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CHIARIMENTI SULL’INDAGINE XYLELLA DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA DI BARI

DOPPIO FALSO: “L’INDAGINE È ARCHIVIATA, QUINDI È XYLELLA CHE UCCIDE GLI ULIVI!”

CHI ASSERISCE QUESTO O È MALE INFORMATO O È IN CATTIVA FEDE.

IN REALTA’

L’INDAGINE DISPOSTA DALLA PROCURA DI BARI NON È ARCHIVIATA!

IL PM HA RICHIESTO L’ARCHIVIAZIONE, MA DIVERSI QUERELANTI HANNO PRESENTATO OPPOSIZIONE.

IL GIUDICE DEVE ANCORA PRONUNCIARSI.

Posto che le indagini non miravano a scoprire la causa del disseccamento, ma il sistema criminogeno basato sulla falsa attribuzione dei disseccamenti al batterio da quarantena, scrivere e continuare a sostenere da parte dei media, fra cui spicca Telenorba, che “L’indagine è archiviata, quindi è Xylella che uccide gli ulivi!” significa diffondere vere e proprie falsità e una buona dose di allarme ingiustificato.

Tanto per cominciare, l’inchiesta sviluppata dalle procure di Lecce e Bari, che ha richiesto l’adozione di sistemi di indagine particolari adatti a seguire reati di gruppi organizzati, non è finalizzata a scoprire se i disseccamenti dell’ulivo siano causati da Xylella o no. In seguito alle diverse centinaia di milioni di euro, la soluzione al problema del disseccamento dell’olivo l’avrebbero dovuta trovare, in onestà intellettuale, gli scienziati incaricati dalla Regione e l’Osservatorio Fitosanitario insieme all’ARIF, adottando i più semplici criteri d’indagine epidemiologica e di patologia vegetale, vista la montagna di dati disponibili dopo più di dieci anni dalla proclamata emergenza. Invece, vista la latitanza di queste istituzioni, la soluzione è stata trovata da alcuni studi scientifici liberi dall’influenza politica della Regione e dalla Natura. Infatti, oltre ai numerosi ed efficaci protocolli di cura del disseccamento, in tutto il Salento si osserva – anche da parte di alcune istituzioni – una straordinaria ripresa spontanea di piante date per spacciate perché positive al batterio.

A questo punto l’unica conclusione a cui si può giungere è che XYLELLA NON UCCIDE GLI ULIVI: questa è la verità inconfutabile. Il disseccamento è causato da un complesso di fattori, tra errate pratiche agronomiche, fattori ambientali e patologie prevalentemente fungine. La presenza del batterio è stata riscontrata solo sul 20% degli alberi disseccati (dati ufficiali del monitoraggio ARIF). Quindi da un punto di vista epidemiologico XYLELLA NON È AFFATTO LA CAUSA DEL CoDIRO (Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo).

L’indagine di Polizia Giudiziaria della Procura di Bari ha riscontrato che la scelta di indicare il batterio, come principale patogeno del disseccamento degli ulivi, fa parte di un disegno criminoso, e non si basa su dati scientifici. Disegno che – come scrive – crollerebbe miseramente ove ciò si verificasse falso. Diversi sono i reati presenti e descritti negli atti che, ovviamente, Telenorba si guarda bene dal citare. Forse perché dalle indagini tale emittente risulta tra coloro che hanno percepito finanziamenti e quindi si trova in pieno conflitto di interessi?

Quindi che c’azzecca l’archiviazione del procedimento con la “colpa” del disseccamento, e men che meno con la subdola assegnazione di responsabilità a chi si è opposto a inutili, errati e dannosi abbattimenti, ai quali si vorrebbe assegnare l’etichetta di untori! Semmai proprio la negazione delle vere cause del disseccamento, mentre si insegue un fantomatico batterio killer, può farle diffondere, queste sì con esito disastroso!

Ma torniamo ai procedimenti. È vero che sono stati archiviati dalla Procura di Bari? NO! Il fascicolo delle indagini di Lecce fu trasferito a Bari e quello di Bari, che ha riunito vari filoni di indagine, vede la richiesta di archiviazione da parte dei PM, IL CHE NON VUOL DIRE ARCHIVIAZIONE! I cronisti di Telenorba non possono non sapere che la richiesta è rivolta ad un GIP (Giudice per le indagini preliminari) il quale può anche respingerla, accogliendo, ad esempio, le ragioni di chi ha presentato legittima OPPOSIZIONE ALL’ARCHIVIAZIONE. E sì, perché a leggere le carte, la richiesta di archiviazione non si basa sul fatto che i reati ipotizzati, e confermati dai rapporti di PG, non siano stati commessi, ma sulla difficoltà di attribuirli a singoli imputati. Ciò (diciamo noi) in barba alla sequela di nomi e cognomi invece ben indicati nei rapporti di PG.

Per noi l’eventuale archiviazione non cambierebbe lo stato dei fatti, ovvero non cambierebbe il raggiro operato a danno della popolazione pugliese già accertato dall’autorità giudiziaria, come non cambierebbe il “disegno criminoso” alla sua base sempre accertato dalla Polizia giudiziaria. Disegno criminoso che in buona sostanza è ancora in piedi!

Per noi conta la verità dei fatti, presente sul campo e negli atti dell’indagine, nella speranza che ciò fermi la follia devastante che ha pervaso un vasto gruppo di potere fra politica, media, ricerca deviata e associazioni di categoria che sta distruggendo inutilmente un patrimonio paesaggistico, ambientale, agronomico, socio- economico e salutare del nostro territorio e del nostro tempo, privando le generazioni future del suo godimento.

Per noi conta fermare la narrazione tesa a falsificare la realtà, ovvero la propaganda diffusa da alcuni media che altera la percezione e l’immaginario collettivo e crea allarmismo ingiustificato, e lo faremo con ogni mezzo consentito dalla legge.

Comitato “Ulivivo”

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