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di Na­ta­lia Pi­cioc­chi

Ana­to­mia della mam­mel­la
La mam­mel­la è una ghian­do­la ti­pi­ca dei mam­mi­fe­ri, de­pu­ta­ta alla pro­du­zio­ne del latte. Le mam­mel­le sono pre­sen­ti in en­tram­bi i sessi, anche se poco svi­lup­pa­te fino alla pu­ber­tà, do­po­di­ché il loro ac­cre­sci­men­to è mag­gio­re nella fem­mi­na e con­ti­nua du­ran­te la gra­vi­dan­za (ac­cre­sci­men­to al­lo­me­tri­co). Il nu­me­ro, la forma, il vo­lu­me e la po­si­zio­ne delle mam­mel­le varia nelle di­ver­se spe­cie, oltre che di­pen­de­re dallo stato fun­zio­na­le. La vacca pre­sen­ta quat­tro mam­mel­le, due per lato, chia­ma­te anche quar­ti, se­pa­ra­ti tra di loro da tes­su­to con­net­ti­vo e dai le­ga­men­ti so­spen­so­ri me­dia­ni.

Il corpo ghian­do­la­re della mam­mel­la è una strut­tu­ra tu­bu­lo-al­veo­la­re com­po­sta (lobi), a se­cre­zio­ne apo­cri­na. Le unità se­cer­nen­ti sono gli al­veo­li, il cui lume è de­li­mi­ta­to da cel­lu­le se­cer­nen­ti di­spo­ste con­cen­tri­ca­men­te su una la­mi­na ba­sa­le. Più al­veo­li co­sti­tui­sco­no un lo­bu­lo e con­flui­sco­no il loro se­cre­to in un dotto in­tra­lo­bu­la­re. Più lo­bu­li co­sti­tui­sco­no un lobo i cui dotti in­tra­lo­bu­la­ri con­flui­sco­no in un con­dot­to lat­ti­fe­ro. La mam­mel­la dei ru­mi­nan­ti è di tipo sem­pli­ce: più con­dot­ti lat­ti­fe­ri con­flui­sco­no in un seno lat­ti­fe­ro, molto ampio e di­spo­sto alla base del ca­pez­zo­lo, che a sua volta af­fe­ri­sce a un unico dotto pa­pil­la­re; dal dotto pa­pil­la­re il latte fuo­rie­sce al­l’e­ster­no at­tra­ver­so il poro lat­ti­fe­ro, mu­ni­to di sfin­te­re.
La mam­mel­la di tipo com­po­sto, in­ve­ce, pre­sen­te negli equi­ni, nei car­ni­vo­ri e nel ma­ia­le, ha più con­dot­ti lat­ti­fe­ri che sfo­cia­no in più seni lat­ti­fe­ri, ognu­no dei quali ha un pro­prio dotto pa­pil­la­re.
La pelle che ri­co­pre il corpo della mam­mel­la si pre­sen­ta fine, co­per­ta da una rada pe­lu­ria e un­tuo­sa al tatto per la pre­sen­za di nu­me­ro­se ghian­do­le su­do­ri­pa­re e se­ba­cee, quel­la che ri­co­pre il ca­pez­zo­lo è in­ve­ce ru­go­sa.


Foto: 1) lo­bu­lo; 2) al­veo­lo; 3) tu­bu­lo del­l’al­veo­lo; 4) ca­na­le in­tra­lo­bu­la­re; 5) con­dot­to ga­lat­to­fo­ro (fonte D. Ba­la­si­ni)

Le­ga­men­ti so­spen­so­ri
La so­spen­sio­ne della mam­mel­la alla pa­re­te ad­do­mi­na­le è ga­ran­ti­ta dai le­ga­men­ti so­spen­so­ri, le cui pro­pag­gi­ni si spin­go­no nel pa­ren­chi­ma della ghian­do­la mam­ma­ria, de­fi­nen­do­ne i lobi e i lo­bu­li.
I le­ga­men­ti so­spen­so­ri me­dia­ni de­cor­ren­do in senso an­te­ro-po­ste­rio­re, di­vi­do­no la mam­mel­la in due metà, de­stra e si­ni­stra, ognu­na co­sti­tui­ta da due ghian­do­le, an­te­rio­re e po­ste­rio­re (quar­ti). I le­ga­men­ti so­spen­so­ri la­te­ra­li, ric­chi di fibre ela­sti­che, si tro­va­no su en­tram­bi i lati della mam­mel­la.
Quan­do en­tram­bi i le­ga­men­ti ce­do­no, la mam­mel­la pende; que­sto oltre a de­ter­mi­na­re pro­ble­mi per l’at­tac­co del grup­po di mun­gi­tu­ra, può anche es­se­re causa di le­sio­ni con con­se­guen­ti in­fe­zio­ni.

Ca­rat­te­ri­sti­che fon­da­men­ta­li della mam­mel­la nella vacca da latte
La mam­mel­la idea­le è quel­la che pre­sen­ta de­ter­mi­na­te e ben pre­ci­se ca­rat­te­ri­sti­che mor­fo-fun­zio­na­li.
Dal punto di vista fun­zio­na­le, la mam­mel­la deve ga­ran­ti­re alte pro­du­zio­ni di latte, dal punto di vista mor­fo­lo­gi­co, in­ve­ce, deve es­se­re con­for­me agli stan­dard di va­lu­ta­zio­ne per l’i­scri­zio­ne al Libro  Ge­nea­lo­gi­co, oltre che es­se­re ana­to­mi­ca­men­te per­fet­ta per una cor­ret­ta mun­gi­tu­ra mec­ca­ni­ca: oggi, in­fat­ti, sono le mam­mel­le che de­vo­no adat­tar­si alle mac­chi­ne mun­gi­tri­ci.
Una mam­mel­la di gran­di di­men­sio­ni e ca­pa­ci­tà è quel­la che ga­ran­ti­sce alta pro­du­zio­ne di latte. Da que­sto punto di vista una buona mam­mel­la è quel­la con una con­for­ma­zio­ne com­pat­ta, svi­lup­pa­ta mag­gior­men­te in senso la­te­ra­le e an­te­ro-po­ste­rio­re. Pre­sen­ta­no mam­mel­le di que­sto tipo vac­che con grop­pa lunga, larga e quasi oriz­zon­ta­le, con ba­ci­no ampio e oriz­zon­ta­le che fa­vo­ri­sce un’e­sten­sio­ne più ampia in senso an­te­ro-po­ste­rio­re e la­te­ra­le dei le­ga­men­ti so­spen­so­ri. Que­sta con­for­ma­zio­ne della mam­mel­la fa si che la parte an­te­rio­re si svi­lup­pi me­glio, ga­ran­ten­do il 40% della pro­du­zio­ne di latte. Vac­che con mam­mel­le di forma com­pat­ta, hanno car­rie­re pro­dut­ti­ve più lon­ge­ve. 
Il piano della mam­mel­la deve tro­var­si al di sopra dei gar­ret­ti ed es­se­re equi­li­bra­to. I ca­pez­zo­li, de­vo­no es­se­re im­pian­ta­ti ver­ti­cal­men­te al cen­tro di ogni quar­to, di ugua­le di­men­sio­ne e con­for­ma­zio­ne, idea­le è una lun­ghez­za in­tor­no ai 6 cm.
Una mam­mel­la ricca di tes­su­to se­cre­ti­vo, inol­tre, deve es­se­re mor­bi­da ela­sti­ca e spu­gno­sa al tatto, dopo la mun­gi­tu­ra deve pre­sen­tar­si flac­ci­da.

Va­lu­ta­zio­ne mor­fo-fun­zio­na­le della mam­mel­la
Nella va­lu­ta­zio­ne mor­fo­lo­gi­ca della mam­mel­la si guar­da­no, in­nan­zi­tut­to, quei ca­rat­te­ri con­si­de­ra­ti ere­di­ta­bi­li ed eco­no­mi­ca­men­te ri­le­van­ti (ca­rat­te­ri pri­ma­ri), cioè in­di­ca­ti­vi di mam­mel­le lon­ge­ve e pro­dut­ti­ve, in se­gui­to pos­so­no es­se­re anche va­lu­ta­ti quei ca­rat­te­ri fa­col­ta­ti­vi, se si ri­ten­go­no utili ai fini della va­lu­ta­zio­ne.
Dal punto di vista eco­no­mi­co, ad esem­pio, la forza e la lar­ghez­za degli at­tac­chi e la pro­fon­di­tà dei le­ga­men­ti rap­pre­sen­ta­no quei ca­rat­te­ri co­sid­det­ti pri­ma­ri, cioè che per primi sono con­si­de­ra­ti nella va­lu­ta­zio­ne mor­fo­lo­gi­ca, per­ché in­di­ca­ti­vi di vac­che con car­rie­re pro­dut­ti­ve lun­ghe. Pun­teg­gi alti, per­ciò, sono at­tri­bui­ti a vac­che che hanno mam­mel­le con at­tac­co an­te­rio­re piut­to­sto lungo e at­tac­co po­ste­rio­re ben mar­ca­to, alto e largo.
In ge­ne­ra­le la mam­mel­la deve pre­sen­tar­si ben svi­lup­pa­ta, con piano in­fe­rio­re pa­ral­le­lo al suolo e al di sopra dei gar­ret­ti. In par­ti­co­la­re  poi, la mam­mel­la po­ste­rio­re deve pre­sen­ta­re un pro­fi­lo la­te­ra­le spor­gen­te ri­spet­to la linea delle na­ti­che e una netta mar­ca­tu­ra dei quar­ti (visti da die­tro). La mam­mel­la an­te­rio­re deve es­se­re ben svi­lup­pa­ta e con pro­fi­lo in­fe­rio­re leg­ger­men­te ascen­den­te verso l’ad­do­me.
I quar­ti de­vo­no pre­sen­tar­si ar­mo­nio­si tra loro: pun­teg­gi alti sono at­tri­bui­ti a mam­mel­le con svi­lup­po po­ste­rio­re/an­te­rio­re di si­mi­le vo­lu­me, in ma­nie­ra da avere un’e­ro­ga­zio­ne quan­ti­ta­ti­va del latte il più ugua­le pos­si­bi­le, im­por­tan­te que­sto ai fini della mun­gi­tu­ra mec­ca­ni­ca, per evi­ta­re che il grup­po munga per trop­po tempo a vuoto i quar­ti an­te­rio­ri, con spia­ce­vo­li in­con­ve­nien­ti; l’at­tac­co an­te­rio­re lungo è ap­pun­to in­di­ca­ti­vo di quar­ti an­te­rio­ri più svi­lup­pa­ti.
Nella va­lu­ta­zio­ne dei ca­pez­zo­li, altro ca­rat­te­re pri­ma­rio, si guar­da in primo luogo alla loro po­si­zio­ne (visti da die­tro): pun­teg­gi alti sono at­tri­bui­ti a vac­che con ca­pez­zo­li in­se­ri­ti al cen­tro di ogni quar­to, per­pen­di­co­la­ri al suolo, cioè non spor­gen­ti né di­ver­gen­ti. La po­si­zio­ne la­te­ra­le e la di­men­sio­ne dei ca­pez­zo­li sono con­si­de­ra­ti, in­ve­ce, ca­rat­te­ri se­con­da­ri, pun­teg­gi più alti sono co­mun­que at­tri­bui­ti a vac­che con ca­pez­zo­li di lun­ghez­za media di 6-7 cm. 
Fun­zio­nal­men­te, in­ve­ce, uno dei più im­por­tan­ti ca­rat­te­ri da pren­de­re in con­si­de­ra­zio­ne è la de­ter­mi­na­zio­ne della “mun­gi­bi­li­tà” cioè del­l’at­ti­tu­di­ne di una bo­vi­na a ce­de­re in modo ra­pi­do, re­go­la­re e com­ple­to il latte se­cre­to dalla ghian­do­la mam­ma­ria come ri­spo­sta al­l’ap­pli­ca­zio­ne di una cor­ret­ta tec­ni­ca di mun­gi­tu­ra.
L’at­ti­tu­di­ne alla mun­gi­tu­ra, quin­di, è de­ter­mi­na­ta uti­liz­zan­do una mun­gi­tri­ce a quar­ti, prov­vi­sta di lat­to­me­tri elet­tro­ni­ci, che ci per­met­te­rà di va­lu­ta­re:
– la quan­ti­tà to­ta­le in Kg di latte pro­dot­to (latte munto + latte di sgoc­cio­la­tu­ra);
– la quan­ti­tà in Kg del latte di sgoc­cio­la­tu­ra;
– la du­ra­ta in mi­nu­ti della mun­gi­tu­ra;
– la ve­lo­ci­tà della mun­gi­tu­ra espres­sa come flus­so medio al mi­nu­to (kg/m), data dal rap­por­to tra la quan­ti­tà to­ta­le di latte munto e la du­ra­ta della mun­gi­tu­ra.
La de­ter­mi­na­zio­ne della ri­par­ti­zio­ne quan­ti­ta­ti­va del latte tra i quar­ti an­te­rio­ri e po­ste­rio­ri e l’in­di­vi­dua­zio­ne delle così dette vac­che lente, da non de­sti­na­re alla ri­pro­du­zio­ne, per­met­te un im­por­tan­te la­vo­ro di se­le­zio­ne con un netto mi­glio­ra­men­to del­l’ef­fi­cien­za azien­da­le. Que­sta se­le­zio­ne ga­ran­ti­sce una ri­du­zio­ne ge­ne­ra­le dei tempi di mun­gi­tu­ra (mi­no­re ma­no­do­pe­ra e uso/usura degli im­pian­ti) e a una mi­no­re sol­le­ci­ta­zio­ne mec­ca­ni­ca degli sfin­te­ri dei ca­pez­zo­li (ri­du­zio­ne trau­mi e in­fiam­ma­zio­ni), con con­se­guen­te ri­du­zio­ne dei costi di al­le­va­men­to.

Se­le­zio­ne e mi­glio­ra­men­to
Le ca­rat­te­ri­sti­che di bella mam­mel­la, prese in con­si­de­ra­zio­ne per l’i­scri­zio­ne nei Libri Ge­nea­lo­gi­ci, sono im­por­tan­ti anche per la scel­ta dei to­rel­li da de­sti­na­re alla ri­pro­du­zio­ne; in­fat­ti, il ca­rat­te­re “bella mam­mel­la” si può fis­sa­re con fa­ci­li­tà nella di­scen­den­za, at­tra­ver­so la se­le­zio­ne di to­rel­li figli e ni­po­ti di vac­che con belle mam­mel­le.
Per­tan­to, si dovrà evi­ta­re di de­sti­na­re alla ri­pro­du­zio­ne i vi­tel­li figli di vac­che con mam­mel­le che pre­sen­ta­no un qual­che di­fet­to che po­treb­be pre­giu­di­ca­re la cor­ret­ta mun­gi­bi­li­tà e la lon­ge­vi­tà pro­dut­ti­va del­l’a­ni­ma­le. Ad esem­pio: mam­mel­le con con­for­ma­zio­ne glo­bo­sa, cioè svi­lup­pa­te mag­gior­men­te in al­tez­za, pos­so­no crea­re dif­fi­col­tà per l’at­tac­co del grup­po du­ran­te le ope­ra­zio­ni di mun­gi­tu­ra, oltre che es­se­re sog­get­te a mag­gio­ri trau­mi; le mam­mel­le con con­si­sten­za car­no­sa sono le meno pro­dut­ti­ve per­ché hanno poco tes­su­to se­cer­nen­te, so­sti­tui­to da quel­lo con­net­ti­vo, que­sti tipi di mam­mel­le ri­du­co­no poco il loro vo­lu­me dopo la mun­gi­tu­ra; con mam­mel­le con quar­ti asim­me­tri­ci, cioè con quar­ti di di­ver­so vo­lu­me e quin­di ca­pa­ci­tà, si ri­schia di sovra mun­ge­re il quar­to più pic­co­lo con con­se­guen­ti ma­sti­ti.
Un altro im­por­tan­te obiet­ti­vo che si per­se­gue con il mi­glio­ra­men­to ge­ne­ti­co è l’at­ten­ta se­le­zio­ne di vac­che con quar­ti omo­ge­nei tra di loro. In­fat­ti, la pro­dut­ti­vi­tà dei quar­ti po­ste­rio­ri è mag­gio­re ri­spet­to a quel­la dei quar­ti an­te­rio­ri (60-40), la se­le­zio­ne deve mi­ra­re a ri­dur­re que­ste dif­fe­ren­ze, at­tra­ver­so la scel­ta di vac­che con mam­mel­le svi­lup­pa­te in lun­ghez­za, con un più ampio svi­lup­po pro­prio dei quar­ti an­te­rio­ri.
E’ ovvio che allo stato at­tua­le la mam­mel­la per­fet­ta non esi­ste, ma at­tra­ver­so un at­ten­to la­vo­ro di se­le­zio­ne si potrà au­men­ta­re la lon­ge­vi­tà pro­dut­ti­va delle vac­che, ri­dur­re al­cu­ne delle cause che pos­so­no de­ter­mi­na­re ma­sti­ti, fa­ci­li­ta­re i tempi e le ope­ra­zio­ni di mun­gi­tu­ra, con con­se­guen­te ri­du­zio­ne dei costi di al­le­va­men­to.

Bi­blio­gra­fia
– D. Ba­la­si­ni; cap. 10-11 and pp. 124-127. Zoo­gno­sti­ca. Ed. Eda­gri­co­le 1995.
– E. Frigo & O. Pe­dron. Dos­sier qua­li­tà latte. Come si va­lu­ta il flus­so del latte dai quar­ti. L’In­for­ma­to­re Zoo­tec­ni­co, 9 (2008) 44-51.
– G. Pe­la­gal­li & V. Botte; Vol. 3 pp. 465- 479. Ana­to­mia Ve­te­ri­na­ria, Si­ste­ma­ti­ca e Com­pa­ra­ta. Ed. Ermes 1982.
– www.​anarb.​it As­so­cia­zio­ne Na­zio­na­le Bo­vi­ni della Razza Bruna Ita­lia­na.
– www.​anafi.​it As­so­cia­zio­ne Na­zio­na­le Al­le­va­to­ri Fri­so­na Ia­lia­na.

Na­ta­lia Pi­cioc­chi, lau­rea­ta in Scien­ze della Pro­du­zio­ne Ani­ma­le, pres­so la Fa­col­tà di Me­di­ci­na Ve­te­ri­na­ria di Na­po­li. At­tual­men­te svol­ge at­ti­vi­tà da li­be­ro pro­fes­sio­ni­staCur­ri­cu­lum vitae >>>

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