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Intervista a Leonardo Carrai, presidente del Banco Alimentare della Toscana
a cura di Luca Poli

Sono oltre venti anni che la Rete Banco Alimentare si occupa di assistenza e di aiuto ai poveri, agli emarginati e, in generale, a tutte le persone in stato di bisogno in Italia, attraverso la distribuzione di beni alimentari. Una parte di questi aiuti sono provenienti dal Programma Europeo di Aiuto Alimentare ai Bisognosi (PEAD), che ha il compito di ridistribuire le eccedenze comunitarie derivate dalla PAC.
La prospettiva attuale, però, non è delle più rosee in quanto dal 1° gennaio 2014 il Programma andrà a terminare. Ed è un vero e proprio allarme quello che lancia il Presidente del Banco Alimentare della Toscana, Leonardo Carrai. Il problema è legato ad una drastica riduzione delle risorse a disposizione a partire dal prossimo anno perché, ed espressione non fu mai più azzeccata, la Comunità Europea taglia i viveri: “con la nuova legge – chiarisce Carrai – dal 2014 saremo in grandissima difficoltà ad aiutare i bisognosi e nella stessa situazione si troveranno altre realtà come Caritas o Croce Rossa”. Dal 1° gennaio è infatti prevista una drastica riduzione di cibo e di alimenti per i bisognosi a livello europeo, a causa della decadenza della legge Pead (Programma Europeo di Aiuti Alimentari agli Indigenti) che, dal 1987, ha assicurato ogni anno per tutti i Paesi dell’Ue generi alimentari primari alle associazioni di volontariato, corrispondenti ad un valore annuo complessivo di 580 milioni di euro.
La legge Pead – ha proseguito Carrai – ha consentito fino ad oggi di destinare le eccedenze agricole agli indigenti dei Paesi dell’Unione Europea; si tratta di tonnellate di generi primari (come olio, pasta, riso, latte) che la rete dei banchi Alimentari nelle varie regioni d’ Italia distribuiscono quotidianamente ad oltre 1.800.000 poveri in tutta Italia e che costituiscono una grossa parte del totale di generi alimentari che abbiamo a disposizione. Con la cessazione di questa legge solo in Toscana, tanto per fare un esempio, ci troveremo improvvisamente privi del 50% degli alimenti da distribuire con un drammatico aggravarsi del disagio sociale”.

Fortunatamente il Banco Alimentare ha anche altre forme di raccolta del cibo, maggiormente legate al territorio e ai suoi abitanti. Come non citare la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare (GNCA), un appuntamento con la generosità su tutto il territorio nazionale.
Sono molto incoraggianti i numeri che hanno caratterizzato la diciassettesima edizione della Colletta, che si è svolta lo scorso 30 novembre: in 9mila punti vendita, grazie all’aiuto di 135mila volontari, sono stati raccolti alimenti a lunga conservazione che verranno distribuiti a più di 8.800 strutture caritative (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, centri d’accoglienza, ecc.). Solamente in Toscana sono state raccolte 718 tonnellate di cibo, segnando un incremento delle donazioni del 2,5% rispetto all’anno scorso; dati molto significativi in un periodo di calo di consumi.
La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare è uno degli appuntamenti della campagna “Emergenza Alimentare Italia”, iniziativa di sensibilizzazione e raccolta fondi promossa dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus.
La Colletta riesce comunque a soddisfare solamente il 20% circa del fabbisogno degli indigenti in un anno; fatto questo che spinge il Banco a proporsi sul territorio alle aziende dell’industria alimentare, piuttosto che alle mense aziendali e scolastiche, ed alla Grande Distribuzione per il recupero delle eccedenze di produzione.
Qualche domanda a Leonardo Carrai, presidente del Banco Alimentare della Toscana, che ci ha aiutato a fare chiarezza sulla possibilità di ridurre lo spreco alimentare, in particolare nel settore agro-industriale:

Come funziona la vostra organizzazione?

La nostra organizzazione regge sui volontari che seguono le aziende e le industrie dell’agro-alimentare e della distribuzione, dalla grande multinazionale alla piccola aziendina che può darci 100 kg di prodotto, tutto fa in questo periodo!
Siamo anche organizzati nella conservazione dei prodotti, con magazzini dotati di celle frigo, celle che vanno fino a -20°C; la grande distribuzione spreca tantissimo, però sono prodotti spesso molto vicini alla scadenza, quindi devono avere una distribuzione velocissima.

Mentre per l’ortofrutta sarebbe diverso…

Sì, perché se ci arriva ad esempio un carico di patate, anche a cassoni…a patate ci si mangia! O ad esempio il caso di un caseificio a Siena, che ogni tanto ci regala i pecorini di forma ovale, ma anche in questo settore si potrebbe fare di più.

Ogni regione ha il suo Banco Alimentare?

Sì, ogni regione ha il suo Banco, che però collabora sempre con gli altri. Ad esempio abbiamo da poco mandato un carico in Sardegna perché adesso hanno più bisogno: abbiamo contattato delle fonti di imbottigliamento a Lucca che ci hanno dato 60 quintali di acqua, che si sono aggiunti al carico organizzato insieme ad altre organizzazioni, come Misericordia, partito nel giro di due giorni dall’emergenza.
Oppure, quando arriva una partita talmente grossa che un solo Banco non ce la fa a smaltirla, ci attiviamo per smistare i prodotti tra le varie regioni. Abbiamo un programma di gestione molto complesso che ci permette di capire in tempo reale quali sono gli enti convenzionati con noi, tra i 560 in tutta la Toscana, che fanno un tipo di assistenza particolare, tra i bambini, rispetto che agli anziani e che hanno magari celle frigo.

Quale potrebbe essere un’azione concreta nell’agro-alimentare?

Ad esempio con tutto quello che sono le seconde scelte dell’ortofrutta, ormai legata alla GDO, che ha imposto dei parametri ai produttori funzionali alle vendite di certi prodotti; un tipico esempio i poponi che devono essere tra 1 kg ed 1 kg e mezzo! Questo fa si che quest’estate si siano buttate via 2000 tonnellate di poponi in Toscana. O ancora le patate un po’ infossate, le melanzane curve: a me piacerebbe poter andare a “colpire” lì. Perché c’è uno spreco immenso, che va intercettato!

Autore:
Luca Poli, diplomato all’Istituto tecnico agrario, ha conseguito la laurea triennale in Scienze forestali ed ambientali presso l’Università degli Studi di Firenze. E’ iscritto al secondo anno del corso di laurea magistrale in Scienze e tecnologie dei sistemi forestali. Curriculum vitae >>>

Intervistato:
Leonardo Carrai, presidente dell’Associazione Banco Alimentare della Toscana Onlus.

 

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