­re chia­ro. Alla parte ester­na degli arti, tanto il sog­get­to color “gri­gio-lu­po” che il “mar­ro­ne di fo­re­sta” pre­sen­ta­no un pelo di co­lo­re scuro. Do­vran­no anche avere una ma­sche­ra che sot­to­li­nea l’e­spres­sio­ne.
Quin­di, qui le dif­fe­ren­ze sono tal­men­te evi­den­ti che penso sia inu­ti­le com­men­ta­re. Oltre alla dif­fe­ren­za di tes­si­tu­ra e di quan­ti­tà del pelo, vi sono nel Saar­loos, tre va­rie­tà di co­lo­re che nel Ce­co­slo­vac­co non sono as­so­lu­ta­men­te am­mes­se, es­sen­do ames­so nel C.L.C. solo la clas­si­ca e ti­pi­ca co­lo­ra­zio­ne gri­gia, in varie to­na­li­tà.

La TA­GLIA è un’al­tra im­por­tan­te voce che dif­fe­ren­zia le due razze.
Nel C.L.C. l’al­tez­za al gar­re­se nei ma­schi è al­me­no 65 cm e nelle fem­mi­ne al­me­no 60 cm; non vi è un li­mi­te. Per quan­to ri­guar­da il peso, per i ma­schi è al­me­no 26 kg, per le fem­mi­ne è al­me­no 20 kg. Li­mi­ti che ven­go­no am­pia­men­te su­pe­ra­ti dalla mag­gio­ran­za dei sog­get­ti.
Nel C.L.S. vi sono in­ve­ce delle li­mi­ta­zio­ni: varia per i ma­schi da 65 a 75 cm, e per le fem­mi­ne da 60 a 70 cm al gar­re­se; sono am­mes­se leg­ge­re de­via­zio­ni verso l’al­to.
Non è pre­vi­sto un peso spe­ci­fi­co per il Saar­loos. Il peso è una voce pre­vi­sta dallo stan­dard del C.L.C., come in molti altri stan­dard, ma è un con­no­ta­to che non viene preso in con­si­de­ra­zio­ne du­ran­te la va­lu­ta­zio­ne degli esper­ti giu­di­ci nel­l’am­bi­to delle ma­ni­fe­sta­zio­ni ca­ni­ne di bel­lez­za, poi­ché nes­sun giu­di­ce è for­ni­to di bi­lan­cia per va­lu­ta­re il peso dei sog­get­ti espo­sti, è sem­pli­ce­men­te un pre­di­ca­to che ha la fun­zio­ne di tu­te­la­re i giu­sti pa­ra­me­tri della razza e per for­ni­re al­l’al­le­va­to­re una in­di­ca­zio­ne ade­gua­ta per la pro­pria se­le­zio­ne.
Dun­que non è raro tro­va­re dei sog­get­ti di Ce­co­slo­vac­co molto più alti ri­spet­to a esem­pla­ri di Saar­loos. Que­st’ul­ti­mo però, data la sua par­ti­co­la­re con­for­ma­zio­ne fi­si­ca, so­li­ta­men­te è più pe­san­te ri­spet­to al suo si­mi­le.
Per­so­nal­men­te ho avuto dei ma­schi di Saar­loos nel mio al­le­va­men­to che hanno ra­giun­to e su­pe­ra­to i 45 kg di peso.

Ve­dia­mo ora l’a­spet­to che io ri­ten­go es­se­re forse il più im­por­tan­te, al­me­no per una delle due razze.
Par­lia­mo di CA­RAT­TE­RE, o “com­por­ta­men­to” che dir si vo­glia. Nel C.L.C. que­sta voce dello stan­dard è ap­pe­na ac­cen­na­ta, e rias­sun­ta in po­chis­si­me righe: Vi­va­ce, molto at­ti­vo, ca­pa­ce di re­si­sten­za, do­ci­le con pron­te rea­zio­ni. Senza paura e co­rag­gio­so. So­spet­to­so. Di­mo­stra enor­me leal­tà verso il pa­dro­ne. Re­si­sten­te alle con­di­zio­ni at­mo­sfe­ri­che. Ver­sa­ti­le per vari usi.
Con­cet­ti chia­ri, con­ci­si, che de­fi­ni­sco­no molto bene la ver­sa­ti­li­tà del C.L.C. e ne ri­ba­di­sco­no in qual­che modo che la sua se­le­zio­ne ha pla­sma­to un cane che può fun­ge­re da ec­cel­len­te au­si­lia­re per l’uo­mo.
Nel Saar­loos la que­stio­ne è net­ta­men­te di­ver­sa. In que­sta razza l’a­spet­to ca­rat­te­ria­le è di estre­ma im­por­tan­za e ne de­ter­mi­na la ti­pi­ci­tà. Non a caso viene con­ces­so un pa­ra­gra­fo molto lungo a que­sta voce.
Ve­dia­mo come viene espres­so nello stan­dard uf­fi­cia­le: cane vi­va­ce e pieno di ener­gia, di ca­rat­te­re fiero e in­di­pen­den­te. Non ob­be­di­sce che di sua pro­pria e li­be­ra vo­lon­tà; non si sot­to­met­te. È at­tac­ca­to al suo pa­dro­ne e af­fi­da­bi­le al più alto grado. Verso gli estra­nei è ri­ser­va­to e ab­ba­stan­za dif­fi­den­te. La sua ri­ser­va­tez­za e, nelle si­tua­zio­ni sco­no­sciu­te, il suo istin­to di fuga si­mi­le a quel­lo del lupo, sono ti­pi­che per il ca­ne-lu­po di Saar­loos e do­vreb­be­ro es­se­re man­te­nu­te come par­ti­co­la­ri­tà della razza. Nel­l’av­vi­ci­nar­si a un ca­ne-lu­po di Saar­loos gli estra­nei do­vreb­be­ro dare prova d’una certa com­pren­sio­ne verso il com­por­ta­men­to di que­sto cane, per la sua cir­co­spet­ta ri­ser­va­tez­za e per il suo istin­to di fuga, par­ti­co­la­ri­tà che porta nel suo pa­tri­mo­nio ere­di­ta­rio. Un ap­proc­cio for­za­to e in­de­si­de­ra­bi­le da parte di un estra­neo può pro­vo­ca­re la ma­ni­fe­sta­zio­ne del­l’i­stin­to di fuga. Im­pe­den­do a que­sto istin­to di ma­ni­fe­star­si, per esem­pio di­mi­nuen­do la li­ber­tà di mo­vi­men­ti del cane con un guin­za­glio, il cane può com­por­tar­si come se aves­se paura.

Co­lo­ro che hanno re­dat­to lo stan­dard non po­te­va­no es­se­re più chia­ri di così. Nel Saar­loos la dif­fi­den­za, il suo istin­to di fuga, la sua ri­ser­va­tez­za, SONO ASPET­TI TI­PI­CI DELLA RAZZA e de­ter­mi­na­no quin­di un PRE­GIO.
Il Saar­loos DEVE mo­stra­re ri­ser­va­tez­za, ca­rat­te­ri­sti­ca vo­lu­ta e scrit­ta pro­prio per­ché non sia messo in dub­bio il suo man­te­ni­men­to nel tempo. Il Saar­loos quin­di PUO’ COM­POR­TAR­SI COME SE AVES­SE PAURA, è bene ri­ba­dir­lo, poi­ché an­co­ra vi è molta con­fu­sio­ne tra gli ap­pas­sio­na­ti di que­sta razza, tra i quali vi sono fu­ti­li e in­sen­sa­te ini­zia­ti­ve che vanno alla ri­cer­ca di Saar­loos estro­ver­si, in­dif­fe­ren­ti nei con­fron­ti degli estra­nei, apa­ti­ci nel ring, tutte ca­rat­te­ri­sti­che che ren­do­no l’e­sem­pla­re ATI­PI­CO.
Quin­di pos­sia­mo tran­quil­la­men­te dire che il C.L.C. ed il C.L.S. per quan­to ri­guar­da il com­por­ta­men­to, sono l’e­sat­to op­po­sto, le due razze sono a gli an­ti­po­di nel ca­rat­te­re.

Per ul­ti­ma ana­li­si, sof­fer­mia­mo­ci a com­men­ta­re quel­li che sono i DI­FET­TI DA SQUA­LI­FI­CA.
Non sto ad elen­ca­re i nor­ma­li di­fet­ti, poi­ché come sa­pe­te, ogni de­via­zio­ne da quan­to ri­por­ta­to nello stan­dard com­por­ta un di­fet­to, che può es­se­re lieve o grave. Vor­rei in­ve­ce sof­fer­mar­mi ad ana­liz­za­re i di­fet­ti eli­mi­na­to­ri, ossia quei di­fet­ti che com­por­ta­no la squa­li­fi­ca de­fi­ni­ti­va del sog­get­to.
Nel C.L.C. ce ne sono una serie no­te­vo­le, che vado qui ad elen­ca­re:

1) di­scre­pan­za nelle pro­por­zio­ni; 2) di­fet­ti di com­por­ta­men­to e tem­pe­ra­men­to; 3) testa ati­pi­ca; 4) man­can­za di denti (ec­cet­to due PM1 e gli M3), chiu­su­ra ir­re­go­la­re; 5) forma e po­si­zio­ne degli occhi ati­pi­ca; 6) in­ser­zio­ne e po­si­zio­ne ati­pi­ca degli orec­chi; 7) pre­sen­za di gio­ga­ia; 8) forte obli­qui­tà nella grop­pa; 9) Cassa to­ra­ci­ca ati­pi­ca; 10) coda ati­pi­ca nel­l’in­ser­zio­ne e por­ta­men­to; 11) di­fet­to­sa e ati­pi­ca po­si­zio­ne degli an­te­rio­ri; 12) man­tel­lo ati­pi­co, con pelo che si di­sco­sta; 13) co­lo­ri di­ver­si da quel­li pre­scrit­ti dallo stan­dard; 14) le­ga­men­ti fiac­chi; 15) mo­vi­men­to ati­pi­co; 16) mo­nor­chi­di­smo/crip­tor­chi­di­smo.

Tutti que­sti di­fet­ti com­por­ta­no la squa­li­fi­ca del sog­get­to, ed il con­se­guen­te ri­ti­ro del “li­bret­to delle qua­li­fi­che”, quin­di il ri­ti­ro de­fi­ni­ti­vo dal ring e da qua­lun­que espo­si­zio­ne di bel­lez­za, poi­ché quel de­ter­mi­na­to sog­get­to pre­sen­ta uno o più con­no­ta­ti di ati­pi­ci­tà. Quin­di il giu­di­ce nel­l’as­se­gna­re la squa­li­fi­ca, in­di­ca al­l’al­le­va­to­re di non im­pie­ga­re quel sog­get­to nella pro­pria se­le­zio­ne.
Se io vi po­nes­si la do­man­da quin­di, quali sono i di­fet­ti da squa­li­fi­ca nel Ce­co­slo­vac­co? Vi por­rei una do­man­da dif­fi­ci­le, in quan­to que­sti di­fet­ti sono ben 16.
Se vi po­nes­si la stes­sa do­man­da per il Saar­loos, non sa­reb­be una do­man­da dif­fi­col­to­sa, in quan­to nel C.L.S. i di­fet­ti da squa­li­fi­ca solo solo 3:

  • co­lo­ri di­ver­si da quel­li am­mes­si dallo stan­dard;
  • qual­sia­si forma di ag­gres­si­vi­tà;
  • mo­nor­chi­di­smo o crip­tor­chi­di­smo.

Solo per uno di que­sti tre di­fet­ti un Saar­loos può es­se­re squa­li­fi­ca­to. Sono tutti di­fet­ti molto “pe­san­ti”, tutti di­fet­ti che de­no­ta­no, a mio pa­re­re, una au­to­ma­ti­ca esclu­sio­ne dalla se­le­zio­ne.
Ab­bia­mo ana­liz­za­to a fondo ogni aspet­to se­let­ti­vo, fi­si­co e com­por­ta­men­ta­le di que­ste due razze. Vi sono molte altre do­man­de che vor­rei esau­di­re in que­sto ar­ti­co­lo, ma non vor­rei di­lun­gar­mi più del do­vu­to, per­tan­to vo­glio con­ce­der­vi l’ul­ti­ma, forse quel­la che mi viene posta più spes­so: “Quale delle due razze è più Lupo?

Altra do­man­da ti­pi­ca da neo­fi­ta. Dif­fi­ci­le ri­spon­de­re, anche per­ché la do­man­da ha poco senso. Si parla di razze ca­ni­ne ma­ni­po­la­te dal­l’uo­mo da al­me­no mezzo se­co­lo, quin­di tutto ciò che ap­par­te­ne­va al Lupo si è molto af­fie­vo­li­to e quin­di ri­ten­go op­por­tu­no af­fer­ma­re che non è un pa­ra­go­ne fat­ti­bi­le. Il Ce­co­slo­vac­co si av­vi­ci­na mag­gior­men­te al Lupo sel­va­ti­co dal punto di vista pret­ta­men­te este­ti­co, il Saar­loos è molto af­fi­ne al Lupo dal punto di vista ca­rat­te­ria­le. Se do­ves­si ri­spon­de­re direi che si­cu­ra­men­te il Saar­loos, no­no­stan­te la se­le­zio­ne, ha man­te­nu­to gli istin­ti, i com­por­ta­men­ti in­na­ti e anche la mi­mi­ca espres­si­va del suo an­te­na­to an­ce­stra­le. Non dob­bia­mo di­men­ti­car­ci che l’a­spet­to ca­rat­tie­ria­le dif­fi­den­te e ri­ser­va­to, nel Saar­loos, è ri­chie­sto dal suo stan­dard di razza, scel­ta for­te­men­te vo­lu­ta da co­lo­ro che lo hanno re­dat­to, pro­prio per ga­ran­ti­re il man­te­ni­men­to di que­sto aspet­to, a ri­pro­va di una to­ta­le “pu­rez­za” della razza, evi­tan­do dun­que qua­lun­que im­mis­sio­ne ge­ne­ti­ca di altre razze che can­cel­le­reb­be­ro que­sto con­no­ta­to già in prima ge­ne­ra­zio­ne.
Ad ogni modo nes­su­na delle due razze è da con­si­de­rar­si “più lupo” del­l’al­tra.

La dif­fu­sio­ne delle razze è l’en­ne­si­mo ele­me­no di­stin­ti­vo. Negli ul­ti­mi anni ab­bia­mo as­si­sti­to ad un vero e pro­prio “boom” de­mo­gra­fi­co del Ce­co­slo­vac­co; la razza si è dif­fu­sa con estre­ma ra­pi­di­tà in tutta Eu­ro­pa, ed anche in Ita­lia que­sto in­cre­men­to è stato evi­den­te. Basti pen­sa­re che nel­l’an­no 2008 sono stati iscrit­ti al libro ori­gi­ne ita­lia­no 581 C.L.C., nel 2012 le iscri­zio­ni ave­va­no già am­pia­men­te su­pe­ra­to i 1000, e via via l’au­men­to è stato co­stan­te, fino ad ar­ri­va­re nel 2016 a ben 1508 sog­get­ti iscrit­ti in Ita­lia. Il pa­no­ra­ma de­mo­gra­fi­co del Saar­loos è una real­tà molto ri­di­men­sio­na­ta ri­spet­to al suo “si­mi­le”. In Eu­ro­pa i sog­get­ti di que­sta razza sono in au­men­to, ma mai e poi mai si ar­ri­ve­rà nean­che lon­ta­na­men­te ai nu­me­ri de­mo­gra­fi­ci re­la­ti­vi al ce­co­slo­vac­co. In Ita­lia, fino a circa 12 anni fa vi erano stati spo­ra­di­che iscri­zio­ni al libro ori­gi­ne (L.O.I.) in Ita­lia. Il Saar­loos è stato im­por­ta­to in Ita­lia nel 1996, e dal 2006 in poi, ossia da quan­do il mio al­le­va­men­to si è in­te­res­sa­to alla se­le­zio­ne di que­sta razza, il Saar­loos ha via via “ri­pre­so vita” nel no­stro Paese, prima con nu­me­ri molto ri­dot­ti, che non toc­ca­va­no nean­che la de­ci­na di na­sci­te al­l’an­no, poi con la suc­ces­si­va na­sci­ta anche di altri al­le­va­men­ti, si è ar­ri­va­ti nel 2015 ad ol­tre­pas­sa­re i 50 iscrit­ti (nu­me­ro che com­pren­de sog­get­ti nati e im­por­ta­ti in Ita­lia). Di­cia­mo che la media na­zio­na­le di na­sci­te in Ita­lia per il C.L.C. varia dagli 800-1200 sog­get­ti…. men­tre nel C.L.S. siano sulle 15-20 na­sci­te al­l’an­no. In Ita­lia quin­di la quan­ti­tà di na­sci­te del Saar­loos al­l’an­no è circa l’ 1,6% ri­spet­to alle na­sci­te an­nua­li del Ce­co­slo­vac­co. Que­sto rap­por­to è leg­ger­men­te di­ver­so in re­la­zio­ne alla to­ta­li­tà delle na­sci­te in Eu­ro­pa.
La dif­fe­ren­za de­mo­gra­fi­ca tra que­sti due tipi di cani quin­di è de­ci­sa­men­te no­te­vo­le! Per per­met­ter­vi di ca­pi­re ancor di più chia­ra­men­te, quan­to di­va­rio vi sia nella in­da­gi­ne sta­ti­sti­ca in Ita­lia tra le due razze, pos­sia­mo af­fer­ma­re sem­pli­ce­men­te che la quan­ti­tà di Saar­loos che nasce in 1 anno, equi­va­le alla quan­ti­tà di Ce­co­slo­vac­chi che nasce in soli 4 gior­ni. In­cre­di­bi­le di­re­te voi, ma è la real­tà na­zio­na­le.
La cosa è ancor più stra­na se si pensa, come ab­bia­mo detto in pre­ce­den­za, che il Saar­loos esi­ste come “razza” da prima del C.L.C., ma la sua scar­sa dif­fu­sio­ne è si­cu­ra­men­te do­vu­ta alla sua in­do­le, alla dif­fi­col­tà della ge­stio­ne, alla de­di­zio­ne che com­por­ta la sua so­cia­liz­za­zio­ne, alla sua poca (se non nulla) uti­li­tà per l’uo­mo nel la­vo­ro.
Con que­sto non vo­glio es­se­re frain­te­so, af­fer­man­do ciò non vo­glio certo so­ste­ne­re che il C.L.C. sia una razza più “fa­ci­le” e adat­ta a tutti, tut­t’al­tro!…. dico so­la­men­te che si trat­ta senza dub­bio di una ti­po­lo­gia di cane più pla­sma­bi­le, po­lie­dri­ca e più adat­ta al­l’ad­de­stra­men­to, per­tan­to più at­traen­te per molte per­so­ne.

Con­clu­sio­ni e co­si­de­ra­zio­ni

Ab­bia­mo dun­que due razze, ben di­stin­te, con ca­rat­te­ri­sti­che uni­che, con trat­ti ana­to­mi­ci che non hanno egua­li a con­fron­to con le oltre 400 razze ri­co­no­sciu­te a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le.
In en­tram­be le razze vi sono stati ten­ta­ti­vi di in­tro­mis­sio­ne di altre, me­tic­cia­men­ti, ad­di­rit­tu­ra ibri­da­zio­ni, se si pensa al re­cen­te caso dei “mu­ta­ra”, così de­fi­ni­ti dalla co­mu­ni­tà ci­no­fi­la, ossia sog­get­ti pro­dot­ti da ac­cop­pia­men­ti tra C.L. Ce­co­slo­vac­chi e Canis Lupus. A quale scopo? Ab­bia­mo due razze che hanno rag­giun­to un li­vel­lo di bel­lez­za, di ele­gan­za, di ar­mo­nia, di omo­ge­nei­tà, di qua­li­tà mor­fo­lo­gi­ca-fun­zio­na­le, e che man­ten­go­no quel­le ca­rat­te­ri­sti­che di ti­pi­ci­tà de­fi­ni­te dallo stan­dard, che siamo riu­sci­ti, bene o male, a man­te­ne­re in­va­ria­te fino ad oggi. Pro­prio per que­sti mo­ti­vi, una qua­lun­que im­mis­sio­ne ester­na alla razza do­vreb­be es­se­re con­si­de­ra­ta de­le­te­ria. Un me­tic­cia­men­to od una ibri­da­zio­ne, ri­por­ta la se­le­zio­ne in­die­tro di de­ci­ne di anni, per­ché si sà, in ge­ne­ti­ca l’an­ce­stra­le do­mi­na sem­pre.
L’I­ta­lia non de­tie­ne la “pa­ter­ni­tà” di que­sti due ca­ni-lu­po, ma non v’è dub­bio che in Ita­lia vi siamo im­por­tan­tis­si­mi cen­tri di se­le­zio­ne di en­tram­be le ti­po­lo­gie, te­nu­ti molto in con­si­de­ra­zio­ne nel pa­no­ra­ma in­ter­na­zio­na­le, e di ciò dob­bia­mo es­ser­ne or­go­glio­si.
Il Saar­loos ed il Ce­co­slo­vac­co, così si­mi­li tra loro, ma anche così dif­fe­ren­ti se si entra nel par­ti­co­la­re. Due facce della stes­sa me­da­glia, due “gio­iel­li” che ci dob­bia­mo im­pe­gna­re a man­te­ne­re inal­te­ra­te ad ogni costo.

Fe­de­ri­co Vi­nat­tie­ri è un ap­pas­sio­na­to al­le­va­to­re ci­no­fi­lo, or­ni­to­fi­lo e avi­col­to­re (ti­to­la­re Al­le­va­men­to di Fos­som­bro­ne – www.​dif​osso​mbro​ne.​ithttp://​lupi.​dif​osso​mbro​ne.​ithttp://​ornitologia.​dif​osso​mbro​ne.​it). Cur­ri­cu­lum vitae >>>

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