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di Gian­ni Bal­za­ret­ti

Lo stee­ple­cha­se è una par­ti­co­la­re corsa di ca­val­li al ga­lop­po. Si svol­ge nor­mal­men­te in ip­po­dro­mo e il re­la­ti­vo per­cor­so è com­po­sto da osta­co­li di vario tipo.
Le corse più im­por­tan­ti al mondo, sono tra­di­zio­nal­men­te tre: il Grand Na­tio­nal (Li­ver­pool, In­ghil­ter­ra, ip­po­dro­mo di Ain­tree, primi di apri­le), il Ma­ry­land Hunt Cup (Glyn­don, Ma­ry­land, Stati Uniti, fine apri­le) e il Velka Par­du­bic­ka Gran Stee­ple­cha­se (Par­du­bi­ce, Re­pub­bli­ca Ceca, primi di ot­to­bre).
Altre im­por­tan­ti ma­ni­fe­sta­zio­ni si svol­go­no co­mun­que in ge­ne­re dove le corse al ga­lop­po hanno una con­so­li­da­ta tra­di­zio­ne. In Ita­lia si corre a Set­tem­bre il Gran Pre­mio di Me­ra­no ed è la corsa più ri­no­ma­ta, tra le gare di que­sto ge­ne­re, che si svol­ge nel no­stro Paese.

Le ori­gi­ni in Gran Bre­ta­gna
La cac­cia al cervo a ca­val­lo ha dato ori­gi­ne a que­sta spe­cia­li­tà nei paesi An­glo­sas­so­ni.
Pia­ce­va, ai vari lord di quei tempi, avere ca­val­li re­si­sten­ti e ve­lo­ci che per­cor­res­se­ro le cam­pa­gne, su­pe­ran­do vari osta­co­li che vi si tro­va­va­no, e po­te­re così age­vol­men­te in­se­gui­re le prede.
Negli anni, ai cervi, sem­pre meno nu­me­ro­si, so­sti­tui­ro­no poi le volpi.
Varie cacce si svol­se­ro sia in In­ghil­ter­ra che in Ir­lan­da, a par­ti­re dalla metà del XVIII se­co­lo. E, al­l’in­ter­no di que­ste, nac­que­ro le prime sfide. Si cor­re­va at­tra­ver­so le cam­pa­gne di­ret­ti ad un punto di ri­fe­ri­men­to, spes­so rap­pre­sen­ta­to da un cam­pa­ni­le o da una torre, per poter va­lu­ta­re e se­le­zio­na­re me­glio que­sti ca­val­li ‘cac­cia­to­ri’. Uno scrit­to parla già di un in­con­tro (cor­re­va l’an­no 1752) aven­te una lun­ghez­za di quat­tro mi­glia e mezzo (dalla Chie­sa di But­te­vant  nella con­tea di Cork al cam­pa­ni­le della Chie­sa di St. Leger), tra un certo Ed­mund Blake e un si­gnor O’Cal­la­ghan. Un’al­tra di que­ste si di­spu­tò in In­ghil­ter­ra nel 1790, tra il si­gnor Lo­rai­ne Hardy e l’On. Mr Wil­lou­gh­by: i ca­val­li, per 1.000 ghi­nee di pre­mio, do­ve­va­no con­fron­tar­si per oltre nove chi­lo­me­tri, da Mel­ton Mo­w­bray a Dalby Wood.
In Ir­lan­da, nel 1803 si tenne “… una gara con i premi in de­na­ro ed in ag­giun­ta una botte di vino rosso, un ba­ri­lot­to di porto e un quar­to di botte di rum”.
Nes­su­no di que­sti primi in­con­tri, detti “point to point” (ossia da punto a punto) pre­ve­de­va un per­cor­so fisso. Il ca­va­lie­re era li­be­ro di sce­glier­si quel­lo che ri­te­ne­va il più fa­vo­re­vo­le per giun­ge­re al tra­guar­do.
Più tardi, ven­ne­ro col­lo­ca­te delle ban­die­ri­ne per se­gna­la­re un per­cor­so pre­ce­den­te­men­te con­cor­da­to. In un match del 1813 nella con­tea di Ro­scom­mon (Ir­lan­da) un do­cu­men­to ab­boz­za­va una ren­di­con­ta­zio­ne del per­cor­so “più di sei mi­glia, con osta­co­li in­clu­si (… sei osta­co­li alti cin­que piedi e molti fos­sa­ti)”.


Foto www.​sou​thmi​dlan​dp2p.​co.​uk

L’uso co­mu­ne del ter­mi­ne stee­ple­cha­se venne for­ma­liz­za­to dall’ Irish Ra­cing Ca­len­dar nel 1807 per isti­tui­re una corsa di circa sei mi­glia con vari osta­co­li co­strui­ti al­l’in­ter­no di un gran­de spa­zio de­li­mi­ta­to.
In In­ghil­ter­ra la re­gio­ne del Lei­ce­ster­shi­re, con i suoi lun­ghi re­cin­ti e la sua ab­bon­dan­te cam­pa­gna aper­ta e on­du­la­ta, era di­ven­ta­ta un luogo idea­le (e alla moda) per pro­va­re ca­val­li che po­tes­se­ro cor­re­re ve­lo­ce­men­te e sal­ta­re vari osta­co­li na­tu­ra­li. Con il pas­sa­re del tempo di­ver­si stal­lo­ni Pu­ro­san­gue ven­ne­ro sem­pre più uti­liz­za­ti per in­cro­ci con ca­val­le di vario tipo; un esem­pio è dato dal quar­to duca di Graf­ton che prese la de­ci­sio­ne di in­via­re un suo stal­lo­ne di razza Pu­ro­san­gue di nome Pio­neer (1804, Whi­skey – Pru­nel­la) a Wa­ke­field Lodge ad ac­cop­piar­si con le sue fat­tri­ci. Ne ap­pro­fit­ta­ro­no anche i pro­prie­ta­ri vi­ci­ni. Ne nac­que­ro dei pro­dot­ti (Hun­ting) molto ro­bu­sti e al­tret­tan­to ve­lo­ci.
In ge­ne­ra­le, in Ir­lan­da ed In­ghil­ter­ra, i Pu­ro­san­gue sono stati con­si­de­ra­ti es­sen­zia­li per l’al­le­va­men­to dei ca­val­li Hun­ter. At­tra­ver­so la se­le­zio­ne e par­ten­do dalle ca­val­le che non ave­va­no ascen­den­ti co­no­sciu­ti – o di cui non era stato pos­si­bi­le ri­sa­li­re alla ori­gi­ne elen­ca­ta nello Stud Book (il Libro Ge­nea­lo­gi­co) – venne a for­mar­si, so­prat­tut­to in Ir­lan­da, un nu­me­ro sem­pre mag­gio­re di ca­val­li con at­ti­tu­di­ni ‘pre­de­ter­mi­na­te’ detti stee­ple­cha­sing.
Si in­co­min­cia­ro­no nel frat­tem­po a cer­ca­re dei ter­re­ni sui quali ven­ne’ trac­cia­to’ un per­cor­so. Al suo in­ter­no ven­ne­ro frap­po­ste delle siepi e altri osta­co­li, so­prat­tut­to stac­cio­na­te. La prima corsa di que­sto tipo si tenne in In­ghil­ter­ra nel 1810 a Be­d­ford, con una lun­ghez­za di tre mi­glia (un mi­glio cor­ri­spon­de a 1609,3 metri) e con otto osta­co­li alti 4 piedi e 6 pol­li­ci (circa 136 cen­ti­me­tri).
I ca­val­li iscrit­ti in que­sta corsa ad osta­co­li do­ve­va­no già es­se­re Hun­ting cer­ti­fi­ca­ti.
Poi­ché il nu­me­ro di que­ste gare au­men­ta­va­no sia in In­ghil­ter­ra che in Ir­lan­da e au­men­ta­va nel con­tem­po la fre­quen­za degli in­ci­den­ti, si de­ci­se di for­ma­re delle com­mis­sio­ni che stan­dar­diz­zas­se­ro i per­cor­si e le re­la­ti­ve dif­fi­col­tà pur man­te­nen­do una mar­ca­ta ma­tri­ce ti­pi­ca del luogo si svol­gi­men­to.
La com­mis­sio­ne più ac­cre­di­ta­ta, la Grand Na­tio­nal Hunt, è stata quin­di isti­tui­ta per la re­go­la­men­ta­zio­ne e il con­trol­lo di que­sto sport e per va­lu­tar­ne even­tua­li san­zio­ni.
La prima corsa del Grand Na­tio­nal venne te­nu­ta a Ain­tree, vi­ci­no a Li­ver­pool, nel 1829.
Nel 1836, il trac­cia­to di Ain­tree com­pren­de­va venti osta­co­li. Negli anni 1837-38 si svol­se con con­di­zio­ni leg­ger­men­te di­ver­se e con il nome The Stee­ple­cha­se Li­ver­pool. Al­cu­ne per­so­ne ri­ten­go­no que­sta la vera data di ini­zio del Grand Na­tio­nal. Altri con­si­de­ra­no come primo even­to quel­lo del­l’an­no 1839, quan­do un sin­da­ca­to com­po­sto da emi­nen­ti ap­pas­sio­nan­ti as­sun­se la di­re­zio­ne della corsa. Essa è stata ori­gi­na­ria­men­te de­no­mi­na­ta Grand Li­ver­pool Stee­ple­cha­se, cam­bia­ta poi nel 1843 in Li­ver­pool Na­tio­nal Stee­ple­cha­se, e, in­fi­ne, in Grand Na­tio­nal nel 1847.
La gara del Grand Na­tio­nal è stata però ri­co­no­sciu­ta dal Joc­key Club In­gle­se (l’En­te che ne re­go­la­men­ta le corse) solo nel 1866 men­tre in Ir­lan­da, la corsa più nota, l’I­rish Na­tio­nal Hunt Stee­ple­cha­se, fu ri­co­no­sciu­ta solo nel 1869.


Foto www.​reuters.​com

In Ir­lan­da, dal 1830, le corse erano te­nu­te a Mayo, dove i ca­val­li por­ta­va­no pesi di­ver­si clas­si­fi­ca­ti in base al­l’e­tà. Si cor­re­va anche a Bal­lin­ro­be, a Tuam, a Ca­shir e al­tro­ve. Anche in que­ste riu­nio­ni, a quel tempo, il fan­ti­no po­te­va sce­glie­re il per­cor­so della corsa li­be­ra­men­te at­tra­ver­so la cam­pa­gna. Ba­sta­va rag­giun­ge­re e ta­glia­re il tra­guar­do pre­sta­bi­li­to. Nel 1854 la prima riu­nio­ne re­go­la­re ad osta­co­li si tenne pres­so Pun­che­sto­wn, poi di­ven­ta­to il più fa­mo­so ip­po­dro­mo da stee­ple d’Ir­lan­da. Nel 1861 tra­mi­te il Races Pun­che­sto­wn ven­ne­ro rior­ga­niz­za­te corse im­por­tan­ti come The Na­tio­nal Hunt Kil­da­re. Si cor­re­va anche a Fai­ry­hou­se, vi­ci­no a Du­bli­no, e a Bal­ly­brit vi­ci­no Lou­gh­rea.
Il pre­mio più im­por­tan­te si svol­ge­va sulla di­stan­za di 3 mi­glia e 5 fur­long (Irish Grand Na­tio­nal) e venne inau­gu­ra­to nel 1870 a Fai­ry­hou­se. Anche Chel­te­n­ham è un im­por­tan­te luogo di corse.
Og­gi­gior­no si con­si­de­ra il Grand Na­tio­nal In­gle­se come il cam­pio­na­to degli stee­ple­cha­se.
In Gran Bre­ta­gna, fino al­l’an­no 1882, la scel­ta del nu­me­ro e il tipo di osta­co­li erano la­scia­ti alla di­scre­zio­ne degli or­ga­niz­za­to­ri della varie corse. Da quel­l’an­no è il The Na­tio­nal Hunt che le re­go­la­riz­za, spe­ci­fi­can­do per le varie gare, le lun­ghez­ze, il nu­me­ro mi­ni­mo e il tipo di salti (siepi, stac­cio­na­te, fossi, ri­vie­re,ter­ra­pie­ni, etc.).
An­co­ra oggi, sul con­ti­nen­te Eu­ro­peo (con qual­che ec­ce­zio­ne per la Fran­cia), i ca­val­li che di so­li­to non rie­sco­no bene nelle corse in piano ven­go­no in­di­riz­za­ti, se hanno de­ter­mi­na­te ca­rat­te­ri­sti­che, alle corse in osta­co­li. Il ca­val­lo di nome Wrack (1909, da Ro­bert le Dia­ble e da Ba­cic­cin) ha dap­pri­ma corso bene in piano, e poi ha gua­da­gna­to molto di più in osta­co­li, vin­cen­do sei delle sette corse di­spu­ta­te, prima di es­se­re espor­ta­to negli Stati Uniti. E’ ri­cor­da­to come un buon padre di cor­ri­do­ri negli Stati Uniti (stal­lo­ne lea­der per nu­me­ro di vin­ci­to­ri nel 1923, 1930, 1931). Suo fi­glio, Pe­tee-Wrack, ge­ne­ra­to in Ame­ri­ca, ha poi vinto il Grand Na­tio­nal. Suo fra­tel­lo Jones il Ma­ry­land Hunt.
Nei paesi An­glo­sas­so­ni si cerca in­ve­ce di al­le­va­re ca­val­li di ade­gua­ta ge­nea­lo­gia da av­via­re di­ret­ta­men­te alla car­rie­ra delle corse ad osta­co­li.

I point to point

Nel 1913 l’as­so­cia­zio­ne chia­ma­ta Ma­ster of Hounds Point-to-Point venne isti­tui­ta per di­sci­pli­na­re e or­ga­niz­za­re le riu­nio­ni. Nel 1937 i point to point sono stati in­glo­ba­ti dal Co­mi­ta­to Na­tio­nal Hunt.
Ad oggi, in In­ghil­ter­ra, i point to point ri­ve­sto­no an­co­ra un ruolo im­por­tan­te.
In que­ste gare non è con­sen­ti­ta la par­te­ci­pa­zio­ne ai ca­va­lie­ri pro­fes­sio­ni­sti (fan­ti­ni).  Lo scopo è quel­lo di es­se­re uti­liz­za­te come ‘prove per l’ad­de­stra­men­to’  ri­vol­te sia ai ca­val­li che ai ca­va­lie­ri.
Pos­sia­mo an­no­ve­ra­re tra i vin­ci­to­ri del Chel­te­n­ham Gold Cup e del Grand Na­tio­nal (ad esem­pio  Teal, Mer­ry­man II, The Di­kler etc.) ca­val­li che hanno ini­zia­to la loro car­rie­ra di sal­ta­to­ri pro­prio nei point to point. 

Fran­cia
In Fran­cia, un certo nu­me­ro di ari­sto­cra­ti­ci in­co­min­ciò le prime riu­nio­ni in un cross-cha­se vi­ci­no a Vin­cen­nes nel 1865. Lo stee­ple­cha­sing fran­ce­se è stato for­te­men­te in­fluen­za­to dai gio­va­ni fan­ti­ni in­gle­si.  Corse di Cross-coun­try del tipo ‘in­gle­se’ si sono te­nu­te nel 1820 vi­ci­no a St. Ger­main, e in­con­tri di point to point ap­par­ve­ro nei pro­gram­mi delle gare negli anni 1830 e ’40.
Va fatto no­ta­re che dap­pri­ma que­ste gare fu­ro­no in gran parte con­te­sta­te dagli uf­fi­cia­li di ca­val­le­ria e dalla clas­se ari­sto­cra­ti­ca.
Ini­zial­men­te le corse agli osta­co­li ve­ni­va­no con­si­de­ra­te vere e pro­prie ‘sfi­de’, come av­ve­ni­va in Gran Bre­ta­gna, fra i pro­prie­ta­ri fran­ce­si di ca­val­li e gli al­le­va­to­ri. Ogni tanto qual­che bravo ca­val­lo ve­ni­va iscrit­to ad Ain­tree per com­pe­te­re nel Grand Na­tio­nal (uno di que­sti, Lut­teur III, vinse nel 1909; pure il vin­ci­to­re del 1865, Al­ci­bia­de, è stato al­le­va­to in Fran­cia).
La So­cié­té des Stee­ple-Cha­se de Fran­ce è stata fon­da­ta nel 1863 per re­go­la­men­ta­re le corse e, come in In­ghil­ter­ra, per ten­ta­re di con­trol­lar­ne gli abusi. Un de­cen­nio più tardi ad Au­teuil, a Pa­ri­gi, è stato co­strui­to il primo ip­po­dro­mo at­trez­za­to. Sia il Grand Stee­ple-Cha­se de Paris che la Gran­de Cour­se des Haies d’Au­teuil sono nate nel 1874. Il per­cor­so at­tua­le segue una fi­gu­ra a forma di gran­de otto e i ca­val­li pos­so­no cor­re­re in en­tram­be le di­re­zio­ni (in senso ora­rio e an­ti­o­ra­rio). Le im­po­nen­ti siepi sono com­po­ste da li­gu­stro mor­bi­do.
Oggi, in Fran­cia (ed anche in Ita­lia), la vin­ci­ta media in de­na­ro per que­ste gare è più ele­va­ta che in Gran Bre­ta­gna. La ve­lo­ci­tà è sem­pre stata una com­po­nen­te es­sen­zia­le, men­tre viene ri­chie­sta ai ca­val­li solo una re­la­ti­va mo­de­sta ca­pa­ci­tà di salto. I Fran­ce­si hanno se­le­zio­na­to una par­ti­co­la­re razza chia­ma­ta AQPS (Au­tres de que Pur Sang) ma nes­su­no di que­sti, sino ad ora, ha avuto suc­ces­so nel Grand Na­tio­nal.
I sal­ta­to­ri fran­ce­si hanno par­te­ci­pa­to spes­so in Ita­lia al Gran Pre­mio di Me­ra­no (anche vin­cen­do­lo varie volte).

Stati Uniti
Negli Stati Uniti lo stee­ple­cha­se fu in­tro­dot­to dal Wa­shing­ton Joc­key Club in una gara a Wa­shing­ton DC nel 1834. Dopo la guer­ra ci­vi­le, que­sto tipo di corse di­ven­ne una pre­sen­za co­stan­te a Je­ro­me Park (New York). Corse di siepi e gare ad osta­co­li si cor­ro­no oggi in tutti gli Sta­tes, da San Fran­ci­sco alla Loui­sia­na.
Nel 1895 l’as­so­cia­zio­ne Na­tio­nal Stee­ple­cha­se Hunt fu co­sti­tui­ta, come in Gran Bre­ta­gna, per di­sci­pli­na­re lo sport.
Nel 1899 l’A­me­ri­can Grand Na­tio­nal Stee­ple­cha­se si corse al Mor­ris Park (dove si cor­ro­no ora anche le Bel­mont Sta­kes).
Negli anni 1920 e ’30 le corse ad osta­co­li fu­ro­no ca­rat­te­riz­za­te da pro­prie­ta­ri di ca­val­li che uti­liz­za­ro­no fan­ti­ni ed al­le­na­to­ri di­let­tan­ti. Con­se­guen­ze della crisi…
Nel 1940 solo gli ip­po­dro­mi di Bel­mont Park, Sa­ra­to­ga e Ac­que­duct fu­ro­no as­se­gna­ta­ri di corse con siepi. Le poche altre si ten­ne­ro a New York, nel Ma­ry­land e nel De­la­ware. Erano an­co­ra anni bui…
Dopo la se­con­da guer­ra mon­dia­le, lo ste­plee­cha­se  pro­mos­se con mag­gio­re so­ste­gno  anche la pro­gram­ma­zio­ne di im­por­tan­ti gare ama­to­ria­li a Fair Hill (Ma­ry­land) ed a Rol­ling Rock (Penn­syl­va­nia).
Il Ma­ry­land Hunt Cup (isti­tui­to nel 1894) e il Vi­ri­gi­na Gold Cup (isti­tui­to nel 1923) sono le fa­mo­se gare ad osta­co­li che si com­pon­go­no di so­li­de stac­cio­na­te in legno (de­ri­va­te dalle con­sue­tu­di­ni lo­ca­li) e sono a tut­t’og­gi an­co­ra più ‘ti­pi­che’ di quel­le del Grand Na­tio­nal. Oc­cor­re però pre­ci­sa­re che si ef­fet­tua­no, anche at­tual­men­te, in aper­ta cam­pa­gna e non su una pista er­bo­sa.
Il Ma­ry­land Hunt Cup è con­si­de­ra­ta la prova più dura per ca­val­lo e ca­va­lie­re negli Stati Uniti, con ven­ti­due re­si­sten­ti osta­co­li na­tu­ra­li, dif­fi­ci­li da sal­ta­re (le fa­mo­se stac­cio­na­te for­ma­te da ro­bu­ste tra­ver­se) su 4 chi­lo­me­tri di ter­re­no on­du­la­to con di­ver­si tipi di fondo.
Due vin­ci­to­ri di que­sta gara, Ben Nevis II e Jay Trump, sono stati anche vin­ci­to­ri del Grand Na­tio­nal di Ain­tree, in In­ghil­ter­ra.
Altra corsa molto im­por­tan­te è l’A­me­ri­can Grand Na­tio­nal che si svol­ge a Far Hills, nel New Jer­sey.

Par­du­bi­ce – Re­bub­bli­ca Ceca
Par­du­bi­ce è una cit­ta­di­na (circa 90.000 abi­tan­ti) della Re­pub­bli­ca Ceca ba­gna­ta dal fiume Elba. E’ si­tua­ta
nella Boe­mia orien­ta­le. Pos­sie­de un ma­gni­fi­co ip­po­dro­mo nelle vi­ci­nan­ze del­l’ae­ro­por­to.
Il lo­ca­le Club della Cac­cia isti­tuì la prima corsa il 14 Ot­to­bre 1842.
Il 5 Set­tem­bre 1874 pren­de­va il via il Gran­de Par­du­bická Stee­ple­cha­se First con la par­te­ci­pa­zio­ne di 14 ca­val­li. Solo sei ca­val­li giun­ge­va­no al tra­guar­do. Il vin­ci­to­re, che aveva sei anni, si chia­ma­ma Fan­to­me ed era ca­val­ca­to da un fan­ti­no in­gle­se, Sayers.
Nel 1883 il vin­ci­to­re, Conte Carl Kin­sky, in sella alla mez­zo­san­gue Zoe­do­ne (da Osve­stry, Miss Ho­ni­ton) vin­ce­va anche il Grand Na­tio­nal di Ain­tree.
Il 20 ot­to­bre 1946 la corsa as­su­me­va la de­no­mi­na­zio­ne di Velka Par­du­bická Stee­ple­cha­se e ce­le­bra­va la ria­per­tu­ra e la ri­co­stru­zio­ne, dopo i danni della guer­ra, con la pre­sen­za di 60.000 per­so­ne.
1956 -1962 In que­sti sette anni la vit­to­ria ar­ri­de­va con­se­cu­ti­va­men­te a vari fan­ti­ni ma sem­pre di na­zio­na­li­tà Russa. Nel 1963, per la gioia del pub­bli­co di casa, si in­ter­rom­pe­va l’e­ge­mo­nia stra­nie­ra e la vit­to­ria an­da­va al ca­val­lo Koran mon­ta­to da Fran­tek Vitek.
1968: la gara non ve­ni­va ef­fet­tua­ta a causa del­l’in­va­sio­ne so­vie­ti­ca della Ce­co­slo­vac­chia. Ri­pren­de­va però su­bi­to l’an­no dopo.
Il 10 Ot­to­bre 1990, la prima edi­zio­ne dopo la ca­du­ta del re­gi­me co­mu­ni­sta, ve­ni­va spon­so­riz­za­ta dalla Ceska Po­ji­sto­v­na In­su­ran­ce Com­pa­ny.


Foto www.​mar​tins​ekan​ina.​com

Da quel mo­men­to l’e­ven­to as­su­me, gra­zie ai mezzi di dif­fu­sio­ne, un gran­de im­pat­to me­dia­ti­co. L’at­tua­le per­cor­so ha una lun­ghez­za di sei­mi­la­sei­cen­to metri, si com­po­ne di 31 osta­co­li ed è una delle gare più lun­ghe in Eu­ro­pa con­ti­nen­ta­le (è se­con­da solo al Grand Na­tio­nal). Pur svol­gen­do­si in­te­ra­men­te in ip­po­dro­mo, ha di­ver­si trat­ti di ter­re­no ‘ara­to’ da at­tra­ver­sa­re. La se­le­zio­ne è du­ris­si­ma. Il ca­val­lo e il ca­va­lie­re che rie­sco­no anche solo fi­ni­re la gara sono spes­so con­si­de­ra­ti al pari dei vin­ci­to­ri.

Gian­ni Bal­za­ret­ti, istrut­to­re di 3° li­vel­lo della Fe­de­ra­zio­ne Ita­lia­na Sport Eque­stri e tec­ni­co C.O.N.I., è au­to­re di di­ver­si ar­ti­co­li e pub­bli­ca­zio­ni sulla sto­ria del­l’e­qui­ta­zio­ne, Pu­ro­san­gue In­gle­si, con­cor­so com­ple­to di equi­ta­zio­ne. At­tual­men­te in­se­gna pres­so la So­cie­tà Ip­pi­ca No­va­re­se.

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