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di Eu­ge­nio Coz­zo­li­no, Vin­cen­zo Leone

Grano saraceno
Fig. 3  – Il­lu­stra­zio­ne della spe­cie
http://​it.​wikipedia.​org/​wiki/​File:​Ill​ustr​atio​n_​Fagopyrum_​esculentum0.​jpg

Il grano sa­ra­ce­no è una di­co­ti­le­do­ne ap­par­te­nen­te alla fa­mi­glia bo­ta­ni­ca delle Po­ly­go­na­ceae ge­ne­re Fa­go­py­rum. Le poche va­rie­tà com­mer­cial­men­te di­spo­ni­bi­li e tutte di ori­gi­ne stra­nie­ra ap­par­ten­go­no alla spe­cie Fa­go­py­rum escu­len­tum L. Fino a qual­che de­cen­nio fa la col­tu­ra era dif­fu­sa nelle val­la­te al­pi­ne e nelle zone pe­de­mon­ta­ne del nord Ita­lia. In re­la­zio­ne alla estre­ma sem­pli­ci­tà col­tu­ra­le ed alla pre­co­ci­tà del ciclo ve­ge­ta­ti­vo, ve­ni­va se­mi­na­ta nel mese di lu­glio dopo la rac­col­ta del ce­rea­le ver­ni­no e rac­col­to dopo circa 90 gior­ni.
Ca­rat­te­ri­sti­ca fon­da­men­ta­le della col­tu­ra era quel­la di va­lo­riz­za­re ter­re­ni mar­gi­na­li nel pe­rio­do esti­vo uti­liz­za­ta come in­ter­ca­la­re tra due ce­rea­li au­tun­no-ver­ni­ni.
In que­ste aree, ti­pi­che per la col­ti­va­zio­ne del grano sa­ra­ce­no, esi­ste­va  una con­so­li­da­ta e sto­ri­ca tra­di­zio­ne ali­men­ta­re, le­ga­ta al con­su­mo di pro­dot­ti ot­te­nu­ti dalla fa­ri­na di que­sta pre­zio­sa col­tu­ra. Ri­spet­to alla fa­ri­na di fru­men­to, la fa­ri­na di grano sa­ra­ce­no è priva di glu­ti­ne ed è più ricca di amido e di pro­tei­ne ad alto va­lo­re ali­men­ta­re. Dalla ma­ci­na­zio­ne dei frut­ti si ot­tie­ne una fa­ri­na  adat­ta alla pro­du­zio­ne di cibi sa­lu­ti­sti­ci che con­tie­ne un  tipo di amido a più lenta di­ge­stio­ne, par­ti­co­lar­men­te in­di­ca­to nella dieta dei dia­be­ti­ci. Un altro com­po­nen­te di cui la fa­ri­na è ricca è la ru­ti­na, un com­po­sto in grado di pre­ve­ni­re la fra­gi­li­tà ca­pil­la­re.
Ri­sul­ta per­fet­ta­men­te tol­le­ra­to dagli in­di­vi­dui che sof­fro­no di ce­lia­chia per cui la fa­ri­na pura (cioè non mi­sce­la­ta con quel­la dei fru­men­ti) può es­se­re uti­liz­za­ta per pro­dur­re paste, po­len­te, dol­ciu­mi.
Il de­cli­no della col­tu­ra ini­ziò sia con l’e­so­do ru­ra­le  (ed in pri­mis pro­prio da quel­le aree mar­gi­na­li che, es­sen­do di più dif­fi­ci­le col­ti­va­zio­ne for­ni­va­no spes­so al­l’a­gri­col­to­re un red­di­to in­suf­fi­cien­te), sia alle mu­ta­te abi­tu­di­ni ali­men­ta­rie che alla man­ca­ta se­le­zio­ne di va­rie­tà mag­gior­men­te pro­dut­ti­ve e ri­spon­den­ti ad input agro­no­mi­ci in­no­va­ti­vi.
La ri­sco­per­ta di que­sta col­tu­ra si ebbe nei primi anni no­van­ta, quan­do l’al­lo­ra Isti­tu­to della Nu­tri­zio­ne di Roma avviò uno stu­dio in­ter­na­zio­na­le per la ca­rat­te­riz­za­zio­ne del va­lo­re nu­tri­zio­na­le degli eco­ti­pi ita­lia­ni di grano sa­ra­ce­no.
Que­sta spe­cie pre­sen­ta in­fat­ti pro­tei­ne con il più alto va­lo­re ali­men­ta­re nel mondo ve­ge­ta­le, in par­ti­co­la­re per l’al­to  con­te­nu­to di li­si­na e trip­to­fa­no. Un pro­gram­ma di spe­ri­men­ta­zio­ne sulla col­tu­ra, primo in Ita­lia, è stato at­tua­to nel­l’am­bi­to del pro­get­to fi­na­liz­za­to “MiCIA” negli anni 90 e coor­di­na­to dal Dott. B. Bor­ghi del­l’ex-Isti­tu­to Spe­ri­men­ta­le per la Ce­rea­li­col­tu­ra, se­zio­ne di S. An­ge­lo Lo­di­gia­ni (Lodi).
Le  in­du­strie mo­li­to­rie e di tra­sfor­ma­zio­ne si ap­prov­vi­gio­na­no per le loro esi­gen­ze dai mer­ca­ti este­ri ed in par­ti­co­la­re dalla Cina che è il primo pro­dut­to­re mon­dia­le di grano sa­ra­ce­no.
Nel­l’am­bi­to del­l’at­ti­vi­tà  pre­vi­sta dal pro­get­to “Ana­li­si e va­lu­ta­zio­ne di or­di­na­men­ti col­tu­ra­li al­ter­na­ti­vi nelle aree a ri­con­ver­sio­ne del ta­bac­co” (CoAl­Ta), fi­nan­zia­to dalla Co­mu­ni­tà Eu­ro­pea in base al Re­go­la­men­to CE n. 2182/2002 per fa­vo­ri­re le scel­te di ri­con­ver­sio­ne dei no­stri pro­dut­to­ri verso col­tu­re al­ter­na­ti­ve al ta­bac­co è stata ef­fet­tua­ta una spe­ri­men­ta­zio­ne sulla pos­si­bi­li­tà di dif­fu­sio­ne del grano sa­ra­ce­no in aree ti­pi­che per la col­ti­va­zio­ne dei ta­bac­chi scuri nella pro­vin­cia di Be­ne­ven­to. L’in­tro­du­zio­ne in col­tu­ra di que­sta pian­ta nelle aree  sog­get­te a ri­con­ver­sio­ne po­treb­be co­sti­tui­re una va­li­da al­ter­na­ti­va, ri­spet­tan­do gli orien­ta­men­ti della po­li­ti­ca agri­co­la co­mu­ni­ta­ria e cioè di­ver­si­fi­ca­zio­ne pro­dut­ti­va e pro­du­zio­ni di qua­li­tà e so­prat­tut­to in con­di­zio­ni di “low input”. In fi­gu­ra 1 e 2 sono ri­por­ta­ti i dati pro­dut­ti­vi degli espe­ri­men­ti ef­fet­tua­ti ri­spet­ti­va­men­te nel­l’an­no 2005 e 2006. A Pie­trel­ci­na e Pa­du­li le rese più basse sono da met­te­re in re­la­zio­ne al man­ca­to in­ter­ven­to ir­ri­guo di soc­cor­so che in­ve­ce è stato ef­fet­tua­to nelle altre lo­ca­li­tà.
Il peso di 1000 semi, in tutti i campi è stato sem­pre su­pe­rio­re ai 20 gram­mi, con i va­lo­ri più ele­va­ti per la Li­le­ja ed in par­ti­co­la­re nei campi di  Pie­trel­ci­na e Pa­du­li. Il con­te­nu­to di pro­tei­ne grez­ze, è stato  per tutte le va­rie­tà  su­pe­rio­re al 13 % sulla s.s. con il va­lo­re più ele­va­to per la va­rie­tà Bamby nel campo di Pie­trel­ci­na cor­ri­spon­den­te a 14,1%.


Fig. 1 – Pro­du­zio­ne media e peso medio del seme di due cv di grano sa­ra­ce­no col­ti­va­te in due lo­ca­li­tà con in­ter­val­lo di con­fi­den­za al 95%. (In­ter­lan­di et al., 2006)


Fig. 2 – Va­lo­ri medi pro­dut­ti­vi delle 3 va­rie­tà di grano sa­ra­ce­no col­ti­va­te in 5 lo­ca­li­tà con in­ter­val­lo di con­fi­den­za al 95%. (Coz­zo­li­no et al., 2007)

Le prove ef­fet­tua­te nella pro­vin­cia di Be­ne­ven­to (foto 1 e 2) hanno messo in evi­den­za per que­sta col­tu­ra una tec­ni­ca col­tu­ra­le estre­ma­men­te sem­pli­ce ed in con­si­de­ra­zio­ne del­l’e­le­va­ta ru­sti­ci­tà che la ca­rat­te­riz­za, è pro­po­ni­bi­le in tutti i con­te­sti di pro­du­zio­ne bio­lo­g­i­ca. Un li­mi­te della col­tu­ra è in certi casi la bassa pro­dut­ti­vi­tà  che bi­so­gna cer­ca­re di stan­dar­diz­za­re con al­cu­ni ac­cor­gi­men­ti di na­tu­ra agro­no­mi­ca ed in­di­vi­duan­do il giu­sto mo­men­to della rac­col­ta.


Foto 1 – Col­ti­va­zio­ne spe­ri­men­ta­le di grano sa­ra­ce­no se­mi­na­to a spa­glio a Calvi
(foto Eu­ge­nio Coz­zo­li­no)


Foto 2 – Col­ti­va­zio­ne spe­ri­men­ta­le di grano sa­ra­ce­no se­mi­na­to a file a S.​Agata dei Goti
(foto Eu­ge­nio Coz­zo­li­no)

Bi­blio­gra­fia con­sul­ta­ta
 – Bor­ghi B. – Grano sa­ra­ce­no: verso la rein­tro­du­zio­ne in col­tu­ra – L’In­for­ma­to­re agra­rio 26/96
– In­ter­lan­di et al., 2006 – Col­ti­va­zio­ne del grano sa­ra­ce­no nelle aree ta­bac­chi­co­le del be­ne­ven­ta­no sot­to­po­ste a ri­con­ver­sio­ne. Pub­bli­ca­zio­ne ri­sul­ta­ti 1° anno at­ti­vi­tà spe­ri­men­ta­le Pro­get­to CoAl­Ta pp71-73.
– Coz­zo­li­no et al, 2007-Col­ti­va­zio­ne del grano sa­ra­ce­no nelle aree ta­bac­chi­co­le del be­ne­ven­ta­no sot­to­po­ste a ri­con­ver­sio­ne. Ri­sul­ta­ti della spe­ri­men­ta­zio­ne 2006. Pub­bli­ca­zio­ne ri­sul­ta­ti fi­na­li pro­get­to CoAl­Ta1. pp207-212.

Eu­ge­nio Coz­zo­li­no, Vin­cen­zo Leone – CRA-Uni­tà di ri­cer­ca per le col­tu­re al­ter­na­ti­ve al ta­bac­co (ex-Isti­tu­to Spe­ri­men­ta­le Ta­bac­co).

Eu­ge­nio Coz­zo­li­no, lau­rea­to in Scien­ze Agra­rie pres­so la Fa­col­tà di Agra­ria del­l’U­ni­ver­si­tà di Na­po­li “Fe­de­ri­co II” e abi­li­ta­to al­l’e­ser­ci­zio della li­be­ra pro­fes­sio­ne di Agro­no­mo, la­vo­ra pres­so il Con­si­glio per la Ri­cer­ca e la Spe­ri­men­ta­zio­ne in Agri­col­tu­ra-Uni­tà di ri­cer­ca per le al­ter­na­ti­ve al Ta­bac­co. Cur­ri­cu­lum vitae >>>

 

Manuale di Autoproduzione delle Sementi

Ma­nua­le di Au­to­pro­du­zio­ne delle Se­men­ti
Con tec­ni­che di agri­col­tu­ra bio­lo­g­i­ca
Gio­van­ni Cer­re­tel­li, Con­cet­ta Vaz­za­na – Eda­gri­co­le

Il ma­nua­le è il ri­sul­ta­to di un la­vo­ro di 15 anni fi­na­liz­za­to alla ri­cer­ca e al re­cu­pe­ro di vec­chie va­rie­tà lo­ca­li di spe­cie er­ba­cee e allo stu­dio dei si­ste­mi di con­ser­va­zio­ne e ri­pro­du­zio­ne delle se­men­ti, ti­pi­ci della cul­tu­ra po­po­la­re.  Ac­qui­sta on­li­ne >>>

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