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di Da­vi­de Di Mar­ti­no


Gli ali­men­ti fun­zio­na­li sono pro­dot­ti ali­men­ta­ri do­ta­ti di pro­prie­tà par­ti­co­la­ri, esal­ta­te at­tra­ver­so tec­ni­che mi­ra­te di pro­du­zio­ne o di tra­sfor­ma­zio­ne. Esem­pi di ali­men­ti fun­zio­na­li con­ten­go­no de­ter­mi­na­ti mi­ne­ra­li, vi­ta­mi­ne, acidi gras­si es­sen­zia­li o non, fibre ali­men­ta­ri e molte altre strut­tu­re mo­le­co­la­ri. Rien­tra­no in que­sta ca­te­go­ria anche ali­men­ti ad­di­zio­na­ti di so­stan­ze bio­lo­g­i­ca­men­te at­ti­ve, come i prin­ci­pi at­ti­vi di ori­gi­ne ve­ge­ta­le o altri an­ti­os­si­dan­ti, pro­bio­ti­ci do­ta­ti di pro­prie­tà be­ne­fi­che. L’a­li­men­to fun­zio­na­le non so­sti­tui­sce un far­ma­co. In­fat­ti, il suo ruolo è di pre­ve­ni­re e non di cu­ra­re stati pa­to­lo­gi­ci, mi­glio­ran­do le fun­zio­ni fi­sio­lo­gi­che del­l’or­ga­ni­smo e ri­du­cen­do il ri­schio di ma­lat­tia.


Alimenti


Ali­men­ti d’uso co­mu­ne sono tal­vol­ta fun­zio­na­li poi­ché i con­su­ma­to­ri a li­vel­lo glo­ba­le stan­no di­ven­tan­do più con­sa­pe­vo­li dei pro­ble­mi le­ga­ti alla sa­lu­te, la ri­chie­sta di ali­men­ti non­ché di in­gre­dien­ti sa­lu­ta­ri è de­sti­na­ta a cre­sce­re. Si pre­su­me che il mer­ca­to per tali pro­dot­ti di­ven­te­rà molto ampio. Prima che il pieno po­ten­zia­le com­mer­cia­le possa es­se­re rea­liz­za­to però, i con­su­ma­to­ri do­vran­no es­se­re ga­ran­ti­ti della si­cu­rez­za ed ef­fi­ca­cia di tali ali­men­ti.


Trend di mercato dei prodotti funzionali
Trend di mer­ca­to dei pro­dot­ti fun­zio­na­li ag­gior­na­to al 2007


Negli ul­ti­mi anni è au­men­ta­ta la let­te­ra­tu­ra ri­guar­dan­te le pro­prie­tà fun­zio­na­li dei latti fer­men­ta­ti. In par­ti­co­la­re sono ri­por­ta­te le pro­prie­tà che con­fe­ri­sco­no i mi­cror­ga­ni­smi ai sud­det­ti pro­dot­ti; tut­ta­via i la­vo­ri ri­guar­da­no par­ti­co­lar­men­te i bat­te­ri lat­ti­ci. Poi­ché in molti latti fer­men­ta­ti i lie­vi­ti si ri­tro­va­no in quan­ti­tà con­si­de­re­vo­li, in que­sto stu­dio ho vo­lu­to evi­den­zia­re al­cu­ne ca­rat­te­ri­sti­che fun­zio­na­li dei lie­vi­ti iso­la­ti dal Kumis Co­lom­bia­no al fine di se­le­zio­na­re ceppi in grado di ge­ne­ra­re pep­ti­di con at­ti­vi­tà ACE-ini­bi­to­ria nel latte e che con­fe­ris­se­ro un sa­po­re gra­de­vo­le alla be­van­da, non­ché met­te­re in ri­sal­to il con­tri­bu­to delle spe­cie più fre­quen­te­men­te ri­tro­va­te in que­sta ti­po­lo­gia di pro­dot­ti, sia sul pro­fi­lo degli acidi or­ga­ni­ci sia sugli ef­fet­ti che que­sti me­ta­bo­li­ti com­por­ta­no al si­ste­ma.
Sono stati stu­dia­ti 86 ceppi ap­par­te­nen­ti alle spe­cie più fre­quen­te­men­te ri­tro­va­te nel Kumis ed i ri­sul­ta­ti hanno evi­den­zia­to che degli 83 ceppi iso­la­ti dalla ma­tri­ce, 28 hanno mo­stra­to ca­pa­ci­tà di pro­dur­re pep­ti­di con at­ti­vi­tà ACE-I, in par­ti­co­la­re Cla­vi­spo­ra lu­si­ta­niae KL4, 78%; Kluy­ve­ro­my­ces mar­xia­nus KL26A, KL38 80.4% e 66.10 ri­spet­ti­va­men­te; To­ru­lo­spo­ra del­bruec­kii KL66A, 74.3%; Is­sat­chen­kia orien­ta­lis KL52, KL84A 89% e 72.25 ri­spet­ti­va­men­te; Ga­lac­to­my­ces geo­tri­chum KL20A, 68.5%.


Frequenza percentuale di lieviti isolati
Fre­quen­za % di lie­vi­ti iso­la­ti dal Kumis


Tut­ta­via esi­ste una cor­re­la­zio­ne tra pep­ti­di bioat­t­i­vi e gusto amaro del latte per­ciò è stato at­tua­to uno stu­dio che ha coin­vol­to 5 pan­nel­li­sti ed i ri­sul­ta­ti hanno sug­ge­ri­to che i cam­pio­ni di latte fer­men­ta­to meno amari con at­ti­vi­tà ACE-I, erano quel­li con­te­nen­ti K. mar­xia­nus, I. orien­ta­lis, K. Mar­xia­nus e G. geo­tri­chum; le altre spe­cie seb­be­ne ab­bia­no un’e­le­va­ta ca­pa­ci­tà ACE-I, pro­du­co­no pep­ti­di amari.
Al fine di in­ve­sti­ga­re la re­si­sten­za dei pep­ti­di ini­bi­to­ri alle pro­tea­si ga­stroin­te­sti­na­li, i cam­pio­ni sono stati di­ge­ri­ti con pep­si­na, trip­si­na e chi­mo­trip­si­na. I ri­sul­ta­ti sono molto in­te­res­san­ti, in­fat­ti per tutti i ceppi se­le­zio­na­ti, è au­men­ta­ta dopo una prima idro­li­si con la sola pep­si­na per poi solo in al­cu­ni casi ri­scen­de­re dopo idro­li­si con estrat­ti pan­crea­ti­ni­ci. In par­ti­co­la­re, l’at­ti­vi­tà ACEI è ri­sul­ta­ta leg­ger­men­te mag­gio­re per i ceppi di lie­vi­to I. orien­ta­lis KL84A e G. geo­tri­chum KL20B, men­tre nei ceppi di K. mar­xia­nus vi è stata una si­gni­fi­ca­ti­va ri­du­zio­ne. I ri­sul­ta­ti ot­te­nu­ti in­di­ca­no che i pep­ti­di ACEI pro­dot­ti dai mi­cror­ga­ni­smi iso­la­ti dal Kumis du­ran­te la fer­men­ta­zio­ne del latte, po­treb­be­ro man­te­ne­re la forma at­ti­va dopo la di­ge­stio­ne ga­stri­ca, inol­tre sug­ge­ri­sco­no il ri­la­scio di ul­te­rio­ri pep­ti­di ACEI du­ran­te il pro­ces­so di di­ge­stio­ne ga­stro-in­te­sti­na­le.


Un’al­tra parte del mio stu­dio si è ri­vol­to verso lo stu­dio dei pro­fi­li degli acidi or­ga­ni­ci i quali, danno un’in­di­ca­zio­ne dei sub­stra­ti che i lie­vi­ti me­ta­bo­liz­za­no mag­gior­men­te nel latte e con­tri­bui­sco­no alla fla­vour dei latti fer­men­ta­ti. In par­ti­co­la­re è stata va­lu­ta­ta la pre­sen­za di acido ci­tri­co, lat­ti­co, ace­ti­co, oro­ti­co e suc­ci­ni­co per le spe­cie più fre­quen­te­men­te ri­scon­tra­te nel Kumis co­lom­bia­no quali G. geo­tri­chum, C. tro­pi­ca­lis, C. lu­si­ta­niae, P. fer­men­tans, K. mar­xia­nus e I. orien­ta­lis.
Dalle ana­li­si si può evin­ce­re che la­con­cen­tra­zio­ne ini­zia­le del­l’a­ci­do ci­tri­co è stata ri­dot­ta dra­sti­ca­men­te del 92% circa, nei cam­pio­ni in cui K. mar­xia­nus era pre­sen­te, men­tre i ceppi di G. geo­tri­chum hanno con­su­ma­to il 67%. D’al­tra parte è stato evi­den­zia­to che, G. geo­tri­chum e Cl. lu­si­ta­niae, sono stati in grado di con­su­ma­re il lat­ta­to. Per con­tro K. mar­xia­nus, è stato il mag­gio­re pro­dut­to­re di acido lat­ti­co, si trat­ta di una spe­cie lat­to­sio fer­men­tan­te.
Per quan­to ri­guar­da l’a­ci­do ace­ti­co, le spe­cie K. mar­xia­nus e C. tro­pi­ca­lis hanno pro­dot­to le mag­gio­ri quan­ti­tà di tale acido. L’a­ci­do oro­ti­co, in­ve­ce è stato con­su­ma­to in mag­gio­ri quan­ti­tà da I. orien­ta­lis e Cl. lu­si­ta­niae, men­tre K. mar­xia­nus le più basse (10 mg/L), ri­spet­to alla sua con­cen­tra­zio­ne ini­zia­le che era di 41-50 mg/L. In­fi­ne la mag­gior parte dei lie­vi­ti hanno con­su­ma­to acido suc­ci­ni­co, tut­ta­via, è stato pro­dot­to dai ceppi G. geo­tri­chum KL45 (71,6mg/L), C. kefir KL23 (104,71mg/L); I. orien­ta­lis KL52 (12,76mg/L), K. mar­xia­nus KL38 (1,47mg/L). La di­ver­si­tà dei pro­fi­li degli acidi or­ga­ni­ci, con­tri­bui­sce si­cu­ra­men­te a con­fe­ri­re al pro­dot­to de­ter­mi­na­te ca­rat­te­ri­sti­che sen­so­ria­li ai latti fer­men­ta­ti.
Que­sto stu­dio ha per­mes­so di in­di­vi­dua­re star­ter da am­bien­ti tro­pi­ca­li, con l’o­biet­ti­vo di pro­dur­re un latte fer­men­ta­to ca­rat­te­riz­za­to da un alto po­ten­zia­le bio­lo­g­i­co. Tut­ta­via sono ne­ces­sa­rie ul­te­rio­ri ri­cer­che per va­lu­ta­re l’im­pat­to delle con­di­zio­ni tec­no­lo­gi­che per l’e­spres­sio­ne di que­ste ca­rat­te­ri­sti­che nella pro­du­zio­ne del Kumis.


Da­vi­de Di Mar­ti­no è lau­rea­to in Bio­tec­no­lo­gie pres­so l’U­ni­ver­si­tà degli Studi di Te­ra­mo con tesi spe­ri­men­ta­le in mi­cro­bio­lo­gia degli ali­men­ti. E-mail: di­mar­ti­nod­vd@​libero.​it


 






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