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La tradizione tutelata da Agitu Idea Gudeta

di Stefania Tomaino e Viktoriya Puzdranovska

Negli ultimi anni possiamo vantare la nascita, in Italia, di un numero crescente di realtà sostenibili e di tutela. Nel ripensare ai migranti, non solo nella classica idea mediatica, possiamo scorgere concrete esperienze di imprenditoria che si sviluppano come fonte di idee innovative che osservano la tradizione locale. A fronte di questo quadro abbiamo la possibilità di osservare il lavoro di una donna etiope che con coraggio e dedizione ha sviluppato una realtà che trasmette valori dal sapore antico. Nel 2010 sorge l’Azienda Agricola Biologica “La Capra Felice” creata da Agitu Idea Gudeta, ubicata in un piccolo comune di circa 400 abitanti dal nome Frassilongo, nella Vallata Trentina dei Mòcheni.

Agitu con le capre
Agitu mentre lavora nella sua azienda (Fonte: www.lacaprafelice.com)

Agitu, giovane donna etiope, era arrivata in Italia all’età di 18 anni e si era laureata a Trento in Sociologia. Dopo il suo percorso formativo era rientrata nel suo Paese d’origine con il desiderio di avviare un progetto di agricoltura sostenibile. In Etiopia, difatti, aveva imparato ad allevare le capre e aveva lavorato con i pastori nomadi del deserto. Allo stesso tempo, nella sua terra natia, si era impegnata contro il land grabbing, l’occupazione delle terre da parte di multinazionali e Paesi stranieri per sfruttarle con monoculture. Il fenomeno dell’accaparramento della terra si tradusse in una protesta per la cacciata dei contadini e la repressione governativa fu molto forte. Molti attivisti furono uccisi o arrestati negli scontri e la dedizione alla causa di Agitu la costrinse a trasferirsi. Perseguitata per la sua lotta, aveva ottenuto in Italia lo status di rifugiata. Il permesso di soggiorno valido le consentì di arrivare in Italia prendendo un aereo verso le terre Trentine. In questo contesto si è realizzato il suo piano di avviare un’azienda agricola biologica.

Il suo progetto, dunque, nasce grazie al recupero di terreni abbandonati e di razze rustiche locali. Nel territorio trentino ebbe la possibilità di ristrutturare un vecchio edificio e costituì un caseificio dove vennero prodotte, anche, le eccellenze casearie trentine. Il progetto vede il suo fulcro nell’allevamento caprino eseguito attraverso metodo biologico e di trasformazione della materia prima con conseguente vendita diretta del derivato.

Il valore di questa realtà proviene, anche, dalla scelta di Agitu di allevare la capra Pezzata Mòchena che è stata classificata come una razza in via d’estinzione ed è ciò che l’ha identificata come sostenitrice di un processo di ripresa della tradizione casearia e di un allevamento di un animale dalla lunga storia. Quindi, il progetto, mantiene vivi patrimoni straordinari.

La capra Mòchena, infatti, è originaria della Valle dei Mocheni abitata da una popolazione di origine bavarese presente fin dal XIV secolo, dove si era trasferita l’imprenditrice Agitu.

La presenza delle capre corrispondenti al tipo pezzato mòcheno si è diffuso nella Valle del Fersina, nella zona del Pinetano e del Perginese (Alta Valsugana) e dalla Bassa Valsugana. Questo tipo di capra locale, quindi, è possibile trovarla nei comuni di Fierozzo e Frassilongo (alta Valle del Fersina) e in diversi comuni dell’altopiano di Pinè e del Perginese: Vignola-Falesina, Bedollo, Civezzano, Pergine Valsugana (TN).

La Provincia di Trento e l’Associazione Allevatori Capra Pezzata Mòchena sono riusciti a preservare la capra dall’estinzione. L’associazione guidata da Ezio Quaresima è stata istituita ufficialmente il 2009 ma già qualche anno prima, nel 2004, i componenti riuscirono a dare una svolta all’estinzione della capra locale. Grazie alla tesi di laurea di Bruno Grisenti e la supervisione di Massimo Pirola e di Adriano Moltrer si è dato inizio al lavoro di tutela. Nello stesso anno a Roveda, in Val del Fersina, è stato importante l’individuazione di tre capre pezzate mochene, di proprietà della contadina Rosina Paoli. Adriano Moltrer e Ezio Quaresima hanno recuperato i tre animali e li hanno portati a Bedollo dove avevano individuato il maschio della medesima razza, per la fecondazione.

Ci sono voluti più di 15 anni per recuperare la razza e costituire un gregge. Attualmente si contano più di 10 allevatori con circa 300 capi registrati.

L’attuale recupero delle capre locali di proprietà di Agitu Gudeta, grazie anche alla risonanza mediatica, ha fatto accrescere la conoscenza verso questa specifica tipologia di animale.

Il progetto dell’azienda agricola ha visto la sua continuità nel tempo anche grazie all’aggiunta di alcuni esemplari della camosciata delle alpi, delle pecore e delle galline. Per quanto riguarda l’allevamento delle capre e delle pecore, da sempre, è stato adottato il tipo estensivo. Questa forma si differenzia dall’allevamento intensivo. Prevede, dunque, per gli animali condizioni di vita molto simili a quelle naturali e in stato di libertà, senza l’imposizione di un confinamento in spazi rinchiusi e molto ristretti. L’azienda opera nel comune di Frassilongo, nella Valle dei mocheni, e ha accolto un gregge di 180 capre di razza Pezzata Mòchena e Camosciata delle Alpi.

Le capre Mòchene, in particolare, possono rimanere all’aperto tutto l’anno. L’azienda dispone di vari ettari di terra e gli animali sono lasciati liberi di pascolare all’aperto con un sistema a rotazione, dove si alternano superfici erbose e boschive. La presenza variegata di nutrienti permette di ottenere un latte di ottima qualità e queste sostanze sono ritenute fondamentali per il gusto finale del prodotto. D’altro lato questa scelta garantisce la salvaguardia del territorio, in quanto la presenza di questi animali favorisce la pulizia del bosco.

Il progetto virtuoso si è basato sul recupero e la valorizzazione di un terreno abbandonato, in montagna. Agitu, tramite il suo lavoro, ha ripristinato le attività sul territorio dando nuove chances alle comunità locali, ha promosso una microeconomia e al contempo ha rispettato le peculiarità dell’ambiente.

Il talento imprenditoriale di Agitu, la sua determinazione e passione nel portare avanti un importante esempio di difesa del territorio e il suo esempio di integrazione, l’avevano portata a ricevere la Bandiera verde di Legambiente.

Oggi la caseificazione tradizionale sta lasciando il passo a quella industriale e la tecnologia sta prendendo sempre più piede in ogni fase della produzione del prodotto. L’arte casearia dell’azienda capra felice si articola in una serie di tecniche e conoscenze tradizionali, atte a garantire una qualità maggiore del prodotto.

L’azienda capra felice, con i prodotti caseari, ha ottenuto negli anni diversi riconoscimenti, fra cui il “Premio della Resistenza Casearia” ricevuto nel 2015 da Cheese, l’annuale fiera internazionale dei formaggi curata da Slow Food.

Attualmente l’azienda opera senza il simbolo dell’integrazione e della forza d’animo di Agitu Gudeta, perché è stata uccisa qualche mese fa nella sua abitazione ma la sua storia continua ad essere un’importante testimonianza di integrazione, sostenibilità e tutela. Questo esempio di imprenditoria immigrata si è tramutata in un esempio di valorizzazione delle risorse. In questo caso Agitu ha saputo adottare pratiche che le hanno permesso di mantenere fede al suo progetto originario. Il metodo di allevamento, di produzione e di commercializzazione, garantiscono una forte attenzione verso la sostenibilità ambientale e sociale. L’azienda ha adottato e favorito la filiera corta. La scelta di puntare sulla antica arte casearia, sull’allevamento estensivo e sull’elevata qualità ha premiato questa piccola realtà.

L’allevamento delle capre Pezzate Mòchene di Agitu ha contribuito al recupero della razza della capra locale in via d’estinzione e ad un miglioramento della qualità della vita. Inoltre, rappresenta un fattore importante il recupero del terreno abbandonato, che volta le sorti e combatte il dissesto idrogeologico e altre problematiche in essere che comporta un terreno abbandonato. Negli anni sono stati dispersi 4.085.113 di ettari ad uso civico e demaniale in Italia, che potevano essere utilizzati per gli allevamenti, invece, sono stati svalutati. Il Trentino-Alto Adige è un forte esempio per tutta l’Italia, in quanto è la prima Regione in Italia che ha gestito meglio degli altri il terreno ad uso civico e demaniale dal 1956 al 2010. Attraverso tali testimonianze diventa fondamentale osservare quanto superficialmente, a volte, osserviamo le cose che ci circondano e non ce ne prendiamo minimamente cura. Tutto ciò ha portato ad un depauperamento delle risorse. Nondimeno, ad oggi, deve essere l’importanza dell’allevamento estensivo e del recupero di best practice. In aggiunta, il ruolo dei migranti nell’agricoltura e/o nell’allevamento diventa certamente indispensabile. L’integrazione è un processo complesso ma la permanenza in aree periferiche, come in questo caso, può rappresentare una svolta. L’integrazione nel tessuto economico e sociale locale è un valore per l’Italia sia per il recupero dei terreni, sia per il coinvolgimento con nuove idee sostenibili e sia per il reinventare e adeguare le tradizioni.

Capra pezzata mochena
Capra Pezzata Mòchena (l’Associazione Allevatori Capra Pezzata Mòchena)

Bibliografia:

Silvia Sivini, “Azienda agricola “la capra felice”: l’esperienza di una donna etiope in Trentino.” RRN MAGAZINE Rivista della Rete Rurale Nazionale, n°3 pp. 48-50, Marzo 2018, ISSN 2532-8115.

Viktoriya Puzdranovska, “The Use of Lands in Italy in Civil and State Sectors”, in volume: “Scientific research – 2019: Proceedings of articles the IV International Scientific Practical Conference. Czech Republic, Karlovy Vary- Russia, Moscow, August 29-30, 2019”. Editore: Skleněný Můstek, Karlovy Vary, Czech Republic; MCNIP LLC, Kirov, Russian Federation. Codice evento: МКО-2019-08, ISBN 978-80-7534-228-7 (Skleněný Můstek, Karlovy Vary, Czech Republic); 978-5-00090-153-3 (MCNIP LLC, Kirov, Russian Federation)

https://books.eee-science.ru/downloads/scientific-research-2019/, pp. 43-58.

Sitografia:

www.lacaprafelice.com/
www.agraria.org/caprini/valledeimocheni.htm
www.slowfood.it/il-premio-resistenza-casearia-a-cheese-2015/
www.coordinamentogemona.it/2015/10/14/donne-della-resistenza-casearia/
www.capre.it/le-razze-in-italia/registro-anagrafico-caprino/63-popolazione-caprina-pezzata-mochena.html
www.fondazioneslowfood.com/it/arca-del-gusto-slow-food/capra-pezzata-mochena/
www.valledeimocheni.it/scopri-la-valle/economia/
www.giornaletrentino.it/cronaca/trento/capra-mochena-l-estinzione-%C3%A8-evitata-1.1147208
www.ruralpini.it/Tornano-le-capre-nel-Lagorai.html
www.supereva.it/la-capra-felice-una-ventenne-sta-curando-gli-animali-di-agitu-68449
www.tropeaedintorni.it/capra-felice-la-luce-non-si-spegne.html
www.ildolomiti.it/cronaca/2018/agitu-la-regina-delle-capre-felici-minacciata-di-morte-brutta-negra-io-ti-uccido

 

Stefania Tomaino. Agente di sviluppo, laureata con lode in Scienze per la Cooperazione e lo Sviluppo presso l’Università della Calabria.  E-mail: stefaniatomaino@live.it

Viktoriya Puzdranovska. Agente di sviluppo, laureata in Scienze per la Cooperazione e lo Sviluppo presso l’Università della Calabria. E-mail: viktoriya.puzdranovska@gmail.com

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