Il genere Populus o più comunemente chiamato Pioppo è una pianta arborea a comportamento pioniere tipica dei territori dell’emisfero settentrionale caratterizzati da climi temperato umidi. Essendo una specie igrofila ed eliofila tende a stabilirsi in ambienti dotati di una buona disponibilità idrica, esposti al sole e composti da terreni con una tessitura fine. Infatti i luoghi in cui è possibile riscontrare molto più spesso questa pianta sono principalmente pianure e zone di golene. Le caratteristiche morfologiche che definiscono il pioppo sono molto variabili, questo perché la pianta, oltre ad essere dioica e ad avere un taxa molto ampio, possiede una grande variabilità genetica che le consente di ottenere individui con molteplici caratteristiche morfologiche e biologiche. Il pioppo dunque è caratterizzato da un vasto polimorfismo riscontrabile in diversi aspetti come la forma delle foglie, il portamento dei rami, il portamento della chioma e la disposizione delle gemme.

Paffetti – Università degli studi di Firenze.

Negli ultimi decenni sono stati incrementati progetti di ricerca volti al recupero ed alla conservazione di antiche razze avicole, con lo scopo di preservare e valorizzare la biodiversità zootecnica. Le razze autoctone piuttosto ben distribuite presso il territorio peninsulare sino alla metà del secolo scorso, hanno assistito ad un progressivo declino dovuto alla diffusione degli ibridi commerciali, altamente selezionati da genetisti per le spiccate produzioni di carne e uova. Benché il loro utilizzo sia rivolto all’allevamento intensivo, che prevede sistemi microclimatici e programmi alimentari altamente controllati, tale tipologia di pollame si è andata diffondendo anche in ambito rurale, tanto che i contadini li hanno introdotti nei loro pollai incrociandoli con il pollame locale. Razze pure e morfotipi leggeri sono stati ben presto ritenuti poco redditizi, tra di essi le razze nane, dette anche bantam che nel nostro paese non sono state mai lungamente allevate.

Giuseppe Rauseo, medico veterinario libero professionista, laureato presso l’Università degli Studi di Milano, attualmente specializzando in Tecnologia e Patologia delle Specie Avicole, del Coniglio e della Selvaggina. Allevatore amatoriale di Mericanel della Brianza.

Biologo ambientale

Con il fare noi impariamo (By doing we learn), uno dei tanti motti che coniò il grande biologo scozzese Patrick Geddes botanico ed ecologo, creatore della “architettura del paesaggio” e di molti concetti fondamentali che vengono ancora oggi utilizzati in diversi contesti devoti alla progettazione di spazi verdi all’interno di aree urbane, ma spesso volutamente non riconosciuti al suo antesignano; creò concetti come la conurbazione (fusione in un unicum spazio-temporale, della struttura urbana, con le circostanti aree rurali e boschive, prodromo dei corridoi ecologici), del bioregionalismo (ovvero che si doveva con sopralluoghi su campo, verificare tutte lo condizioni del tessuto vivente web life e abiotico, per poter creare una città ideale) e della Geografia evolutiva (somma della biogeografia, geomorfologia e attività antropica), fornendo le basi concettuali e pratiche della Ecologia urbana.

Giuliano Russini, Biologo Botanico applicato-Fitopatologo, Referente Tecnico del Comitato Nazionale dei Biologi Ambientali (CNBA), dell’Ordine Nazionale dei Biologi (ONB): si occupa di progettazione botanica e del paesaggio vegetale, esperto in gestione e riqualificazione di giardini e parchi storici, aree verdi urbane, periurbane, archeologiche (verde antico), naturali (oasi e riserve). Perito per analisi dello stato di salute comunità di piante (piantagioni), valutazione della stabilità di specie arboree-Visual Tree Assessment (VTA), valutazione della propensione al cedimento, analisi fitoiatrica, fitopatologica, fitosanitaria, con relativa perizia per i Comuni. Bonifica e riqualificazione di aree verdi, terrestri e corsi d’acqua (Lentici e lotici, naturali: fiumi, torrenti, laghi, lagune, paludi, falde acquifere, fossati, pozzi e artificiali: fossati artificiali, canali, capifossi, casse di espansione) con aspetti sanitari, aree irrigue fertirrigazione, Consorzi di Bonifica Agraria e a sistemazione Fondiaria, ruolo della vegetazione nei buffer zone vegetali come limite di sicurezza rispetto capifossi, chiuse, canali, fossati; progettazione di muri vegetali, siepi per stabilizzazione di sponde fluviali, argini, sponde dei canali idrici, idrografici e come mezzo anti-frana in ingegneria biologica, o naturalistica, etologia applicata.