Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

di Gen­na­ro Pi­sciot­ta

Dopo aver visto la tec­no­lo­gia di tra­sfor­ma­zio­ne del latte di bu­fa­la in Moz­za­rel­la di Bu­fa­la D.O.P., in que­sta se­con­da parte par­le­re­mo della tec­ni­ca di as­sag­gio della stes­sa per ca­pi­re la re­la­ti­va sche­da di de­gu­sta­zio­ne con la ter­mi­no­lo­gia adot­ta­ta per i di­ver­si pa­ra­me­tri.
Si pre­ci­sa che re­la­ti­va­men­te alla tec­ni­ca di as­sag­gio si farà ri­fe­ri­men­to alla sche­da di de­gu­sta­zio­ne e alla re­la­ti­va ter­mi­no­lo­gia della “Or­ga­niz­za­zio­ne Na­zio­na­le As­sag­gia­to­ri For­mag­gi”, poi­ché come nel mondo del vino fra le di­ver­se as­so­cia­zio­ni (AIS, FISAR, ONAV, FSI ecc.) esi­ste solo una Ba­be­le di glos­sa­ri e non un lin­guag­gio unico.
La legge ita­lia­na de­fi­ni­sce il for­mag­gio “il pro­dot­to della ma­tu­ra­zio­ne della ca­glia­ta, ot­te­nu­ta con la coa­gu­la­zio­ne pre­sa­mi­ca o acida del latte in­te­ro, par­zial­men­te o to­tal­men­te scre­ma­to con o senza ag­giun­ta di co­lo­ran­ti e di sale e suf­fi­cien­te­men­te li­be­ra­ta dal lat­to­sio “.

Per in­qua­dra­re me­glio la moz­za­rel­la di bu­fa­la, come ti­po­lo­gia di for­mag­gio, segue il se­guen­te sche­ma per la clas­si­fi­ca­zio­ne:

  1. Se­con­do la cot­tu­ra della ca­glia­ta:
    • for­mag­gi cru­di- se non viene ef­fet­tua­to il ri­scal­da­men­to;
    • for­mag­gi se­mi­cot­ti- se si ri­scal­da a 42-44°C;
    • for­mag­gi cot­ti- se si ri­scal­da a tem­pe­ra­tu­ra su­pe­rio­re (Max < 58°C.)
  2. Se­con­do il tipo di latte i for­mag­gi si di­stin­guo­no in: vac­ci­no, pe­co­ri­no, ca­pri­no, bu­fa­li­no.
  3. Se­con­do il con­te­nu­to in acqua:
    • for­mag­gi a pasta mollecon un con­te­nu­to di acqua > 40%;
    • for­mag­gi a pasta duracon un con­te­nu­to di acqua < 40%;
  4. Se­con­do il ti­to­lo li­pi­di­co (gras­si) sulla so­stan­za secca:
    • for­mag­gi gras­si< 42%;
    • for­mag­gi se­mi­gras­sidal 20 al 42%;
    • for­mag­gi magri < al 5%

Ri­cor­dia­mo an­co­ra:

  1. for­mag­gi a pasta fi­la­ta- sono ori­gi­na­ri del­l’I­ta­lia Me­ri­dio­na­le, pre­pa­ra­ti a latte in­te­ro, a coa­gu­la­zio­ne pre­va­len­te­men­te pre­sa­mi­ca se poi ven­go­no cotti (pro­vo­lo­ne) pre­va­len­te­men­te acida se sono a pasta cruda (moz­za­rel­la). Tutti sono ca­rat­te­riz­za­ti da una par­ti­co­la­re fase tec­no­lo­gi­ca, la fi­la­tu­ra, che con­si­ste in una ma­ni­po­la­zio­ne della ca­glia­ta im­mer­sa in acqua a 85-90°C prima e du­ran­te la pre­pa­ra­zio­ne della forma;
  2. For­mag­gi a pasta fusa: sono pre­pa­ra­ti uti­liz­zan­do altri for­mag­gi, anche se di­fet­to­si o mal riu­sci­ti. I for­mag­gi ven­go­no pu­li­ti, scro­sta­ti, li­be­ra­ti da even­tua­li parti al­te­ra­te, ta­gliuz­za­ti e si pre­pa­ra­no i mi­scu­gli, che si fon­do­no in ap­po­si­te cal­da­ie a 83-85°C e vanno alle mac­chi­ne con­fe­zio­na­tri­ci.

La Moz­za­rel­la di Bu­fa­la Cam­pa­na DOP è un for­mag­gio crudo, fi­la­to, molle, con il 52% di acqua, 22% di gras­si, 22% di pro­tei­ne e 2% di ce­ne­ri.

Tec­ni­ca della de­gu­sta­zio­ne

Gli stru­men­ti di as­sag­gio per la de­scri­zio­ne di un for­mag­gio sono i no­stri cin­que or­ga­ni di senso (per­ciò or­ga­no­let­ti­ca): il gusto, l’ol­fat­to, la vista, l’u­di­to, e il tatto.
Tutto que­sto gra­zie alla re­la­zio­ne che s’in­stau­ra tra cer­vel­lo e re­cet­to­ri ester­ni, lo sti­mo­lo rea­gi­sce con par­ti­co­la­ri re­cet­to­ri, ge­ne­ra un se­gna­le elet­tri­co tra­smes­so al cer­vel­lo, me­dian­te con­nes­sio­ni ner­vo­se ed è de­co­di­fi­ca­to.
Il li­mi­te delle ca­pa­ci­tà sen­so­ria­li del­l’in­di­vi­duo si de­fi­ni­sce so­glia, che può es­se­re di ri­co­no­sci­men­to (quel­la che per­met­te di in­di­vi­dua­re ciò che è ag­giun­to a un bic­chie­re di acqua pura) e fi­na­le (è quel­la oltre la quale non si è in grado di di­stin­gue­re).
In ul­ti­mo diamo la de­fi­ni­zio­ne di ana­li­si sen­so­ria­le “è la di­sci­pli­na che at­tra­ver­so la va­lu­ta­zio­ne è im­pie­ga­ta per mi­su­ra­re, ana­liz­za­re ed in­ter­pre­ta­re le sen­sa­zio­ni che pos­so­no es­se­re per­ce­pi­te dai sensi: vista, udito, ol­fat­to e tatto (Stone & Sidel Sen­so­ry eva­lua­tion prac­ti­ces, 1993.)

Si­ste­mi sen­so­ria­li

degustazione mozzarella

Ana­to­mia e fi­sio­lo­gia degli or­ga­ni di senso: ge­ne­ra­li­tà

Tutti e cin­que i sensi sono coin­vol­ti nella per­ce­zio­ne sen­so­ria­le. Vista, gusto e ol­fat­to gio­ca­no però ruoli di pri­ma­ria im­por­tan­za, men­tre udito e tatto ri­co­pro­no un ruolo se­con­da­rio.
Per chi si oc­cu­pa di ana­li­si sen­so­ria­le ap­pa­re è di pri­ma­ria im­por­tan­za co­no­sce­re a fondo la fi­sio­lo­gia e i mec­ca­ni­smi che re­go­la­no il tempo di rea­zio­ne dei sensi, nel mo­men­to in cui ven­go­no a con­tat­to con i di­ver­si ali­men­ti e be­van­de

recettori sensoriali degustazione agroalimentare
(trat­ta dal sito di Ben­ve­nu­to Ca­la­bre­se https://​slideplayer.​it/​slide/​5119063)

Re­la­zio­ne tra ali­men­to, sti­mo­lo e pro­prie­tà sen­so­ria­li.

alimento stimolo sensoriale

Or­ga­ni di senso e ca­rat­te­ri per­ce­pi­ti

organi di gusto sensoriale

Gusto

Lo­ca­liz­za­to quasi in­te­ra­men­te sulla lin­gua, anche se al­cu­ni re­cet­to­ri si tro­va­no sul pa­la­to, sulla la­rin­ge e fa­rin­ge È rap­pre­sen­ta­to da tutte le sen­sa­zio­ni che ven­go­no per­ce­pi­te quan­do un ali­men­to viene messo in bocca. Alle sen­sa­zio­ni gu­sta­ti­ve sono sem­pre as­so­cia­te sen­sa­zio­ni ol­fat­ti­ve, de­ter­mi­na­te dal­l’e­va­po­ra­zio­ne di so­stan­ze vo­la­ti­li che, spri­gio­na­te­si nella bocca, ar­ri­va­no al naso per via re­tro­na­sa­le, e sen­sa­zio­ni tat­ti­li de­ter­mi­na­te dalle ag­gre­ga­zio­ni tra sa­li­va e so­stan­ze non vo­la­ti­li (fe­no­li, po­li­sac­ca­ri­di).
Sono stati iden­ti­fi­ca­ti quat­tro sa­po­ri pri­ma­ri, le­ga­ti a quat­tro si­ste­mi fi­sio­lo­gi­ci se­pa­ra­ti, de­di­ca­ti alla de­co­di­fi­ca­zio­ne del­l’in­for­ma­zio­ne in­via­ta dai re­cet­to­ri (gemme gu­sta­ti­ve o bot­to­ni) al cer­vel­lo. Per quan­to ri­guar­da la col­lo­ca­zio­ne dei re­cet­to­ri spe­ci­fi­ci re­spon­sa­bi­li dei quat­tro sa­po­ri, la sen­sa­zio­ne del dolce è per­ce­pi­ta sulla punta della lin­gua, quel­la del sa­la­to ai lati della punta della lin­gua, l’a­ci­do lungo i mar­gi­ni la­te­ra­li e l’a­ma­ro alla base della lin­gua.

Lo­ca­liz­za­zio­ne dei quat­tro sa­po­ri fon­da­men­ta­li del gusto

localizzazione sensori gusto lingua
(trat­ta dal sito  http://​www.​aiu​todi​sles​sia.​net/​schede-​didattiche/​scuola-​elementare/​scienze-​sc-​elementare/​il-​corpo-​umano-​sc-​elementare/​gli-​organi-​di-​senso/)

papille lingua gusto
(
trat­ta dal old web – www.​darapri.​it- se­zio­ne de­gu­sta­zio­ne)

Strut­tu­ra ti­pi­ca di un bot­to­ne gu­sta­ti­vo.

Sono pre­sen­ti di­ver­si tipi di cel­lu­le re­cet­to­ria­li, cel­lu­le ba­sa­li e fibre af­fe­ren­ti pri­ma­rie che sta­bi­li­sco­no con­tat­ti si­nap­ti­ci con la por­zio­ne ba­sa­le dei re­cet­to­ri e sono ri­ve­sti­te da cel­lu­le di Sch­wann

bottone gustativo
(trat­ta da old web- fc.​unis.​it/​odonto/​html)

I re­cet­to­ri si at­ti­va­no quan­do ven­go­no a con­tat­to con le so­stan­ze re­spon­sa­bi­li delle sen­sa­zio­ni gu­sta­ti­ve pro­vo­can­do delle mo­di­fi­ca­zio­ni che si tra­du­co­no in po­ten­zia­le elet­tri­co che, tra­mi­te il si­ste­ma ner­vo­so cen­tra­le, ar­ri­va al ta­la­mo e quin­di alle aree gu­sta­ti­ve della cor­tec­cia ce­re­bra­le. Que­ste quat­tro sen­sa­zio­ni pri­ma­rie sono poi com­pli­ca­te, come già detto, dal­l’in­te­ra­zio­ne con altre sen­sa­zio­ni di na­tu­ra tat­ti­le, an­ch’es­se ge­ne­ra­te su tutta la su­per­fi­cie in­ter­na della bocca. Quan­do in bocca viene in­tro­dot­to un pro­dot­to ali­men­ta­re, la prima sen­sa­zio­ne per­ce­pi­ta, se pre­sen­te, è il dolce, se­gui­ta dal sa­la­to, l’a­ci­do e alla fine l’a­ma­ro.   La se­quen­za co­mun­que non è sem­pli­ce e li­nea­re, in quan­to com­pli­ca­ta dal so­vrap­por­si delle altre sen­sa­zio­ni tat­ti­li e dalla di­ver­sa ve­lo­ci­tà di sa­tu­ra­zio­ne dei re­cet­to­ri in re­la­zio­ne alla con­cen­tra­zio­ne dei di­ver­si sti­mo­li nella sa­li­va.

  • Dolce: gli at­ti­va­to­ri della sen­sa­zio­ne dolce sono gli zuc­che­ri, ma esi­ste una mol­te­pli­ci­tà di com­po­sti che pro­vo­ca­no la stes­sa sen­sa­zio­ne pur aven­do una na­tu­ra chi­mi­ca di­ver­sa: mo­le­co­le con grup­pi os­si­dri­li, al­cu­ni am­mi­noa­ci­di, po­li­sac­ca­ri­di, pep­ti­di, ecc.
  • Acido: que­sto è un gusto sem­pli­ce, at­ti­va­to solo da acidi e più spe­ci­fi­ca­ta­men­te da ioni idro­ge­no.
  • Amaro: la sen­sa­zio­ne di amaro, sep­pu­re ri­co­no­sciu­ta come gusto, non è stata an­co­ra col­le­ga­ta ad una strut­tu­ra chi­mi­ca spe­ci­fi­ca. È la sen­sa­zio­ne più per­si­sten­te (può du­ra­re più di un’o­ra, dopo il con­tat­to con lo sti­mo­lo, anche dopo il ri­sciac­quo) ed anche una delle più com­ples­se da de­ter­mi­na­re, sia sotto il pro­fi­lo qua­li­ta­ti­vo, che quan­ti­ta­ti­vo, a causa della gran va­ria­bi­li­tà nella ca­pa­ci­tà di per­ce­zio­ne fra un in­di­vi­duo e l’al­tro e della dif­fi­col­tà di de­fi­ni­zio­ne. Al­cu­ni in­di­vi­dui per cause ge­ne­ti­che o le­ga­te a certe con­di­zio­ni pa­to­lo­gi­che pos­so­no pre­sen­ta­re ageu­sia (man­ca­ta per­ce­zio­ne della sen­sa­zio­ne gu­sta­ti­va). A volte c’è un’e­le­va­ta ana­lo­gia tra strut­tu­ra delle mo­le­co­le dolce e amare in quan­to la so­sti­tu­zio­ne di un grup­po fun­zio­na­le di una mo­le­co­la dolce può por­ta­re ad una strut­tu­ra mo­le­co­la­re aven­te sa­po­re amaro. Al­cu­ne so­stan­ze, inol­tre, pre­sen­ta­no un sa­po­re dolce in so­lu­zio­ne di­lui­ta ed un sa­po­re amaro se pre­sen­ti in con­cen­tra­zio­ne più ele­va­ta.
  • Sa­la­to: il clo­ru­ro di sodio è l’u­ni­co a dare una sen­sa­zio­ne di sa­la­to net­ta­men­te ri­co­no­sci­bi­le per­ché gli altri com­po­sti inor­ga­ni­ci pro­vo­ca­no altre sen­sa­zio­ni quale amaro, al­ca­li­no e sa­la­to in varie com­bi­na­zio­ni.

Da ri­cor­da­re che è stato pro­po­sto altre un quin­to sa­po­re:

  • Umami, è una sen­sa­zio­ne orale sti­mo­la­ta dal glu­tam­ma­to mo­no­po­di­co, co­sti­tuen­te na­tu­ra­le di molti ali­men­ti, che in­for­ma il cer­vel­lo della sua pre­sen­za. I re­cet­to­ri del­l’u­ma­ni si tro­va­no nella re­gio­ne po­ste­rio­re ove si tro­va­no le pa­pil­le cir­cum­val­la­te e fo­lia­te, sen­si­bi­li al­l’a­ma­ro.

Ol­fat­to

È il senso in grado di per­ce­pi­re l’o­do­re o aroma di una so­stan­za per ina­la­zio­ne at­tra­ver­so la ca­vi­tà na­sa­le. L’as­sor­bi­men­to delle so­stan­ze vo­la­ti­li sui re­cet­to­ri della mu­co­sa ol­fat­ti­va pro­vo­ca la per­ce­zio­ne. I re­cet­to­ri sono lo­ca­liz­za­ti in una pic­co­la area della parte su­pe­rio­re della ca­vi­tà na­sa­le. Il muco pre­sen­te nella mu­co­sa funge da sol­ven­te delle so­stan­ze re­spon­sa­bi­li delle sen­sa­zio­ni ol­fat­ti­ve e ne con­sen­te il con­tat­to con i re­cet­to­ri. Af­fin­ché una so­stan­za pre­sen­ti odore, è ne­ces­sa­rio che sia vo­la­ti­le, in modo che al­cu­ne mo­le­co­le pos­sa­no rag­giun­ge­re l’e­pi­te­lio ol­fat­ti­vo. Ge­ne­ral­men­te le mo­le­co­le di un com­po­sto vo­la­ti­le (S) si tro­va­no nel­l’a­li­men­to sotto forma di so­lu­ti di­sciol­ti in acqua. Per rag­giun­ge­re il re­cet­to­re sono ne­ces­sa­ri una serie di pas­sag­gi:

S(aqua) → S(aria) → S(muco)→ S (re­cet­to­re ol­fat­ti­vo)

(N.d.R.: l’a­no­smia ov­ve­ro in­ca­pa­ci­tà di per­ce­pi­re al­cu­ni o tutti gli odori).

Da ciò de­ri­va che il nu­me­ro to­ta­le di mo­le­co­le che rag­giun­go­no i re­cet­to­ri ol­fat­ti­vi di­pen­de, oltre che dalla vo­la­ti­li­tà della so­stan­za con­si­de­ra­ta, anche dai coef­fi­cien­ti di so­lu­bi­li­tà nelle di­ver­se fasi. Per una so­stan­za molto so­lu­bi­le in acqua e poco vo­la­ti­le il primo equi­li­brio ri­sul­ta spo­sta­to verso si­ni­stra è il caso dei sali, degli am­mi­noa­ci­di, e degli zuc­che­ri che non pre­sen­ta­no odore.

In ge­ne­ra­le le so­stan­ze so­lu­bi­li in acqua e non vo­la­ti­li sti­mo­la­no il senso del gusto, quel­le più vo­la­ti­li e meno so­lu­bi­li in acqua sti­mo­la­no il senso del­l’ol­fat­to. È un senso fa­ci­le al­l’a­dat­ta­men­to per cui dopo lunga espo­si­zio­ne si ha in­nal­za­men­to della so­glia con per­di­ta di sen­si­bi­li­tà. Dopo l’i­den­ti­fi­ca­zio­ne degli odori ha la più gran­de ca­pa­ci­tà di me­mo­riz­za­zio­ne tra gli or­ga­ni di senso.

Rap­pre­sen­ta­zio­ne sche­ma­ti­ca d’in­sie­me del­l’ap­pa­ra­to ol­fat­ti­vo

apparato olfattivo schema
(trat­ta da M.​Ubigli,  I pro­fu­mi de vino – Eda­gri­co­le Bo­lo­gna , 2004)

Si de­fi­ni­sce, in­ve­ce, fla­vour l’in­te­ra­zio­ne della sen­sa­zio­ne gu­sta­ti­va con la per­ce­zio­ne per via retro na­sa­le del­l’a­ro­ma (off-fla­vour quan­do la sen­sa­zio­ne è sgra­de­vo­le).

Una sem­pli­ce di­mo­stra­zio­ne può con­vin­ce­re chiun­que del­l’im­por­tan­za del­l’ol­fat­to come si­ste­ma sen­so­ria­le in­ter­no, tal­vol­ta chia­ma­to anche ol­fat­to re­tro-na­sa­le. Se si sor­seg­gia un succo di frut­ta te­nen­do il naso chiu­so, bi­so­gna pre­sta­re at­ten­zio­ne alle sen­sa­zio­ni pre­sen­ti in bocca, prin­ci­pal­men­te dolce e acido. De­glu­tia­mo il cam­pio­ne, que­sta volta te­nen­do la bocca chiu­sa e ria­pren­do le na­ri­ci, ef­fet­tuan­do un’e­spi­ra­zio­ne. In un se­con­do o poco più ap­pa­ri­rà il fla­vour di frut­ta­to. Quin­di si è con­sta­ta­to che con il naso chiu­so si bloc­ca il pas­sag­gio re­tro-na­sa­le dei fla­vour vo­la­ti­li ai re­cet­to­ri ol­fat­ti­vi, men­tre quan­do que­sto per­cor­so viene fa­ci­li­ta­to dalla de­glu­ti­zio­ne e dal­l’e­spi­ra­zio­ne, il con­tri­bu­to di­ven­ta chia­ro.     

Epi­te­lio ol­fat­ti­vo

epitelio olfattivo
(trat­ta da M. Ubi­gli, I pro­fu­mi de vino – Eda­gri­co­le Bo­lo­gna, 2004)

Vista

L’or­ga­no de­pu­ta­to alla tra­sdu­zio­ne del­l’e­ner­gia lu­mi­no­sa è l’oc­chio, che nel corso del­l’e­vo­lu­zio­ne si è adat­ta­to a per­ce­pi­re la luce aven­te una lun­ghez­za d’on­da com­pre­sa fra i 400 e i 760nm, ov­ve­ro la luce pre­sen­te sul no­stro pia­ne­ta. Entro que­sto range sono rap­pre­sen­ta­ti tutti i li­mi­ti che co­no­scia­mo.

Ana­to­mia del­l’oc­chio

anatomia occhio
(trat­ta dal old web- www.​personal_­trai­ner.it)

Udito

Il si­ste­ma re­cet­to­re per il suono è co­sti­tui­to dal­l’o­rec­chio ester­no, dalla ca­vi­tà del­l’o­rec­chio medio e dai mec­ca­ni­smi del­l’o­rec­chio in­ter­no.
La mag­gior parte delle per­so­ne può sen­ti­re solo suoni con fre­quen­za tra 20 e 20.000 Hz. Il suono entra dal­l’o­rec­chio ester­no, che fun­zio­na come un im­bu­to: que­sto e for­ma­to dal pa­di­glio­ne au­ri­co­la­re e dal meato acu­sti­co ester­no e, nella parte ter­mi­na­le, dalla mem­bra­na del tim­pa­no che lo se­pa­ra dal­l’o­rec­chio medio.

Ana­to­mia del­l’o­rec­chio

anatomia orecchio
(trat­ta da http://​arc​hi3s​tudi​o.​blogspot.​com)

La mag­gior parte delle per­so­ne può sen­ti­re solo suoni con fre­quen­za tra 20 e 20.000 Hz. Il suono entra dal­l’o­rec­chio ester­no, che fun­zio­na come un im­bu­to: que­sto e for­ma­to dal pa­di­glio­ne au­ri­co­la­re e dal meato acu­sti­co ester­no e, nella parte ter­mi­na­le, dalla mem­bra­na del tim­pa­no che lo se­pa­ra dal­l’o­rec­chio medio. Que­sta parte del­l’o­rec­chio con­vo­glia le onde so­no­re verso la mem­bra­na tim­pa­ni­ca.
La forma del­l’o­rec­chio ester­no e la strut­tu­ra del ca­na­le au­ri­co­la­re ester­no ri­du­co­no l’am­piez­za di al­cu­ne fre­quen­ze del suono, men­tre la sua ri­so­nan­za ge­ne­ra altre fre­quen­ze.
Nella ca­vi­tà del­l’o­rec­chio medio si tro­va­no tre os­si­ci­ni: l’in­cu­di­ne, il mar­tel­lo e la staf­fa. Que­sti sono tra loro uniti for­man­do una ca­te­na che col­le­ga il tim­pa­no con la fi­ne­stra ovale che se­pa­ra l’o­rec­chio medio da quel­lo in­ter­no.
Pic­co­li spo­sta­men­ti della mem­bra­na tim­pa­ni­ca muo­vo­no la ca­te­na di os­si­ci­ni il cui ruolo nella tra­smis­sio­ne del suono è fon­da­men­ta­le; sono ne­ces­sa­ri, per­ché è l’e­ner­gia mec­ca­ni­ca delle par­ti­cel­le d’a­ria è così scar­sa che il mo­vi­men­to on­du­la­to­rio non può es­se­re tra­smes­so al li­qui­do che riem­pie l’o­rec­chio in­ter­no.
Il col­le­ga­men­to mec­ca­ni­co del­l’o­rec­chio medio in­ve­ce fa con­ver­ge­re la pres­sio­ne del tim­pa­no sulla pic­co­la fi­ne­stra ovale, pro­du­cen­do una no­te­vo­le am­pli­fi­ca­zio­ne delle vi­bra­zio­ni.
Nel­l’o­rec­chio in­ter­no si evi­den­zia­no due parti: una rap­pre­sen­ta l’or­ga­no del­l’e­qui­li­brio e l’al­tra la por­zio­ne udi­ti­va ov­ve­ro la chioc­cio­la o co­clea.

Tatto

Il ruolo della bocca nel­l’a­na­li­si sen­so­ria­le, oltre al­l’i­den­ti­fi­ca­zio­ne dei quat­tro sa­po­ri base, for­ni­sce va­lu­ta­zio­ni delle ca­rat­te­ri­sti­che fi­si­che e strut­tu­ra­li del­l’a­li­men­to.

Le sen­sa­zio­ni per­ce­pi­te in bocca sono:

1) Il senso ci­ne­ste­ti­co: re­cet­to­ri sulla ra­di­ce dei denti, sui mu­sco­li della ma­sti­ca­zio­ne per­met­to­no di av­ver­ti­re sen­sa­zio­ni di fred­do, caldo, astrin­gen­za, pun­gen­te.

2) Il senso tat­ti­le: quel­lo per­ce­pi­to sulla lin­gua, gen­gi­ve, pa­la­to duro e molle.

Il pa­la­to duro è la por­zio­ne della bocca che pre­sen­ta una su­per­fi­cie cel­lu­la­re che gli con­fe­ri­sce una sen­si­bi­li­tà tat­ti­le: i re­cet­to­ri di que­sta su­per­fi­cie con­sen­to­no di de­ter­mi­na­re le ca­rat­te­ri­sti­che geo­me­tri­che, mec­ca­ni­che e fi­si­che del­l’a­li­men­to e di va­lu­ta­re sti­mo­li come du­rez­za, coe­sio­ne, vi­sco­si­tà, ela­sti­ci­tà, ade­si­vi­tà, fria­bi­li­tà ecc. Le por­zio­ni sof­fi­ci della bocca sono for­ni­te di una rete di ter­mi­na­zio­ni ner­vo­se il cui com­pi­to è di ri­spon­de­re al tatto e a leg­ge­re pres­sio­ni e pro­ba­bil­men­te a sti­mo­li chi­mi­ci e ter­mi­ci. Re­cet­to­ri dello stes­so tipo sono pre­sen­ti sul­l’e­pi­te­lio che ri­co­pre il no­stro corpo.

Re­cet­to­ri cu­ta­nei della lin­gua

recettori cutanei lingua
(trat­ta da M. Ubi­gli, I pro­fu­mi de vino – Eda­gri­co­le Bo­lo­gna, 2004)

Fat­to­ri che con­di­zio­na­no la va­lu­ta­zio­ne

La no­stra ca­pa­ci­tà di va­lu­ta­zio­ne di­pen­de for­te­men­te dalle espe­rien­ze vis­su­te e da mo­del­li ela­bo­ra­ti a li­vel­lo men­ta­le che gli psi­co­lo­gi chia­ma­no “cor­ni­ce di ri­fe­ri­men­to”. La di­pen­den­za delle de­ter­mi­na­zio­ni sen­so­ria­li da una cor­ni­ce di ri­fe­ri­men­to di­mo­stra che il con­te­sto può for­te­men­te in­fluen­za­re la ca­pa­ci­tà di va­lu­ta­zio­ne dei giu­di­ci.

Per esem­pio, se in un gior­no di gen­na­io il ter­mo­me­tro rag­giun­ge i 20 °C, di­cia­mo che la tem­pe­ra­tu­ra è ele­va­ta e il clima mite; se in­ve­ce la stes­sa tem­pe­ra­tu­ra viene re­gi­stra­ta in piena esta­te, pen­sia­mo di tro­var­ci in una gior­na­ta par­ti­co­lar­men­te fre­sca. Que­sto suc­ce­de per­ché il no­stro giu­di­zio è ba­sa­to sem­pre su un con­fron­to: con la tem­pe­ra­tu­ra media di una gior­na­ta in­ver­na­le nel primo caso e di una gior­na­ta esti­va nel se­con­do.

Nel­l’a­na­li­si sen­so­ria­le le ri­spo­ste date dai giu­di­ci pos­so­no es­se­re in­fluen­za­te da di­ver­si er­ro­ri di ma­tu­ra psi­co­lo­gi­ca e fi­sio­lo­gi­ca. È im­por­tan­te es­se­re con­sa­pe­vo­li di que­sto fe­no­me­no per cer­ca­re di mi­ni­miz­za­re l’im­pat­to di que­sti o co­mun­que per fare al­me­no in modo che si ri­per­cuo­ta­no uni­for­me­men­te su tutti i cam­pio­ni esa­mi­na­ti.

For­mag­gi: me­to­do­lo­gia, glos­sa­rio, sche­da di de­gu­sta­zio­ne

Ge­ne­ra­li­tà

classificazione formaggi

composizione formaggi

Me­to­do­lo­gia della de­gu­sta­zio­ne o as­sag­gio dei for­mag­gi

Pra­ti­ca e teo­ria del­l’e­sa­me sen­so­ria­le dei for­mag­gi sono re­cen­ti: hanno avuto le prime for­mu­la­zio­ni in Fran­cia nel do­po­guer­ra ed in Ita­lia a par­ti­re dal 1989, quan­do è nata l’O.N.A.F. (Or­ga­niz­za­zio­ne Na­zio­na­le As­sag­gia­to­ri di For­mag­gio). I Con­sor­zi di Tu­te­la ap­pli­ca­no da tempo ca­te­go­rie de­gu­sta­ti­ve ai pro­dot­ti di loro com­pe­ten­za per ve­ri­fi­car­ne l’i­do­nei­tà alla ven­di­ta, ma i cri­te­ri adot­ta­ti sono piut­to­sto sem­pli­ci: ba­da­no so­prat­tut­to a che i for­mag­gi non pre­sen­ti­no di­fet­ti evi­den­ti e che ri­spet­ti­no gli stan­dard dei di­sci­pli­na­ri. Men­tre una de­gu­sta­zio­ne degna di que­sto nome si sfor­za di evi­den­zia­re le ca­rat­te­ri­sti­che or­ga­no­let­ti­che spe­ci­fi­che di un par­ti­co­la­re cam­pio­ne in un par­ti­co­la­re mo­men­to. Se tutti ge­ne­ral­men­te sono d’ac­cor­do sui de­scrit­to­ri pri­ma­ri (aspet­to este­rio­re, sen­sa­zio­ni gu­sto-ol­fat­ti­ve, ti­pi­ci­tà) su cui si basa la de­gu­sta­zio­ne, il di­scor­so si com­pli­ca per quel­li se­con­da­ri (con­si­sten­za, strut­tu­ra, oc­chia­tu­ra, un­tuo­si­tà della pasta, re­tro­gu­sto) e per il les­si­co, sog­get­to a con­ti­nuo ag­gior­na­men­to da parte delle as­so­cia­zio­ni di as­sag­gia­to­ri ed esper­ti del set­to­re dei for­mag­gi.

L’as­sag­gio dei for­mag­gi, come già detto per gli altri pro­dot­ti ali­men­ta­ri, ri­chie­de com­pe­ten­za nel campo spe­ci­fi­co, ma so­prat­tut­to “me­mo­ria e ca­pa­ci­tà di tra­smet­te­re quel­le in­for­ma­zio­ni” che pro­ven­go­no dal­l’u­so dei sensi.

  • Per le “de­gu­sta­zio­ni pro­fes­sio­na­li” è ri­chie­sto un banco di as­sag­gio di co­lo­re bian­co e at­trez­za­to allo scopo, in­se­ri­to in un’ap­po­si­ta sala arieg­gia­ta e ben il­lu­mi­na­ta. Gli esa­mi­na­to­ri, dal canto loro, de­vo­no tro­var­si “nelle mi­glio­ri con­di­zio­ni psi­co­fi­si­che”, es­se­re il più pos­si­bi­le lon­ta­no dai pasti, non es­se­re in­fluen­za­ti dal­l’as­sun­zio­ne di be­van­de al­co­li­che o ghiac­cia­te non­ché di cibi ec­ces­si­va­men­te spe­zia­ti, de­vo­no aste­ner­si dal fu­ma­re, non de­vo­no uti­liz­za­re pro­fu­mi trop­po in­ten­si.
  • I pro­fu­mi trop­po in­ten­si, in­fat­ti, po­treb­be­ro in­ter­fe­ri­re sul ri­sul­ta­to degli esami or­ga­no­let­ti­ci, così come il fumo e l’as­sun­zio­ne di al­cu­ni cibi e be­van­de, po­treb­be­ro ini­bi­re le ca­pa­ci­tà sen­so­ria­li del­l’as­sag­gia­to­re. È inol­tre im­por­tan­te se­gui­re una lo­gi­ca se­quen­za di as­sag­gio, par­ten­do dai for­mag­gi fre­schi e de­li­ca­ti, per poi pro­se­gui­re con quel­li me­dia­men­te sta­gio­na­ti e fi­ni­re con quel­li a lunga ma­tu­ra­zio­ne; in altre pa­ro­le si deve adot­ta­re un or­di­ne di de­gu­sta­zio­ne se­guen­do il cre­sce­re.

L’AFNOR, (N.d.R. As­so­cia­zio­ni Fran­cas­se de Nor­ma­li­sti­co), de­fi­ni­sce l’as­sag­gio uti­liz­zan­do so­la­men­te tre verbi: <<spe­ri­men­ta­re, ana­liz­za­re e ap­prez­za­re>> i ca­rat­te­ri sen­so­ria­li dei for­mag­gi, e dei pro­dot­ti agro-ali­men­ta­re in ge­ne­ra­le.

La de­gu­sta­zio­ne pro­fes­sio­na­le di­fat­ti im­pli­ca l’at­ten­ta os­ser­va­zio­ne del pro­dot­to agro-ali­men­ta­re me­dian­te i sensi, il con­fron­to con altri pro­dot­ti si­mi­li co­no­sciu­ti, in­fi­ne, la de­scri­zio­ne delle sen­sa­zio­ni per­ce­pi­te uti­liz­zan­do norme co­di­fi­ca­te. L’a­na­li­si sen­so­ria­le, come già detto più volte nella trat­ta­zio­ne pre­ce­den­te, viene ef­fet­tua­ta con l’au­si­lio dei soli or­ga­ni di senso: l’u­di­to, la vista, il tatto, l’ol­fat­to e il gusto; even­tual­men­te la stes­sa viene sup­por­ta­ta da quel­la chi­mi­ca, di con­se­guen­za è in grado di de­ter­mi­na­re un giu­di­zio si­cu­ro e af­fi­da­bi­le da un punto di vista or­ga­no­let­ti­co, a con­di­zio­ne che l’as­sag­gia­to­re abbia la ne­ces­sa­ria pro­fes­sio­na­li­tà, espe­rien­za, co­no­scen­za del pro­dot­to, non­ché l’in­di­spen­sa­bi­le “obiet­ti­vi­tà di giu­di­zio”.

Prima di pro­ce­de­re alla de­gu­sta­zio­ne dei for­mag­gi pro­pria­men­te detta, oc­cor­re ve­ri­fi­ca­re quan­to segue:

  • che il for­mag­gio pre­sen­ta­to cor­ri­spon­da ef­fet­ti­va­men­te a quel­lo og­get­to di de­gu­sta­zio­ne;
  • che i pa­ra­me­tri di quei for­mag­gi di­sci­pli­na­ti da una de­no­mi­na­zio­ne di ori­gi­ne o ti­pi­ca cor­ri­spon­da­no ai tipi og­get­to di de­gu­sta­zio­ne;
  • che i mar­chi o con­tras­se­gni ri­por­ta­ti sulla cro­sta o nel­l’im­bal­lag­gio siano con­for­mi ai mo­del­li de­po­si­ta­ti;
  • che le ca­rat­te­ri­sti­che della forma e della pasta, i ca­rat­te­ri or­ga­no­let­ti­ci e lo stato di ma­tu­ra­zio­ne cor­ri­spon­da­no ai pa­ra­me­tri sta­bi­li dai di­sci­pli­na­ri di pro­du­zio­ne.

Esame udi­ti­vo

L’e­sa­me udi­ti­vo è una par­ti­co­la­re ve­ri­fi­ca che viene ese­gui­ta quasi esclu­si­va­men­te da ope­ra­to­ri del set­to­re su al­cu­ni for­mag­gi a pasta dura. Con­si­ste nel va­lu­ta­re l’ef­fet­to della bat­ti­tu­ra o per­cus­sio­ne me­dian­te ap­po­si­to mar­tel­let­to (sonda, ca­ro­ta­to­re, suc­chiel­lo) in ac­cia­io o me­dian­te le noc­che delle dita per de­ter­mi­na­re la pre­sen­za di even­tua­li di­fet­ti e il grado di ma­tu­ra­zio­ne.
In ge­ne­ra­le si può af­fer­ma­re che a un suono uni­for­me cor­ri­spon­de un’oc­chia­tu­ra nor­ma­le e uni­for­me, men­tre un suono non uni­for­me, è sin­to­mo di gran­di ca­vi­tà, sfo­glia­tu­re e oc­chia­tu­ra uni­la­te­ra­le; se il suono per­ce­pi­to ri­sul­ta trop­po chia­ro è sin­to­mo di pre­sen­za di oc­chia­tu­ra, men­tre un suono sordo ri­ve­la una la­vo­ra­zio­ne trop­po acida.

Esame vi­si­vo

L’e­sa­me vi­si­vo di un for­mag­gio con­si­ste, in primo luogo, nel va­lu­tar­ne la fog­gia, lo scal­zo, il co­lo­re e la su­per­fi­cie della cro­sta, in­fi­ne, il peso e le di­men­sio­ni, al fine di in­di­vi­dua­re even­tua­li di­fet­ti este­rio­ri. È ovvio che per va­lu­ta­re que­sti pa­ra­me­tri oc­cor­re di­spor­re di un for­mag­gio in­te­ro, o in al­ter­na­ti­va, di una sua por­zio­ne con­si­sten­te (al­me­no mezza forma). Do­po­di­ché si pro­se­gue l’e­sa­me vi­si­vo va­lu­tan­do, sulla fac­cia in­te­res­sa­ta dal ta­glio, lo spes­so­re della cro­sta, il co­lo­re del sotto cro­sta (un­ghia), il co­lo­re della pasta, l’u­ni­for­mi­tà del co­lo­re della pasta, la re­go­la­ri­tà, il nu­me­ro e il dia­me­tro delle oc­chia­tu­re, la pre­sen­za e il co­lo­re del­l’e­ven­tua­le er­bo­ri­na­tu­ra. Ven­go­no anche in que­sto caso an­no­ta­te le even­tua­li ano­ma­lie ed al­te­ra­zio­ni della pasta.

Esame tat­ti­le

Que­sto esame è com­pren­si­bil­men­te ef­fet­tua­bi­le solo su de­ter­mi­na­ti tipi di for­mag­gio. Me­dian­te l’e­se­cu­zio­ne di una sem­pli­ce pal­pa­zio­ne tra in­di­ce e pol­li­ce della por­zio­ne di for­mag­gio og­get­to della de­gu­sta­zio­ne, si va­lu­ta la con­si­sten­za della pasta: il suc­ces­si­vo sag­gio gu­sta­ti­vo e la ma­sti­ca­zio­ne da­ran­no la con­fer­ma di quan­to ri­scon­tra­to con l’e­sa­me tat­ti­le.

Esame ol­fat­ti­vo

L’e­sa­me ol­fat­ti­vo è reso pos­si­bi­le at­tra­ver­so l’uso del­l’ol­fat­to, cioè di quel­la fun­zio­ne sen­so­ria­le pre­po­sta alla per­ce­zio­ne degli odori. Il si­ste­ma ol­fat­to­rio si av­va­le di re­cet­to­ri, lo­ca­liz­za­ti in un’a­rea ri­stret­ta della mu­co­sa na­sa­le, in grado di rea­gi­re alle ca­rat­te­ri­sti­che chi­mi­che delle so­stan­ze odo­ro­se e di in­via­re, at­tra­ver­so il nervo ol­fat­ti­vo, gli im­pul­si ai cor­ri­spon­den­ti cen­tri ce­re­bra­li.
As­sie­me agli odori in essa pre­sen­ti, l’a­ria viene in­ca­na­la­ta at­tra­ver­so le fosse na­sa­li nella mu­co­sa na­sa­le; è que­sta la via “di­ret­ta di ol­fa­zio­ne”, che può es­se­re sen­si­bil­men­te mi­glio­ra­ta agen­do in modo in­di­ret­to, cioè “per via re­tro­na­sa­le”.
Quan­do un ali­men­to si trova nella ca­vi­tà orale, ven­go­no in­fat­ti spri­gio­na­te, a causa della ma­sti­ca­zio­ne e del­l’au­men­to della tem­pe­ra­tu­ra, delle so­stan­ze odo­ro­se che sal­go­no in ri­le­van­te quan­ti­tà verso la mu­co­sa ol­fat­ti­va per via re­tro­na­sa­le, ap­pun­to.
Una serie di so­stan­ze pre­sen­ti negli ali­men­ti su­bi­sco­no, inol­tre, una se­quen­za di tra­sfor­ma­zio­ni da parte della sa­li­va, ge­ne­ran­do degli aromi vo­la­ti­li non per­ce­pi­bi­li con l’ol­fa­zio­ne di­ret­ta. Sono stati clas­si­fi­ca­ti nu­me­ro­sis­si­mi odori che, pos­se­den­do una pro­pria e de­ter­mi­na­ta strut­tu­ra chi­mi­ca, danno ori­gi­ne a com­bi­na­zio­ni di sva­ria­ti sen­to­ri. Tali sen­to­ri po­tran­no es­se­re ri­co­no­sciu­ti e de­scrit­ti uti­liz­zan­do espres­sio­ni e vo­ca­bo­li pia­ce­vo­li e fa­mi­lia­ri a tutti (anche se na­tu­ral­men­te non man­ca­no le ec­ce­zio­ni).

In sin­te­si ecco le prin­ci­pa­li fa­mi­glie di aromi che si pos­so­no ri­co­no­sce­re nei for­mag­gi:

  • sen­to­re di latte e di al­cu­ni suoi de­ri­va­ti (panna fre­sca, ca­glia­ta, lat­ti­cel­lo, burro fre­sco, burro fuso, yo­gurt, ecc.);
  • sen­to­re ve­ge­ta­le e di erbe aro­ma­ti­che (erba ta­glia­ta, fieno, pa­glia, ca­vol­fio­re lesso, pa­ta­ta lessa, aglio, ci­pol­la, gin­ger, humus, fungo, ecc.);
  • sen­to­re flo­rea­le (fiori bian­chi, aca­cia, rosa, vio­let­ta, miele mil­le­fio­ri);
  • sen­to­re frut­ta­to (agru­mi, noce, noc­cio­la, man­dor­la amara, mela, mela verde, al­bi­coc­ca, olio d’o­li­va);
  • sen­to­re to­sta­to (frut­ti sec­chi to­sta­ti, caffè, cioc­co­la­to, af­fu­mi­ca­to);
  • sen­to­ri ani­ma­li (le­ta­me, stal­la, cuoio, lana, ir­ci­no);
  • spe­zia­to (va­ni­glia, chio­di di ga­ro­fa­no, noce mo­sca­ta, pepe);
  • sen­to­ri di­ver­si (am­mo­nia­ca, ran­ci­do, agro, pun­gen­te, acido ace­ti­co, ace­to­ne, legno, can­ti­na, cotto, fumo, muffe, ecc.).

Sen­to­ri do­mi­nan­ti di am­mo­nia­ca, ran­ci­do e ace­to­ne sono in­di­ca­to­ri di di­fet­ti do­vu­ti a ma­tu­ra­zio­ne avan­za­ta, per cui dif­fi­cil­men­te si potrà pro­se­gui­re con il suc­ces­si­vo esame Per com­ple­ta­re l’e­sa­me ol­fat­ti­vo, oc­cor­re inol­tre va­lu­ta­re “l’in­ten­si­tà, la per­si­sten­za e la pu­rez­zadei sen­to­ri per­ce­pi­ti che, il più delle volte, ri­sul­ta­no es­se­re di­ret­ta­men­te pro­por­zio­na­li alla qua­li­tà della ma­te­ria prima im­pie­ga­ta, il latte, e al­l’ap­pli­ca­zio­ne di una buona tec­ni­ca ca­sea­ria.

A que­sto punto si può trac­cia­re un giu­di­zio sulla qua­li­tà odo­ro­sa del cam­pio­ne di for­mag­gio og­get­to di esame, una va­lu­ta­zio­ne ap­pun­to della sua “com­ples­si­tà ol­fat­ti­va”.

Esame gu­sta­ti­vo

Le sen­sa­zio­ni sa­po­ri­fe­re fi­sio­lo­gi­ca­men­te ri­co­no­sciu­te dalla lin­gua tra­mi­te le pa­pil­le gu­sta­ti­ve, sono quat­tro:

  • il dolce, av­ver­ti­bi­le es­sen­zial­men­te sulla punta della lin­gua;
  • l’a­ci­do, av­ver­ti­bi­le nelle zone la­te­ra­li an­te­rio­ri e su­blin­gua­li;
  • il sa­la­to, av­ver­ti­bi­le nelle zone la­te­ra­li e dor­sa­li;
  • l’a­ma­ro, av­ver­ti­bi­le alla base della lin­gua.

Sono inol­tre sen­si­bi­li agli sti­mo­li gu­sta­ti­vi la volta pa­la­ti­na, la mu­co­sa delle lab­bra e delle guan­ce, l’e­pi­glot­ti­de, la la­rin­ge e la fa­rin­ge.
Oltre ai quat­tro sa­po­ri fon­da­men­ta­li de­scrit­ti, esi­sto­no altre sen­sa­zio­ni av­ver­ti­bi­li du­ran­te la de­gu­sta­zio­ne: le sen­sa­zio­ni tat­ti­li, ri­le­va­bi­li so­prat­tut­to dalle mu­co­se e dalle pa­pil­le fi­li­for­mi, e le sen­sa­zio­ni re­tro­na­sa­li ol­fat­ti­ve, re­spon­sa­bi­li degli aromi
L’e­sa­me gu­sta­ti­vo rap­pre­sen­ta l’ul­ti­ma fase del­l’a­na­li­si or­ga­no­let­ti­ca e si può, a ra­gio­ne, con­si­de­ra­re la sin­te­si della de­gu­sta­zio­ne. At­tra­ver­so l’e­sa­me gu­sta­ti­vo, in­fat­ti, l’as­sag­gia­to­re, non solo è in grado di va­lu­ta­re la pre­sen­za di odori e sa­po­ri ano­ma­li, ma può con­fer­ma­re, con un pic­co­lo sfor­zo mne­mo­ni­co, quan­to ri­le­va­to dai pre­ce­den­ti esami.

Ven­go­no, in­fat­ti, va­lu­ta­ti, at­tra­ver­so que­sto esame, i se­guen­ti pa­ra­me­tri:

  • la con­si­sten­za della pasta, cioè l’in­sie­me delle sen­sa­zio­ni che sca­tu­ri­sco­no dalla ma­sti­ca­zio­ne del for­mag­gio (ade­ren­za al pa­la­to e alla lin­gua);
  • la de­for­ma­bi­li­tà e fria­bi­li­tà della pasta al­l’in­ter­no della ca­vi­tà orale;
  • la du­rez­za, cioè la re­si­sten­za che il cam­pio­ne di for­mag­gio opera sulle ma­scel­le al­l’at­to della ma­sti­ca­zio­ne;
  • la pa­la­ta­bi­li­tà de­ter­mi­na­ta in gran parte dalle sen­sa­zio­ni gras­se;
  • l’e­qui­li­brio gu­sta­ti­vo, cioè il rap­por­to più o meno bi­lan­cia­to delle sen­sa­zio­ni or­ga­no­let­ti­che;
  • l’in­ten­si­tà e per­si­sten­za degli aromi spri­gio­na­ti du­ran­te la ma­sti­ca­zio­ne, in con­se­guen­za del­l’au­men­to della tem­pe­ra­tu­ra del cam­pio­ne di for­mag­gio in­tro­dot­to nella ca­vi­tà orale e del­l’a­zio­ne de­ter­gen­te della sa­li­va;
  • la fi­nez­za ed ele­gan­za dei sa­po­ri che il for­mag­gio la­scia in bocca, la co­sid­det­ta ric­chez­za aro­ma­ti­co-gu­sta­ti­va.

A se­con­da delle ti­po­lo­gie prese in con­si­de­ra­zio­ne, quin­di, un buon for­mag­gio fre­sco può la­scia­re la bocca pia­ce­vol­men­te aci­du­la, così come un buon for­mag­gio sta­gio­na­to la­sce­rà in bocca delle sen­sa­zio­ni di suc­cu­len­za e sa­pi­di­tà ac­cen­tua­te.

Glos­sa­rio

  • Aroma
    In­sie­me dei prin­ci­pi odo­ro­si e dei pro­fu­mi di una so­stan­za, per­ce­pi­bi­li at­tra­ver­so la re­trol­fa­zio­ne: le mo­le­co­le odo­ro­se in­ve­ce della via na­sa­le di­ret­ta se­guo­no la via re­tro­na­sa­le.
  • Co­lo­re
    Della pasta di un for­mag­gio e della cro­sta. Di­pen­de dal latte (capra e bu­fa­la non hanno il pig­men­to gial­lo be­ta­ca­ro­te­ne) e dalla sta­gio­na­tu­ra. Per la pasta, il co­lo­re può va­ria­re dal bian­co latte al bruno.  Per la cro­sta, il co­lo­re è va­ria­bi­le in con­se­guen­za anche dei trat­ta­men­ti su­bi­ti.
  • Com­ples­si­tà ol­fat­ti­va
    Dopo aver ac­cer­ta­to la pu­rez­za odo­ro­sa, ov­ve­ro l’as­sen­za di ano malie ol­fat­ti­ve, e in­di­vi­dua­to i ca­rat­te­ri do­mi­nan­ti e l’in­ten­si­tà odo­ro­sa del for­mag­gio, si può trac­cia­re un giu­di­zio com­ples­si­vo sulla qua­li­tà odo­ro­sa dello stes­so, che ap­pun­to si de­fi­ni­sce com­ples­si­tà ol­fat­ti­va.
  • Con­si­sten­za
    In­sie­me delle sen­sa­zio­ni che emer­go­no dalla ma­sti­ca­zio­ne del for­mag­gio, dalla sua ade­ren­za al pa­la­to e alla lin­gua. Si de­ter­mi­na in tal modo la strut­tu­ra della pasta (già evi­den­zia­ta pre­li­mi­nar­men­te al tatto, quan­do ciò è pos­si­bi­le): fria­bi­le, ela­sti­ca, con­si­sten­te, fon dente, asciut­ta, gom­mo­sa, sle­ga­ta.
  • De­for­ma­bi­li­tà
    Fa­ci­li­tà che pre­sen­ta il for­mag­gio, una volta nella ca­vi­tà orale, a de­for­mar­si in ma­nie­ra pro­gres­si­va o a ri­ti­rar­si prima di rom­per­si.
  • Du­rez­za
    Re­si­sten­za che pre­sen­ta il for­mag­gio a un pic­co­lo spo­sta­men­to delle ma­scel­le.
  • Ela­sti­ci­tà
    At­ti­tu­di­ne di un cam­pio­ne di for­mag­gio a ri­cu­pe­ra­re il suo spes­so­re ini­zia­le dopo es­se­re stato com­pres­so e de­for­ma­to.
  • Equi­li­brio
    L’e­qui­li­brio di un for­mag­gio espri­me il rap­por­to più o meno bi­lan­cia­to tra le varie sen­sa­zio­ni or­ga­no­let­ti­che per­ce­pi­te al­l’as­sag­gio: più que­sto rap­por­to sarà ar­mo­ni­co, più il for­mag­gio sarà or­ga­no­let­ti­ca­men­te equi­li­bra­to.
  • Forma
    Aspet­to este­rio­re di un for­mag­gio ri­con­du­ci­bi­le a una fi­gu­ra geo­me­tri­ca so­li­da, dalla pic­co­la (gram­mi) alla gran­de (chi­lo­gram­mi) di­men­sio­ne. Forma cir­co­la­re, qua­dra­ta, a tron­co di cono, pa­ral­le­le­pi­pe­da, a man­da­ri­no, a sa­la­me, a pera.
  • Fria­bi­li­tà
    At­ti­tu­di­ne del for­mag­gio a sgre­to­lar­si in mi­nu­ti fram­men­ti.
  • Gra­nu­lo­si­tà
    Per­ce­zio­ne delle par­ti­cel­le di tipo gra­nu­la­re du­ran­te la ma­sti­ca­zio­ne di un cam­pio­ne di for­mag­gio.
  • Lun­ghez­za
    De­fi­ni­sce la du­ra­ta della sen­sa­zio­ne re­trol­fat­ti­va. Nel va­lu­tar­la oc­cor­re sa­pe­re pre­scin­de­re dalle sen­sa­zio­ni di sa­la­to e di pic­can­te, in quan­to sa­la­to e pic­can­te sono ca­rat­te­ri­sti­che mo­di­fi­ca­bi­li al­l’at­to della ca­sei­fi­ca­zio­ne e non espri­mo­no la com­ples­si­tà in­trin­se­ca del for­mag­gio.
  • Odore
    Ca­rat­te­re sen­so­ria­le le­ga­to al­l’o­do­ra­to, ri­ca­va­to me­dian­te an­nu­sa­men­to. L’o­do­ra­to de­fi­ni­sce le sen­sa­zio­ni per­ce­pi­te dal­l’e­pi­te­lio ol­fat­ti­vo sti­mo­la­to dalle mo­le­co­le che se­guo­no la via na­sa­le di­ret­ta.
  • Pa­la­ta­bi­li­tà
    Un in­sie­me delle sen­sa­zio­ni tat­ti­li per­ce­pi­te al­l’in­ter­no della ca­vi­tà orale che de­fi­ni­sco­no la quan­ti­tà di cel­lu­le sen­so­ria­li im­pe­gna­te dal cam­pio­ne de­gu­sta­to e la qua­li­tà della sen­sa­zio­ne stes­sa. In ge­ne­re la pa­la­ta­bi­li­tà è de­ter­mi­na­ta quan­ti­ta­ti­va­men­te dalle sen­sa­zio­ni gras­se, ma la qua­li­tà della sen­sa­zio­ne di­pen­de anche dal­l’e­qui­li­brio com­ples­si­vo che il for­mag­gio espri­me.
  • Re­tro­gu­sto
    In­sie­me delle im­pres­sio­ni gu­sta­ti­ve che si re­gi­stra­no in bocca dopo avere in­ghiot­ti­to il for­mag­gio. Si va­lu­ta in fun­zio­ne della qua­li­tà e della du­ra­ta della per­ce­zio­ne.
  • Re­trol­fa­zio­ne
    In­sie­me delle im­pres­sio­ni ol­fat­ti­ve che si re­gi­stra­no in bocca dopo aver in­ghiot­ti­to.
  • Sa­pi­di­tà
    Il ca­rat­te­re di un for­mag­gio sa­po­ri­to, dal gusto pieno e ricco, av­vol­gen­te e per­si­sten­te in bocca.
  • Sa­po­re
    Sen­sa­zio­ne of­fer­ta dal­l’ap­pa­ra­to gu­sta­ti­vo, pro­dot­ta a se­gui­to del­l’im­mis­sio­ne in bocca di una so­stan­za ali­men­ta­re. Sa­po­re dolce, amaro, sa­la­to, acido, gra­de­vo­le, di­sgu­sto­so.

Ruota dei de­scrit­to­ri di odore/aroma clas­si­fi­ca­ti in fa­mi­glie (© F. Bè­ro­dier, P. La­van­dry, M. Za­no­ni, J. Ca­sals, L. Her­re­ro, C. Adamo)

ruota descrittori odore aroma

(trat­ta da M. Zan­no­ni- B. Mo­ra­ra-B. Ber­toz­zi, La de­gu­sta­zio­ne dei for­mag­gi, Grin­za­ne Ca­vour (CN) ONAF, 2004)

scheda onaf formaggi

Sche­da De­scrit­ti­va di as­sag­gio della Moz­za­rel­la di Bu­fa­la Cam­pa­na

mozzarella di bufala campana caprese
Moz­za­rel­la di Bu­fa­la Cam­pa­na alla Ca­pre­se (fonte www.​agricoltura.​regione.​campania.​it)

Ri­fe­ri­men­ti bi­blio­gra­fi­ci:

  • ONAF – Test di I° li­vel­lo As­sag­gia­to­ri di For­mag­gio
  • ONAF – Tec­ni­ca di As­sag­gio dei For­mag­gi – Corso per Mae­stri As­sag­gia­to­ri – 2012
  • Claps – M. Piz­zil­lo, A me il naso ches­se, Po­ten­za, Ca­seus s.r.l.,2005
  • Pa­glie­ri­ni, Va­lu­ta­zio­ni sen­so­ria­li-aspet­ti teo­ri­ci, pra­ti­ci e me­to­do­lo­gi­ci, Mi­la­no, Hoe­pli, 2002
  • Por­ret­ta, L’a­na­li­si sen­so­ria­le, or­ga­niz­za­zio­ne dei test ed ela­bo­ra­zio­ne dei ri­sul­ta­ti, Mi­la­no, Tec­ni­che nuove, 1992
  • Zan­no­ni – B. Mo­ra­ra, la de­gu­sta­zio­ne dei for­mag­gi-gui­da al­l’a­na­li­si sen­so­ria­le, Po­ten­za, AN­FO­SC, 2002
  • Ubi­gli, Alla sco­per­ta del­l’a­na­li­si sen­so­ria­li, Eda­gri­co­le Bo­lo­gna – 3 a Edi­zio­ne (2009)
  • Glos­sa­rio, trat­to da http://​fer​rucc​ioza​ppa.​it/​formaggi/​prima_​formaggi1.​htm

Gen­na­ro Pi­sciot­ta, lau­rea­to in Scien­ze e Tec­no­lo­gie agra­rie al­l’U­ni­ver­si­tà G. Mar­co­ni – Fa­col­tà di Scien­ze e Tec­no­lo­gie Ap­pli­ca­te di Roma, è Agro­tec­ni­co e Mae­stro As­sag­gia­to­re ONAF (Or­ga­niz­za­zio­ne Na­zio­na­le As­sag­gia­to­ri For­mag­gio). In­se­gna pres­so l’I­SIS “Fal­co­ne” di Poz­zuo­li (Na­po­li). Cur­ri­cu­lum vitae >>>

image_pdfimage_print

Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •