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Istituto Agrario Parolini
Ve­du­ta dal­l’al­to del “Pa­ro­li­ni” di Bas­sa­no del Grap­pa

Pre­mes­sa
La sede cen­tra­le del­l’I­sti­tu­to Agra­rio “A. Pa­ro­li­ni di Bas­sa­no del Grap­pa (Vi­cen­za) è si­tua­ta al­l’in­ter­no della “Conca degli olivi”: l’e­di­fi­cio prin­ci­pa­le ospi­ta la Pre­si­den­za, la Se­gre­te­ria Am­mi­ni­stra­ti­va e Di­dat­ti­ca, la sala Do­cen­ti e la Por­ti­ne­ria. Le aule ed i la­bo­ra­to­ri sono di­stri­bui­ti su di­ver­si edi­fi­ci che si svi­lup­pa­no su due li­vel­li, le at­ti­vi­tà re­la­ti­ve alle Scien­ze mo­to­rie sfrut­ta­no l’a­dia­cen­te mo­der­na pa­le­stra.
Dal­l’a.s. 2013-2014 al­cu­ne aule tro­va­no posto nella sede suc­cur­sa­le di via Sonda, a pochi passi dal cen­tro sto­ri­co, e dal 2016 è stata data in uso alla scuo­la, dal­l’al­lo­ra co­mu­ne di Val­sta­gna, ora Val­bren­ta, il “Ri­fu­gio Laz­za­rot­to”, a Col dei Remi, sul­l’Al­to­pia­no dei Sette Co­mu­ni.
Il Di­ri­gen­te sco­la­sti­co è la dott.​ssa Carla Car­ra­ro.
Sto­ria del­l’I­sti­tu­to
L’I­sti­tu­to porta il nome di Al­ber­to Pa­ro­li­ni, il­lu­stre na­tu­ra­li­sta bas­sa­ne­se (1788-1867), e ha sede a Bas­sa­no del Grap­pa (Vi­cen­za), vi­ci­no al fiume Bren­ta, là dove si in­con­tra­no l’Al­to­pia­no di Asia­go e il Monte Grap­pa, in un’an­ti­ca di­mo­ra no­bi­lia­re ri­sa­len­te alla fine del  XVI se­co­lo. Gli ul­ti­mi pro­prie­ta­ri, mem­bri della fa­mi­glia Rubbi, di Ma­ro­sti­ca, nel 1970 hanno do­na­to al­l’En­te pub­bli­co. Per ini­zia­ti­va del Co­mu­ne di Bas­sa­no del Grap­pa gli edi­fi­ci e parte della pro­prie­tà ter­rie­ra sono stati de­sti­na­ti al na­scen­te Isti­tu­to Agra­rio.
L’I­sti­tu­to Agra­rio Pa­ro­li­ni di­ven­ne au­to­no­mo nel 1982 dopo es­se­re stato per anni una suc­cur­sa­le del­l’I­sti­tu­to Agra­rio di Lo­ni­go; nel corso degli anni sono stati rea­liz­za­ti gran­di la­vo­ri di re­cu­pe­ro e tra­sfor­ma­zio­ne per adat­ta­re la strut­tu­ra alle esi­gen­ze di un mo­der­no isti­tu­to su­pe­rio­re. Gli edi­fi­ci sono vin­co­la­ti dalla So­vrin­ten­den­za ai Beni ar­ti­sti­ci ed am­bien­ta­li. Nel ter­ri­to­rio del­l’I­sti­tu­to sorge la chie­set­ta di S. Bor­to­lo ri­sa­len­te al IX se­co­lo; gli an­ti­chi af­fre­schi di scuo­la ra­ven­na­te che la or­na­va­no, in se­gui­to al­l’al­lu­vio­ne del 1966, sono stati tra­sfe­ri­ti al Museo Ci­vi­co di Bas­sa­no del Grap­pa.
Of­fer­ta for­ma­ti­va
La di­dat­ti­ca of­fer­ta agli stu­den­ti è sem­pre meno fron­ta­le e sem­pre più fre­quen­te­men­te è pro­po­sta con le nuove me­to­do­lo­gie quali la di­dat­ti­ca la­bo­ra­to­ria­le, il pro­blem sol­ving, la flip­ped clas­sroom, il coo­pe­ra­ti­ve lear­ning. La pre­sen­za di un’a­zien­da agri­co­la, dei la­bo­ra­to­ri scien­ti­fi­ci e le nu­me­ro­se vi­si­te azien­da­li pre­vi­ste du­ran­te l’an­no sco­la­sti­co as­si­cu­ra­no un ot­ti­mo con­nu­bio tra teo­ria e pra­ti­ca. Ad oggi l’I­sti­tu­to Pa­ro­li­ni si ar­ti­co­la nel­l’in­di­riz­zo Tec­ni­co e Pro­fes­sio­na­le. La po­po­la­zio­ne sco­la­sti­ca è di circa 650 stu­den­ti con una leg­ge­ra pre­va­len­za di alun­ni iscrit­ti al­l’in­di­riz­zo Pro­fes­sio­na­le. Sono pre­sen­ti tutte e tre le ar­ti­co­la­zio­ni del trien­nio pre­vi­ste per il Tec­ni­co: Vi­ti­col­tu­ra ed Eno­lo­gia; Ge­stio­ne del­l’Am­bien­te e del Ter­ri­to­rio; Pro­du­zio­ni e Tra­sfor­ma­zio­ni, e tre op­zio­ni del Pro­fes­sio­na­le: Agri­col­tu­ra So­ste­ni­bi­le – Svi­lup­po Ru­ra­le e Va­lo­riz­za­zio­ne del Ter­ri­to­rio; Ge­stio­ne delle Ri­sor­se Fo­re­sta­li e Mon­ta­ne – Par­chi e Giar­di­ni; Fi­lie­re Agroa­li­men­ta­ri e Va­lo­riz­za­zio­ne dei Pro­dot­ti.
La pre­sen­za di la­bo­ra­to­ri scien­ti­fi­ci nuovi com­ple­ta e con­so­li­da l’of­fer­ta for­ma­ti­va pro­po­sta agli stu­den­ti: in que­sti luo­ghi, in cui le di­sci­pli­ne tec­ni­co-pra­ti­che di­ven­ta­no vive e vis­su­te, dove gli ap­pren­di­men­ti degli al­lie­vi ven­go­no sti­mo­la­ti e raf­for­za­ti, si rea­liz­za una scuo­la ve­ra­men­te ef­fi­ca­ce.  Nel la­bo­ra­to­rio di Chi­mi­ca 1 gli stu­den­ti, gui­da­ti dai loro do­cen­ti, ese­guo­no ana­li­si su acque e ter­re­ni, in Chi­mi­ca 2, sugli ali­men­ti e sulle ma­cro­mo­le­co­le, in Eno­lo­gia, ef­fet­tua­no ana­li­si su mosti, vini, birra, aceti e be­van­de al­co­li­che, in Fi­to­pa­to­lo­gia ed En­to­mo­lo­gia ese­guo­no ana­li­si ed os­ser­va­zio­ni sulle pa­to­lo­gie delle pian­te e sugli in­set­ti, men­tre in Can­ti­na stu­dia­no i pro­ces­si di vi­ni­fi­ca­zio­ne ed ese­guo­no i pre­lie­vi sul vino.

Il laboratorio di chimica
La­bo­ra­to­rio di Chi­mi­ca

Azien­da agra­ria del­l’I­sti­tu­to
Al­l’I­sti­tu­to è an­nes­sa un’a­zien­da agra­ria che oc­cu­pa una su­per­fi­cie di circa do­di­ci et­ta­ri e dove si col­ti­va­no ce­rea­li, or­tag­gi, vite, olivo, va­rie­tà an­ti­che di melo, pero e ci­lie­gio. Al­cu­ne pian­te di an­ti­che va­rie­tà an­ti­che sono og­get­to di stu­dio e di re­cu­pe­ro da parte della scuo­la, nel­l’am­bi­to del pro­get­to fi­nan­zia­to dal Fondo So­cia­le Eu­ro­peo Bio­net, in col­la­bo­ra­zio­ne con la Re­gio­ne Ve­ne­to, altri enti re­gio­na­li e al­cu­ni Isti­tu­ti Agra­ri del Ve­ne­to.
Da se­gna­la­re al­cu­ne va­rie­tà au­toc­to­ne col­ti­va­te con gran­de suc­ces­so quali il broc­co­lo di Bas­sa­no, la ci­pol­la rosa di Bas­sa­no e l’a­spa­ra­go bian­co di Bas­sa­no; gran­di ri­co­no­sci­men­ti ot­te­nu­ti anche dal­l’O­lio Ex­tra­ver­gi­ne di Oliva in oc­ca­sio­ne di fiere e ma­ni­fe­sta­zio­ni, tra cui anche il Vi­ni­ta­ly.  I pro­dot­ti rac­col­ti ven­go­no ven­du­ti nel punto ven­di­ta sito al­l’in­ter­no del­l’i­sti­tu­to. Tutti gli alun­ni svol­go­no at­ti­vi­tà in azien­da e in punto ven­di­ta se­con­do un ca­len­da­rio che viene ag­gior­na­to con­ti­nua­men­te; sem­pre più breve quin­di la di­stan­za tra la teo­ria e la pra­ti­ca, per la sod­di­sfa­zio­ne di alun­ni e fa­mi­glie.
L’I­sti­tu­to cura dei vi­gne­ti spe­ri­men­ta­li per l’os­ser­va­zio­ne dei quali ha at­ti­va­to delle col­la­bo­ra­zio­ni con l’I­sti­tu­to di Eno­lo­gia di Co­ne­glia­no, la Fon­da­zio­ne Ed­mund Mach di San Mi­che­le al­l’A­di­ge e della Can­ti­na so­cia­le di Bre­gan­ze.
A no­vem­bre di que­st’an­no ICEA ha di­chia­ra­to con­clu­sa la con­ver­sio­ne (ini­zia­ta nel 2012) dal­l’a­gri­col­tu­ra tra­di­zio­na­le a quel­la bio­lo­g­i­ca ed ora tutte le col­tu­re del­l’I­sti­tu­to van­ta­no I’ eti­chet­ta di “bio­lo­g­i­co in campo”.
Di re­cen­te l’I­sti­tu­to si è do­ta­to di al­cu­ne arnie, col­lo­ca­te nel­l’ar­bo­re­to, nei pres­si dello sta­gno. È stata ul­ti­ma­ta la ri­co­stru­zio­ne di un vec­chio roc­co­lo, si­tua­to nella parte sud del­l’a­zien­da, con un nuovo im­pian­to di car­pi­ni bian­chi e la col­lo­ca­zio­ne di nuovi pali di so­ste­gno.

Apicoltura
Con­trol­lo delle api

La pro­du­zio­ne agri­co­la del ter­ri­to­rio è ca­rat­te­riz­za­ta pre­va­len­te­men­te da un ele­va­to nu­me­ro di pic­co­le azien­de. Si sta as­si­sten­do però a un lento cam­bia­men­to da tec­ni­che di col­ti­va­zio­ni pro­te­se esclu­si­va­men­te alla mas­si­miz­za­zio­ne delle rese, ad un’a­gri­col­tu­ra mul­ti­fun­zio­na­le, che do­vreb­be per­met­te­re di con­tra­sta­re l’in­cre­men­to dei costi di pro­du­zio­ne e la glo­ba­liz­za­zio­ne del mer­ca­to.
L’I­sti­tu­to Agra­rio Pa­ro­li­ni pro­muo­ve, at­tra­ver­so l’a­zio­ne di­dat­ti­ca e la pre­sen­za nel ter­ri­to­rio, un’a­gri­col­tu­ra so­ste­ni­bi­le dal punto di vista am­bien­ta­le, eco­no­mi­co e so­cia­le e che tenga conto della sa­lu­te degli ope­ra­to­ri del set­to­re, dei cit­ta­di­ni e dei con­su­ma­to­ri. Im­por­tan­te è for­ma­re le co­sid­det­te “sen­ti­nel­le del ter­ri­to­rio e del­l’am­bien­te” in grado di co­glie­re le cri­ti­ci­tà del set­to­re agro-am­bien­ta­le e di in­di­vi­dua­re e at­tua­re pos­si­bi­li so­lu­zio­ni nel­l’ot­ti­ca della so­ste­ni­bi­li­tà.
Il ter­ri­to­rio bas­sa­ne­se, pur aven­do so­li­de ra­di­ci nel set­to­re agri­co­lo, si ca­rat­te­riz­za per un ar­ti­co­la­to mo­sai­co di at­ti­vi­tà eco­no­mi­che e so­cia­li, che spa­zia­no dal­l’ar­ti­gia­na­to al­l’in­du­stria, dal com­mer­cia­le al ter­zia­rio avan­za­to, dai ser­vi­zi al­l’as­so­cia­zio­ni­smo. Tale vi­va­ci­tà eco­no­mi­ca ha in­ci­so pro­fon­da­men­te sia nel tes­su­to so­cia­le che nel ter­ri­to­rio; sono spes­so evi­den­ti i ri­sul­ta­ti di un uso non sem­pre cor­ret­to del suolo, di una pia­ni­fi­ca­zio­ne ter­ri­to­ria­le che non sem­pre è riu­sci­ta a sod­di­sfa­re gli in­te­res­si ge­ne­ra­li. Si sta as­si­sten­do ad un in­cre­men­to si­gni­fi­ca­ti­vo dei danni am­bien­ta­li le­ga­ti al ri­schio idro­geo­lo­gi­co; ciò è cau­sa­to da un cam­bia­men­to cli­ma­ti­co in atto, ma anche da at­ti­vi­tà an­tro­pi­che che hanno avuto ed hanno si­cu­ra­men­te un ruolo de­ter­mi­nan­te in que­ste si­tua­zio­ni. Gli stati e i cit­ta­di­ni, no­no­stan­te di­chia­ra­zio­ni pub­bli­che e sot­to­scri­zio­ni di im­pe­gni per il ri­spet­to del­l’am­bien­te, si di­mo­stra­no sem­pre meno at­ten­ti al con­su­mo di ener­gia, di ma­te­rie prime e di suolo.

Attività di potatura
Po­ta­tu­ra del me­le­to

Altre in­for­ma­zio­ni
Senza dub­bio il Pa­ro­li­ni co­sti­tui­sce, nel pa­no­ra­ma na­zio­na­le, un Isti­tu­to Agra­rio d’ec­cel­len­za.
Lo te­sti­mo­nia­no i ri­sul­ta­ti rag­giun­ti du­ran­te fiere e ma­ni­fe­sta­zio­ni a cui la scuo­la par­te­ci­pa. Da anni in­fat­ti l’i­sti­tu­to si trova a par­te­ci­pa­re a gare di va­lu­ta­zio­ne mor­fo­lo­gi­ca di razze bo­vi­ne, gare di ri­co­no­sci­men­to bo­ta­ni­co, gare na­zio­na­li tra isti­tu­ti tec­ni­ci e pro­fes­sio­na­li, olim­pia­di fo­re­sta­li.
Tra que­ste com­pe­ti­zio­ni si se­gna­la­no il primo posto ot­te­nu­to a Cuneo in oc­ca­sio­ne della gara na­zio­na­le di va­lu­ta­zio­ne mor­fo­lo­gi­ca di razza pie­mon­te­se del 2018, la vit­to­ria dello stu­den­te Tobia Mi­nuz­zo nella Gara na­zio­na­le tra Isti­tu­ti Tec­ni­ci Agra­ri del 2018.

Professori e studenti
Il prof. An­drea Pa­laz­zo, lo stu­den­te Mi­nuz­zo Tobia con la DS del “Tren­tin” di Lo­ni­go, dott.​ssa Gi­glio­la Ta­diel­lo

In un con­te­sto così com­ples­so ed in con­ti­nuo mu­ta­men­to è par­ti­co­lar­men­te dif­fi­ci­le pro­por­re so­lu­zio­ni uni­vo­che per il fu­tu­ro del­l’a­gri­col­tu­ra. Si­cu­ra­men­te l’ir­ri­nun­cia­bi­le le­ga­me del set­to­re pri­ma­rio con l’am­bien­te ed il ter­ri­to­rio dovrà es­se­re la bus­so­la che gui­de­rà le scel­te del­l’a­gri­col­tu­ra del fu­tu­ro. Le pa­ro­le chia­ve do­vran­no es­se­re so­ste­ni­bi­li­tà e in­te­gra­zio­ne. L’a­gri­col­tu­ra mo­der­na, ba­san­do­si su tec­no­lo­gia ed in­no­va­zio­ne, ma anche su tra­di­zio­ni e sa­pe­ri pas­sa­ti, dovrà es­se­re a ser­vi­zio del­l’am­bien­te e col­le­ga­ta al tu­ri­smo. Per fare que­sto bi­so­gna pun­ta­re su:
– pro­du­zio­ni di qua­li­tà;
– pro­du­zio­ne e com­mer­cia­liz­za­zio­ne, in par­ti­co­la­re, di pro­dot­ti ti­pi­ci lo­ca­li.
Que­sti obiet­ti­vi pos­so­no por­ta­re no­te­vo­li be­ne­fi­ci a li­vel­lo am­bien­ta­le per­ché solo il pre­si­dio del ter­ri­to­rio, con at­ti­vi­tà sil­vo-pa­sto­ra­li e agra­rie, per­met­te una pre­ven­zio­ne su larga scala (spa­zia­le e tem­po­ra­le) dei dis­se­sti idro­geo­lo­gi­ci. Per fare que­sto, oltre alla vo­lon­tà po­li­ti­ca, è ne­ces­sa­rio for­ma­re nuovi tec­ni­ci del set­to­re agro-am­bien­ta­le. Que­sti de­vo­no sa­per­si in­ter­fac­cia­re sia con la real­tà lo­ca­le, fa­cen­do rete tra as­so­cia­zio­ni ed enti, in­ter­pre­tan­do nor­ma­ti­ve re­gio­na­li e na­zio­na­li, sia a li­vel­lo glo­ba­le, aven­do una “vi­sio­ne Eu­ro­pea” ed es­sen­do in grado di re­pe­ri­re ri­sor­se per ri­lan­cia­re l’a­gri­col­tu­ra lo­ca­le.
In fu­tu­ro, il di­plo­ma­to in agri­col­tu­ra e am­bien­te dovrà avere quin­di un ba­ga­glio di com­pe­ten­ze che spa­zia­no tra quel­le sopra de­scrit­te.

Testi a cura del prof. An­drea Pa­laz­zo e della prof.​ssa Chia­ra Cuc­chi­ni – Isti­tu­to Agra­rio “Al­ber­to Pa­ro­li­ni” – Bas­sa­no del Grap­pa (Vi­cen­za).

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