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di Roberto Sorrentino

 

vigneto trentino
Vigneti in Trentino-Alto Adige

L’agricoltura ed il cambiamento climatico sono legati da una complessa relazione di causa-effetto. Il settore agricolo produce rilevanti volumi di gas ad effetto serra, principale causa del cambiamento climatico. Al tempo stesso ne subisce gli impatti negativi in termini di riduzione della produzione e di incremento dei rischi legati alla sicurezza alimentare. Una delle principali sfide per il futuro del settore agricolo, a livello globale, è quella di riuscire a fronteggiare il cambiamento climatico garantendo la qualità delle produzioni e migliorandone la sostenibilità. L’Unione Europea con l’European Development Strategy, ha definito nel 2006 e poi confermato nel 2009, che il suo obiettivo globale a lungo termine è lo Sviluppo Sostenibile in cui crescita economica, coesione sociale e tutela dell’ambiente procedono di pari passo, rafforzandosi a vicenda. Lo sviluppo sostenibile possiamo definirlo come lo sviluppo che è in grado di garantire le necessità del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di fare altrettanto. Il settore vitivinicolo rappresenta una delle colonne portanti della produzione e dell’esportazione agro-alimentare italiana, per il valore economico e per la qualità del prodotto. Questo settore è riconosciuto come una delle componenti meglio identificate della nostra “cultura” e del nostro paesaggio. Buona parte della filiera vitivinicola è alimentata da input primari provenienti dall’ambiente, quali le risorse idriche e la sostanza organica del suolo. In regioni come il Piemonte, la Toscana, il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e la Sicilia, i vigneti hanno un peso ambientale importante per la possibile contaminazione delle acque superficiali e profonde legate all’utilizzo di fitofarmaci, per l’erosione del suolo legata alle lavorazioni, per le emissioni di potenziali gas serra e per gli effetti sulla conservazione della biodiversità. Il recupero ecosostenibile della vitivinicoltura e dei territori che la ospitano è subordinato alla possibilità di gestione del sistema, sia su scala aziendale che comprensoriale, mediante una valutazione integrata che consenta di misurare i rischi prodotti da ogni fattore produttivo all’interno dell’intero ciclo di vita del prodotto.


Vigneto Marchesi Antinori

IL PROGRAMMA VIVA – LA SOSTENIBILITA’ DELLA VITICOLTURA IN ITALIA

Molte imprese vitivinicole italiana volontariamente si stanno impegnando nella riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra. Il Ministero dell’Ambiente da diversi anni sostiene questi impegni al fine di promuovere la riduzione delle emissioni e la diffusione di modelli sostenibili di produzione e consumo. In questo contesto il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha avviato nel 2011 il progetto nazionale VIVA (Valutazione dell’impatto della Vitivinicoltura sull’Ambiente)  (www.viticolturasostenibile.org) che ha l’obiettivo di migliorare le prestazioni di sostenibilità della filiera vitivinicola attraverso l’analisi di quattro indicatori (Aria, Acqua, Territorio, Vigneto) di misurazione della performance di sostenibilità, specifici per il settore, a cui le aziende possono far riferimento per valutare il proprio impatto ambientale e socio-economico e pianificare azioni riduttive e correttive. Per ciascuno indicatore è stato realizzato un disciplinare tecnico che ne definisce le metodologie di monitoraggio e rendicontazione, oltre ai sistemi di controllo che le aziende vitivinicole devono adottare per mantenere livelli qualitativamente accettabili per ogni indicatore. Le aziende che rispettano i valori prestabiliti dal disciplinare tecnico per ciascun indicatore, potranno fregiarsi dell’Etichetta V.I.V.A., dopo essersi sottoposte ad una verifica ispettiva di terza parte effettuata da un Ente terzo indipendente. L’etichetta potrà essere posizionata sulla bottiglia e darà conto sia della performance attuale, sia del percorso compiuto dall’azienda nel tempo. La fase pilota ha visto la partecipazione di alcune importanti aziende vitivinicole italiane, scelte in base a criteri geografici e di prodotto: Castello Monte Vibiano Vecchio, F.lli Gancia & Co., Marchesi Antinori, Masi Agricola, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Planeta, Tasca d’Almerita, Venica&Venica, con la collaborazione scientifica del Centro di Ricerca OPERA per l’Agricoltura sostenibile dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ed il Centro di Competenza Agroinnova dell’Università di Torino. La fase pilota si è conclusa nel 2014 ed il progetto è stato aperto a tutte le aziende vitivinicole italiane interessate a prendervi parte.


Vigneto Marchesi Antinori

INDICATORI DI SOSTENIBILITA’ E CAMPO DI APPLICAZIONE

Il Progetto Nazionale VIVA, denominato anche “VIVA Sustainable Wine”, nasce per incentivare il comparto vitivinicolo italiano ad intraprendere un percorso di sostenibilità, fornendo alle aziende uno strumento di diagnosi degli impatti del prodotto vino ed allo stesso tempo uno strumento di garanzia e trasparenza per il consumatore. Per questo motivo, sono stati sviluppati quattro indicatori con l’intento di fornire alle aziende la possibilità di avere una diagnosi delle proprie prestazioni di sostenibilità, con un approccio a 360° che comprenda tutti i pilastri della sostenibilità: Ambientale, Economico, Sociale e Culturale. La diagnosi della sostenibilità è affrontata a livello di organizzazione, che permette di svolgere una valutazione più vicina alle conoscenze dei produttori e di acquisire consapevolezza sulle possibilità di miglioramento nella filiera e a livello di prodotto, che consente di effettuare un’analisi focalizzata sul prodotto e di comunicare direttamente al consumatore finale con un sistema semplice e trasparente, l’effettivo impegno dell’azienda vitivinicola in campo ambientale e socio-economico.

INDICATORE ARIA

Misura il totale delle emissioni di gas ad effetto serra (GHG) associate, direttamente ed indirettamente al ciclo-vita di una bottiglia di vino da 0,75 l.. Per la messa a punto di questo indicatore sono stati presi a riferimento la Norma ISO 14067 per la quantificazione della Carbon Footprint di prodotto e la Norma ISO 14064 (parte 1) per la quantificazione e rimozione delle emissioni di gas ad effetto serra di un’organizzazione. L’impronta climatica di prodotto (CFP) è l’analisi del ciclo-vita riferita ad una bottiglia di vino da 0,75 litri. Il ciclo vita di una bottiglia di vino comprende quattro grandi fasi: gestione del vigneto; trasformazione dell’uva in vino ed imbottigliamento; distribuzione delle bottiglie; refrigerazione e smaltimento del vetro.

INDICATORE ACQUA

Facendo riferimento alle linee guida definite dal Water Footprint Network, fondazione internazionale dedita alla promozione dell’uso sostenibile dell’acqua, l’indicatore acqua o impronta idrica o water footprint misura il volume totale di acqua dolce consumata complessivamente dall’azienda per la produzione di una bottiglia di vino da 0,75 l.. Tiene conto dell’acqua consumata ed inquinata in vigneto ed in cantina per la produzione del vino. E’ definito come la somma di tre componenti: l’acqua verde (volume di acqua piovana che una volta raggiunto il suolo, viene evapo-traspirato dalle colture; viene calcolata la quantità di acqua che la vite per vivere sottrae dall’ambiente); l’acqua blu (volume di acqua dolce prelevato dalla falda o dai corpi idrici superficiali, realmente consumato in campo ed in cantina, che non torna alla fonte dalla quale è stata prelevata o vi torna in tempi diversi. Il calcolo del suo quantitativo si ottiene valutando i volumi di acqua utilizzati in campo per l’irrigazione, la diluizione degli agrofarmaci e per lavare i mezzi utilizzati per la difesa fitosanitaria); l’acqua grigia (indice dell’inquinamento idrico causato dal processo produttivo e rappresenta il volume di acqua inquinata; si può quantificare calcolando il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti, durante l’intero processo produttivo, in modo che la qualità delle acque rimanga sopra gli standard di qualità legali). L’impatto della produzione vitivinicola sulle risorse idriche non è trascurabile. In Italia si stima che ci vogliono oltre 600 litri di acqua per produrre un litro di vino, pari a circa 80 litri di acqua per un bicchiere di vino. Di questi circa l’80 % sono di acqua verde, il 5 % circa sono di acqua blu ed il 15 % di acqua grigia. Si è stimato che al Nord l’impronta idrica media totale è di 815 litri per bottiglia di vino, di  cui 549 litri di acqua verde, al Centro si aggira intorno a 673 litri, di cui 534 litri di acqua verde ed al Sud è pari a 600 litri, di cui 575 litri di acqua verde.

INDICATORE TERRITORIO

Valuta le conseguenze delle attività aziendali per il territorio, dal punto di vista della tutela della biodiversità, della salvaguardia e valorizzazione del paesaggio e per la comunità, in termini di conseguenze sociali ed economiche. Oggi il paesaggio disegnato dalla coltivazione della vite è molto importante ed è oggetto di tutela, come nella zona del Prosecco nel trevigiano, nel Collio e Colli Orientali del Friuli e nelle Langhe, Roero e Monferrato, riconosciute come patrimonio dell’umanità.

INDICATORE VIGNETO

Valuta le pratiche di gestione agronomica del vigneto, dall’utilizzo degli agrofarmaci alla concimazione, dalla gestione della sostanza organica ai fenomeni di erosione e compattamento e tutte le altre attività aziendali che possono influenzare la biodiversità, la gestione del suolo e la sua fertilità. Questo indicatore si basa sulla Direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile dei fitofarmaci e sulle linee guida indicate dall’O.I.V. (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino).  Questo indicatore analizza il rischio ambientale derivante dall’impiego degli agrofarmaci, dei fertilizzanti organici e minerali, le problematiche relative alla compattazione del suolo derivanti dalle operazioni colturali e le perdite di suolo causate dall’erosione. Questo indicatore permette di razionalizzare la gestione agronomica del vigneto, perseguendo obiettivi di qualità e di gestione del territorio nel rispetto dell’ambiente.

Roberto Sorrentino, Enotecnico Agronomo, iscritto all’Ordine Professionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Siena. E-mail: sorrentino.roberto@virgilio.it

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