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Lo stu­dio, che ha ana­liz­za­to i dati fino al 2020, ha evi­den­zia­to che il va­lo­re odier­no del ri­scal­da­men­to degli ocea­ni è il più ele­va­to fi­no­ra re­gi­stra­to

Roma, 13 gen­na­io 2021 – È stato com­ple­ta­to il primo stu­dio sul ri­scal­da­men­to glo­ba­le degli ocea­ni con i dati re­la­ti­vi al­l’an­no 2020 ela­bo­ra­to da un team in­ter­na­zio­na­le di scien­zia­ti tra cui ri­cer­ca­to­ri ita­lia­ni del­l’I­sti­tu­to Na­zio­na­le di Geo­fi­si­ca e Vul­ca­no­lo­gia (INGV) e del­l’E­NEA.

Se­con­do lo stu­dio dal ti­to­lo ‘Upper Ocean Tem­pe­ra­tu­res Hit Re­cord High in 2020’ ap­pe­na pub­bli­ca­to sulla ri­vi­sta in­ter­na­zio­na­le Ad­van­ces in At­mo­sphe­ric Scien­ces, la tem­pe­ra­tu­ra media glo­ba­le del­l’o­cea­no nel 2020 è il va­lo­re più caldo fi­no­ra re­gi­stra­to. Ma non è tutto. L’a­na­li­si mo­stra anche che i cin­que anni più caldi mai re­gi­stra­ti si sono ve­ri­fi­ca­ti tutti a par­ti­re dal 2015.

I dati del 2020 evi­den­zia­no che lo stra­to del­l’o­cea­no tra la su­per­fi­cie e i 2.000 metri di pro­fon­di­tà, ha as­sor­bi­to 20 Zet­ta­jou­le di ca­lo­re ri­spet­to al­l’an­no pre­ce­den­te, equi­va­len­ti al ca­lo­re pro­dot­to da 630 mi­liar­di di asciu­ga­ca­pel­li in fun­zio­ne gior­no e notte per un anno in­te­ro.

Per il ruolo che l’o­cea­no ri­ve­ste nel mo­du­la­re il clima della Terra, il con­te­nu­to di ca­lo­re del­l’o­cea­no rap­pre­sen­ta il mi­glior in­di­ca­to­re del fatto che il pia­ne­ta si stia ri­scal­dan­do o meno. Come pe­ral­tro af­fer­ma­to pochi gior­ni fa per l’am­bi­to at­mo­sfe­ri­co dal ser­vi­zio eu­ro­peo Co­per­ni­cus Cli­ma­te Chan­ge, il 2020 e il 2016 sono i due anni più caldi mai re­gi­stra­ti con­si­de­ran­do, però, che il 2016 è stato l’an­no de El Niño, il fe­no­me­no cli­ma­ti­co pe­rio­di­co che de­ter­mi­na un forte ri­scal­da­men­to delle acque ocea­ni­che.

“Il 90% del ca­lo­re del ri­scal­da­men­to glo­ba­le fi­ni­sce negli ocea­ni quin­di in real­tà il ‘ri­scal­da­men­to glo­ba­le’ non è altro che il ‘ri­scal­da­men­to del­l’o­cea­no’, sot­to­li­nea Si­mo­na Si­mon­cel­li del­l’INGV di Bo­lo­gna e co-au­tri­ce ita­lia­na dello stu­dio in­sie­me a Fran­co Re­se­ghet­ti del Cen­tro Ri­cer­che Am­bien­te Ma­ri­no S. Te­re­sa del­l’E­NEA.

“Ocea­ni più caldi in­flui­sco­no no­te­vol­men­te sulle con­di­zio­ni me­teo­ro­lo­gi­che lo­ca­li, ge­ne­ran­do tem­pe­ste più po­ten­ti e fa­vo­ren­do l’in­nal­za­men­to del li­vel­lo del mare. I ri­sul­ta­ti della ri­cer­ca rap­pre­sen­ta­no un ul­te­rio­re chia­ro dato che in­di­ca la ne­ces­si­tà di agire al più pre­sto per li­mi­ta­re gli ef­fet­ti del cam­bia­men­to cli­ma­ti­co in atto”, ag­giun­ge Si­mon­cel­li.

Il va­lo­re del ri­scal­da­men­to de­ter­mi­na­to in que­sto la­vo­ro for­ni­sce, inol­tre, un qua­dro anche sul lungo ter­mi­ne. In­fat­ti, è ri­sul­ta­to che cia­scu­no degli ul­ti­mi nove de­cen­ni è stato più caldo del de­cen­nio pre­ce­den­te. Il gra­fi­co se­guen­te con­fron­ta il va­lo­re re­la­ti­vo al 2020 con al­cu­ni de­cen­ni pre­ce­den­ti.

“Il ri­scal­da­men­to os­ser­va­to ha delle con­se­guen­ze: la Terra sta di­ven­tan­do ogni anno più calda e que­sto non è un pro­ble­ma solo del mondo ac­ca­de­mi­co, per­ché il cam­bia­men­to cli­ma­ti­co in­flui­sce quo­ti­dia­na­men­te sulle no­stre vite e sulla no­stra so­cie­tà. La vita di un nu­me­ro sem­pre mag­gio­re di per­so­ne viene messa in serio pe­ri­co­lo e pur­trop­po non si sta fa­cen­do ab­ba­stan­za per cer­ca­re di li­mi­ta­re gli ef­fet­ti ne­fa­sti del cam­bia­men­to cli­ma­ti­co glo­ba­le”, evi­den­zia il ri­cer­ca­to­re ENEA Fran­co Re­se­ghet­ti.

Pia­ne­ta e ocea­ni sem­pre più caldi de­ter­mi­na­no ef­fet­ti sor­pren­den­ti e ter­ri­bi­li come, ad esem­pio, gli in­cen­di di va­stis­si­me di­men­sio­ni scop­pia­ti in Au­stra­lia, in parti della re­gio­ne amaz­zo­ni­ca e negli Stati Uniti oc­ci­den­ta­li. Tali fe­no­me­ni così estre­mi sono, pur­trop­po, de­sti­na­ti a di­ve­ni­re sem­pre più co­mu­ni nel fu­tu­ro. Inol­tre, ocea­ni più caldi por­ta­no ad un ri­scal­da­men­to mag­gio­re del­l’at­mo­sfe­ra e un’at­mo­sfe­ra più calda pro­vo­ca piog­ge più in­ten­se, un nu­me­ro mag­gio­re di tem­pe­ste e ura­ga­ni, per giun­ta di mag­gio­re in­ten­si­tà, au­men­tan­do anche il ri­schio di inon­da­zio­ni.

Ad esem­pio, nel Nord Atlan­ti­co que­st’an­no si è ve­ri­fi­ca­to un nu­me­ro re­cord di tem­pe­ste che hanno col­pi­to il nord Ame­ri­ca, lo stes­so fe­no­me­no si è ve­ri­fi­ca­to in Viet­nam e l’ar­ci­pe­la­go delle isole Fiji è stato re­cen­te­men­te de­va­sta­to da un ura­ga­no di ca­te­go­ria 5 (va­lo­re mas­si­mo). È quin­di tutto il pia­ne­ta ad es­se­re in­te­res­sa­to dal fe­no­me­no del ri­scal­da­men­to, non solo qual­che area spe­ci­fi­ca.

Anche i Paesi del­l’a­rea me­di­ter­ra­nea sono stati col­pi­ti da im­por­tan­ti in­cen­di esti­vi (Spa­gna, Por­to­gal­lo, Gre­cia e Ita­lia), e hanno su­bi­to danni da trom­be d’a­ria e piog­ge di in­ten­si­tà estre­ma nel­l’an­no più caldo mai mi­su­ra­to in Eu­ro­pa.

Se­con­do i ri­cer­ca­to­ri “Il mar Me­di­ter­ra­neo non è da meno, anzi: tra tutte le aree ana­liz­za­te in det­ta­glio in que­sta ri­cer­ca il Me­di­ter­ra­neo è il ba­ci­no che evi­den­zia il tasso di ri­scal­da­men­to mag­gio­re negli ul­ti­mi anni, con­fer­man­do pe­ral­tro quan­to già ri­scon­tra­to nel Rap­por­to sullo Stato del­l’O­cea­no del Ser­vi­zio Ma­ri­no Eu­ro­peo Co­per­ni­cus del 2016 e del 2018, pro­se­guen­do un pro­ces­so ini­zia­to una tren­ti­na di anni fa ma con un in­cre­men­to più ele­va­to ri­spet­to alle altre aree ocea­ni­che”.

Gli scien­zia­ti del team hanno po­tu­to por­ta­re a ter­mi­ne lo stu­dio, mal­gra­do le dif­fi­col­tà le­ga­te alla pan­de­mia, gra­zie al­l’u­ti­liz­zo di nuove me­to­do­lo­gie per l’a­na­li­si dei dati di tem­pe­ra­tu­ra delle acque ma­ri­ne e vari tipi di sonde che hanno per­mes­so di rag­giun­ge­re i 2000 m. di pro­fon­di­tà.

“I ri­sul­ta­ti ot­te­nu­ti sono la ri­pro­va che sono in atto ef­fet­ti glo­ba­li di ampia por­ta­ta sul­l’am­bien­te e sulla so­cie­tà, per­tan­to, forte è l’in­vi­to ad in­ter­ve­ni­re per li­mi­ta­re in modo im­por­tan­te le emis­sio­ni di gas serra e allo stes­so tempo ad adat­tar­si alle con­se­guen­ze ormai ine­vi­ta­bi­li del­l’in­ces­san­te ri­scal­da­men­to av­ve­nu­to negli ul­ti­mi de­cen­ni”, con­clu­do­no i ri­cer­ca­to­ri.

Oltre alla col­la­bo­ra­zio­ne in­ter­na­zio­na­le di al­tis­si­mo li­vel­lo, lo stu­dio è frut­to di una so­li­da part­ner­ship plu­rien­na­le tra INGV ed ENEA re­la­ti­va al­l’a­na­li­si dei dati del mo­ni­to­rag­gio della tem­pe­ra­tu­ra della co­lon­na d’ac­qua lungo la linea ma­rit­ti­ma com­mer­cia­le “Ge­no­va-Pa­ler­mo” che pro­se­gui­rà nei pros­si­mi tre anni nel­l’am­bi­to di un pro­get­to INGV. Il mo­ni­to­rag­gio con­ti­nuo lungo que­sta trat­ta è in­fat­ti una com­po­nen­te im­por­tan­te del si­ste­ma os­ser­va­ti­vo glo­ba­le degli ocea­ni.

Riscaldamento record oceani 2020
Ri­scal­da­men­to re­cord ocea­ni 2020

La sche­da

Chi: Isti­tu­to Na­zio­na­le di Geo­fi­si­ca e Vul­ca­no­lo­gia (INGV) e ENEA

Cosa: Pub­bli­ca­to lo stu­dio Upper Ocean Tem­pe­ra­tu­res Hit Re­cord High in 2020’. La tem­pe­ra­tu­ra media glo­ba­le del­l’o­cea­no nel 2020 è il va­lo­re più caldo di sem­pre ed è ri­sul­ta­to che cia­scu­no degli ul­ti­mi nove de­cen­ni è stato più caldo del de­cen­nio pre­ce­den­te.

Dove: Lo stu­dio è stato pub­bli­ca­to sulla ri­vi­sta in­ter­na­zio­na­le Ad­van­ces in At­mo­sphe­ric Scien­ces  https://​link.​springer.​com/​article/​10.​1007/​s00376-​021-​0447-​x

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