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Ap­pli­ca­bi­li­tà e po­ten­zia­li­tà of­fer­te dalla cer­ti­fi­ca­zio­ne am­bien­ta­le EMAS per le im­pre­se agro-ali­men­ta­ri

di Ni­co­la Gal­luz­zo

Con il ter­mi­ne cer­ti­fi­ca­zio­ne pos­sia­mo in­ten­de­re tutta una serie di in­ter­ven­ti at­tua­ti, da parte del­l’im­pren­di­to­re, per ga­ran­ti­re la qua­li­tà al clien­te fi­na­le e va­li­da­ti da un ve­ri­fi­ca­to­re (cer­ti­fi­ca­to­re) in­di­pen­den­te. In tal caso la qua­li­tà ga­ran­ti­ta può es­se­re quel­la or­ga­no­let­ti­ca, sa­ni­ta­ria del pro­dot­to op­pu­re quel­la re­la­ti­va alla strut­tu­ra pro­dut­ti­va e ad i suoi ri­svol­ti verso l’am­bien­te.
La cer­ti­fi­ca­zio­ne Iso è ora­mai en­tra­ta nel lin­guag­gio quo­ti­dia­no ed è sem­pre più spes­so ri­cer­ca­ta dal clien­te, dalle ca­te­ne delle gran­de di­stri­bu­zio­ne e dalle in­du­strie di tra­sfor­ma­zio­ne; que­ste ul­ti­me, in­fat­ti, ve­do­no, nella cer­ti­fi­ca­zio­ne, una ga­ran­zia della qua­li­tà do­vu­ta al ri­spet­to delle norme pre­vi­ste nel ma­nua­le di ge­stio­ne della qua­li­tà.
La cer­ti­fi­ca­zio­ne Iso serie 14000 ha avuto lo scopo prin­ci­pa­le di cer­ti­fi­ca­re l’a­zien­de da un punto di vista di sal­va­guar­dia e ri­spet­to del­l’am­bien­te ed ha tro­va­to una ri­dot­ta ap­pli­ca­zio­ne nel set­to­re agri­co­lo, le cui cause pos­so­no es­se­re ri­cer­ca­te nel costo ne­ces­sa­rio per so­ste­ne­re tale ti­po­lo­gia di cer­ti­fi­ca­zio­ne. Tale cer­ti­fi­ca­zio­ne ha il van­tag­gio di avere una va­li­di­tà in­ter­na­zio­na­le delle norme in esso con­te­nu­te ed ha in­te­res­sa­to, dati ri­fe­ri­ti al 1999, in Ita­lia solo 350 im­pre­se su oltre 14.000 nel mondo com­ples­si­va­men­te cer­ti­fi­ca­te, ma che vede, dati an­co­ra non uf­fi­cia­li, un no­te­vo­le in­cre­men­to.
L’U­nio­ne eu­ro­pea, fin dal 1993, ha in­te­so ga­ran­ti­re e cer­ti­fi­ca­re  la qua­li­tà am­bien­ta­le at­tra­ver­so l’e­ma­na­zio­ne del Re­go­la­men­to (CE) n° 1836, da al­cu­ni de­fi­ni­to Emas I, il quale nel marzo 2001 è stato so­sti­tui­to dal Re­go­la­men­to (CE) n° 761 del 19 marzo 2001, con il quale si det­ta­no delle norme sul­l’a­de­sio­ne vo­lon­ta­ria delle or­ga­niz­za­zio­ni (ter­mi­ne con cui si com­pren­do­no una mol­te­pli­ci­tà di sog­get­ti che pos­so­no ade­ri­re) ad un si­ste­ma di eco­ge­stio­ne ed audit (EMAS), ri­bat­tez­za­to dagli ad­det­ti ai la­vo­ri Emas II.
L’e­le­men­to che ac­co­mu­na la cer­ti­fi­ca­zio­ne Emas con quel­la Iso è la as­so­lu­ta vo­lon­ta­rie­tà di ade­sio­ne, ossia l’im­pren­di­to­re può sce­glie­re di ade­rir­vi li­be­ra­men­te.
Nei con­si­de­ran­do il Re­go­la­men­to (CE) 761/2001 il le­gi­sla­to­re si sof­fer­ma sul­l’a­spet­to della sal­va­guar­dia di un am­bien­te so­ste­ni­bi­le e sulla ne­ces­si­tà di ri­dur­re gli im­pat­ti che si po­treb­be­ro de­ter­mi­na­re. Le or­ga­niz­za­zio­ni do­vreb­be­ro, inol­tre, cer­ca­re di fa­vo­ri­re la par­te­ci­pa­zio­ne ad Emas per ri­dur­re i costi ed agire sul con­su­ma­to­re e sul­l’o­pi­nio­ne pub­bli­ca, of­fren­do pro­dot­ti in grado di sal­va­guar­da­re l’am­bien­te. La prima dif­fe­ren­za so­stan­zia­le e for­ma­le tra Emas I ed Emas II è la sua esten­sio­ne alle am­mi­ni­stra­zio­ni pub­bli­che, le quali po­tran­no cer­ti­fi­car­si come hanno fatto al­cu­ni co­mu­ni della ri­vie­ra del Bei­gua, com­pren­den­te al­cu­ni co­mu­ni ri­vie­ra­schi della pro­vin­cia di Sa­vo­na e di Ge­no­va, uti­liz­zan­do, per la ge­stio­ne eco­no­mi­ca della cer­ti­fi­ca­zio­ne e la sua pub­bli­ciz­za­zio­ne, gli in­den­niz­zi as­si­cu­ra­ti­vi de­ri­van­ti dal­l’af­fon­da­men­to di una pe­tro­lie­ra av­ve­nu­ta in vi­ci­nan­za della costa nei primi anni no­van­ta.
La par­te­ci­pa­zio­ne al si­ste­ma di eco­ge­stio­ne ed audit è este­sa a qua­lun­que or­ga­niz­za­zio­ne, de­fi­nen­do con tale ter­mi­ne so­cie­tà, azien­da, im­pre­sa, au­to­ri­tà o isti­tu­zio­ne, o parte o com­bi­na­zio­ne di essi in forma com­bi­na­ta che ab­bia­no o no una per­so­na­li­tà giu­ri­di­ca pub­bli­ca o pri­va­ta, che abbia in­ten­zio­ne di sot­to­por­si a ve­ri­fi­ca da parte di una strut­tu­ra ac­cre­di­ta­ta, super par­tes ed in­di­pen­den­te.
La par­te­ci­pa­zio­ne a Emas pre­ve­de tutta una serie di adem­pi­men­ti, con­se­quen­zia­li, che pos­so­no es­se­re, bre­ve­men­te, così rias­sun­ti:
1) ana­li­si am­bien­ta­le per ve­ri­fi­ca­re in base a ciò che si pro­du­ce, nel caso di beni, o si offre, nel caso di ser­vi­zi, gli ef­fet­ti po­si­ti­vi o ne­ga­ti­vi che po­treb­be­ro de­ter­mi­nar­si sul­l’am­bien­te;
2) ese­cu­zio­ne del con­trol­lo am­bien­ta­le per va­lu­ta­re gli  im­pat­ti sul­l’am­bien­te;
3) de­fi­ni­re una di­chia­ra­zio­ne am­bien­ta­le che sia ri­spon­den­te e con­for­me agli obiet­ti­vi di sal­va­guar­dia e tu­te­la am­bien­ta­le sta­bi­li­ti nella prima fase (punto n° 1);
4) di­chia­ra­zio­ne di con­for­mi­tà da parte dei ve­ri­fi­ca­to­ri am­bien­ta­li ac­cre­di­ta­ti;
5) invio della di­chia­ra­zio­ne di con­for­mi­tà agli enti com­pe­ten­ti pre­sen­ti in ogni Stato mem­bro e suc­ces­si­va di­vul­ga­zio­ne dei ri­sul­ta­ti rag­giun­ti.

Fi­gu­ra 1: Loghi Emas da uti­liz­za­re per le im­pre­se cer­ti­fi­ca­te se­con­do il Re­go­la­men­to 761/2001

Loghi EMAS

Fonte: Gaz­zet­ta Uf­fi­cia­le delle Co­mu­ni­tà Eu­ro­pee ri­le­va­to sul sito www.​europa.​eu.​int

Le azien­de, le im­pre­se e gli enti pub­bli­ci cer­ti­fi­ca­te Emas de­vo­no fre­giar­si di un ap­po­si­to logo (Fi­gu­ra 1) da uti­liz­za­re in al­cu­ni spe­ci­fi­ci casi, tra i quali pos­sia­mo ri­cor­da­re l’in­te­sta­zio­ne di let­te­re, nelle di­chia­ra­zio­ni am­bien­ta­li e per pub­bli­ciz­za­re pro­dot­ti e/o ser­vi­zi, pur­ché tutto ciò non ge­ne­ri con­fu­sio­ne nel con­su­ma­to­re, il quale sa­reb­be in­dot­to in er­ro­re dal­l’u­ti­liz­zo frau­do­len­to del mar­chio. In­fat­ti, è fatto di­vie­to di usare il logo sul pro­dot­to o l’im­bal­lag­gio che lo con­tie­ne, in pra­ti­ca non po­tre­mo mai tro­va­re una bot­ti­glia, ad esem­pio, che ri­por­ti sul­l’e­ti­chet­ta la cer­ti­fi­ca­zio­ne Emas; inol­tre, è vie­ta­to fare pub­bli­ci­tà e/o com­pa­ra­re due pro­dot­ti o ser­vi­zi di­cen­do que­sto pro­dot­to è mi­glio­re di que­st’al­tro per­ché è cer­ti­fi­ca­to Emas, con fun­zio­ne pret­ta­men­te di­scri­mi­na­to­ria, an­dan­do a con­tra­sta­re ed a le­de­re il prin­ci­pio che pre­ve­de la li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle merci e ser­vi­zi.
Il Con­si­glio eu­ro­peo ed il Par­la­men­to, nel mo­men­to in cui hanno emes­so il Re­go­la­men­to (CE) n° 761/2001 hanno te­nu­to a sot­to­li­nea­re come la norma non entra in con­flit­to con altre norme  in ma­te­ria am­bien­ta­le ed au­spi­ca­no che i di­ver­si Paesi mem­bri cer­chi­no di  con­for­mar­si a tale nor­ma­ti­va, evi­tan­do du­pli­ca­zio­ni in ma­te­ria di ge­stio­ne ed audit am­bien­ta­le. Ad ogni Stato mem­bro è de­man­da­to un ampio po­te­re per de­fi­ni­re i costi da so­ste­ne­re per pro­ce­de­re alla re­gi­stra­zio­ne ed alla sor­ve­glian­za dei ve­ri­fi­ca­to­ri ac­cre­di­ta­ti, pur­ché se ne dia co­mu­ni­ca­zio­ne alla Com­mis­sio­ne eu­ro­pea.
L’ar­ti­co­lo 11 del Re­go­la­men­to (CE) 761/2001 è senza dub­bio il più in­te­res­san­te per­ché ri­ba­di­sce l’im­por­tan­za del­l’E­mas per le Pic­co­le e medie im­pre­se (Pmi), coin­vol­gen­do con un’a­ni­ma­zio­ne lo­ca­le, svol­ta, in loco, dalle Ca­me­re di com­mer­cio, dalle au­to­ri­tà lo­ca­li e dalle as­so­cia­zio­ni di ca­te­go­ria, per di­vul­ga­re le pro­ble­ma­ti­che am­bien­ta­li e gli im­pat­ti  più im­por­tan­ti e si­gni­fi­ca­ti­vi per il ter­ri­to­rio, sui quali le Pmi do­vreb­be­ro cer­ca­re di in­ter­ve­ni­re e sal­va­guar­da­re con l’eco­ge­stio­ne ed audit. Il le­gi­sla­to­re eu­ro­peo pre­ve­de la pos­si­bi­li­tà che in ogni Stato mem­bro ven­ga­no de­fi­ni­ti dei pro­gram­mi tesi a fa­vo­ri­re l’in­for­ma­zio­ne e la par­te­ci­pa­zio­ne delle Pic­co­le e medie im­pre­se all’eco­ge­stio­ne ed audit, da cui dovrà sca­tu­ri­re un mag­gio­re coin­vol­gi­men­to delle im­pre­se lo­ca­li ed una suc­ces­si­va cer­ti­fi­ca­zio­ne delle im­pre­se. Il comma due del ci­ta­to ar­ti­co­lo 11 pre­ve­de di sti­mo­la­re la par­te­ci­pa­zio­ne delle Pmi al­l’E­mas de­man­dan­do a tutte le au­to­ri­tà na­zio­na­li e so­pra­na­zio­na­li coin­vol­te la de­fi­ni­zio­ne dei cri­te­ri per far sì che <<in ma­te­ria di ac­qui­si­zio­ne pub­bli­ca di beni o ser­vi­zi>>  (cit.)  si possa tener conto che l’im­pre­sa sia re­gi­stra­ta o non re­gi­stra­ta de­fi­nen­do dei pa­ra­me­tri di se­le­zio­ne. A com­ple­ta­men­to di tale aspet­to è utile pre­ci­sa­re che tutto ciò non deve in­fi­cia­re le norme di di­rit­to co­mu­ni­ta­rio che pre­ve­da­no la li­be­ra cir­co­la­zio­ne osta­co­lan­do­la.
La dif­fu­sio­ne dei ri­sul­ta­ti am­bien­ta­li ot­te­nu­ti e della cer­ti­fi­ca­zio­ne fa parte degli ob­bli­ghi cui sono sot­to­po­ste le im­pre­se o gli enti che de­ci­da­no di “cer­ti­fi­car­si” Emas cosa che, in­ve­ce, non ri­chie­de la norma Iso. Inol­tre, ogni Stato mem­bro deve cer­ca­re di fa­vo­ri­re in ma­nie­ra com­ple­ta ed ef­fi­ca­ce gli obiet­ti­vi del­l’E­mas, uti­liz­zan­do i mezzi di co­mu­ni­ca­zio­ne che ri­tie­ne più ido­nei, so­prat­tut­to, cer­can­do di coin­vol­ge­re la mag­gior parte delle as­so­cia­zio­ni ed or­ga­niz­za­zio­ni pre­sen­ti sul ter­ri­to­rio.
L’in­for­ma­zio­ne che deve es­se­re for­ni­ta al pub­bli­co at­tra­ver­so la di­chia­ra­zio­ne am­bien­ta­le deve es­se­re ve­ri­tie­ra e non in­gan­na­re il pub­bli­co, priva di am­bi­gui­tà a cui tutti pos­so­no ac­ce­de­re.
Nel­l’al­le­ga­to III del Re­go­la­men­to n° 761/2001 sono de­fi­ni­te le ca­rat­te­ri­sti­che della di­chia­ra­zio­ne am­bien­ta­le con la quale l’im­pre­sa o la pub­bli­ca am­mi­ni­stra­zio­ne de­fi­ni­sco­no al pub­bli­co quali sono i suoi obiet­ti­vi in ma­te­ria am­bien­ta­le e le stra­te­gie che in­ten­de per­se­gui­re, sen­ti­te, ov­via­men­te, anche le esi­gen­ze delle parti in­te­res­sa­te, ed una volta va­li­da­te dal ve­ri­fi­ca­to­re ester­no, de­vo­no es­se­re ob­bli­ga­to­ria­men­te di­vul­ga­te e pub­bli­ciz­za­te. Qua­lo­ra più im­pre­se di un de­ter­mi­na­to ter­ri­to­rio de­ci­da­no di usu­frui­re del­l’E­mas pos­so­no ela­bo­ra­re una di­chia­ra­zio­ne di re­spon­sa­bi­li­tà com­ples­si­va, fatto salvo, che ogni im­pre­sa ri­mar­rà re­spon­sa­bi­le e com­pe­ten­te nel ter­ri­to­rio in cui opera, poi­ché l’e­co­ge­stio­ne ed audit cer­ti­fi­ca il sito pro­dut­ti­vo e non l’im­pre­sa tal quale.
Negli al­le­ga­ti VI e VII sono de­scrit­ti, in una sorta di check list, gli aspet­ti am­bien­ta­li da va­lu­ta­re e l’a­na­li­si am­bien­ta­le da ese­gui­re.
L’im­pre­sa che de­ci­de di in­tra­pren­de­re la cer­ti­fi­ca­zio­ne Emas deve pro­dur­re, in base a quan­to pre­vi­sto dalla nor­ma­ti­va co­mu­ni­ta­ria in vi­go­re, un do­cu­men­to dal quale emer­ga­no gli aspet­ti di­ret­ti (emis­sio­ni in aria, con­ta­mi­na­zio­ne ed uti­liz­zo del ter­re­no, ef­fet­ti sulla bio­di­v­er­si­tà ge­stio­ne degli sca­ri­chi e degli im­bal­lag­gi, ecc.) ed in­di­ret­ti (di dif­fi­ci­le de­fi­ni­zio­ne e quin­di molto ete­ro­ge­nei so­prat­tut­to per le ditte for­ni­tri­ci e/o sa­tel­li­te che pro­dut­ti­va­men­te ruo­ta­no in­tor­no al­l’im­pre­sa, le quali do­vran­no cer­ca­re, anche loro, di se­gui­re la po­li­ti­ca am­bien­ta­le in­tra­pre­sa) sul­l’am­bien­te. In re­la­zio­ne a que­sti aspet­ti an­dran­no ca­li­bra­te le stra­te­gie e gli in­ter­ven­ti da met­te­re in atto, i quali do­vran­no es­se­re sot­to­po­sti a ve­ri­fi­ca e va­lu­ta­zio­ne per ciò che po­tran­no dar luogo. Gli aspet­ti presi in con­si­de­ra­zio­ne nel­l’al­le­ga­to VI sa­ran­no sot­to­po­sti a suc­ces­si­va ana­li­si, se­con­do quan­to no­vel­la­to dal­l’al­le­ga­to VII, in par­ti­co­lar modo se l’im­pre­sa non ha di­vul­ga­to in ma­nie­ra esau­rien­te e com­ple­ta, gli aspet­ti am­bien­ta­li pre­vi­sti dal­l’al­le­ga­to VI. Le im­pre­se che de­ci­do­no di av­va­ler­si della cer­ti­fi­ca­zio­ne Emas do­vreb­be­ro es­se­re te­nu­te, anche nei rap­por­ti con i for­ni­to­ri, a pre­fe­ri­re im­pre­se che per­se­guo­no o in­ten­da­no per­se­gui­re obiet­ti­vi di tu­te­la e sal­va­guar­dia am­bien­ta­le.
In con­clu­sio­ne, l’E­mas II ha avuto il gran­de me­ri­to di es­se­re ap­pli­ca­bi­le anche alla pub­bli­ca am­mi­ni­stra­zio­ne ed alle pic­co­le e medie im­pre­se con l’o­biet­ti­vo di cer­ti­fi­ca­re il sito pro­dut­ti­vo. Le azien­de che de­ci­do­no di cer­ti­fi­car­si de­vo­no avere una sen­si­bi­li­tà e reat­ti­vi­tà am­bien­ta­le per at­tua­re una pro­ce­du­ra che ha il li­mi­te di tro­va­re ap­pli­ca­zio­ne, esclu­si­va­men­te, in am­bi­to eu­ro­peo. Per le azien­de agri­co­le sa­reb­be op­por­tu­no cer­ca­re di con­sor­ziar­si tra loro per pro­ce­de­re al­l’E­mas II, in­te­gran­do­si con altre norme vo­lon­ta­rie della serie Iso 9000, a  ga­ran­zia della qua­li­tà o del pro­ces­so pro­dut­ti­vo o del pro­dot­to, in ma­nie­ra tale da dare a tutte le im­pre­se di un de­ter­mi­na­to ter­ri­to­rio una mag­gio­re e mi­glio­re ga­ran­zia del pro­dot­to e del­l’am­bien­te.
Tra i pregi che una cer­ti­fi­ca­zio­ne po­treb­be of­fri­re alle im­pre­se agro-in­du­stria­li pos­sia­mo ri­cor­da­re un più fa­ci­le ac­ces­so a delle linee di cre­di­to, un mi­glio­ra­men­to del mar­ke­ting azien­da­le, una ge­stio­ne ocu­la­ta ed ef­fi­cien­te dei ri­fiu­ti e degli sca­ri­chi idri­ci. Al per­so­na­le in­ter­no al­l’im­pre­sa è ri­chie­sta un mag­gio­re re­spon­sa­bi­liz­za­zio­ne da at­tua­re at­tra­ver­so una for­ma­zio­ne con­ti­nua da parte di per­so­na­le spe­cia­liz­za­to.
Per le azien­de agri­co­le ita­lia­ne una stra­te­gia di eco­ge­stio­ne ed audit, a mio av­vi­so, non può es­se­re ap­pli­ca­ta sin­go­lar­men­te, ma do­vreb­be tro­va­re ap­pli­ca­zio­ne in un ter­ri­to­rio molto ampio in ma­nie­ra da crea­re un tri­no­mio ter­ri­to­rio-qua­li­tà-am­bien­te in grado di avere ef­fet­ti po­si­ti­vi su un com­pren­so­rio di azien­de.

Bi­blio­gra­fia
Gaz­zet­ta Uf­fi­cia­le delle Co­mu­ni­tà Eu­ro­pee (Guce), Serie L n°114 del 24 apri­le 2001, Re­go­la­men­to (CE) n°761/2001 del Par­la­men­to eu­ro­peo e del Con­si­glio del 19 marzo 2001, pagg. 1-29,  ri­le­va­to sul sito www.​europa.​eu.​int.

Ni­co­la Gal­luz­zo, dot­to­re di ri­cer­ca in Scien­ze degli ali­men­ti, si è lau­rea­to in Scien­ze agra­rie pres­so l’U­ni­ver­si­tà Cat­to­li­ca del Sacro Cuore di Pia­cen­za, con­se­guen­do il per­fe­zio­na­men­to in Eco­no­mia del tu­ri­smo e in Ge­stio­ne  e or­ga­niz­za­zio­ne  ter­ri­to­ria­le delle ri­sor­se na­tu­ra­li pres­so l’U­ni­ver­si­tà La Sa­pien­za di Roma, in Studi eu­ro­pei pres­so la Fa­col­tà di Scien­ze po­li­ti­che del­l’U­ni­ver­si­tà di Ge­no­va e in Con­trol­lo e au­to­con­trol­lo degli ali­men­ti pres­so la Fa­col­tà di Me­di­ci­na e chi­rur­gia “A. Ge­mel­li” di Roma. As­se­gni­sta di ri­cer­ca pres­so l’I­sti­tu­to Na­zio­na­le di Eco­no­mia Agra­ria (Inea).

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