Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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di Ni­co­la Gal­luz­zo

1. In­tro­du­zio­ne
Con l’ap­pro­va­zio­ne, il 19 di­cem­bre 2007, del Piano di Svi­lup­po Ru­ra­le della re­gio­ne Lazio (Psr) 2007-2013 da parte della Com­mis­sio­ne eu­ro­pea, è ini­zia­ta una fase molto im­por­tan­te e de­li­ca­ta per la de­fi­ni­zio­ne ope­ra­ti­va e stra­te­gi­ca delle mi­su­re da porre in es­se­re per dare piena ope­ra­ti­vi­tà fun­zio­na­le al II pi­la­stro della Po­li­ti­ca agri­co­la co­mu­ni­ta­ria (Pac).
 La strut­tu­ra ge­ne­ra­le del Piano di Svi­lup­po Ru­ra­le, in linea ge­ne­ra­le, si ar­ti­co­la in quat­tro assi che sono così clas­si­fi­ca­ti:
1) Asse 1 Ef­fi­cien­za del si­ste­ma agri­co­lo e agroin­du­stria­le re­gio­na­le;
2) Asse 2 Mi­glio­ra­men­to del­l’am­bien­te e dello spa­zio ru­ra­le;
3) Asse 3 Di­ver­si­fi­ca­zio­ne pro­dut­ti­va;
4) Asse 4 L.e.a.d.e.r.
Ri­spet­to alla pre­ce­den­te pro­gram­ma­zio­ne l’e­le­men­to di di­scon­ti­nui­tà che col­pi­sce l’os­ser­va­to­re, ad un primo esame, è l’in­se­ri­men­to del pro­get­to di ini­zia­ti­va co­mu­ni­ta­ria L.e.a.d.e.r. al­l’in­ter­no di un unico fondo di ge­stio­ne fa­cen­te capo al se­con­do pi­la­stro della Pac, co­sti­tui­to dal Feasr (Fondo eu­ro­peo agri­co­lo e per lo svi­lup­po ru­ra­le) il quale al pro­prio in­ter­no ha unito parte dei fondi del Feoga se­zio­ne orien­ta­men­to e parte dei fondi de­sti­na­ti allo svi­lup­po re­gio­na­le, evi­tan­do, di con­se­guen­za, una ple­to­ra di fondi spe­ci­fi­ci di fi­nan­zia­men­to de­sti­na­ti allo svi­lup­po ru­ra­le. Tutto que­sto con­fer­ma una mag­gio­re at­ten­zio­ne ri­po­sta dalla Com­mis­sio­ne eu­ro­pea nel ri­co­no­sce­re alle po­li­ti­che di svi­lup­po ru­ra­le una mag­gio­re at­ten­zio­ne, ge­ne­ran­do un unico am­bi­to di azio­ne coeso, ne­ces­sa­rio per ga­ran­ti­re uno svi­lup­po so­ste­ni­bi­le del ter­ri­to­rio ru­ra­le in una pro­spet­ti­va di in­ter­ven­ti mul­ti­di­ci­pli­na­ri e mul­ti­set­to­ria­li. Un ele­men­to di con­ti­nui­tà ri­spet­to al pas­sa­to è rap­pre­sen­ta­to dalla pre­sen­za di un asse di in­ter­ven­to che agi­sca, esclu­si­va­men­te, nel fi­nan­zia­re in­ter­ven­ti a so­ste­gno della mul­ti­fun­zio­na­li­tà in­te­sa come so­ste­gno alle ester­na­li­tà po­si­ti­ve che l’a­gri­col­tu­ra, a basso im­pat­to am­bien­ta­le rie­sce a ga­ran­ti­re. Tut­ta­via, sa­reb­be op­por­tu­no, in una pro­spet­ti­va oli­sti­ca di lungo pe­rio­do, evi­den­zia­re come tutti e quat­tro gli assi non deb­ba­no es­se­re im­ma­gi­na­ti quali strut­tu­re di fi­nan­zia­men­to stac­ca­te, au­to­no­me e in­di­pen­den­ti ma, in­ve­ce, quali fon­da­men­ti e stru­men­ti ope­ra­ti­vi e ge­stio­na­li sui quali agire, con­tem­po­ra­nea­men­te, per ga­ran­ti­re il pre­si­dio del ter­ri­to­rio e uno svi­lup­po ru­ra­le che sap­pia es­se­re il pro­mo­to­re della ru­ra­li­tà in senso ampio, evi­tan­do la mar­gi­na­liz­za­zio­ne dei ter­ri­to­ri ru­ra­li e l’e­so­do dalle cam­pa­gne. Da un punto di vista bu­ro­cra­ti­co il Psr si ar­ti­co­la in Assi, con­te­nen­ti le linee ge­ne­ra­li di in­ter­ven­to, sud­di­vi­si al loro in­ter­no in mi­su­re ossia “cor­ni­ci ope­ra­ti­ve” o de­scrit­to­ri del­l’in­ter­ven­to da rea­liz­za­re e, in­fi­ne, per ogni mi­su­ra ven­go­no in­di­ca­te le azio­ni, che altro non sono, che le spe­ci­fi­che ope­ra­ti­ve per l’in­ter­ven­to da rea­liz­za­re e per il quale si ri­chie­de il fi­nan­zia­men­to me­dian­te la pro­po­sta ad un ente pub­bli­co, rap­pre­sen­ta­to dalle Aree de­cen­tra­te per l’a­gri­col­tu­ra re­gio­na­le, di una istrut­to­ria per il fi­nan­zia­men­to a se­gui­to di ri­spo­sta ad av­vi­so pub­bli­co o bando.

2. De­scri­zio­ne delle azio­ni più si­gni­fi­ca­ti­ve per i di­ver­si assi in­di­vi­dua­ti
Nel primo asse sono pre­vi­ste tutta una serie di ini­zia­ti­ve ne­ces­sa­rie per ren­de­re le im­pre­se più com­pe­ti­ti­ve nel pa­no­ra­ma agri­co­lo eu­ro­peo e in­ter­na­zio­na­le. Tale asse ap­pa­re par­ti­co­lar­men­te in­te­res­san­te per quel­le azien­de che si col­lo­ca­no in am­bi­ti ru­ra­li ca­pa­ci di of­fri­re dei pro­dot­ti in grado di ri­spon­de­re alle esi­gen­ze e alle sol­le­ci­ta­zio­ni del mer­ca­to e del con­su­ma­to­re.
La di­sa­mi­na delle azio­ni pre­vi­ste ha evi­den­zia­to come ci sia un obiet­ti­vo di fondo teso ad in­cen­ti­va­re l’in­se­dia­men­to nelle azien­de agri­co­le me­dian­te l’i­sti­tu­zio­ne di corsi di for­ma­zio­ne e di in­ter­ven­ti di tu­to­rag­gio nel set­to­re agri­co­lo in senso ampio e che ri­com­pren­de anche la fo­re­sta­zio­ne e l’a­groa­li­men­ta­re in senso ampio, me­dian­te la messa in atto di in­ter­ven­ti che pre­ve­da­no la pro­du­zio­ne di ma­te­ria­le di­vul­ga­ti­vo e au­dio­vi­si­vo utile per pub­bli­ciz­za­re e ag­gior­na­re gli ope­ra­to­ri nel set­to­re pri­ma­rio. Il punto di forza di que­sta mi­su­ra con­sen­te di uti­liz­za­re le In­for­ma­tion co­mu­ni­ca­tion tec­no­lo­gies (ICT) utili per ga­ran­ti­re una di­vul­ga­zio­ne glo­ba­liz­za­ta delle ini­zia­ti­ve di for­ma­zio­ne pro­po­ste. L’u­ti­liz­zo delle ICT rap­pre­sen­te­rà non più un’op­por­tu­ni­tà ma un “pre­cet­to” per au­men­ta­re la com­pe­ti­ti­vi­tà e le po­ten­zia­li­tà pro­dut­ti­ve delle im­pre­se agri­co­le; tut­ta­via, è da os­ser­va­re come molto spes­so le azien­de agri­co­le delle aree ru­ra­li si tro­vi­no a dover af­fron­ta­re dei seri pro­ble­mi per la con­nes­sio­ne alle au­to­stra­de te­le­ma­ti­che, verso cui si ren­do­no ne­ces­sa­ri degli in­ter­ven­ti da parte di isti­tu­zio­ni so­vraor­di­na­te, con la di­ret­ta con­se­guen­za che le im­pre­se agri­co­le fi­ni­reb­be­ro per tro­var­si estro­mes­se da un cir­cui­to no­bi­le e vir­tuo­so di va­lo­riz­za­zio­ne eco­no­mi­co-pro­dut­ti­va, con la con­se­guen­za di in­cre­men­ta­re la mar­gi­na­liz­za­zio­ne delle im­pre­se agri­co­le.
Le mi­su­re fi­na­liz­za­te a fa­vo­ri­re un ri­cam­bio ge­ne­ra­zio­na­le ap­pa­io­no es­se­re molto in­te­res­san­ti e in linea con un pro­ces­so già in corso da di­ver­si anni e che non ha dato, se­con­do al­cu­ni, i frut­ti spe­ra­ti, im­pu­ta­bi­le ad una li­mi­ta­ta do­ta­zio­ne fi­nan­zia­ria. Il le­gi­sla­to­re eu­ro­peo ha cer­ca­to, co­mun­que, di in­tro­dur­re dei ser­vi­zi di con­su­len­za azien­da­le ne­ces­sa­ri per im­ple­men­ta­re la red­di­ti­vi­tà azien­da­le e fa­vo­ri­re una più ra­pi­da tran­si­zio­ne im­pren­di­to­ria­le. Una cri­ti­ci­tà che emer­ge nel pas­sag­gio ge­ne­ra­zio­na­le, so­prat­tut­to nel mo­men­to in cui si ven­go­no crea­re delle nuove im­pre­se agri­co­le, è rap­pre­sen­ta­ta dalla dif­fi­col­tà nel per­ce­pi­re le sol­le­ci­ta­zio­ni e gli sti­mo­li del mer­ca­to. Tutto ciò ap­pa­re par­ti­co­lar­men­te vero in quel­le aree in­ter­ne a ri­dos­so degli ap­pen­ni­ni dove la fi­gu­ra di un land ma­na­ger ap­pa­re in­di­spen­sa­bi­le, quale in­ter­ven­to con­su­len­zia­le ne­ces­sa­rio per ca­pi­re come in­ter­ve­ni­re stra­te­gi­ca­men­te e in che modo ge­sti­re le cri­ti­ci­tà del ter­ri­to­rio. L’in­ter­ven­to per l’in­se­ri­men­to dei gio­va­ni in agri­col­tu­ra dovrà ac­com­pa­gnar­si, come par­zial­men­te è già av­ve­nu­to in Ita­lia con i prov­ve­di­men­ti nor­ma­ti­vi pre­vi­sti nel De­cre­to le­gi­sla­ti­vo 99/2004, me­dian­te degli in­ter­ven­ti fi­sca­li in ma­te­ria di for­ma­zio­ne della pro­prie­tà con­ta­di­na, al fine di evi­ta­re la pol­ve­riz­za­zio­ne delle azien­de, in­cen­ti­van­do, con un re­gi­me fi­sca­le dif­fe­ren­zia­to, i fe­no­me­ni di ap­po­de­ra­men­to me­dian­te la crea­zio­ne di un corpo unico azien­da­le. Per cer­ca­re di fa­vo­ri­re le azien­de mul­ti­pro­dot­to nelle aree ru­ra­li, il Piano di Svi­lup­po Ru­ra­le della Re­gio­ne Lazio, ha pre­vi­sto la pos­si­bi­li­tà di fi­nan­zia­re in­ter­ven­ti di am­mo­der­na­men­to del­l’a­zien­da agri­co­la me­dian­te l’al­le­sti­men­to di strut­tu­re atte alla con­ser­va­zio­ne e tra­sfor­ma­zio­ne dei pro­dot­ti agri­co­li. Tale mi­su­ra ap­pa­re par­ti­co­lar­men­te in­te­res­san­te per le im­pre­se agri­co­le poi­ché con­sen­ti­rà di di­ver­si­fi­ca­re la pro­du­zio­ne azien­da­le ri­du­cen­do il ri­schio con­se­guen­te con una mi­glio­re e mag­gio­re oc­cu­pa­zio­ne e oc­cu­pa­bi­li­tà degli in­ve­sti­men­ti la­vo­ra­ti­vi azien­da­li.
La di­sa­mi­na degli in­ter­ven­ti fi­nan­zia­bi­li ha con­fer­ma­to il ruolo chia­ve del­l’as­so­cia­zio­ni­smo, quale leva di mar­ke­ting, ne­ces­sa­rio per ga­ran­ti­re, anche alla luce delle nuove mo­di­fi­che ap­por­ta­te con la ri­for­ma di medio ter­mi­ne della Po­li­ti­ca agri­co­la co­mu­ni­ta­ria nelle di­ver­se Or­ga­niz­za­zio­ni co­mu­ni di mer­ca­to (Ocm), un fat­to­re di cre­sci­ta e di svi­lup­po so­cio-eco­no­mi­co ne­ces­sa­rio per la va­lo­riz­za­zio­ne e la pro­mo­zio­ne dei pro­dot­ti agroa­li­men­ta­ri, so­prat­tut­to se cer­ti­fi­ca­ti (obiet­ti­vo spe­ci­fi­co), e del ter­ri­to­rio (obiet­ti­vo ge­ne­ra­le di in­ter­ven­to).
Nell’asse due sono ri­por­ta­te una mol­te­pli­ci­tà di in­ter­ven­ti che non fanno altro che pro­ro­ga­re le mi­su­re di mul­ti­fun­zio­na­li­tà e di pre­si­dio del­l’am­bien­te/ter­ri­to­rio in­tro­dot­te a metà degli anni no­van­ta con la ri­for­ma Mac­Shar­ry e delle in­den­ni­tà com­pen­sa­ti­ve per co­lo­ro che ope­ra­no in aree svan­tag­gia­te o mon­ta­ne, per i quali un au­si­lio ap­pa­re es­se­re in­di­spen­sa­bi­le per tu­te­la­re le azien­de agri­co­le at­ti­ve nelle aree ru­ra­li a ri­schio mar­gi­na­liz­za­zio­ne. L’at­tri­bu­zio­ne di in­den­ni­tà com­pen­sa­ti­ve ap­pa­re un qual­co­sa di in­te­res­san­te e ne­ces­sa­rio per il pre­si­dio del ter­ri­to­rio e so­prat­tut­to ap­pa­re es­se­re una presa di co­scien­za del le­gi­sla­to­re fi­na­liz­za­ta al ri­co­no­sci­men­to e alla va­lo­riz­za­zio­ne delle ester­na­li­tà po­si­ti­ve che l’a­gri­col­tu­ra svol­ge anche se, l’im­por­to ero­ga­to ap­pa­re es­se­re an­co­ra ab­ba­stan­za li­mi­ta­to so­prat­tut­to se l’im­pre­sa agri­co­la in­ten­de av­va­ler­si, come sa­reb­be op­por­tu­no, di una fi­gu­ra di land ma­na­ger o con­su­len­te azien­da­le che sap­pia te­ne­re in con­si­de­ra­zio­ne i punti di forza (in­cre­men­tan­do­li) e di de­bo­lez­za (ri­du­cen­do­li) delle aree ru­ra­li svan­tag­gia­te e della bio­di­v­er­si­tà che in esso si trova. Tra gli in­ter­ven­ti pre­vi­sti nel­l’as­se mi­glio­ra­men­to del­l’am­bien­te dello spa­zio ru­ra­le è da os­ser­va­re come il le­gi­sla­to­re re­gio­na­le abbia con­si­de­ra­to una di­scri­mi­nan­te, per l’ac­ces­so al fi­nan­zia­men­to, la zo­niz­za­zio­ne in­di­vi­dua­ta; in­fat­ti, le mi­su­re di rim­bo­schi­men­to, di pre­si­dio e di tu­te­la del pae­sag­gio ap­pa­io­no es­se­re ca­li­bra­te in fun­zio­ne della col­lo­ca­zio­ne del­l’a­zien­da in poli ur­ba­ni e/o in aree ad agri­col­tu­ra in­ten­si­va spe­cia­liz­za­ta. Tutto ciò po­treb­be avere la di­ret­ta con­se­guen­za di per­met­te­re la dif­fu­sio­ne di bo­schi pla­ni­zia­li in zone nelle quali l’am­bien­te ru­ra­le si trova in una po­si­zio­ne di in­cer­tez­za e di non uni­vo­ca de­fi­ni­zio­ne.
Per quan­to ri­guar­da l’asse tre le mi­su­re e le azio­ni pre­vi­ste ap­pa­io­no di in­dub­bio in­te­res­se per li­mi­ta­re l’ab­ban­do­no del­l’at­ti­vi­tà agri­co­la at­tra­ver­so l’ap­pli­ca­zio­ne e il fi­nan­zia­men­to di una serie di azio­ni tese ad au­men­ta­re l’u­ti­li­tà so­cia­le nelle aree ru­ra­li a sal­va­guar­dia del ter­ri­to­rio, lo svi­lup­po della ri­cet­ti­vi­tà agri­tu­ri­sti­ca, fermo re­stan­do il sod­di­sfa­ci­men­to dei re­qui­si­ti pre­vi­sti nella legge re­gio­na­le col­le­ga­ta, e lo sfrut­ta­men­to delle bio­mas­se agri­co­le. Il tutto, inol­tre, si va ad in­se­ri­re in una di­men­sio­ne di di­ver­si­fi­ca­zio­ne del­l’at­ti­vi­tà non agri­co­la. Il le­gi­sla­to­re eu­ro­peo ha ac­col­to fa­vo­re­vol­men­te quel­le mi­su­re di fi­nan­zia­men­to da ero­ga­re alle mi­croim­pre­se, co­sti­tui­te da meno di 10 di­pen­den­ti e con un fat­tu­ra­to in­fe­rio­re ai 2 mi­lio­ni di Euro, che ope­ra­no in aree ri­co­no­sciu­te quali aree con dif­fi­col­tà di svi­lup­po. Il tu­ri­smo, ele­men­to di con­tor­no ne­ces­sa­rio ma non suf­fi­cien­te per l’a­ni­ma­zio­ne delle aree ru­ra­li, potrà be­ne­fi­cia­re di una serie di in­ter­ven­ti che con­sen­ta­no di ge­ne­ra­re degli iti­ne­ra­ri a tema, per i quali si rende in­di­spen­sa­bi­le un’o­pe­ra di rac­cor­do con le po­ten­zia­li­tà eno­ga­stro­no­mi­che del ter­ri­to­rio, della quale si do­vran­no fare pro­mo­to­ri/be­ne­fi­cia­ri del fi­nan­zia­men­to gli enti lo­ca­li e i par­te­na­ria­ti pub­bli­co-pri­va­to, cosa lar­ga­men­te au­spi­ca­bi­le, per­ché ri­te­nu­to es­se­re un in­di­ca­to­re di si­gni­fi­ca­ti­va coe­sio­ne sul ter­ri­to­rio, fi­na­liz­za­ta a fare si­ste­ma e a ca­pi­re le reali esi­gen­ze delle co­mu­ni­tà lo­ca­li, nelle aree con par­ti­co­la­ri pro­ble­mi di svi­lup­po rap­pre­sen­ta­ti dalla mag­gior parte dei co­mu­ni della re­gio­ne e so­prat­tut­to di quel­li ad ele­va­ta ac­cli­vi­tà. Le mi­su­re di fi­nan­zia­men­to de­sti­na­te a ga­ran­ti­re lo svi­lup­po e il rin­no­va­men­to dei vil­lag­gi ru­ra­li, tese solo a fi­nan­zia­re in­ter­ven­ti di enti a ca­rat­te­re pub­bli­co, po­treb­be­ro rap­pre­sen­ta­re un’ot­ti­ma op­por­tu­ni­tà, se as­so­cia­ta a que­gli in­ter­ven­ti di tu­te­la e ri­qua­li­fi­ca­zio­ne del pa­tri­mo­nio ru­ra­le (in­ter­ven­to pub­bli­co) e delle strut­tu­re ri­cet­ti­ve agri­tu­ri­sti­che (in­ter­ven­to a be­ne­fi­cio dei pri­va­ti).
Nelle mi­su­re pre­vi­ste dal­l’as­se L.e.a.d.e.r. ap­pa­re con­fer­ma­ta la scel­ta del par­te­na­ria­to pub­bli­co-pri­va­to, ne­ces­sa­rio per va­lo­riz­za­re in un ap­proc­cio bot­tom-up, le ri­chie­ste della “base ru­ra­le” cui in­ter­ve­ni­re con delle po­li­ti­che di in­ter­ven­to che sap­pia­no va­lo­riz­za­re in ma­nie­ra com­ple­ta tutti gli aspet­ti del ter­ri­to­rio ru­ra­le in una pro­spet­ti­va di tu­ri­smo in­te­gra­to di lungo pe­rio­do.

3. Con­clu­sio­ni
Una som­ma­ria ana­li­si del qua­dro si­not­ti­co degli in­ter­ven­ti di fi­nan­zia­men­to pre­vi­sti ha evi­den­zia­to delle pro­spet­ti­ve in­te­res­san­ti per la cre­sci­ta so­cio-eco­no­mi­ca e pro­dut­ti­va delle azien­de agri­co­le at­ti­ve nelle aree ru­ra­li e per le quali gli in­ter­ven­ti di ade­gua­men­to e di in­no­va­zio­ne pro­dut­ti­va do­vran­no/po­tran­no rap­pre­sen­ta­re la base di par­ten­za per crea­re un sup­por­to pro­dut­ti­vo di base sul quale co­strui­re delle fi­lie­re pro­dut­ti­ve au­to­suf­fi­cien­ti e ben strut­tu­ra­te sul ter­ri­to­rio. In que­sto caso ap­pa­re im­pre­scin­di­bi­le il ruolo stra­te­gi­co della for­ma­zio­ne im­pren­di­to­ria­le, e della quale si do­vran­no fare ca­ri­co gli enti lo­ca­li e le strut­tu­re for­ma­ti­ve, e della con­su­len­za di mar­ke­ting ne­ces­sa­ria per ca­pi­re, non tanto, il come ma, so­prat­tut­to, il quan­to pro­dur­re e dove de­sti­nar­lo (quali mer­ca­ti e con quale tem­pi­sti­ca?). Un punto di de­bo­lez­za che molte im­pre­se agri­co­le de­vo­no af­fron­ta­re per riu­sci­re a col­lo­ca­re sul mer­ca­to il loro pro­dot­to ap­pa­re un pro­ble­ma in­sor­mon­ta­bi­le; in­fat­ti, l’im­pre­sa agri­co­la non aven­do gli stru­men­ti for­ma­ti­vi e co­no­sci­ti­vi ade­gua­ti non potrà rag­giun­ge­re una pro­pria au­to­suf­fi­cien­za ma­na­ge­ria­le ne­ces­sa­ria per rag­giun­ge­re dei mer­ca­ti ben de­fi­ni­ti e con pro­spet­ti­ve di mer­ca­to eco­no­mi­ca­men­te si­gni­fi­ca­ti­ve. A tal fine, ap­pa­re evi­den­te che il ruolo del land ma­na­ger dovrà te­ne­re conto non solo delle po­ten­zia­li­tà del­l’a­rea ru­ra­le ma anche delle ca­rat­te­ri­sti­che del mer­ca­to fi­na­le e delle ri­chie­ste del mer­ca­to, in­te­se come cu­sto­mer be­ha­viour. La di­sa­mi­na delle azio­ni pre­vi­ste ha con­fer­ma­to la ne­ces­si­tà di for­ma­re il per­so­na­le che dovrà ope­ra­re nello spa­zio ru­ra­le me­dian­te pro­gram­mi di for­ma­zio­ni e ani­ma­zio­ne svol­te da strut­tu­re for­ma­ti­ve ido­nee e che cer­chi­no di ca­li­bra­re i corsi di for­ma­zio­ne in base alle reali esi­gen­ze delle co­mu­ni­tà ru­ra­li, al fine di evi­ta­re che si crei­no dei corsi svuo­ta­ti di si­gni­fi­ca­to per­ché non ade­ren­ti alle esi­gen­ze for­ma­ti­ve del/sul ter­ri­to­rio.
Gli in­ter­ven­ti che fi­nan­zi­no l’am­plia­men­to della ma­glia po­de­ra­le do­vran­no te­ne­re in con­si­de­ra­zio­ne la pos­si­bi­li­tà di ge­ne­ra­re delle unità pro­dut­ti­ve, che siano eco­no­mi­ca­men­te sod­di­sfa­cen­ti e in grado di ge­ne­ra­re una red­di­ti­vi­tà ade­gua­ta.
La zo­niz­za­zio­ne pro­po­sta nel Piano di Svi­lup­po Ru­ra­le potrà es­se­re:
a) un ef­fi­ca­ce stru­men­to per di­scri­mi­na­re e ri­ca­li­bra­re gli in­ter­ven­ti;
b) uno stru­men­to per evi­ta­re il di­sim­pe­gno au­to­ma­ti­co che ca­rat­te­riz­ze­rà il pe­rio­do pro­gram­ma­to­rio 2007-2013, anche se una strut­tu­ra cor­ni­ce di li­vel­lo su­pe­rio­re a li­vel­lo re­gio­na­le avreb­be po­tu­to ga­ran­ti­re una mag­gio­re pos­si­bi­li­tà di ri­par­ti­re me­glio i fondi, evi­tan­do una per­di­ta delle somme im­pe­gna­te ma non spese nel­l’in­ter­val­lo di tempo de­fi­ni­to dal­l’U­nio­ne eu­ro­pea.
Dal­l’a­na­li­si dei dati di­spo­ni­bi­li, per­man­go­no, tut­ta­via, dei dubbi in­ter­pre­ta­ti­vi, che po­tran­no es­se­re sciol­ti solo al ter­mi­ne del set­ten­nio di at­tua­zio­ne, sul­l’a­ver in­se­ri­to un pro­gram­ma di ini­zia­ti­va co­mu­ni­ta­ria, quale il L.e.a.d.e.r., che avreb­be do­vu­to go­de­re di “luce pro­pria” ed au­to­no­mia fi­nan­zia­ria, stac­can­do­si dagli altri assi pre­vi­sti nel Piano di Svi­lup­po Ru­ra­le Re­gio­na­le, poi­ché ri­chie­de degli adem­pi­men­ti ge­stio­na­li e am­mi­ni­stra­ti­vi par­ti­co­la­ri e spe­ci­fi­ci che po­treb­be­ro com­por­ta­re degli ef­fet­ti in­di­ret­ti ne­ga­ti­vi sulle do­ta­zio­ni fi­nan­zia­rie e il loro im­pe­gno.
A mar­gi­ne della pre­sen­te nota, è op­por­tu­no os­ser­va­re come il Piano di Svi­lup­po Ru­ra­le potrà rap­pre­sen­ta­re un’in­te­res­san­te op­por­tu­ni­tà per agire sulle po­li­ti­che delle strut­tu­re agri­co­le, ren­den­do­le più con­fa­cen­ti alle sol­le­ci­ta­zio­ni che pro­ven­go­no dal mer­ca­to in­ter­na­zio­na­le; alla luce, tut­ta­via, dei cam­bia­men­ti e delle sol­le­ci­ta­zio­ni in am­bi­to WTO (World Trade Or­ga­ni­za­tion) le azio­ni fi­nan­zia­rie di in­ter­ven­to del Psr rap­pre­sen­ta­no dei com­pen­si ne­ces­sa­ri per ga­ran­ti­re la mul­ti­fun­zio­na­li­tà in agri­col­tu­ra e che potrà rien­tra­re in quel si­ste­ma di green box che non di­stor­co­no, se non in ma­nie­ra mar­gi­na­le, la con­cor­ren­za in­ter­na­zio­na­le e il mer­ca­to. Qua­lo­ra tali orien­ta­men­ti di fondo fos­se­ro con­fer­ma­ti non si ve­dreb­be il ti­mo­re, pa­ven­ta­to da molti, sull’”ul­ti­mo treno” da sfrut­ta­re per­ché ri­te­nu­to ido­neo a fi­nan­zia­re il mondo ru­ra­le e il suo svi­lup­po ma, anzi, potrà rap­pre­sen­ta­re un nuovo rural pat­tern da se­gui­re per evi­ta­re la mar­gi­na­liz­za­zio­ne delle aree ru­ra­li e il so­ste­gno del ter­ri­to­rio, senza in­ter­fe­ri­re sulla com­pe­ti­ti­vi­tà in­ter­na­zio­na­le.

Ni­co­la Gal­luz­zo, dot­to­re di ri­cer­ca in Scien­ze degli ali­men­ti, si è lau­rea­to in Scien­ze agra­rie pres­so l’U­ni­ver­si­tà Cat­to­li­ca del Sacro Cuore di Pia­cen­za, con­se­guen­do il per­fe­zio­na­men­to in Eco­no­mia del tu­ri­smo e in Ge­stio­ne  e or­ga­niz­za­zio­ne  ter­ri­to­ria­le delle ri­sor­se na­tu­ra­li pres­so l’U­ni­ver­si­tà La Sa­pien­za di Roma, in Studi eu­ro­pei pres­so la Fa­col­tà di Scien­ze po­li­ti­che del­l’U­ni­ver­si­tà di Ge­no­va e in Con­trol­lo e au­to­con­trol­lo degli ali­men­ti pres­so la Fa­col­tà di Me­di­ci­na e chi­rur­gia “A. Ge­mel­li” di Roma. As­se­gni­sta di ri­cer­ca pres­so l’I­sti­tu­to Na­zio­na­le di Eco­no­mia Agra­ria (Inea).

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