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La lepre rap­pre­sen­ta una delle spe­cie cac­cia­bi­li per an­to­no­ma­sia, oltre ad es­se­re uno degli ani­ma­li sel­va­ti­ci più ele­gan­ti e sor­pren­den­ti. Que­sto fa­vo­lo­so la­go­mor­fo viene anche co­mu­ne­men­te al­le­va­to, ma a dif­fe­ren­za del co­ni­glio, il suo in­di­riz­zo pro­dut­ti­vo è ben di­ver­so…

di Cri­stia­no Pa­pe­schi e Linda Sar­ti­ni

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Lepre europea

Per­ché al­le­va­re la lepre e per quale scopo?

Al di là del mo­ti­vo “pas­sio­ne”, come ogni altra spe­cie ad in­di­riz­zo zoo­tec­ni­co, la lepre viene al­le­va­ta ov­via­men­te per ra­gio­ni pu­ra­men­te eco­no­mi­che. L’in­di­riz­zo pro­dut­ti­vo prin­ci­pa­le è ri­vol­to alla cac­cia, sia per ot­te­ne­re sog­get­ti de­sti­na­ti al ri­po­po­la­men­to fau­ni­sti­co-ve­na­to­rio, che ani­ma­li uti­liz­za­ti per le ri­ser­ve. Come per tutte le altre pro­du­zio­ni zoo­tec­ni­che, l’al­le­va­men­to della lepre è sog­get­to ad una serie di nor­ma­ti­ve ed au­to­riz­za­zio­ni per quel che ri­guar­da la sta­bu­la­zio­ne, il be­nes­se­re ed il tra­spor­to; trat­tan­do­si, inol­tre, di una spe­cie “sel­va­ti­ca”, fa ri­fe­ri­men­to anche al D. Lvo 157/92 che ri­por­ta le “norme per la pro­te­zio­ne della fauna sel­va­ti­ca omeo­ter­ma e per il pre­lie­vo ve­na­to­rio”.

L’al­le­va­men­to in gab­bia

Di­ver­se sono le stra­te­gie per l’al­le­va­men­to della lepre, ma ge­ne­ral­men­te si ri­du­co­no prin­ci­pal­men­te a due: la gab­bia ed il re­cin­to. Per ot­te­ne­re una pro­du­zio­ne mo­ni­to­ra­bi­le e stan­dar­diz­za­ta, i ri­pro­dut­to­ri ven­go­no so­li­ta­men­te al­le­va­ti in gab­bia, in modo da poter te­ne­re sotto con­trol­lo gli ac­cop­pia­men­ti, i parti e gli svez­za­men­ti. Le cop­pie, un ma­schio ed una fem­mi­na, ven­go­no for­ma­te verso la fine del­l’e­sta­te o nel primo au­tun­no, in modo da avere gli ac­cop­pia­men­ti entro l’au­tun­no stes­so ed i primi parti tra la fine di di­cem­bre e il mese di gen­na­io, i quali an­dran­no avan­ti fino al so­prag­giun­ge­re del­l’e­sta­te. Ov­via­men­te, trat­tan­do­si di un ani­ma­le sel­va­ti­co, e quin­di for­te­men­te in­fluen­za­to dalle con­di­zio­ni am­bien­ta­li e cli­ma­ti­che per la sua fi­sio­lo­gia ri­pro­dut­ti­va, si po­tran­no avere dif­fe­ren­ze in fun­zio­ne del­l’a­rea geo­gra­fi­ca e del­l’an­na­ta. Salvo casi ec­ce­zio­na­li, come ad esem­pio in­com­pa­ti­bi­li­tà tra i part­ners, in­fer­ti­li­tà, ag­gres­si­vi­tà o morte di uno dei due sog­get­ti, la cop­pia ri­ma­ne fissa per una o più sta­gio­ni ri­pro­dut­ti­ve. Al­cu­ni al­le­va­to­ri, so­prat­tut­to in pas­sa­to ed ormai sem­pre meno, op­ta­no in­ve­ce per l’al­le­va­men­to in “gab­bie-ha­rem”, ov­ve­ro strut­tu­re al­l’in­ter­no delle quali viene posto 1 ma­schio con 2-5 fem­mi­ne. Le gab­bie de­sti­na­te al­l’al­le­va­men­to della lepre sono ben di­ver­se da quel­le im­pie­ga­te per i co­ni­gli, in quan­to que­sto ani­ma­le ne­ces­si­ta di molto più spa­zio sia in lar­ghez­za che in al­tez­za e di due ri­fu­gi, uno per gli adul­ti ed uno per la prole. In quan­to a di­men­sio­ni, ogni azien­da pro­dut­tri­ce ha le pro­prie re­go­le, poi­ché non esi­sto­no degli stan­dards de­fi­ni­ti: in ogni caso per una gab­bia de­sti­na­ta ad una cop­pia fissa si con­si­glia una su­per­fi­cie mi­ni­ma di al­me­no 1 m2 (me­glio se su­pe­rio­re), l’al­tez­za del sof­fit­to di circa 0.8-1 m e l’al­tez­za da terra di al­me­no 50 cm, per ren­de­re più age­vo­li le ope­ra­zio­ni di pu­li­zia.  Le gab­bie sono in ge­ne­re bi­cel­lu­la­ri e col­lo­ca­te al­l’a­per­to, do­ta­te di un pro­prio tetto o ri­co­per­te da una tet­to­ia co­mu­ne, a se­con­da della pro­get­ta­zio­ne del­l’al­le­va­men­to. Ogni gab­bia, oltre ad es­se­re for­ni­ta in­ter­na­men­te dei due ri­fu­gi, è prov­vi­sta di una man­gia­to­ia per il man­gi­me, una ra­strel­lie­ra per il fieno ed un be­ve­ro­lo, au­to­ma­ti­co o ser­vi­to da una bot­ti­glia. Le pa­re­ti la­te­ra­li sono ge­ne­ral­men­te “piene”, men­tre quel­la fron­ta­le è in rete me­tal­li­ca, per ren­de­re pos­si­bi­le l’in­gres­so della luce e l’i­spe­zio­ne da parte del­l’al­le­va­to­re, così come il pa­vi­men­to, la cui fun­zio­ne è in­ve­ce di tipo igie­ni­co, con­sen­ten­do la ca­du­ta delle deie­zio­ni. Da non di­men­ti­ca­re che la lepre, in quan­to ani­ma­le sel­va­ti­co e par­ti­co­lar­men­te stres­sa­bi­le, ne­ces­si­ta di un al­le­va­men­to posto in luogo tran­quil­lo e pro­tet­to sia da pre­da­to­ri che da altre forme di di­stur­bo come pas­sag­gio di gente, stra­de, fonti di ru­mo­re, ecc.

Dopo lo svez­za­men­to, che av­vie­ne al­l’in­cir­ca in­tor­no alle quat­tro set­ti­ma­ne di vita dei le­prot­ti, que­sti ven­go­no tolti dai ge­ni­to­ri, posti a loro volta in altre gab­bie (gab­bie da svez­za­men­to) e suc­ces­si­va­men­te de­sti­na­ti, ad un’e­tà com­pre­sa tra i 60 e 90 gior­ni circa, alla ven­di­ta, o al­l’ac­cre­sci­men­to, fino a di­ven­ta­re sub-adul­ti (circa 8-9 mesi) per es­se­re uti­liz­za­ti sem­pre per la ven­di­ta o per la ri­pro­du­zio­ne.

Il re­cin­to

un allevamento di lepri

Il re­cin­to rap­pre­sen­ta un si­ste­ma di al­le­va­men­to più esten­si­vo e con­fa­cen­te alle esi­gen­ze na­tu­ra­li di que­sto ani­ma­le che com­pren­do­no il cor­re­re, na­scon­der­si ed ali­men­tar­si con es­sen­ze ve­ge­ta­li che pos­so­no es­se­re rin­ve­nu­te sul ter­re­no. No­no­stan­te que­sta idil­lia­ca im­ma­gi­ne, l’al­le­va­men­to in re­cin­to pre­sen­ta mag­gio­ri dif­fi­col­tà per gli ope­ra­to­ri in quan­to gli ani­ma­li non sono sem­pre fa­cil­men­te mo­ni­to­ra­bi­li. I ri­pro­dut­to­ri pos­so­no es­se­re al­le­va­ti con que­sto si­ste­ma, ma di­ven­ta dif­fi­ci­le te­ne­re un elen­co ag­gior­na­to delle na­sci­te, delle mor­ta­li­tà e della pro­du­zio­ne di ogni sin­go­la fem­mi­na, quin­di ge­ne­ral­men­te gli al­le­va­to­ri ten­do­no a pre­fe­ri­re le gab­bie per la ri­pro­du­zio­ne. No­no­stan­te ciò, in al­cu­ne real­tà lo­ca­li (ad es. as­so­cia­zio­ni ve­na­to­rie, ATC, ecc.) si opta per una pro­du­zio­ne più “na­tu­ra­le”, in quan­to ani­ma­li nati e cre­sciu­ti a terra ven­go­no spes­so con­si­de­ra­ti di mag­gior va­lo­re per­chè più “sel­va­ti­ci” ri­spet­to a quel­li ot­te­nu­ti in gab­bia. Al­tri­men­ti, il re­cin­to viene co­mu­ne­men­te uti­liz­za­to dagli al­le­va­to­ri di sel­vag­gi­na per “pre-am­bien­ta­re” a terra, per un pe­rio­do va­ria­bi­le da al­cu­ne de­ci­ne di gior­ni fino anche a qual­che mese, i sog­get­ti de­sti­na­ti alla ven­di­ta, in modo che pos­sa­no im­pa­ra­re a muo­ver­si, cor­re­re ed ali­men­tar­si in ma­nie­ra na­tu­ra­le in pre­vi­sio­ne di una suc­ces­si­va li­be­ra­zio­ne sul ter­ri­to­rio. Ov­via­men­te gli ani­ma­li pre­sen­ti al­l’in­ter­no del re­cin­to de­vo­no es­se­re “cat­tu­ra­ti” prima di es­se­re ven­du­ti e per fare ciò ven­go­no uti­liz­za­ti ope­ra­to­ri esper­ti e reti a tra­ma­glio, al­l’in­ter­no delle quali le lepri ri­man­go­no im­pri­gio­na­te e tem­pe­sti­va­men­te li­be­ra­te per es­se­re ri­po­ste in cas­set­te da tra­spor­to. Al­l’in­ter­no del re­cin­to sono ge­ne­ral­men­te pre­sen­ti delle man­gia­to­ie, per in­te­gra­re l’a­li­men­ta­zio­ne du­ran­te i pe­rio­di di ne­ces­si­tà, ab­be­ve­ra­toi e le co­sid­det­te “zone spor­che”, ov­ve­ro aree in cui sia pre­sen­te una ve­ge­ta­zio­ne er­ba­cea o ar­bu­sti­va tale da con­sen­ti­re al­l’a­ni­ma­le di im­pa­ra­re a na­scon­der­si e for­ni­re con­te­stual­men­te l’om­bra nei pe­rio­di più caldi. Il re­cin­to deve es­se­re prov­vi­sto di una rete pe­ri­me­tra­le alta al­me­no 1,8 metri, do­ta­ta di si­ste­mi di dis­sua­sio­ne per i pre­da­to­ri (ad es. ric­cio­lo an­ti­vol­pe o filo elet­tri­fi­ca­to) ed in­ter­ra­ta in modo da evi­ta­re la fuga degli ani­ma­li o sgra­di­te in­tru­sio­ni. In al­ter­na­ti­va, si pos­so­no uti­liz­za­re i re­cin­ti “elet­tri­fi­ca­ti”, per lo più mo­bi­li.

La ri­pro­du­zio­ne

La pu­ber­tà viene rag­giun­ta me­dia­men­te in­tor­no a 6-8 mesi, ma in ge­ne­re si at­ten­do­no gli 8-9 mesi (o anche qual­co­sa di più!) prima di av­via­re al­l’ac­cop­pia­men­to i sog­get­ti de­sti­na­ti alla ri­pro­du­zio­ne. La ge­sta­zio­ne dura in media 40-42 gior­ni, al ter­mi­ne della quale na­sco­no da 2 fino ad un mas­si­mo di 7-8 le­prot­ti. Que­sti sono già co­per­ti di pelo, con gli occhi aper­ti e nel giro di poche ore sono anche in grado di muo­ver­si au­to­no­ma­men­te. In al­le­va­men­to può av­ve­ni­re anche la su­per­fe­ta­zio­ne, ov­ve­ro una fem­mi­na a ter­mi­ne gra­vi­dan­za può riac­cop­piar­si pochi gior­ni prima del parto e por­ta­re avan­ti con­tem­po­ra­nea­men­te sia le ge­sta­zio­ne quasi con­clu­sa che quel­la nuova. I le­prot­ti si nu­tro­no esclu­si­va­men­te di latte ma­ter­no fino oltre i 12-13 gior­ni di vita e suc­ces­si­va­men­te ini­zia­no ad as­sag­gia­re l’a­li­men­to so­li­do che co­sti­tui­rà poi la loro ali­men­ta­zio­ne de­fi­ni­ti­va. Ogni anno, una cop­pia buona ri­pro­dut­tri­ce è in grado di fare da un mi­ni­mo di 3 fino anche a 5-6 parti.

lepre allevamento liberazione recinto

Ali­men­ta­zio­ne

Le lepri al­le­va­te in gab­bia ven­go­no ali­men­ta­te con man­gi­me in pel­le­ts cui viene ag­giun­to del buon fieno di prato po­li­fi­ta e, quan­do pos­si­bi­le, erba fre­sca. L’a­li­men­to viene ge­ne­ral­men­te for­ni­to ad li­bi­tum, ov­ve­ro a vo­lon­tà, in modo che ogni ani­ma­le possa sod­di­sfa­re au­to­no­ma­men­te i pro­pri fab­bi­so­gni. Il pel­le­ts è in ge­ne­re com­po­sto da nu­me­ro­si in­gre­dien­ti, tra i quali fa­ri­na di erba me­di­ca, ce­rea­li fioc­ca­ti o in fa­ri­na, oli di estra­zio­ne di le­gu­mi­no­se e ag­gre­gan­ti quali la me­las­sa. I te­no­ri ana­li­ti­ci pos­so­no va­ria­re anche no­te­vol­men­te da un man­gi­me al­l’al­tro, ma in ge­ne­re la per­cen­tua­le di pro­tei­na si ag­gi­ra sul 16-18% e la fibra tra il 15-18% o anche di più. I man­gi­mi pos­so­no poi es­se­re ad­di­zio­na­ti di me­di­ca­men­ti, an­ti­bio­ti­ci o coc­ci­dio­sta­ti­ci, die­tro pre­scri­zio­ne me­di­co-ve­te­ri­na­ria, per trat­ta­re le di­ver­se pa­to­lo­gie che pos­so­no pre­sen­tar­si in al­le­va­men­to. L’in­te­gra­zio­ne con fieno di prato po­li­fi­ta è utile anche per au­men­ta­re la per­cen­tua­le to­ta­le di fibra della ra­zio­ne, im­por­tan­te per fa­vo­ri­re i pro­ces­si di­ge­sti­vi e per la mo­ti­li­tà in­te­sti­na­le. La lepre, esat­ta­men­te come il co­ni­glio, ef­fet­tua la cie­co­tro­fia, un adat­ta­men­to fi­sio­lo­gi­co utile per re­cu­pe­ra­re no­te­vo­li quan­ti­tà di ener­gia, pro­tei­ne e vi­ta­mi­ne che al­tri­men­ti, per la sua con­di­zio­ne di ani­ma­le mo­no­ga­stri­co, an­dreb­be­ro perse.

L’u­ti­liz­zo della lepre

La lepre, come ab­bia­mo già ac­cen­na­to, viene uti­liz­za­ta per lo più a scopo fau­ni­sti­co-ve­na­to­rio. Di­ver­se sono le stra­te­gie e le mo­da­li­tà di im­pie­go dei sog­get­ti alle di­ver­se età pro­po­ste dai tec­ni­ci-fau­ni­sti­ci e stu­dia­te in fun­zio­ne del ter­ri­to­rio e delle usan­ze. In linea ge­ne­ra­le, i gio­va­ni le­prot­ti (60-90 gior­ni) svez­za­ti in gab­bia ven­go­no uti­liz­za­ti per i “ri­po­po­la­men­ti esti­vi”, per lo più dopo un breve pre­am­bien­ta­men­to in re­cin­ti­ni mo­bi­li ed elet­tri­fi­ca­ti rea­liz­za­ti di­ret­ta­men­te al­l’in­ter­no del ter­ri­to­rio sul quale gli ani­ma­li ver­ran­no poi li­be­ra­ti. Al­tri­men­ti i sub-adul­ti (8-9 mesi) e gli adul­ti (circa 1 anno) pos­so­no es­se­re im­pie­ga­ti per il “ri­po­po­la­men­to in­ver­na­le”, ov­ve­ro lan­cia­ti di­ret­ta­men­te in ter­ri­to­rio li­be­ro per lo più al ter­mi­ne della sta­gio­ne di cac­cia, in modo che pos­sa­no at­tec­chi­re nel nuovo ha­bi­tat e dare luogo alle prime ri­pro­du­zio­ni nel giro di po­chis­si­mo tempo. Sog­get­ti della stes­sa fa­scia di età, o anche leg­ger­men­te più gio­va­ni, pos­so­no poi es­se­re im­pie­ga­ti come “pron­ta cac­cia”, so­prat­tut­to al­l’in­ter­no delle ri­ser­ve fau­ni­sti­co-ve­na­to­rie.

» Ar­ti­co­lo trat­to dalla Ri­vi­sta Ter­rA­mi­ca – num. 7 Lu­glio 2017 «

Cri­stia­no Pa­pe­schi, lau­rea­to in Me­di­ci­na Ve­te­ri­na­ria e spe­cia­liz­za­to in Tec­no­lo­gia e Pa­to­lo­gia degli avi­co­li, del co­ni­glio e della sel­vag­gi­na. Cur­ri­cu­lum vitae >>>

Linda Sar­ti­ni, lau­rea­ta in Me­di­ci­na Ve­te­ri­na­ria e spe­cia­liz­za­ta in ispe­zio­ne degli ali­men­ti di ori­gi­ne ani­ma­le

Il Co­ni­glio nano – Agra­ria.org
Cri­stia­no Pa­pe­schi – Il Sex­tan­te

In modo chia­ro e sim­pa­ti­co ven­go­no trat­ta­ti tutti gli aspet­ti le­ga­ti alla sua pre­sen­za in casa, dal ri­co­ve­ro al­l’a­li­men­ta­zio­ne, dalla con­vi­ven­za con gli altri ani­ma­li alle cure quo­ti­dia­ne, dalla ri­pro­du­zio­ne alla sua sa­lu­te.
Per ri­ce­ve­re una copia scri­ve­re a: info@​agraria.​org
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