Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

di Ni­co­la La Porta

Cipresso comune
Ci­pres­so co­mu­ne – Cu­pres­sus sem­per­vi­rens L. (foto Ni­co­la La Porta)

IN­TRO­DU­ZIO­NE
Il ci­pres­so co­mu­ne (Cu­pres­sus sem­per­vi­rens L.) è una pian­ta ori­gi­na­ria delle re­gio­ni più orien­ta­li del ba­ci­no me­di­ter­ra­neo: Tur­chia e isole gre­che. La sua in­tro­du­zio­ne in Ita­lia ri­sa­le pro­ba­bil­men­te al pe­rio­do etru­sco. Si è poi dif­fu­so in tutto il me­di­ter­ra­neo adat­tan­do­si ot­ti­ma­men­te alle no­stre con­di­zio­ni am­bien­ta­li, tanto da es­se­re con­si­de­ra­to una spe­cie na­tu­ra­liz­za­ta. 
Il Ci­pres­so, oltre ad avere un ruolo im­por­tan­te nella ca­rat­te­riz­za­zio­ne del pae­sag­gio me­di­ter­ra­neo per la sua fun­zio­ne este­ti­ca, ha di­mo­stra­to di es­se­re una spe­cie pio­nie­ra in­so­sti­tui­bi­le per il rim­bo­schi­men­to dei ter­re­ni roc­cio­si, ar­gil­lo­si, cal­ca­rei, aridi e su­per­fi­cia­li. Eser­ci­ta una fun­zio­ne di pre­ven­zio­ne dall’ ero­sio­ne idro­geo­lo­gi­ca e con­tem­po­ra­nea­men­te co­sti­tui­sce una fonte di red­di­to per l’ot­ti­ma qua­li­tà del legno che pro­du­ce. No­te­vo­le anche la sua uti­liz­za­zio­ne come pian­ta fran­gi­ven­to.
In Ita­lia non sono pre­sen­ti bo­schi na­tu­ra­li di C. sem­per­vi­rens. Ci­pres­se­te di pic­co­le di­men­sio­ni sono re­pe­ri­bi­li nelle col­li­ne co­stie­re dalla Li­gu­ria alla Ca­la­bria in Si­ci­lia. Nel­l’I­ta­lia cen­tra­le, par­ti­co­lar­men­te in To­sca­na, si tro­va­no le ci­pres­se­te più con­si­sten­ti e pro­dut­ti­ve.  Que­sta spe­cie è pre­sen­te  anche a nord degli Ap­pen­ni­ni in bo­schet­ti, al­be­ra­tu­re e pian­te or­na­men­ta­li lo­ca­liz­za­te prin­ci­pal­men­te in­tor­no ai gran­di laghi al­pi­ni (Xe­no­pou­los,1990).
Negli ul­ti­mi 50 anni è stato at­tac­ca­to da un fungo pa­ras­si­ta, il Sei­ri­dium  car­di­na­le, co­mu­ne­men­te co­no­sciu­to con il nome di “can­cro del Ci­pres­so”, il quale ha messo in serio pe­ri­co­lo la so­prav­vi­ven­za di que­sta ar­bo­rea in tutta Ita­lia e in altri paesi me­di­ter­ra­nei.
Nella re­gio­ne Tren­ti­no-Al­to Adige il ci­pres­so è im­por­tan­te esclu­si­va­men­te per gli aspet­ti este­ti­ci e pae­sag­gi­sti­ci. La dif­fu­sio­ne cre­scen­te di que­sta pian­ta ar­bo­rea sul ter­ri­to­rio re­gio­na­le e la pos­si­bi­li­tà che in fu­tu­ro i cam­bia­men­ti del clima ren­da­no l’a­rea in og­get­to an­co­ra più fa­vo­re­vo­le alla col­ti­va­zio­ne, hanno sug­ge­ri­to di pren­de­re in con­si­de­ra­zio­ne uno stu­dio di que­sta co­ni­fe­ra in Tren­ti­no-Al­to Adige.
In re­gio­ne il ci­pres­so si trova spes­so a ve­ge­ta­re in con­di­zio­ni dif­fi­ci­li so­prat­tut­to per i ri­cor­ren­ti danni da basse tem­pe­ra­tu­re (Raddi, 1989). Ben­ché que­sti danni ge­ne­ral­men­te non siano la causa di­ret­ta del de­pe­ri­men­to della pian­ta agi­sco­no spes­so in­di­ret­ta­men­te nel­l’au­men­ta­re le ca­pa­ci­tà di pe­ne­tra­zio­ne delle spore del fungo (Ma­nion, 1991).  In que­sto con­te­sto, pian­te più re­si­sten­ti a danni da fred­do, oltre ad adat­tar­si me­glio ad un ter­ri­to­rio con più fre­quen­ti even­ti di mi­ni­mi ter­mi­ci, ga­ran­ti­sco­no mag­gio­ri di­fe­se anche con­tro at­tac­chi di S. car­di­na­le (In­ti­ni, 1976).
La Pro­vin­cia Au­to­no­ma di Tren­to ha per­tan­to fi­nan­zia­to un pro­get­to de­no­mi­na­to Eco­cy­pre mi­ra­to alla “Va­lu­ta­zio­ne eco­lo­gi­ca e ge­stio­ne so­ste­ni­bi­le del ci­pres­so nel pae­sag­gio del Tren­ti­no”allo scopo di met­te­re a di­spo­si­zio­ne della co­mu­ni­tà ma­te­ria­le ge­ne­ti­co se­le­zio­na­to per la re­si­sten­za alle av­ver­si­tà bio­ti­che (Sei­ri­dium car­di­na­le) e abio­ti­che (mi­ni­mi ter­mi­ci).
Pres­so lo IASMA (Isti­tu­to Agra­rio di S. Mi­che­le a/A) viene va­lu­ta­ta la va­ria­bi­li­tà ge­ne­ti­ca delle po­po­la­zio­ni di ci­pres­so dif­fu­se nel Tren­ti­no-Al­to Adige e delle po­po­la­zio­ni del suo pa­to­ge­no S. car­di­na­le ai fini della loro ca­rat­te­riz­za­zio­ne e va­lu­ta­zio­ne della bio­di­v­er­si­tà.
Con­tem­po­ra­nea­men­te viene por­ta­to avan­ti uno scree­ning pre­co­ce di 100 cloni di C. sem­per­vi­rens (se­le­zio­na­ti in pre­ce­den­ti pro­gram­mi di ri­cer­ca per la re­si­sten­za al can­cro) per l’a­dat­ta­men­to alle con­di­zio­ni cli­ma­ti­che  del Tren­ti­no-Al­to Adige (tol­le­ran­za a basse tem­pe­ra­tu­re).
Lo scopo di que­sta ri­cer­ca è va­lu­ta­re la va­ria­bi­li­tà ge­ne­ti­ca delle po­po­la­zio­ni del­l’o­spi­te nella re­gio­ne per sti­ma­re l’im­pat­to am­bien­ta­le che po­treb­be avere l’e­ven­tua­le in­tro­du­zio­ne nel ter­ri­to­rio di nuovi cloni se­le­zio­na­ti re­si­sten­ti al Sei­ri­dium car­di­na­le e in grado di so­prav­vi­ve­re ai ri­gi­di in­ver­ni tren­ti­ni.
Inol­tre è si­cu­ra­men­te in­te­res­san­te ca­rat­te­riz­za­re le po­po­la­zio­ni che vi­vo­no al li­mi­te set­ten­trio­na­le del­l’a­rea di dif­fu­sio­ne del ci­pres­so anche nel­l’ot­ti­ca di uti­liz­za­re i dati ot­te­nu­ti per un con­fron­to con ma­te­ria­le pro­ve­nien­te da altre re­gio­ni ita­lia­ne e me­di­ter­ra­nee.

Cipressi nei pressi di Arco di Trento
Ci­pres­si nei pres­si di Arco di Tren­to (foto Ni­co­la La Porta)

MA­TE­RIA­LI E ME­TO­DI
Ma­te­ria­le ve­ge­ta­le- Lo stu­dio di va­ria­bi­li­tà ge­ne­ti­ca è stato con­dot­to su sette po­po­la­zio­ni di Cu­pres­sus sem­per­vi­rens L. (Cu­pres­sa­ceae) pro­ve­nien­ti da di­ver­se zone del Tren­ti­no-Al­to Adige (fi­gu­ra 1) rap­pre­sen­ta­ti­ve di buona parte delle aree di dif­fu­sio­ne del ci­pres­so nella re­gio­ne. Il dia­me­tro del fusto di cia­scu­na pian­ta cam­pio­na­ta è su­pe­rio­re ai tren­ta cen­ti­me­tri allo scopo di va­lu­ta­re la bio­di­v­er­si­tà delle pian­te più an­ti­che e ben adat­ta­te alle con­di­zio­ni cli­ma­ti­che della re­gio­ne.
Estra­zio­ne del DNA– Circa 100 mg di fo­glie di cia­scun cam­pio­ne sono state lio­fi­liz­za­te con una pompa a vuoto nel­l’ar­co di 36 ore. Il ma­te­ria­le fo­glia­re lio­fi­liz­za­to e con­ge­la­to in azoto li­qui­do è stato pol­ve­riz­za­to sfrut­tan­do il “Mixer Mill MM 300” (Qia­gen GmbH, Hil­den, Ger­ma­nia). I suc­ces­si­vi pas­sag­gi di estra­zio­ne sono stati ese­gui­ti con il Kit della Qia­gen “Dnea­sy plant mini kit” se­guen­do il pro­to­col­lo.
Per con­sen­ti­re una va­lu­ta­zio­ne vi­si­va della quan­ti­tà e della qua­li­tà del DNA, un mi­cro­li­tro di cia­scun pro­dot­to di estra­zio­ne è stato ca­ri­ca­to su gel di aga­ro­sio all’1% in buf­fer TBE 0,5X,  post­co­lo­ra­to con eti­dio bro­mu­ro e fo­to­gra­fa­to al tran­sil­lu­mi­na­to­re. Cia­scun cam­pio­ne è stato poi con­fron­ta­to vi­si­va­men­te con uno stan­dard l a con­cen­tra­zio­ne nota di DNA ca­ri­ca­to sul gel.
Am­pli­fi­ca­zio­ne RAPD– Non es­sen­do an­co­ra pre­sen­ti in let­te­ra­tu­ra mar­ca­to­ri mo­le­co­la­ri spe­ci­fi­ci per il ci­pres­so, ab­bia­mo uti­liz­za­to la tec­ni­ca  RAPD in quan­to non ri­chie­de la co­no­scen­za di se­quen­ze ge­ni­che a prio­ri per po­te­re ef­fet­tua­re ana­li­si mo­le­co­la­ri di va­ria­bi­li­tà.
64 pri­mer RAPD 10mer della Ope­ron Pri­mer Tech­no­lo­gy (kit OPB, kit OPP e kit OPE e OPF3 OPH7 OPL6 e OPL19) sono stati te­sta­ti su DNA di Cu­pres­sus sem­per­vi­rens con PCR “gra­dient” (gra­dien­te da 36 a 48°C) per va­lu­ta­re quali pri­mer fos­se­ro in grado di pro­dur­re il mag­gior nu­me­ro di am­pli­fi­ca­ti ri­sol­vi­bi­li su gel di aga­ro­sio e quale fosse la tem­pe­ra­tu­ra di an­nea­ling ot­ti­ma­le per cia­scu­no d essi.
I 23 pri­mer che hanno dato ri­sul­ta­ti sod­di­sfa­cen­ti in que­sta prima prova sono stati te­sta­ti con Ho­tStar­Taq Po­li­me­ra­se (Qia­gen) per met­te­re a punto le con­di­zio­ni di am­pli­fi­ca­zio­ne (T an­nea­ling, MgCl2, nu­me­ro cicli di am­pli­fi­ca­zio­ne) e per ve­ri­fi­ca­re il po­li­mor­fi­smo e la ri­pro­du­ci­bi­li­tà dei pro­fi­li di am­pli­fi­ca­zio­ne.
Nove pri­mer sono stati in­fi­ne se­le­zio­na­ti per i suc­ces­si­vi studi sui 210 ge­no­ti­pi di ci­pres­so (omis­sis).
Ana­li­si sta­ti­sti­che– I fram­men­ti am­pli­fi­ca­ti, iden­ti­fi­ca­ti con il nome del pri­mer usato e con la massa mo­le­co­la­re espres­sa in paia di basi, sono stati ri­le­va­ti ma­nual­men­te e tra­dot­ti in ma­tri­ci nu­me­ri­che di pre­sen­za as­sen­za (1 pre­sen­za e 0 as­sen­za) che ri­pro­du­co­no i dif­fe­ren­ti fe­no­ti­pi RAPD ca­rat­te­riz­za­ti.
Per l’a­na­li­si sta­ti­sti­ca dei dati sono stati uti­liz­za­ti tre pro­gram­mi: PO­GE­NE32 (Fran­cis, 1999) TFPGA (Mil­ler, 1997) e AR­LE­QUIN (Sch­nei­der, 2000)
PO­P­GE­NE 32 è stato usato per va­lu­ta­re la di­ver­si­tà ge­ne­ti­ca al­l’in­ter­no delle po­po­la­zio­ni (HS),  la di­ver­si­tà ge­ne­ti­ca to­ta­le (HT) e il coef­fi­cien­te di dif­fe­ren­zia­zio­ne (Gst), per cal­co­la­re l’in­di­ce di di­ver­si­tà di Shan­non (Shan­non, 1949) e l’in­di­ce di di­ver­si­tà di Nei (1973), il nu­me­ro e la per­cen­tua­le di mar­ca­to­ri po­li­mor­fi­ci e mo­no­mor­f­ci, la media del nu­me­ro di al­le­li os­ser­va­ti (na) e il nu­me­ro ef­fet­ti­vo degli al­le­li (ne) (Ki­mu­ra and Crow; 1964).
TFPGA è stato usato per cal­co­la­re le ma­tri­ci di di­stan­za tra le po­po­la­zio­ni (Nei’ s un­bia­sed ge­ne­tic di­stan­ce; Nei, 1978) e per di­se­gna­re il re­la­ti­vo den­dro­gram­ma con il me­to­do UPGMA.
AR­LE­QUIN e stato usato per va­lu­ta­re l’u­ni­ci­tà di cia­scun  fe­no­ti­po am­pli­fi­ca­to, per le ana­li­si della va­rian­za mo­le­co­la­re (AMOVA), per cal­co­la­re una ma­tri­ce di di­stan­za ba­sa­ta sui va­lo­ri della Fst  e la loro si­gni­fi­ca­ti­vi­tà.

RI­SUL­TA­TI
Fin­ger­prin­ting delle po­po­la­zio­ni di Cu­pres­sus sem­per­vi­rens

I nove pri­mer se­le­zio­na­ti hanno am­pli­fi­ca­to 55 bande (con un media di 6,1 bande per pri­mer) di di­men­sio­ni va­ria­bi­li da un mi­ni­mo di 350 bp a un mas­si­mo di 1420 bp 50 bande (90,91%) su 55 sono po­li­mor­fi­che su tutta la po­po­la­zio­ne re­gio­na­le, 5 (9,09%) sono mo­no­mor­fi­che e 47 (85,45%) se­guo­no il cri­te­rio di Linch e Mil­li­gan (Tab. 1).
La per­cen­tua­le di bande po­li­mor­fi­che al­l’in­ter­no di cia­scu­na po­po­la­zio­ne varia dal 60% di Riva del Garda al 69.09% del Lago di To­bli­no e di Tren­to.
In fi­gu­ra 2 sono ri­por­ta­ti i pro­fi­li di am­pli­fi­ca­zio­ne dei pri­mer OPP16 e OPB10 su di­ver­si cam­pio­ni di ci­pres­so che mo­stra­no chia­ra­men­te il po­li­mor­fi­smo pre­sen­te al­l’in­ter­no delle po­po­la­zio­ni. 
Va­ria­bi­li­tà ge­ne­ti­ca in­tra­po­po­la­zio­ne
La par­ti­zio­ne della va­ria­bi­li­tà ge­ne­ti­ca in­tra­po­po­la­zio­ne è stata cal­co­la­ta con di­ver­si in­di­ci su tutti i 55 mar­ca­to­ri se­le­zio­na­ti.
Il nu­me­ro medio di al­le­li na varia da  1,600 a 1,691 (po­po­la­zio­ne di Tren­to). Il nu­me­ro di al­le­li ef­fet­ti­vo ne, che può es­se­re usato come mi­su­ra della va­ria­bi­li­tà ge­ne­ti­ca di una po­po­la­zio­ne o di una spe­cie, varia da  1,317  a 1,387  (Tren­to).
I va­lo­ri dell’ in­di­ce di di­ver­si­tà di Nei (1973) cal­co­la­ti su cia­scu­na po­po­la­zio­ne va­ria­no da un mi­ni­mo di 0,196 a un mas­si­mo di 0,229 (Tren­to) in ac­cor­do con l’in­di­ce di di­ver­si­tà di Shan­non che as­su­me un va­lo­re mi­ni­mo di 0,301 e un va­lo­re mas­si­mo 0,346 (Tren­to).
L’in­di­ce di di­ver­si­tà di Nei (h) cal­co­la­to su tutta la po­po­la­zio­ne ha un va­lo­re di 0.230. L’in­di­ce di di­ver­si­tà di Shan­non è 0,358.
La po­po­la­zio­ne di Tren­to mo­stra in tutti i casi la va­ria­bi­li­tà in­tra­po­po­la­zio­ne più alta.
La media della va­ria­bi­li­tà ge­ne­ti­ca in­tra­po­po­la­zio­ne HS  è 0,209,  la di­ver­si­tà ge­ne­ti­ca to­ta­le (HT) 0,230, il coef­fi­cien­te di dif­fe­ren­zia­zio­ne tra le po­po­la­zio­ni (Gst) è  0,09.
Tutti i va­lo­ri tro­va­ti in­di­ca­no una bassa va­ria­bi­li­tà sia tra gli in­di­vi­dui al­l’in­ter­no delle po­po­la­zio­ni sia tra le po­po­la­zio­ni. I dati con­cor­da­no con i va­lo­ri ot­te­nu­ti dalle ana­li­si della va­rian­za mo­le­co­la­re.
Le ana­li­si AMOVA in­di­ca­no in­fat­ti che la mag­gior parte della va­ria­bi­li­tà (94,16%) è stata ri­scon­tra­ta tra gli in­di­vi­dui men­tre il ri­ma­nen­te 5,84% (Fst = 0,0584 P value< 0,001 boo­tstrap con 1023 ri­pe­ti­zio­ni) è do­vu­to alla va­ria­bi­li­tà tra le po­po­la­zio­ni.
Il va­lo­re della Fst è si­mi­le a quel­lo della Gst  ot­te­nu­to dal­l’in­di­ce di di­ver­si­tà di Nei.
E’ stata cal­co­la­ta una ma­tri­ce di di­stan­za fra cop­pie di po­po­la­zio­ni. I va­lo­ri della Fst sono  si­gni­fi­ca­ti­vi (P<0,05), tran­ne che tra le po­po­la­zio­ni di Ro­ve­re­to e To­bli­no e di Tren­to e Bol­za­no.
 
Con TFPGA è stata  cal­co­la­ta una se­con­da ma­tri­ce di di­stan­za (Un­bia­sed Ge­ne­tic Di­stan­ce; Nei 1978), si­gni­fi­ca­ti­va­men­te cor­re­la­ta con la prima, sulla quale è stato di­se­gna­to un den­dro­gram­ma con il me­to­do UPGMA.
Non c’è cor­re­la­zio­ne tra la ma­tri­ce delle di­stan­ze ge­ne­ti­che e la ma­tri­ce delle di­stan­ze geo­gra­fi­che fra le po­po­la­zio­ni (Man­tel test).

DI­SCUS­SIO­NE
Fino ad oggi la va­ria­bi­li­tà ge­ne­ti­ca del Cu­pres­sus sem­per­vi­rens L. è stata in­da­ga­ta prin­ci­pal­men­te con gli isoen­zi­mi (Raddi S. 1999; Pa­pa­geor­giou 1993; Pa­pa­geor­giou 1994) su po­po­la­zio­ni na­tu­ra­li pro­ve­nien­ti da  paesi  del Me­di­ter­ra­neo orien­ta­le (Gre­cia ,Tur­chia e Israe­le), zone di ori­gi­ne di que­sta co­ni­fe­ra. 
I va­lo­ri di ete­ro­zi­go­si­tà at­te­sa tro­va­ti tra i loci po­li­mor­fi­ci di que­ste po­po­la­zio­ni ri­sul­ta­no es­se­re si­mi­li tra loro (Tur­chia Hexp = 0.350, Raddi S. 1999; Gre­cia Hexp= 0,400 Pa­p­geor­giu et al 1994; e Israe­le Hexp = 0.479, Shil­ler and Korol, 1997) e  su­pe­rio­ri a quel­li os­ser­va­ti in altre co­ni­fe­re bo­rea­li (Ham­rick et al, 1992) ed in altre Cu­pres­sa­ceae (Uchi­da et al. 1997 e Con­kle,1997).
La di­ver­si­tà ge­ne­ti­ca del ci­pres­so nelle sue zone di ori­gi­ne è quin­di molto ele­va­ta e pro­ba­bil­men­te man­te­nu­ta  tale da una alta ca­pa­ci­tà di in­cro­cio e dalla pre­sen­za di po­po­la­zio­ni nu­me­ro­se (Crow and Ki­mu­ra …).
Ad oggi non sono co­no­sciu­te se­quen­ze del ge­no­ma che pos­sa­no es­se­re uti­liz­za­te per studi di va­ria­bi­li­tà ge­ne­ti­ca sul Cu­pres­sus sem­per­vi­rens. La tec­ni­ca RAPD è stata scel­ta per­ché è in grado di for­ni­re un buon nu­me­ro di mar­ca­to­ri in breve tempo e senza la ne­ces­si­tà di pre­ven­ti­ve in­for­ma­zio­ni sulla se­quen­za del DNA. Inol­tre i RAPD ge­ne­ral­men­te ri­le­va­no va­lo­ri di di­ver­si­tà ge­ne­ti­ca si­mi­li a quel­li ot­te­nu­ti con gli al­lo­zi­mi (Aa­gaard, 1998; Liu, 1993).
Va­lu­tan­do i ri­sul­ta­ti di que­sto la­vo­ro ap­pa­re evi­den­te che la bio­di­v­er­si­tà della po­po­la­zio­ne del Tren­ti­no-Al­to Adige è ri­dot­ta ri­spet­to alle po­ten­zia­li­tà della spe­cie. La po­po­la­zio­ne “Tren­to” ri­sul­ta es­se­re la più ete­ro­ge­nea anche se i va­lo­ri di va­ria­bi­li­tà in­tra­po­po­la­zio­ne dei di­ver­si luo­ghi di cam­pio­na­men­to (in­di­ce di di­ver­si­tà di Nei = h e di Shan­non = I) sono molto si­mi­li tra loro.
Un ri­sul­ta­to che tut­ta­via non stu­pi­sce se con­si­de­ria­mo la su­per­fi­cie di cam­pio­na­men­to ri­stret­ta e lo­ca­liz­za­ta al li­mi­te nord dell’ area ita­lia­na di ve­ge­ta­zio­ne del ci­pres­so unita alla forte azio­ne an­tro­pi­ca che nei se­co­li ha in­fluen­za­to gli equi­li­bri ge­ni­ci di que­sta spe­cie in Ita­lia e so­prat­tut­to nel Tren­ti­no-Al­to Adige.
Inol­tre ge­ne­ral­men­te la bio­di­v­er­si­tà delle po­po­la­zio­ni che ve­ge­ta­no ai mar­gi­ni del­l’a­rea di dif­fu­sio­ne di una spe­cie è in­fe­rio­re ri­spet­to a  quel­la di po­po­la­zio­ni che cre­sco­no più vi­ci­ne alle zone di ori­gi­ne o in pros­si­mi­tà di un an­ti­co ri­fu­gio gla­cia­le (Col­li­gnon, 2000).
I va­lo­ri di di­ver­si­tà ge­ne­ti­ca ri­scon­tra­ti tra le po­po­la­zio­ni di ci­pres­so del Tren­ti­no-Al­to Adige (Gst = 0,09) sono dello stes­so or­di­ne di gran­dez­za sia di quel­li tro­va­ti fra le po­po­la­zio­ni na­tu­ra­li della Tur­chia (Gst = 0,073, Raddi S.1999), sia di quel­li ri­scon­tra­ti tra le co­ni­fe­re eu­ro­pee (Gst = 0,068, Ham­rick et al 1989; Picea Abies po­po­la­zio­ni ita­lia­ne Gst= 0,044, Gian­ni­ni, 1991), sia  dei va­lo­ri di altre pian­te ar­bo­ree che nel corso dei se­co­li hanno su­bi­to l’ in­fluen­za an­tro­pi­ca (Q. rubur Gst nelle po­po­la­zio­ni Eu­ro­pee varia da un mas­si­mo di 0,23 in Po­lo­nia a un mi­ni­mo di 0,014 in Ro­ma­nia Ya­ko­vlev, 2002).
Le di­stan­ze ge­ne­ti­che tro­va­te tra le po­po­la­zio­ni sono basse ma si­gni­fi­ca­ti­ve anche se sono solo par­zial­men­te or­di­na­te in ac­cor­do con la col­lo­ca­zio­ne geo­gra­fi­ca (fi­gu­ra 3). Le più si­mi­li sono “Tren­to” con “Bol­za­no” e “Ro­ve­re­to” con “To­bli­no”. Pro­ba­bil­men­te le pian­te che po­po­la­no la re­gio­ne pro­ven­go­no da di­ver­se lo­ca­li­tà ita­lia­ne e sono state im­por­ta­te nelle dif­fe­ren­ti zone di cam­pio­na­men­to con even­ti in­di­pen­den­ti, tali da con­ser­va­re una di­scre­ta di­ver­si­tà tra le di­ver­se po­po­la­zio­ni.
La bassa va­ria­bi­li­tà ge­ne­ti­ca to­ta­le  (Ht = 0,23) e in­tra­po­po­la­zio­ne (Hs = 0,209) può es­se­re spie­ga­ta con la se­le­zio­ne mor­fo­lo­gi­ca che le pian­te hanno pro­ba­bil­men­te su­bi­to ad opera del­l’uo­mo: la mag­gior parte dei ci­pres­si in re­gio­ne pre­sen­ta in­fat­ti forma della chio­ma fa­sti­gia­ta o in­ter­me­dia con­si­de­ra­te di mag­gior pre­gio este­ti­co. Non si pos­so­no in­ve­ce fare spe­cu­la­zio­ni sulla se­le­zio­ne do­vu­ta alle con­di­zio­ni cli­ma­ti­che per­ché non ci sono an­co­ra dati suf­fi­cien­ti sulla va­ria­bi­li­tà di altre po­po­la­zio­ni ita­lia­ne e del ba­ci­no me­di­ter­ra­neo.
Lo scopo di que­sto la­vo­ro è sti­ma­re l’im­pat­to am­bien­ta­le che po­treb­be avere l’e­ven­tua­le in­tro­du­zio­ne nel ter­ri­to­rio di cloni se­le­zio­na­ti nel­l’am­bi­to del pro­get­to Eco­cy­pre tol­le­ran­ti alle basse tem­pe­ra­tu­re e re­si­sten­ti al Sei­ri­dium car­di­na­le. Dai dati ot­te­nu­ti fino ad ora si può pen­sa­re che l’in­tro­du­zio­ne di cloni non com­por­te­reb­be al­te­ra­zio­ni si­gni­fi­ca­ti­ve degli equi­li­bri  ge­ni­ci e della va­ria­bi­li­tà già bassa della po­po­la­zio­ne lo­ca­le.

BI­BLIO­GRA­FIA
– AA­GAARD J.E., KON­STAN­TIN V. K., STE­VEN H.S., 1998. RAPDs and al­lo­zy­mes exi­bit si­mi­lar le­vels of di­ver­si­ty and dif­fe­ren­tia­tion among po­pu­la­tions and races of Dou­glas-fir. He­re­di­ty 81:68-78.
– COL­LI­GNON A.M., FAVRE J.M.,2000. Con­tri­bu­tion to the post­gla­cial hi­sto­ry at the we­stern mar­gin of Picea abies na­tu­ral area using RAPD mar­kers. An­nals of Bo­ta­ny 85:713-722.
– CON­KLE M.T., 1987. Elec­tro­pho­re­tic ana­ly­sis of va­ria­tion in na­ti­ve Mon­te­rey cy­press (Cu­pres­sus ma­cro­car­pa Hartw.). In: Elias T.S. (ed.), Con­ser­va­tion and me­na­ge­ment of rare and En­dan­ge­red Plan­ts. Conf. Proc. Sa­cra­men­to,CA, USA, 249-256.
– CROW J.F., KI­MU­RA M.,1970. An in­tro­duc­tion to po­pu­la­tion ge­ne­tic theo­ry. Har­per & Row, New York.
– FRAN­CIS C.Y., RONG-CAI Y. (Uni­ver­si­ty of Al­ber­ta), BOYLE T. (Cen­tre for In­ter­na­tio­nal Fo­re­stry Re­sear­ch), 1999. PO­P­GE­NE ver­sion 1.32, Mi­cro­soft Win­dow-ba­sed Free­ware for Po­pu­la­tion Ge­ne­tic Ana­ly­sis.
– GIAN­NI­NI R., MOR­GAN­TE M., VEN­DRA­MIN G.G., 1991. Al­lo­zy­me va­ria­tion in Ita­lian po­pu­la­tion of Picea Abies (L.) Karst. Sil­vae Ge­ne­ti­ca, 40:160-166.
– HAM­RICK J.L.,  GODT M.J.W., 1989. Al­lo­zy­me di­ver­si­ty in plant spe­cies. In: Brown A.D.H., Clegg M.T., Ka­hler A.L. Wier, B.S. (Eds.), Plant Po­pu­la­tion Ge­ne­tics, Bree­ding and Ge­ne­tics Re­sour­ces. Si­nauer As­so­cia­tes, Inc, Sun­der­land, MA: 43-63.
– HAM­RICK J.L., GODT M.J.W.,SHER­MAN-BROY­LES S.L., 1992. Fac­tors in­fluen­cing le­vels of ge­ne­tic di­ver­si­ty  woody plant spe­cies. In: Adams W.T.,  Strauss  S.H.,  Copes D.L.,  Grif­fin A.R., Po­pu­la­tion ge­ne­tics of fo­re­st Trees. Klu­wer Aca­de­mic Pu­bli­shers, Dor­dre­cht, pp 95-124.
– IN­TI­NI M., PAN­CO­NE­SI A., 1976. Al­cu­ni aspet­ti della bio­lo­g­ia del Co­ry­neum car­di­na­le Wag. in To­sca­na. Ann. Accad. It. Sci. For., 25: 1-25.
– LIU Z.,FUR­NIER G.R., 1993.​Compari­son of al­lo­zy­me,RFLP, and RAPD mar­kers for re­vea­ling ge­ne­tic va­ria­tion wi­thin and bet­ween trem­bling aspen and big­too­th aspen.​Theor.​Appl. Genet., 87:97-105
– MA­NION P.D., 1991.  Tree di­sea­se con­cep­ts. Pren­ti­ce-Hall, En­glewood Cliffs.
– MIL­LER M P., 1997. TFPGA ver. 1.3, Tools for Po­pu­la­tion Ge­ne­tic Ana­ly­ses. De­par­te­ment of Bio­lo­g­i­cal Scin­ces  Nor­thern Ari­zo­na Uni­ver­si­ty, Flag­staff, Ari­zo­na.
– NEI M., 1973. Ana­ly­sis of gene di­ver­si­ty in sub­di­vi­ded po­pu­la­tions. Proc. Nat. Acad. Sci. USA 70: 3321-3323.
– NEI M., (1978). Esti­ma­tion of ave­ra­ge he­te­ro­zy­go­si­ty and ge­ne­tic di­stan­ce from a small num­ber of in­di­vi­duals. Ge­ne­tics 89: 583-590.
– PA­PA­GEOR­GIU A.C., PA­NE­TSOS K.P., HAT­TE­MER H.H., 1994. Ge­ne­tic dif­fe­ren­tia­tion of na­tu­ral Me­di­ter­ra­nen cy­press (Cu­pres­sus sem­per­vi­rens L.) po­pu­la­tions in Gree­ce. For Genet. 1:1-12.
– RADDI P., PAN­CO­NE­SI A., 1989. Ge­ne­tic va­ria­bi­li­ty of to­le­ran­ce to cold in Cu­pres­sus sem­per­vi­rens pro­ge­nies. Sil­vae Ge­ne­ti­ca, 38: 168-172.
– RADDI S., SABRI S., 1999. Ge­ne­tic di­ver­si­ty in Na­tu­ral Cu­pres­sus sem­per­vi­rens L. po­pu­la­tions in Tur­key. Bio­che­mi­cal Sy­ste­ma­tics and Eco­lo­gy 27: 799-814.
– SH­NEI­DER S., ROES­SLI D., EX­COF­FIER L. (2000). A soft­ware for po­pu­la­tion ge­ne­tic data ana­ly­sis. Ge­ne­tic and Bio­me­try La­bo­ra­to­ry, Uni­ver­si­ty of Ge­ne­va, Swi­tzer­land.
– SHAN­NON C.E., WEA­VER W., 1949. The ma­the­ma­ti­cal theo­ry of com­mu­ni­ca­tion. Univ. Of  Il­li­nois Press, Ur­ba­na.
– SHIL­LER G., COROL L., 1997. Elec­tro­pho­re­sis ana­ly­sis of di­ver­si­ty wi­thin Cu­pres­sus sem­per­vi­rens L. gro­wing in Israel. Israel Jour­nal of Plant Scien­ce, 45: 1-8.
– UCHI­DA K., TO­MA­RU C., YA­MA­MO­TO C. OHBA K., 1997. Al­lo­zy­me va­ria­tion in na­tu­ral po­pu­la­tions of Hi­no­ki, Cha­mae­cy­pa­ris ob­tu­sa(sieb et Zucc.) Endl. and its com­pa­ri­son with plus trees se­lec­ted from ar­ti­fi­cial stands. Bree­ding Scien­ce, 47:7-14.
– WIL­LIAMS J.G.K., KU­BE­LIK A.R., KEN­NE­TH J., RA­FAL­SKY J.A., TIN­GEY S.V., 1990. DNA po­ly­mor­phi­sms am­pli­fied by ar­bi­tra­ry pri­mers are use­ful as ge­ne­tic mar­kers. Nu­cleic Acids Re­sear­ch 18: 6531 – 6535.
– XE­NO­POU­LOS S., AN­DREO­LI C., PAN­CO­NE­SI A., PINTO GA­N­HAO J., THU­SET J.J., 1990. Im­por­tan­ce of cy­press. In: ‘Pro­gress in EEC re­sear­ch on cy­press di­sea­ses’. Re­port EUR 12493 EN, 1-13.
– YA­KO­VLEV I.A.,KLEIN­SCH­MIDT J., 2002. Ge­ne­tic dif­fe­ren­tia­tion of pe­dun­co­la­te oak Quer­cus Rubur L. in the Eu­ro­pean part of Rus­sia based on RAPD mar­kers. Rus­sian Jour­nal of Ge­ne­tics, 38 (2): 207-215.

AL­LE­GA­TI

 

Ni­co­la La Porta, lau­rea­to in Scien­ze fo­re­sta­li pres­so la Fa­col­tà di Agra­ria di Fi­ren­ze, è ri­cer­ca­to­re pres­so il Di­par­ti­men­to Ri­sor­se Na­tu­ra­li del­l’I­sti­tu­to Agra­rio di S.​Michele al­l’A­di­ge (TN).  Cur­ri­cu­lum vitae >>>

Atlante di selvicoltura

Atlan­te di sel­vi­col­tu­ra
Gio­van­ni Ber­net­ti – Eda­gri­co­le

Una vera en­ci­clo­pe­dia sulla sel­vi­col­tu­ra. I ter­mi­ni di­scus­si nel con­te­sto di altre voci ed i si­no­ni­mi ri­chia­ma­ti sono più di 1500. Le spe­cie ve­ge­ta­li ed ani­ma­li trat­ta­te più o meno dif­fu­sa­men­te sono più di 800. Ac­qui­sta on­li­ne >>>

image_pdfimage_print

Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •