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di Da­nie­la Pa­lat­tel­la

La Pu­glia è da sem­pre una delle re­gio­ni ita­lia­ne con la più ele­va­ta pro­du­zio­ne eno­lo­gi­ca gra­zie al clima fa­vo­re­vo­le alla col­ti­va­zio­ne della vite. La base am­pe­lo­gra­fi­ca pu­glie­se pos­sie­de un po­ten­zia­le ine­spres­so for­ma­to da vi­ti­gni au­toc­to­ni mi­no­ri poco col­ti­va­ti e spes­so in via di scom­par­sa che, non es­sen­do iscrit­ti al Ca­ta­lo­go Na­zio­na­le delle va­rie­tà, non sono cen­si­ti ma po­treb­be­ro in­cre­men­ta­re la gamma di pro­dot­ti eno­lo­gi­ci. Il  re­cu­pe­ro e la va­lo­riz­za­zio­ne dei vi­ti­gni au­toc­to­ni poco dif­fu­si o mi­no­ri ha l’o­biet­ti­vo di riat­ti­var­ne la col­ti­va­zio­ne, ot­te­nen­do nuovi pro­dot­ti eno­lo­gi­ci ben dif­fe­ren­zia­bi­li e con un prez­zo più ele­va­to in grado di ga­ran­ti­re una mi­glio­re re­mu­ne­ra­zio­ne.

I com­po­sti fe­no­li­ci del­l’u­va e del vino

I com­po­sti fe­no­li­ci espli­ca­no un ruolo es­sen­zia­le nella de­fi­ni­zio­ne delle ca­rat­te­ri­sti­che or­ga­no­let­ti­che dei vini (il co­lo­re, l’a­strin­gen­za e fla­vour) e dei pro­ces­si chi­mi­ci e fi­si­ci che av­ven­go­no nel corso della vi­ni­fi­ca­zio­ne e del­l’in­vec­chia­men­to.
La loro con­cen­tra­zio­ne nelle uve è estre­ma­men­te va­ria­bi­le: la com­po­si­zio­ne po­li­fe­no­li­ca del­l’a­ci­no, in­fat­ti, è in­fluen­za­ta dalle con­di­zio­ni di ma­tu­ra­zio­ne del grap­po­lo, dalla va­rie­tà e dalla zona di ori­gi­ne del vi­ti­gno non­ché dalle tec­ni­che col­tu­ra­li, dal­l’e­spo­si­zio­ne al sole, dalla po­si­zio­ne geo­gra­fi­ca e dal tipo di ter­re­no (Moio et al., 2007). La com­po­si­zio­ne po­li­fe­no­li­ca dei vini di­pen­de, oltre che dalla ma­te­ria prima, dalla tec­ni­ca di vi­ni­fi­ca­zio­ne ado­pe­ra­ta. In­fat­ti, le fasi di ma­ce­ra­zio­ne ed estra­zio­ne dei com­po­sti fe­no­li­ci dalle parti so­li­de del­l’u­va unite ai fe­no­me­ni bio­chi­mi­ci e chi­mi­ci a cui i po­li­fe­no­li sono sot­to­po­sti (os­si­da­zio­ne, de­gra­da­zio­ne, con­den­sa­zio­ne) e la fer­men­ta­zio­ne pos­so­no mo­di­fi­ca­re no­te­vol­men­te il pat­tern fe­no­li­co del pro­dot­to fi­na­le.

La stima della com­po­si­zio­ne e della con­cen­tra­zio­ne dei com­po­sti fe­no­li­ci del­l’u­va e anche la co­no­scen­za della ri­par­ti­zio­ne di que­sti com­po­sti tra bucce e vi­nac­cio­li pos­so­no aiu­ta­re l’e­no­lo­go ad im­po­sta­re in ma­nie­ra ot­ti­ma­le la vi­ni­fi­ca­zio­ne (Moio et al., 2007).
I com­po­sti po­li­fe­no­li­ci del­l’u­va si clas­si­fi­ca­no in due gran­di grup­pi: fla­vo­noi­di, il più ab­bon­dan­te, e non fla­vo­noi­di. In base al grado di os­si­da­zio­ne del­l’a­nel­lo cen­tra­le, i fla­vo­noi­di pos­so­no es­se­re sud­di­vi­si in an­to­cia­ni, fla­vo­no­li e fla­va­no­li. Di que­sti, par­ti­co­lar­men­te im­por­tan­ti in eno­lo­gia sono gli an­to­cia­ni e i fla­va­no­li, in quan­to re­spon­sa­bi­li, ri­spet­ti­va­men­te, del co­lo­re e del gusto e astrin­gen­za del vino (Scian­ca­le­po­re et al., 1998).

Obiet­ti­vi della tesi

Sulla base di quan­to espo­sto sopra, l’o­biet­ti­vo prin­ci­pa­le del mio la­vo­ro di tesi, che ho sin­te­tiz­za­to nelle suc­ces­si­ve pa­gi­ne, è stato quel­lo di ca­rat­te­riz­za­re la fra­zio­ne fe­no­li­ca delle uve di vi­ti­gni au­toc­to­ni mi­no­ri della Pu­glia e dei re­la­ti­vi vini ot­te­nu­ti me­dian­te mi­cro­vi­ni­fi­ca­zio­ne, al fine di ve­ri­fi­ca­re la loro po­ten­zia­li­tà eno­lo­gi­ca.
I cam­pio­ni di uva og­get­to della tesi ap­par­ten­go­no ai vi­ti­gni An­ti­nel­lo, Im­pi­gno, Mar­chio­ne, Ma­re­sco, Uva At­ti­na (cv a bacca bian­ca) e Su­su­ma­niel­lo e Ot­ta­via­nel­lo (cv a bacca rossa).
In base ai ri­sul­ta­ti di ca­rat­te­riz­za­zio­ne fe­no­li­ca dei vi­ti­gni mi­no­ri au­toc­to­ni del pre­sen­te la­vo­ro, gli ope­ra­to­ri del set­to­re vi­ti­vi­ni­co­lo po­tran­no ap­pli­ca­re le più ido­nee tec­no­lo­gie di vi­ni­fi­ca­zio­ne al fine di esal­ta­re le loro po­ten­zia­li­tà eno­lo­gi­che e va­lo­riz­za­re la pro­du­zio­ne vi­ti­co­la della Pu­glia.
Il la­vo­ro della pre­sen­te tesi si è con­fi­gu­ra­to par­zial­men­te nel pro­get­to: Pro­gram­ma Svi­lup­po Ru­ra­le FEASR 2007-2013 – Pro­get­ti In­te­gra­ti per la Bio­di­v­er­si­tà – Re­cu­pe­ro del Ger­mo­pla­sma Vi­ti­co­lo Pu­glie­se (Re.​Ge.​Vi.P.).

Cam­pio­na­men­to di uva e vini

I cam­pio­ni delle uve sono stati con­fe­ri­ti al la­bo­ra­to­rio di Eno­lo­gia del Di­par­ti­men­to DIS­SPA dal Cen­tro di Ri­cer­ca, Spe­ri­men­ta­zio­ne e For­ma­zio­ne in Agri­col­tu­ra (CRSFA) “Ba­si­le-Ca­ra­mia” di Lo­co­ro­ton­do al fine di ese­gui­re le ana­li­si della fra­zio­ne fe­no­li­ca. Il cen­tro CRSFA ha prov­ve­du­to alle mi­cro­vi­ni­fi­ca­zio­ni delle uve uti­liz­zan­do le tec­ni­che di vi­ni­fi­ca­zio­ne in rosso e in bian­co tra­di­zio­na­li e, su cia­scun cam­pio­ne di vino ot­te­nu­to, il la­bo­ra­to­rio di Eno­lo­gia del DIS­SPA ha ese­gui­to le ana­li­si di ca­rat­te­riz­za­zio­ne fe­no­li­ca. Estra­zio­ne po­li­fe­no­li dalle bucce delle uve
L’e­stra­zio­ne dei po­li­fe­no­li dalle bucce del­l’u­va è stata con­dot­ta me­dian­te una so­lu­zio­ne estraen­te com­po­sta da eta­no­lo:acqua:acido clo­ri­dri­co (70:30:1; v/v/v). Gli estrat­ti sono stati re­cu­pe­ra­ti e sot­to­po­sti alle ana­li­si di po­li­fe­no­li to­ta­li, at­ti­vi­tà an­ti­os­si­dan­te, fla­vo­noi­di to­ta­li e an­to­cia­ni to­ta­li con me­to­di spet­tro­fo­to­me­tri­ci e del pro­fi­lo  an­to­cia­ni­co me­dian­te HPLC-DAD.
Sui cam­pio­ni di vino sono state ese­gui­te le me­de­si­me ana­li­si spet­tro­fo­to­me­tri­che e, in più, l’a­na­li­si degli in­di­ci del co­lo­re (in­ten­si­tà co­lo­ran­te e to­na­li­tà) e del pro­fi­lo an­to­cia­ni­co per HPLC-DAD.

Ri­sul­ta­ti

Com­po­si­zio­ne fe­no­li­ca delle uve

Per quan­to ri­guar­da le uve a bacca bian­ca, la va­rie­tà più ricca in fla­vo­noi­di to­ta­li è stata l’Uva At­ti­na, se­gui­ta da Mar­chio­ne, Im­pi­gno, Ma­re­sco e An­ti­nel­lo. Il Mar­chio­ne, in­ve­ce, è ri­sul­ta­to il più do­ta­to in po­li­fe­no­li to­ta­li, se­gui­to da Uva At­ti­na, Im­pi­gno, Ma­re­sco e An­ti­nel­lo. Come at­te­so, le cul­ti­var hanno mo­stra­to va­lo­ri di at­ti­vi­tà an­ti­os­si­dan­te in linea con quel­li dei po­li­fe­no­li to­ta­li. In­fat­ti, i due pa­ra­me­tri sono ri­sul­ta­ti per­fet­ta­men­te cor­re­la­ti tra loro.

composizione fenolica antiossidante uve

Per quan­to con­cer­ne le due va­rie­tà au­toc­to­ne a bacca rossa, dal con­fron­to dei dati ot­te­nu­ti è emer­sa una no­te­vo­le dif­fe­ren­za tra il Su­su­ma­niel­lo e l’Ot­ta­via­nel­lo. Il Su­su­ma­niel­lo è ri­sul­ta­to net­ta­men­te più do­ta­to in po­li­fe­no­li to­ta­li, an­to­cia­ni to­ta­li e fla­vo­noi­di to­ta­li. In con­tra­sto, l’Ot­ta­via­nel­lo ha mo­stra­to un mag­gior va­lo­re di at­ti­vi­tà an­ti­os­si­dan­te. La dif­fe­ren­za della com­po­si­zio­ne po­li­fe­no­li­ca e del­l’at­ti­vi­tà an­ti­os­si­dan­te delle uve esa­mi­na­te po­treb­be es­se­re le­ga­ta pro­prio ad una va­ria­bi­li­tà co­sti­tu­ti­va e ti­pi­ca del vi­ti­gno.
Os­ser­van­do la com­po­si­zio­ne an­to­cia­ni­ca delle uve rosse, il Su­su­ma­niel­lo ha mo­stra­to un con­te­nu­to in an­to­cia­ni­ne li­be­re to­ta­li 3,5 volte mag­gio­re del­l’Ot­ta­via­nel­lo. Anche la com­po­si­zio­ne in an­to­cia­ni­ne è ri­sul­ta­ta no­te­vol­men­te dif­fe­ren­te tra le uve delle due va­rie­tà. Il Su­su­ma­niel­lo è ri­sul­ta­to ca­rat­te­riz­za­to dal mag­gior con­te­nu­to in an­to­cia­ni­ne li­be­re (80,6% del to­ta­le). Per quan­to con­cer­ne l’Ot­ta­via­nel­lo, le an­to­cia­ni­ne li­be­re co­sti­tui­va­no meno della metà del to­ta­le (48,7%).

composizione antocianica uve rosse

Nelle bucce del­l’Ot­ta­via­nel­lo, inol­tre, è ri­sul­ta­to es­ser­ci un rap­por­to tra an­to­cia­ni­ne tri­so­sti­tui­te e di­so­sti­tui­te in­fe­rio­re ri­spet­to alle bucce del Su­su­ma­niel­lo, aspet­to che può es­se­re tra­dot­to in una mi­no­re sta­bi­li­tà po­ten­zia­le del co­lo­re del vino nella fase d’in­vec­chia­men­to.

Com­po­si­zio­ne fe­no­li­ca dei vini

Per quan­to ri­guar­da i vini bian­chi, il con­te­nu­to in fla­vo­noi­di to­ta­li ha ri­cal­ca­to quel­lo os­ser­va­to nelle re­la­ti­ve bucce: i cam­pio­ni con il con­te­nu­to mag­gio­re sono stati il Mar­chio­ne e l’Uva At­ti­na (ri­spet­ti­va­men­te 97 e 88 mg/L), men­tre Im­pi­gno, Ma­re­sco e An­ti­nel­lo hanno mo­stra­to va­lo­ri in­fe­rio­ri a 61 mg/L.

composizione fenolica antocianica vino vini

Il vino più ricco in po­li­fe­no­li to­ta­li è ri­sul­ta­to l’Uva At­ti­na, se­gui­to da Ma­re­sco, Im­pi­gno, Mar­chio­ne e An­ti­nel­lo. Ri­spet­to al con­te­nu­to in po­li­fe­no­li to­ta­li os­ser­va­to nelle bucce, sono emer­se delle dif­fe­ren­ze per il vi­ti­gno Mar­chio­ne che, pur aven­do bucce con un ele­va­to con­te­nu­to di po­li­fe­no­li to­ta­li non ha pro­dot­to un vino al­tret­tan­to ricco in tali com­po­sti, men­tre, al con­tra­rio, il Ma­re­sco, che non aveva ri­por­ta­to un con­te­nu­to al­tis­si­mo di po­li­fe­no­li to­ta­li nelle bucce, ha pro­dot­to un vino con un con­te­nu­to in po­li­fe­no­li to­ta­li quasi pa­ra­go­na­bi­le a quel­lo del­l’U­va At­ti­na. Per quan­to con­cer­ne l’at­ti­vi­tà an­ti­os­si­dan­te, anche per i vini que­sto pa­ra­me­tro è ri­sul­ta­to cor­re­la­to con i po­li­fe­no­li to­ta­li con un buon va­lo­re del coef­fi­cien­te di de­ter­mi­na­zio­ne R2=0,92495. In com­ples­so, i ri­sul­ta­ti ri­scon­tra­ti per i vini bian­chi in­di­ca­no che,  por­tan­do avan­ti un cor­ret­to pro­ces­so di vi­ni­fi­ca­zio­ne in bian­co e ri­spet­tan­do la du­ra­ta e la con­du­zio­ne delle fasi pre­vi­ste (ma­ce­ra­zio­ne as­sen­te o mi­ni­ma con le vi­nac­ce e pi­gia­tu­ra e pres­sa­tu­ra il più pos­si­bi­le sof­fi­ce con im­me­dia­ta chia­ri­fi­ca­zio­ne del mosto), è pos­si­bi­le ot­te­ne­re da que­sti vi­ti­gni dei pro­dot­ti piut­to­sto in­te­res­san­ti eno­lo­gi­ca­men­te, poco amari e astrin­gen­ti.

Per quan­to ri­guar­da i vini rossi, come at­te­so, il Su­su­ma­niel­lo ha mo­stra­to una mag­gio­re do­ta­zio­ne fe­no­li­ca e at­ti­vi­tà an­ti­os­si­dan­te ri­spet­to al­l’Ot­ta­via­nel­lo. In­fat­ti, il Su­su­ma­niel­lo ha mo­stra­to un va­lo­re in fla­vo­noi­di to­ta­li del 50% più alto e in an­to­cia­ni to­ta­li di quasi 4 volte su­pe­rio­re a quel­lo del­l’Ot­ta­via­nel­lo. La no­te­vo­le dif­fe­ren­za tra i due vini è fun­zio­ne della di­ver­sa con­cen­tra­zio­ne dei com­po­sti fe­no­li­ci delle re­la­ti­ve uve e della loro dif­fe­ren­te estrai­bi­li­tà, poi­ché en­tram­bi i vini sono stati pro­dot­ti con la stes­sa tec­no­lo­gia di vi­ni­fi­ca­zio­ne tra­di­zio­na­le.

Con­si­de­ran­do il mi­no­re con­te­nu­to in an­to­cia­ni to­ta­li già evi­den­zia­to in pre­ce­den­za, que­sto vino po­treb­be ri­sul­ta­re di un co­lo­re rosso meno in­ten­so, come di­mo­stra­to dalla bassa in­ten­si­tà di co­lo­re (0,22), e meno bril­lan­te te­sti­mo­nia­to dalla to­na­li­tà (0,71).

Per quan­to ri­guar­da i po­li­fe­no­li to­ta­li, il Su­su­ma­niel­lo ha mo­stra­to un con­te­nu­to quasi dop­pio ri­spet­to al­l’Ot­ta­via­nel­lo, come pre­ve­di­bi­le dalla do­ta­zio­ne in po­li­fe­no­li to­ta­li del­l’u­va di par­ten­za. Il con­te­nu­to mag­gio­re di po­li­fe­no­li to­ta­li ri­scon­tra­to nel Su­su­ma­niel­lo po­treb­be es­se­re di­pe­so dalla va­rie­tà di uva (na­tu­ral­men­te più ricca), dal suo stato di ma­tu­ra­zio­ne e dalla na­tu­ra­le mag­gio­re con­cen­tra­zio­ne dei po­li­fe­no­li nel frut­to di par­ten­za. Anche per que­sti due vini rossi l’at­ti­vi­tà an­ti­os­si­dan­te ha ri­spec­chia­to la do­ta­zio­ne in po­li­fe­no­li to­ta­li: il Su­su­ma­niel­lo ha pre­sen­ta­to un va­lo­re di circa il dop­pio del­l’Ot­ta­via­nel­lo (6663 mmoli/L vs 3088 mmoli/L).
Per quan­to ri­guar­da il pro­fi­lo an­to­cia­ni­co de­ter­mi­na­to con HPLC, i ri­sul­ta­ti hanno con­fer­ma­to quel­li ot­te­nu­ti con le ana­li­si spet­tro­fo­to­me­tri­che. Il Su­su­ma­niel­lo ha mo­stra­to un con­te­nu­to in an­to­cia­ni to­ta­li di circa tre volte su­pe­rio­re del­l’Ot­ta­via­nel­lo (107 mg/L vs 34 mg/L). Anche la com­po­si­zio­ne in an­to­cia­ni­ne è ri­sul­ta­ta no­te­vol­men­te dif­fe­ren­te tra i vini delle due va­rie­tà. Il Su­su­ma­niel­lo è ri­sul­ta­to ca­rat­te­riz­za­to dal mag­gior con­te­nu­to in an­to­cia­ni­ne li­be­re (82,9% del to­ta­le)

composizione antocianica vini rossi

Il Su­su­ma­niel­lo ha mo­stra­to un con­te­nu­to in an­to­cia­ni sen­si­bil­men­te mag­gio­re del­l’Ot­ta­via­nel­lo e, so­prat­tut­to, un pro­fi­lo an­to­cia­ni­co quan­ti­ta­ti­va­men­te più equi­li­bra­to, con la pre­va­len­za delle 3 an­to­cia­ni­ne tri­so­sti­tui­te, più sta­bi­li al­l’os­si­da­zio­ne. Il mag­gio­re con­te­nu­to e il più equi­li­bra­to pro­fi­lo delle an­to­cia­ni­ne, si ri­flet­te sul co­lo­re di que­sto vino che ri­sul­ta di un rosso più in­ten­so, ten­den­te a por­po­ra, ed anche più sta­bi­le per il mag­gior con­te­nu­to di tan­ni­ni con­den­sa­ti in esso ri­scon­tra­to ri­spet­to alle forme mo­no­me­re più reat­ti­ve dei fla­va­no­li.

Con­clu­sio­ni

I vini ot­te­nu­ti da uva a bacca bian­ca me­dian­te mi­cro-vi­ni­fi­ca­zio­ni hanno mo­stra­to ca­rat­te­ri­sti­che molto di­ver­se tra loro e ciò po­treb­be si­gni­fi­ca­re una dif­fe­ren­te de­sti­na­zio­ne nel campo eno­lo­gi­co.

L’An­ti­nel­lo in virtù del suo basso con­te­nu­to di fe­no­li po­treb­be es­se­re im­pie­ga­to per la pro­du­zio­ne di un buon vino bian­co gio­va­ne, fre­sco e sta­bi­le al­l’os­si­da­zio­ne, da uti­liz­za­re even­tual­men­te in ab­bi­na­men­to con piat­ti a base di pesce o da de­sti­na­re alla spu­man­tiz­za­zio­ne.
L’Im­pi­gno po­treb­be es­se­re im­pie­ga­to o in uvag­gio con altre va­rie­tà, op­pu­re in pu­rez­za per la pro­du­zio­ne di un buon vino bian­co da pasto co­mu­ne e dal gusto neu­tro, mor­bi­do e pu­li­to, poco acido e secco.
Il Ma­re­sco e il Mar­chio­ne po­treb­be­ro es­se­re uti­liz­za­ti in uvag­gi con altre va­rie­tà per in­cre­men­ta­re l’a­ci­di­tà dei vini bian­chi sec­chi, op­pu­re es­se­re de­sti­na­ti alla spu­man­tiz­za­zio­ne in pu­rez­za.
L’Uva At­ti­na po­treb­be es­se­re im­pie­ga­ta esclu­si­va­men­te in uvag­gio con altre va­rie­tà per la pro­du­zio­ne di vini da pasto co­mu­ni, poi­ché vi­ni­fi­ca­ta in pu­rez­za po­treb­be pre­sen­ta­re pro­ble­mi di sta­bi­li­tà del co­lo­re a causa del­l’al­to con­te­nu­to in po­li­fe­no­li.
Le due va­rie­tà di uva a bacca rossa hanno for­ni­to dei vini dalle ca­rat­te­ri­sti­che eno­lo­gi­che piut­to­sto in­te­res­san­ti e dif­fe­ren­ti.
L’Ot­ta­via­nel­lo po­treb­be es­se­re im­pie­ga­to per la pro­du­zio­ne di un ro­sa­to o in uvag­gi con altre va­rie­tà per la pro­du­zio­ne di un buon vino rosso ru­bi­no da ta­vo­la di pron­ta beva.
Il Su­su­ma­niel­lo ha mo­stra­to le mi­glio­ri po­ten­zia­li­tà eno­lo­gi­che gra­zie  alla com­po­si­zio­ne fe­no­li­ca equi­li­bra­ta. La sua uva po­treb­be for­ni­re un vino con una buona at­ti­tu­di­ne al­l’in­vec­chia­men­to poi­ché par­ti­co­lar­men­te do­ta­to in po­li­fe­no­li. Tra i vi­ti­gni og­get­to di stu­dio è si­cu­ra­men­te quel­lo di mag­gior in­te­res­se, in quan­to può tran­quil­la­men­te es­se­re im­pie­ga­to in pu­rez­za, o in uvag­gi per no­bi­li­ta­re altre cul­ti­var con mi­no­re do­ta­zio­ne fe­no­li­ca.

I vini og­get­to di stu­dio sono stati pro­dot­ti at­tra­ver­so una vi­ni­fi­ca­zio­ne tra­di­zio­na­le su pic­co­la scala e, per­tan­to, i ri­sul­ta­ti an­dreb­be­ro con­fer­ma­ti vi­ni­fi­can­do le uve su scala in­du­stria­le.

vitigni autoctoni puglia

Da­nie­la Pa­lat­tel­la è una lau­rea­ta ma­gi­stra­le in Scien­ze e Tec­no­lo­gie Ali­men­ta­ri pres­so l’U­ni­ver­si­tà degli Studi di Bari “Aldo Moro”. E-mail: da­nie­la.​palattella@​gmail.​com
Nel 2017 ha di­scus­so la tesi di lau­rea spe­ri­men­ta­le in “Tec­no­lo­gie Ali­men­ta­ri” dal ti­to­lo “Com­po­sti fe­no­li­ci di uve e re­la­ti­vi vini di vi­ti­gni au­toc­to­ni mi­no­ri della Pu­glia” aven­te come re­la­to­re il Prof. Giu­sep­pe GAM­BA­COR­TA

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