Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Do­na­to Fer­ruc­ci, Sal­va­to­re Sergi, Edoar­do Cor­buc­ci

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In­tro­du­zio­ne

L’e­ser­ci­zio del­l’a­gri­col­tu­ra e la con­se­guen­te pro­du­zio­ne di beni ali­men­ta­ri rien­tra­no a pieno ti­to­lo tra le at­ti­vi­tà a ga­ran­zia della si­cu­rez­za degli ali­men­ti. I primi atti le­gi­sla­ti­vi che ri­co­no­sco­no la po­ten­zia­li­tà del set­to­re nel­l’im­pat­ta­re in ma­nie­ra si­gni­fi­ca­ti­va sulla si­cu­rez­za ali­men­ta­re e, di con­se­guen­za, ne de­fi­ni­sco­no re­spon­sa­bi­li­tà e ne de­li­nea­no le norme ge­stio­na­li, sono stati prima il Reg. (CE) 178/2002, se­gui­to a breve ter­mi­ne dal Reg. (CE) 852/2004.
Alla di­scus­sio­ne sulla si­cu­rez­za ali­men­ta­re in agri­col­tu­ra si sono poi af­fian­ca­ti una serie di ul­te­rio­ri ele­men­ti che, sep­pur in ma­nie­ra in­di­ret­ta, sono in­ter­ve­nu­ti sulla te­ma­ti­ca. Si trat­ta di nor­ma­ti­ve spe­ci­fi­che che, ad oggi an­co­ra in ela­bo­ra­zio­ne, hanno ri­guar­da­to aspet­ti quali la si­cu­rez­za nei luo­ghi di la­vo­ro, la ge­stio­ne dei fi­to­far­ma­ci, la cor­ret­ta pras­si agro­no­mi­ca e altro an­co­ra.
A cor­re­do degli aspet­ti le­gi­sla­ti­vi si sono poi in­se­ri­te delle norme tec­ni­che o re­go­la­men­ta­te, co­mun­que vo­lon­ta­rie, che con vi­sio­ni ed obiet­ti­vi a volte di­ver­si, sono in­ter­ve­nu­te nel ten­ta­ti­vo di crea­re dei mo­del­li ope­ra­ti­vi adat­ti al si­ste­ma pro­dut­ti­vo.
Dal punto di vista ope­ra­ti­vo si de­li­nea la ne­ces­si­tà di adot­ta­re si­ste­mi col­tu­ra­li im­po­sta­ti se­con­do i prin­ci­pi dell’agri­col­tu­ra in­te­gra­ta. Con que­sto ter­mi­ne si in­ten­de, in linea ge­ne­ra­le, una stra­te­gia pro­dut­ti­va ba­sa­ta sui prin­ci­pi di con­sa­pe­vo­lez­za e ana­li­si, ga­ran­ti­ti e man­te­nu­ti at­tra­ver­so:

  • pre­pa­ra­zio­ne tec­ni­ca;
  • co­stan­te ag­gior­na­men­to delle com­pe­ten­ze;
  • ade­gua­tez­za tec­ni­ca degli stru­men­ti;
  • stra­te­gie di in­ter­ven­to “in­te­gra­te”, ov­ve­ro che com­bi­na­no tec­ni­che di pre­ven­zio­ne, mo­ni­to­rag­gio e in­ter­ven­to mi­ra­to.

L’a­gri­col­tu­ra in­te­gra­ta è, di fatto, ri­co­no­sciu­ta come l’u­ni­ca for­mu­la pro­dut­ti­va in grado di ga­ran­ti­re con­su­ma­to­re ed am­bien­te. In tal senso l’ac­ce­zio­ne del ter­mi­ne “in­te­gra­to” può es­se­re mu­tua­to anche ai con­cet­ti di so­ste­ni­bi­le e si­cu­ro.
I ri­fe­ri­men­ti di na­tu­ra tec­ni­ca e le­gi­sla­ti­va hanno, come spes­so ac­ca­de per il com­par­to agri­co­lo, ori­gi­ne plu­ri­ma. A norme tec­ni­che di tipo vo­lon­ta­rio si af­fian­ca­no atti re­go­la­men­ta­ti o co­gen­ti. Nel se­gui­to ver­ran­no trat­ta­ti i prin­ci­pa­li am­bi­ti tec­ni­co-nor­ma­ti­vi di ri­fe­ri­men­to al per­cor­so del­l’a­gri­col­tu­ra in­te­gra­ta.

Le norme tec­ni­che

La prima norma tec­ni­ca emes­sa per quan­to at­tie­ne l’a­gri­col­tu­ra in­te­gra­ta è stata la UNI 11233:2007, ora ag­gior­na­ta alla ver­sio­ne del 2009. La norma sta­bi­li­sce i prin­ci­pi ge­ne­ra­li per la pro­get­ta­zio­ne e at­tua­zio­ne nelle fi­lie­re ve­ge­ta­li dei si­ste­mi di pro­du­zio­ne in­te­gra­ta. Que­sti, sono de­fi­ni­ti dalla norma come “si­ste­mi di pro­du­zio­ne agri­co­la che pri­vi­le­gia­no l’u­ti­liz­zo delle ri­sor­se e dei mec­ca­ni­smi di re­go­la­zio­ne na­tu­ra­li in par­zia­le so­sti­tu­zio­ne delle so­stan­ze chi­mi­che, as­si­cu­ran­do una agri­col­tu­ra so­ste­ni­bi­le”. Sono quin­di og­get­to di at­ten­ta va­lu­ta­zio­ne:

– il si­ste­ma pro­dut­ti­vo nel suo in­sie­me;

– il ruolo cen­tra­le degli agroe­co­si­ste­mi;

– un ciclo equi­li­bra­to degli ele­men­ti nu­tri­ti­vi.

Ne sono ele­men­ti es­sen­zia­li la con­ser­va­zio­ne ed il mi­glio­ra­men­to della fer­ti­li­tà dei suoli e della bio­di­v­er­si­tà. I me­to­di bio­lo­g­i­ci, tec­ni­ci e chi­mi­ci sono bi­lan­cia­ti at­ten­ta­men­te te­nen­do conto della pro­te­zio­ne del­l’am­bien­te, della con­ve­nien­za eco­no­mi­ca e dei re­qui­si­ti so­cia­li.

La norma è strut­tu­ra­ta se­con­do il se­guen­te sche­ma:

  1. scopo e campo di ap­pli­ca­zio­ne
  2. ri­fe­ri­men­ti nor­ma­ti­vi
  3. ter­mi­ni e de­fi­ni­zio­ni
  4. ele­men­ti di un si­ste­ma di pro­du­zio­ne in­te­gra­ta
  5. pro­get­ta­zio­ne ed at­tua­zio­ne del si­ste­ma di pro­du­zio­ne in­te­gra­ta
  6. Ap­pen­di­ci spe­ci­fi­che.

Inol­tre, pre­ve­de la de­fi­ni­zio­ne degli ele­men­ti del si­ste­ma e le mo­da­li­tà di pro­get­ta­zio­ne ed at­tua­zio­ne dello stes­so. Gli ele­men­ti co­sti­tu­ti­vi de­vo­no es­se­re for­ma­liz­za­ti in un di­sci­pli­na­re tec­ni­co e sono iden­ti­fi­ca­ti nei se­guen­ti aspet­ti:

  • Vo­ca­zio­na­li­tà pe­do­cli­ma­ti­ca
  • Scel­ta della va­rie­tà e dei por­tin­ne­sti
  • Man­te­ni­men­to del­l’a­groe­co­si­ste­ma na­tu­ra­le
  • Si­ste­ma­zio­ne e pre­pa­ra­zio­ne del suolo
  • Se­mi­na, tra­pian­to, im­pian­to
  • Av­vi­cen­da­men­to col­tu­ra­le
  • Ge­stio­ne del suolo e con­trol­lo delle ma­ler­be
  • Ge­stio­ne degli al­be­ri da frut­to
  • Fer­ti­liz­za­zio­ne
  • Ir­ri­ga­zio­ne
  • Pro­te­zio­ne delle col­tu­re
  • Di­stri­bu­zio­ne degli agro­far­ma­ci
  • Rac­col­ta
  • Pro­te­zio­ne po­st-rac­col­ta

L’a­na­li­si degli ele­men­ti ap­pli­ca­bi­li, con il sup­por­to delle ap­pen­di­ci per i casi spe­ci­fi­ci, ri­spon­de ai prin­ci­pi di con­sa­pe­vo­lez­za ed ana­li­si ci­ta­ti in pre­mes­sa e getta le basi per la ge­stio­ne e l’at­tua­zio­ne del si­ste­ma. Degli ele­men­ti in elen­co la pro­te­zio­ne delle col­tu­re e la di­stri­bu­zio­ne degli agro­far­ma­ci sono il vero punto no­da­le del­l’in­te­ro si­ste­ma.
La parte ine­ren­te la ge­stio­ne in­te­res­sa gli aspet­ti da do­cu­men­ta­re. Si trat­ta quin­di di for­ma­liz­za­re:

  • i pro­dot­ti in­te­res­sa­ti;
  • le or­ga­niz­za­zio­ni coin­vol­te;
  • il Di­sci­pli­na­re Tec­ni­co di Pro­du­zio­ne In­te­gra­ta;
  • la do­cu­men­ta­zio­ne che de­scri­ve le mo­da­li­tà di ge­stio­ne dei pro­dot­ti (re­gi­stra­zio­ni in ge­ne­ra­le ma con at­ten­zio­ne alle evi­den­ze circa la trac­cia­bi­li­tà degli in­ter­ven­ti fi­to­ia­tri­ci)

Per l’at­tua­zio­ne del si­ste­ma, si ar­ri­va in­ve­ce a de­fi­ni­re gli aspet­ti ine­ren­ti la pia­ni­fi­ca­zio­ne, gli ap­prov­vi­gio­na­men­ti, la ge­stio­ne delle non con­for­mi­tà, le azio­ni pre­ven­ti­ve e cor­ret­ti­ve, il con­trol­lo del pro­ces­so, la for­ma­zio­ne, le ve­ri­fi­che in­ter­ne ed il rie­sa­me. Si evi­den­zia quin­di un ac­co­sta­men­to ai prin­ci­pi di ge­stio­ne si­ste­mi qua­li­tà se­con­do lo stan­dard della ISO 9001. Quel­lo che però sem­bra na­tu­ra­le come ap­proc­cio, rap­pre­sen­ta una vera e pro­pria ri­vo­lu­zio­ne cul­tu­ra­le. Nella stes­sa norma si de­fi­ni­sco­no aspet­ti di na­tu­ra agro­no­mi­ca che do­vran­no in­di­riz­za­re le scel­te tec­ni­che, nel con­tem­po si ri­chie­de l’ap­pli­ca­zio­ne dei prin­ci­pi di un si­ste­ma di ge­stio­ne qua­li­tà. E’ di si­cu­ro uno dei primi ten­ta­ti­vi di de­li­nea­re un si­ste­ma ge­stio­na­le mi­ra­to al set­to­re agri­co­lo ma anche ab­ba­stan­za ar­ti­co­la­to da con­sen­ti­re vero e pro­prio balzo evo­lu­ti­vo, dato dal­l’in­con­tro del­l’e­ser­ci­zio agri­co­lo con il si­ste­ma ge­stio­ne qua­li­tà. Espe­rien­ze già di si­cu­ro ef­fet­tua­te da di­ver­se azien­de del set­to­re ma che, per la prima volta, con­vi­vo­no nel me­de­si­mo atto.

Un altro stan­dard è rap­pre­sen­ta­to dal Glo­bal­Gap®, di na­tu­ra pri­va­ti­sti­ca, è ap­pli­ca­to pre­va­len­te­men­te alle pro­du­zio­ni or­to­frut­ti­co­le (anche se sem­pre più spes­so ap­pli­ca­to alle pro­du­zio­ni zoo­tec­ni­che e dei man­gi­mi). Ri­spon­de alle aspet­ta­ti­ve del mer­ca­to in me­ri­to a sal­va­guar­dia del­l’am­bien­te, alla sa­lu­te e wel­fa­re dei la­vo­ra­to­ri e, nel con­tem­po, im­po­ne at­ten­zio­ne e ga­ran­zia per la si­cu­rez­za della ca­te­na ali­men­ta­re. Lo stan­dard è una norma che ha come campo di ap­pli­ca­zio­ne il set­to­re pri­ma­rio e coin­vol­ge l’in­te­ro pro­ces­so di pro­du­zio­ne ri­fe­ri­to al pro­dot­to cer­ti­fi­ca­to. Dal mo­men­to in cui la pian­ta è messa a di­mo­ra fino alla sua pre­pa­ra­zio­ne per la ven­di­ta tal quale (sono esclu­se cioè le tra­sfor­ma­zio­ni del pro­dot­to – quar­ta gamma con­ser­ve, ecc.).  Non si in­te­res­sa quin­di degli aspet­ti ine­ren­ti le pos­si­bi­li fasi di suc­ces­si­va tra­sfor­ma­zio­ne, che la­scia per com­pe­ten­za ad altri si­ste­mi di ga­ran­zia come gli stan­dard IFS, BRC o la norma ISO 22000).
L’at­ten­zio­ne pre­va­len­te è posta sulla col­ti­va­zio­ne, fase spes­so tra­scu­ra­ta ma di gran­de de­li­ca­tez­za per le suc­ces­si­ve ca­rat­te­ri­sti­che dei pro­dot­ti ali­men­ta­ri, sia per quan­to at­tie­ne la qua­li­tà che la si­cu­rez­za dei me­de­si­mi.
L’o­biet­ti­vo primo dello stan­dard è quel­lo di for­ni­re ali­men­ti si­cu­ri me­dian­te evi­den­za del­l’a­do­zio­ne, in con­ti­nuo, di “Buone Pra­ti­che Agri­co­le” nel­l’in­te­ra ca­te­na pro­dut­ti­va. E’ stru­men­to per i rap­por­ti in­tra-azien­da­li (bu­si­ness to bu­si­ness), quin­di non di­ret­ta­men­te vi­si­bi­le al con­su­ma­to­re fi­na­le.
In par­ti­co­la­re, per quan­to at­tie­ne i pro­dot­ti agri­co­li de­sti­na­ti al con­su­mo fre­sco, que­sti stan­no gua­da­gnan­do una sem­pre mag­gio­re dif­fu­sio­ne gra­zie ai si­ste­mi lo­gi­sti­ci. La po­ten­zia­le com­mer­cia­liz­za­zio­ne su lun­ghe di­stan­ze e per pe­rio­di pro­lun­ga­ti com­por­ta la ne­ces­si­tà di ga­ran­zie ri­co­no­sciu­te a li­vel­lo glo­ba­le. In que­st’ot­ti­ca lo stan­dar Glo­bal­Gap® si pone come stru­men­to di qua­li­fi­ca­zio­ne del pro­dot­to a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le, per­met­ten­do ai di­ver­si sog­get­ti coin­vol­ti nel set­to­re di­stri­bu­ti­vo, di ot­te­ne­re ga­ran­zie stan­dar­diz­za­te circa il pro­dot­to rea­liz­za­to ed il pro­ces­so adot­ta­to.
Obiet­ti­vo prin­ci­pa­le dello stan­dard è l’im­mis­sio­ne in com­mer­cio di un pro­dot­to si­cu­ro, ov­ve­ro in grado di non ar­re­ca­re danno alla sa­lu­te del con­su­ma­to­re.

Que­sto prin­ci­pio fon­dan­te, di si­cu­rez­za, è so­ste­nu­to da quat­tro pi­la­stri:

1)         la le­git­ti­mi­tà del si­ste­ma pro­dut­ti­vo,

2)         la com­pe­ten­za,

3)         la sal­va­guar­dia dei la­vo­ra­to­ri,

4)         la tu­te­la del­l’am­bien­te.

Tali con­cet­ti, ba­si­la­ri per il si­ste­ma, hanno un or­di­ne ge­rar­chi­co.
Il con­te­sto deve, in­nan­zi­tut­to, es­se­re le­git­ti­ma­to ad ope­ra­re, il che si tra­du­ce nel ri­spet­to dei re­qui­si­ti co­gen­ti ap­pli­ca­bi­li. La si­cu­rez­za del pro­dot­to è poi ga­ran­ti­ta at­tra­ver­so evi­den­za della pro­fes­sio­na­li­tà ge­stio­na­le ri­fe­ri­ta alla col­tu­ra, me­dian­te com­pe­ten­za della di­re­zio­ne e di co­lo­ro che ese­guo­no le di­ver­se ope­ra­zio­ni.
In par­ti­co­la­re, la di­fe­sa delle col­tu­re e le ga­ran­zie igie­ni­che sono le te­ma­ti­che da ana­liz­za­re con la mas­si­ma at­ten­zio­ne. Di­ven­ta quin­di es­sen­zia­le la pre­pa­ra­zio­ne delle pro­fes­sio­na­li­tà coin­vol­te in tutto ciò che at­tie­ne gli aspet­ti fi­to­sa­ni­ta­ri e la ma­ni­po­la­zio­ne dei pro­dot­ti.
In una se­con­da fase si con­si­de­ra­no tutti gli aspet­ti ine­ren­ti la si­cu­rez­za dei la­vo­ra­to­ri, quali ade­gua­te pro­te­zio­ni in re­la­zio­ne ai com­pi­ti svol­ti, ade­gua­to ad­de­stra­men­to, pre­di­spo­si­zio­ne di si­ste­mi di al­lar­me in caso di in­ci­den­te, ecc.
L’ul­ti­ma com­po­nen­te con­si­de­ra­ta è quel­la am­bien­ta­le, sep­pur in ma­nie­ra piut­to­sto lieve si guar­da a te­ma­ti­che quali la sal­va­guar­dia delle ri­sor­se na­tu­ra­li ai fini della di­ver­si­tà e per la pre­ser­va­zio­ne di que­ste.

Lo stan­dard pre­ve­de una cer­ti­fi­ca­zio­ne di parte terza, emes­sa da un Or­ga­ni­smo di Con­trol­lo ri­co­no­sciu­to. Pre­sen­ta come campo di ap­pli­ca­zio­ne la fase pri­ma­ria, la­scian­do le azien­de di tra­sfor­ma­zio­ne e com­mer­cia­liz­za­zio­ne ad altri sche­mi di ga­ran­zia. Inol­tre, ne è con­ces­sa la co­mu­ni­ca­zio­ne solo nelle tran­sa­zio­ni tra ope­ra­to­ri della fi­lie­ra e non al con­su­ma­to­re fi­na­le.
E’ evi­den­te come lo sche­ma vuole ga­ran­ti­re si­cu­rez­za lungo la fi­lie­ra con­fi­gu­ran­do­si come uno stru­men­to per ad­det­ti ai la­vo­ri, che non in­ten­de so­vrap­por­si a mar­chi pri­va­ti e si pone quin­di l’o­biet­ti­vo di una ga­ran­zia senza evo­ca­zio­ni, pu­ra­men­te “tec­ni­ca”.
Le due mo­da­li­tà prin­ci­pa­li di cer­ti­fi­ca­zio­ne sono de­fi­ni­te Op­zio­ne 1 e Op­zio­ne 2. La prima in­te­res­sa i sin­go­li pro­dut­to­ri, men­tre la se­con­da si ri­vol­ge a grup­pi di que­sti, per i quali deve es­se­re in­di­vi­dua­to l’o­pe­ra­to­re re­spon­sa­bi­le a cui spet­ta il com­pi­to di or­ga­niz­za­re un si­ste­ma qua­li­tà fi­na­liz­za­to ad ac­cer­ta­re e ga­ran­ti­re che tutti i pro­dut­to­ri ade­ren­ti ap­pli­chi­no le re­go­le de­fi­ni­te e ri­spon­da­no ai re­qui­si­ti ap­pli­ca­bi­li dello stan­dard.
Sono pre­vi­ste ve­ri­fi­che con ca­den­za an­nua­le ese­gui­te in au­to­con­trol­lo, alle quali si af­fian­ca­no quel­le con­dot­te da parte del­l’Or­ga­ni­smo di Cer­ti­fi­ca­zio­ne sia in forma an­nun­cia­ta, che non an­nun­cia­ta, cioè con audit ef­fet­tua­ti pres­so il pro­dut­to­re con un pre­av­vi­so di sole 48 ore.
Il si­ste­ma è mo­du­la­re, ba­sa­to su bloc­chi di re­qui­si­ti di tipo ge­rar­chi­co, da ri­spet­ta­re al fine del­l’ot­te­ni­men­to della cer­ti­fi­ca­zio­ne. Lo sche­ma mag­gior­men­te adot­ta­to a li­vel­lo na­zio­na­le è quel­lo re­la­ti­vo ai pro­dot­ti or­to­frut­ti­co­li, il quale pre­ve­de tre bloc­chi di re­qui­si­ti, più un quar­to di base e di ca­rat­te­re ge­stio­na­le. Per il caso dei pro­dot­ti or­to­frut­ti­co­li i bloc­chi pos­so­no es­se­re così rias­sun­ti:

  • Le­git­ti­mi­tà del si­ste­ma, è il pre­re­qui­si­to di base. Può ac­ce­de­re alla cer­ti­fi­ca­zio­ne solo un’a­zien­da a norma dal punto di vista le­gi­sla­ti­vo. Deve quin­di es­se­re ga­ran­ti­to il ri­spet­to di tutti gli ele­men­ti co­gen­ti a cui l’a­zien­da agri­co­la è te­nu­ta in quan­to sog­get­to giu­ri­di­co. In que­sta fase si ri­le­va­no aspet­ti quali le au­to­riz­za­zio­ni o co­mu­ni­ca­zio­ni alle au­to­ri­tà com­pe­ten­ti, il ri­spet­to delle norme igie­ni­che o di si­cu­rez­za sul la­vo­ro, il ri­spet­to del wel­fa­re, ecc.
  • Mo­du­lo Base per tutte le at­ti­vi­tà agri­co­le, com­pe­te a tutte le ti­po­lo­gie di azien­de e com­pren­de re­qui­si­ti di tipo ge­ne­ra­le che ri­guar­da­no la for­ma­zio­ne e la si­cu­rez­za dei la­vo­ra­to­ri, l’i­den­ti­fi­ca­zio­ne dei siti agri­co­li, la rin­trac­cia­bi­li­tà dei pro­dot­ti, la ge­stio­ne dei ri­fiu­ti, la ge­stio­ne dei re­cla­mi.
  • Mo­du­lo Base per tutte le col­tu­re, ri­guar­da tutti gli aspet­ti tec­ni­ci ine­ren­ti la scel­ta dei mezzi tec­ni­ci, con­ci­mi e fi­to­far­ma­ci; le strut­tu­re di de­po­si­to; i si­ste­mi di ir­ri­ga­zio­ne e la qua­li­tà delle acque; l’a­do­zio­ne di tec­ni­che di di­fe­sa in­te­gra­ta, ba­sa­te non solo sul­l’in­ter­ven­to di­ret­to con mezzi chi­mi­ci ma anche su si­ste­mi di mo­ni­to­rag­gio e pre­ven­zio­ne.
  • Mo­du­lo Spe­ci­fi­co per frut­ta e or­tag­gi, a que­sto li­vel­lo si entra nel det­ta­glio per quan­to con­cer­ne le ga­ran­zie igie­ni­che dei pro­dot­ti, la fase di rac­col­ta, l’e­ven­tua­le fase di con­fe­zio­na­men­to e ma­ni­po­la­zio­ne.

La ri­spon­den­za po­si­ti­va a tutti i mo­du­li ap­pe­na elen­ca­ti com­por­ta la con­for­mi­tà del­l’a­zien­da. I sin­go­li re­qui­si­ti nel­l’am­bi­to dei di­ver­si mo­du­li sono a loro volta clas­si­fi­ca­ti come:

  • Mag­gio­ri che, du­ran­te l’au­dit da parte del­l’or­ga­ni­smo di cer­ti­fi­ca­zio­ne, de­vo­no ri­sul­ta­re con­for­mi al 100 % di quel­li ef­fet­ti­va­men­te ap­pli­ca­bi­li alla real­tà pro­dut­ti­va azien­da­le; il man­ca­to ri­spet­to anche di uno solo di que­sti re­qui­si­ti de­ter­mi­na la non con­for­mi­tà del si­ste­ma e l’in­suc­ces­so del­l’au­dit di cer­ti­fi­ca­zio­ne; i re­qui­si­ti mag­gio­ri sono in tutto 90 punti di con­trol­lo.
  • Mi­no­ri, per i quali è am­mes­sa una tol­le­ran­za (cd ina­dem­pien­ze); è cioè ri­chie­sto, du­ran­te l’au­dit da parte del­l’or­ga­ni­smo di cer­ti­fi­ca­zio­ne, un grado di con­for­mi­tà ai re­qui­si­ti mi­no­ri ap­pli­ca­bi­li di al­me­no il 95 %; si trat­ta, in tutto, di 114 punti di con­trol­lo.
  • Rac­co­man­da­zio­ni, il cui ri­spet­to è ri­te­nu­to fa­col­ta­ti­vo da parte del­l’a­zien­da. I re­qui­si­ti clas­si­fi­ca­ti come rac­co­man­da­zio­ni sono in tutto 15.

Tutti i punti espri­mo­no l’at­ten­zio­ne ad uno spe­ci­fi­co aspet­to pro­dut­ti­vo ri­te­nu­to cri­ti­co e sono elen­ca­ti e clas­si­fi­ca­ti in una lista di ri­scon­tro (check-li­st).
Lo stan­dard con­sen­te quin­di, per una spe­ci­fi­ca azien­da, di quan­ti­fi­ca­re lo sco­sta­men­to dalla con­for­mi­tà at­te­sa e la con­se­guen­te pos­si­bi­li­tà, in ter­mi­ni tec­ni­ci, di ade­gua­men­to del si­ste­ma azien­da­le, in­te­so come nu­me­ro e ti­po­lo­gia di re­qui­si­ti che de­vo­no es­se­re ge­sti­ti.

Le norme le­gi­sla­ti­ve

L’a­gri­col­tu­ra in­te­gra­ta, a par­ti­re dal 1992 ha tro­va­to fon­da­men­to nor­ma­ti­vo nel Reg. (CE) 2078. Que­sto, at­tra­ver­so un si­ste­ma di fi­nan­zia­men­ti, in­co­rag­gia­va le azien­de a pra­ti­che agro­no­mi­che a minor im­pat­to am­bien­ta­le e av­vi­ci­na­va i pro­dut­to­ri alla cul­tu­ra dei si­ste­mi di ge­stio­ne in­te­gra­ta. In­tro­dot­to il con­cet­to e de­fi­ni­te le mo­da­li­tà ope­ra­ti­ve at­tra­ver­so i di­sci­pli­na­ri di pro­du­zio­ne in­te­gra­ta ema­na­ti a li­vel­lo re­gio­na­le, il si­ste­ma agri­co­lo na­zio­na­le si è così con­fron­ta­to con un nuovo stru­men­to ge­stio­na­le.
L’at­ten­zio­ne del le­gi­sla­to­re a pro­du­zio­ni a con­te­nu­to im­pat­to am­bien­ta­le è stata più volte ri­ba­di­ta fino ad ar­ri­va­re allo stato at­tua­le. Due atti le­gi­sla­ti­vi co­mu­ni­ta­ri se­gna­no im­por­tan­ti cam­bia­men­ti di in­di­riz­zo:

  1. La di­ret­ti­va 128/2009 sul­l’u­so so­ste­ni­bi­le degli agro­far­ma­ci (in­te­gra­ta dalla 127/2009 ine­ren­te la ge­stio­ne delle ir­ro­ra­tri­ci);
  2. Il Reg. (CE) 1974/2006 che, con l’ar­ti­co­lo 22, di­spo­ne l’in­tro­du­zio­ne di Si­ste­mi di Qua­li­tà Na­zio­na­le.

Il primo ha de­ter­mi­na­to, l’e­ma­na­zio­ne del DL 150/2012, che con­cer­ne la de­fi­ni­zio­ne di un qua­dro nor­ma­ti­vo per l’u­ti­liz­zo so­ste­ni­bi­le dei pe­sti­ci­di. Sono pre­vi­sti una serie di in­ter­ven­ti det­ta­glia­ti nel Piano di Azio­ne Na­zio­na­le (di se­gui­to PAN) fi­na­liz­za­ti a pro­muo­ve­re l’ap­pli­ca­zio­ne della di­fe­sa in­te­gra­ta (com­po­nen­te del pro­ces­so di Pro­du­zio­ne in­te­gra­ta).

Il se­con­do porta alla isti­tu­zio­ne del Si­ste­ma di Qua­li­tà Na­zio­na­le di Pro­du­zio­ne In­te­gra­ta (di se­gui­to SQNPI), me­dian­te la Legge n. 4 del 2011 (art. 2), anche se al­cu­ni co­mi­ta­ti e grup­pi tec­ni­ci sono stati in­tro­dot­ti con DM 2722/2008.
En­tram­be le linee le­gi­sla­ti­ve avran­no un forte im­pat­to sul fu­tu­ro del­l’a­gri­col­tu­ra in­te­gra­ta.

Norme co­gen­ti (Piano di Azio­ne Na­zio­na­le, PAN)

Il PAN, è in­di­riz­za­to alla ge­stio­ne degli agro­far­ma­ci, e pre­sen­ta una serie di sca­den­ze at­tua­ti­ve che ar­ri­va­no fino al 2016. La più im­por­tan­te e vi­ci­na è rap­pre­sen­ta­ta dal 1° Gen­na­io 2014, data che rende la di­fe­sa in­te­gra­ta ob­bli­ga­to­ria per tutti gli ope­ra­to­ri agri­co­li. Il PAN ha come ob­biet­ti­vo la ri­du­zio­ne dei ri­schi ed im­pat­ti con­se­guen­ti al­l’u­ti­liz­zo dei fi­to­far­ma­ci. L’o­biet­ti­vo viene per­se­gui­to me­dian­te:

  1. pro­mo­zio­ne della di­fe­sa in­te­gra­ta;
  2. for­ma­zio­ne degli ope­ra­to­ri, dei ri­ven­di­to­ri e dei con­su­len­ti;
  3. mi­glio­ra­men­to delle at­trez­za­tu­re per la di­stri­bu­zio­ne.

La norma pone quin­di l’a­spet­to più cri­ti­co della pro­du­zio­ne in­te­gra­ta, la di­fe­sa, al cen­tro del­l’at­ten­zio­ne e lo rende ob­bli­ga­to­rio per tutti gli ope­ra­to­ri.

Le mo­da­li­tà ed i prin­ci­pi della di­fe­sa in­te­gra­ta nel­l’in­ter­pre­ta­zio­ne della norma sono de­fi­ni­ti nel­l’al­le­ga­to III del DM 150/2012. I prin­ci­pi sono:

  1.   pre­ven­zio­ne at­tra­ver­so me­to­do­lo­gie di na­tu­ra tec­ni­co-agro­no­mi­ca (ro­ta­zio­ni, den­si­tà di se­mi­na/im­pian­to, con­so­cia­zio­ni, scel­ta va­rie­ta­le, con­ci­ma­zio­ne ed altro an­co­ra fino alle mi­su­re di igie­ne delle strut­tu­re e ap­pa­rec­chia­tu­re);
  2. mo­ni­to­rag­gio degli or­ga­ni­smi no­ci­vi me­dia­ne os­ser­va­zio­ni, si­ste­mi di al­ler­ta, pre­vi­sio­ne e dia­gno­si pre­co­ce scien­ti­fi­ca­men­te va­li­di, con­su­len­ti qua­li­fi­ca­ti pro­fes­sio­nal­men­te e bol­let­ti­ni di as­si­sten­za tec­ni­ca;
  3. de­fi­ni­zio­ne di in­ter­ven­ti sulla base di va­lo­ri so­glia scien­ti­fi­ca­men­te at­ten­di­bi­li (ele­men­ti da con­si­de­ra­re, ove pos­si­bi­le, prima del trat­ta­men­to);
  4. pri­vi­le­gio di me­to­di bio­lo­g­i­ci so­ste­ni­bi­li, mezzi fi­si­ci e altri me­to­di non chi­mi­ci se con­sen­to­no un ade­gua­to con­trol­lo degli or­ga­ni­smi no­ci­vi;
  5. uti­liz­zo di pro­dot­ti fi­to­sa­ni­ta­ri se­let­ti­vi e con mi­ni­mi ef­fet­ti sulla sa­lu­te umana, gli or­ga­ni­smi non ber­sa­glio e l’am­bien­te.
  6. ri­du­zio­ne dei quan­ti­ta­ti­vi di pro­dot­ti uti­liz­za­ti me­dian­te di­mi­nu­zio­ne dei do­sag­gi, delle fre­quen­ze di in­ter­ven­to o a se­gui­to di trat­ta­men­ti lo­ca­liz­za­ti;
  7. ro­ta­zio­ne dei pro­dot­ti al fine di non in­dur­re re­si­sten­ze nei pa­to­ge­ni;
  8. ve­ri­fi­ca del grado di suc­ces­so delle stra­te­gie di di­fe­sa ap­pli­ca­te.

Si ri­tie­ne in­fi­ne op­por­tu­no ri­cor­da­re che il DM 150/2012 detta anche le nuove mo­da­li­tà di te­nu­ta dei re­gi­stri degli in­ter­ven­ti fi­to­ia­tri­ci (art. 16, vi­gen­te al mo­men­to at­tua­le) e de­fi­ni­sce il si­ste­ma san­zio­na­to­rio per le even­tua­li ina­dem­pien­ze (art. 24, a ti­to­lo di esem­pio si cita la re­la­ti­va san­zio­ne da 500 a 1500 euro in caso di ina­dem­pien­za nella te­nu­ta delle re­gi­stra­zio­ni).
Le Linee guida na­zio­na­li di di­fe­sa in­te­gra­ta sono state pro­dot­te dal GDI (Grup­po Di­fe­sa In­te­gra­ta del Mi­ni­ste­ro delle Po­li­ti­che Agri­co­le Ali­men­ta­ri e Fo­re­sta­li), con ul­ti­ma re­vi­sio­ne del 10/04/2013 e rap­pre­sen­ta­no l’e­le­men­to tec­ni­co di ri­fe­ri­men­to per gli ope­ra­to­ri.

Norme vo­lon­ta­rie re­go­la­men­ta­te (Si­ste­ma di Qua­li­tà Na­zio­na­le di Pro­du­zio­ne In­te­gra­ta)

Il SQNPI può es­se­re in­clu­so tra i si­ste­mi di va­lo­riz­za­zio­ne di tipo re­go­la­men­ta­to, ov­ve­ro con ade­sio­ne vo­lon­ta­ria ma con norma le­gi­sla­ti­va a de­fi­ni­zio­ne tec­ni­ca.
Il si­ste­ma nasce allo scopo di for­ni­re uno stru­men­to di va­lo­riz­za­zio­ne per le pro­du­zio­ni na­zio­na­li che adot­ta­no mo­del­li pro­dut­ti­vi a basso im­pat­to am­bien­ta­le, a cui viene con­ces­so un segno di­stin­ti­vo (logo). I ri­fe­ri­men­ti tec­ni­ci di base sono le linee guida na­zio­na­li di col­ti­va­zio­ne di­fe­sa in­te­gra­ta, e com­por­ta l’ob­bli­go di cer­ti­fi­ca­zio­ne da parte di un Or­ga­ni­smo di Con­trol­lo di parte terza, prin­ci­pa­li dif­fe­ren­ze ri­spet­to al co­gen­te.
Lo stan­dard offre la pos­si­bi­li­tà di av­va­ler­si di un mar­chio col­let­ti­vo as­so­cia­to ai pro­dot­ti, co­mu­ni­ca­to dal pro­dut­to­re e ga­ran­ti­to da sog­get­ti di di­rit­to pri­va­to e pub­bli­co, i primi ad­det­ti ai con­trol­li, i se­con­di alla vi­gi­lan­za. Si trat­ta quin­di di un si­ste­ma di cer­ti­fi­ca­zio­ne del tutto ana­lo­go a quel­li già adot­ta­ti per le pro­du­zio­ni bio­lo­g­i­che o a De­no­mi­na­zio­ne di Ori­gi­ne.

Il nu­me­ro di ope­ra­to­ri ade­ren­ti è in co­stan­ze cre­sci­ta, come evi­den­zia­to dai dati di­spo­ni­bi­li sul sito isti­tu­zio­na­le www.​reterurale.​it, che pre­sen­ta nel 2017 un corpo di 10.174 azien­de e oltre 149.000 et­ta­ri coin­vol­ti.
Il si­ste­ma pre­ve­de l’a­de­sio­ne at­tra­ver­so il por­ta­le del sito ap­pe­na ci­ta­to, la scel­ta di un Or­ga­ni­smo di Con­trol­lo (OdC) au­to­riz­za­to, ed il ri­spet­to dei vin­co­li im­po­sti dai di­sci­pli­na­ri re­gio­na­li in ter­mi­ni di ge­stio­ne e di­fe­sa delle col­tu­re. La con­for­mi­tà al si­ste­ma è va­lu­ta­ta in sede di ve­ri­fi­ca da parte del­l’O­dC che ri­la­scia, in base agli scopi di pre­sen­ta­zio­ne delle do­man­de, i se­guen­ti esiti di con­for­mi­tà:

  • Con­for­mi­tà Agro-Cli­ma­ti­ca-Am­bien­ta­le (ACA);
  • Au­to­riz­za­zio­ne al­l’u­ti­liz­zo del Mar­chio;
  • Ido­nei­tà Agro-Cli­ma­ti­ca-Am­bien­ta­le e au­to­riz­za­zio­ne al­l’u­ti­liz­zo del mar­chio.

Rien­tra­no nel campo di ap­pli­ca­zio­ne solo le pro­du­zio­ni ve­ge­ta­li e so­la­men­te le col­tu­re per le quali, nei di­sci­pli­na­ri re­gio­na­li, sono de­fi­ni­te le mo­da­li­tà di pro­du­zio­ne.
Il si­ste­ma in­te­res­sa tutte le at­ti­vi­tà di pro­du­zio­ne pri­ma­ria, ma anche, per i pro­dot­ti ri­ca­den­ti nel campo di ap­pli­ca­zio­ne, le at­ti­vi­tà di con­di­zio­na­men­to, tra­sfor­ma­zio­ne e di­stri­bu­zio­ne (solo nel caso di pro­dot­ti sfusi).

E’ inol­tre pos­si­bi­le l’a­de­sio­ne sia come azien­da sin­go­la che come grup­po di pro­dut­to­ri (Ope­ra­to­ri As­so­cia­ti, OA). Nel primo caso si avran­no ve­ri­fi­che di parte terza con­dot­te dal­l’O­dC per ogni sin­go­lo ope­ra­to­re, nel se­con­do caso è l’or­ga­niz­za­zio­ne dei pro­dut­to­ri (ca­po­fi­la) che ef­fet­tua delle at­ti­vi­tà in au­to­con­trol­lo sui sin­go­li (con­trol­lo del 100% degli ope­ra­to­ri ade­ren­ti). A se­gui­re, l’OdC ef­fet­tue­rà una ve­ri­fi­ca sul­l’or­ga­niz­za­zio­ne, va­lu­tan­do­ne la ca­pa­ci­tà a ge­sti­re il si­ste­ma in au­to­con­trol­lo, e delle ve­ri­fi­che su un cam­pio­ne rap­pre­sen­ta­ti­vo delle azien­de coin­vol­te (cam­pio­ne pari alla ra­di­ce qua­dra­ta del to­ta­le delle azien­de che par­te­ci­pa­no al pro­get­to).

Per quan­to at­tie­ne i con­trol­li sulle azien­de, que­sti sono strut­tu­ra­ti se­con­do una linea guida in for­ma­to check-li­st che pre­ve­de un elen­co di re­qui­si­ti og­get­to di va­lu­ta­zio­ne:

  • VA­LU­TA­ZIO­NE COM­PLES­SI­VA FASE DI COL­TI­VA­ZIO­NE
    • Re­gi­stra­zio­ni
  • TEM­PI­STI­CA DI ADE­SIO­NE
  • VA­RIA­ZIO­NI RE­QUI­SI­TI IDO­NEI­TA’
  • IM­PE­GNI per l’ap­pli­ca­zio­ne della di­sci­pli­na di Pro­du­zio­ne in­te­gra­ta
    • Di­fe­sa e con­trol­lo delle in­fe­stan­ti
    • Scel­ta del­l’am­bien­te di col­ti­va­zio­ne e vo­ca­zio­na­li­tà
    • Man­te­ni­men­to del­l’a­groe­co­si­ste­ma na­tu­ra­le
    • Scel­ta va­rie­ta­le e ma­te­ria­le di mol­ti­pli­ca­zio­ne
    • Si­ste­ma­zio­ne e pre­pa­ra­zio­ne del suolo al­l’im­pian­to e alla se­mi­na
    • Av­vi­cen­da­men­to col­tu­ra­le
    • Se­mi­na, tra­pian­to, im­pian­to
    • Ge­stio­ne del suolo e pra­ti­che agro­no­mi­che per il con­trol­lo delle in­fe­stan­ti
    • Fer­ti­liz­za­zio­ne
    • Ir­ri­ga­zio­ne
    • Altri me­to­di di pro­du­zio­ne e aspet­ti par­ti­co­la­ri
    • Rac­col­ta
      • Ve­ri­fi­ca Qua­li­ta­ti­va
    • Po­st-Rac­col­ta
    • Rin­trac­cia­bi­li­tà
    • Mar­chio

Per le ve­ri­fi­che pres­so l’o­pe­ra­to­re as­so­cia­to, con­si­de­ra­ta la ne­ces­si­tà di im­ple­men­ta­zio­ne di un si­ste­ma di au­to­con­trol­lo, si ren­de­rà ne­ces­sa­rio da parte del­l’Or­ga­niz­za­zio­ne for­ma­liz­za­re le se­guen­ti pro­ce­du­re do­cu­men­ta­te:

  • Piano delle ve­ri­fi­che ana­li­ti­che;
  • Piano delle ve­ri­fi­che ispet­ti­ve in­ter­ne (au­to­con­trol­lo);
  • Mo­du­li­sti­ca di re­gi­stra­zio­ne NC;
  • Mo­du­li­sti­ca uti­liz­za­ta per le ve­ri­fi­che ispet­ti­ve in­ter­ne (VII) e per i pre­lie­vi dei cam­pio­ni;
  • Pro­ce­du­ra di ge­stio­ne delle non con­for­mi­tà in base ai pun­teg­gi pre­vi­sti dal SQNPI per quan­to at­tie­ne l’U­ni­tà Ele­men­ta­re di Col­ti­va­zio­ne ed even­tua­li Lotto non con­for­mi;
  • Pro­ce­du­ra di iden­ti­fi­ca­zio­ne e rin­trac­cia­bi­li­tà dei pro­dot­ti a mar­chio.

E’ ap­pe­na stata pub­bli­ca­ta la nuova “PRO­CE­DU­RA DI ADE­SIO­NE, GE­STIO­NE E CON­TROL­LO NEL­L’AM­BI­TO DEL SQNPI/2019”, Rev. 05 del 04/12/2018 e le “LINEE GUIDA NA­ZIO­NA­LI PER LA RE­DA­ZIO­NE DEI PIANI DI CON­TROL­LO RE­GIO­NA­LI SQNPI – Ade­sio­ne ge­stio­ne con­trol­lo – 2018 Al­le­ga­to 1 _rev. 04 del 23.11.2018.

Il primo do­cu­men­to per­fe­zio­na la tem­pi­sti­ca di ade­sio­ne al si­ste­ma e ri­fi­ni­sce al­cu­ni aspet­ti tec­ni­ci. Il se­con­do det­ta­glia al­cu­ni re­qui­si­ti og­get­to di ve­ri­fi­ca. Nello spe­ci­fi­co, si pre­ci­sa che l’a­de­sio­ne è ef­fet­tua­ta uti­liz­zan­do il si­ste­ma in­for­ma­ti­vo na­zio­na­le di pro­du­zio­ne in­te­gra­ta e i ter­mi­ni di ade­sio­ne sono sta­bi­li­ti come segue:

  • prima ade­sio­ne al SQNPI: 15 mag­gio;
  • ade­sio­ne anni suc­ces­si­vi – rin­no­vo: 28 feb­bra­io;
  • ade­sio­ne in re­la­zio­ne ai bandi re­gio­na­li che si av­val­go­no della con­for­mi­tà ACA: ter­mi­ne sta­bi­li­to dal bando o, in man­can­za, quel­lo sta­bi­li­to dalla pre­sen­te norma.

Il ter­mi­ne di ade­sio­ne viene do­cu­men­ta­to da:

  • data di ri­la­scio del pro­to­col­lo della do­man­da da parte del Si­ste­ma In­for­ma­ti­vo (SI);
  • data di invio della do­man­da sem­pli­fi­ca­ta;
  • data di ade­sio­ne al SQNPI per le do­man­de di con­for­mi­tà ACA li­mi­ta­ta­men­te al primo anno.

Per i con­trol­li di parte terza, in re­la­zio­ne alla tem­pi­sti­ca di ade­sio­ne, i ter­mi­ni per la presa in ca­ri­co da parte degli OdC e di chiu­su­ra cer­ti­fi­ca­zio­ne sono sta­bi­li­ti come di se­gui­to.

  • presa in ca­ri­co OdC dalla no­ti­fi­ca azien­da­le: entro 60 gior­ni;
  • data ul­ti­ma per ef­fet­tua­re prima vi­si­ta o vi­si­ta an­nua­le e ca­ri­ca­men­to esito con­trol­lo cer­ti­fi­ca­zio­ne o con­for­mi­tà ACA sul SI: 30 ot­to­bre;
  • data sta­bi­li­ta dalla re­gio­ne per le con­for­mi­tà ACA con ter­mi­ne di ade­sio­ne suc­ces­si­vo a quel­lo della pre­sen­te norma.

In­fi­ne, a se­gui­to di even­tua­li in­coe­ren­ze ri­scon­tra­te sul­l’at­ti­vi­tà del­l’O­dC, per quan­to at­tie­ne aspet­ti ine­ren­ti la con­for­mi­tà alla norma vi­gen­te (ta­ra­tu­ra, con­trol­lo fun­zio­na­le, uti­liz­zo di so­stan­ze at­ti­ve non am­mes­se, ecc.) l’Or­ga­ni­smo tec­ni­co scien­ti­fi­co isti­tui­to con D.M. 4890 del­l’8 mag­gio 2014, può de­ci­de­re l’e­ven­tua­le re­vo­ca del prov­ve­di­men­to emes­so dal­l’O­dC con la ri­mo­zio­ne dello stes­so dal SI e ap­po­si­ta se­gna­la­zio­ne al­l’en­te ac­cre­di­tan­te l’OdC.

Il SQNPI è uno stan­dard di ul­ti­ma ge­ne­ra­zio­ne, con an­co­ra al­cu­ni aspet­ti da svi­lup­pa­re, in par­ti­co­la­re;

  • Esten­sio­ne del campo di ap­pli­ca­zio­ne, oggi le­ga­to alle col­tu­re pre­sen­ti nei di­sci­pli­na­ri re­gio­na­li;
  • La que­stio­ne dei pro­dot­ti tra­sfor­ma­ti di tipo mul­ti-in­gre­dien­te, non an­co­ra og­get­to di ri­fles­sio­ne tec­ni­ca.

Di con­tro evi­den­zia di­ver­si aspet­ti in­te­res­sa­ti ed anche in­no­va­ti­vi per uno stan­dard che co­mun­que ri­ma­ne:

  • a va­len­za pub­bli­ca;
  • ca­rat­te­riz­za­zio­ne am­bien­ta­le;
  • con segno iden­ti­fi­ca­ti­vo di li­vel­lo na­zio­na­le.

Inol­tre, con­sen­te e pre­ve­de:

  • una con­fi­gu­ra­zio­ne tec­ni­ca di tipo “lo­ca­le”, es­sen­do i di­sci­pli­na­ri for­mu­la­ti a li­vel­lo re­gio­na­le fermo re­stan­do il ri­co­no­sci­men­to a li­vel­lo na­zio­na­le del segno. E’ di certo il primo eser­ci­zio di av­vi­ci­na­men­to alle cri­ti­ci­tà tec­ni­che spe­ci­fi­che dei ter­ri­to­ri, senza però ab­ban­do­na­re la va­len­za na­zio­na­le;
  • ade­sio­ne di grup­po, con no­te­vo­li pos­si­bi­li ri­spar­mi sul costo di cer­ti­fi­ca­zio­ne. Il mo­del­lo è ba­sa­to su una de­le­ga di se­con­do li­vel­lo, al­l’o­pe­ra­to­re stes­so, per quan­to at­tie­ne il con­trol­lo, la­scian­do al­l’O­dC la ve­ri­fi­ca di sta­bi­li­tà del si­ste­ma, ma solo su un cam­pio­ne di azien­de.

Con­clu­sio­ni

I si­ste­mi og­get­to di ri­fles­sio­ne del pre­sen­te con­tri­bu­to of­fro­no una op­por­tu­ni­tà di va­lo­riz­za­zio­ne delle pro­du­zio­ni agri­co­le e vanno in­ter­pre­ta­ti in tal senso piut­to­sto che ul­te­rio­ri vin­co­li. Il van­tag­gio della norma tec­ni­ca con­si­ste in un ap­proc­cio mi­ra­to al mi­glio­ra­men­to or­ga­niz­za­ti­vo, senza en­tra­re nel me­ri­to dei det­ta­gli tec­ni­ci. Di gran­de in­te­res­se è il nuovo si­ste­ma na­zio­na­le che uni­sce la va­len­za pub­bli­ci­sti­ca e il ca­rat­te­re na­zio­na­le ad un mo­del­lo pro­dut­ti­vo già da tempo con­so­li­da­to nel pa­no­ra­ma agri­co­lo del no­stro paese.

Do­na­to Fer­ruc­ci, Sal­va­to­re Sergi, Edoar­do Cor­buc­ci.

Do­na­to Fer­ruc­ci, Dot­to­re agro­no­mo li­be­ro pro­fes­sio­ni­sta, ri­ve­ste at­tual­men­te l’in­ca­ri­co di Re­spon­sa­bi­le di Bioa­gr­i­cert Lazio e di Cul­to­re della ma­te­ria pres­so la cat­te­dra di Ge­stio­ne e Co­mu­ni­ca­zio­ne d’Im­pre­sa” – Fa­col­tà di Scien­ze della Co­mu­ni­ca­zio­ne, Uni­ver­si­tà degli Studi della Tu­scia. E-mail: do­na­to­fer­ruc­ci@​alice.​it

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