Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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In­di­vi­dua­zio­ne del mo­men­to mi­glio­re per la in­se­mi­na­zio­ne – sin­cro­niz­za­zio­ne dei ca­lo­ri – de­sta­gio­na­liz­za­zio­ne – in­se­mi­na­zio­ne stru­men­ta­le

di Giu­sep­pe Ac­co­man­do

L’in­di­vi­duo che è ca­pa­ce di fe­con­da­re o di es­se­re fe­con­da­to si dice che ha rag­giun­to la ma­tu­ri­tà ses­sua­le o pu­ber­tà, que­sta è di­ver­sa a se­con­da della spe­cie ani­ma­le ed è fun­zio­ne della vita media della stes­sa.
Esem­pio nei bo­vi­ni la ma­tu­ri­tà ses­sua­le, in en­tram­bi i sessi, si ha in­tor­no ai 14 – 16 mesi di vita, nella scro­fa, l’età pu­be­re cor­ri­spon­de ai 6 – 7 mesi, negli ovini 7 – 10 mesi, nei ca­pri­ni 16 mesi.
Tec­ni­ca­men­te è buona norma non fare ac­cop­pia­re i sog­get­ti gio­va­ni fin­ché non hanno rag­giun­to un ade­gua­to svi­lup­po sche­le­tri­co e mu­sco­la­re onde evi­ta­re di com­pro­met­ter­ne la du­ra­ta eco­no­mi­ca.
La pu­ber­tà si ma­ni­fe­sta nelle fem­mi­ne con i ca­lo­ri, nei ma­schi con l’i­stin­to ge­ne­si­co.
Nelle bo­vi­ne non gra­vi­de i ca­lo­ri si pre­sen­ta­no, me­dia­men­te, ad in­ter­val­li re­go­la­ri di 21 gior­ni, la du­ra­ta varia dalle 15 alle 30 ore; du­ran­te que­sta fase la fem­mi­na ma­ni­fe­sta com­por­ta­men­ti par­ti­co­la­ri: nella prima parte, che dura circa 6–10 ore, an­nu­sa le com­pa­gne, cerca di sca­val­car­le, i ge­ni­ta­li ester­ni si pre­sen­ta­no gonfi, ar­ros­sa­ti e umidi, a 18 ore dal­l’i­ni­zio del ca­lo­re la fem­mi­na si muove ner­vo­sa­men­te, ca­val­ca le com­pa­gne, man­gia svo­glia­ta­men­te, di­mi­nui­sce la pro­du­zio­ne di latte, ac­cet­ta lo sca­val­ca­men­to, ha per­di­ta di muco chia­ro dalla rima vul­va­re, è que­sto il mo­men­to mi­glio­re per fe­con­da­re la fem­mi­na.
Nelle bu­fa­le l’età pu­be­re è più tar­di­va ri­spet­to ai bo­vi­ni, ma­ni­fe­stan­do­si il primo ca­lo­re dopo i due anni di età, nei ma­schi qual­che mese dopo. Il primo salto per le fem­mi­ne si fa av­ve­ni­re in­tor­no ai 2,5-3 anni, i ma­schi al 3° anno di vita.
Le scro­fe ma­ni­fe­sta­no i ca­lo­ri ogni 21 gior­ni, la du­ra­ta del ca­lo­re me­dia­men­te è di 2–3 gior­ni, per in­dur­re le scro­fe al­l’e­stro è bene far pas­sa­re tra le gab­bie delle fem­mi­ne il verro. La scro­fa in ca­lo­re ma­ni­fe­sta il ri­fles­so di mo­bi­li­tà, se ca­val­ca­ta dal­l’uo­mo si bloc­ca pun­tan­do le zampe a terra. Dal­l’i­ni­zio della ma­ni­fe­sta­zio­ne estra­le è bene fe­con­da­re la scro­fa a di­stan­za di 24-36 ore, mo­men­to mi­glio­re per l’o­vu­la­zio­ne.
La pu­ber­tà negli ovi-ca­pri­ni si ha me­dia­men­te in­tor­no ai 10-11 mesi di vita, l’ac­cop­pia­men­to lo si fa av­ve­ni­re quan­do la fem­mi­na ha un peso di circa ¾ di quel­lo da adul­ta che se­con­do le razze do­vreb­be cor­ri­spon­de­re ai 35–50 kg.
Le pe­co­re e le capre hanno un ciclo estra­le ogni 19 – 21 gior­ni, le fem­mi­ne in estro ma­ni­fe­sta­no il loro stato solo in pre­sen­za dei ma­schi (arie­ti e bec­chi).
Per in­di­vi­dua­re le fem­mi­ne in ca­lo­re si pos­so­no uti­liz­za­re i po­do­me­tri, trat­ta­si di brac­cia­li elet­tro­ni­ci, che si ap­pli­ca­no ad un arto e che sfrut­ta­no la pe­cu­lia­ri­tà fi­sio­lo­gi­ca dei sog­get­ti in ca­lo­re di au­men­ta­re per­cen­tual­men­te il nu­me­ro di passi per ora. I po­do­me­tri, in­fat­ti, re­gi­stra­no nel­l’in­te­ra gior­na­ta ed in­via­no ad ogni munta, tra­mi­te un’an­ten­na posta al­l’en­tra­ta della sala di mun­gi­tu­ra, i dati ad un com­pu­ter che entra in al­lar­me quan­do l’a­ni­ma­le pre­sen­ta un’at­ti­vi­tà su­pe­rio­re del 70% ri­spet­to alla media ag­gior­na­ta sugli ul­ti­mi dieci gior­ni. In altre azien­de, ci si af­fi­da al­l’o­pe­ra­io di turno che os­ser­van­do gli ani­ma­li segna sul re­gi­stro di stal­la quel­le che de­vo­no es­se­re fe­con­da­te, ge­ne­ral­men­te at­tra­ver­so l’in­se­mi­na­zio­ne stru­men­ta­le, op­pu­re si fa ri­cor­so a to­rel­li va­sec­to­miz­za­ti, cioè che hanno perso la ca­pa­ci­tà di fe­con­da­re per il le­ga­men­to dei dotti de­fe­ren­ti ma non certo la ca­pa­ci­tà di in­di­vi­dua­re le fem­mi­ne in ca­lo­re; op­pu­re, come ac­ca­de nelle pe­co­re e capre, si usa il ruf­fia­no, ma­schio in­te­ro a cui gli è im­pe­di­to di fe­con­da­re per l’ap­pli­ca­zio­ne di un ben­dag­gio al­l’or­ga­no co­pu­la­to­re.

Podometri
Po­do­me­tri (foto Giu­sep­pe Ac­co­man­do)

Ge­ne­ral­men­te negli al­le­va­men­ti che se­guo­no la linea vac­ca-vi­tel­lo, op­pu­re in quel­li bu­fa­li­ni, ovini e ca­pri­ni ciò non ac­ca­de per­ché si in­tro­du­ce tra le fem­mi­ne che de­vo­no es­se­re fe­con­da­te il ma­schio pro­va­to che prov­ve­de­rà na­tu­ral­men­te alla fe­con­da­zio­ne.
Nelle spe­cie zoo­tec­ni­che spes­so l’at­ti­vi­tà ses­sua­le è sta­gio­na­le, tale fe­no­me­no è più mar­ca­to nelle fem­mi­ne che non nei ma­schi, nelle spe­cie ovina e ca­pri­na si hanno due pic­chi du­ran­te l’an­no e cor­ri­spon­do­no alle sta­gio­ni au­tun­na­le e pri­ma­ve­ri­le, trat­ta­si di spe­cie bre­vi­diur­ne come la spe­cie bu­fa­li­na.
Negli al­le­va­men­ti bi­so­gna fare at­ten­zio­ne al che la fem­mi­na dopo l’in­se­mi­na­zio­ne sia ri­ma­sta gra­vi­da, pra­ti­ca al­quan­to dif­fu­sa è la dia­gno­si di gra­vi­dan­za fatta a circa 30–35 gior­ni dalla fe­con­da­zio­ne ad opera dei ve­te­ri­na­ri at­tra­ver­so la pal­pa­zio­ne ret­ta­le, du­ran­te l’e­sa­me si ese­gue una vi­si­ta ac­cu­ra­ta del­l’a­ni­ma­le per dia­gno­sti­ca­re ano­ma­lie delle ovaie, del­l’u­te­ro, even­tua­li abor­ti, etc., nel caso la dia­gno­si fosse ne­ga­ti­va è ine­vi­ta­bi­le l’in­se­mi­na­zio­ne.

De­sta­gio­na­liz­za­zio­ne

Per de­sta­gio­na­liz­za­zio­ne si in­ten­de l’in­ter­ven­to del­l’uo­mo sul­l’e­po­ca degli ac­cop­pia­men­ti per far coin­ci­de­re la pro­du­zio­ne di latte con i pe­rio­di di mag­gior do­man­da di moz­za­rel­la.
La bu­fa­la è una spe­cie che tende ad es­se­re fer­ti­le nei pe­rio­di bre­vi­diur­ni, quin­di a par­to­ri­re nella sta­gio­ne au­tun­no/in­ver­no quan­do bassa è la do­man­da di pro­dot­ti ca­sea­ri, con la de­sta­gio­na­liz­za­zio­ne si in­ter­vie­ne mo­di­fi­can­do il ciclo, co­strin­gen­do la fem­mi­na a par­to­ri­re nei pe­rio­di marzo – apri­le o lu­glio – ago­sto più fa­vo­re­vo­li al­l’uo­mo. La ta­vo­la mo­stra la con­cen­tra­zio­ne dei parti in con­di­zio­ni nor­ma­li, come si nota il mag­gior nu­me­ro di parti si ha nel pe­rio­do au­tun­na­le.
Adot­tan­do un piano di de­sta­gio­na­liz­za­zio­ne si pone il ma­schio in un grup­po di fem­mi­ne in un in­ter­val­lo di tempo che va dalla fine di marzo alla fine di ago­sto, in tal caso i parti si con­cen­tra­no nel pe­rio­do che va dalla fine di gen­na­io alla fine di lu­glio del­l’an­no suc­ces­si­vo.
Un piano di de­sta­gio­na­liz­za­zio­ne, come pro­po­sto dal prof. Cam­pa­ni­le della Fa­col­tà di Me­di­ci­na Ve­te­ri­na­ria della Fe­de­ri­co II di Na­po­li, po­treb­be es­se­re il se­guen­te:
– Primo anno di de­sta­gio­na­liz­za­zio­ne: ini­zio pro­mi­scui­tà ses­sua­le: 15 gen­na­io; fine pro­mi­scui­tà ses­sua­le: 31 ot­to­bre.
– Se­con­do anno di de­sta­gio­na­liz­za­zio­ne: ini­zio pro­mi­scui­tà ses­sua­le: 30 gen­na­io; fine pro­mi­scui­tà ses­sua­le: 15 ot­to­bre.
– Terzo anno di de­sta­gio­na­liz­za­zio­ne: ini­zio pro­mi­scui­tà ses­sua­le: 15 feb­bra­io; fine pro­mi­scui­tà ses­sua­le: 30 set­tem­bre.
I ri­sul­ta­ti dopo tre anni di de­sta­gio­na­liz­za­zio­ne sono ri­por­ta­ti nelle ta­vo­le al­le­ga­te.

Tabella inseminazione

Sin­cro­niz­za­zio­ne dei ca­lo­ri

La sin­cro­niz­za­zio­ne dei ca­lo­ri oggi è pra­ti­ca dif­fu­sa, ap­pli­ca­ta per pro­gram­ma­re e pia­ni­fi­ca­re i parti, per eco­no­miz­za­re la stal­la e per avere carne nei pe­rio­di di mag­gio­re do­man­da, ciò è pos­si­bi­le per l’im­pie­go, sem­pre più fre­quen­te, del­l’in­se­mi­na­zio­ne stru­men­ta­le, le tec­ni­che mi­ra­no a bloc­ca­re le ma­ni­fe­sta­zio­ni estra­li. Per sin­cro­niz­za­re gli estri si im­pie­ga­no nor­mal­men­te due tipi di pro­dot­ti, negli ovi – ca­pri­ni i pro­ge­sti­ni­ci, nei bo­vi­ni le pro­sta­glan­di­ne. I pro­dot­ti pos­so­no es­se­re im­pie­ga­ti po­nen­do­li nel­l’ap­pa­ra­to ge­ni­ta­le, op­pu­re al lobo au­ri­co­la­re. Il me­to­do va­gi­na­le con­si­ste nel­l’in­se­ri­re spu­gnet­te, spi­ra­li, dia­fram­mi, im­be­vu­te di ace­ta­to di fluo­ro­ge­sto­ne nella quan­ti­tà mas­si­ma di 30 – 40 mgr/kg di peso vivo, te­nu­te in situ per circa 12 – 14 gior­ni. La via au­ri­co­la­re si pra­ti­ca im­pian­tan­do nel lobo una pa­stic­ca della stes­sa so­stan­za.
Alla ri­mo­zio­ne degli ini­bi­to­ri dopo 2 – 3 gior­ni le fem­mi­ne do­vreb­be­ro tro­var­si nella fase estra­le e quin­di es­se­re fe­con­da­te dopo qual­che gior­no, anzi è buona norma in­se­mi­na­re una se­con­da volta a di­stan­za di 24 ore dalla prima per mag­gio­re si­cu­rez­za del­l’in­ter­ven­to, è pos­si­bi­le fa­vo­ri­re la su­pe­ro­vu­la­zio­ne delle do­na­tri­ci per in­dur­re le ovaie a pro­dur­re più ovuli e quin­di più em­brio­ni, iniet­tan­do, dopo la ri­mo­zio­ne del­l’i­ni­bi­to­re, or­mo­ni fol­li­co­lo sti­mo­lan­ti esem­pio go­na­do­tro­pi­na sie­ri­ca di ca­val­la gra­vi­da.

In­se­mi­na­zio­ne stru­men­ta­le

L’in­se­mi­na­zio­ne può es­se­re: na­tu­ra­le, av­vie­ne negli al­le­va­men­ti bradi e se­mi­bra­di in cui vi­vo­no in­sie­me ma­schi e fem­mi­ne in giu­sti rap­por­ti.
Ope­ra­ta dal­l’uo­mo che porta la fem­mi­na in ca­lo­re dal ma­schio pre­scel­to.
Stru­men­ta­le, col co­sid­det­to me­to­do ame­ri­ca­no o cer­vi­ca­le pro­fon­do.
E’ il me­to­do mag­gior­men­te im­pie­ga­to per la spe­cie bo­vi­na, con­si­ste nel­l’in­tro­dur­re in va­gi­na un ca­te­te­re di gomma del dia­me­tro di 5 – 6 mm, lungo 40 – 45 cm a cui è col­le­ga­ta la can­nu­la di una pi­sto­la o di una pi­pet­ta col seme da de­po­si­ta­re, con­tem­po­ra­nea­men­te l’o­pe­ra­to­re, ve­te­ri­na­rio o laico abi­li­ta­to, in­tro­du­ce la mano con guan­to di lat­ti­ce nella aper­tu­ra anale per bloc­ca­re la cer­vi­ce, fa­cil­men­te in­di­vi­dua­bi­le per la con­si­sten­za, per de­po­si­ta­re il seme. Il seme può es­se­re de­po­sto nella parte po­ste­rio­re o an­te­rio­re della cer­vi­ce op­pu­re a li­vel­lo del corpo o del cono ute­ri­no e fa­vo­ri­re la fe­con­da­zio­ne del­l’o­vu­lo.
Prima di pro­ce­de­re al­l’in­se­mi­na­zio­ne ci sono delle norme da os­ser­va­re:
a) ve­ri­fi­ca­re se la bo­vi­na è in ca­lo­re
b) sce­glie­re il seme del toro da usare
c) estrar­re ra­pi­da­men­te la pail­lett e im­mer­ger­la in acqua a 36°C per 15 se­con­di
d) asciu­ga­re la pail­lett, te­ner­la ver­ti­cal­men­te e ta­glia­re sotto il tappo, oriz­zon­tal­men­te.
e) ca­ri­ca­re la pi­sto­let e pro­ce­de­re al­l’in­se­mi­na­zio­ne.
Al primo ser­vi­zio si rac­co­man­da di de­po­si­ta­re il seme 0,5 cm circa al­l’in­ter­no dell’utero; nei suc­ces­si­vi ser­vi­zi si con­si­glia di non ol­tre­pas­sa­re la cer­vi­ce per­ché in caso che l’a­ni­ma­le sia gra­vi­do si può fa­cil­men­te pro­vo­ca­re l’a­bor­to, come già ri­cor­da­to la pi­sto­let va gui­da­ta in po­si­zio­ne me­dian­te pal­pa­zio­ne ret­ta­le.
La tec­ni­ca di in­se­mi­na­zio­ne stru­men­ta­le ado­pe­ra­ta per la prima volta da Spal­lan­za­ni nel 1779 su una cagna, fu mi­glio­ra­ta negli USA, dif­fu­sa in Ita­lia nel 1935 ad opera del prof. Bo­na­don­na, è una tec­ni­ca estre­ma­men­te im­por­tan­te per va­lo­riz­za­re al mas­si­mo i ri­pro­dut­to­ri ma­schi, im­pie­gan­do solo quel­li mi­glio­ri, ri­du­ce no­te­vol­men­te la dif­fu­sio­ne delle ma­lat­tie in­fet­ti­ve a tra­smis­sio­ne ses­sua­le, ve­lo­ciz­za il mi­glio­ra­men­to ge­ne­ti­co delle spe­cie, ri­du­ce gli in­con­ve­nien­ti della monta na­tu­ra­le, con­sen­te di ado­pe­ra­re seme di tutti i sog­get­ti mi­glio­ri pre­sen­ti nel mondo.
L’eia­cu­la­to può es­se­re di­lui­to con i me­strui di­lui­to­ri ac­qui­sta­bi­li in com­mer­cio; poi­ché il ma­te­ria­le sper­ma­ti­co può es­se­re con­ser­va­to sotto azoto li­qui­do a –195°C e con­fe­zio­na­to in fiale, pail­let­tes o sotto forma di pel­le­ts, con­sen­te il fa­ci­le tra­spor­to e l’u­ti­liz­zo dello stes­so anche dopo la morte del do­na­to­re. Nel no­stro Paese il me­to­do di con­fe­zio­na­men­to più dif­fu­so è quel­lo delle pail­let­tes. Prima di pro­ce­de­re al­l’in­se­mi­na­zio­ne stru­men­ta­le bi­so­gna rac­co­glie­re lo sper­ma, il me­to­do più uti­liz­za­to per tutte le spe­cie ani­ma­li è l’im­pie­go della va­gi­na ar­ti­fi­cia­le, op­pu­re il mas­sag­gio delle ve­sci­chet­te se­mi­na­li, op­pu­re l’e­let­troeia­cu­la­zio­ne.
La va­gi­na ar­ti­fi­cia­le è co­sti­tui­ta da due ci­lin­dri so­vrap­po­sti di pla­sti­ca, dura quel­lo ester­no, di gomma sof­fi­ce e sot­ti­le quel­lo in­ter­no, tanto da ri­ca­va­re una in­ter­ca­pe­di­ne che al­l’oc­cor­ren­za viene riem­pi­ta di acqua calda ad una tem­pe­ra­tu­ra di 41 – 42°C per si­mu­la­re la tem­pe­ra­tu­ra della va­gi­na e non far ri­ti­ra­re il ma­schio. Per fa­ci­li­ta­re l’i­stin­to ge­ne­si­co si pos­so­no im­pie­ga­re fem­mi­ne in ca­lo­re, op­pu­re ma­ni­chi­ni.

Inseminazione strumentale
In­se­mi­na­zio­ne stru­men­ta­le (foto Giu­sep­pe Ac­co­man­do)

Giu­sep­pe Ac­co­man­do, lau­rea­to in Scien­ze agra­rie pres­so l’U­ni­ver­si­tà Fe­de­ri­co II di Na­po­li, è do­cen­te di zoo­tec­ni­ca. Cur­ri­cu­lum vitae >>>

 

Produzioni animali

Tec­ni­che delle Pro­du­zio­ni Ani­ma­li
Giu­sep­pe Ac­co­man­do – Edi­tri­ce Del­ta3 – Grot­ta­mi­nar­da (AV)

ISBN 10 88-89382-76-1 – 13 978-88-89372-76-0
Libro di testo per Isti­tu­ti Tec­ni­ci e Pro­fes­sio­na­li Agra­ri

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