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Roma, 3 maggio – “Siamo soddisfatti del lavoro svolto dalla Commissione UE che ha finalmente fatto chiarezza, applicando una netta distinzione, tra nuove biotecnologie e Organismi geneticamente modificati ‘tradizionali’, anche conosciuti come OGM. Una decisione di grande importanza, che inciderà positivamente su tutta la filiera agroalimentare che potrà continuare a svilupparsi raggiungendo obiettivi di efficienza e sostenibilità ambientale”. Lo dichiara Lea Pallaroni, Segretario Generale ASSALZOO-Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici dopo la pubblicazione da parte della Commissione UE dei risultati di uno studio sul tema, richiesto dal Consiglio, sulla base del quale prenderà avvio una consultazione finalizzata all’elaborazione di un nuovo quadro giuridico per le biotecnologie.

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“Si ribaltano le conclusioni cui era giunta nel luglio 2018 la Corte di Giustizia europea – aggiunge Pallaroni. La Commissione ha infatti chiarito la netta distinzione tra le nuove tecniche genomiche e i vecchi ‘organismi geneticamente modificati’. Queste nuove tecniche genomiche, cosiddette TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita), rappresentano uno strumento indispensabile per consentire all’agricoltura di elevare il proprio grado di sostenibilità, di aumentare il proprio grado di efficienza per adempiere alle severe sfide del cambiamento climatico e della strategia del Farm to Fork, in linea anche con il Patto con i consumatori lanciato dall’Unione europea da qui ai prossimi anni. Nello specifico, le nuove biotecnologie sostenibili, a differenza degli OGM tradizionali che prevedono il trasferimento di geni tra specie diverse, si basano infatti sulla combinazione di geni intra-specie, con l’obiettivo di velocizzare processi che avverrebbero in natura con tempi lunghissimi. L’obiettivo, per tutta la filiera, è di sviluppare varietà in grado di resistere alle avversità meteoclimatiche, di produrre di più impiegando meno risorse, di resistere a malattie e condizioni climatiche avverse, di tutelare la biodiversità e le varietà tipiche del nostro territorio, assicurando maggiore qualità e minori costi economici”.

“La vecchia normativa europea sugli OGM – conclude Pallaroni – è stata da tempo sopravanzata dal progresso scientifico e tecnologico e va aggiornata con urgenza per dare all’agricoltura quegli strumenti indispensabili a centrare l’obiettivo della neutralità climatica. Spetta ora al legislatore europeo accelerare questo processo, recuperando il tempo perduto, con un riordino urgente del quadro normativo che risale ormai a venti anni fa. L’industria mangimistica è al fianco degli agricoltori ed auspica che ora in materia vengano emanate norme chiare e uniformi in tutta l’Unione europea, facendo tesoro degli errori del passato e garantendo a tutti libertà di impresa e accesso all’innovazione, fondamentali per favorire in modo concreto la sfida della sostenibilità e della sicurezza alimentare”.

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