Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Fla­vio Ra­bit­ti

Sono pas­sa­ti molti anni ora­mai dalla na­sci­ta di si­ste­mi di pa­ga­men­to elet­tro­ni­co come ban­co­mat, te­le­pass e ad­de­bi­to di bol­let­te sul pro­prio conto cor­ren­te; in fondo anche un sem­pli­ce ope­ra­to­re di borsa, da molti anni, ac­qui­sta i ti­to­li og­get­to delle trat­ta­ti­ve clic­can­do un solo pul­san­te del pro­prio com­pu­ter. Il com­mer­cio elet­tro­ni­co quin­di in real­tà non si basa su tec­no­lo­gie ne­ces­sa­ria­men­te in­no­va­ti­ve come in­ve­ce spes­so si pensa; inol­tre, anche se par­lan­do di e-com­mer­ce la prima cosa che viene in mente è in­ter­net e gli ac­qui­sti ese­gui­ti con carta di cre­di­to, que­sto com­pren­de molte ti­po­lo­gie di ven­di­ta e di pro­mo­zio­ne dei pro­dot­ti at­tra­ver­so nu­me­ro­se vie di co­mu­ni­ca­zio­ne. Fatta que­sta pre­mes­sa è però op­por­tu­no pre­ci­sa­re che quel­la parte di e-com­mer­ce che è stata ca­pa­ce di crea­re un nuovo modo di fare bu­si­ness ed al­lar­ga­re la pro­pria rete di ven­di­ta al mer­ca­to mon­dia­le senza un ec­ces­si­vo con­su­mo di ri­sor­se, è pro­prio quel­la le­ga­ta al web ed al com­mer­cio te­le­ma­ti­co. In­ter­net in­fat­ti ha già por­ta­to a cam­bia­men­ti ra­di­ca­li, dato che con que­st’af­fa­sci­nan­te stru­men­to è pos­si­bi­le in­con­tra­re po­ten­zia­li ac­qui­ren­ti di­stan­ti da noi mi­glia­ia di chi­lo­me­tri stan­do sem­pli­ce­men­te se­du­ti da­van­ti allo scher­mo di un com­pu­ter.
La Rete si pre­sen­ta ora­mai, non solo come va­li­do mezzo at­tra­ver­so il quale pro­muo­ve­re e ven­de­re i pro­dot­ti, ma  anche come stru­men­to at­tra­ver­so il quale poter in­te­ra­gi­re di­ret­ta­men­te con i clien­ti fi­na­li, con­di­zio­nan­do tutto il pro­ces­so di mar­ke­ting e quin­di anche quel­lo re­la­ti­vo allo stu­dio dei po­ten­zia­li di do­man­da, dei com­por­ta­men­ti d’ac­qui­sto e la ri­cer­ca di in­for­ma­zio­ni sul mer­ca­to; è tale dun­que da con­di­zio­na­re pre­po­ten­te­men­te il modo di fare bu­si­ness non­ché lo stes­so con­cet­to di mer­ca­to che di­ven­ta uni­ver­sa­le, glo­ba­le, ba­sa­to su re­la­zio­ni vir­tua­li, in se­gui­to pro­prio al­l’ab­bat­ti­men­to delle sue bar­rie­re geo­gra­fi­che.
L’u­ti­liz­zo delle tec­no­lo­gie di­gi­ta­li le­ga­te ad In­ter­net (quali Web, Ex­tra­net, Ftp e E-Mail) com­por­ta­no ne­ces­sa­ria­men­te al­l’in­ter­no del­l’a­zien­da mo­di­fi­che di or­di­ne pro­dut­ti­vo, di­stri­bu­ti­vo, or­ga­niz­za­ti­vo, com­mer­cia­le e di mar­ke­ting che do­vran­no es­se­re af­fian­ca­te da una nuova men­ta­li­tà in per­fet­ta cor­ri­spon­den­za con gli al­te­ra­ti bi­so­gni di co­mu­ni­ca­zio­ne del­l’uo­mo e delle im­pre­se stes­se.
Molti au­to­ri iden­ti­fi­ca­no nel­l’e-com­mer­ce il ca­na­le che mag­gior­men­te si svi­lup­pe­rà nel­l’e-bu­si­ness agroa­li­men­ta­re, oltre ad es­se­re il più in­no­va­ti­vo e quel­lo che già da qual­che anno ri­le­va un gran­de po­ten­zia­le com­mer­cia­le (come di­mo­stra il gra­fi­co in Fi­gu­ra 1 – Dati Anee/As­sin­form).


Fi­gu­ra 1 – Di­stri­bu­zio­ne % dei siti di com­mer­cio elet­tro­ni­co in Ita­lia
Fonte: Anee/As­sin­form (2003)

Le in­da­gi­ni svol­te dall’ “Os­ser­va­to­rio Anee/As­sin­form sul com­mer­cio elet­tro­ni­co in Ita­lia” evi­den­zia­no anche che l’ac­qui­sto di pro­dot­ti ali­men­ta­ri in rete è stata la no­vi­tà del 2003 (a prova del fatto che il set­to­re del­l’e-com­mer­ce agroa­li­men­ta­re ha co­min­cia­to a svi­lup­pa­re nu­me­ri con­si­de­re­vo­li già da al­cu­ni anni) e ne iden­ti­fi­ca­no le cause (so­prat­tut­to nel pub­bli­co fem­mi­ni­le) nei punti se­guen­ti:
– esclu­sio­ne del pro­ble­ma del traf­fi­co e delle lun­ghe at­te­se alla cassa
– riem­pi­men­to del car­rel­lo con un sem­pli­ce click e pos­si­bi­li­tà di fare la spesa 24h al gior­no
– con­se­gna a do­mi­ci­lio evi­tan­do con­su­mi di ben­zi­na ed inu­ti­li code nelle stra­de più traf­fi­ca­te
– ac­qui­sto di beni in­gom­bran­ti (dif­fi­col­tà lo­gi­sti­ca) e non usua­li, ba­na­li, di uso quo­ti­dia­no
Fra i mo­ti­vi che spin­go­no le im­pre­se del set­to­re agroa­li­men­ta­re ad af­fron­ta­re una stra­te­gia di ven­di­ta on-li­ne c’è si­cu­ra­men­te il costo di svi­lup­po, che  in rete viene mi­ni­miz­za­to ri­spet­to ai ca­na­li tra­di­zio­na­li. In ag­giun­ta a ciò l’in­tra­pren­de­re di un’at­ti­vi­tà di com­mer­cia­liz­za­zio­ne on-li­ne com­por­ta anche il rag­giun­gi­men­to  di un tar­get di uten­ti glo­ba­le non fa­cil­men­te rag­giun­gi­bi­le at­tra­ver­so gli stru­men­ti con­ven­zio­na­li, pos­si­bi­le gra­zie al­l’ab­bat­ti­men­to di quel­le bar­rie­re al­l’in­gres­so che per molto tempo hanno reso dif­fi­ci­le i rap­por­ti con i mer­ca­ti este­ri, so­prat­tut­to dalle azien­de di pic­co­la di­men­sio­ne (molto co­mu­ni nel com­par­to agri­co­lo ed agroa­li­men­ta­re ita­lia­no). I van­tag­gi delle tec­no­lo­gie di­gi­ta­li pos­so­no (e de­vo­no) in­fat­ti es­se­re sfrut­ta­te so­prat­tut­to dalle pic­co­le im­pre­se (per la mag­gior parte di ca­rat­te­re ar­ti­gia­na­le) che, sia per il li­mi­ta­to costo di in­ve­sti­men­to ri­chie­sto per lo svi­lup­po e la ge­stio­ne del sito, sia per l’e­li­mi­na­zio­ne delle bar­rie­re pro­tet­ti­ve prima ci­ta­te, pos­so­no in que­sto modo en­tra­re in com­pe­ti­zio­ne con le gran­di azien­de col­lo­can­do sul mer­ca­to quei pro­dot­ti di ca­rat­te­re lo­ca­le e for­te­men­te ra­di­ca­ti al ter­ri­to­rio (di nic­chia) dei quali è molto ricco il no­stro paese ma che, fino ad ades­so, ri­sul­ta­no molte volte pre­sen­ti so­la­men­te su pic­co­li mer­ca­ti a dif­fu­sio­ne lo­ca­le.
Quin­di un ruolo chia­ve nella scel­ta di pren­de­re in con­si­de­ra­zio­ne il ca­na­le elet­tro­ni­co come at­ti­vi­tà stra­te­gi­ca prin­ci­pa­le da parte delle no­stre im­pre­se, la gioca pro­prio la spe­ci­fi­ci­tà del pro­dot­to agroa­li­men­ta­re ita­lia­no. Il pro­dot­to ti­pi­co, di fat­tu­ra ar­ti­gia­na­le e di scar­sa re­pe­ri­bi­li­tà sul mer­ca­to tra­di­zio­na­le, se pre­sen­te in rete con la giu­sta stra­te­gia di web-mar­ke­ting fa­vo­ri­sce la col­lo­ca­zio­ne delle im­pre­se ita­lia­ne in quei com­par­ti del mer­ca­to vir­tua­le che di­mo­stra­no cre­scen­te in­te­res­se per que­sta ti­po­lo­gia di of­fer­ta. Ri­sul­ta inol­tre po­si­zio­na­to fa­vo­re­vol­men­te ri­spet­to alle re­cen­ti ten­den­ze dei con­su­mi, de­ri­va­te da mo­di­fi­che di ca­rat­te­re so­cio-cul­tu­ra­le, sem­pre più at­ten­te alla com­po­nen­te sa­lu­ti­sti­ca, am­bien­ta­le e di sal­va­guar­dia dei pro­dot­ti ti­pi­ci lo­ca­li che da sem­pre ci in­vi­dia­no gli altri paesi del globo.
L’u­ti­liz­zo del ca­na­le di ven­di­ta vir­tua­le è im­por­tan­te anche per il cam­bia­men­to della strut­tu­ra della ca­te­na di­stri­bu­ti­va ali­men­ta­re; è in­fat­ti pro­prio at­tra­ver­so il com­mer­cio elet­tro­ni­co che le azien­de a pro­du­zio­ne agri­co­la e le pic­co­le im­pre­se di tra­sfor­ma­zio­ne ten­ta­no di in­stau­ra­re un rap­por­to di­ret­to con il con­su­ma­to­re, in modo tale da poter evi­ta­re la tra­di­zio­na­le forma di in­ter­me­dia­zio­ne e, di con­se­guen­za, ap­pro­priar­si di una por­zio­ne del va­lo­re che di con­sue­to è in­ve­ce la­scia­ta alla parte degli in­ter­me­dia­ri.
Poi­ché l’e-com­mer­ce è una real­tà re­la­ti­va­men­te nuova, so­prat­tut­to nel no­stro paese, in molti casi de­vo­no an­co­ra es­se­re ab­bat­tu­te quel­le con­di­zio­ni che ne fre­na­no il vero svi­lup­po. Il li­mi­te ge­ne­ra­le è dato dalla scar­sa co­no­scen­za del fe­no­me­no, quin­di dalla li­mi­ta­ta dif­fu­sio­ne delle tec­no­lo­gie in­for­ma­ti­che (al­me­no fino a qual­che anno fa) ed alla scar­sa al­fa­be­tiz­za­zio­ne in­for­ma­ti­ca degli uten­ti, siano essi pro­dut­to­ri, com­mer­cian­ti o con­su­ma­to­ri. Molte bar­rie­re sono già state ab­bat­tu­te (come la ca­ren­za di strut­tu­re in­for­ma­ti­che ade­gua­te, l’in­suf­fi­cien­za della lar­ghez­za della banda – anche se in al­cu­ni luo­ghi può es­se­re an­co­ra un pro­ble­ma – e le ta­rif­fe te­le­fo­ni­che), men­tre altre per­man­go­no e de­vo­no es­se­re in qual­che modo ri­sol­te (si pensi più che altro ai ri­schi con­nes­si alla tu­te­la della pri­va­cy ed alla si­cu­rez­za delle tran­sa­zio­ni fi­nan­zia­rie con­clu­se in rete).
Tut­ta­via anche il com­por­ta­men­to delle im­pre­se gioca un ruolo fon­da­men­ta­le. E’ do­ve­ro­so pre­ci­sa­re che se l’of­fer­ta non è in grado di sfrut­ta­re al pieno le po­ten­zia­li­tà of­fer­te dal ca­na­le di ven­di­ta vir­tua­le, di fatto può ve­ni­re a man­ca­re quel dif­fe­ren­zia­le di va­lo­re ri­spet­to alle tra­di­zio­na­li fonti com­mer­cia­li uti­liz­za­te dai con­su­ma­to­ri. In ag­giun­ta, es­sen­do il com­mer­cio elet­tro­ni­co e la ven­di­ta di­ret­ta stru­men­ti par­ti­co­lar­men­te van­tag­gio­si per le pic­co­le im­pre­se, spes­so si ri­scon­tra una certa dif­fi­col­tà di or­ga­niz­za­zio­ne e strut­tu­ra­zio­ne azien­da­le per far sì che si uti­liz­zi­no per­fet­ta­men­te le nuove me­to­do­lo­gie di bu­si­ness. So­ven­te è scar­sa anche la co­no­scen­za e la fi­du­cia nelle nuove tec­ni­che, so­prat­tut­to per­ché sono poche le azien­de che pos­seg­go­no al loro in­ter­no del per­so­na­le do­ta­to della ne­ces­sa­ria pro­fes­sio­na­li­tà per ope­ra­re nel mer­ca­to vir­tua­le.
Il con­su­ma­to­re in­ve­ce, può es­se­re fre­na­to dal­l’ac­qui­sto on-li­ne dalla dif­fi­den­za verso la rete (fat­to­re che oggi sta di­mi­nuen­do di im­por­tan­za), per il man­ca­to con­tat­to fi­si­co con il ven­di­to­re o con il pro­dot­to da ac­qui­sta­re e quin­di dal ti­mo­re di ar­ri­va­re a rea­liz­za­re un ac­qui­sto sba­glia­to e/o di ri­ce­ve­re un pro­dot­to non ri­spon­den­te alle aspet­ta­ti­ve. Ul­te­rio­ri com­pli­ca­zio­ni sono date dal­l’in­ci­den­za dei costi di spe­di­zio­ne sul costo to­ta­le del bene, dalla dif­fi­col­tà di re­sti­tu­zio­ne della merce, dalla scar­sa dif­fu­sio­ne e fa­mi­lia­ri­tà con i si­ste­mi di pa­ga­men­to on­li­ne (carte di cre­di­to, Pay­Pal, ecc) e con osta­co­li de­ri­van­ti dalla piat­ta­for­ma web con la quale de­vo­no ne­ces­sa­ria­men­te ve­ni­re in con­tat­to (ac­ces­si­bi­li­tà, usa­bi­li­tà, in­te­rat­ti­vi­tà, strut­tu­ra, ecc.).
Par­lan­do di e-com­mer­ce e di spe­di­zio­ni dei pro­dot­ti viene da pen­sa­re ad un altro pro­ble­ma le­ga­to allo svi­lup­po di que­sto ge­ne­re di com­mer­cio: le sem­pre più at­tua­li esi­gen­ze di ca­rat­te­re eco­lo­gi­co ed am­bien­ta­le le­ga­te al minor con­su­mo di ener­gia da parte delle at­ti­vi­tà umane.
Pro­ble­ma di non poco conto se è vero che le nuove ten­den­ze e le stra­te­gie dei vari paesi sa­ran­no sem­pre più orien­ta­te verso un più ri­di­men­sio­na­to e ra­gio­ne­vo­le sfrut­ta­men­to delle ri­sor­se a no­stra di­spo­si­zio­ne. Ed al­lo­ra il com­mer­cio elet­tro­ni­co è ve­ra­men­te un com­mer­cio eco-so­ste­ni­bi­le? Si può adat­ta­re alle nuove esi­gen­ze det­ta­te dai pro­ble­mi di na­tu­ra eco­lo­gi­ca ed am­bien­ta­le? Per ri­spon­de­re alle pre­ce­den­ti do­man­de è utile ana­liz­za­re e ri­por­ta­re uno stu­dio svol­to dal Green De­si­gn In­sti­tu­te della Car­ne­gie Mel­lon Uni­ver­si­ty del Di­cem­bre 2008 dal nome “Life Cycle Com­pa­ri­son of Tra­di­tio­nal Re­tail and  E-com­mer­ce Lo­gi­stics for Elec­tro­nic Pro­duc­ts:  A Case Study of buy.​com”. Ana­liz­za­ta la ca­te­na di­stri­bu­ti­va per le at­ti­vi­tà com­mer­cia­li tra­di­zio­na­li, di quel­le del com­mer­cio elet­tro­ni­co, fatta una stima delle com­po­nen­ti in­qui­nan­ti di ogni car­bu­ran­te uti­liz­za­to dalle unità di tra­spor­to di am­be­due le ti­po­lo­gie di ven­di­ta, cal­co­la­ti i chi­lo­me­tri ne­ces­sa­ri per­ché il pro­dot­to ar­ri­vi a casa del be­ne­fi­cia­rio (tra­spor­ta­to dal cor­rie­re se ac­qui­sta­to on-li­ne o in ma­nie­ra au­to­no­ma dal clien­te, se ac­qui­sta­to in ma­nie­ra con­ven­zio­na­le) e cal­co­la­to l’im­pat­to am­bien­ta­le delle con­fe­zio­ni e degli im­bal­lag­gi ne­ces­sa­ri per ogni ti­po­lo­gia di ven­di­ta, si ar­ri­va a rea­liz­za­re i gra­fi­ci re­la­ti­vi al­l’e­ner­gia pri­ma­ria uti­liz­za­ta ed al­l’e­mis­sio­ne di CO2 nel­l’am­bien­te (Fig. 2) da parte di ognu­no dei due si­ste­mi di ven­di­ta.


Fi­gu­ra 2 – Emis­sio­ne di CO2 as­so­cia­ta alla ven­di­ta tra­di­zio­na­le al det­ta­glio (Re­tail) ed at­tra­ver­so il ca­na­le com­mer­cia­le vir­tua­le (E-com­mer­ce)
Fonte: Green De­si­gn In­sti­tu­te (2008)

Dalle con­clu­sio­ni del­l’in­da­gi­ne tra­spa­re una netta dif­fe­ren­za per am­be­due i fat­to­ri con­si­de­ra­ti (ener­gia pri­ma­ria con­su­ma­ta e bios­si­do di car­bo­nio emes­so nel­l’at­mo­sfe­ra) a fa­vo­re del ca­na­le com­mer­cia­le vir­tua­le che, sem­pre se­con­do que­sti studi, sa­reb­be ca­pa­ce di svi­lup­pa­re 600 g di CO2 in meno del ca­na­le tra­di­zio­na­le (2200 g CO2 del­l’e-com­mer­ce con­tro i 2800 g CO2 della ven­di­ta con­ven­zio­na­le al det­ta­glio) ad ogni con­se­gna. Que­sto so­stan­zial­men­te in base al fatto che tante au­to­mo­bi­li che per­cor­ro­no dei pic­co­li tra­git­ti dal ne­go­zio a casa del clien­te con­su­ma­no più car­bu­ran­te di un unico tra­spor­ta­to­re che, anche di fron­te ai cen­ti­na­ia di chi­lo­me­tri in più per­cor­si, rie­sce con un unico viag­gio a con­se­gna­re una no­te­vo­le quan­ti­tà di merce.
Tutto ciò è ov­via­men­te in fun­zio­ne del mezzo di tra­spor­to uti­liz­za­to (aereo, cor­rie­re su stra­da, ecc.) e del tipo di pro­dot­to ac­qui­sta­to; va­rian­do que­sti due fat­to­ri i ri­sul­ta­ti pos­so­no dare ori­gi­ne a delle al­te­ra­zio­ni più o meno so­stan­zia­li dei va­lo­ri ri­le­va­ti.

Case Hi­sto­ry: Vi­no-sfu­so.com
In se­gui­to al­l’au­men­to dei prez­zi della bot­ti­glia, al­l’i­ni­zio della pre­an­nun­cia­ta crisi mon­dia­le ed allo svi­lup­po in­con­tra­sta­to delle GDO, Vi­no-sfu­so.com nasce dal­l’i­dea di ac­cor­cia­re la fi­lie­ra del set­to­re “vino” tor­nan­do in­die­tro nel tempo, quan­do an­co­ra que­sto pro­dot­to ve­ni­va com­pra­to “sfuso”. Vi­no-sfu­so.com è un sem­pli­ce spa­zio vir­tua­le nel quale pro­dut­to­ri e con­su­ma­to­ri si in­con­tra­no li­be­ra­men­te, pren­do­no con­tat­to e si ac­cor­da­no per con­clu­de­re la tran­sa­zio­ne nel modo a loro più con­ge­nia­le.

 
Fi­gu­ra 3 – La prima pa­gi­na di www.​vino-​sfuso.​com

Il sito web, rag­giun­gi­bi­le al­l’in­di­riz­zo www.​vino-​sfuso.​com, viene idea­to senza scopo di lucro e messo in linea nella se­con­da metà del 2006 con la ver­sio­ne 1.0; lo scopo del pro­get­to era (ed è an­co­ra) quel­lo di age­vo­la­re le pic­co­le im­pre­se vi­ti-vi­ni­co­le che, per de­fi­ni­zio­ne, sono orien­ta­te verso la pro­du­zio­ne di qua­li­tà (vini a De­no­mi­na­zio­ne di Ori­gi­ne) a sca­pi­to del quan­ti­ta­ti­vo tra­sfor­ma­to. A ri­guar­do si pensi in­fat­ti che ben il 95% del vino ita­lia­no de­ri­va dal­l’8% delle can­ti­ne, so­prat­tut­to di ori­gi­ne in­du­stria­le, orien­ta­te verso ti­po­lo­gie di vino di largo con­su­mo (Ma­lor­gio G. e Gra­zia C., 2009). Sa­reb­be un pec­ca­to, quin­di, con­ti­nua­re a la­scia­re i pic­co­li pro­dut­to­ri nel­l’om­bra aven­do la pos­si­bi­li­tà, con l’av­ven­to delle nuove tec­no­lo­gie di­gi­ta­li, di pre­sen­tar loro un pub­bli­co di mag­gior esten­sio­ne; in fondo sono pro­prio “ori­gi­ne” e “ti­pi­ci­tà” gli assi nella ma­ni­ca delle pic­co­le real­tà im­pren­di­to­ria­li, da con­si­de­ra­re stru­men­ti da uti­liz­za­re con suc­ces­so in que­sti mo­men­ti di crisi. “La di­men­sio­ne pic­co­la, in que­sto mo­men­to, è una be­ne­di­zio­ne”, sot­to­li­nea­no i pic­co­li pro­dut­to­ri come Gior­gio Sol­da­ti pro­prie­ta­rio de La Scol­ca: “Noi fi­nia­mo sem­pre il vino prima della do­man­da. Chi ha di­men­sio­ni ben mag­gio­ri delle no­stre ri­ma­ne con le bot­ti­glie in can­ti­na” (Vi­gne­Vi­ni, 2009).
Il sito web, rea­liz­za­to nella se­con­da metà del 2006, ha avuto la for­tu­na di na­sce­re in un mo­men­to pro­pi­zio per il ri­lan­cio dello sfuso, pe­rio­do che ini­zia­va ad es­se­re se­gna­to dalla crisi mon­dia­le e che pre­di­spo­ne­va quin­di il con­su­ma­to­re ad una mag­gio­re at­ten­zio­ne nei ri­guar­di delle pro­prie usci­te eco­no­mi­che.
L’i­ni­zia­ti­va era quin­di volta alla sen­si­bi­liz­za­zio­ne del con­su­ma­to­re in ma­nie­ra tale che po­tes­se com­pren­de­re i nu­me­ro­si pas­sag­gi di fi­lie­ra ai quali sono sot­to­po­sti tutti i pro­dot­ti agroa­li­men­ta­ri (ma non solo) e da qui a far sì che po­tes­se es­se­re messo in con­di­zio­ne di poter sce­glie­re fra il pro­dot­to tra­di­zio­na­le, che po­te­va tro­va­re come di con­sue­to nei su­per­mer­ca­ti (il vino in bot­ti­glia), ed il “pro­dot­to no­vi­tà” che fa­ce­va del pro­prio ca­val­lo di bat­ta­glia prez­zo, etica,  qua­li­tà e ri­spet­to per l’am­bien­te. In me­ri­to a que­st’ul­ti­mo aspet­to è utile, in­fat­ti, ri­cor­da­re che i con­te­ni­to­ri prin­ci­pal­men­te uti­liz­za­ti nelle tran­sa­zio­ni B2C (Bu­si­ness.to-Con­su­mer) sono i Bag-in-box; que­sti par­ti­co­la­ri con­te­ni­to­ri con­si­sto­no in sac­che com­po­ste da più stra­ti di ma­te­ria­le pla­sti­co e ter­mo­sal­da­ti in film me­tal­liz­za­ti, chiu­si con un ru­bi­net­to spe­cia­le che serve a do­sa­re la be­van­da. Il tutto viene in­se­ri­to al­l’in­ter­no di una sca­to­la di car­to­ne – per­fet­ta tra l’al­tro come me­dium per co­strui­re un’i­den­ti­tà di marca – che co­sti­tui­sce, uni­ta­men­te all’ “otre pla­sti­co”, una ri­spo­sta ec­cel­len­te ai pro­ble­mi di al­lo­ca­zio­ne e tra­spor­to della merce tra­di­zio­na­le (sia in casa che nei cor­rie­ri). Il Bag-in-box pos­sie­de la ca­pa­ci­tà di pro­teg­ge­re il vino da luce, scam­bi ter­mi­ci e dal­l’os­si­da­zio­ne, dato che il pro­dot­to non entra mai a con­tat­to con l’a­ria, nean­che quan­do il vino viene spil­la­to dal ru­bi­net­to; inol­tre è, eco­lo­gi­ca­men­te par­lan­do, molto più ef­fi­ca­ce del clas­si­co vetro: le due parti, pla­sti­ca e car­to­ne, pos­so­no es­se­re in­fat­ti se­pa­ra­te e ri­ci­cla­te com­ple­ta­men­te. Anche le  emis­sio­ni di ani­dri­de car­bo­ni­ca ven­go­no ri­dot­te  di circa la metà du­ran­te la di­stri­bu­zio­ne dello stes­so quan­ti­ta­ti­vo di vino ri­spet­to a quel­lo con­fe­zio­na­to in vetro (come il fa­mo­so esper­to sta­tu­ni­ten­se di vini Tyler Col­man di­mo­stra – Vi­gne­Vi­ni, 2009). Il prin­ci­pa­le pro­ble­ma di que­sto me­to­do di di­stri­bu­zio­ne sono però le li­mi­ta­zio­ni im­po­ste dai Di­sci­pli­na­ri di Pro­du­zio­ne dei vini a De­no­mi­na­zio­ne di Ori­gi­ne che, fino ad ades­so, ne pre­ve­de­va­no la com­mer­cia­liz­za­zio­ne so­la­men­te in con­te­ni­to­ri di vetro di di­men­sio­ne con­te­nu­ta; for­tu­na­ta­men­te il re­cen­te de­cre­to (Ago­sto 2008) del Mi­ni­stro del­l’A­gri­col­tu­ra Luca Zaia, ha este­so anche ai vini D.O.C. la pos­si­bi­li­tà di es­se­re ven­du­ti in Bag-in-box, apren­do così nuovi oriz­zon­ti di mer­ca­to (So­res­si M., 2009).
Il por­ta­le ha avuto un vero e pro­prio “boom” fra vi­gna­io­li e suc­ces­si­va­men­te fra gli ap­pas­sio­na­ti del vino che, con sor­pre­sa, hanno sa­pu­to ap­pro­fit­ta­re su­bi­to del­l’oc­ca­sio­ne loro of­fer­ta. Vi­no-sfu­so.com vanta di un po­si­zio­na­men­to nei mo­to­ri di ri­cer­ca di tutto ri­spet­to (in prima po­si­zio­ne su Goo­gle da ora­mai 3 anni con le pa­ro­le “vino sfuso”, “vini sfusi”, “ven­di­ta vino sfuso”, “ven­di­ta vini sfusi”, etc.) che gli ha per­mes­so, in que­sti anni, di ac­qui­si­re un di­scre­to nu­me­ro di vi­si­ta­to­ri pro­ve­nien­ti da ri­sul­ta­ti or­ga­ni­ci (cioè pro­ve­nien­ti dai mo­to­ri di ri­cer­ca) al­ta­men­te tar­ge­tiz­za­ti. Dalle sta­ti­sti­che degli ac­ces­si del sito si evin­ce in­fat­ti che non molte sono le pa­gi­ne viste men­si­li to­ta­liz­za­te, ri­spet­to ad altri siti di suc­ces­so, ma che que­sto pic­co­lo nu­me­ro rie­sce molto bene a con­ver­tir­si in con­tat­ti e quin­di in ven­di­te per le sin­go­le azien­de iscrit­te.
Per avere a di­spo­si­zio­ne dei dati con­cre­ti ri­guar­dan­ti la sod­di­sfa­zio­ne delle azien­de iscrit­te e te­sta­re quin­di l’u­ti­li­tà della piat­ta­for­ma, è stato chie­sto ai re­spon­sa­bi­li delle sud­det­te im­pre­se di par­te­ci­pa­re ad un son­dag­gio com­po­sto da 8 sem­pli­ci do­man­de.
Dai dati ac­qui­si­ti at­tra­ver­so il son­dag­gio, è pos­si­bi­le con­clu­de­re che le azien­de iscrit­te al si­ste­ma sem­bra­no sod­di­sfat­te del ser­vi­zio of­fer­to e di come que­sto si ri­per­cuo­ta sul loro fat­tu­ra­to azien­da­le; inol­tre, dopo un primo pe­rio­do di in­cer­tez­ze e ti­tu­ban­ze, sem­bra che la ten­den­za di tali pro­dut­to­ri sia di dare sem­pre più ri­lie­vo al ca­na­le com­mer­cia­le di ven­di­ta on-li­ne nel loro piano di mar­ke­ting azien­da­le. A que­sto deve però se­gui­re anche un cam­bia­men­to nel loro si­ste­ma di ge­stio­ne che, al­tri­men­ti, ri­schia di va­ni­fi­ca­re gli sfor­zi e mi­ni­miz­za­re le ven­di­te con­clu­se at­tra­ver­so la rete; da un sem­pli­ce e ve­lo­ce test ef­fet­tua­to at­tra­ver­so il por­ta­le, è ri­sul­ta­to in­fat­ti che, a se­gui­to di una ri­chie­sta di in­for­ma­zio­ni da parte di un pos­si­bi­le clien­te, la ri­spo­sta viene re­ca­pi­ta­ta al mit­ten­te (mezzo e-mail) dopo 36 ore nel 30% dei casi e dopo 48 ore nel 20% dei casi. Per­tan­to meno della metà dei pro­dut­to­ri ri­spon­de tem­pe­sti­va­men­te. Que­sto de­no­ta una de­fi­cien­za, da parte di di­ver­se im­pre­se, nel si­ste­ma di ge­stio­ne degli or­di­ni pro­ve­nien­ti dalla rete, che deve quin­di es­se­re ne­ces­sa­ria­men­te rior­ga­niz­za­to; sarà in­fat­ti molto dif­fi­ci­le per il pro­dut­to­re avere dei ri­sul­ta­ti con­cre­ti pro­ve­nien­ti da que­sto ca­na­le di ven­di­ta se non sarà di­spo­sto ad in­ve­sti­re, se­ria­men­te, parte del pro­prio tempo a que­sto scopo. Se in­ve­ce l’a­zien­da si mo­stra gio­va­ne, aper­ta e pre­pa­ra­ta a ri­spon­de­re pron­ta­men­te agli sti­mo­li of­fer­ti da que­sto in­no­va­ti­vo ca­na­le com­mer­cia­le, le sod­di­sfa­zio­ni, come di­mo­stra­to anche dal son­dag­gio e dai nu­me­ri ri­por­ta­ti, non po­tran­no che gio­va­re a fine anno sul pro­prio bi­lan­cio azien­da­le.
Con­ver­ten­do ed ap­pli­can­do alle im­pre­se agri­co­le ed agroa­li­men­ta­ri il mo­del­lo Vi­no-sfu­so.com (sep­pur con im­por­tan­ti va­ria­zio­ni), ha re­cen­te­men­te preso forma il nuovo ca­ta­lo­go web pro­dot­ti-azien­de “azien­de.​agraria.​org”, con lo scopo di al­lar­ga­re il pro­get­to ri­sul­ta­to vin­cen­te per il set­to­re “vino” a tutti gli altri com­par­ti del­l’a­groa­li­men­ta­re ita­lia­no.


Fi­gu­ra 4 – Pa­gi­na ini­zia­le del sito web http://​aziende.​agraria.​org/

Il ca­ta­lo­go web azien­de.​agraria.​org si offre come stru­men­to di pro­mo­zio­ne gra­tui­to per pic­co­le e gran­di azien­de agri­co­le ed agroa­li­men­ta­ri ita­lia­ne; è in­fat­ti pos­si­bi­le, per l’im­pre­sa, re­gi­strar­si gra­tui­ta­men­te al ser­vi­zio sce­glien­do i dati di ac­ces­so (nome uten­te e pas­sword) e for­nen­do un in­di­riz­zo e-mail va­li­do. Una volta va­li­da­ta la pro­pria re­gi­stra­zio­ne è pos­si­bi­le, con l’u­ti­liz­zo di nome uten­te e pas­sword scel­ti al mo­men­to della re­gi­stra­zio­ne, poter ac­ce­de­re alla pro­pria “Area pri­va­ta azien­de” e prov­ve­den­do alla crea­zio­ne della “ve­tri­na vir­tua­le” del­l’im­pre­sa. L’u­ten­te ha modo di in­se­ri­re il nome della pro­pria azien­da, i pro­dot­ti ven­du­ti, la ti­po­lo­gia di ven­di­ta (tra­di­zio­na­le o in rete), una de­scri­zio­ne del­l’at­ti­vi­tà, due im­ma­gi­ni e, ov­via­men­te, i det­ta­gli del­l’a­zien­da stes­sa (ubi­ca­zio­ne, e-mail, te­le­fo­no, sito web, etc.). Il pos­si­bi­le clien­te può ri­cer­ca­re on­li­ne il pro­dot­to de­si­de­ra­to at­tra­ver­so una sem­pli­ce ma­sche­ra di ri­cer­ca e, tro­va­re così, l’a­zien­da agri­co­la dalla quale ac­qui­sta­re; in base alle esi­gen­ze del pro­dut­to­re que­st’ul­ti­ma può av­ve­ni­re on-si­te (di­ret­ta­men­te in azien­da) op­pu­re on-li­ne. Il ser­vi­zio si pone come obiet­ti­vo la pro­mo­zio­ne della ven­di­ta di­ret­ta e lo svi­lup­po della fi­lie­ra corta in Ita­lia, così da poter dare alle pic­co­le azien­de la vi­si­bi­li­tà della quale ne­ces­si­ta­no, di of­fri­re al con­su­ma­to­re l’op­por­tu­ni­tà di rie­qui­li­bra­re i prez­zi e for­ni­re il giu­sto com­pen­so a chi pro­du­ce, a sca­pi­to degli in­ter­me­dia­ri.

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Fla­vio Ra­bit­ti, di­plo­ma­to pres­so l’I­sti­tu­to Tec­ni­co Agra­rio Sta­ta­le di Fi­ren­ze, è lau­rea­to in “Tu­te­la e Ge­stio­ne delle Ri­sor­se Fau­ni­sti­che” alla Fa­col­tà di Agra­ria di Fi­ren­ze.

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