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di Lucio Al­cia­ti

Si de­fi­ni­sce “Söfran – Zaf­fe­ra­no di Ca­ra­glio e della Valle Grana” lo zaf­fe­ra­no ot­te­nu­to dagli stig­mi del fiore Cro­cus sa­ti­vus L., pian­ta tu­be­ro-bul­bo­sa ap­par­te­nen­te alla fa­mi­glia delle Iri­da­cee.

Fiore di Crocus sativus
Fiore di Cro­cus sa­ti­vus L.

Il zaf­fe­ra­no a Ca­ra­glio e in Valle Grana:

Am­bien­te

Le ca­rat­te­ri­sti­che mor­fo­lo­gi­che e pedo cli­ma­ti­che della valle Grana con­sen­to­no di ot­te­ne­re un pro­dot­to con pe­cu­lia­ri­tà or­ga­no­let­ti­che e gu­sta­ti­ve uni­che. I ter­re­ni, a tes­si­tu­ra fran­co sab­bio­sa e di medio im­pa­sto, atti alla col­ti­va­zio­ne sono pe­de­mon­ta­ni e mon­ta­ni, con un’al­ti­tu­di­ne su­pe­rio­re ai 500 metri s.l.m., di ori­gi­ne al­lu­vio­na­le e ben so­leg­gia­ti. Que­sti ter­re­ni sono in pre­va­len­za cal­ca­rei, do­lo­mi­ti­ci e cri­stal­li­ni (ti­pi­ci delle mon­ta­gne della valle Grana), in ge­ne­re di media con­si­sten­za e ca­rat­te­riz­za­ti da buona per­mea­bi­li­tà.
Il clima della zona di col­ti­va­zio­ne dello zaf­fe­ra­no, è ti­pi­ca­men­te tem­pe­ra­to fre­sco con esta­ti calde, con piog­ge con­cen­tra­te sia nel pe­rio­do pri­ma­ve­ri­le, sia nel pe­rio­do au­tun­na­le, ge­ne­ral­men­te mite, men­tre le esta­ti sono calde e ge­ne­ral­men­te non aride. Le bri­na­te ar­ri­va­no al­l’av­vi­ci­nar­si del­l’in­ver­no, le ne­vi­ca­te (che ri­co­pro­no e pro­teg­go­no le col­ti­va­zio­ni) sono ti­pi­ca­men­te in­ver­na­li.

Sto­ria e le­ga­mi con il ter­ri­to­rio

Lo Zaf­fe­ra­no, da no­ti­zie sto­ri­che, ve­ni­va già col­ti­va­to nel 1400 sulle col­li­ne del Mar­che­sa­to di Sa­luz­zo, ter­ri­to­rio in cui , a quei tempi, era com­pre­so anche Ca­ra­glio e la Valle Grana.
Tut­ta­via i ri­chia­mi di­ret­ti e in­con­fu­ta­bi­li che at­te­sta­no l’an­ti­ca pre­sen­za pro­dut­ti­va, la com­mer­cia­liz­za­zio­ne e il ri­co­no­sci­men­to dello “Zaf­fe­ra­no di Ca­ra­glio e della Valle Grana” ri­sal­go­no al 1870 quan­do, in oc­ca­sio­ne della “Prima espo­si­zio­ne agra­ria-in­du­stria­le della pro­vin­cia di Cuneo”, un cit­ta­di­no ca­ra­glie­se portò in espo­si­zio­ne il suo zaf­fe­ra­no. Altri ri­chia­mi sto­ri­ci circa la pre­sen­za della pre­gia­ta col­ti­va­zio­ne, in pro­vin­cia di Cuneo,. Nel 1800 la col­ti­va­zio­ne del pro­dot­to, nel­l’a­rea ter­ri­to­ria­le della “pro­vin­cia di Sa­luz­zo”, era de­fi­ni­ta come “me­ra­vi­glio­sa” e viene na­tu­ra­le iden­ti­fi­ca­re tale area geo­gra­fi­ca con l’in­te­ra zona delle valli del­l’an­ti­co Mar­che­sa­to di Sa­luz­zo (aven­ti un’o­ro­gra­fia, un an­da­men­to cli­ma­ti­co ed una strut­tu­ra pe­do­lo­gi­ca pres­so­ché omo­ge­nea) in cui già a fine me­dioe­vo era pre­sen­te que­sta pre­zio­sa col­tu­ra. Lo Zaf­fe­ra­no, nei tempi pas­sa­ti, con­vi­ve­va con altre col­ti­va­zio­ni quali le “pian­te in­du­stria­li” (in pre­va­len­za per la tin­tu­ra), ma anche viti e ce­rea­li
Lo zaf­fe­ra­no, stan­do alle fonti sto­ri­che, ve­ni­va uti­liz­za­to in pre­va­len­za come tin­tu­ra e in ta­lu­ni casi anche come va­lo­re di scam­bio di merci o come “mo­ne­ta” per of­fer­te. L’u­ti­liz­zo come spe­zia per cu­ci­na era mi­no­re.

Tec­ni­ca col­tu­ra­le

Il si­ste­ma di col­ti­va­zio­ne e di es­sic­ca­men­to del “Söfran – Zaf­fe­ra­no di Ca­ra­glio e della Valle Grana” adot­ta le pra­ti­che col­tu­ra­li in uso tra­di­zio­nal­men­te nel ter­ri­to­rio della valle Grana.
La pre­pa­ra­zio­ne del ter­re­no pre­ve­de da una media a una leg­ge­ra ara­tu­ra con af­fi­na­men­to, li­vel­la­men­to del ter­re­no e pre­pa­ra­zio­ne delle aiuo­le che ac­co­glie­ran­no i bulbi.
La con­ci­ma­zio­ne si può ef­fet­tua­re solo con pro­dot­ti na­tu­ra­li come il le­ta­me ma­tu­ro, stal­la­ti­co o pro­dot­ti uti­liz­za­bi­li nel­l’a­gri­col­tu­ra bio­di­n­a­mi­ca e bio­lo­g­i­ca: sono in ogni caso vie­ta­ti tutti i tipi di con­ci­mi chi­mi­ci.
La ro­ta­zio­ne col­tu­ra­le è qua­drien­na­le.
L’in­ter­ra­men­to dei bulbi av­vie­ne tra il 10 ago­sto e il 7 di set­tem­bre.
Dopo l’in­ter­ra­men­to dei bulbi ven­go­no ef­fet­tua­te le ope­ra­zio­ni col­tu­ra­li di rin­cal­za­tu­ra e zap­pa­tu­ra ed è con­sen­ti­ta l’ir­ri­ga­zio­ne.
Con l’av­ven­to della fio­ri­tu­ra, ini­zia la rac­col­ta dei fiori che av­vie­ne in fasi suc­ces­si­ve se­guen­do la na­tu­ra­le sca­la­ri­tà della fio­ri­tu­ra, sino alla con­clu­sio­ne della stes­sa. I fiori sono rac­col­ti ma­nual­men­te e suc­ces­si­va­men­te viene ese­gui­ta la sfio­ri­tu­ra, ov­ve­ro la se­pa­ra­zio­ne degli stig­mi dal ca­li­ce.
Gli stig­mi sono rac­col­ti in con­te­ni­to­ri e posti ad es­sic­ca­zio­ne: a fuoco di­ret­to nelle vi­ci­nan­ze di un ca­mi­no, in stufa a legno o uti­liz­zan­do altre forme di ri­scal­da­men­to, per un tempo su­pe­rio­re ai 10 mi­nu­ti, fino ad ot­te­ne­re le ca­rat­te­ri­sti­che del pro­dot­to fi­na­le.
Con­clu­sa l’es­sic­ca­zio­ne, i fi­la­men­ti – stig­mi sono con­ser­va­ti in con­te­ni­to­ri (di ido­neo ma­te­ria­le) che li pre­ser­vi­no dal­l’u­mi­di­tà, dalla luce e da ogni in­ter­fe­ren­za ester­na che ne al­te­ri le qua­li­tà chi­mi­co-fi­si­che ed or­ga­no­let­ti­che.

Fiori di zafferano
Fiori di zaf­fe­ra­no

Pro­dot­to Agroa­li­men­ta­re Tra­di­zio­na­le (P.A.T.)

Con de­li­be­ra­zio­ne della Giun­ta re­gio­na­le lo zaf­fe­ra­no di Ca­ra­glio e Valle Grana è stato or­go­glio­sa­men­te ri­co­no­sciu­to P.A.T. – Pro­dot­to Agro­tra­di­zio­na­le del Pie­mon­te ed è stato in­se­ri­to, dopo at­ten­ta va­lu­ta­zio­ne, nel set­to­re Pian­te of­fi­ci­na­li del Pie­mon­te.

Ecco al­cu­ni estrat­ti del De­cre­to:
Zaf­fe­ra­no (Cro­cus sa­ti­vus L.) … In que­sti ul­ti­mi anni sono state av­via­te al­cu­ne espe­rien­ze di col­ti­va­zio­ne di zaf­fe­ra­no sulla col­li­na ca­ra­glie­se. Ri­pren­den­do una tra­di­zio­ne col­tu­ra­le che ri­sa­le al me­dioe­vo sono stati ef­fet­tua­ti al­cu­ni im­pian­ti de­sti­na­ti sia al­l’au­to­con­su­mo che alla ven­di­ta su mer­ca­ti lo­ca­li.
… le prime espe­rien­ze di col­ti­va­zio­ne ri­sal­go­no al me­dioe­vo, nel ter­ri­to­rio del mar­che­sa­to di Sa­luz­zo dove ri­ca­de­va­no i ter­ri­to­ri della Valle Grana e delle Valle Maira (Fe­de­le Savio, Fer­di­nan­do Ga­bot­to – Studi e do­cu­men­ti sul duomo di Sa­luz­zo e altre chie­se). La te­sti­mo­nian­za più pre­ci­sa è la pre­mia­zio­ne – nel­l’am­bi­to della “Prima espo­si­zio­ne agra­ria, in­du­stria­le, ar­ti­sti­ca delle pro­vin­cia di Cuneo” – del ca­ra­glie­se Del­puy An­to­nio per la col­ti­va­zio­ne dello zaf­fe­ra­no a Ca­ra­glio, nel 1870.
… Nel 2005 è ri­pre­sa la col­ti­va­zio­ne dello zaf­fe­ra­no nelle aree di fon­do­val­le (per lo più Ca­ra­glio e Ber­nez­zo).

Va­lo­riz­za­zio­ne, tu­te­la e pro­mo­zio­ne

Nel mese di marzo 2015 si è co­sti­tui­to il Con­sor­zio di Tu­te­la, Pro­mo­zio­ne e Va­lo­riz­za­zio­ne del Söfran – Zaf­fe­ra­no di Ca­ra­glio e della Valle Grana, con sede pres­so l’ Unio­ne Mon­ta­na Valle Grana a Ca­ra­glio (Cuneo).E’ pro­mos­so con il nome Söfran in ri­spet­to al ca­pi­ta­no Ot­ta­vio Gallo, già sin­da­co di Ca­ra­glio nei primi anni del ‘900,per­ché così lo in­di­ca­va, nella sua opera: “200 pian­te me­di­ci­na­li della Flora Pe­de­mon­ta­na col­l’ag­giun­ta dei nomi in ver­na­co­lo pie­mon­te­se”, edito nel 1917 e ri­pub­bli­ca­to in ver­sio­ne ana­sta­ti­ca nel 2008. Un nome ca­ra­glie­se, dato da un il­lu­stre ca­ra­glie­se per un ot­ti­mo pro­dot­to ca­ra­glie­se e della sua valle.
La zona di pro­du­zio­ne, di es­sic­ca­zio­ne e di con­fe­zio­na­men­to è al­l’in­ter­no del ter­ri­to­rio am­mi­ni­stra­ti­vo della Valle Grana, com­pren­den­te i co­mu­ni di Ca­ra­glio, Ber­nez­zo, Cer­va­sca, Val­gra­na, Mon­te­ma­le di Cuneo, Mon­te­ros­so Grana, Prad­le­ves, Ca­stel­ma­gno.

Zafferano di Caraglio
Zaf­fe­ra­no di Ca­ra­glio e della Valle Grana

Fonti:
-Söfran – lo zaf­fe­ra­no di Ca­ra­glio e della Valle Grana: ti­pi­ci­ta­del­la­val­le­gra­na.​blogspot.​com
– Di­sci­pli­na­re Con­sor­zio Tu­te­la, Pro­mo­zio­ne, Va­lo­riz­za­zio­ne del Söfran – Zaf­fe­ra­no di Ca­ra­glio e della Valle Grana
In­di­vi­dua­zio­ne dei pro­dot­ti agroa­li­men­ta­ri tra­di­zio­na­li del Pie­mon­te. Sche­de tec­ni­che. D.G.R. n. 51-5680 del 16 apri­le 2013. D.​lgs n. 173/98, art. 8 e D.M. n. 350 del­l’8 set­tem­bre 1999

Lucio Al­cia­ti, Pe­ri­to agra­rio, è Pre­si­den­te del­l’As­so­cia­zio­ne per la
pro­mo­zio­ne e la Tu­te­la del­l’an­ti­ca Pa­ta­ta Pia­tli­na e della Pa­ta­ta Ciar­da della Valle Grana. Già Pre­si­den­te del Con­sor­zio del­l’a­glio di Ca­ra­glio (2008-2012).
Pro­muo­ve la ri­va­lo­riz­za­zio­ne del­l’a­gri­col­tu­ra tra­di­zio­na­le e le an­ti­che col­ti­va­zio­ni della sua terra (la Valle Grana di Cuneo) at­tra­ver­so la ri­cer­ca sto­ri­ca e la col­tu­ra di­ret­ta. E-mail: lucio.​alciati@​libero.​it

 

Zafferano

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