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di Ni­co­la Gal­luz­zo

In­tro­du­zio­ne
Nei di­bat­ti­ti scien­ti­fi­ci, molto spes­so, per de­scri­ve­re gli am­bi­ti di in­ter­ven­to e/o di stu­dio di un de­ter­mi­na­to fe­no­me­no, si usano due ter­mi­ni con­trap­po­sti: micro vs macro. Que­sta clas­si­fi­ca­zio­ne sem­bra es­se­re suf­fi­cien­te per con­trap­por­re due vi­sio­ni e due pos­si­bi­li ap­proc­ci per ana­liz­za­re una de­ter­mi­na­ta pro­ble­ma­ti­ca.
Nel­l’am­bi­to micro la ri­le­va­zio­ne del pro­ble­ma e l’og­get­to di stu­dio av­vie­ne su una scala piut­to­sto li­mi­ta­ta, che vede, nel­l’in­di­vi­duo e nelle sue scel­te, l’e­le­men­to cen­tra­le e il tar­get di stu­dio (mi­croe­co­no­mia, mi­croe­co­si­ste­mi, mi­cro­cli­ma, ecc.). Il con­cet­to macro, in­ve­ce, pre­ve­de la ne­ces­si­tà di af­fron­ta­re un pro­ble­ma nella sua com­ple­tez­za e in tutte le sue im­pli­ca­zio­ni, al fine di tro­va­re le so­lu­zio­ni che ri­sul­ti­no es­se­re più adat­te al con­te­sto ge­ne­ra­le for­ma­to da di­ver­se in­di­vi­dua­li­tà, le quali espri­mo­no, in toto, le loro esi­gen­ze, aspet­ta­ti­ve e so­lu­zio­ni au­spi­ca­bi­li/au­spi­ca­te (ma­croe­co­no­mia, ma­croe­co­si­ste­ma, ecc.).
Tutto que­sto com­por­ta la messa a punto di tec­ni­che di in­da­gi­ne spe­ci­fi­che e ca­li­bra­te che, in al­cu­ni casi, pos­so­no es­se­re in con­tra­sto tra loro. In­fat­ti, l’in­cre­men­to del­l’u­ti­li­tà di un in­di­vi­duo (am­bi­to micro) po­treb­be an­da­re a svan­tag­gio di un’in­te­ra col­let­ti­vi­tà (am­bi­to macro) con una per­di­ta di be­nes­se­re com­ples­si­vo. Un esem­pio clas­si­co è rap­pre­sen­ta­to dalla mul­ti­fun­zio­na­li­tà delle im­pre­se agri­co­le, le quali con le loro at­ti­vi­tà di pre­si­dio del ter­ri­to­rio vanno ad au­men­ta­re le con­di­zio­ni di be­nes­se­re di una col­let­ti­vi­tà ben più ampia e di dif­fi­ci­le de­li­mi­ta­zio­ne spa­zia­le e tem­po­ra­le. In que­sto caso ab­bia­mo una ester­na­li­tà po­si­ti­va. Il caso op­po­sto (ester­na­li­tà ne­ga­ti­va) po­treb­be es­se­re rap­pre­sen­ta­to, come esem­pio, da quel­l’a­zien­da agri­co­la, la quale, per au­men­ta­re la pro­pria uti­li­tà, de­ci­de di sver­sa­re, in ma­nie­ra il­le­ga­le, dei li­qua­mi in un tor­ren­te con la con­se­guen­za di peg­gio­ra­re il be­nes­se­re di altre per­so­ne a valle del­l’a­zien­da e del­l’in­te­ra col­let­ti­vi­tà.
Molti stu­dio­si stan­no ini­zian­do a riu­ti­liz­za­re, re­cen­te­men­te, nelle loro ri­cer­che un am­bi­to di ri­fe­ri­men­to spa­zia­le e tem­po­ra­le, che sem­bra es­se­re ca­du­to nel di­men­ti­ca­to­io: meso. Con tale ter­mi­no­lo­gia si vuole in­ten­de­re una si­tua­zio­ne in­ter­me­dia, più o meno ibri­da, tra il con­cet­to di micro e macro. Il van­tag­gio di stu­dia­re i fe­no­me­ni in un am­bi­to più li­mi­ta­to (meso) è quel­lo di poter ef­fet­tua­re delle con­si­de­ra­zio­ni spe­ci­fi­che più ade­ren­ti al con­te­sto os­ser­va­to, re­ce­pen­do, fa­cil­men­te, gli sti­mo­li e le sol­le­ci­ta­zio­ni che pro­ven­go­no dal ter­ri­to­rio ru­ra­le.

Un ap­proc­cio meso alla pro­gram­ma­zio­ne del ter­ri­to­rio ru­ra­le
Lo spa­zio ru­ra­le si ca­rat­te­riz­za, in Ita­lia, da una mol­te­pli­ci­tà di sog­get­ti eco­no­mi­ci e so­cia­li, che in­te­ra­gi­sco­no tra loro, al fine del rag­giun­gi­men­to di un obiet­ti­vo co­mu­ne il quale è fa­cil­men­te in­di­vi­dua­bi­le nella ne­ces­si­tà di pre­si­dia­re il ter­ri­to­rio, li­mi­tan­do la mar­gi­na­liz­za­zio­ne delle aree ru­ra­li.
Le ini­zia­ti­ve co­mu­ni­ta­rie Lea­der (Lea­der, Lea­der II, Lea­der +) hanno vo­lu­to rap­pre­sen­ta­re, fin dalla loro isti­tu­zio­ne e isti­tu­zio­na­liz­za­zio­ne, negli anni no­van­ta, una stra­te­gia ter­ri­to­ria­le coesa e con­di­vi­sa nelle aree ru­ra­li, che ha fatto del­l’ap­proc­cio bot­tom-up, del­l’a­ni­ma­zio­ne ter­ri­to­ria­le e della sus­si­dia­rie­tà tre ele­men­ti car­di­ne per lo svi­lup­po so­cio-eco­no­mi­co delle stes­se, cui l’U­nio­ne eu­ro­pea ha con­cen­tra­to i pro­pri sfor­zi e le pro­prie at­ten­zio­ni, e che ha visto negli enti lo­ca­li, a ca­rat­te­re in­ter­me­dio, (pro­vin­ce, co­mu­ni­tà mon­ta­ne e unio­ne dei co­mu­ni), gli at­to­ri ca­pa­ci di re­ce­pi­re le esi­gen­ze delle aree ru­ra­li e at­tua­re delle stra­te­gie di in­ter­ven­to in­ter­set­to­ria­li e ter­ri­to­ria­li, in ma­nie­ra tale da es­se­re ca­pa­ci di per­ce­pi­re e in­ter­pre­ta­re le reali esi­gen­ze delle co­mu­ni­tà lo­ca­li. Tutto que­sto avreb­be do­vu­to im­pli­ca­re la ne­ces­si­tà di per­se­gui­re ri­sul­ta­ti spen­di­bi­li e ri­pe­ti­bi­li sul ter­ri­to­rio, in grado di te­ne­re conto delle esi­gen­ze che le im­pre­se agri­co­le e le po­po­la­zio­ni ru­ra­li de­vo­no quo­ti­dia­na­men­te af­fron­ta­re.
L’ap­proc­cio che i pro­gram­mi di ini­zia­ti­va co­mu­ni­ta­ria Lea­der hanno por­ta­to avan­ti sono un esem­pio sem­pli­fi­ca­to del con­cet­to meso, ossia li­mi­ta­to ter­ri­to­rial­men­te e ca­pa­ce di coin­vol­ge­re tutti i sog­get­ti in­te­res­sa­ti e po­nen­do le basi per la co­stru­zio­ne di un qual­co­sa che sia fun­zio­na­le per le po­po­la­zio­ni ru­ra­li. Con un ap­proc­cio meso, ot­te­ni­bi­le me­dian­te la con­cer­ta­zio­ne e l’a­ni­ma­zio­ne, è stato e sarà pos­si­bi­le fare una sin­te­si delle esi­gen­ze e pro­gram­ma­re il ter­ri­to­rio ba­san­do­si su una mag­gio­re in­ter-set­to­ria­li­tà degli in­ter­ven­ti, ca­li­bran­do­li sulla ter­ri­to­ria­li­tà, in­te­sa quale esi­gen­za che sca­tu­ri­sce dalle ne­ces­si­tà e bi­so­gni delle aree ru­ra­li.
Lo stru­men­to del­l’ap­proc­cio Lea­der è stato con­fer­ma­to nel pe­rio­do pro­gram­ma­to­rio 2007-2013 da parte del­l’U­nio­ne eu­ro­pea e delle re­gio­ni ita­lia­ne, le quali, me­dian­te i Pro­gram­mi di Svi­lup­po Ru­ra­le Re­gio­na­li (PSR), hanno de­fi­ni­to le linee guida e, suc­ces­si­va­men­te, ap­pro­va­to i bandi di gara per la pre­di­spo­si­zio­ne, pre­sen­ta­zio­ne e se­le­zio­ne di quan­to pre­vi­sto nel­l’As­se IV del PSR.
Per lo svi­lup­po lo­ca­le dei ter­ri­to­ri in una di­men­sio­ne meso, a com­ple­ta­men­to di quan­to de­fi­ni­to dal­l’ap­proc­cio Lea­der, al­cu­ne re­gio­ni hanno messo in atto una Pro­get­ta­zio­ne in­te­gra­ta ter­ri­to­ria­le (PIT), il cui obiet­ti­vo è quel­lo di fare sin­te­si, ag­gre­gan­do le pro­po­ste pro­get­tua­li, pro­ve­nien­ti da un par­te­na­ria­to pub­bi­co-pri­va­to, il quale in­di­vi­dui nei sog­get­ti pri­va­ti gli ele­men­ti di trai­no per uno svi­lup­po coeso e con­cer­ta­to del ter­ri­to­rio ru­ra­le, fa­vo­ren­do quel fer­men­to im­pren­di­to­ria­le che opera in aree ru­ra­li con pro­ble­mi com­ples­si­vi di svi­lup­po e/o in aree ru­ra­li in­ter­me­die, ren­den­do­le dei ma­gne­ti ca­pa­ci di at­trar­re in­ve­sti­men­ti so­cia­li, cui do­vran­no se­gui­re delle po­si­ti­ve ri­ca­du­te quali: un ri­tor­no nelle cam­pa­gne (con­tro­ur­ba­niz­za­zio­ne), un mag­gio­re svi­lup­po delle in­fra­strut­tu­re so­cio-eco­no­mi­che e un in­cre­men­to delle op­por­tu­ni­tà oc­cu­pa­zio­na­li e/o im­pren­di­to­ria­li. I punti di forza della Pro­get­ta­zio­ne in­te­gra­ta ter­ri­to­ria­le sono stati quel­li di fa­vo­ri­re e sti­mo­la­re sul ter­ri­to­rio un’a­ni­ma­zio­ne lo­ca­le, ne­ces­sa­ria per coin­vol­ge­re i sog­get­ti e le isti­tu­zio­ni, al fine di met­te­re a si­ste­ma le loro idee e pro­po­ste pro­get­tua­li con una tem­pi­sti­ca ed una me­tri­ca ben de­fi­ni­ta. Tutto ciò ha com­por­ta­to, in tutti gli at­to­ri coin­vol­ti, un cam­bia­men­to nella loro stra­te­gia ope­ra­ti­va, la quale non è stata più fi­na­liz­za­ta a pre­sen­ta­re un pro­get­to ge­ne­ra­li­sta, bensì un pro­get­to de­fi­ni­ti­vo, che abbia tempi certi di rea­liz­za­zio­ne, poi­ché dovrà es­se­re im­me­dia­ta­men­te can­tie­ra­bi­le e che sia, al tempo stes­so, al­lor­ché ci si ri­fe­ri­sca ad un am­bi­to meso (ossia ri­fe­ren­do­si alla PIT pro­po­sta da cia­scun sog­get­to pro­mo­to­re), ca­pa­ce di at­ti­va­re tutte le mi­su­re pre­vi­ste nel­l’as­se III del Pro­gram­ma di svi­lup­po ru­ra­le re­gio­na­le. L’o­biet­ti­vo, in que­st’ul­ti­mo caso, dovrà es­se­re, quel­lo di di­ver­si­fi­ca­re l’e­co­no­mia delle aree ru­ra­li e la qua­li­tà della vita delle co­mu­ni­tà che in esso vi­vo­no e ope­ra­no.
La me­tri­ca ope­ra­ti­va ha con­sen­ti­to di re­spon­sa­bi­liz­za­re i sog­get­ti pro­mo­to­ri di que­sta ini­zia­ti­va e i sog­get­ti be­ne­fi­cia­ri; in­fat­ti, ad en­tram­bi viene of­fer­ta una sola pos­si­bi­li­tà di scel­ta nello “stru­men­to pro­gram­ma­to­rio-ge­stio­na­le” da uti­liz­za­re e nel­l’o­biet­ti­vo da rag­giun­ge­re: o si sce­glie di per­se­gui­re la Pit op­pu­re si sce­glie di ade­ri­re al Lea­der.
La di­men­sio­ne spa­zia­le, in­te­sa come con­ti­gui­tà ter­ri­to­ria­le, da ri­spet­ta­re e la di­men­sio­ne so­cia­le par­te­ci­pan­te, rap­pre­sen­ta­ta dalla nu­me­ro­si­tà dei sog­get­ti coin­vol­ti in un in­tor­no su­pe­rior­men­te ed in­fe­rior­men­te de­li­mi­ta­to, sono due vin­co­li di estre­ma im­por­tan­za, ne­ces­sa­ri per con­fer­ma­re la di­men­sio­ne meso di azio­ne della pro­gram­ma­zio­ne in­te­gra­ta e per ga­ran­ti­re lo svi­lup­po delle aree ru­ra­li.

Con­clu­sio­ni
La pro­gram­ma­zio­ne agri­co­la su scala meso im­pli­ca un coin­vol­gi­men­to dei sog­get­ti at­ti­vi nelle aree ru­ra­li, con­fer­man­do la ne­ces­si­tà del­l’en­te pub­bli­co di es­se­re un sog­get­to pro­mo­to­re snel­lo. Ad onor del vero, anche alla luce della me­tri­ca pro­get­tua­le pre­vi­sta, sa­reb­be più cor­ret­to in­di­vi­dua­re nel­l’en­te lo­ca­le il sog­get­to ini­zia­to­re o “av­via­to­re” (ossia che avvia), dello svi­lup­po in­te­gra­to e coeso del ter­ri­to­rio, ossia come sog­get­to che dovrà coor­di­na­re gli in­ter­ven­ti, fare pro­mo­zio­ne e ani­ma­zio­ne lo­ca­le, rac­co­glien­do i de­si­de­ra­ta degli at­to­ri so­cio-eco­no­mi­ci e im­pren­di­to­ria­li, e te­ne­re in de­bi­ta con­si­de­ra­zio­ne per l’e­la­bo­ra­zio­ne di un pro­get­to con­di­vi­so i punti di de­bo­lez­za degli ope­ra­to­ri che vi­vo­no la ru­ra­li­tà nei suoi aspet­ti po­lie­dri­ci, la­scian­do ai sog­get­ti pri­va­ti la rea­liz­za­zio­ne degli in­ter­ven­ti, fis­san­do­ne, tut­ta­via, delle re­go­le certe e una tem­pi­sti­ca uni­vo­ca, strin­gen­te e re­spon­sa­bi­liz­zan­te.
A mar­gi­ne di que­sta ana­li­si, è utile os­ser­va­re come la pos­si­bi­li­tà di un sog­get­to di poter ade­ri­re e por­ta­re avan­ti una pro­get­ta­zio­ne Lea­der o PIT, sem­bra con­fer­ma­re un nuovo ap­proc­cio che con­sen­te di poter met­te­re in atto un’a­zio­ne di esclu­di­bi­li­tà nei con­fron­ti dello svi­lup­po ru­ra­le. Tutto ciò è cer­ta­men­te le­git­ti­mo e con­di­vi­si­bi­le per­ché evi­te­reb­be inu­ti­li ri­pe­ti­zio­ni e la pos­si­bi­li­tà di un sog­get­to pro­mo­to­re e/o be­ne­fi­cia­rio di po­te­re ade­ri­re ad en­tram­be le ini­zia­ti­ve, sot­traen­do ri­sor­se e pro­po­ste pro­get­tua­li con una pos­si­bi­le per­di­ta di re­spon­sa­bi­liz­za­zio­ne. Tut­ta­via, un’in­cer­tez­za di fondo po­treb­be es­se­re quel­la di in­tra­ve­de­re una pos­si­bi­li­tà re­mo­ta di mo­ne­tiz­za­re la mul­ti­fun­zio­na­li­tà nelle aree ru­ra­li, de­fi­nen­do dei cri­te­ri di esclu­di­bi­li­tà, che la fa­reb­be­ro ten­de­re più ad un bene pri­va­to piut­to­sto che ad un bene pub­bli­co: tutto ciò po­treb­be pre­giu­di­ca­re o fa­vo­ri­re lo svi­lup­po com­ples­si­vo e coeso del ter­ri­to­rio ru­ra­le?

Ni­co­la Gal­luz­zo, dot­to­re di ri­cer­ca in Scien­ze degli ali­men­ti, si è lau­rea­to in Scien­ze agra­rie pres­so l’U­ni­ver­si­tà Cat­to­li­ca del Sacro Cuore di Pia­cen­za, con­se­guen­do il per­fe­zio­na­men­to in Eco­no­mia del tu­ri­smo e in Ge­stio­ne  e or­ga­niz­za­zio­ne  ter­ri­to­ria­le delle ri­sor­se na­tu­ra­li pres­so l’U­ni­ver­si­tà La Sa­pien­za di Roma, in Studi eu­ro­pei pres­so la Fa­col­tà di Scien­ze po­li­ti­che del­l’U­ni­ver­si­tà di Ge­no­va e in Con­trol­lo e au­to­con­trol­lo degli ali­men­ti pres­so la Fa­col­tà di Me­di­ci­na e chi­rur­gia “A. Ge­mel­li” di Roma. As­se­gni­sta di ri­cer­ca pres­so l’I­sti­tu­to Na­zio­na­le di Eco­no­mia Agra­ria (Inea). E.​mail: ni­co­luzz@​tin.​it

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Il Mar­ke­ting del vino
Il mer­ca­to, le stra­te­gie com­mer­cia­li, la di­stri­bu­zio­ne
Ema­nuel­le Rou­zet, Ge­rard Se­guin – Eda­gri­co­le

Non è da molto che è cam­bia­to il mer­ca­to del vino, ma è stato un cam­bia­men­to ve­lo­ce, im­prov­vi­so, quasi vio­len­to. Sono pro­fon­da­men­te mu­ta­te le abi­tu­di­ni del con­su­mo e le mo­ti­va­zio­ni al­l’ac­qui­sto. Per que­sto, oggi, il mar­ke­ting del vino è ele­men­to cru­cia­le, im­pre­scin­di­bi­le, per tutti i pro­ta­go­ni­sti di que­sta fi­lie­ra …  Ac­qui­sta on­li­ne >>>

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