Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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Stu­dio delle pro­ble­ma­ti­che ine­ren­ti la bio­lo­g­ia ed il con­trol­lo delle po­po­la­zio­ni del ci­ni­pi­de gal­li­ge­no del ca­sta­gno Dryo­co­smus ku­ri­phi­lus Ya­su­ma­tsu nel vi­ter­be­se


di Ma­nue­la Stac­chiot­ti


Nel­l’ul­ti­mo de­cen­nio si è ri­scon­tra­to un rin­no­va­to e sem­pre più cre­scen­te in­te­res­se na­zio­na­le ed in­ter­na­zio­na­le per il ca­sta­gno, un’an­ti­ca col­tu­ra che ha rap­pre­sen­ta­to nel pas­sa­to l’e­sclu­si­va ri­sor­sa ali­men­ta­re ed ar­ti­gia­na­le dei ter­ri­to­ri mon­ta­ni del no­stro Paese.
Il ca­sta­gno ri­ve­ste il tri­pli­ce ruolo di ri­sor­sa fo­re­sta­le, di spe­cie da frut­to e di ele­men­to ti­pi­co del pae­sag­gio mon­ta­no. Il ca­sta­gno eu­ro­peo spon­ta­neo (Ca­sta­nea sa­ti­va Mil­ler) in­fat­ti è l’e­le­men­to ca­rat­te­riz­zan­te di un ha­bi­tat sel­vi­col­tu­ra­le di fon­da­men­ta­le va­len­za eco­lo­gi­ca in buona parte del­l’Eu­ro­pa cen­tro-me­ri­dio­na­le ed in Ita­lia.
Nel­l’am­bi­to della pro­du­zio­ne ca­sta­ni­co­la, il com­pren­so­rio vi­ter­be­se dei Monti Ci­mi­ni pre­sen­ta mo­ti­vi di estre­mo in­te­res­se, poi­ché si svi­lup­pa in una delle aree di col­ti­va­zio­ne del ca­sta­gno da frut­to più vasta d’Eu­ro­pa; un ter­ri­to­rio in cui la col­ti­va­zio­ne del ca­sta­gno è un’at­ti­vi­tà tra­di­zio­na­le che ha dato luogo a fu­sta­ie se­co­la­ri di enor­me va­lo­re pae­sag­gi­sti­co ed am­bien­ta­le. La pro­du­zio­ne media del com­pren­so­rio vi­ter­be­se rap­pre­sen­ta il 10-15% del to­ta­le na­zio­na­le.
L’a­groe­co­si­ste­ma ca­sta­ni­co­lo del Vi­ter­be­se, no­no­stan­te sia ampio e ben strut­tu­ra­to, pre­sen­ta al­cu­ni ele­men­ti di fra­gi­li­tà nel­l’am­bi­to dei suoi equi­li­bri eco­lo­gi­ci; da un lato è sot­to­po­sto alla mi­nac­cia dei fre­quen­ti cam­bia­men­ti degli as­set­ti di mer­ca­to, dal­l’al­tro ri­sen­te spes­so di con­si­sten­ti per­di­te di pro­du­zio­ne do­vu­te ai danni cau­sa­ti dagli at­tac­chi di al­cu­ni fi­to­fa­gi, la cui at­ti­vi­tà può com­pro­met­te­re fino al 90% del rac­col­to annuo.
Per con­te­ne­re le per­di­te eco­no­mi­che, spes­so gli agri­col­to­ri ten­do­no ad ef­fet­tua­re nu­me­ro­si trat­ta­men­ti fi­to­sa­ni­ta­ri, tal­vol­ta non ne­ces­sa­ri, me­dian­te l’im­pie­go di prin­ci­pi at­ti­vi di sin­te­si ad ele­va­ta tos­si­ci­tà, dan­no­si per l’uo­mo, per l’am­bien­te, non­ché per l’en­to­mo­fau­na utile. Que­sti in­ter­ven­ti sono spes­so inu­ti­li, poi­ché ef­fet­tua­ti quan­do ormai l’in­fe­sta­zio­ne è in atto, ed il danno è ormai ir­re­ver­si­bi­le.
Negli ul­ti­mi de­cen­ni un nu­me­ro sem­pre cre­scen­te di nuovi in­set­ti dan­no­si è stato in­tro­dot­to in Eu­ro­pa. Molti di essi sono ri­sul­ta­ti no­ci­vi ad al­be­ri fo­re­sta­li o da frut­to. Al­cu­ni di que­sti in­set­ti hanno avuto una dif­fu­sio­ne re­la­ti­va­men­te ve­lo­ce, in­te­res­san­do molti Paesi eu­ro­pei (G. Me­li­ka et al., 2004). Nella pri­ma­ve­ra 2002 è stata se­gna­la­ta per la prima volta in Ita­lia, in par­ti­co­la­re nella pro­vin­cia di Cuneo, la pre­sen­ta del Ci­ni­pi­de gal­li­ge­no Dryo­co­smus ku­ri­phi­lus Ya­su­ma­tsu (Hy­me­nop­te­ra: Cy­ni­pi­dae) (G. Me­li­ka et al., 2004).


Femmina in ovideposizione
Fig. 1: fem­mi­na ovi­de­po­nen­te di D. ku­ri­phi­lus


Que­sto in­set­to è con­si­de­ra­to a li­vel­lo mon­dia­le tra i più dan­no­si per il ca­sta­gno. La spe­cie, ori­gi­na­ria della Cina e in pre­ce­den­za as­sen­te in Eu­ro­pa, è stata in­tro­dot­ta ac­ci­den­tal­men­te nel corso del No­ve­cen­to in Giap­po­ne (1941), Corea (1963) e Stati Uniti (Geor­gia, 1974), pro­vo­can­do gravi danni alla ca­sta­ni­col­tu­ra (G. Bosio, 2004).
Nel vi­ter­be­se, que­sta spe­cie è stata se­gna­la­ta nel lu­glio del 2005 su un ca­sta­gne­to da frut­to e nel corso del 2006 anche su ceduo.
L’in­tro­du­zio­ne di in­set­ti eso­ti­ci causa in ge­ne­re no­te­vo­li pro­ble­mi per la di­fe­sa delle pian­te at­tac­ca­te nel nuovo am­bien­te, per l’as­sen­za dei li­mi­ta­to­ri na­tu­ra­li pre­sen­ti nel­l’a­rea di ori­gi­ne, dove spes­so ri­sul­ta­no in grado di te­ne­re sotto con­trol­lo le po­po­la­zio­ni della spe­cie no­ci­va (G. Me­li­ka et al., 2004).
Il Di­par­ti­men­to di Pro­te­zio­ne delle Pian­te del­l’U­ni­ver­si­tà degli Studi della Tu­scia, ha ini­zia­to un pro­get­to di ri­cer­ca po­lien­na­le volto allo stu­dio della bio­lo­g­ia e al con­trol­lo del­l’e­si­zia­le fi­to­fa­go Dryo­co­smus ku­ri­pi­lus Ya­su­ma­tsu (Hy­me­nop­te­ra, Ci­ni­pi­dae).


Bio­lo­g­ia


Dryo­co­smus ku­ri­phi­lus è un pic­co­lo ime­not­te­ro di 2,5 mm. di lun­ghez­za, mo­no­fa­go su ca­sta­gno.
E’ una spe­cie mo­no­vol­ti­na che si ri­pro­du­ce per par­te­no­ge­ne­si te­li­to­ca (da ori­gi­ne esclu­si­va­men­te ad in­di­vi­dui di sesso fem­mi­ni­le). Gli adul­ti, di co­lo­re scuro e lun­ghi circa 2,5 mm., fuo­rie­sco­no dalle galle in un pe­rio­do di circa tre set­ti­ma­ne dalla fine di giu­gno alla se­con­da de­ca­de di lu­glio. Ap­pe­na sfar­fal­la­ti, de­pon­go­no le uova (fino ad un mas­si­mo di 100) sulle gemme con il sot­ti­le ovo­po­si­to­re
di cui di­spon­go­no; in ogni gemma si pos­so­no tro­va­re fino a 20-30 uova. Dopo circa 40 gior­ni si ha la chiu­su­ra delle uova.


Ciclo biologico del cinipide galligeno del castagno
Fig. 2: Ciclo bio­lo­g­i­co di D. ku­ri­phi­lus Ya­su­ma­tsu nel­l’I­ta­lia Cen­tra­le


Le larve, aven­do uno svi­lup­po lento, co­sti­tui­sco­no la forma sver­nan­te, que­sta in­fe­sta­zio­ne è tut­ta­via asin­to­ma­ti­ca fino alla pri­ma­ve­ra suc­ces­si­va, quan­do in­ve­ce gli or­ga­ni col­pi­ti si tra­sfor­me­ran­no in galle, di dia­me­tro va­ria­bi­le da 0,5 a 2 cm. Que­ste, a se­con­da delle di­men­sio­ni, pos­so­no ospi­ta­re da 1 a 7-8 cel­let­te al cui in­ter­no si svi­lup­pa la larva e i suc­ces­si­vi stadi lar­va­li. Le larve sono di co­lo­re bian­co, apode e anof­tal­me. Sem­pre nelle galle si for­ma­no le pupe, da cui sfar­fal­le­ran­no le fem­mi­ne adul­te. Le galle sui ger­mo­gli dis­sec­ca­no nel corso del­l’e­sta­te e del­l’au­tun­no ri­ma­nen­do vi­si­bi­li fino al­l’an­no suc­ces­si­vo.


Giovane rametto con galle
Fig. 3: Gio­va­ne ra­met­to con galle


Il grave danno che con­se­gue al­l’at­tac­co è una di­mi­nu­zio­ne della cre­sci­ta ve­ge­ta­ti­va e della pro­du­zio­ne di frut­to, con per­di­te che pos­so­no rag­giun­ge­re il 60-80 % della pro­du­zio­ne; le gio­va­ni pian­ti­ne inol­tre pos­so­no es­se­re por­ta­te a morte.
Mo­da­li­tà di dif­fu­sio­ne e pro­pa­ga­zio­ne
Gli spo­sta­men­ti at­ti­vi degli adul­ti e il tra­spor­to ac­ci­den­ta­le ad opera del vento sem­bra­no es­se­re li­mi­ta­ti, men­tre il si­ste­ma di dif­fu­sio­ne più pe­ri­co­lo­so è rap­pre­sen­ta­to dal tra­spor­to ad opera del­l’uo­mo di ma­te­ria­le di pro­pa­ga­zio­ne pro­ve­nien­te dalle aree in­fe­sta­te.
Con­trol­lo del pa­ras­si­ta e pos­si­bi­li­tà di lotta
Du­ran­te la spe­ri­men­ta­zio­ne plu­rien­na­le sono stati con­dot­ti i se­guen­ti studi:
– Prove di con­trol­lo degli stadi pre­im­ma­gi­na­li del Ci­ni­pi­de: trat­ta­men­ti ef­fet­tua­ti su gemme in ger­mo­glia­men­to;
– Prove di con­trol­lo con trat­ta­men­ti a tutta chio­ma su galle neo for­ma­te;
– Prove di con­trol­lo adul­ti­ci­da e dei primi stadi pre­im­ma­gi­na­li della nuova ge­ne­ra­zio­ne del ci­ni­pi­de;
– Ri­cer­ca di pa­ras­si­toi­di in­di­ge­ni del ci­ni­pi­de;
– Ri­spo­ste elet­troan­ten­no­gra­fi­che di D. ku­ri­phi­lus ai com­po­sti vo­la­ti­li delle fo­glie di Ca­sta­nea sa­ti­va;
– In­tro­du­zio­ne e al­le­va­men­to nel Lazio del pa­ras­si­toi­de eso­ti­co To­ry­mus si­ne­sis;
Ri­sul­ta­ti e con­clu­sio­ni
Sino ad oggi il ciclo bio­lo­g­i­co del ci­ni­pi­de gal­li­ge­no era co­no­sciu­to in Ita­lia solo da studi ef­fet­tua­ti in Pie­mon­te; la pre­sen­te ri­cer­ca ha evi­den­zia­to la bio­lo­g­ia di que­sto in­set­to anche in Ita­lia cen­tra­le (Alto Lazio), ri­le­van­do al­cu­ne dif­fe­ren­ze tra i due am­bien­ti.
Stan­te la pe­ri­co­lo­si­tà del ci­ni­pi­de, sono stati sag­gia­ti al­cu­ni prin­ci­pi at­ti­vi som­mi­ni­stra­ti me­dian­te l’u­ti­liz­zo di di­ver­se tec­ni­che, con­tro gli stadi di svi­lup­po del­l’in­set­to. Que­ste prove di con­trol­lo chi­mi­co delle po­po­la­zio­ni di ci­ni­pi­de sono state ef­fet­tua­te in aree con ele­va­to li­vel­lo di in­fe­sta­zio­ne di D. ku­ri­phi­lus. In dette aree è stato ri­scon­tra­to uno stato di al­lar­me so­cia­le per le even­tua­li con­se­guen­ze ne­ga­ti­ve in am­bi­to eco­no­mi­co, tali che le am­mi­ni­stra­zio­ni lo­ca­li hanno in­cen­ti­va­to la ri­cer­ca e la spe­ri­men­ta­zio­ne con que­sta me­to­do­lo­gia di con­trol­lo.
I trat­ta­men­ti in­set­ti­ci­di non hanno dato ri­sul­ta­ti con­for­tan­ti, in ac­cor­do con quan­to ri­por­ta­to in let­te­ra­tu­ra. E’ stato evi­den­zia­to che i trat­ta­men­ti hanno pro­vo­ca­to un pa­ra­dos­sa­le in­cre­men­to dei li­vel­li di in­fe­sta­zio­ne, que­sto pro­ba­bil­men­te do­vu­to ad una sem­pli­fi­ca­zio­ne del­l’e­co­si­ste­ma con in­ter­fe­ren­ze ne­ga­ti­ve sul­l’en­to­mo­fau­na utile che pa­ras­si­tiz­za il fi­to­fa­go.
In ogni caso, la de­ci­sio­ne di in­ter­ve­ni­re chi­mi­ca­men­te in un eco­si­ste­ma com­ples­so come quel­lo “ca­sta­gne­to” deve es­se­re va­lu­ta­ta ac­cu­ra­ta­men­te onde evi­ta­re di al­te­ra­re l’e­co­si­ste­ma stes­so am­pli­fi­can­do­ne le pro­ble­ma­ti­che esi­sten­ti.
Sono state ef­fet­tua­te, inol­tre, ri­cer­che sui li­mi­ta­to­ri na­tu­ra­li en­de­mi­ci del­l’in­set­to. Da que­ste in­da­gi­ni pre­li­mi­na­ri sui pa­ras­si­toi­di au­toc­to­ni del ci­ni­pi­de è emer­so che nel vi­ter­be­se sono pre­sen­ti
ben otto spe­cie di li­mi­ta­to­ri na­tu­ra­li, di cui una (To­ry­mus eru­ca­rum) rin­ve­nu­ta esclu­si­va­men­te nel Lazio. Di que­ste otto spe­cie ben tre sono state se­gna­la­te come nuove per la zona Cen­tro Ita­lia, in quan­to non pre­sen­ti nella Check List della Fauna Ita­lia­na.
In Pie­mon­te sono pre­sen­ti quin­di­ci spe­cie di pa­ras­si­toi­di au­toc­to­ni. Il mag­gior nu­me­ro di spe­cie rin­ve­nu­te ri­spet­to a quel­le del Lazio, può es­se­re spie­ga­to te­nen­do pre­sen­te che il ci­ni­pi­de, in que­sta Re­gio­ne, è stato se­gna­la­to nel 2002, men­tre nel Lazio solo nel 2005. Que­sta dif­fe­ren­za tem­po­ra­le pro­ba­bil­men­te ha in­ci­so sul nu­me­ro di pa­ras­si­toi­di che si sono abi­tua­ti al nuovo ospi­te.
E’ da con­si­de­ra­re che que­sti in­set­ti utili sono ori­gi­na­ria­men­te pa­ras­si­toi­di di ci­ni­pi­di in­feu­da­ti al ge­ne­re Quer­cus spp., e ne­ces­si­ta­no di un tempo di adat­ta­men­to al nuovo ospi­te su ca­sta­gno.
Visti gli in­co­rag­gian­ti ri­sul­ta­ti ot­te­nu­ti in Pie­mon­te, nel 2008 è stato in­tro­dot­to e posto in al­le­va­men­to nel Lazio il pa­ras­si­toi­de eso­ti­co To­ry­mus si­nen­sis, av­va­len­do­ci anche delle ri­cer­che di base ef­fet­tua­te sia in Giap­po­ne che in Pie­mon­te. Si tenga ben pre­sen­te che, ben­ché dal Pie­mon­te siano ar­ri­va­ti un nu­me­ro di in­set­ti utili ben al di sopra delle no­stre aspet­ta­ti­ve, detti in­set­ti per poter es­se­re uti­liz­za­ti pro­fi­cua­men­te in pieno campo, sa­ran­no, nel 2009, an­co­ra in nu­me­ro esi­guo, e do­vran­no per­tan­to es­se­re al­le­va­ti per al­me­no un altro anno prima di poter di­spor­re di un nu­me­ro ap­prez­za­bi­le di pa­ras­si­toi­di utili nel con­trol­lo bio­lo­g­i­co di pieno campo.
Per quan­to ri­guar­da le ana­li­si elet­troan­ten­no­gra­fi­che e ol­fat­to­me­tri­che, si evi­den­zia che que­sto è, a tut­t’og­gi, il primo rap­por­to sulle ri­spo­ste com­por­ta­men­ta­li di una spe­cie di Cy­ni­pi­dae ai com­po­nen­ti vo­la­ti­li delle fo­glie di ca­sta­gno. I ri­sul­ta­ti in­di­ca­no che le an­ten­ne degli adul­ti di D. ku­ri­phi­lus sono in grado di ri­le­va­re una vasta gamma di com­po­sti vo­la­ti­li emes­si dalle fo­glie di ca­sta­gno, e che al­cu­ni odori emes­si dalle fo­glie verdi sono at­trat­ti­vi per gli adul­ti del ci­ni­pi­de.
Studi sui mec­ca­ni­smi fi­sio­lo­gi­ci di per­ce­zio­ne ol­fat­ti­va di GLVs in in­set­ti fi­to­fa­gi hanno di­mo­stra­to che sia i neu­ro­ni ri­cet­ti­vi ge­ne­ri­ci che quel­li al­ta­men­te spe­ci­fi­ci ri­spon­do­no ai GLVs (De Jong e Vis­ser, 1988; Hans­son et al., 1999).
In con­clu­sio­ne, di­ver­si com­po­sti vo­la­ti­li delle fo­glie di ca­sta­gno sono per­ce­pi­ti da D. ku­ri­phi­lus e al­cu­ni GLVs agi­sco­no da at­trat­ti­vi.
Sa­ran­no ne­ces­sa­ri tut­ta­via ul­te­rio­ri studi sia di la­bo­ra­to­rio che di pieno campo per con­fer­ma­re l’at­ti­vi­tà bio­lo­g­i­ca (at­trat­ti­vi­tà, re­pel­len­za) dei com­po­sti at­ti­vi al­l’EAG iso­la­ti e in com­bi­na­zio­ne, e per va­lu­ta­re il loro po­ten­zia­le nelle stra­te­gie di con­trol­lo del ci­ni­pi­de gal­li­ge­no del ca­sta­gno.


Sin­te­si della Tesi di Dot­to­ra­to di Ri­cer­ca in Pro­te­zio­ne delle Pian­te – Uni­ver­si­tà degli studi della Tu­scia di Vi­ter­bo, Fa­col­tà di Agra­ria; Ti­to­lo Dot­to­ra­to di Ri­cer­ca: “Stu­dio delle pro­ble­ma­ti­che ine­ren­ti la bio­lo­g­ia ed il con­trol­lo delle po­po­la­zio­ni del ci­ni­pi­de gal­li­ge­no del ca­sta­gno Dryo­co­smus ku­ri­phi­lus Ya­su­ma­tsu nel vi­ter­be­se”.


Ma­nue­la Stac­chiot­ti, Dot­to­re Fo­re­sta­le iscrit­to al­l’Or­di­ne dei Dot­to­ri Agro­no­mi e Fo­re­sta­li di Roma Lau­rea­ta in Scien­ze Fo­re­sta­li e Am­bien­ta­li, Dot­to­re di Ri­cer­ca in Pro­te­zio­ne delle Pian­te.
At­tual­men­te svol­ge la Li­be­ra pro­fes­sio­ne di Dot­to­re Fo­re­sta­le su Roma e pro­vin­cia, oc­cu­pan­do­si pre­va­len­te­men­te di Verde ur­ba­no. E-mail: in­foal­be­ro@​libero.​it


 






Compostaggio

Il ca­sta­gno
Col­tu­ra, am­bien­te ed uti­liz­za­zio­ne in Ita­lia e nel Mondo
Gian­car­lo Bou­nous – Eda­gri­co­le

La sua col­ti­va­zio­ne ha un’an­ti­ca tra­di­zio­ne in Ita­lia ed ha per­mes­so alle po­po­la­zio­ni ru­ra­li di vi­ve­re in mi­ra­bi­le sim­bio­si con l’am­bien­te…
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