Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Ti­zia­na Broc­chi

Si de­fi­ni­sce aci­di­tà vo­la­ti­le di un vino la quan­ti­tà di acido ace­ti­co pre­sen­te nel vino, espres­sa in g/l di acido ace­ti­co.
E’ im­por­tan­te de­ter­mi­na­re l’a­ci­di­tà vo­la­ti­le del vino per­ché la quan­ti­tà di acido ace­ti­co pre­sen­te è in­di­ce dello stato di sa­ni­tà del­l’u­va, di come pro­ce­de la fer­men­ta­zio­ne e poi, in ge­ne­ra­le, dello stato di con­ser­va­zio­ne del vino. In­fat­ti, l’a­ci­do ace­ti­co, si forma na­tu­ral­men­te in pic­co­le quan­ti­tà come pro­dot­to se­con­da­rio della fer­men­ta­zio­ne al­co­li­ca e della fer­men­ta­zio­ne ma­lo­lat­ti­ca; ma la sua quan­ti­tà au­men­ta se le uve non sono sane (dun­que lo si ri­tro­va anche nel mosto, nel quale in si­tua­zio­ni nor­ma­li non è pre­sen­te), se non si usano lie­vi­ti se­le­zio­na­ti, se il vino è sog­get­to alla ma­lat­tia dello spun­to ace­ti­co, di cui è il pro­dot­to prin­ci­pa­le, o ad altre al­te­ra­zio­ni mi­cro­bio­lo­gi­che cau­sa­te dai bat­te­ri ete­ro­lat­ti­ci, di cui è il pro­dot­to se­con­da­rio, se si ha un’os­si­da­zio­ne del­l’e­ta­no­lo, dun­que se il vino è ec­ces­si­va­men­te a con­tat­to con l’a­ria.
Per tali mo­ti­vi que­sta de­ter­mi­na­zio­ne viene ef­fet­tua­ta fre­quen­te­men­te in can­ti­na: prima della svi­na­tu­ra, du­ran­te la sosta del vino nei vasi vi­na­ri, prima di ogni tra­va­so e, in ul­ti­mo, prima del­l’im­bot­ti­glia­men­to. L’a­ci­di­tà vo­la­ti­le è, in­fat­ti, un pa­ra­me­tro i cui li­mi­ti mas­si­mi sono sta­bi­li­ti dalla legge; i li­mi­ti mas­si­mi pre­vi­sti sono:
– 1,08 g/l di acido ace­ti­co di acido ace­ti­co pari a 18 meq/l per i vini bian­chi e ro­sa­ti da ta­vo­la;
– 1,2 g/l di acido ace­ti­co pari a 20 meq/l per i vini rossi da ta­vo­la.
I va­lo­ri medi che si pos­so­no ri­scon­tra­re nei vini co­mu­ni da pasto a fine fer­men­ta­zio­ne si ag­gi­ra­no in­tor­no a 0,3 – 0,35 g/l di acido ace­ti­co, e tali va­lo­ri pos­so­no sa­li­re a 0,4 – 0,5 g/l di acido ace­ti­co dopo la fer­men­ta­zio­ne ma­lo­lat­ti­ca. Quan­do il va­lo­re del­l’a­ci­di­tà vo­la­ti­le su­pe­ra 0,6 g/l è de­su­mi­bi­le uno svi­lup­po bat­te­ri­co in atto. In ogni caso il va­lo­re del­l’a­ci­di­tà vo­la­ti­le deve es­se­re messo in re­la­zio­ne con il va­lo­re del­l’a­ci­di­tà to­ta­le, del ti­to­lo al­co­lo­me­tri­co vo­lu­mi­co, del­l’e­strat­to secco per poter es­se­re in­ter­pre­ta­to in ma­nie­ra cor­ret­ta.

L’a­ci­di­tà vo­la­ti­le viene de­ter­mi­na­ta su un di­stil­la­to del vino ot­te­nu­to per di­stil­la­zio­ne in cor­ren­te di va­po­re. È ne­ces­sa­rio di­stil­la­re in cor­ren­te di va­po­re in quan­to l’a­ci­do ace­ti­co ha un punto di ebol­li­zio­ne di 118°C ed è in­di­spen­sa­bi­le l’ef­fet­to tra­sci­nan­te del va­po­re ac­queo, in cui l’a­ci­do ace­ti­co è so­lu­bi­le, per se­pa­rar­lo quan­ti­ta­ti­va­men­te dal vino, senza sur­ri­scal­da­re  e de­com­por­re que­st’ul­ti­mo.
Non de­vo­no fare parte del­l’a­ci­di­tà vo­la­ti­le altri acidi vo­la­ti­li pre­sen­ti nel vino come l’a­ci­do car­bo­ni­co, altri acidi vo­la­ti­li pre­sen­ti (acido for­mi­co, acido pro­pio­ni­co, acido lat­ti­co) e la sol­fo­ro­sa li­be­ra e com­bi­na­ta. L’in­ter­fe­ren­za del­l’a­ci­do car­bo­ni­co viene eli­mi­na­ta per agi­ta­zio­ne del vino sot­to­vuo­to a fred­do prima del­l’a­na­li­si; l’in­ter­fe­ren­za degli altri acidi vo­la­ti­li viene eli­mi­na­ta da ap­po­si­te bolle di ret­ti­fi­ca pre­sen­ti negli aci­di­me­tri che, ret­ti­fi­can­do i va­po­ri, fanno ri­con­den­sa­re i va­po­ri degli acidi in­ter­fe­ren­ti, anche se non si eli­mi­na del tutto l’in­ter­fe­ren­za del­l’a­ci­do lat­ti­co; la sol­fo­ro­sa (li­be­ra e com­bi­na­ta) viene de­ter­mi­na­ta suc­ces­si­va­men­te per ti­to­la­zio­ne io­do­me­tri­ca sul di­stil­la­to e de­trat­ta: si par­le­rà per­ciò di aci­di­tà vo­la­ti­le al lordo della sol­fo­ro­sa e di aci­di­tà vo­la­ti­le al netto della sol­fo­ro­sa.
Per de­ter­mi­na­re l’a­ci­di­tà vo­la­ti­le se­con­do la me­to­di­ca di ana­li­si uf­fi­cia­le si uti­liz­za­no l’a­ci­di­me­tro uf­fi­cia­le ita­lia­no op­pu­re al­l’a­ci­di­me­tro uf­fi­cia­le CEE; si ot­ten­go­no così dei va­lo­ri uti­liz­za­bi­li nei ter­mi­ni di legge.
Esi­sto­no però altri me­to­di che uti­liz­za­no aci­di­me­tri che ab­bre­via­no i tempi di la­vo­ro e of­fro­no ri­sul­ta­ti molto va­li­di dal punto di vista pra­ti­co e che ven­go­no uti­liz­za­ti per con­trol­li di can­ti­na. Fra gli aci­di­me­tri esi­sten­ti in com­mer­cio l’a­ci­di­me­tro Juf­f­man è uno dei più uti­liz­za­ti per­chè per­met­te di fare mi­su­re ve­lo­ci, ma co­mun­que pre­ci­se.

L’aci­di­me­tro Juf­f­man è un ap­pa­rec­chio che fun­zio­na elet­tri­ca­men­te  e che opera su 5 ml di vino; è com­po­sto dalle se­guen­ti parti:
• re­ci­pien­te per la rac­col­ta del vino esau­sto e delle acque di la­vag­gio dopo l’a­na­li­si;
• beuta con­te­nen­te acqua di­stil­la­ta per la ge­ne­ra­zio­ne del va­po­re ac­queo scal­da­ta da una pia­stra elet­tri­ca, prov­vi­sta di un tappo a due fori; at­tra­ver­so un foro passa il tubo di si­cu­rez­za, che serve anche per riem­pi­re la beuta, nel­l’al­tro foro è in­se­ri­ta una val­vo­la;
• val­vo­la per in­di­riz­za­re il flus­so di va­po­re o al­l’e­ster­no (prima che inizi l’a­na­li­si) o den­tro il pal­lon­ci­no da di­stil­la­zio­ne in cor­ren­te di va­po­re (du­ran­te l’a­na­li­si);
• pal­lon­ci­no da di­stil­la­zio­ne in cor­ren­te di va­po­re, prov­vi­sto di bolla di ret­ti­fi­ca dei va­po­ri;
• man­tel­lo scal­dan­te o pia­stra elet­tri­ca per scal­da­re il pal­lon­ci­no da di­stil­la­zio­ne in cor­ren­te di va­po­re;
• re­fri­ge­ran­te;
• beuta di rac­col­ta del di­stil­la­to.

Acidimetro Juffman
Aci­di­me­tro Juf­f­man

Modo di pro­ce­de­re per ot­te­ne­re il di­stil­la­to in cor­ren­te di va­po­re
– Se il vino con­tie­ne CO2 è ne­ces­sa­rio sot­to­por­lo ad agi­ta­zio­ne sot­to­vuo­to a fred­do, prima di ini­zia­re l’a­na­li­si, per eli­mi­na­re la CO2.
– Met­te­re acqua di­stil­la­ta nella beuta ge­ne­ra­tri­ce di va­po­re ac­queo per metà o poco più del suo vo­lu­me e in­ne­sta­re la cor­ren­te elet­tri­ca alla pia­stra per por­ta­re ad ebol­li­zio­ne l’ac­qua.
– At­ti­va­re il re­fri­ge­ran­te e met­ter­gli sotto il re­ci­pien­te per la rac­col­ta del di­stil­la­to (40 ml).
– Quan­do l’ac­qua nella cal­da­ia bolle ed il flus­so di va­po­re esce al­l’e­ster­no dal tubo di si­cu­rez­za, met­te­re nel pal­lon­ci­no da di­stil­la­zio­ne in cor­ren­te di va­po­re 5 ml di vino pre­le­va­ti in modo esat­to con una pi­pet­ta pre­ce­den­te­men­te av­vi­na­ta.
– Chiu­de­re con l’ap­po­si­to tappo il pal­lon­ci­no e ac­cen­de­re il man­tel­lo scal­dan­te per scal­da­re il vino.
– Quan­do si for­ma­no le prime gocce di va­po­re con­den­sa­to nella bolla di espan­sio­ne di cui è prov­vi­sto il pal­lon­ci­no, ruo­ta­re la val­vo­la in modo che il va­po­re venga con­vo­glia­to al­l’in­ter­no del pal­lon­ci­no e in­ve­sta il vino in ebol­li­zio­ne.
– Di­stil­la­re 40 ml di di­stil­la­to, fa­cen­do at­ten­zio­ne che il li­vel­lo del vino al­l’in­ter­no del pal­lon­ci­no ri­man­ga più o meno co­stan­te; se il vo­lu­me di­mi­nui­sce, ab­bas­sa­re il man­tel­lo scal­dan­te o ad­di­rit­tu­ra spen­ger­lo mo­men­ta­nea­men­te.
– Ter­mi­na­ta la di­stil­la­zio­ne, spen­ge­re il man­tel­lo scal­dan­te il pal­lon­ci­no e ri­por­ta­re la val­vo­la nella po­si­zio­ne di par­ten­za in modo che il va­po­re venga di nuovo con­vo­glia­to al­l’e­ster­no; aspi­ra­re il vino esau­sto e le acque di la­vag­gio del pal­lon­ci­no nel re­ci­pien­te di rac­col­ta degli scar­ti.


Ana­li­si vo­lu­me­tri­ca – Ti­to­la­zio­ne

De­ter­mi­na­zio­ne del­l’a­ci­di­tà vo­la­ti­le al lordo della sol­fo­ro­sa
La de­ter­mi­na­zio­ne si fa at­tra­ver­so una ti­to­la­zio­ne aci­di­me­tri­ca uti­liz­zan­do una so­lu­zio­ne di NaOH N/50 (0,02 N) e la fe­nol­fta­lei­na come in­di­ca­to­re. La so­lu­zio­ne di NaOH neu­tra­liz­ze­rà l’a­ci­do ace­ti­co, ma anche la sol­fo­ro­sa li­be­ra e com­bi­na­ta che è pas­sa­ta nel di­stil­la­to, se­con­do le se­guen­ti rea­zio­ni:

CH3COOH + NaOH ———–> CH3COONa + H2O
H2SO3 + 2 NaOH   ———–> Na2SO3 + 2 H2O
R – CH(OH)SO3H ———–> R – CH(OH)SO3Na + H2O

Modo di pro­ce­de­re
– Av­vi­na­re, riem­pi­re e az­ze­ra­re una bu­ret­ta con la so­lu­zio­ne di NaOH N/50.
– Por­ta­re il di­stil­la­to ad in­ci­pien­te ebol­li­zio­ne (70°C circa) per eli­mi­na­re l’e­ven­tua­le ani­dri­de car­bo­ni­ca as­sor­bi­ta.
– Ag­giun­ge­re 2-3 gocce di fe­nol­fta­lei­na e ti­to­la­re con la so­lu­zio­ne di NaOH N/50 fino a vi­rag­gio, quan­do cioè il di­stil­la­to as­su­me ri­fles­si rosa per­si­sten­ti per al­me­no 30 se­con­di.
– Per de­ter­mi­na­re il te­no­re in aci­di­tà vo­la­ti­le al lordo della sol­fo­ro­sa si ese­guo­no i se­guen­ti cal­co­li:
N1V1=N2V2
Con:
N1 = con­cen­tra­zio­ne della so­lu­zio­ne di NaOH = 0,02 eq/l
V1 = vo­lu­me della so­lu­zio­ne di NaOH uti­liz­za­ta per ar­ri­va­re al vi­rag­gio = mlNaOH
N2 = con­cen­tra­zio­ne del­l’a­ci­do ace­ti­co (al lordo della sol­fo­ro­sa) = gran­dez­za da de­ter­mi­na­re in­di­ca­ta con NCH3COOH
V2 = vo­lu­me di vino sot­to­po­sto al­l’a­na­li­si = 5 ml
0,02 x mlNaOH = NCH3COOH x 5
da cui:
NCH3COOH (eq/l) = 0,02 x mlNaOH / 5

Per tra­sfor­ma­re la con­cen­tra­zio­ne del­l’a­ci­do ace­ti­co da Nor­ma­li­tà a g/l è ne­ces­sa­rio mol­ti­pli­ca­re per il peso equi­va­len­te del­l’a­ci­do ace­ti­co: PECH3COOH = 60 g/eq
g/lCH3COOH = NCH3COOH x 60 =  0,02 x mlNaOH x 60 / 5

da cui de­ri­va il cal­co­lo ra­pi­do, che spes­so si trova ri­por­ta­to sui testi, per de­ter­mi­na­re l’a­ci­di­tà al lordo della sol­fo­ro­sa:

g/lCH3COOH = mlNaOH x 0,24

De­ter­mi­na­zio­ne del­l’a­ci­di­tà vo­la­ti­le al netto della sol­fo­ro­sa
Per mi­su­ra­re que­sto pa­ra­me­tro è ne­ces­sa­rio de­ter­mi­na­re il con­tri­bu­to della sol­fo­ro­sa li­be­ra e com­bi­na­ta al­l’a­ci­di­tà vo­la­ti­le per poi de­trar­lo.

De­ter­mi­na­zio­ne della sol­fo­ro­sa li­be­ra
La de­ter­mi­na­zio­ne si fa per ti­to­la­zio­ne io­do­me­tri­ca. Lo I2 rea­gi­sce con la SO2 li­be­ra se­con­do la se­guen­te rea­zio­ne:

SO32- + I2 + H2O ———–> SO42- + 2I + 2H+

Modo di pro­ce­de­re
– Raf­fred­da­re il di­stil­la­to pro­ve­nien­te dalla ti­to­la­zio­ne con la so­lu­zio­ne di NaOH.
– Ad­di­zio­nar­lo di 1-2 gocce di so­lu­zio­ne di H2SO4 1:10, in modo da ren­de­re la so­lu­zio­ne acida e quin­di in­co­lo­re.
– Ag­giun­ge­re 2 ml di una so­lu­zio­ne di KI e 2 ml di salda d’a­mi­do che fun­zio­na da in­di­ca­to­re.
– Av­vi­na­re, riem­pi­re e az­ze­ra­re una bu­ret­ta con la so­lu­zio­ne di I2 N/50.
– Ti­to­la­re con la so­lu­zio­ne di I2 N/50 fino a com­par­sa di una co­lo­ra­zio­ne blue, in­di­ce del vi­rag­gio.
– Leg­ge­re il vo­lu­me di so­lu­zio­ne di I2  N/50 uti­liz­za­to per ar­ri­va­re a vi­rag­gio e in­di­car­lo con n1:
n1 = ml (I2 N/50) per SO2 li­be­ra.

De­ter­mi­na­zio­ne della sol­fo­ro­sa com­bi­na­ta
La de­ter­mi­na­zio­ne si fa sem­pre per ti­to­la­zio­ne io­do­me­tri­ca, dopo aver li­be­ra­to la sol­fo­ro­sa com­bi­na­ta e aver­la tra­sfor­ma­ta in li­be­ra. Lo I2 rea­gi­sce con la sol­fo­ro­sa che si è li­be­ra­ta se­con­do la rea­zio­ne pre­ce­den­te­men­te ri­por­ta­ta.

Modo di pro­ce­de­re
– Ag­giun­ge­re alla so­lu­zio­ne qual­che gram­mo (4-5 g) di NaHCO3. In que­ste con­di­zio­ni il pH della so­lu­zio­ne torna ba­si­co e la sol­fo­ro­sa com­bi­na­ta si li­be­ra, per­ciò la co­lo­ra­zio­ne del­l’in­di­ca­to­re scom­pa­re.
– Ti­to­la­re an­co­ra con la so­lu­zio­ne di I2  N/50 fino a ri­com­par­sa della co­lo­ra­zio­ne blue.
– Leg­ge­re il vo­lu­me di so­lu­zio­ne di I2  N/50 uti­liz­za­to per ar­ri­va­re al vi­rag­gio e in­di­car­lo con n2:
n2 = ml (I2 N/50) per SO2 com­bi­na­ta.

– Per de­ter­mi­na­re il te­no­re in aci­di­tà vo­la­ti­le al netto della sol­fo­ro­sa è ne­ces­sa­rio cal­co­la­re il vo­lu­me cor­ret­to di so­lu­zio­ne di NaOH N/50 uti­liz­za­to per ti­to­la­re l’a­ci­do ace­ti­co, scor­po­ra­to cioè del con­tri­bu­to della sol­fo­ro­sa li­be­ra e com­bi­na­ta:

ml (NaOH corretti) = ml (NaOH) – (n1 + n2/2)

n2 deve es­se­re di­vi­so per 2 per­ché il rap­por­to di rea­zio­ne sol­fo­ro­sa com­bi­na­ta/I2 è il dop­pio di quel­lo di rea­zio­ne sol­fo­ro­sa com­bi­na­ta/NaOH, es­sen­do la sol­fo­ro­sa com­bi­na­ta mo­no­ba­si­ca.
Verrà poi ap­pli­ca­ta la stes­sa for­mu­la usata per il cal­co­lo del­l’a­ci­di­tà vo­la­ti­le al lordo della sol­fo­ro­sa, uti­liz­zan­do però per V1 il vo­lu­me cor­ret­to di so­lu­zio­ne di NaOH N/50.

Clic­ca qui per ve­de­re il video:

https://​www.​youtube.​com/​watch?​v=tbI_​qRqRngs >>>

 


Si­mo­ne In­no­cen­ti, Ti­zia­na Broc­chi e Giu­sep­pe Guar­nie­ri

Ti­zia­na Broc­chi, lau­rea­ta in Chi­mi­ca pres­so l’U­ni­ver­si­tà degli Studi di Fi­ren­ze, è do­cen­te di Chi­mi­ca agra­ria pres­so l’I­sti­tu­to Tec­ni­co Agra­rio Sta­ta­le di Fi­ren­ze.
Giu­sep­pe Guar­nie­ri è do­cen­te di Eser­ci­ta­zio­ni di chi­mi­ca pres­so l’I­sti­tu­to Tec­ni­co Agra­rio Sta­ta­le di Fi­ren­ze.
Si­mo­ne In­no­cen­ti fre­quen­ta la clas­se V A – a.s. 2008/09 – del­l’I­sti­tu­to Tec­ni­co Agra­rio Sta­ta­le di Fi­ren­ze.

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