Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Do­na­to Fer­ruc­ci e An­to­nio Mar­co­ne

In­tro­du­zio­ne

Per quan­to con­cer­ne l’al­le­va­men­to di avi­co­li con me­to­do bio­lo­g­i­co, que­sto è nor­ma­to dai Regg. (CE) 834/2007 e 889/2008 che ne spe­ci­fi­ca­no le mo­da­li­tà ap­pli­ca­ti­ve. Il si­ste­ma di cer­ti­fi­ca­zio­ne con me­to­do bio­lo­g­i­co, ri­spet­to alla pro­du­zio­ne avi­co­la ha come campo di ap­pli­ca­zio­ne al­cu­ne spe­cie in elen­co nel­l’al­le­ga­to III del Reg. (CE) 889/2008: gal­li­ne ova­io­le e avi­co­li da in­gras­so (polli, tac­chi­ni, ana­tre, oche).
I prin­ci­pi re­sta­no quel­li della pro­du­zio­ne con me­to­do bio­lo­g­i­co, ca­rat­te­riz­za­ta dalla par­ti­co­la­re at­ten­zio­ne al be­nes­se­re ani­ma­le.

Pra­ti­che di al­le­va­men­to

E’ pre­vi­sta la pos­si­bi­li­tà di in­te­gra­re la luce na­tu­ra­le con il­lu­mi­na­zio­ne ar­ti­fi­cia­le in modo da man­te­ne­re la lu­mi­no­si­tà per un mas­si­mo di 16 ore gior­na­lie­re, con un pe­rio­do con­ti­nuo di ri­po­so not­tur­no senza luce ar­ti­fi­cia­le di al­me­no 8 ore (Reg. CE 889/08 Art. 12 punto 5).
Al fine di evi­ta­re il ri­cor­so a me­to­di di al­le­va­men­to in­ten­si­vi, gli avi­co­li de­vo­no es­se­re al­le­va­ti fino al rag­giun­gi­men­to di un’e­tà mi­ni­ma op­pu­re de­vo­no pro­ve­ni­re da tipi ge­ne­ti­ci a lento ac­cre­sci­men­to. Nel caso l’o­pe­ra­to­re non uti­liz­zi tipi ge­ne­ti­ci avi­co­li a lento ac­cre­sci­men­to, l’età mi­ni­ma di ma­cel­la­zio­ne è fis­sa­ta a:

  • 81 gior­ni per i polli;
  • 150 gior­ni per i cap­po­ni;
  • 49 gior­ni per le ana­tre di Pe­chi­no;
  • 70 gior­ni per le fem­mi­ne di ana­tra muta;
  • 84 gior­ni per i ma­schi di ana­tra muta;
  • 92 gior­ni per le ana­tre ba­star­de;
  • 94 gior­ni per le fa­rao­ne;
  • 140 gior­ni per i tac­chi­ni e le oche;
  • 100 gior­ni per le fem­mi­ne di tac­chi­no.

Gli ani­ma­li de­vo­no avere ac­ces­so a uno spa­zio al­l’a­per­to per al­me­no un terzo della loro vita. Tali spazi de­vo­no es­se­re per la mag­gior parte ri­co­per­ti di ve­ge­ta­zio­ne, es­se­re do­ta­ti di di­spo­si­ti­vi di pro­te­zio­ne e con­sen­ti­re un fa­ci­le ac­ces­so ad un nu­me­ro suf­fi­cien­te di ab­be­ve­ra­toi. Se te­nu­ti al chiu­so a se­gui­to di re­stri­zio­ni o di ob­bli­ghi im­po­sti in virtù della nor­ma­ti­va co­mu­ni­ta­ria gli avi­co­li de­vo­no poter avere ac­ces­so a quan­ti­tà suf­fi­cien­ti di fo­rag­gi gros­so­la­ni e di ma­te­ria­li adat­ti a sod­di­sfa­re le loro ne­ces­si­tà eto­lo­gi­che (Reg. CE 889/08 Art. 14 punti 5, 6 e 7).
Gli uc­cel­li ac­qua­ti­ci in­ve­ce de­vo­no poter avere hanno ac­ces­so a un corso d’ac­qua, a uno sta­gno, a un lago o a uno spec­chio d’ac­qua ogni­qual­vol­ta le con­di­zio­ni cli­ma­ti­che e igie­ni­che lo con­sen­ta­no per ri­spet­ta­re le loro esi­gen­ze spe­ci­fi­che e quel­le in ma­te­ria di be­nes­se­re degli ani­ma­li.

Con­di­zio­ni di sta­bu­la­zio­ne (Reg. CE 889/08 Art. 12)

E’ vie­ta­to l’uso delle gab­bie. I ri­co­ve­ri per gli avi­co­li de­vo­no ri­spon­de­re ai se­guen­ti re­qui­si­ti mi­ni­mi:

a) Cia­scun ri­co­ve­ro non deve con­te­ne­re più di

  • 4 800 polli,
  • 3 000 gal­li­ne ova­io­le,
  • 5 200 fa­rao­ne,
  • 4 000 fem­mi­ne di ana­tra muta o di Pe­chi­no,
  • 3 200 ma­schi di ana­tra muta o di Pe­chi­no o altre ana­tre,
  • 2500 cap­po­ni, oche o tac­chi­ni,
  • un sito può con­te­ne­re un nu­me­ro mag­gio­re di ani­ma­li pur­ché gli ani­ma­li siano se­pa­ra­ti in grup­pi come sopra. (Re­port On Poul­try EGTOP – 20/21 giu­gno 2012);

b) La su­per­fi­cie to­ta­le uti­liz­za­bi­le dei ri­co­ve­ri per gli avi­co­li al­le­va­ti per la pro­du­zio­ne di carne per cia­scu­na unità di pro­du­zio­ne non può su­pe­ra­re i 1.600 mq;

c) Al­me­no un terzo della su­per­fi­cie utile deve es­se­re so­li­do, vale a dire non com­po­sto da gri­glia­to o da gra­tic­cia­to, e deve es­se­re ri­co­per­to di let­tie­ra com­po­sta ad esem­pio di pa­glia, tru­cio­li di legno, sab­bia o erba;

d) Fermo re­stan­do quan­to in­di­ca­to al punto a) i si­ste­mi di al­le­va­men­to mul­ti­stra­to pos­so­no es­se­re uti­liz­za­ti pur­ché non co­strui­ti da più di tre stra­ti in­clu­so il piano terra. Inol­tre, per con­si­de­ra­re su­per­fi­cie utile il piano su­pe­rio­re del mul­ti­stra­to deve es­se­re pre­vi­sto un si­ste­ma au­to­ma­ti­co di ri­mo­zio­ne delle deie­zio­ni. La su­per­fi­cie al suolo deve es­se­re al­me­no il 50% del­l’in­te­ra area. (Re­port On Poul­try EGTOP – 20/21 giu­gno 2012);

e) Le ve­ran­de usual­men­te co­strui­te come ap­pen­di­ci dei ri­co­ve­ri degli avi­co­li pos­so­no es­se­re con­si­de­ra­te su­per­fi­ci co­per­te. Con­di­zio­ne ap­pa­ren­te­men­te con­fer­ma­ta anche nella re­la­zio­ne (Re­port On Poul­try EGTOP – 20/21 giu­gno 2012, punto h) e re­port riu­nio­ne Mi­PAAF del 24/11/2010);

f) De­vo­no di­spor­re di un nu­me­ro suf­fi­cien­te di tre­spo­li di di­men­sio­ne adat­ta al­l’en­ti­tà del grup­po e alla ta­glia dei vo­la­ti­li come sta­bi­li­to nel­l’al­le­ga­to III del Reg. CE 889/08;

g) De­vo­no es­se­re do­ta­ti di uscio­li di en­tra­ta/usci­ta di di­men­sio­ni ade­gua­te ai vo­la­ti­li, la cui lun­ghez­za cu­mu­la­ta è di al­me­no 4 m per 100 m2 della su­per­fi­cie utile di­spo­ni­bi­le per i vo­la­ti­li. (Re­port On Poul­try EGTOP – 20/21 giu­gno 2012). Gli uscio­li, in­ter­po­sti tra il ri­co­ve­ro e la ve­ran­da, per es­se­re con­si­de­ra­te tali de­vo­no con­sen­ti­re con­ti­nua­men­te (24 h) l’ac­ces­so al­l’a­rea della ve­ran­da deve es­se­re di­men­sio­na­to al­me­no di 2m/100 mq del ri­co­ve­ro.  Men­tre dalla ve­ran­da al­l’a­rea ester­na è ne­ces­sa­rio ri­spet­ta­re i 4m/100 mq di ca­pan­no­ne;

h) I ri­co­ve­ri per gli avi­co­li, in par­ti­co­la­re l’a­rea ester­na, de­vo­no es­se­re co­strui­ti e di­se­gna­ti in modo tale da con­sen­ti­re agli ani­ma­li un fa­ci­le ac­ces­so allo spa­zio al­l’a­per­to (Re­port On Poul­try EGTOP – 20/21 giu­gno 2012). Tale area inol­tre deve con­tri­bui­re al­l’a­li­men­ta­zio­ne.

L’a­rea adia­cen­te i par­chet­ti, es­sen­do il punto più fre­quen­ta­to dagli ani­ma­li e sog­get­to ad ac­cu­mu­lo di deie­zio­ni e/o di ali­men­ti e quin­di al­l’in­sor­ge­re di pa­ras­si­ti pe­ri­co­lo­si per la sa­lu­te degli ani­ma­li, è pre­fe­ri­bi­le che sia co­per­ta da ma­te­ria­li ap­pro­pria­ti per es­se­re ri­mos­si.

Pro­fi­las­si

Nel­l’in­ter­val­lo tra l’al­le­va­men­to di due grup­pi di avi­co­li è pre­vi­sto un vuoto sa­ni­ta­rio, ope­ra­zio­ne che com­por­ta la pu­li­zia e la di­sin­fe­zio­ne del fab­bri­ca­to e dei re­la­ti­vi at­trez­zi. Il par­chet­to dovrà es­se­re la­scia­to a ri­po­so per il tempo ne­ces­sa­rio alla ri­cre­sci­ta della ve­ge­ta­zio­ne e per ope­ra­re un vuoto sa­ni­ta­rio. L’o­pe­ra­to­re deve con­ser­va­re i do­cu­men­ti giu­sti­fi­ca­ti­vi at­te­stan­ti il ri­spet­to di que­sto pe­rio­do. Tali re­qui­si­ti non si ap­pli­ca­no quan­do gli avi­co­li non sono al­le­va­ti in grup­pi, non sono chiu­si in un par­chet­to e sono li­be­ri di raz­zo­la­re tutto il gior­no.

Su­per­fi­ci azien­da­li e den­si­tà del be­stia­me

La pro­du­zio­ne ani­ma­le bio­lo­g­i­ca pre­ve­de, in linea di prin­ci­pio, uno stret­to le­ga­me con la terra, poi­ché l’al­le­va­men­to im­pli­ca sem­pre la ge­stio­ne delle terre agri­co­le. Ne de­ri­va che la pro­du­zio­ne ani­ma­le «senza terra» (solo con strut­tu­re de­sti­na­te al­l’al­le­va­men­to) è vie­ta­ta (art. 16.1, Reg. (CE) 889/2008). La den­si­tà degli ani­ma­li è cor­re­la­ta alla pro­du­zio­ne di deie­zio­ni – po­ten­zial­men­te in­qui­nan­ti – degli ani­ma­li pre­sen­ti nel­l’al­le­va­men­to. Per­tan­to, il nu­me­ro mas­si­mo am­mes­so è ri­fe­ri­to alla unità di su­per­fi­cie e cal­co­la­to in modo tale che la quan­ti­tà to­ta­le di ef­fluen­ti di al­le­va­men­to pre­sen­ti nel­l’a­zien­da non può su­pe­ra­re i 170 kg di azoto per anno/et­ta­ro di su­per­fi­cie agri­co­la uti­liz­za­ta. Tale li­mi­te si ap­pli­ca esclu­si­va­men­te al­l’im­pie­go di le­ta­me, le­ta­me es­sic­ca­to e pol­li­na, ef­fluen­ti di al­le­va­men­to com­po­sta­ti in­clu­sa la pol­li­na, le­ta­me com­po­sta­to ed ef­fluen­ti di al­le­va­men­to li­qui­di.
Per de­ter­mi­na­re la den­si­tà di ani­ma­li ap­pro­pria­ta, non­ché il quan­ti­ta­ti­vo mas­si­mo di le­ta­me che può es­se­re uti­liz­za­to, si fa ri­fe­ri­men­to all‘al­le­ga­to IV del re­go­la­men­to (art. 16.1, Reg. (CE) 889/2008).

Ali­men­ta­zio­ne

Nella vi­sio­ne della zoo­tec­nia bio­lo­g­i­ca l’a­li­men­ta­zio­ne è in­ter­pre­ta­ta come fun­zio­na­le al­l’ot­te­ni­men­to di una pro­du­zio­ne di qua­li­tà nel ri­spet­to delle esi­gen­ze fi­sio­lo­gi­che degli ani­ma­li. Il be­stia­me deve es­se­re ali­men­ta­to con fo­rag­gi e man­gi­mi bio­lo­g­i­ci e pro­ve­nien­ti, di pre­fe­ren­za, dalla stes­sa azien­da. Per poter sop­pe­ri­re alle esi­gen­ze nu­tri­zio­na­li di base degli ani­ma­li, è però con­ces­so ri­cor­re­re ad al­cu­ni mi­ne­ra­li, oli­goe­le­men­ti e vi­ta­mi­ne, im­pie­ga­ti in con­di­zio­ni ben pre­ci­se (art. 14 e 22, Reg. (CE) 889/2008 – Reg. (CE) 505/2012).
Per il pol­la­me, al­me­no il 20 % degli ali­men­ti deve pro­ve­ni­re dal­l’a­zien­da o, qua­lo­ra ciò non sia pos­si­bi­le, po­tran­no es­se­re uti­liz­za­ti ali­men­ti ot­te­nu­ti nella stes­sa Re­gio­ne in coo­pe­ra­zio­ne con altre azien­de agri­co­le bio­lo­g­i­che od ope­ra­to­ri del set­to­re dei man­gi­mi che ap­pli­ca­no il me­to­do di pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­co (art. 19, Reg. (CE) 889/2008 – Reg. (CE) 505/2012).

Cure ve­te­ri­na­rie

La zoo­tec­nia bio­lo­g­i­ca vieta l’uso di me­di­ci­na­li ve­te­ri­na­ri al­lo­pa­ti­ci ot­te­nu­ti per sin­te­si chi­mi­ca o di an­ti­bio­ti­ci per trat­ta­men­ti pre­ven­ti­vi (art. 23.1, Reg. (CE) 889/2008). Sono da pre­fe­ri­re i pre­pa­ra­ti fi­to­te­ra­pi­ci, omeo­pa­ti­ci, gli oli­goe­le­men­ti oltre che i pro­dot­ti elen­ca­ti al­l’al­le­ga­to III e al­l’al­le­ga­to IV, parte 3, pur­ché ab­bia­no ef­fi­ca­cia te­ra­peu­ti­ca per la spe­cie ani­ma­le e te­nu­to conto delle cir­co­stan­ze che hanno ri­chie­sto la cura (art. 24, Reg. (CE) 889/2008 – Reg. (CE) 505/2012).
Lo stes­so ar­ti­co­lo di­spo­ne però che, qua­lo­ra l’ap­pli­ca­zio­ne delle mi­su­re pre­ven­ti­ve e dei pre­pa­ra­ti non sia ef­fi­ca­ce, e la cura sia es­sen­zia­le per evi­ta­re sof­fe­ren­ze o di­sa­gi al­l’a­ni­ma­le, pos­so­no es­se­re uti­liz­za­ti me­di­ci­na­li ve­te­ri­na­ri al­lo­pa­ti­ci sotto la re­spon­sa­bi­li­tà del Ve­te­ri­na­rio. In tal caso deve es­se­re as­si­cu­ra­to l’i­so­la­men­to degli ani­ma­li trat­ta­ti.
Ad ec­ce­zio­ne delle vac­ci­na­zio­ni, delle cure an­ti­pa­ras­si­ta­rie e dei piani ob­bli­ga­to­ri di era­di­ca­zio­ne, nel caso in cui un ani­ma­le o un grup­po di ani­ma­li sia sot­to­po­sto a più di tre cicli di trat­ta­men­ti con me­di­ci­na­li ve­te­ri­na­ri al­lo­pa­ti­ci ot­te­nu­ti per sin­te­si chi­mi­ca o an­ti­bio­ti­ci in 12 mesi (o a più di un ciclo di trat­ta­men­ti se la sua vita pro­dut­ti­va è in­fe­rio­re a un anno), gli ani­ma­li in­te­res­sa­ti o i pro­dot­ti da essi de­ri­va­ti non pos­so­no es­se­re ven­du­ti come pro­dot­ti bio­lo­g­i­ci e gli ani­ma­li de­vo­no es­se­re sot­to­po­sti ai pe­rio­di di con­ver­sio­ne pre­vi­sti per la spe­cie.

Il tempo di so­spen­sio­ne tra l’ul­ti­ma som­mi­ni­stra­zio­ne di me­di­ci­na­li ve­te­ri­na­ri al­lo­pa­ti­ci e la pro­du­zio­ne di ali­men­ti ot­te­nu­ti con me­to­di bio­lo­g­i­ci da detti ani­ma­li deve es­se­re di du­ra­ta dop­pia ri­spet­to a quel­lo sta­bi­li­to per legge o, qua­lo­ra tale tempo non sia pre­ci­sa­to, deve es­se­re di 48 ore.
In­fi­ne, è vie­ta­to l’im­pie­go di so­stan­ze de­sti­na­te a sti­mo­la­re la cre­sci­ta o la pro­du­zio­ne (com­pre­si an­ti­bio­ti­ci o altri sti­mo­lan­ti ar­ti­fi­cia­li della cre­sci­ta) oltre che l’u­ti­liz­zo di or­mo­ni o so­stan­ze ana­lo­ghe de­sti­na­ti a con­trol­la­re la ri­pro­du­zio­ne o ad altri scopi, come ad esem­pio per l’in­du­zio­ne degli estri o per l’i­ni­bi­zio­ne del me­ta­bo­li­smo (art. 23, Reg. (CE) 889/2008).

Edi­fi­ci zoo­tec­ni­ci

Le su­per­fi­ci mi­ni­me degli edi­fi­ci e degli spazi li­be­ri al­l’a­per­to e le altre ca­rat­te­ri­sti­che di sta­bu­la­zio­ne per le varie spe­cie e ca­te­go­rie di ani­ma­li sono fis­sa­te nel­l’al­le­ga­to III del Reg.(CE) 889/2008. In so­stan­za è pre­vi­sto che il si­ste­ma ge­stio­na­le del­l’al­le­va­men­to, per quan­to at­tie­ne le con­di­zio­ni di ri­co­ve­ro e sta­bu­la­zio­ne sia ba­sa­to su spazi co­per­ti e sco­per­ti. I primi sono de­sti­na­ti al ri­co­ve­ro, i se­con­di alla pos­si­bi­li­tà di raz­zo­la­men­to ed al­l’a­li­men­ta­zio­ne.

Mu­ti­la­zio­ni (art. 18, Reg. (CE) 889/2008)

Le mu­ti­la­zio­ni, che pro­vo­ca­no negli ani­ma­li stati di stress, danno, ma­les­se­re o sof­fe­ren­za sono vie­ta­te.  Tut­ta­via, al­cu­ne ope­ra­zio­ni spe­ci­fi­che, come la spun­ta­tu­ra del becco pos­so­no es­se­re au­to­riz­za­te dal­l’Au­to­ri­tà Com­pe­ten­te per de­ter­mi­na­ti tipi di pro­du­zio­ne o per mo­ti­vi di si­cu­rez­za degli ani­ma­li o degli es­se­ri umani. La sof­fe­ren­za degli ani­ma­li va ri­dot­ta al mi­ni­mo ap­pli­can­do un’a­ne­ste­sia e/o anal­ge­sia suf­fi­cien­te ed ef­fet­tuan­do le ope­ra­zio­ni al­l’e­tà più op­por­tu­na ad opera di per­so­na­le qua­li­fi­ca­to.

Iden­ti­fi­ca­zio­ne degli ani­ma­li (art. 75, Reg. (CE) 889/2008)

Gli ani­ma­li sono iden­ti­fi­ca­ti in via per­ma­nen­te, me­dian­te tec­ni­che adat­te a cia­scu­na spe­cie, in­di­vi­dual­men­te o a lotti nel caso di avi­co­li.

Uso di ani­ma­li non bio­lo­g­i­ci (art. 42, Reg. (CE) 889/2008)

Si dovrà dare pre­fe­ren­za a razze e va­rie­tà au­toc­to­ne, per la cui scel­ta si deve tener conto della ca­pa­ci­tà degli ani­ma­li di adat­tar­si alle con­di­zio­ni lo­ca­li non­ché della loro vi­ta­li­tà e re­si­sten­za alle ma­lat­tie.
Gli ani­ma­li in­tro­dot­ti in un al­le­va­men­to, qua­lo­ra non già pre­sen­ti al mo­men­to del­l’in­se­ri­men­to a si­ste­ma del­l’in­te­ra azien­da, de­vo­no es­se­re bio­lo­g­i­ci. Tut­ta­via, in de­ter­mi­na­te cir­co­stan­ze, dato il ca­pi­ta­le ge­ne­ti­co li­mi­ta­to, è pre­vi­sta la pos­si­bi­li­tà di in­tro­dur­re in un’a­zien­da, a fini ri­pro­dut­ti­vi (e non pro­dut­ti­vi), un nu­me­ro ri­stret­to e, con par­ti­co­la­ri ca­rat­te­ri­sti­che, di ani­ma­li non bio­lo­g­i­ci (art. 9.1, Reg. (CE) 889/2008). Ne de­ri­va che po­tran­no es­se­re in­tro­dot­ti anche ani­ma­li non bio­lo­g­i­ci che:

1) po­tran­no es­se­re de­sti­na­ti alla pro­du­zio­ne/ri­pro­du­zio­ne;
2) ma non po­tran­no es­se­re com­mer­cia­liz­za­ti come bio­lo­g­i­ci.

Nello spe­ci­fi­co, qua­lo­ra non siano di­spo­ni­bi­li capi bio­lo­g­i­ci in nu­me­ro suf­fi­cien­te, si pos­so­no di­stin­gue­re i se­guen­ti casi che con­sen­to­no l’in­tro­du­zio­ne di ani­ma­li non bio­lo­g­i­ci.
A) Prima co­sti­tu­zio­ne di un al­le­va­men­to (art. 9.2, (CE) 889/2008).
Pos­so­no es­se­re in­tro­dot­ti in un’a­zien­da bio­lo­g­i­ca ani­ma­li al­le­va­ti in modo non bio­lo­g­i­co alle se­guen­ti re­stri­zio­ni:

1) pol­la­strel­le de­sti­na­te alla pro­du­zio­ne di uova con mas­si­mo 18 set­ti­ma­ne di età (1);
2) pol­la­me de­sti­na­to alla pro­du­zio­ne di carne con meno di tre gior­ni di età.

B) Rin­no­vo o la ri­co­sti­tu­zio­ne del pa­tri­mo­nio zoo­tec­ni­co (artt. 9 e 47, (CE) 889/2008), nei se­guen­ti casi:
1) pol­la­strel­le de­sti­na­te alla pro­du­zio­ne di uova (1) ed il pol­la­me de­sti­na­to alla pro­du­zio­ne di carne con meno di tre gior­ni di età.

  • nota sulle pol­la­strel­le in­tro­dot­te in al­le­va­men­to bio­lo­g­i­co

L’e­la­bo­ra­zio­ne di norme ar­mo­niz­za­te a li­vel­lo co­mu­ni­ta­rio in ma­te­ria di pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­ca per il pol­la­me gio­va­ne ri­sul­ta com­ples­sa a causa della no­te­vo­le va­rie­tà delle pre­scri­zio­ni tec­ni­che.
Con il Reg. Ce 836/2014 la com­mis­sio­ne eu­ro­pea pro­ro­ga al 31/12/2017 la pos­si­bi­li­tà di in­tro­dur­re nelle unità di pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­che pol­la­strel­le de­sti­na­te alla pro­du­zio­ne di uova al­le­va­te con me­to­di non bio­lo­g­i­ci, di età non su­pe­rio­re a 18 set­ti­ma­ne. Nel Ter­ri­to­rio Na­zio­na­le tale con­di­zio­ne è det­ta­glia­ta dall’ All. IV del DM Mi­PAAF 18354 del 27/11/2009, come mo­di­fi­ca­to dal DM 05A­go­sto 2016.
In tale pro­ce­du­ra sono coin­vol­te 3 fi­gu­re:

– pro­dut­to­re di uova,
– Or­ga­ni­smo di Cer­ti­fi­ca­zio­ne,
– pro­dut­to­re di pol­la­strel­le (di mas­si­mo 18 set­ti­ma­ne di età).

Que­st’ul­ti­ma fi­gu­ra è un ele­men­to in­ter­me­dio del con­trol­lo che, per svol­ge­re la pro­pria at­ti­vi­tà, deve es­se­re no­ti­fi­ca­to di­ret­ta­men­te al Mi­PAAF e alla Re­gio­ne o Pro­vin­cia Au­to­no­ma ter­ri­to­rial­men­te com­pe­ten­te.

Il pro­dut­to­re di uova bio­lo­g­i­che che in­ten­de ac­qui­sta­re pol­la­strel­le con me­to­di non bio­lo­g­i­ci (con 18 set­ti­ma­ne di età) deve pre­sen­ta­re istan­za di de­ro­ga con l’in­vio di una co­mu­ni­ca­zio­ne al­me­no 60 gior­ni prima del­l’i­ni­zio del ciclo di al­le­va­men­to (Punto 2 ALL. IV DM 18354/2009). A fondo nota il mo­del­lo B ai fini della ri­chie­sta.
La co­mu­ni­ca­zio­ne deve ri­por­ta­re la ne­ces­si­tà di ri­cor­re­re al­l’ac­qui­sto di pol­la­strel­le pro­ve­nien­ti da unità di pro­du­zio­ne non bio­lo­g­i­che stan­te la man­can­za o in­suf­fi­cien­te di­spo­ni­bi­li­tà sul mer­ca­to pol­la­strel­le al­le­va­te con il me­to­do bio­lo­g­i­co. In pro­po­si­to è ne­ces­sa­rio pre­ci­sa­re che in caso di in­suf­fi­cien­te di­spo­ni­bi­li­tà, il pro­dut­to­re di uova, dovrà for­ni­re evi­den­za delle ri­chie­ste di ap­prov­vi­gio­na­men­to non sod­di­sfat­te (al­me­no tre).
Inol­tre, oc­cor­re in­di­ca­re il sito pro­dut­ti­vo (o cen­tro di svez­za­men­to) da cui de­ri­va­no gli ani­ma­li che si in­ten­de in­tro­dur­re oltre che i dati di trac­cia­bi­li­tà (lotto, di­men­sio­ne, data di ac­ca­sa­men­to, etc.). Nello spe­ci­fi­co si tra­smet­te la copia della co­mu­ni­ca­zio­ne che l’al­le­va­to­re di pol­la­strel­le ha in­via­to alla re­gio­ne com­pe­ten­te.
L’au­to­riz­za­zio­ne per l’in­tro­du­zio­ne nelle unità di pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­che di pol­la­strel­le ai fini della pro­du­zio­ne di uova, viene con­ces­sa dalle re­gio­ni e pro­vin­cie au­to­no­me se­con­do la pro­ce­du­ra prima de­scrit­ta.
In­fi­ne, l’o­pe­ra­to­re deve at­te­ner­si a quan­to pre­vi­sto dal­l’art. 38 del reg. (CE) n. 889/2008 re­la­ti­va­men­te al pe­rio­do di con­ver­sio­ne di sei set­ti­ma­ne per le pol­la­strel­le non bio­lo­g­i­che, in­tro­dot­te ai sensi del­l’art. 42 b) del reg. (CE) n. 889/2008
L’Or­ga­ni­smo di Con­trol­lo in sede di ve­ri­fi­ca, andrà a ri­le­va­re la co­mu­ni­ca­zio­ne di de­ro­ga da parte del pro­dut­to­re al­l’au­to­ri­tà com­pe­ten­te e ve­ri­fi­ca­re la con­for­mi­tà del­l’ap­prov­vi­gio­na­men­to me­dian­te gli ele­men­ti ri­por­ta­ti nei do­cu­men­ti di tran­sa­zio­ne com­mer­cia­le (fat­tu­re e do­cu­men­ti di tra­spor­to).

Ri­ca­pi­to­lan­do, per l’in­tro­du­zio­ne di ova­io­le si avrà:

Caso a) in­se­ri­men­to di ani­ma­li bio­lo­gi, op­pu­re;
Caso b) in­se­ri­men­to di ani­ma­li in de­ro­ga nel ri­spet­to dei se­guen­ti re­qui­si­ti,

  • ani­ma­li di mas­si­mo 18 set­ti­ma­ne di età;
  • pro­ve­nien­ti da al­le­va­men­ti no­ti­fi­ca­ti alla re­gio­ne in de­ro­ga (con ap­po­si­ta mo­du­li­sti­ca), ov­ve­ro nel ri­spet­to di solo al­cu­ni dei re­qui­si­ti per gli al­le­va­men­ti bio­lo­g­i­ci;
  • pre­sen­ta­zio­ne alla re­gio­ne della ri­chie­sta di de­ro­ga degli ani­ma­li in­di­ca­ti al punto pre­ce­den­te (al­le­gan­do alla ri­chie­sta anche quel­la pre­sen­ta­ta dal­l’al­le­va­to­re delle pol­la­strel­le ed evi­den­za di in­di­spo­ni­bi­li­tà di ani­ma­li bio­lo­g­i­ci, me­dian­te ri­chie­sta ad al­me­no 3 ope­ra­to­ri);
  • pe­rio­do di con­ver­sio­ne, dalla data del­l’ar­ri­vo degli ani­ma­li, di 6 set­ti­ma­ne (42 gior­ni). Solo dopo tra­scor­so tale pe­rio­do le uova po­tran­no es­se­re com­mer­cia­liz­za­te con ri­fe­ri­men­to al me­to­do bio­lo­g­i­co.

Bi­blio­gra­fia

Ri­fe­ri­men­ti Bi­blio­gra­fi­ci e nor­ma­ti­vi:

– Re­go­la­men­to (CE) n. 834/2007, re­la­ti­vo alla pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­ca e al­l’e­ti­chet­ta­tu­ra dei pro­dot­ti bio­lo­g­i­ci e che abro­ga il re­go­la­men­to (CEE) n. 2092/91
– Re­go­la­men­to CE n. 889/2008, re­can­te mo­da­li­tà di ap­pli­ca­zio­ne del re­go­la­men­to (CE) n. 834/2007 del Con­si­glio re­la­ti­vo alla pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­ca e al­l’e­ti­chet­ta­tu­ra dei pro­dot­ti bio­lo­g­i­ci, per quan­to ri­guar­da la pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­ca, l’e­ti­chet­ta­tu­ra e i con­trol­li

Do­na­to Fer­ruc­ci, Dot­to­re agro­no­mo li­be­ro pro­fes­sio­ni­sta, ri­ve­ste at­tual­men­te l’in­ca­ri­co di Re­spon­sa­bi­le di Bioa­gr­i­cert Lazio e di Cul­to­re della ma­te­ria pres­so la cat­te­dra di Ge­stio­ne e Co­mu­ni­ca­zio­ne d’Im­pre­sa” – Fa­col­tà di Scien­ze della Co­mu­ni­ca­zio­ne, Uni­ver­si­tà degli Studi della Tu­scia. E-mail: do­na­to­fer­ruc­ci@​alice.​it

An­to­nio Mar­co­ne, lau­rea­to in Scien­ze delle Pro­du­zio­ni Ani­ma­li, è Re­spon­sa­bi­le Pro­du­zio­ni Ani­ma­li di Bioa­gr­i­cert srl. E-mail: an­to­nio.​marcone@​bioagricert.​org.

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