Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Luca Poli


Il set­to­re del­l’a­gri­col­tu­ra non è di certo scam­pa­to al­l’at­tua­le crisi eco­no­mi­ca: del to­ta­le delle azien­de chiu­se, quasi una su tre fa parte del com­par­to e sol­tan­to nel 2012 hanno chiu­so ben 16.791 azien­de agri­co­le (Rap­por­to Union­ca­me­re 2012). Ma, as­si­mi­lan­do al ter­mi­ne “crisi” il si­gni­fi­ca­to di cam­bia­men­to, si in­ten­de con que­sto ar­ti­co­lo de­fi­ni­re una serie di qua­li­tà alle quali le pic­co­le e medie azien­de agri­co­le po­treb­be­ro mi­ra­re in un’ot­ti­ca di ri­di­men­sio­na­men­to dei con­su­mi, rior­ga­niz­za­zio­ne del la­vo­ro e ge­ne­ra­le tra­sfor­ma­zio­ne del­l’a­zien­da stes­sa.


La si­tua­zio­ne at­tua­le dell’agri­col­tu­ra ita­lia­na mo­stra un set­to­re nel quale si ha una bas­sis­si­ma pre­sen­za di gio­va­ni im­pie­ga­ti come ca­poa­zien­da: dai dati del 6◦ Cen­si­men­to Ge­ne­ra­le del­l’A­gri­col­tu­ra-Istat del 2010 emer­ge che so­la­men­te il 2,5% ha meno di 30 anni, pur es­sen­do que­sto dato co­mun­que in con­tro­ten­den­za visto che nel cen­si­men­to del 2000 era pari a 2,1%. Altro dato poco con­for­tan­te ri­guar­da l’età me­dia­na, cioè quel­la che di­vi­de la po­po­la­zio­ne in due parti ugua­li, dei ca­poa­zien­da: essa si pone nella clas­se tra 55 e 59 anni, ov­ve­ro in linea con quel­la in­di­ca­ta come media dei ma­na­ger ita­lia­ni dal­l’As­sem­blea dei Gio­va­ni della Col­di­ret­ti, che è pari a 59 anni.


Dato che, in ogni set­to­re pro­dut­ti­vo, sono ri­chie­ste spe­ci­fi­che com­pe­ten­ze ai con­dut­to­ri di azien­de, è da no­ta­re, in ri­fe­ri­men­to ai dati re­la­ti­vi al ti­to­lo di stu­dio, che in quel­lo agra­rio so­la­men­te il 4,6% è in pos­ses­so di un di­plo­ma (3,7%) o una lau­rea (0,9%) ad in­di­riz­zo agra­rio.
Que­sti dati pos­so­no es­se­re fra le cause della scar­sa ca­pa­ci­tà di rea­zio­ne del set­to­re alle dif­fi­col­tà del mer­ca­to, fat­to­re in­fluen­za­to anche da de­cen­ni di con­tri­bu­ti pub­bli­ci che in molti casi hanno crea­to una vera e pro­pria di­pen­den­za delle azien­de, in­ne­scan­do stra­ni ed eco­no­mi­ca­men­te il­lo­gi­ci mec­ca­ni­smi.


Per il ri­lan­cio del set­to­re agri­co­lo è ne­ces­sa­rio quin­di pas­sa­re at­tra­ver­so il rin­no­vo ge­ne­ra­zio­na­le, pro­muo­ven­do la for­ma­zio­ne e il suc­ces­si­vo in­gres­so nella parte “pro­dut­ti­va” di gio­va­ni di­plo­ma­ti e lau­rea­ti del set­to­re. In que­sta fase, ben le­ga­ta con le sue fi­na­li­tà, si in­se­ri­sce l’As­so­cia­zio­ne di Agra­ria.org: la na­sci­ta di que­sta isti­tu­zio­ne av­vie­ne gra­zie anche al­l’im­pe­gno di al­cu­ni gio­va­ni che, le­ga­ti dalla col­la­bo­ra­zio­ne con il por­ta­le di istru­zio­ne on-li­ne Agra­ria.org, in­ten­do­no por­ta­re avan­ti l’i­dea pre­ci­sa di come do­vreb­be es­se­re l’azien­da agri­co­la mo­del­lo. Un’a­zien­da quin­di con­dot­ta da “under 35” con for­ma­zio­ne nel set­to­re agra­rio, at­ten­ta all’in­no­va­zio­ne tec­no­lo­gi­ca ed alle nuove forme di com­mer­cia­liz­za­zio­ne (e-com­mer­ce e grup­pi d’ac­qui­sto) e che uti­liz­za la Rete in­ter­net ed i so­cial net­work per la pro­pria pro­mo­zio­ne.
In un’ot­ti­ca di ri­di­men­sio­na­men­to del rap­por­to del­l’uo­mo con l’am­bien­te, al­l’a­zien­da agri­co­la, oltre che la pro­du­zio­ne di beni di con­su­mo pri­ma­ri, viene ri­chie­sta un’at­ten­zio­ne par­ti­co­la­re verso tutte le fasi pro­dut­ti­ve: l’o­biet­ti­vo è in­fat­ti quel­lo di ri­dur­re al mi­ni­mo gli im­pat­ti am­bien­ta­li ad esem­pio, nel campo della di­fe­sa delle col­tu­re, ap­pli­can­do le mo­der­ne tec­ni­che di lotta in­te­gra­ta, o an­co­ra, ri­guar­do la ri­du­zio­ne di con­su­mi ener­ge­ti­ci da com­bu­sti­bi­li fos­si­li, pro­muo­ven­do la pro­du­zio­ne di ener­gia da bio­mas­se o pan­nel­li so­la­ri.
Espres­so in poche pa­ro­le, un’a­zien­da agri­co­la “in­tel­li­gen­te”, che per uti­liz­za­re un ter­mi­ne in in­gle­se di larga dif­fu­sio­ne si tra­du­ce in “smart­farm”.


Energie rinnovabili all'interno delle aziende agricole
In­stal­la­zio­ne di un im­pian­to fo­to­vol­tai­co in un’a­zien­da agri­co­la


L’As­so­cia­zio­ne di Agra­ria.org si oc­cu­pe­rà della pro­mo­zio­ne di que­sta ti­po­lo­gia di azien­de, uti­liz­zan­do i pro­pri mezzi in­for­ma­ti­ci (sito, forum, ri­vi­sta, so­cial net­work) e non (soci, isti­tu­zio­ni e real­tà le­ga­te al ter­ri­to­rio). A que­sto scopo è già stato crea­to un ac­count Twit­ter de­di­ca­to che vi in­vi­tia­mo a se­gui­re: @Smart­far­mi­ta­lia.


Un esem­pio di smart­farm: l’a­zien­da agri­co­la Ra­bit­ti


Come detto pre­ce­den­te­men­te, una smart­farm deve ri­spet­ta­re de­ter­mi­na­ti re­qui­si­ti; un gio­va­ne con­dut­to­re (under 35) pre­fe­ri­bil­men­te con una for­ma­zio­ne nel set­to­re agra­rio (di­plo­ma o lau­rea), un’at­ten­zio­ne alla so­ste­ni­bi­li­tà am­bien­ta­le ed un uti­liz­zo delle mo­der­ne tec­no­lo­gie (in­ter­net e so­cial net­work) per la pro­mo­zio­ne dei pro­pri pro­dot­ti e della pro­pria at­ti­vi­tà. A ti­to­lo esem­pli­fi­ca­ti­vo viene ri­por­ta­to un va­li­do esem­pio di smart­farm, l’azien­da agri­co­la Ra­bit­ti di Su­ve­re­to (LI).


Le nuove tecnologie per la promozione e vendita dei prodotti
Il sito web, af­fian­ca­to ai so­cial net­work, con cui l’a­zien­da pro­muo­ve i pro­dot­ti


La pic­co­la azien­da, a con­du­zio­ne fa­mi­lia­re, si esten­de su circa 15ha to­ta­li; fra le col­tu­re vi sono vi­gne­ti, oli­ve­ti e ce­rea­li. Inol­tre di­spo­ne anche di tar­tu­fa­ie na­tu­ra­li, ubi­ca­te in altre pro­vin­ce to­sca­ne, nei quali cre­sco­no spon­ta­nea­men­te pre­gia­ti tar­tu­fi. Fla­vio Ra­bit­ti, il con­dut­to­re del­l’a­zien­da, è di­plo­ma­to al­l’I­sti­tu­to Tec­ni­co Agra­rio Sta­ta­le di Fi­ren­ze e lau­rea­to alla Fa­col­tà di Agra­ria della stes­sa città. E’ uno dei gio­va­ni im­pren­di­to­ri (clas­se 1983) che ha de­ci­so di pun­ta­re tutto sul­l’a­gri­col­tu­ra, sua gran­de pas­sio­ne fin da pic­co­lo; nella sua azien­da non ven­go­no uti­liz­za­ti di­ser­ban­ti e con­ci­mi chi­mi­ci, si punta ad un equi­li­brio del­l’e­co­si­ste­ma e ad un au­men­to della bio­di­v­er­si­tà per con­tra­sta­re le prin­ci­pa­li av­ver­si­tà, li­mi­tan­do i trat­ta­men­ti ai soli p.a. rame e zolfo. L’a­zien­da ha de­ci­so di uti­liz­za­re fonti rin­no­va­bi­li per la pro­du­zio­ne di ener­gia elet­tri­ca (fo­to­vol­tai­co), uti­liz­zan­do il tetto della can­ti­na per tale scopo. Le pro­du­zio­ni sono esclu­si­va­men­te di alta qua­li­tà; com­pli­ce anche il par­ti­co­la­re ter­ri­to­rio, che col­lo­ca l’a­zien­da in una delle zone più in­te­res­san­ti (per vi­ti­col­tu­ra ed oli­vi­col­tu­ra) della To­sca­na.


La sostenibilità attraverso le pratiche agronomiche: prati monofita
Prato mo­no­fi­ta di Tri­fo­lium sub­ter­ra­neum nel­l’o­li­ve­to del­l’a­zien­da; li­mi­ta lo svi­lup­po delle in­fe­stan­ti ap­por­tan­do, al con­tem­po, so­stan­za or­ga­ni­ca al ter­re­no


La pro­mo­zio­ne dei pro­dot­ti av­vie­ne in larga mi­su­ra at­tra­ver­so il sito web (http://​www.​rabitti.​eu/) ed i prin­ci­pa­li so­cial net­work (fa­ce­book e twit­ter); l’a­zien­da, oltre a pre­fe­ri­re pic­co­li ri­sto­ra­to­ri e ne­go­zi spe­cia­liz­za­ti per i pro­pri ca­na­li com­mer­cia­li, ef­fet­tua anche ven­di­ta di­ret­ta. Oltre a que­sto ri­vol­ge la pro­pria at­ten­zio­ne anche ai G.A.S. (Grup­pi di Ac­qui­sto So­li­da­li).


Per ul­te­rio­ri in­for­ma­zio­ni:


Azien­da agri­co­la Ra­bit­ti
Loc. Cal­za­lun­ga – Su­ve­re­to (LI)
http://​www.​rabitti.​eu/info@​rabitti.​eu
Pa­gi­na FB: www.​facebook.​com/​Rabitti.​Suvereto



L’As­so­cia­zio­ne di Agra­ria.org pro­muo­ve al me­glio que­ste ec­cel­len­ze del­l’a­gri­col­tu­ra ita­lia­na; se anche tu sei il ti­to­la­re di una smart­farm scri­vi su­bi­to a as­so­cia­zio­ne@​agraria.​org!


Luca Poli, di­plo­ma­to al­l’I­sti­tu­to tec­ni­co agra­rio e lau­rea­to in Scien­ze Fo­re­sta­li ed am­bien­ta­li pres­so l’U­ni­ver­si­tà di Fi­ren­ze, col­la­bo­ra al con­so­li­da­men­to del ca­ta­lo­go di azien­de agri­co­le on-li­ne di Agra­ria.org. Cur­ri­cu­lum vitae >>>


 






Umo, ambiente e sviluppo

Uomo, Am­bien­te e Svi­lup­po
Dario Giar­di, Tra­pa­ne­se Va­le­ria – Geva Edi­zio­ni

Ma come pro­dur­re, tra­spor­ta­re e di­stri­bui­re ener­gia ri­du­cen­do al mi­ni­mo gli im­pat­ti am­bien­ta­li?
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