Con­di­vi­di l'ar­ti­co­lo
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Il primo ca­ri­co di fiori fre­schi è già ar­ri­va­to a de­sti­na­zio­ne nei Paesi Bassi. E’ stato pre­pa­ra­to e spe­di­to dalla coo­pe­ra­ti­va Flo­rex­port, a Via­reg­gio, punto di ri­fe­ri­men­to delle im­pre­se che ope­ra­no nel pol­mo­ne del di­stret­to flo­ri­co­lo to­sca­no. Mi­glia­ia di steli di viola a cioc­che e fron­de di eu­ca­lip­to pro­dot­te nelle serre della Ver­si­lia de­sti­na­te al mer­ca­to del nord Eu­ro­pa.

Per la prima volta le pro­du­zio­ni flo­ri­co­le col­ti­va­te nel no­stro paese e com­mer­cia­liz­za­te al­l’e­ste­ro po­tran­no fre­giar­si del brand “Fiori Ita­lia­ni”, un mar­chio ine­qui­vo­ca­bi­le ed in­con­fon­di­bi­le raf­fi­gu­ran­te un fiore com­po­sto da tre pe­ta­li di co­lo­re verde, bian­co e rosso con la scrit­ta in calce “Ec­cel­len­za dai pro­dut­to­ri na­zio­na­li”.

“Una bel­lis­si­ma no­vi­tà – ha detto la vi­ce­pre­si­den­te e as­ses­so­ra al­l’a­groa­li­men­ta­re Ste­fa­nia Sac­car­di –  for­te­men­te vo­lu­ta e spin­ta da Col­di­ret­ti che, con Affi, porta il flo­ro­vi­vai­smo della To­sca­na, già un’in­du­stria di primo piano sia nel­l’a­gri­col­tu­ra to­sca­na sia a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le, in giro per il mondo. E’ par­ti­ta la prima spe­di­zio­ne per l’O­lan­da, una no­ti­zia  sin­go­la­re per­ché di so­li­to siamo noi a im­por­ta­re fiori, in­ve­ce con il mar­chio “Fiori ita­lia­ni” pos­sia­mo espor­ta­re i no­stri fiori con un mar­chio che li an­co­ra al no­stro ter­ri­to­rio, sia ita­lia­no che to­sca­no, e che coin­vol­ge in que­sto mo­men­to circa 300 azien­de nel­l’a­rea Lucca Via­reg­gio Pe­scia. Molte sono  le mi­su­re che come Re­gio­ne To­sca­na met­tia­mo in campo per so­ste­ne­re le im­pre­se del flo­ro­vi­vai­smo con il Pro­gram­ma di Svi­lup­po Ru­ra­le, sia att­tra­ver­so pro­get­tua­li­tà di di­stret­to e di fi­lie­ra, sia at­tra­ver­so pro­get­tua­li­tà che ri­guar­da­no in­ve­sti­men­ti di cre­sci­ta di un set­to­re che è anche molto in­no­va­ti­vo, basti pen­sa­re alle nuove mo­da­li­tà che sta ap­pli­can­do per un uso ra­zio­na­le del­l’ac­qua, sia per la ri­du­zio­ne di fi­to­far­ma­ci e di­ser­ban­ti”.

“Sono oltre 300 le im­pre­se flo­ri­co­le, solo nella no­stra re­gio­ne, con­cen­tra­te prin­ci­pal­men­te tra Via­reg­gio, Luc­ca-Pe­scia che po­tran­no uti­liz­za­re il mar­chio. – spie­ga Le­ti­zia Ce­sa­ni, Pre­si­den­te Col­di­ret­ti To­sca­na – La­vo­ria­mo con Affi a que­sto pro­get­to da molti mesi con­sa­pe­vo­li della ne­ces­si­tà di svi­lup­pa­re una di­stin­ti­vi­tà che agli occhi dei buyer e dei con­su­ma­to­ri di tutto il mondo fosse su­bi­to chia­ra: stai com­pran­do fiori ita­lia­ni. E que­sto è un va­lo­re ag­giun­to che da un van­tag­gio sul mer­ca­to. La dif­fi­col­tà del set­to­re, che sta vi­ven­do una fase di ri­strut­tu­ra­zio­ne ed or­ga­niz­za­zio­ne, si è ag­gra­va­ta nel pe­rio­do del Covid per pre­ci­pi­ta­re con l’e­splo­sio­ne dei costi delle ma­te­rie prime, come il ga­so­lio, i con­ci­mi ma anche i vasi, che stan­no con­di­zio­nan­do le scel­te e le stra­te­gie pro­dut­ti­ve. Se venti anni fa le rose erano un fiore molto dif­fu­so nelle no­stre azien­de oggi non lo sono più, costa trop­po pro­dur­le e c’è una gran­de con­cor­ren­za dei paesi dove non c’è bi­so­gno di ri­scal­da­re le serre. Le rose sono state so­sti­tui­te da ra­nun­co­li, ger­be­re e viola a cioc­che, pro­du­zio­ni che stan­no con­qui­stan­do il mer­ca­to e che vanno pro­mos­se. Il mar­chio può aiu­ta­re a vei­co­la­re me­glio il pro­dot­to ita­lia­no, a so­ste­ner­lo, a farlo emer­ge­re nel mare ma­gnum di pro­du­zio­ni stra­nie­re pro­dot­te sfrut­tan­do la ma­no­do­pe­ra o im­pie­gan­do fer­ti­liz­zan­ti proi­bi­ti o con li­vel­li non con­sen­ti­ti nel no­stro paese”.

“Il mar­chio è un ele­men­to di­stin­ti­vo ed im­me­dia­ta­men­te ri­co­no­sci­bi­le che in­den­ti­fi­ca, oltre ogni ra­gio­ne­vo­le dub­bio, la pro­ve­nien­za dei fiori e così le ca­rat­te­ri­sti­che delle no­stre pro­du­zio­ni flo­ri­co­le na­zio­na­li. Il con­su­ma­to­re sa che quan­do ac­qui­sta un fiore ita­lia­no sta ac­qui­stan­do un pro­dot­to col­ti­va­to con me­to­di so­ste­ni­bi­li quan­do se non ad­di­rit­tu­ra bio­lo­g­i­ci, at­ten­to al­l’e­co­si­ste­ma. – spie­ga Cri­stia­no Ge­no­va­li, Pre­si­den­te AFFI – Il mar­chio potrà raf­for­za­re e pro­muo­ve­re con mag­gio­re vi­go­re e chia­rez­za i no­stri fiori anche nel mer­ca­to in­ter­no e sen­si­bi­liz­za­re i con­su­ma­to­ri a sce­glie­re e pre­fe­ri­re fiori na­zio­na­li. Un mes­sag­gio che siamo con­vin­ti que­sta nuova espe­rien­za ren­de­rà più ef­fi­ca­ce e vi­si­bi­le”.

Una con­qui­sta per un set­to­re im­por­tan­tis­si­mo che vale oltre 3 mi­liar­di di euro se ab­brac­cia­mo tutto il com­par­to flo­ro­vi­vai­sti­co na­zio­na­le che ha scel­to la ri­cor­ren­za di San Va­len­ti­no, la festa degli in­na­mo­ra­ti, e la To­sca­na, per il lan­cio uf­fi­cia­le con la con­se­gna di un mazzo di fiori alla vi­ce­pre­si­den­te ed as­ses­so­ra re­gio­na­le al­l’a­groa­li­men­ta­re, Ste­fa­nia Sac­car­di.
Un San Va­len­ti­no che vedrà sem­pre la rosa al primo posto tra i fiori più re­ga­la­ti ma con una cre­scen­te ten­den­za al­l’o­ri­gi­na­li­tà verso pro­du­zio­ni na­zio­na­li, meno ener­gi­vo­re, più so­ste­ni­bi­li e più eco­no­mi­che come ra­nun­co­li, ger­be­re, viola a cioc­che, ane­mo­ni, ga­ro­fa­ni e tu­li­pa­ni.

L’i­ni­zia­ti­va porta la firma di Col­di­ret­ti ed Affi, l’as­so­cia­zio­ne na­zio­na­le flo­ri­col­to­ri e fio­ri­sti ita­lia­ni che ha stu­dia­to, crea­to, re­gi­stra­to e de­po­si­ta­to il mar­chio al Mi­ni­ste­ro del Made in Italy con l’o­biet­ti­vo in­fon­de­re al set­to­re nuova fi­du­cia e ri­lan­ciar­si anche al­l’e­ste­ro.

Il mar­chio di ori­gi­ne “Fiori Ita­lia­ni” è stato in­se­ri­to dalla Re­gio­ne To­sca­na, su sug­ge­ri­men­to di Col­di­ret­ti To­sca­na, tra i mar­chi che pos­so­no dare pre­mia­li­tà di pun­teg­gio nelle do­man­de di in­ve­sti­men­to re­la­ti­ve ai bandi del PSR per il set­to­re flo­ro­vi­vai­sti­co.

Die­tro il pro­get­to del mar­chio “Fiori Ita­lia­ni” c’è lo straor­di­na­rio la­vo­ro di Affi, l’as­so­cia­zio­ne flo­ri­col­to­ri e fio­ri­sti ita­lia­ni im­pe­gna­ta a pro­muo­ve­re le pro­du­zio­ni ita­lia­ne, di fi­lie­ra corta, e sen­si­bi­liz­za­re i con­su­ma­to­ri e sta­ke­hol­der verso va­rie­tà meno ener­gi­vo­re e meno im­pat­tan­ti per l’am­bien­te.

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