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di Clau­dio Can­ti­ni, Pa­tri­zia Sa­lu­sti, Le­ti­zia Pog­gio­ni, Marco Romi, Do­na­to Fer­ruc­ci

Farina di castagne
Fa­ri­na di ca­sta­gna (fonte https://​www.​qualigeo.​eu/)

In­tro­du­zio­ne

La fa­ri­na di ca­sta­gne è un pro­dot­to tra­di­zio­na­le di molte zone pe­de­mon­ta­ne, so­prat­tut­to del cen­tro Ita­lia dove, in pas­sa­to, ha rap­pre­sen­ta­to una fonte pri­ma­ria di so­sten­ta­men­to. Gli aspet­ti qua­li­ta­ti­vi, per que­sto tipo di fa­ri­na, ori­gi­na­ta da una pian­ta con­si­de­ra­ta fo­re­sta­le, non sono molto do­cu­men­ta­ti. Pochi sono i la­vo­ri scien­ti­fi­ci al ri­guar­do, vista anche la mi­no­re dif­fu­sio­ne ri­spet­to a fa­ri­ne clas­si­che.

I pro­dot­ti agroa­li­men­ta­ri ri­ve­sto­no fon­da­men­ta­le im­por­tan­za per l’I­ta­lia ed il com­par­to pro­dut­ti­vo è stato uno dei pochi a reg­ge­re l’im­pat­to della per­du­ran­te crisi eco­no­mi­ca. Mo­ti­vo del suc­ces­so è in parte de­ter­mi­na­to dal­l’in­te­res­se dei con­su­ma­to­ri verso l’a­li­men­ta­zio­ne di qua­li­tà e va­lo­riz­za­zio­ne dei pro­dot­ti lo­ca­li.

Quan­do si parla di qua­li­tà, mol­te­pli­ci sono gli aspet­ti che pos­so­no es­se­re con­si­de­ra­ti, le­ga­ti alla si­cu­rez­za, ai ca­rat­te­ri chi­mi­ci e bio­chi­mi­ci, alle so­stan­ze nu­tra­ceu­ti­che, per giun­ge­re ad uno dei più im­por­ta­ti per il con­su­mo. quel­lo or­ga­no­let­ti­co. La va­lu­ta­zio­ne or­ga­no­let­ti­ca e sen­so­ria­le di un pro­dot­to sta di­ve­nen­do uno degli ele­men­ti car­di­ne della tec­no­lo­gia ali­men­ta­re e la qua­li­tà edo­ni­sti­ca può es­se­re punto di forza di un pro­dot­to, ca­pa­ce di va­lo­riz­za­re l’ap­prez­za­men­to da parte del mer­ca­to e, di con­se­guen­za, il va­lo­re com­mer­cia­le.

A par­ti­re dal 2016 è stato isti­tui­to in Ita­lia un con­cor­so na­zio­na­le che pre­mia le mi­glio­ri fa­ri­ne di ca­sta­gna e, a tale scopo, è stata pre­di­spo­sta una sche­da di va­lu­ta­zio­ne sen­so­ria­le a punti ba­sa­ta su un ap­proc­cio scien­ti­fi­co e sup­por­to sta­ti­sti­co, per quan­to at­tie­ne le sen­sa­zio­ni pre­va­len­ti. Uno degli aspet­ti pe­cu­lia­ri della fa­ri­na di ca­sta­gna è la pre­sen­za di sen­sa­zio­ni do­vu­te al­l’es­si­ca­zio­ne a legna, che dona sen­to­ri più o meno in­ten­si di af­fu­mi­ca­to.

In­nal­za­re la qua­li­tà or­ga­no­let­ti­ca della fa­ri­na di ca­sta­gne per una va­lo­riz­za­zio­ne eco­no­mi­ca è uno degli scopi degli or­ga­niz­za­to­ri del con­cor­so. Sa­reb­be utile per tutto il com­par­to ac­cre­sce­re il li­vel­lo di co­no­scen­za sul pro­dot­to, anche in­tro­du­cen­do ana­li­si chi­mi­che, in grado di ri­le­va­re e quan­ti­fi­ca­re la pre­sen­za di so­stan­ze per­ce­pi­bi­li come at­tri­bu­ti sen­so­ria­li, quali l’af­fu­mi­ca­tu­ra. Que­sto ul­ti­mo aspet­to è im­por­tan­te anche per la ste­su­ra di di­sci­pli­na­ri di pro­du­zio­ne che pre­ve­do­no l’es­sic­ca­tu­ra ese­gui­ta in modo tra­di­zio­na­le, of­fren­do la pos­si­bi­li­tà di con­trol­la­re se que­sta sia stata ve­ra­men­te ese­gui­ta nei ca­no­ni pre­vi­sti. Il la­vo­ro ha in­te­res­sa­to sia fa­ri­ne pre­sen­ta­te al con­cor­so na­zio­na­le che al­cu­ni cam­pio­ni ap­po­si­ta­men­te pre­pa­ra­ti a par­ti­re dalle ca­sta­gne fre­sche. Obiet­ti­vo fi­na­le della ri­cer­ca è stato quel­lo di in­di­vi­dua­re un me­to­do ana­li­ti­co in grado di ri­le­va­re dif­fe­ren­ze tra i pro­fi­li dati dalle so­stan­ze vo­la­ti­li, evi­den­zia­re even­tua­li as­so­cia­zio­ni tra que­sti e i ca­rat­te­ri or­ga­no­let­ti­ci ed in­fi­ne for­ni­re un sup­por­to alle ana­li­si qua­li­ta­ti­ve.

Ma­te­ria­li e me­to­di

Oltre 50 fa­ri­ne di ca­sta­gna, di di­ver­sa pro­ve­nien­za, per­ve­nu­te al con­cor­so na­zio­na­le sono state sot­to­po­ste ad ana­li­si or­ga­no­let­ti­ca ese­gui­ta me­dian­te la sche­da di va­lu­ta­zio­ne messa a punto dal no­stro grup­po di la­vo­ro e re­cen­te­men­te resa pub­bli­ca (Can­ti­ni et al., 2016). A que­ste fa­ri­ne sono stati ag­giun­ti due cam­pio­ni ot­te­nu­ti dal­l’I­BE CNR a par­ti­re da un unico lotto di ca­sta­gne sud­di­vi­so in due sotto cam­pio­ni sot­to­po­sti ad es­sic­ca- zione con forno elet­tri­co a 37°C op­pu­re con me­to­do tra­di­zio­na­le a legna ad una tem­pe­ra­tu­ra media di 35°C per 30 gior­ni uti­liz­zan­do un forno sto­ri­co posto sotto la tu­te­la della As­so­cia­zio­ne Va­lo­riz­za­zio­ne Ca­sta­gna Alta Ma­rem­ma. Le sche­de di va­lu­ta­zio­ne or­ga­no­let­ti­ca sono state suc­ces­si­va­men­te ana­liz­za­te in­di­vi­duan­do 12 fa­ri­ne che pre­sen­ta­va­no i va­lo­ri delle me­dia­ne più ele­va­te per il pre­gio (6 cam­pio­ni) o per il di­fet­to (6 cam­pio­ni) da sot­to­por­re ad ana­li­si di la­bo­ra­to­rio. Le fa­ri­ne pre­scel­te sono state ana­liz­za­te in tri- pli­ca­to me­dian­te mi­croe­stra­zio­ne in fase so­li­da se­gui­ta da spet­tro­me­tria di massa (SP­ME-GC-MS). I vari com­po­sti vo­la­ti­li sono stati suc­ces­si­va­men­te in­di­vi­dua­ti uti­liz­zan­do il soft­ware Mas­sHun­ter – Qua­li­ta­ti­ve Ana­ly­sis GC/MS (Agi­lent) suc­ces­si­va­men­te con­fer­ma­ti av­va­len­do­si della banca dati NIST MS sear­ch 2.2. L’a­rea di cia­scun picco cal­co­la­to dal soft­ware, uti­liz­za­ta come va­lo­re re­la­ti­vo del con­te­nu­to, è stata uti­liz­za­ta per ope­ra­re un sem­pli­ce con­fron­to tra i pro­fi­li dei di­ver­si cam­pio­ni.

Ri­sul­ta­ti

Gli at­tri­bu­ti pre­va­len­ti emer­si in se­gui­to alla va­lu­ta­zio­ne or­ga­no­let­ti­ca ese­gui­ta dal panel di esper­ti sono espo­sti in ta­bel­la 1.

Per quan­to ri­guar­da le sei fa­ri­ne giu­di­ca­te po­si­ti­va­men­te, giun­te alla fase fi­na­le del con­cor­so na­zio­na­le, in base alla in­ten­si­tà degli at­tri­bu­ti, sono stati ri­co­no­sciu­ti so­prat­tut­to il frut­ta­to di ca­sta­gna con even­tua­le pre­sen­za di af­fu­mi­ca­tu­ra do­vu­ta al­l’es­si­ca­zio­ne.

Per quan­to ri­guar­da le sei fa­ri­ne che si sono di­stin­te per l’in­ten­si­tà del di­fet­to, i giu­di­ci ave­va­no evi­den­zia­to la pre­sen­za di una af­fu­mi­ca­tu­ra ec­ces­si­va che ten­de­va al bru­cia­to, as­so­cia­to al­l’o­do­re di ba­ke­li­te op­pu­re, in casi più lievi, a rea­zio­ni tra gli zuc­che­ri e le com­po­nen­ti pro­tei­che (com­po­sti am­mo­nia­ca­li). Altri di­fet­ti per­ce­pi­ti erano do­vu­ti a rea­zio­ne di ir­ran­ci­di­men­to della fra­zio­ne li­pi­di­ca più o meno as­so­cia­bi­le alla pre­sen­za di muffe.

L’e­len­co dei circa 40 com­po­sti vo­la­ti­li de­ter­mi­na­ti me­dian­te l’a­na­li­si SP­ME-GC-MS, sono espo­sti in ta­bel­la 2. La lista è ab­ba­stan­za ampia ed in­clu­de so­stan­ze do­vu­te ad al­te­ra­zio­ni os­si­da­ti­ve, ca­pa­ci di in­dur­re sen­to­ri di ir­ran­ci­di­men­to come l’a­ci­do pen­ta­noi­co e l’a­ci­do esa­noi­co. Al­cu­ne so­stan­ze del grup­po degli al­co­li sono in­ve­ce as­so­cia­bi­li alla pre­sen­za di muffe quali l’1-ot­ten-3- olo, ca­rat­te­ri­sti­co del­l’a­ro­ma fun­gi­no. Le fa­ri­ne non di­fet­ta­te pre­sen­ta­no al con­tra­rio pic­chi di com­po­sti vo­la­ti­li as­so­cia­ti al sen­to­re er­ba­ceo ap­par­te­nen­ti al grup­po delle al­dei­di come l’ep­ta­na­le e l’e­sa­na­le. Altri com­po­sti pre­sen­ti sono do­vu­ti al­l’af­fu­mi­ca­tu­ra a se­gui­to delle rea­zio­ni di Mail­lard.

Sia il fur­fu­ra­le che l’al­col fur­fu­ri­li­co sono di so­li­to as­so­cia­ti ai sen­to­ri di ca­ra­mel­lo e di cacao/caffè to­sta­to men­tre la 2,5-di­me-til­pi­ra­zi­na, in re­la­zio­ne alla con­cen­tra­zio­ne, è as­so­cia­bi­le al­l’o­do­re di noc­cio­li­na, di legno o ad­di­rit­tu­ra di muffa.  Met­ten­do a con­fron­to i cam­pio­ni emer­ge che tale com­po­sto au­men­ta di ben 5 volte (+ 552%) nel grup­po delle fa­ri­ne con di­fet­ti ri­spet­to alle non di­fet­ta­te, pro­ba­bi­le in­di­ce di note sgra­de­vo­li di muffa.

Le ana­li­si hanno inol­tre evi­den­zia­to come il 2-me­tos­si­fe­no­lo (gua­ia­co­lo) ed il 2-me­til­fe­no­lo (o-creo­so­lo) pre­sen­ta­no pic­chi di area più vasta nelle fa­ri­ne af­fu­mi­ca­te. En­tram­bi pos­so­no es­se­re per­ce­pi­ti come aroma di fumo e se pre­sen­ti in con­cen­tra­zio­ni ec­ces­si­ve ven­go­no in­ve­ce as­so­cia­ti al­l’o­do­re di bru­cia­to.

Met­ten­do a con­fron­to le fa­ri­ne aven­ti un pro­fi­lo af­fu­mi­ca­to meno mar­ca­to (giu­di­ca­te po­si­ti­va­men­te) quel­le con un pro­fi­lo più mar­ca­to (giu­di­ca­te con di­fet­to) è pos­si­bi­le evi­den­zia­re pic­chi con vo­lu­me che au­men­ta ri­spet­ti­va­men­te del 118% (il 2-me­tos­si­fe­no­lo) e del 133% (il 2-me­til­fe­no­lo).

La va­ria­bi­li­tà dei com­po­sti vo­la­ti­li, as­so­cia­ta al nu­me­ro li­mi­ta­to di cam­pio­ni ana­liz­za­ti, non ha reso pos­si­bi­le far emer­ge­re dif­fe­ren­ze sta­ti­sti­ca­men­te si­gni­fi­ca­ti­ve a ca­ri­co dei sin­go­li com­po­sti pre­sen­ti nelle fa­ri­ne con giu­di­zio po­si­ti­vo o ne­ga­ti­vo. Il di­fet­to di una fa­ri­na, come per­ce­pi­to dal grup­po di as­sag­gia­to­ri, può es­se­re do­vu­to ad un sin­go­lo com­po­sto pre­sen­te in quan­ti­tà più ele­va­ta op­pu­re alla com­bi­na­zio­ne di più com­po­sti pre­sen­ti in quan­ti­tà mi­no­re ma ad azio­ne si­ner­gi­ca sui re­cet­to­ri ner­vo­si.

Uno stes­so com­po­sto vo­la­ti­le (ad esem­pio l’al­col eti­li­co) può es­se­re ri­le­va­to come nota po­si­ti­va in una fa­ri­na e col­la­bo­ra­re in­ve­ce alle note di fer­men­ta­to av­ver­ti­ta in un’al­tra giu­di­ca­ta come di­fet­ta­ta.

In con­clu­sio­ne è emer­so con chia­rez­za come, in al­cu­ni cam­pio­ni, ben ca­rat­te­riz­za­ti dal panel di as­sag­gia­to­ri, siano pre­sen­ti com­po­sti as­so­cia­bi­li a sen­to­ri già ri­co­no­sciu­ti. L’u­ni­ci­tà di que­ste fa­ri­ne non per­met­te però di po­ter­le rag­grup­pa­re chia­ra­men­te ad altre. Ri­sul­ta quin­di chia­ro che la ti­po­lo­gia di ana­li­si ap­pli­ca­ta in que­sto la­vo­ro per­met­te, po­ten­zial­men­te, di ar­ri­va­re a sta­bi­li­re con chia­rez­za l’ap­pli­ca­zio­ne del­l’af­fu­mi­ca­tu­ra nella fi­lie­ra, oltre che la pre­sen­za di al­cu­ni di­fet­ti do­vu­ti ad al­te­ra­zio­ni della ma­te­ria prima e dei gras­si.

 Tabella di Analisi Sensoriale

Bi­blio­gra­fia

CAN­TI­NI C., SA­LU­STI P., ROMI M. CO­STA­GLI F. 2016.

Rea­liz­za­zio­ne di una sche­da di va­lu­ta­zio­ne sen­so­ria­le per la fa­ri­na di ca­sta­gne. Atti del VI Con­ve­gno Na­zio­na­le So­cie­tà Ita­lia­na di Scien­ze Sen­so­ria­li pp:203-206.

CIR­LI­NI M., DAL­L’A­STA C., SIL­VA­NI­NI A., BEGHÈ D., FAB­BRI A.,

GA­LA­VER­NA G., GA­NI­NO T. 2012. Vo­la­ti­le fin­ger­prin­ting of chest­nut flours from tra­di­tio­nal Emi­lia Ro­ma­gna (Italy) cul­ti­vars. Food Che­mi­stry pp: 662-668.

FAN ZHU. 2017. Pro­per­ties and Food Uses of Chest­nut Flour and Star­ch. Food Bio­pro­cess Tech­nol 10:1173–1191.

KRIST S., UN­TER­WE­GER H., BAN­DION F., BUCH­BAUER G. 2004.

Vo­la­ti­le com­pound ana­ly­sis of SPME head­spa­ce and ex­tract sam­ples from roa­sted Ita­lian chest­nu­ts (Ca­sta­nea sa­ti­va Mill.) using GC-MS. Eur Food Res Tech­nol 219:470–473.

MOL­LER P. 2015. Sa­ti­sfac­tion, sa­tia­tion and food be­ha­viour.

Cur­rent opi­nion in Food Scien­ce. 3:59-64.

PRE­DIE­RI S., GATTI E., MAGLI M., BER­TAZ­ZA G., DRAGO S., RA­SCHI A. 2012.

Tra­di­tio­nal Chest­nut Cul­ti­var Qua­li­ty As­sess­ment as a Tool for Food-Tou­ri­sm De­ve­lo­p­ment in Tu­sca­ny Apen­ni­ne Moun­tain Area. Jour­nal of Food Scien­ce and En­gi­nee­ring 2 pp:157-162.

 

Clau­dio Can­ti­ni, primo tec­no­lo­go del­l’I­sti­tu­to per la BioE­co­no­mia (IBE CNR). Si oc­cu­pa di pro­get­ti di ri­cer­ca e tra­sfe­ri­men­to in­di­riz­za­ti alla ca­rat­te­riz­za­zio­ne ed uti­liz­za­zio­ne della bio­di­v­er­si­tà agri­co­la nelle fi­lie­re agroa­li­men­ta­ri.

 Pa­tri­zia Sa­lu­sti, Tec­no­lo­go Ali­men­ta­re, li­be­ro pro­fes­sio­ni­sta. Con­su­len­te per la Si­cu­rez­za e Qua­li­tà Ali­men­ta­re nel­l’am­bi­to delle cer­ti­fi­ca­zio­ni co­gen­ti e vo­lon­ta­rie. Col­la­bo­ra con l’I­sti­tu­to per la BioE­co­no­mia (IBE CNR) a pro­get­ti sulla va­lo­riz­za­zio­ne nu­tri­zio­na­le e sen­so­ria­le di pro­dot­ti agroa­li­men­ta­ri.

 Le­ti­zia Pog­gio­ni, Dot­to­ran­da in Scien­ze della Vita pres­so l’U­ni­ver­si­tà degli Studi di Siena. Si oc­cu­pa di ca­rat­te­riz­za­zio­ne mo­le­co­la­re e chi­mi­ca di pro­dot­ti ali­men­ta­ri da pian­te au­toc­to­ne e di re­cen­te in­tro­du­zio­ne.

 Marco Romi, Tec­ni­co di Ri­cer­ca nel Team Folia – Food La­bo­ra­to­ry for In­no­va­tion and Agro­bio­di­ver­si­ty – pres­so il Di­par­ti­men­to di Scien­ze della Vita, Uni­ver­si­tà degli Studi di Siena.

 Do­na­to Fer­ruc­ci, Dot­to­re agro­no­mo li­be­ro pro­fes­sio­ni­sta, ri­ve­ste at­tual­men­te l’in­ca­ri­co di Re­spon­sa­bi­le di Bioa­gr­i­cert Lazio e di Cul­to­re della ma­te­ria pres­so la cat­te­dra di Ge­stio­ne e Co­mu­ni­ca­zio­ne d’Im­pre­sa” – Fa­col­tà di Scien­ze della Co­mu­ni­ca­zio­ne, Uni­ver­si­tà degli Studi della Tu­scia. E-mail: do­na­to­fer­ruc­ci@​alice.​it

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