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di T. Rigoletto – E. Scanzola

Quessant al pascolo
Ouessant al pascolo (foto F. Reale)

Da alcuni anni si sta diffondendo anche in Italia una pecora di piccole dimensioni, comunemente chiamata Nana d’Ouessant, meglio conosciuta in Europa ed oltre oceano come Mouton d’Ouessant. Con la sua taglia inferiore ai 50 cm al garrese ed un peso ideale oscillante tra i 15 ed i 23 Kg è senz’altro la più piccola tra tutte le varietà ovine. La razza ha origine e deve il suo nome all’isola bretone d’Ouessant, poco più di 1500 ettari battuti da venti e tempeste nell’estremo nord ovest della Francia. I primi documenti che segnalano sin dal 1700 la presenza sull’isola di questa razza ovina – e non si esclude il suo allevamento nei secoli antecedenti – riferiscono di greggi formate da soggetti di taglia inferiore ai 40 cm, con mantello unicolore nero, raramente marrone. A metà del XIX secolo sull’isola erano presenti circa 6000 ovini di proprietà di 510 allevatori ed il riconoscimento delle greggi era affidato ad intagli auricolari. L’allevamento era finalizzato alla produzione di lana e carne di ottima qualità. All’inizio del XX secolo avvenne l’introduzione e pertanto il meticciamento con ovini a vello bianco provenienti dalla terraferma, secondo alcune fonti evento accidentale (naufragio di un mercantile greco nel 1935), per altri invece voluto nella ricerca di una maggior produttività in carne e lana. Nel 1970 la pecora d’Ouessant nella sua forma originale risultava praticamente estinta sull’isola omonima.
Per fortuna le dimensioni contenute e la scarsa resa che hanno portato la razza a rischio di estinzione favorirono, dalla seconda metà del XX secolo, la sua diffusione come animale “da compagnia”. Effettivamente questo piccolo ovino dal carattere particolarmente socievole e domestico è adatto a chi possiede un giardino rustico o un terreno coltivato ad oliveto o frutteto che necessiti di una soluzione ecologica alla continua crescita dell’erba. Inoltre la taglia ridotta rappresenta un vantaggio in presenza di terrazzamenti in genere danneggiati da animali più pesanti.
Come le dimensioni, anche le esigenze di mantenimento sono ridotte: un appezzamento recintato, una piccola tettoia o ricovero a protezione dalla pioggia, buon fieno da somministrare in mancanza di pascolo verde, acqua sempre a disposizione ed un blocco di sali minerali a cui attingere secondo esigenza. L’abitudine ad una ridottissima somministrazione di fioccato misto o mangime per ovi-caprini, finalizzata al richiamo ed addomesticamento, facilita controlli e cure di routine.
Una corretta gestione contempla la somministrazione periodica di un vermifugo per liberare il gregge dai parassiti intestinali, nonché di un antiparassitario da applicare sulla cute come prevenzione o disinfestazione dai parassiti esterni. Sono trattamenti sempre auspicabili nel rispetto della salute animale ed irrinunciabili per i soggetti che vivono in un giardino familiare o presso strutture di accoglienza agrituristica, mini-zoo, fattorie didattiche, … a frequente contatto con bambini ed adulti.
Una volta all’anno, a primavera, è necessario ricorrere alla tosatura, operazione semplice da effettuare su una pecora di così piccola taglia. Il consiglio è di procedere – dopo esservi procurati un paio di buone forbici o di una tosatrice elettrica, a seconda del numero di capi da tosare – posizionando l’animale su un piano di appoggio, per esempio un tavolo da toeletta per cani e mantenendolo in normale stazione quadrupede. Questo metodo risulta meno traumatico ed attuabile anche con femmine in fase di gravidanza. La lana risultante dalla tosatura, opportunamente separata per colore e lavata, si presta alla filatura ed alla lavorazione di simpatici capi d’abbigliamento “fai da te”.
Un’altra operazione da effettuare periodicamente, almeno in concomitanza della tosatura, è il controllo della crescita delle unghie che, quando non naturalmente soggette ad usura, vanno accorciate nella parte cornea eccedente usando un paio di cesoie da giardinaggio. Con l’occasione è buona abitudine applicare un disinfettante nello spazio interdigitale a prevenzione di eventuali infezioni che possono interessare le zampe degli ovini, soprattutto se vivono in terreni umidi o recinti sovraffollati. Doveroso comunque segnalare che in tanti anni non abbiamo mai riscontrato simili patologie nelle nostre Ouessant benché allevate sullo stesso appezzamento di terreno dove, in precedenza, altre razze ci avevano dato problemi nonostante il regolare trattamento.
Alcune indicazioni a quanti vorrebbero dedicarsi alla riproduzione di questo simpatico ovino. La pecora Ouessant partorisce un solo agnello all’anno a primavera più o meno inoltrata, dopo una gestazione di circa 5 mesi. Parti gemellari mettono in dubbio la purezza dei soggetti in questione. La femmina, secondo il tipico comportamento della specie ovina e degli erbivori in generale, all’approssimarsi del parto tende ad isolarsi dal resto del gregge per tornarvi ben presto non appena il piccolo abbia acquisito una discreta capacità di deambulazione.

Quessant al pascolo coperte
Singolare l’abitudine di alcuni allevatori d’oltralpe di applicare delle copertine alle Ouessant al pascolo, a protezione del vello dalle impurità quali semi, spine e spighe, nonché dall’effetto schiarente dei raggi solari (foto http://www.spinningsheperd.blogspot.com/)

Gli agnelli neri presentano spesso alla nascita una macchia bianca sulla fronte o sulla nuca, macchia che scomparirà nel corso del primo anno di crescita. Stesso discorso per quanto riguarda le macchie rossastre più o meno estese presenti sui neonati a mantello bianco. Agnelli marroni o “cioccolato”, nascono solo quando tale mantello è fenotipicamente (cioè manifesto) o geneticamente (soggetti portatori) presente in entrambe i riproduttori.
La razza è tutelata dall’associazione GEMO (Groupement des Eleveurs de Moutons d’Ouessant www.moutons-ouessant.com) che organizza incontri e concorsi in Francia. Anche quando di carattere puramente amatoriale, l’allevamento dovrebbe essere indirizzato alla produzione di soggetti sempre più conformi allo standard ideale. E’ pertanto consigliabile scartare dalla riproduzione selettiva quei capi che evidenziano segni di crossing, pur rappresentando caratteristiche di taglia e docilità tali da renderli ottimi soggetti “da giardino”. Considerando che gli agnelli nati nell’anno, sia maschi che femmine, sono pronti a riprodursi già al loro primo autunno-inverno, è necessario, allontanare per tempo tutti gli altri maschi dal gregge, ad esclusione dell’ariete prescelto.
Pur essendo la razza Ouessant di costituzione robusta e di facile riproduzione e non richiedendo in teoria l’intervento dell’uomo al momento della nascita, è comunque buona abitudine controllare le femmine prossime al parto onde evitare che complicazioni, peraltro molto rare ma non impossibili, esitino nella perdita della madre e/o del nascituro. Per quanti intendono invece godere della presenza nel proprio parco o giardino di un mini gregge facilmente gestibile con un impegno minimo, ma senza le preoccupazioni legate al ciclo riproduttivo, è consigliabile l’adozione di un nucleo composto da soggetti dello stesso sesso. Le pecore, fatte le dovute eccezioni per agnelli allattati artificialmente dall’uomo, essendo animali di branco come i Mufloni loro parenti selvatici, devono vivere in compagnia di almeno un loro simile. Per confinare, separare o proteggere alcune zone esclusivamente dedicate a giardino, è sufficiente una rete spostabile elettrificata del tipo da pastorizia. Vista la taglia e l’unico parto annuo non gemellare, crediamo non ci siano dubbi circa la sconvenienza nel riprodurre questa razza, in purezza o meticciamento, avendo come scopo la resa carnea. Di fronte al rango di Pet (vocabolo anglossassone indicante l’animale da compagnia) assunto dalla Ouessant, sorge spontanea una domanda: quale può essere l’aspettativa di vita di un ovino? In assenza di dati specifici sulla nostra razza, riportiamo i risultati di uno studio sulla Pecora selvatica di montagna: maschi 20 anni, femmine 24 (Geist, V., 1971. Mountain Sheep – University of Chicago Press).
Lo Sheep-dog (uno sport o attività ludica da svolgere nel rispetto degli ovini) sta coinvolgendo un sempre maggior numero di appassionati cinofili con i loro cani di tipo pastore-conduttore ed ha il merito di mantenere e selezionare in alcune razze canine quelle doti di ausiliario dell’uomo derivanti da secoli di impiego nella pastorizia, qualità che sarebbe un peccato perdere indirizzando l’allevamento verso la ricerca solo di una bellezza morfologica fine a se stessa.
Taglia minuta e docilità rendono adatte le Ouessant per Attività Assistite con Animali (Pet-therapy) in particolare presso quelle strutture o comunità che prevedono piccoli allevamenti a finalità terapeutica o educativa.

STANDARD di razza a cura della GEMO

ALTEZZA massima misurata al garrese : maschi 49 cm, femmine 46 cm.

COLORE : Sono ammesse tutte le colorazioni uniformi: nero, nero tendente al bruno, marrone, bianco. Nei soggetti bianchi è ammessa la presenza di zone leggermente rossastre al collo, alle zampe ed alla coda.

TESTA : fine e regolare, provvista di corna nei maschi. Profilo nasale diritto, negli arieti leggermente convesso. Solco lacrimale assai marcato e di colore scuro.

CORNA : di colore scuro negli arieti neri e marroni, chiare nei soggetti bianchi. A sezione triangolare, forti, formanti una sola spirale di grande ampiezza e ben distanziate dal cranio.

OCCHIO : brillante, con sguardo vivo.

ORECCHIE : fini, piccole, corte, mobili, tendenti a raddrizzarsi.

MEMBRA : fini, di lunghezza media, ben proporzionate e con appiombi corretti.

UNGHIE : scure nei soggetti neri e bruni, chiare nei bianchi.

LANA : ben estesa, coprente fronte, parte delle guancie e tutto il corpo fino ad almeno ginocchia e garretti. La colorazione, ammessa nei colori nero, bruno, marrone, bianco, deve essere omogenea in tutto il vello. Il vello si presenta a bioccoli semichiusi, compatto, con lunghezza di 8/10 cm dopo 12 mesi di crescita. Qualità della lana: morbida al tatto, molto flessibile, talvolta leggermente lucida. Resa alla tosatura: da 1,2 a 1,5 Kg negli arieti, 1-1,2 Kg nelle femmine.

COLLO : a sezione rotonda, senza giogaia, con una “cravatta” di pelo più lungo negli arieti adulti.

TRONCO : garrese non rilevato, petto profondo, linea dorsale diritta dal garrese alla coda. Bacino largo.

La pratica della tosatura
La tosatura (foto Eugenio Scanzola)

Tiziana Rigoletto ed Eugenio Scanzola condividono da oltre vent’anni passione cinofila e zoofila.
Vivono in Piemonte con la famiglia ed i loro Leonberger “di ValRovere”. Un gregge di Ouessant funge da alcuni anni come rasaerba nel loro podere.
E-mail: escanzola@gmail.com

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