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Il con­nu­bio vino e ar­chi­tet­tu­ra è un con­nu­bio re­la­ti­va­men­te nuovo. Vino e ar­chi­tet­tu­ra sono due forme ar­ti­sti­che che per anni hanno viag­gia­to su bi­na­ri pa­ral­le­li. Il vino era esclu­si­va­men­te so­sten­ta­men­to e ca­lo­rie; l’ar­chi­tet­tu­ra do­ve­va pen­sa­re a luo­ghi si­cu­ri e pra­ti­ci.
La can­ti­na per se­co­li è stata vista come puro luogo di la­vo­ro e di con­ser­va­zio­ne del vino quin­di era ne­ces­sa­rio fosse esclu­si­va­men­te un luogo fre­sco e fun­zio­na­le che non do­ve­va es­se­re ne­ces­sa­ria­men­te bello. Il nome ori­gi­na­rio era “apo­te­ca” che dal greco si­gni­fi­ca ri­po­sti­glio pro­prio a con­fer­ma della sua fun­zio­ne ori­gi­na­ria.
Negli anni del boom eco­no­mi­co, gli anni ’60, cam­bia il modo di vi­ve­re ed anche quel­lo di bere: il vino di­ven­ta uno stile di vita. Esat­ta­men­te come un ve­sti­to, una scar­pa o una borsa anche il vino di­ven­ta un sim­bo­lo di be­nes­se­re; il vino passa da quan­ti­tà a qua­li­tà. Anche l’ar­chi­tet­tu­ra nel tempo cam­bia il suo es­se­re, si co­min­cia a par­la­re di de­si­gn, di bel­lez­za ed ar­mo­nia.

I primi esem­pi di “ar­chi­tet­tu­ra del vino” si hanno tra la fine degli anni ’70 e l’i­ni­zio degli anni ’80 nelle zone del Bor­deaux e della Napa Val­ley. Nel tempo il con­cet­to di ar­chi­tet­tu­ra si è ar­ric­chi­to e ha unito a sé più con­cet­ti come quel­lo di so­ste­ni­bi­le.
Ar­chi­tet­tu­ra e agri­col­tu­ra oggi sono stret­ta­men­te uniti tanto che l’a­gri­col­tu­ra è di­ven­ta­ta per l’ar­chi­tet­tu­ra un vero e pro­prio mo­del­lo sia cul­tu­ra­le che mo­ra­le. Unen­do que­sti due mondi il ri­sul­ta­to è stu­pe­fa­cen­te e ri­chia­ma tan­tis­si­mi cu­rio­si di en­tram­bi i set­to­ri crean­do un bu­si­ness enor­me. La can­ti­na di­ven­ta il bi­gliet­to da vi­si­ta del­l’a­zien­da tanto che in al­cu­ne oc­ca­sio­ni si può dire che il vino venga fatto dal­l’ar­chi­tet­to e non dal­l’a­zien­da.
Molti sono i pro­dut­to­ri che hanno in­ve­sti­to nel re­sty­ling delle pro­prie can­ti­ne di­ven­tan­do così delle vere e pro­prie cat­te­dra­li che cu­sto­di­sco­no un vero e pro­prio gio­iel­lo, il vino.
Pa­ro­la d’or­di­ne oggi nel mondo del vino è qua­li­tà e que­sta deve es­se­re a 360° ed è per que­sto che le azien­de che ne hanno la pos­si­bi­li­tà, in­ve­sto­no anche nel rin­no­vo delle loro strut­tu­re af­fi­dan­do­si ai mag­gio­ri nomi del mondo del­l’ar­chi­tet­tu­ra.
Anche l’I­ta­lia dagli anni ‘90 si è adat­ta­ta a que­sto cam­bia­men­to tanto che ormai pos­sia­mo tro­va­re que­ste me­ra­vi­glio­se strut­tu­re in ogni re­gio­ne del no­stro Paese.

Tra le re­gio­ni che più si con­trad­di­stin­guo­no per nu­me­ro e di­men­sio­ne c’è la To­sca­na e il Tren­ti­no Alto Adige. Per fa­ci­li­ta­re l’e­no­tu­ri­sta ma anche l’ap­pas­sio­na­to di ar­chi­tet­tu­ra a tro­va­re le “Can­ti­ne d’au­to­re più vi­ci­ne a sé sono stati crea­ti veri e pro­pri per­cor­si ad hoc.
Il mondo del vino è un mondo che si pre­sta al la­vo­ro di squa­dra ed in­fat­ti è con­si­glia­bi­le per le azien­de la­vo­ra­re in­sie­me ma è un mondo anche fatto di com­pe­ti­zio­ne dove è ne­ces­sa­rio sem­pre rin­no­var­si ed es­se­re a passo con i tempi e le ri­chie­ste dei clien­ti.

Oggi tra le mag­gio­ri stra­te­gie di mar­ke­ting usate dalle azien­de lea­der del vino c’è il “mar­ke­ting sense” che sti­mo­la tutti e cin­que i sensi del clien­te: vista, udito, tatto, ol­fat­to e gusto.
Stu­dio­si del tu­ri­smo con­tem­po­ra­neo come Mac­Can­nell hanno af­fer­ma­to che il tu­ri­sta oggi ri­cer­ca un’e­spe­rien­za unica e de­si­de­ra in­te­grar­si con la real­tà lo­ca­le ap­pro­fon­den­do così due con­cet­ti già in­di­vi­dua­ti da un altro stu­dio­so, Gof­f­man, che per primo aveva usato con­cet­ti quali quel­lo di front re­gion (luogo nel quale av­vie­ne l’in­te­ra­zio­ne tra clien­te e in­di­vi­duo lo­ca­le) e back re­gion (quel­la par­ti­co­la­ri­tà che rende l’e­spe­rien­za del viag­gio unica e as­so­lu­ta­men­te non ba­na­le). Sono pro­prio que­ste le ra­gio­ni che spin­go­no ad in­ve­sti­re anche nella can­ti­na oltre a cer­ca­re la qua­li­tà nel pro­dot­to.
Bi­so­gna però ri­cor­da­re che il set­to­re del vino non è fatto solo dalle gran­di azien­de che pos­so­no per­met­ter­si certi in­ve­sti­men­ti, il mondo del vino è fatto prin­ci­pal­men­te da pic­co­le e medie im­pre­se che non hanno a di­spo­si­zio­ne certi ca­pi­ta­li. Que­ste azien­de hanno però il com­pi­to di ascol­ta­re il clien­te e di ac­co­glie­re l’ap­pas­sio­na­to e il sem­pli­ce cu­rio­so dando a que­sto un luogo in­vi­tan­te ed ospi­ta­le. E’ di­ven­ta­to ormai fon­da­men­ta­le per i pro­dut­to­ri apri­re le porte delle pro­prie azien­de per dare la pos­si­bi­li­tà di ve­de­re con i pro­pri occhi i luo­ghi di pro­du­zio­ne.

vino architettura cantine architetti Foto: voya­ger-ma­ga­zi­ne.it

Vit­to­ria Capei Chia­ro­man­ni, dot­to­res­sa trien­na­le in “Co­mu­ni­ca­zio­ne, media e gior­na­li­smo” e dot­to­res­sa ma­gi­stra­le in “Stra­te­gie della co­mu­ni­ca­zio­ne pub­bli­ca e po­li­ti­ca” pres­so l’U­ni­ver­si­tà degli studi di Fi­ren­ze. Spe­cia­liz­za­ta in “Mar­ke­ting, co­mu­ni­ca­zio­ne e pub­bli­ci­tà” pres­so l’ Isti­tu­to Eu­ro­peo di De­si­gn – Roma, ha svol­to sul set­to­re del vino la pro­pria tesi di lau­rea dal ti­to­lo: “Il vino to­sca­no tra tra­di­zio­ne ed in­no­va­zio­ne. Il ruolo del­l’a­zien­da Mar­che­si An­ti­no­ri”. Mail: vit­to­ria.​capei.​c@​gmail.​com

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