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di Isa­bel­la Mi­la­ni

Chow Chow femmina a pelo cortoYU­LIN­TA FEKLA – fem­mi­na can­nel­la a pelo corto
(All.​re L. Sha­bo­ni­na – Propr. S. Ba­ruf­fal­di)

La razza in Ita­lia

Dal Chow Chow im­por­ta­to alla fine del 1800 in Gran Bre­ta­gna al cuc­cio­lo nato ieri è stata per­cor­sa tanta stra­da. Molti al­le­va­to­ri si sono suc­ce­du­ti per­se­guen­do l’in­ten­to che la mor­fo­lo­gia ag­gra­zia­ta del Chow Chow e il ca­rat­te­re di­stin­ti­vo fos­se­ro il più vi­ci­no alla per­fe­zio­ne dello stan­dard di razza.
Se­con­do la no­men­cla­tu­ra FCI, il Chow Chow ap­par­tie­ne al V Grup­po Cani di tipo spitz e di tipo pri­mi­ti­vo – sez. 5 Spitz asia­ti­ci e razze af­fi­ni – Stan­dard FCI n° 205 pub­bli­ca­zio­ne 13 ot­to­bre 2010 – Paese di ori­gi­ne: Cina – Pa­tro­na­to: Gran Bre­ta­gna
In Ita­lia la razza è tu­te­la­ta dal­l’As­so­cia­zio­ne Na­zio­na­le Ita­lia­na Chow Chow, So­cie­tà Spe­cia­liz­za­ta ri­co­no­sciu­ta dal­l’En­te Na­zio­na­le della Ci­no­fi­lia Ita­lia­na e dalla Fe­de­ra­zio­ne Ci­no­lo­gi­ca In­ter­na­zio­na­le.
Sa­reb­be bene sa­pe­re che in Ita­lia an­nual­men­te na­sco­no circa 170 cuc­cio­li re­gi­stra­ti al­l’EN­CI, per­ciò re­go­lar­men­te in pos­ses­so di pe­di­gree, per ca­pi­re che la razza, no­no­stan­te l’ab­bon­dan­te ri­chie­sta, non è mai stata “sfrut­ta­ta” dai seri al­le­va­to­ri che hanno con­si­de­ra­to e con­si­de­ra­no la na­sci­ta dei cuc­cio­li un pro­se­guo esclu­si­vo della pri­mor­dia­li­tà del Chow Chow.
Pur­trop­po, nei primi anni del 1990 e in quel­li re­cen­ti, la razza è di­ven­ta­ta estre­ma­men­te di moda, quasi un bene di con­su­mo, con tutte le re­la­ti­ve pro­ble­ma­ti­che so­prat­tut­to con­si­de­ran­do che si parla di es­se­ri vi­ven­ti. Molte altre razze su­bi­sco­no lo stes­so trat­ta­men­to, per­ciò do­vreb­be es­se­re chia­ro per tutti, che un cane di razza si può chia­ma­re tale solo se for­ni­to di pe­di­gree (come da Di­rit­to Le­gi­sla­ti­vo n° 596 del 30 di­cem­bre 1992).
Di fatto, il pe­di­gree è l’u­ni­co do­cu­men­to che com­pro­va l’ap­par­te­nen­za alla razza, la sua carta d’i­den­ti­tà.
La prima in­for­ma­zio­ne ri­guar­do il Chow Chow rac­con­ta di Di­gni­ty, ma­schio rosso, im­por­ta­to di­ret­ta­men­te dalla Cina dalla Con­tes­sa Anna Cri­sti­na Ca­sa­ti di Mi­la­no. Era il 1901. A lui seguì Mi­mo­sa (1910 – an­ch’es­sa im­por­ta­ta dalla Cina). Le ac­qui­si­zio­ni pro­se­gui­ro­no e al­cu­ni Chow Chow fu­ro­no im­por­ta­ti da di­ver­si Paesi per sod­di­sfa­re gli in­te­res­si ci­no­fi­li degli ap­pas­sio­na­ti. In­fat­ti, molte per­so­ne si in­na­mo­ra­ro­no delle ca­rat­te­ri­sti­che del Chow Chow fino a de­di­car­si al­l’al­le­va­men­to con se­rie­tà e pas­sio­ne. Non ci­tia­mo alcun nome, per non tra­la­sciar­ne altri ma, a tutti loro, ri­vol­gia­mo un sen­ti­to gra­zie per aver tra­ghet­ta­to la razza fino ai gior­ni no­stri.

Ri­spet­to e con­si­de­ra­zio­ne

Oggi, in Ita­lia, il Chow Chow è ben al­le­va­to e l’al­le­va­men­to in ge­ne­ra­le si basa sulla esclu­si­va pas­sio­ne del­l’al­le­va­to­re nei con­fron­ti della “pro­pria” razza che, con ri­spet­to e con­si­de­ra­zio­ne, do­vreb­be es­se­re quel che è stato ed è poi­ché, es­sen­do un cane pri­mi­ti­vo, la mor­fo­lo­gia, il ca­rat­te­re, l’in­do­le e la pro­pen­sio­ne do­vreb­be­ro ri­ma­ne­re in­te­gre e inal­te­ra­te.
Il Chow Chow è un cane ri­spet­to­so nei con­fron­ti della pro­pria fa­mi­glia e dei pro­pri cari. Il fatto che il resto del mondo po­treb­be non esi­ste­re è, per il Chow Chow, un di­scor­so af­fer­ma­to. Quan­te volte ho visto un Chow “sfug­gi­re” la ca­rez­za di un estra­neo… Molti anni fa, un co­no­scen­te, cer­can­do di ac­ca­rez­za­re un no­stro ma­schio, fermò la mano a mez­z’a­ria di­cen­do­mi: ”Cosa sto fa­cen­do… cerco di ac­ca­rez­za­re un re?!?!”. Ecco, la ri­spo­sta al­tez­zo­sa degli occhi del Chow aveva in­via­to il mes­sag­gio. Non era cer­ta­men­te un sog­get­to ag­gres­si­vo, ma un qual­cu­no che non ap­prez­za­va per nien­te di es­se­re “coc­co­la­to” da una per­so­na per la quale non pro­va­va alcun sen­ti­men­to, nes­sun af­fet­to. Poi, con noi, era molto pre­sen­te, sem­pre di­stin­ta­men­te pre­sen­te.

Pri­mor­dia­li­tà

Si crede che il cane sia una delle prime spe­cie a es­se­re stata ad­do­me­sti­ca­ta dal­l’uo­mo. Il pe­rio­do ri­sa­li­reb­be a 14000 anni fa. La cre­den­za po­po­la­re rac­con­ta che un uomo trovò dei cuc­cio­li di lupo e li portò a casa, cre­scen­do­li per l’au­si­lio alla cac­cia. Co­mun­que, il lupo pri­mi­ti­vo era con­si­de­ra­to anche un ani­ma­le da com­pa­gnia.
Più di ogni altra spe­cie, il cane mo­stra enor­mi dif­fe­ren­ze tra le razze e le ta­glie e l’uo­mo al­le­va, da più di mille anni, per delle man­sio­ni spe­ci­fi­che e di con­se­guen­za ha de­ter­mi­na­to una dif­fe­ren­zia­zio­ne nelle varie mor­fo­lo­gie in modo che i tipi svi­lup­pi­no le pro­prie­tà ri­chie­ste. Al­cu­ne razze ri­sal­go­no solo alle ul­ti­me de­ca­di del di­cian­no­ve­si­mo se­co­lo altre esi­sto­no da mi­glia­ia di anni ed è im­por­tan­te sa­pe­re che vi sono razze che non hanno una lunga sto­ria, ma altre che sono ve­ra­men­te an­ti­che e… il Chow Chow è una di que­ste. Un pa­tri­mo­nio della na­tu­ra.

Il Chow Chow è un cane pri­mi­ti­vo di ori­gi­ne ci­ne­se, che visse nelle zone basse del con­ti­nen­te asia­ti­co, per spin­ger­si poi nelle aree mon­ta­gno­se del Tibet. Esso è stato sco­per­to solo at­tor­no al XVIII se­co­lo e, fino ad al­lo­ra, era ov­via­men­te sco­no­sciu­to in Oc­ci­den­te. In quel­l’an­go­lo di mondo ine­splo­ra­to dall’ uma­ni­tà, essi hanno po­tu­to pro­spe­ra­re e ri­pro­dur­si, man­te­nen­do le loro ca­rat­te­ri­sti­che e par­ti­co­la­ri­tà senza l’in­ter­ven­to del­l’uo­mo.
Il Chow Chow era un cane molto ap­prez­za­to dalle varie Di­na­stie ci­ne­si, tanto che era am­mes­so uf­fi­cial­men­te ai pa­laz­zi reali. In­fat­ti l’im­ma­gi­ne più an­ti­ca di un “pos­si­bi­le” Chow Chow è in­ci­sa su di una tazza di bron­zo sulla quale sono ri­trat­ti al­cu­ni ani­ma­li, tra cui tre cani ben di­stin­ti, uno dei quali ha una strut­tu­ra mas­sic­cia, il muso largo, il corpo iscrit­to nel qua­dra­to e la coda for­ni­ta di ab­bon­dan­te pelo, por­ta­ta sul dorso.

Nel 2011, l’As­so­cia­zio­ne Na­zio­na­le Ita­lia­na Chow Chow – ANICC –  ha dato man­da­to per un pro­get­to di ri­cer­ca sulla ge­no­mi­ca della razza a un isti­tu­to di dia­gno­sti­ca ve­te­ri­na­ria, in col­la­bo­ra­zio­ne con quat­tro uni­ver­si­tà ita­lia­ne e una este­ra. L’a­na­li­si del ge­no­ma del Chow Chow rap­pre­sen­ta una tappa fon­da­men­ta­le per il rag­giun­gi­men­to degli obiet­ti­vi di ca­rat­te­riz­za­zio­ne del ge­no­ma, la ve­ri­fi­ca della mappa ge­ne­ti­ca e il con­fron­to con quel­la di altre razze. I cam­pio­ni uti­liz­za­ti per la ri­cer­ca sulla ge­no­mi­ca del Chow Chow sono stati for­ni­ti su base vo­lon­ta­ria da un paio di pro­prie­ta­ri pri­va­ti e da al­cu­ni al­le­va­to­ri soci del­l’A­NICC. Il ri­sul­ta­to più ri­le­van­te è l’a­ver af­fer­ma­to con cer­tez­za il tempo della “na­sci­ta” della razza: il Chow Chow è scien­ti­fi­ca­men­te un cane pri­mi­ti­vo.

Ca­rat­te­ri­sti­che mor­fo­lo­gi­che, va­rie­tà e co­lo­ri

Le ca­rat­te­ri­sti­che di­stin­ti­ve della razza sono: la pig­men­ta­zio­ne nero blua­stra, il mo­vi­men­to del po­ste­rio­re e la sua con­for­ma­zio­ne, la coda por­ta­ta sul dorso.
Il cuc­cio­lo Chow Chow nasce con la lin­gua rosa che pig­men­ta nel giro di pochi gior­ni. L’e­sat­ta pig­men­ta­zio­ne della bocca è ne­ro-blua­stra, così anche la lin­gua e le gen­gi­ve. La pig­men­ta­zio­ne deve ri­co­pri­re per in­te­ro la lin­gua del Chow Chow e non deve as­so­lu­ta­men­te avere mac­chie rose, anche se di mi­ni­me di­men­sio­ni.
Stan­dard uf­fi­cia­le del Chow Chow n° 205: [omis­sis] idea­le una bocca com­ple­ta­men­te nera, in­clu­si il pa­la­to e le lab­bra, con la lin­gua nero blua­stra.
L’an­da­tu­ra del Chow Chow è molto par­ti­co­la­re e, su que­sto punto, lo Stan­dard uf­fi­cia­le della razza re­ci­ta: [omis­sis] Passo re­la­ti­va­men­te corto, la le­va­ta dei piedi po­ste­rio­ri non si spin­ge in alto, ma sem­bra che essi sfio­ri­no il ter­re­no, visto di pro­fi­lo, il mo­vi­men­to sem­bra quel­lo di un pen­do­lo. Il suo ti­pi­co mo­vi­men­to a passi corti gli per­met­te di muo­ver­si li­be­ra­men­te, mai gof­fa­men­te, e con una ec­cel­len­te re­si­sten­za. Gli arti an­te­rio­ri e po­ste­rio­ri si muo­vo­no in avan­ti su piani pa­ral­le­li. I cani de­vo­no es­se­re sem­pre in grado di muo­ver­si li­be­ra­men­te e age­vol­men­te senza alcun segno di fa­ti­ca.

Chow Chow standard razzaA si­ni­stra: ZHA­DAN BLUE DEL CEPPO ROSSO – ma­schio blu pelo lungo
(All.​re S. Ba­ruf­fal­di – Propr. C. Bor­nert)
A de­stra: R’E­VO­LU­TION FOR CEPPO ROSSO CU­NA­MI – ma­schio rosso a pelo corto
(All.​re J. Tau­je­nienė – Propr. S. Ba­ruf­fal­di)

A pro­po­si­to delle va­rie­tà del man­tel­lo e dei co­lo­ri:

Pelo lungo: pelo ab­bon­dan­te, fitto, di­rit­to ed eret­to, ma non di ec­ces­si­va lun­ghez­za. Pelo di co­per­tu­ra ru­vi­do, con sot­to­pe­lo sof­fi­ce e la­no­so. Il pelo è par­ti­co­lar­men­te fitto at­tor­no al collo dove forma cri­nie­ra o col­la­re e sulla parte ester­na e po­ste­rio­re delle cosce forma “cu­lot­tes”.
Pelo corto: corto, fitto, di­rit­to, eret­to, non piat­to, di tes­si­tu­ra fel­pa­ta.

Co­lo­ri: man­tel­lo uni­co­lo­re nero, rosso, blu, can­nel­la, crema o bian­co, spes­so sfu­ma­to ma non mac­chia­to o plu­ri­co­lo­re (la parte in­fe­rio­re della coda e delle cosce è spes­so di co­lo­re più chia­ro).

E’ im­por­tan­te ri­cor­da­re che: Qual­sia­si ac­cor­cia­men­to ar­ti­fi­cia­le del pelo che al­te­ri il na­tu­ra­le pro­fi­lo o l’e­spres­sio­ne sarà pe­na­liz­za­to, a ec­ce­zio­ne dei piedi che pos­so­no es­se­re “re­go­la­ti”. [da Stan­dard uf­fi­cia­le del Chow Chow].
Il Chow Chow a pelo corto ha le me­de­si­me ca­rat­te­ri­sti­che di stan­dard del pelo lungo salvo per quel che ri­guar­da la lun­ghez­za del pelo ed è il tipo pri­mi­ge­nio.

Molte cen­ti­na­ia di anni fa, un mo­na­co so­li­ta­rio vi­ve­va tra le col­li­ne cir­con­da­to dai suoi cani e da altri ani­ma­li che lui cu­ra­va e aveva cari come fos­se­ro mem­bri della sua fa­mi­glia. Erano tempi in cui il cane non era an­co­ra con­si­de­ra­to un amico del­l’uo­mo ma il mo­na­co de­di­ca­va molto tempo a que­ste crea­tu­re e loro gli erano grati per la sua gen­ti­lez­za.
Un gior­no il mo­na­co si am­ma­lò gra­ve­men­te e non fu in grado, per del tempo, di pren­der­si cura degli ani­ma­li e di sé stes­so. La grot­ta in cui vi­ve­va­no era ge­li­da. Non c’era legna per il fuoco e man­ca­va anche il cibo. Da gior­ni la fo­re­sta era bat­tu­ta da tem­po­ra­li e i ful­mi­ni ca­de­va­no sui ceppi che pren­de­va­no fuoco, la­scian­do poi sul ter­re­no cu­mu­li di legna bru­cia­ta. I Chow Chow rac­col­se­ro con la bocca al­cu­ni pezzi di car­bo­ne. Le scim­mie si or­ga­niz­za­ro­no per por­ta­re del cibo, frut­ta e ra­di­ci com­me­sti­bi­li. La grot­ta si il­lu­mi­nò con il fuoco che ir­ra­dia­va un dolce te­po­re. Il mo­na­co si ri­pre­se in breve e be­ne­dì i suoi ani­ma­li.
In ri­cor­do di quel­la buona azio­ne, le boc­che dei Chow Chow ri­ma­se­ro nere, così che tutti po­tes­se­ro ve­de­re di cosa erano stati ca­pa­ci.

Chow Chow caneMUL­TI­CH. KIS­SES OF THE GOL­DEN GIRL DEL CEPPO ROSSO – fem­mi­na rossa pelo lungo
(All.​re S. Ba­ruf­fal­di – Propr. F. Ca­lia­ri)

Eti­mo­lo­gia e pro­nun­cia

L’ap­pel­la­ti­vo più an­ti­co per il Chow Chow è da­ta­to al­l’XI se­co­lo a.C. Il dit­ton­go “ao”, che si­gni­fi­ca qual­co­sa di gran­de, di forte e di straor­di­na­rio, è pro­ba­bil­men­te una pro­nun­cia o una tra­du­zio­ne er­ra­ta del­l’o­ri­gi­na­le “chaou”, che de­si­gna un cane straor­di­na­rio di ec­ce­zio­na­li di­men­sio­ni, pri­mi­ti­vo e di gran­de vi­go­re. Verso il 100 d.C. fu­ro­no uti­liz­za­ti i nomi “mang” ossia cane molto pe­lo­so, “chao” – cane molto forte e “Ti” – cane rosso. Il nome in­gle­se Chow Chow par­reb­be de­ri­va­re, se­co­li più tardi, dal vo­ca­bo­lo ori­gi­na­le “chaou” o da “tchaou”, nome at­tri­bui­to ai com­mer­cian­ti ci­ne­si di quel tempo.

Per Car­me­lo era un gran pia­ce­re pas­sa­re un paio di set­ti­ma­ne d’e­sta­te nelle valli. Era un ap­pun­ta­men­to fisso con la mon­ta­gna. L’a­ria fre­sca, il clima tem­pe­ra­to e le ra­dio­se gior­na­te di sole, ac­com­pa­gna­va­no lui e il suo amico Chow nelle lun­ghe pas­seg­gia­te. Molti prima d’al­lo­ra li ave­va­no in­con­tra­ti e al­tret­tan­ti si erano stu­pi­ti della bel­lez­za di quel­la razza. Gli ap­pel­la­ti­vi va­ria­va­no da: “Oh! Ma che bel ciò ciò! a “Anche mia cu­gi­na, anni fa, aveva il ciù­ciù” e an­co­ra: “Co­no­sco que­sta razza. È uno sciò sciò”. Di­sar­man­ti! Car­me­lo aveva un bel dire e, ogni volta, cer­ca­va di cor­reg­ge­re as­se­ren­do pe­ren­to­ria­men­te: “È un CIAO CIAO!”.
Un gior­no, si sentì chie­de­re in stret­to dia­let­to: ”Che rasa l’e’?” (che razza è?). “Chow Chow (pro­nun­cia: ciao ciao)”. L’an­zia­no di ri­man­do, pen­san­do di es­se­re stato man­da­to a quel paese: “Ma­le­du­càt, t’ho do­man­dàt come al se cia­ma­va la rasa!” (ma­le­du­ca­to! ti avevo solo chie­sto come si chia­ma que­sta razza)

Chow Chow caneA si­ni­stra: SU­PERB ICE CREAM DEL CEPPO ROSSO – ma­schio crema a pelo corto (All.​re S. Ba­ruf­fal­di – Propr. V. Ca­rul­lo)
A de­stra: SU­PERB MI­STER MI­STE­RY DEL CEPPO ROSSO – ma­schio nero a pelo corto (All.​re S. Ba­ruf­fal­di – Propr. P. Am­bro­gio)

Tem­pe­ra­men­to, in­do­le e pro­pen­sio­ni

Il Chow Chow è an­no­ve­ra­to come cane da guar­dia e da com­pa­gnia. La razza svol­ge egre­gia­men­te que­sti com­pi­ti oltre ad avere un pre­da­to­rio svi­lup­pa­to.
Nel Paese d’o­ri­gi­ne il Chow Chow era adi­bi­to al tiro del car­ret­to e alla guar­dia delle giun­che, oltre che alla pro­du­zio­ne della lana ri­ca­va­ta dal suo folto man­tel­lo.
Le at­ti­tu­di­ni della razza sono ac­com­pa­gna­te da una per­so­na­li­tà forte e com­ples­sa e que­sti trat­ti lo di­stin­guo­no dai suoi con­si­mi­li.
Pro­ba­bil­men­te, viste le con­di­zio­ni di vita, parte della ri­ser­va­tez­za del Chow Chow è do­vu­ta al trat­ta­men­to ri­ce­vu­to nella pa­tria d’o­ri­gi­ne; si può ben im­ma­gi­na­re quale fosse la quo­ti­dia­ni­tà quan­do nei luo­ghi della sua na­sci­ta vi­ge­va­no la re­go­la del so­pru­so e le gran­di ca­re­stie. Certo che, nei gran­di mo­na­ste­ri, lon­ta­ni mi­glia­ia di chi­lo­me­tri gli uni dagli altri, i Chow erano abi­tua­ti a vi­ve­re sem­pre con le me­de­si­me per­so­ne e non ci si deve stu­pi­re se, ancor oggi, lo sco­no­sciu­to alla porta o la per­so­na che non vive sotto lo stes­so tetto, non ab­bia­no da lui al­cu­na con­si­de­ra­zio­ne.
Non si mette inu­til­men­te in al­lar­me e ra­ra­men­te lo si sente ab­ba­ia­re; è vi­gi­le e cu­rio­so, qua­li­tà che aiu­ta­no ad ac­cre­sce­re l’in­tel­li­gen­za.
Il Chow Chow è ol­tre­mo­do sen­si­bi­le e de­li­ca­to. I suoi sen­ti­men­ti verso il pos­ses­so­re e la sua fa­mi­glia sono in­de­le­bi­li, pas­sio­na­li, pro­fon­di e in­fi­ni­ti. Ed è anche per que­sto che il suo pro­prie­ta­rio deve es­se­re at­ten­to, vi­gi­le e pro­fon­da­men­te in­te­res­sa­to a co­no­sce­re le esi­gen­ze sen­ti­men­ta­li del pro­prio Chow Chow così da poter sod­di­sfa­re il gran­de bi­so­gno di amore di cui esso ne­ces­si­ta per sta­bi­li­re un rap­por­to di pro­fon­da stima e di as­so­lu­ta fi­du­cia. L’at­ten­zio­ne, però deve es­se­re ri­vol­ta anche alla edu­ca­zio­ne della vita in fa­mi­glia, per­ciò bi­so­gna evi­ta­re as­so­lu­ta­men­te che il Chow pren­da il so­prav­ven­to e, poi­ché ha co­mun­que ne­ces­si­tà di es­se­re di­ret­to e li­mi­ta­to negli at­teg­gia­men­ti sba­glia­ti, sarà grato al pos­ses­so­re che si pren­de­rà cura non solo del suo aspet­to fi­si­co e della sua sa­lu­te, ma anche del lato ca­rat­te­ria­le.

Il Chow Chow espri­me poco o nulla con il corpo, se non che con gli occhi. Quan­do ha delle ne­ces­si­tà e vuole in­ter­pel­la­re il suo com­pa­gno “cerca” il suo sguar­do per po­ter­gli “par­la­re” e sta­bi­li­re un con­tat­to che gli per­met­te di espri­me­re gioia, di­sa­gio, ma­les­se­re o amore.
Dif­fi­cil­men­te si rie­sce a ot­te­ne­re dal Chow Chow una ob­be­dien­za di tipo tra­di­zio­na­le, so­prat­tut­to se si in­ten­de quel­la im­par­ti­ta con gli usua­li me­to­di di ad­de­stra­men­to. Il Chow è na­tu­ral­men­te “edu­ca­bi­le”, ma non “ad­de­stra­bi­le”.
Sarà per quel­la lin­gua ne­ro-blua­stra che per il ci­pi­glio im­por­tan­te e re­ga­le, l’at­teg­gia­men­to di­stac­ca­to e la bel­lez­za mor­fo­lo­gi­ca so­vra­stan­te, che il Chow Chow resta in­fis­so nella mente di chiun­que l’ab­bia in­con­tra­to e si­cu­ra­men­te si di­stin­gue da qual­sia­si con­si­mi­le tanto che il ri­cor­do resta in­de­le­bi­le anche agli occhi di per­so­ne as­so­lu­ta­men­te di­giu­ne di ci­no­fi­lia. Il tem­pe­ra­men­to calmo e ri­fles­si­vo in­si­to nella razza ap­pa­ga la per­so­na che cerca un buon com­pa­gno e un amico sin­ce­ro.

L’e­sor­dio nella razza di Isa­bel­la Mi­la­ni ri­sa­le al 1982. Coau­to­re con il ma­ri­to, Siro Ba­ruf­fal­di in­te­sta­ta­rio del­l’af­fis­so Ceppo Rosso, di di­ver­si vo­lu­mi e scrit­tri­ce di in­nu­me­re­vo­li ar­ti­co­li sul Chow Chow pub­bli­ca­ti dalle più fa­mo­se te­sta­te ita­lia­ne di ci­no­fi­lia e su ri­vi­ste e bol­let­ti­ni di Club nel mondo. Pro­prie­ta­ria e web­ma­ster del sito Chow Chow Ita­lia, che è il punto di ri­fe­ri­men­to e di ag­gre­ga­zio­ne nel web degli ap­pas­sio­na­ti della razza, è da sem­pre at­ti­va nel re­scue, ar­go­men­to che la ap­pas­sio­na e la coin­vol­ge da molti anni ed è Pre­si­den­te del­l’as­so­cia­zio­ne di vo­lon­ta­ria­to de­no­mi­na­ta Gli Amici del Chow Chow. È uno dei cin­quan­ta fir­ma­ta­ri per la pro­po­sta di ri­co­no­sci­men­to uf­fi­cia­le del­l’As­so­cia­zio­ne Na­zio­na­le Ita­lia­na Chow Chow nel 1987. Con­si­glie­re ANICC dal 1987 al 1997 e Pre­si­den­te ANICC in ca­ri­ca dal 1998. Al­le­va­men­to Ceppo Rosso: www.​cepporosso.​com

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