Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

di Gen­na­ro Pi­sciot­ta

Il pre­sen­te ar­ti­co­lo è la prima parte dei due de­di­ca­ti ai con­te­ni­to­ri uti­liz­za­ti come vasi vi­na­ri, quei re­ci­pien­ti che ven­go­no de­sti­na­ti per la vi­ni­fi­ca­zio­ne, stoc­cag­gio del vino, ma­tu­ra­zio­ne, in­vec­chia­men­to\af­fi­na­men­to che si pos­so­no tro­va­re in una can­ti­na e sono ascri­vi­bi­li, in ge­ne­ra­le, alle se­guen­ti ti­po­lo­gie:

  • con­te­ni­to­ri in legno;
  • ser­ba­toi in ve­tro­re­si­na;
  • con­te­ni­to­ri in ce­men­to;
  • ser­ba­toi in ac­cia­io inox.

Della prima ti­po­lo­gia si è già detto am­pia­men­te in due ar­ti­co­li pre­ce­den­ti; nel pre­sen­te si par­le­rà delle ca­rat­te­ri­sti­che, dei van­tag­gi e degli svan­tag­gi dei ser­ba­toi in ve­tro­re­si­na e delle va­sche in ce­men­to men­tre, nella se­con­da parte, si trat­te­ran­no i ser­ba­toi in ac­cia­io inox.

Ge­ne­ra­li­tà

La pro­ble­ma­ti­ca dei con­te­ni­to­ri per il vino è im­por­tan­tis­si­ma per­ché il vino non è una be­van­da non reat­ti­va, neu­tra, ma i suoi nu­me­ro­si co­sti­tuen­ti pre­sen­ta­no una spic­ca­ta po­ten­zia­li­tà ad in­te­ra­gi­re con le pa­re­ti con cui ven­go­no a con­tat­to; sono prin­ci­pal­men­te i vari acidi or­ga­ni­ci, che pos­so­no in­tac­ca­re le stes­se di­scio­glien­do nel vino mo­le­co­le estra­nee, ma non bi­so­gna di­men­ti­car­si di tutte le so­stan­ze  che in­flui­sco­no sulle ca­rat­te­ri or­ga­no­let­ti­che, che pos­so­no su­bi­re mo­di­fi­ca­zio­ni in fun­zio­ni del tipo di vaso vi­na­rio.

Nel mo­men­to in cui si deb­bo­no ope­ra­re delle scel­te si fo­ca­liz­za­no  gli aspet­ti più com­ples­si, by­pas­san­do quel­li pu­ra­men­te pro­dut­ti­vi­sti­ci, ine­ren­ti  i con­te­ni­to­ri vi­na­ri ri­tro­van­do tutta la loro im­por­tan­za stra­te­gi­ca nel­l’am­bi­to della ge­stio­ne della fi­lie­ra del­l’a­zien­da vi­ti­vi­ni­co­la.

Il P.R.F.V.  o Ve­tro­re­si­na

Il Po­lie­ste­re Rin­for­za­to con Fibra di Vetro è un ma­te­ria­le com­po­sto da fibre di vetro e re­si­ne po­lie­ste­ri. Le fibre di vetro, che for­ma­no la parte strut­tu­ra­le, ga­ran­ti­sco­no la re­si­sten­za mec­ca­ni­ca del ma­nu­fat­to; le re­si­ne po­lie­ste­ri, che sono chi­mi­ca­men­te re­si­sten­ti, le­ga­no tra loro le dif­fe­ren­ti fibre per­met­ten­do la di­stri­bu­zio­ne degli sfor­zi.

A dif­fe­ren­za dei ma­te­ria­li tra­di­zio­na­li, il PRFV riu­ni­sce tutte le se­guen­ti ca­rat­te­ri­sti­che:

  • può stare a con­tat­to con gli ali­men­ti;
  • pre­sen­ta alta re­la­zio­ne re­si­sten­za mec­ca­ni­ca/peso;
  • nes­sun ram­mol­li­men­to per il ca­lo­re e buona di­la­ta­zio­ne ter­mi­ca;
  • leg­ge­rez­za;
  • sta­bi­li­tà di­men­sio­na­le;
  • ele­va­te pro­prie­tà die­let­tri­che (N.d.R. es­se­re sede di un campo elet­tro­sta­ti­co);
  • fa­ci­li­tà di in­stal­la­zio­ne.

vetroresina vino contenitori cantina
Ser­ba­toi ver­ti­ca­li in ve­tro­re­si­na (Fonte http://​www.​cmpspa.​it/)

Un aspet­to im­por­tan­te è che gli at­tua­li pro­dot­ti in ve­tro­re­si­na non ne­ces­si­ta­no di nes­su­na ma­nu­ten­zio­ne con az­ze­ra­men­to dei costi di eser­ci­zio; per­tan­to, per­met­te che tali ma­nu­fat­ti siano anche molto eco­no­mi­ci.

Le ti­po­lo­gie di que­sti con­te­ni­to­ri sono mol­te­pli­ci:

  • ser­ba­toi di stoc­cag­gio, sem­pre pieni, fer­men­ti­ni, con­te­ni­to­ri par­ti­co­la­ri, ser­ba­toi iso­ter­mi­ci, ser­ba­toi da tra­spor­to;
  • at­tual­men­te si tro­va­no sem­pre pieni, pic­co­li ser­ba­toi di stoc­cag­gio e da tra­spor­to.

Con­te­ni­to­ri in ce­men­to

Negli Anni ’50 e ’60 oc­cor­re­va ri­co­strui­re il Paese dopo la Se­con­da guer­ra mon­dia­le e fu­ro­no gli anni della “ce­men­ti­fi­ca­zio­ne for­za­ta”, per la ne­ces­si­tà e l’ur­gen­za di ri­co­strui­re le strut­tu­re di­strut­te in un breve lasso di tempo, anche “le can­ti­ne” se­gui­ro­no que­sto “per­cor­so” con la na­sci­ta di mol­tis­si­me strut­tu­re pri­va­te e coo­pe­ra­ti­ve; pa­ral­le­la­men­te na­sce­va­no le va­sche in ce­men­to ar­ma­to, poi­ché an­da­va­no ad in­te­grar­si con le ri­na­te can­ti­ne.

Suc­ces­si­va­men­te ci si rese conto che il vino non po­te­va ri­ma­ne­re a con­tat­to di­ret­to con il ce­men­to per­ché i suoi acidi lo avreb­be­ro in­tac­ca­to con no­cu­men­ti ir­ri­me­dia­bi­li a que­sto ul­ti­mo, per­tan­to i con­te­ni­to­ri si ri­ve­sti­ro­no con re­si­ne epos­si­di­che, che co­mun­que ave­va­no i se­guen­ti di­fet­ti: ces­sio­ni in­de­si­de­ra­te, una su­per­fi­cie che pro­pen­de­va a sgre­to­lar­si e stac­car­si, con il con­se­guen­te con­tat­to tra vino e ce­men­to, ed in un ul­ti­mo i se­di­men­ti che si for­ma­va­no, a vasca vuota, era un sub­stra­to ot­ti­ma­le per bat­te­ri no­ci­vi.

contenitori vino cantina cemento
Im­ma­gi­ni trat­te da “Corso di In­du­strie Agra­rie” – Prof. C. Vi­via­ni – Unifi 2009\2010

 

Ca­rat­te­ri­sti­che chi­mi­co-fi­si­che ed ope­ra­ti­ve dei ser­ba­toi eno­lo­gi­ci rea­liz­za­ti in ce­men­to trat­ta­to con re­si­ne epos­si­di­che

Ca­rat­te­ri­sti­ca Giu­di­zio
con­du­ci­bi­li­tà ter­mi­ca molto ri­dot­ta
con­du­ci­bi­li­tà elet­tri­ca pra­ti­ca­men­te nulla
ef­fet­to pila as­sen­te
per­mea­bi­li­tà os­si­ge­no di­scre­ta\ele­va­ta
re­si­sten­za alla cor­ro­sio­ne me­dio­cre\non suf­fi­cien­te
fa­ci­li­tà alla pu­li­zia me­dio­cre\non suf­fi­cien­te

 

Oltre che per lo stoc­cag­gio del vino, par­lia­mo di pe­rio­di in cui il con­su­mo di vino pro-ca­pi­te/anno in Ita­lia era sui 125 litri ri­spet­to ai circa 40 lil­tri at­tua­li, si ef­fet­tua­va nan­che la fer­men­ta­zio­ne al­co­li­ca, rea­zio­ne eso­ter­mi­ca con forte svi­lup­po di ca­lo­re ed ec­ces­si­vo in­nal­za­men­to della tem­pe­ra­tu­ra, che non po­te­va es­se­re ab­bas­sa­ta, poi­ché le pa­re­ti di ce­men­to non per­met­te­va­no al­cu­na dis­si­pa­zio­ne di ca­lo­re (vedi ta­bel­la) es­sen­do buoni iso­lan­ti. Non es­sen­do, in quel pe­rio­do, di­po­ni­bi­li si­ste­mi re­fri­ge­ran­ti si ave­va­no “bloc­chi fer­men­ta­ti­vi” per il sur­ri­scal­da­men­to del mosto, con cau­sa­le  di­fet­ti del vino. Que­st’ul­ti­mo non com­ple­ta­va nean­che la fer­men­ta­zio­ne ma­lo­lat­ti­ca, poi­ché que­sta tra­sfor­ma­zio­ne ha bi­so­gno di tem­pe­ra­tu­re di 20°C, che le va­sche di ce­men­to nelle fred­de gior­na­te in­ver­na­li non rag­giun­ge­va­no; per ab­bri­vio così come le gran­di va­sche in ce­men­to te­sau­riz­za­va­no le alte tem­pe­ra­tu­re, al­tret­tan­to fa­ce­va­no con quel­le basse, ren­den­do im­pos­si­bi­le il com­ple­ta­men­to della ma­lo­lat­ti­ca fino alla pri­ma­ve­ra se­guen­te (i di­spo­si­ti­vi di con­trol­lo della tem­pe­ra­tu­ra sono stati in­tro­dot­ti alla fine degli anni ’70).

In­fi­ne, l’e­stra­zio­ne della vi­nac­cia alla fine della fer­men­ta­zio­ne al­co­li­ca era dif­fi­col­to­sa per­ché:

  1. al­lon­ta­na­ta la parte li­qui­da, la massa so­li­da re­si­dua (bucce, semi ecc.) si se­di­men­ta­va sul fondo della vasca e do­ve­va es­se­re al­lon­ta­na­ta at­tra­ver­so l’u­ni­ca por­tel­la an­te­rio­re;
  2. il fondo delle va­sche era piat­to e non in­cli­na­to verso l’e­ster­no, ren­den­do molto fa­ti­co­so lo svuo­ta­men­to per l’ad­det­to, che do­ve­va en­tra­re nella vasca per di­re­zio­na­re la vi­nac­cia verso la por­tel­la e, anche, pe­ri­co­lo­so po­ten­do ri­ma­ne­re in­tos­si­ca­to dalla CO2, de­ri­van­te dalla fer­men­ta­zio­ne al­co­li­ca, e sta­zio­nan­te sulla parte bassa della vasca.

I mo­ti­vi suin­di­ca­ti sono alla base della so­sti­tu­zio­ne delle va­sche in ce­men­to con altri ma­te­ria­li più fa­ci­li da ge­sti­re, come l’ac­cia­io inox.

Ri­tor­no al ce­men­to

Per i vini rossi con ma­ce­ra­zio­ni lun­ghe con fer­men­ta­zio­ni ma­lo­lat­ti­che com­ple­te i van­tag­gi del ce­men­to sono:

  1. i con­te­ni­to­ri in ce­men­to hanno pa­re­ti spes­se, pre­sen­ta­no una con­du­ci­bi­li­tà elet­tri­ca e ter­mi­ca molto ri­dot­ta o nulla, con ef­fet­to iso­lan­te e coi­ben­tan­te, con un con­su­mo ener­ge­ti­co in­fe­rio­re a quel­lo ri­chie­sto per l’ac­cia­io, ot­te­nen­do­si un con­trol­lo del­l’an­da­men­to della tem­pe­ra­tu­ra po­si­ti­vo, senza ec­ces­si­vi sbal­zi ter­mi­ci come av­vie­ne nel­l’ac­cia­io; nel primo caso la curva del­l’an­da­men­to ter­mi­co è si­nu­soi­da­le, re­go­la­re e dolce, nel se­con­do caso è a zig zag, con va­ria­zio­ni ec­ces­si­ve;
  2. i vini rossi man­ca­no di ef­fet­to ri­du­zio­ne pre­sen­te in quel­li che hanno fatto ac­cia­io, che, senza en­tra­re in tec­ni­ci­smi, ri­du­ce il vino ma si os­si­da per la sua ele­va­ta con­du­ci­bi­li­tà elet­tri­ca, of­fren­do un bou­quet frut­ta­to pu­li­to, ri­sul­ta­no più equi­li­bra­ti ed ar­mo­ni­ci nelle loro ca­rat­te­ri­sti­che or­ga­no­let­ti­che.

botti cemento vino
Botti in ce­men­to (Fonte https://​www.​winesurf.​it/)

  Ce­men­to
Van­tag­gi Er­me­ti­co, neu­tro se ben ri­ve­sti­to, mul­ti­fun­zio­na­le fa­ci­le da pu­li­re adat­ta­bi­le agli spazi, eco­no­mi­ci­tà
Svan­tag­gi Poco con­di­zio­na­bi­le, se non ma­nu­te­nu­to pos­si­bi­li­tà di con­ta­mi­na­zio­ni pos­si­bi­le for­ma­zio­ne di muffe ester­na­men­te

 

Il fu­tu­ro-pre­sen­te: “Con­cre­te Eggs”

Con­cre­te Eggs sono i con­te­ne­ni­to­ri in ce­men­to con l’or­mai ce­le­bre “forma a uovo”, che sono stati rein­tro­dot­ti a pieno ti­to­lo nella ca­te­go­ria dei ser­ba­toi atti per la fer­men­ta­zio­ne, ri­ve­sti­ti con re­si­ne epos­si­di­che come pre­ve­de la nor­ma­ti­va in Ita­lia.

La forma a uovo per­met­te moti con­vet­ti­vi e un’os­si­ge­na­zio­ne dei vini che non gli con­fe­ri­sce sa­po­ri di legno ester­ni al ter­roir; gra­zie a que­sta forma non ci sono an­go­li morti, ne con­se­gue una mi­glio­re uni­for­mi­tà nella com­po­si­zio­ne del vino, so­prat­tut­to dal punto di vista della tem­pe­ra­tu­ra e delle ca­rat­te­ri­sti­che ci­ne­ti­che della fer­men­ta­zio­ne sono più re­go­la­ri.

concrete eggs vino uovo contenitore botte cantina
I con­te­ne­ni­to­ri in ce­men­to con forma a uovo (Fonte https://​www.​winesurf.​it/)

Nel pros­si­mo ar­ti­co­lo ver­ran­no trat­ti i con­te­ni­to­ri in ac­cia­io inox.

Bi­blio­gra­fia

  • Igino San­to­ni – Ma­nua­le di In­du­strie Agra­rie – Eda­gri­co­le – Edi­zio­ne 1990
  • Il vino:100 do­man­de e 100 ri­spo­ste – Hoe­pli – Terza Edi­zio­ne
  • Giu­sep­pe Si­che­ri – In­du­strie Agra­rie – Terza Edi­zio­ne – Hoe­pli Edi­to­re -Edi­zio­ne 1991
  • VEBI – Ap­pun­ti di Eno­lo­gia – 5a Edi­zio­ne –
  • Gian Pie­tro Co­raz­za – Ma­nua­le di Eno­lo­gia – Po­sei­do­nia Scuo­la – Prima
  • https://​www.​grappa.​com/​ita/​grappa_​dettaglio.​php/​titolo=i_​legni_​della_​grappa/​idpagina=38/​idnews=1/​idsezione=5
  • Co­no­sce­re il vino – Sce­glier­lo, de­gu­star­lo, ser­vir­lo in ta­vo­la – Vo­lu­me 5 – Fab­bri Edi­to­re
  • Corso di In­du­strie Agra­rie” – Prof. C. Vi­via­ni – Unifi 2009\2010”
  • Fa­bri­zio Penna – Ora, dopo l’ac­cia­io del fu­tu­ro ri­tor­na il ce­men­to del pas­sa­to, da Ci­vil­tà del bere – Di­cem­bre ‘02
  • Sara Ca­bre­le – Il ri­tor­no del Ce­men­to, da Mille Vigne n.3\2014
  • Bruno Do­na­ti- Con­cre­te Wi­ne­ries, daa Il Cor­rie­re Vi­ni­co­lo n.30\2016
  • An­dri­ch, A Zin­nai, F.​Venturi, S. Sil­ve­stri, G. Ta­chis – I con­te­ni­to­ri del Vino – Vigne e Vini n.4\2004
  • PRFV- dal sito M.M. srl
  • Clau­dio Rosso – I Vasi Vi­na­ri, da De­me­tra n.18\1989.

Gen­na­ro Pi­sciot­ta, lau­rea­to in Scien­ze e Tec­no­lo­gie agra­rie al­l’U­ni­ver­si­tà G. Mar­co­ni – Fa­col­tà di Scien­ze e Tec­no­lo­gie Ap­pli­ca­te di Roma, è Agro­tec­ni­co Lau­rea­to ed Eno­tec­ni­co li­be­ro pro­fes­sio­ni­sta Mae­stro As­sag­gia­to­re ONAF (Or­ga­niz­za­zio­ne Na­zio­na­le As­sag­gia­to­ri For­mag­gio). Ha in­se­gna­to pres­so l’I­SIS “Fal­co­ne” di Poz­zuo­li (Na­po­li) fino al 26/09/2018. Cur­ri­cu­lum vitae >>>

image_pdfimage_print

Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •