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Roma, 14 aprile – Non si arresta la tendenza all’aumento dei prezzi delle materie prime agricole iniziata lo scorso anno. Anche nei primi tre mesi del 2021 la FAO ha rilevato un incremento delle quotazioni delle commodity tra cui i cereali (+27,8%). Le previsioni sembrano confermare il trend per tutto l’anno in corso, uno scenario che accentua gli squilibri sul mercato internazionale e che potrebbe avere effetti dirompenti sul già fragile assetto del settore agro-zootecnico-alimentare italiano. Il rialzo dei prezzi dei cereali e della soia quotati in Italia è stato costante a partire dall’autunno del 2020 interessando anche il primo trimestre del 2021. Il mais ha toccato quota 230 euro/t, un valore vicino al record del 2011. La soia ha addirittura superato il picco da quindici anni a questa parte: sono stati ampiamente superati i 600 euro/t. Viste queste premesse non si esclude il rischio che le spinte verso l’alto dei prezzi proseguano anche nel 2022.

Un contesto del genere non può che esercitare una pressione sul settore mangimistico e su quello zootecnico ai limiti della sostenibilità economica. Il settore già vive uno stato di sofferenza in quanto il nostro Paese – com’è noto – è in forte deficit produttivo, dipendendo dall’estero per il 60% del proprio fabbisogno di cereali e semi oleosi. È quindi giunto il momento che il Governo italiano affronti con decisione, anche con un intervento normativo, la questione della produzione e degli approvvigionamenti agricoli che vede l’Italia esposta alla volatilità dei prezzi dei mercati internazionali. L’obiettivo resta sempre quello della tutela del settore primario, anche attraverso la promozione di strategie di filiera che garantiscano tutti i soggetti in campo.

“Davanti al continuo rialzo dei prezzi delle principali materie prime agricole – spiega Marcello Veronesi, presidente di ASSALZOO – Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici – la mangimistica svolge  un ruolo di camera di compensazione assorbendo parte dei rincari dei prezzi dei cereali impiegati nel suo processo produttivo. Ma con il perdurare della situazione, è a rischio la tenuta non solo del nostro comparto ma di tutta la zootecnia, per cui è necessario sostenere le produzioni italiane con ogni mezzo possibile”.

“Al forte rialzo dei prezzi, infatti, si unisce il perdurare della crisi dei consumi interni, penalizzati dall’emergenza sanitaria ancora in corso – prosegue Veronesi – ed in questa difficile congiuntura promuovere e acquistare italiano può aiutare una ripresa delle vendite dei prodotti nazionali. È però necessario il coinvolgimento non speculativo di tutti gli operatori della filiera. Questa forma di corretta promozione e consapevole valorizzazione della nostra produzione  è una scelta lungimirante e strategica per limitare gli impatti delle turbolenze sui mercati internazionali e garantire i presupposti per la tenuta e una veloce ripartenza del settore agro-zootecnico nazionale: invitiamo quindi gli operatori della grande distribuzione e del settore Horeca a dedicare grande spazio nei loro prossimi programmi per la ripartenza e a valorizzare il prodotto 100% italiano con tutte le valenze qualitative e le caratteristiche peculiari che tutto il mondo ci invidia”, conclude il presidente di ASSALZOO.

 

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